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civiltà antidiluviane -queste sconosciute-

Ultimo Aggiornamento: 18/12/2011 18:19
17/12/2011 18:27
 
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Scudiero

i vostri sono interventi dotti e che ho dovuto rileggere alcune volte per comprenderli bene ma in effetti non sono neanche sicuro di averli afferrati pienamente, prenderò due vostre affermazioni per non perdermi nelle divagazioni

"il tempo è la sequenzialità di eventi" , si sotto l'aspetto formale è una affermazione incontestabile, ma gli eventi galleggiano sul piano del tempo, non ne costituiscono l'essenza, come gli oggetti e le crature occupano lo spazio così gli eventi occupano il tempo ma non ne costituiscono "l'involucro" su cui galleggiano.

"il tempo è anch'esso contestabile" sulla base della teoria della relatività anche lo spazio si deforma come il tempo e questa è la prova della sua incontestabile esistenza e tangibilità, in altre parole il tempo esiste non perchè noi lo misuriamo o perchè è formato da una consequenzialità di eventi che lo riempiono ma parchè agisce come fattore indipendente -anche se legato allo spazio- la sua esistenza ha avuto un inizio ma non sappiamo se avrà una fine se non relazionandolo allo spazio con cui si misura l'universo e la sua estensione.

se non esistessero eventi il tempo esisterebbe lostesso, e come se non esistessero gli oggetti esisterebbe comunque lo spazio, è una pippa mentale che mi affascina [SM=g27963]






17/12/2011 20:59
 
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Principe

in effetti hai ragione, spazio e tempo li possiamo considerare entità che prescindono dalla materia che li "anima" sotto forma di oggetti, che poi interagendo generano gli eventi.
Che uno spazio esista anche se privo privo di oggetti è facile da pensare, più arduo immaginare un tempo senza eventi.

Nell'intervento precedente volevo insinuare la discutibilità non tanto dell'essenza del tempo, quanto del nostro rapporto con esso, basato su una visione delle cose che per noi sarà sempre monca.

Personalmente mi affascina l'idea della continuità del tempo e dello spazio. Un tempo l'uomo credeva che la terra fosse piatta, e su un tale universo bidimensionale chiunque avrebbe definito assurda l'ipotesi per cui, muovendosi in linea retta, un viaggiatore sarebbe tornato al punto di partenza. Per fare il salto di qualità si doveva assumere l'esistenza di una terza dimensione (la curvatura della terra). Analogamente oggi, supponendo di esistere in un universo tridimensionale, definiremmo assurda l'ipotesi per cui, muovendosi in linea retta, un astronauta tornerebbe sulla terra dopo aver attraversato l'universo. Ma la curvatura dello spazio (quarta dimensione) è un'ipotesi plausibile: che lo spazio possa incurvarsi localmente è stato dimostrato già da Einstein e provato con l'eclisse di sole già da un secolo. Dunque se la curvatura dello spazio fosse sferica, ovvero se lo spazio fosse "chiuso", l'ipotesi precedente dell'astronauta sarebbe veritiera.

Se il tempo si comportasse allo stesso modo? Uno spazio "chiuso" potrebbe essere un indizio per ipotizzare l'esistenza di un tempo senza inizio né fine. D'altra parte l'evoluzione stessa dell'universo, di cui scopriamo sempre di più di anno in anno, suggerisce una "ciclicità".

viene voglia di aprire un topic astro-filosofico
:)











17/12/2011 23:53
 
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Principe


il problema del tempo, secondo me, deriva direttamente da ciò che chiamiamo "materia"...

seguite questo mio ragionamento per capire cosa intendo:

la "materia" è, in ultima analisi, ciò di cui possiamo fare esperienza con i sensi a nostra disposizione...

questa materia è in divenire: tutto è in movimento...non esiste la staticità assoluta...anche le cose che a noi sembrano immobili, in realtà cambiano locazione e\o morfologia all'interno di ciò che noi chiamiamo "realtà" che altro non è se non l'insieme di tutta la famosa "materia" di cui parlavo prima...tutta la materià dell'universo costituisce ciò che chiamiamo "realtà"...

La materia non è divisibile a livello fisico, ma lo è a livello concettuale...cioè è possibile isolare una porzione di materia dal resto della materia è dare un identità concettuale a questa porzione...ad esempio, è difficile creare il vuoto assoluto intorno ad una mela, ma posso concettualemente separare la mela da ciò che la circonda...già soltanto il qualificare un oggetto come "mela" significa isolare concettualemte ciò che è "mela" da ciò che non lo è...

detto ciò, per poter individuare univocamente un preciso istante del divenire di una porzione di materia in particolare, sono necessarie due "cordinate": lo spazio e il tempo...

essi sono concetti che non significano nulla se non sono associati alla materia...spazio e tempo sarebbero superflui in una realtà immobile ed uniforme in quanto tutto sarebbe uguale a tutto e il tutto di un istante sarebbe uguale al tutto di un istante successivo...

nella nostra realtà (che invece è in divenire), una locazione spaziale associata ad una locazione temporale individua univocamente un preciso istante (che potremmo anche chiamare fase) del divenire di una particolare porzione di materia...

faccio un esempio pratico: se io dico "La macchina di Franco ha preso fuoco alle 11:00 in via Bislacchi", tramite una connotazioe temporale (le 11:00) ed una connotazione spaziale (via Bislacchi), sono riuscito ad isolare concettualmente una fase specifica del divenire della macchina di Franco...

Perciò, secondo me, spazio e tempo sono due parametri e non due entità a se stanti...sono due parametri che permettono di individuare una fase precisa del divenire di una precisa porzione di materia...

Questo modo inconsio che l'uomo ha per intendere la realtà, entrerebbe in crisi in due casi:

1) se spazio e tempo fossero ciclici: in questo caso ogni fase del divenire di una specifica porzione di materia si manifesterebbe in modo diverso ad ogni cilco..essa verrebbe sempre individuata da una locazione temporale e da una spaziale, ma non sarebbe possibile distinguere quelle di un ciclo da quelle degli altri cicli...cioè: in quale ciclo la macchina di Franco ha preso fuoco alle 11:00 in via Bislacchi?...ci sono infiniti cicli in cui è possibile isolare quella stessa porzione di materia alle 11:00 in via bislacchi...non so se mi spiego...

2) se la realtà non fosse unica, anzi ci fossero infinite realtà...cioè se esistono più realtà parallele o sovrapposte...in questo caso ci chiederemmo: in quale realtà la macchina di franco a preso fuoco alle 11 in via bislacchi?...ci sono infinite realtà in cui è possibile isolalere quella stessa porzione di materia alle 11:00 in via bislacchi






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"Il termine capatosta (letteralmente, "testardi") è il soprannome che identifica i molesi almeno dal Settecento, quando, dopo una lunghissima battaglia legale, riuscirono ad emanciparsi dalla signoria dei Vaaz."

18/12/2011 18:19
 
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Scudiero
Re:
UnequivocalMr.Crow, 17/12/2011 23.53:

il problema del tempo, secondo me, deriva direttamente da ciò che chiamiamo "materia"...

seguite questo mio ragionamento per capire cosa intendo:

la "materia" è, in ultima analisi, ciò di cui possiamo fare esperienza con i sensi a nostra disposizione...

questa materia è in divenire: tutto è in movimento...non esiste la staticità assoluta...anche le cose che a noi sembrano immobili, in realtà cambiano locazione e\o morfologia all'interno di ciò che noi chiamiamo "realtà" che altro non è se non l'insieme di tutta la famosa "materia" di cui parlavo prima...tutta la materià dell'universo costituisce ciò che chiamiamo "realtà"...



La materia non è divisibile a livello fisico, ma lo è a livello concettuale...cioè è possibile isolare una porzione di materia dal resto della materia è dare un identità concettuale a questa porzione...ad esempio, è difficile creare il vuoto assoluto intorno ad una mela, ma posso concettualemente separare la mela da ciò che la circonda...già soltanto il qualificare un oggetto come "mela" significa isolare concettualemte ciò che è "mela" da ciò che non lo è...

detto ciò, per poter individuare univocamente un preciso istante del divenire di una porzione di materia in particolare, sono necessarie due "cordinate": lo spazio e il tempo...

essi sono concetti che non significano nulla se non sono associati alla materia...spazio e tempo sarebbero superflui in una realtà immobile ed uniforme in quanto tutto sarebbe uguale a tutto e il tutto di un istante sarebbe uguale al tutto di un istante successivo...

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R:interessante, ciè vuoi dire che lo spazio e la materia sono contenuto e contenitore alla pari perchè il vuoto assoluto non esiste-anche nello spazio più vuoto girano alcuni atomi di materia e non esiste luogo nello spazio, anche quello più siderale, dove non c'è materia?
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nella nostra realtà (che invece è in divenire), una locazione spaziale associata ad una locazione temporale individua univocamente un preciso istante (che potremmo anche chiamare fase) del divenire di una particolare porzione di materia...

faccio un esempio pratico: se io dico "La macchina di Franco ha preso fuoco alle 11:00 in via Bislacchi", tramite una connotazioe temporale (le 11:00) ed una connotazione spaziale (via Bislacchi), sono riuscito ad isolare concettualmente una fase specifica del divenire della macchina di Franco...

Perciò, secondo me, spazio e tempo sono due parametri e non due entità a se stanti...sono due parametri che permettono di individuare una fase precisa del divenire di una precisa porzione di materia...
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R :La questione "materia" non l'avevo considerata in questi termini, praticamente è molto persuasivo il tuo discorso però c'è da considerare che sembra esistere anche una fantomatica materia oscura-antimateria??- che sembra essere indefinibile
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Questo modo inconsio che l'uomo ha per intendere la realtà, entrerebbe in crisi in due casi:
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R :magari ti rispondo un altra volta per gli altri due punti , perchè vado un poco a giochicchiare [SM=g27963], mi servfe tempo per decifrare le cose apparentemente semplici che dici


[SM=x1140429]

[Modificato da Fulcherio; 18/12/2011 18:21]
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