Struttura del governo musulmano

(Sciaca)
00lunedì 7 settembre 2015 21:57
Salve,
Per quanto ognuno con le sue differenze e peculiarità, ogni stato europeo proponeva una struttura di governo più o meno simile con zone controllate da comuni e zone sotto il controllo di feudatari (e zone sotto il diretto controllo del sovrano). Ogni comune e feudo aveva poi una dipendenza più o meno ampia dal potere centrale (re o imperatore).

Per gli arabi musulmani so solo che il loro sistema di governo non può essere paragonato a quello feudale europeo.

Qualcuno potrebbe fornirmi un quadro più chiaro?
Seth Heristal
00martedì 8 settembre 2015 09:00
Ciao Sciaca! Io penso che la tua ricerca debba partire da qualcosa di più specifico, perché così è troppo vago
Mentre noi abbiamo il papà e l'imperatore, i mussulmani hanno il califfo, teocrate, e quando non ce l'hanno devono giustificare legalmente l'esistenza di domini personali fuori dal califfato
In Europa praticamente era la stessa cosa con impero e papato.
Perché non parti un po' dal frazionamento del califfato unico islamico tra 800 e 1000 d.C.?
(Sciaca)
00martedì 8 settembre 2015 14:27
Ciao Seth!
Proprio ieri sera ho fatto qualche ricerca sul Califfato Abbaside sperando di capirne la struttura amministrativa e come venivano gestiti e governati i vari territori sotto il suo controllo.

L'unica cosa che sono riuscito ad apprendere è che spesso si delegava a ministri la gestione amministrativa dei territori e che le infrastrutture amministrative erano spesso minime o assenti in quanto gran parte della gestione avveniva all'interno degli stessi luoghi di culto.
Seth Heristal
00martedì 8 settembre 2015 15:14
Io invece ho trovato questo pezzo sulle origini proprio dell'amministrazione mussulmana ;)

Dal 640 il califfo Omar dovette escogitare un sistema di gestione di questo ciclopico impero che si andava creando. Anzitutto, trattò l'Impero come un grosso fondo dato in fiducia alla comunità islamica, con il califfo come amministratore. Certo, nelle province dove la resistenza anti-araba era ancora forte (nel Khorasan e in Persia), oppure dove c'era stata una guerra d'annessione (in Egitto e in Siria), il potere del Califfo era più discusso che, ad esempio, in Iraq, che si era arreso incondizionatamente agli Arabi a seguito del tracollo persiano.
Intanto, il califfato incamerò i beni demaniali e dei nemici dello Stato arabo, mentre tutti gli altri proprietari rimasero nei loro fondi. Le nuove terre demaniali arabe furono concesse a contadini della Penisola Araba con un contratto d'affitto, il qatīʿ. I coltivatori di religione musulmana pagarono, dopo alcune diatribe, una tassa molto inferiore sulle terre, la usr. La maggior parte delle tasse, insomma, erano pagate dai non arabi e dai non musulmani. Le tasse citate dai testi erano la gizya e il kharāǧ. La prima era il testatico sui non musulmani, la seconda era la tassa di proprietà dei terreni. Chi pagava la gizya era un dhimmi, cioè "membro delle religioni tollerate dalla legge".

Interessante vero? Purtroppo dopo continua a parlare dell'espansione, senza più citare l'amministrazione
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