Medieval 2 Total War
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I cambiamenti politici europei dall'anno 1000 ad oggi

Ultimo Aggiornamento: 19/09/2013 00:03
16/09/2013 00:04
 
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Godetevi questo video dove sono segnati tutti i cambiamenti politici anno per anno dal 1000 dopo cristo ad oggi:
www.liveleak.com/view?i=f54_1337075813#GEYAKrW2A87cbWx6.01
16/09/2013 15:43
 
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Scudiero
[SM=g1546280] [SM=g1546280] [SM=g1546280] [SM=x1140481] [SM=x1140445] [SM=x1140481] [SM=x1140481] [SM=x1140531]

Fichissimoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo

Tremendi i mongoli e hitler!

L'italia si unifica senza che te ne accorgi!

Però
Non me lo sarei goduto senza la musica di inception. Così com'è, metà della bellezza è dovuta a questa musica: voglio una versione rallentata su un'ora totale di filmato. Così com'è non si capisce nulla XD
[Modificato da Seth Heristal 16/09/2013 15:44]



--------------------------------------------------

Quando un popolo, divorato dalla sete di libertà, si trova ad avere dei mescitori che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, allora accade che se i governanti resistono alle richieste dei cittadini sempre più esigenti, sono denunciati come tiranni.
E avviene anche che chi si dimostra disciplinato è definito un uomo senza carattere; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è più rispettato; che il maestro non osa rimproverare gli scolari, e costoro si fanno beffe di lui.
In questo clima di libertà, e nel nome della medesima, non vi è più riguardo nè rispetto per nessuno. In mezzo a tanta licenza, nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia...

PLATONE, IV secolo a.C.

- - - -

Utente di youtube commenta un video di un team coreano femminile di danza:

"TO THE FAPCAVE!"
16/09/2013 15:50
 
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infatti è un pò troppo veloce.però è molto carino come video ;)
16/09/2013 15:56
 
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Da notare che il sud italia rimane praticamente quasi sempre identico sino all'unificazione...

e questo dice tutto...






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"Il termine capatosta (letteralmente, "testardi") è il soprannome che identifica i molesi almeno dal Settecento, quando, dopo una lunghissima battaglia legale, riuscirono ad emanciparsi dalla signoria dei Vaaz."

16/09/2013 18:43
 
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beh, è quasi sempre rimasto un blocco unico passato da un dominatore all'altro, e per certi aspetti le cose non sono cambiate


"Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

http://www.youtube.com/watch?v=_M3dpL4nj3Q
https://www.youtube.com/watch?v=QcvjoWOwnn4
16/09/2013 19:21
 
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Re:
andry18, 16/09/2013 18:43:

beh, è quasi sempre rimasto un blocco unico passato da un dominatore all'altro, e per certi aspetti le cose non sono cambiate




Sul fatto che sia quasi sempre rimasto un blocco unico sono daccordissimo (infatti era proprio ciò che volevo far notare con messaggio precedente). E l'ho fatto sopratutto per far presente che il sud ha avuto sempre, nel corso della storia, una fortissima identità nazionale nata nel periodo normanno-svevo, al contrario del nord, completamente diviso in staterelli spesso in conflitto fra loro e che non ha mai avuto un'unica identità nazionale come alcuni ignoranti vogliono farci credere oggi.

Però, io personalmente, non userei la parola "dominatore" dato che il sud, escludendo la parentesi del vicereame spagnolo e "l'unificazione" italiana, è sempre stato governato da sovrani che non lo hanno trattato come "colonia" o come possedimento straniero, ma come "patria" o comunque come territorio di parì dignità rispetto alla loro patria d'origine. A tal proposito basta pensare ai normanni oppure a Federico II che ha trattato magnificamente il sud, molto più di quanto non abbiano fatto i savoia che lo hanno solo spogliato e depredato come avviene in una qualsiasi conquista coloniale.

Perciò, a mio avviso, sarebbe più consono utilizzare la parola "sovrano" più che "dominatore" che ha una certa accezione negativa e probabilmente andrebbe utilizzata solo nel caso del vicereame spagnolo (forse, non ne sono neppure tanto sicuro) e nel caso dei savoia (qui ne sono certo).

Purtroppo la forte identità nazionale del sud italia è stata completamente distrutta in seguito all'unificazione d'italia. E tutto ciò tramite una consistente opera di indottrinamento forzato (che persiste anche oggi) che ha fatto credere agli stessi meridionali che fino al giorno prima vivevano come dei primitivi e che i savoia ci hanno salvato e civilizzato almeno un po.






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"Il termine capatosta (letteralmente, "testardi") è il soprannome che identifica i molesi almeno dal Settecento, quando, dopo una lunghissima battaglia legale, riuscirono ad emanciparsi dalla signoria dei Vaaz."

16/09/2013 19:47
 
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Una cosa che mi ha sempre lasciato perplesso è il tracollo, principalmemte economico, che caratterizza da un certo periodo della storia il meridione, tracollo anche abbastanza rapido: all' apice del suo splendore il regno delle due Sicilie era probabilmente il "luogo" più bello, ricco e culturalmente sviluppato dell' Europa, forse del mondo.. Sto parlando dell' epoca di Federico II, che fu veramente un grande, forse il primo che provò a creare un vero regno d' Italia...ma fallì miseramemte. (ma ve lo immaginate voi, nel 1250, un regno d' Italia con a capo lo Stupor mundi o i suoi figli?! probabilmente Cola di Rienzo, cento anni dopo, non sarebbe atato tanto nostalgico della Roma antica...) Io credo che questo tracollo sia iniziato proprio con l' avvento degli Angiò e si sia aggravato con gli Aragonesi...I Borbone poi non riuscirono ad invertire la tendenza. Quando arrivò Garibaldi, quello del Sud era un Regno povero, con pochissime industre. (anche se le sue finanze pare fossero abbastanza in ordine, ma ci credo, la "spesa produttiva" era una voce assente dal bilancio...)

Forse l' assenza di un sovrano forte impedì il formarsi di un ordinamento statale degno di questo nome, col conseguente proliferare di piccole e medie signorie, che tutti sappiamo cosa sarebbero diventate. La storia del Sud è la storia di una grande occasione mancata...per ora!
16/09/2013 19:56
 
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beh insomma, non intendevo necessariamente colonia (accezione negativa), ma di certo tutto quest'amore verso il sud nei secoli passati da parte dei regnanti stranieri non credo ci sia stata, una delle poche eccezioni è federico II, il cui caso è addirittura controcorrente


"Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

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Re:
Francesco Forel, 16/09/2013 19:47:

Quando arrivò Garibaldi, quello del Sud era un Regno povero, con pochissime industre.




Questo è falso. Terribilmente falso. E' la versione sventagliata dal quel famoso indottrinamento culturale a cui facevo riferimento prima.






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apparte alcuni casi il sud è stato quasi sempre dominato e spremuto, le molte rivolte lo testimoniano.
Ai tempi di garibaldi il sud era ricco, a napoli c'era una fiorente industria, la produzione agricola era notevole per quei tempi, le flotte commerciali esportavano moltissimo e le casse del regno erano piene.
Allo stesso tempo però la ricchezza era in mano a pochi, le industrie erano decisamente protette dallo stato (ecco perchè quando la protezione è stata tolta sono andate in crisi), nel entroterra c'erano poche infrastrutture (quasi tutti i commerci avvenivano via nave) e di conseguenza era poco sviluppato (economicamente parlando), l'esercito non era adeguato ai tempi (non parlo solo di armamento, che in alcuni reparti era al passo e in altri no, ma soprattutto d'organizzazione), quindi possiamo dire che c'era un economia ricca, ma fragile, e quando ha cambiato padrone l'equilibrio presente è andato a farsi friggere in pochi anni (chiaramente i savoia privilegiavano le loro aziende e i loro porti, dove avevano un potere più forte).




"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
16/09/2013 20:40
 
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Beh, contestualiziamo un po': diciamo che era più povero di altre zone d' Italia, come il Piemonte, la Lombardia o Il Grandicato di Toscana. Io per povero non intendo che i suoi abitanti fossero mediamente molto più poveri di quelli di altre regioni, ma che non vi si era sviluppata una classe media come quella presente in altre zone...una borghesia capace di dar vita ad un sistema industriale, che nel Sud era ancora allo stato embrionale...ecco, forse più che arretrato dal punto di vista economico, lo era da un punto di vista sociale, proprio per la mancanza di tale classe media. Almeno questo è ciò che ho letto, soprattutto sulla Storia d' Italia di Montanelli, del cui punto di vista mi fido molto
16/09/2013 22:37
 
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In effetti c' è da dire che ultimamente sono stati condotti degli studi che hanno dimostrato come Il Regno delle due Sicilie non fosse poi così arretrato...È certo che il divario, che esisteva già prima dell' unità, si è enormemente allargato dopo il 1861. Il perchè, non sono in grado di dirlo.
17/09/2013 00:18
 
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Il divario di cui parli non esisteva prima dell'unità.

In tutti gli stati del mondo c'era sia il ricco che il pezzente e i ceti medi non erano mai sviluppati come quelli di oggi...in nessuno stato.

Nessuno qui sta dicendo che il regno borbonico era l'esempio di utopia statale dell'ottocento perchè come tutti gli stati aveva i suoi difetti e le sua fascia di popolazione povera (come tutti gli stati dell'ottocento). Io sto solo affermando che è una stupidaggine la presunta "arretratezza" meridionale: i veri stati indebitati erano quelli del nord italia, fra i quali il piemonte che aveva un disperato bisogno di rimpinguare le casse statali...e non di certo perchè investiva grossi capitali in opere pubbliche...ma perchè doveva pagare un casino di indennità imposte dagli austriaci dopo la prima guerra d'indipendenza.

Il divario fra nord e sud è nato dopo l'unità, nel momento in cui i savoia hanno deciso di prosciugare la ricchezza del meridione.

E l'esercito del regno delle due sicilie non era assolutamente arretrato, è una stupidaggine: possedeve la terza flotta in europa a livello di importanza!

Il settore siderurgico era sviluppatissimo: al momento dell'unificazione, il Regno delle Due Sicilie possedeva lo stabilimento siderurgico maggiore dell'intero suolo italiano, ovvero l'opificio di Petrarsa.

Spero almeno che fra voi non ci sia ancora qualcuno stupidamente convinto che mille persone siano in grado da sole di conquistare un isola di più di 25.000 km^2...perchè altrimenti è veramente sconcertante...significherebbe che a scuola vi hanno fatto proprio il lavaggio del cervello completo...






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17/09/2013 00:37
 
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Ciò che dici è vero(riguardo ad alcune industrie meridionali...ad esempio la tassazione al sud era molto più bassa rispetto al centro-nord), però non credo che la neonata monarchia italiana abbia deliberatamente scelto di prosciugare il sud delle sue ricchezze...credo invece che l' economia del regno borbonico, essendo stata sorretta in precedenza tramite misure protezioniste, non abbia saputo reggere il colpo...ma tutto ciò è stato un effetto collaterale. Quello che voglio dire è che non sarebbe stato conveniente nemmeno per i Savoia depredare un' intera regione d' Italia per arricchirne un' altra...forse sono io ad essere troppo ingenuo :-) Ma non potrebbe essere che prima dell' unità il divario esistesse ma non fosse evidente, in quanto le industrie meridionali erano aiutate da politiche protezioniste, mentre in seguito all' unità tali nodi siano venuti al pettine? Mi sembra più semplice.
[Modificato da Francesco Forel 17/09/2013 00:38]
17/09/2013 12:02
 
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No no Forel, fidati, i Savoia non hanno fatto altro che togliere al sud per dare al nord. Dai Savoia il sud non ha ricevuto altro che tasse, tasse e ancora tasse, tutte volte, come diceva giustamente crow, al rimpinguamento delle casse statali del regno del piemonte che era profondamente indebitato, e non gliene fregava nulla di impoverire una regione del loro regno, perchè il sud è stato considerato una colonia a tutti gli effetti.
E, parliamoci chiaro, se non fosse stato per gli inglesi, Garibaldi non sarebbe mai nemmeno riuscito ad avvicinarsi alla Sicilia, figuriamoci a sbarcare.


17/09/2013 12:44
 
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Le due sicilie avevano la terza flotta commerciale al mondo, non militare, le due cose sono ben differenti, difatti i potenti e i borghesi erano molto ricchi, militarmente invece basta vedere l'acquisto di armamenti fatta nel corso degli ultimi 50 di regno (ci sono i dati ufficiali d'acquisto di fucili, artigleria e altre armi da fuoco), solo una piccola parte del esercito era al passo coi tempi, il resto aveva armi di 30/40 anni prima, e in un periodo in cui l'evoluzione tecnica degli armamenti si era sviluppato tantissimo e in breve tempo, la cosa contava, per non parlare del organizzazione, con questo non dico che garibaldi ha vinto la guerra da solo, è stato aiutato dagli inglesi in più si è dimostrato un abile politico, ha praticamente comprato molti dei potenti del regno che difatti sono rimasti al loro posto dopo la guerra.




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17/09/2013 14:40
 
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Mah, io sono dell' opinione (non posso avere niente di più certo di un' opinione, visto che sul periodo storico non sono molto ferrato) che l' impoverimento del Sud (sicuramente accentuatosi dopo l' Unità, su questo siamo tutti d' accordo) sia stato causato da ragioni "macroeconomiche", non politiche...dopotutto se è vero che la tassazione fu alzata (come lo fu in tutto il regno) è anche vero che nel corso del tempo furono impiegate molte risorse per cercare di appianare questa differenza...

Su una cosa possiamo convenire: che questa situazione di rovina del mezzogiorno a qualcuno ha giovato, e non solo ( e non tanto) ai Savoia... :-(
17/09/2013 14:52
 
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oltre agli inglesi, anche i malumori del popolo siciliano nei confronti della corte, troppo "napoletanocentrica" per i loro gusti, ha avuto un ruolo da non sottovalutare
le eccellenze del regno delle due sicilie erano importanti, ma decisamente poco sviluppate. esemplare la ferrovia, primato teoricamente importantissimo del regno, ma de facto limitata a qualche decina di km, più per scena che per altro

il fattore più importante da prendere in considerazione cmq è l'aspetto economico. effettivamente la classe media era meno sviluppata, e gran parte delle industrie erano in mano regia. ciò implica che bastava uno stravolgimento a livello politico, come effettivamente ci fu, per mandarle in grave crisi, specialmente se poi il nuovo sovrano non reputava cost effective la spesa che queste richiedevano per poter produrre al massimo delle loro capacità (esempio citato da crow le officine di pietrarsa, affittate a privati con drastica riduzione delle capacità, e poi riacquisita dallo stato solo dopo parecchi anni di onorata carriera. è una delle poche aziende che ce l'hanno fatta, ma la maggior parte non ne fu capace)


"Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

http://www.youtube.com/watch?v=_M3dpL4nj3Q
https://www.youtube.com/watch?v=QcvjoWOwnn4
17/09/2013 17:31
 
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Omm se nasc...Brigante se more
Di certo i Borbone hanno avuto i loro difetti e molteplici esempi di cattiva amministrazione nella secolare storia della loro casata nelle terre meridionali della penisola...ma nessuno potrà togliere dai documenti i risultati raggiunti in meno di un secolo di amministrazione che definire illuminata è a mio parer dir poco...qualche esempio lo si può trovare in questo sito www.ilportaledelsud.org/primati.htm...poi ricercare attentamente cosa ha significato il brigantaggio o i dati sull'emigrazione prima e dopo il 1860 dovrebbero essere cose dovute per chiunque voglia avere la mente aperta su questo paese...
Chiamatela unità d'italieletta se volete...ma ricordate che dovreste leggerla come mafia, massacro, corruzione, emigrazione, guerra civile, povertà, trasferimento di risorse economiche e di intere industrie e interessi extra nazionali (non sono stati gli USA i primi ad interessarsi di equilibri geo politici e sopratutto di risorse energetiche altrui)...
Comunque il video è interessante anche se alcuni anni fa vidi lo stesso video ma con gli anni riportati in alto a destra e sopratutto andava più piano per la gioia dei miei occhi ;)...
17/09/2013 17:46
 
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La mafia non nasce con l' Unità. La mafia nasce con il trasferimento "forzoso" dell' aristocrazia terriera a corte, processo che si registra in tutte le monarchie assolutiste, di cui i Borbone non rappresentano un' eccezione. Questi aristocratici si trovano a dover affittare i loro terreni a terzi; terzi che, al contrario dei nobili, a cui delle rendite dei terreni interessava il giuso, erano molto attenti a spremere ben bene i poveri contadinotti...in altre parti d' Italia succede il contrario e si diffonde ad esempio la mezzadria, dove il coltivatore e il propretario si spartiscono l' utile senza intermediari.

Questa non è l' unica causa del fenomemo mafioso, ma è una delle tante. Ma dare la colpa dell' esistenza della mafia ai Savoia...semplicemente non mi convince, nè mi sembra l' atteggiamemto giusto.

EDIT: il primo documento in cui compare la descrizione di una cosca è del 1837
[Modificato da Francesco Forel 17/09/2013 17:54]
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