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Ultimo Aggiornamento: 08/04/2009 18:11
04/04/2009 18:15
 
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Antoine Busnois (anche Busnoys) (Béthune, 1430 – 6 novembre 1492) è stato un compositore e poeta francese, appartenente alla Scuola di Borgogna del primo rinascimento. Famoso come compositore di musica sacra, come mottetti, egli fu anche uno dei più rinomati compositori di chanson profane del XV secolo. Egli fu anche la figura preminente della tarda Scuola di Borgogna dopo la morte di Guillaume Dufay.

Giovanni Gaggini (Bissone, 1430 circa – Mendrisio, 1517) è stato uno scultore, architetto marmista svizzero. Figlio dello scultore Beltrame, dopo una precoce formazione forse sul cantiere della Certosa di Pavia, segue il padre a Genova e nel 1448 fornisce i marmi per la cappella del Battista nel Duomo di Genova, opera dei suoi congiunti Domenico Gagini ed Elia Gaggini. Nel 1450 edifica con Giorgio Lancia e Pietro della Motta la chiesa di San Michele Arcangelo a Pigna (IM); nel 1451 a Pietrasanta si accorda con Giovanni Riccomanno per la fornitura dei marmi e l'esecuzione del portale di sagrestia per la Chiesa di Santa Maria di Castello del grande convento domenicano genovese.
Nel 1457 in piazza San Matteo realizza il portale del palazzo di Giorgio Doria (Doria Quartara) il cui contratto richiama la sua precedente attività edilizia nel vicino palazzo di Benedetto Doria fu Paolo (in particolare la colonna a due rocchi, molto bella, da prendere a modello), e forse anche il portale del palazzo di Brancaleone Grillo (ora palazzo Serra) indicato come altro modello; qui la fronte esterna del palazzo reca una cornice di archetti acuti con decorazioni a rosoncini e a grossi fiori che fascia la facciata e i fianchi all'altezza del primo piano; sulla cornice corre una bella cordonatura grassa e molto aggettante; nel 1465 fornisce il disegno e i marmi per la cappella Fieschi nella cattedrale di San Lorenzo (in gran parte distrutta. rimane solo l'arco di coronamento, addossato alla Cappella De Marini).
Verso il 1470 sono databili i due portali dalla Certosa di Rivarolo, oggi al Victoria and Albert Museum di Londra (attribuzione dubbia). Dal 1486 al 1488 scolpisce due rilievi, uno per il Palazzo della Ragione di Lerici e l'altro per il forte di Bastia in Corsica. Dal 1488 al 1490 edifica la cappella di San Leonardo nella Chiesa di Santa Maria delle Vigne e la cappella (distrutta) nella Chiesa di Santa Maria della Consolazione allo Zerbino a Genova; nel 1495 scolpisce una balaustra per la chiesa di Nostra Signora di Caprafico presso Nervi.
Molti cortili ed atrii di palazzi genovesi hanno molte affinità con la sua arte costruttiva: le originali volte ad ombrello a molti spicchi convergenti verso un rosone scolpito e lavorato. Nel 1506 commercia in marmi e nel 1517 muore a Mendrisio.


Joos van Wassenhove (noto anche in fiam. come Jodochus van Ghent, in ital. come Giusto di Gand o da Guanto e lat. come Justus; ca 1430 – ca 1480) fu un pittore fiammingo del quale si ignorano sia luogo e che data esatta di nascita. Parimenti vaghe sono le notizie circa la formazione e le prime attività.
Nel 1460 entrò nella gilda di Anversa e dal 1464 al 1469 è certo che abbia lavorato come libero maestro a Gand.
Tra il 1471 ed il 1472 si trasferì in Italia, dapprima soffermandosi a Roma poi, su invito di Federico da Montefeltro, si spostò presso la corte di Urbino, dove risulta presente fino all’ottobre 1475 e dove poté entrare in contatto con l'opera di Piero della Francesca e di Melozzo da Forlì.
Sono sicuramente anteriori al suo soggiorno in Italia, l’Adorazione dei Magi (1464 – 1470 circa), conservato al Metropolitan Museum di New York, ed il Trittico di San Bavone a Gand (1465 circa), costituito dalla Crocifissione al centro e nei pannelli laterali da due scene bibliche, il Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia e il Serpente di bronzo. Da ambedue i dipinti già scaturisce una personalità matura, il cui linguaggio rivela una certa famigliarità e varie analogie con l’arte di Rogier Van der Weyden e di Dieric Bouts.



William Horwood (1430 ca. – 1484 ca.) è stato un compositore inglese.
Di lui e delle sue composizioni si hanno pochissime notizie. Si sa che era un compositore di canti polifonici e che nel 1470 cantava alla Cattedrale di Lincoln. Nel 1476 divenne vicedirettore del coro, di cui fu direttore dal 1477 al 1484.
Delle sue composizioni ne sono pervenute quattro, di cui tre complete ed una incompleta nell'Eton Choirbook. Un'ulteriore composizione incompleta è contenuta in un manoscritto conservato a York.
Il suo Magnificat secundi toni a 5 è estremamente somigliante a quella del suo quasi contemporaneo Josquin des Prez, al punto che ad un primo ascolto può essere attribuito proprio a Des Prez.



Christine de Pizan, o anche Christine de Pisan (Venezia, 1362 – Monastero di Poissy, c. 1431), è stata una scrittrice francese a cavallo tra il XIV e XV secolo.
Poetessa, filosofa, autrice di numerosi scritti, è nota soprattutto per il suo libretto intitolato La Città delle Dame (Livre de la Cité des Dames), scritto in pochi mesi tra il 1404 e il 1405, e viene riconosciuta come la prima scrittrice europea di professione, che trae spunto dalla sua esperienza di vita e non da una tradizione religiosa o mitologica.
Per la vita e i temi trattati nelle sue opere, in cui combatte strenuamente la imperante misoginia, è spesso stata considerata una antesignana del femminismo. Nella Città delle Dame per esempio la protagonista esclama ad un certo punto con voluta ironia: "Ahimè, mio Dio, perché non mi hai fatto nascere maschio? Tutte le mie capacità sarebbero state al tuo servizio, non mi sbaglierei in nulla e sarei perfetta in tutto, come gli uomini dicono di essere..."


Hans Memling (Seligenstadt, ca. 1435 – Bruges, 11 agosto 1494) fu un pittore tedesco di formazione fiamminga.
Nei pressi di Aschaffenburg, in Baviera, si trova ancora oggi la cittadina di Mömlingen, dal quale si pensa sia derivato il cognome della famiglia Memling: non lontano di lì, a Seligenstadt, in un anno imprecisato, ma vicino al 1435, nacque Hans Memling, figlio di Hermann. [1]
Fino al suo trasferimento nelle Fiandre, nessun documento attesta vicende della sua vita, ma la sua approfondita conoscenza del trittico del Giudizio Universale del pittore tedesco Stephan Lochner, a Colonia, e l'esser stato indicato come proveniente da Magonza nell'atto di morte redatto dal notaio Rombouts de Doppere [2] rende certa la sua permanenza in queste due città negli anni precedenti il 1460.
Analoghi motivi stilistici, che evidenziano la stretta dipendenza delle sue opere giovanili dalla pittura di Rogier van der Weyden, lo fanno ritenere allievo [3] di quest'ultimo, a Bruxelles, nei primi anni Sessanta, fino al suo trasferimento a Bruges dopo la morte del suo maestro avvenuta nel 1464, e il conseguimento della cittadinanza della città fiamminga il 30 gennaio 1465.


Regiomontano - pseudonimo di Johannes Müller da Königsberg - (Unfinden, 6 giugno 1436 – Roma, 6 luglio 1476) è stato un matematico, astronomo e astrologo tedesco.
Quello che ora consideriamo il suo cognome, Müller, gli proviene dall'essere figlio di un mugnaio. Unfinden, il villaggio della Bassa Franconia dove nacque, si trova nei pressi della cittadina di Königsberg, (da non confondere con la più famosa città di Königsberg (oggi Kaliningrad), nella Prussia Orientale, né con Königsberg nella regione della Neumark (ora in polacco Chojna)).
Egli fu quindi chiamato Johannes Müller, der Königsberger; inoltre egli, secondo l'usanza del tempo, si fece chiamare con il corrispondente latinizzato Joannes de Regio monte, pseudonimo che fu semplificato in Regiomontanus; quando visse in Italia fu chiamato Regiomontano. Ai suoi tempi era piuttosto usuale che gli studiosi latinizzassero i loro nomi quando pubblicavano le proprie opere.


Isaac Abrabanel, o Abravanel o Abarbanel (in ebraico יצחק בן יהודה אברבנאל; Lisbona, 1437 – Venezia, 1508), è stato un politico, filosofo, rabbino e commentatore biblico portoghese.
Abrabanel fu allievo di Joseph Hayim ben Shem Tov, rabbino di Lisbona, e studiò filosofia nella scuola Yeshiva di Isaac Aboab. Già a ventanni scrisse sugli elementi primi della natura, su questioni religiose, sui profeti; anche la sua abilità politica era ben nota, se il re Alfonso V di Portogallo lo chiamò ad assumere le funzioni di consigliere e di tesoriere.
Non cessò di aiutare i propri correligionari: in una lettera indirizzata all’amico banchiere Yehiel, da Pisa, racconta come, alla conquista moresca della città di Azrilla, in Marocco, quando gli abitanti furono fatti schiavi, impiegò una buona parte delle sue ricchezze per ottenere la liberazione degli ebrei, facendoli accogliere in Portogallo.
Dopo la morte di re Alfonso dovette lasciare le sue cariche nel 1483, accusato dal nuovo re Giovanni II di connivenza col Duca di Braganza, giustiziato con l’accusa di tradimento. Abrabanel, avvertito in tempo, fuggì in Castiglia: condannato a morte in contumacia, gli furono confiscati i beni ma la sua famiglia riuscì a raggiungerlo a Toledo, dove egli si occupò di studi biblici, elaborando in sei mesi un ampio commento su libri di Giosuè, dei Giudici e di Samuele.
Notato anche in Castiglia per le sue capacità, entrò al servizio dei re cattolici. Mentre le forze armate spagnole erano impegnate in una logorante guerra contro il regno arabo di Grenada, Abrabanel si occupò efficientemente, con l’amico Abraham Senior, dell’approvvigionamento dell’esercito.
Nel corso della guerra Abrabanel anticipò somme notevoli di denaro al governo e quando, dopo la conquista spagnola di Grenada, fu decretata l’espulsione degli Ebrei dalla Spagna, egli fece il possibile per ottenere la revoca dell’editto, offrendo invano 30.000 ducati.
Ferdinando II d'Aragona e Isabella di Castiglia avrebbero fatto un'eccezione per Abrabanel, permettendogli di rimanere in Spagna, giovandosi così dei suoi servizi, ma egli preferì lasciare la Spagna raggiungendo Napoli, dove entrò rapidamente al servizio del re; lasciò Napoli quando la città partenopea fu conquistata dai Francesi di Carlo VIII, per seguire re Ferdinando II, prima a Messina, poi a Corfù e nel 1496 a Monopoli; alla fine, nel 1503, si ritirò a Venezia, dove cercò di far stipulare un trattato commerciale tra la Repubblica veneta e il Portogallo che però non andò a buon fine. Morì a Venezia nel 1508 e fu sepolto a Padova.
Due dei suoi tre figli ebbero notevole fama: Samuele, un talmudista e Giuda, più conosciuto in Italia col nome di Leone Ebreo.


Fernando Gallego (Salamanca, 1440 – Salamanca, 1507) è stato un pittore spagnolo di scuola ispano-fiamminga, tra i più grandi esponenti dell'arte spagnola del XV secolo. I pochi dati certi riferiscono che Gallego nacque nella città di Salamanca intorno al 1440, sebbene non si abbiano notizie precise sul luogo e sul giorno e mese di nascita.
Per la sua formazione artistica, visibilmente a contatto con i maggiori artisti del secolo, si è ipotizzato un suo viaggio nelle Fiandre, scartato del tutto da alcuni studiosi che hanno fatto derivare la sua influenza dalla pittura fiamminga dalle opere che allora circolavano tra Spagna e Paesi Bassi.
L'artista viene menzionato per la prima volta in un documento, in cui risulta al lavoro nella cattedrale di Plasencia (Cáceres) insieme ad un pittore sconosciuto, Juan Felipe. Purtroppo di queste opere non rimane alcuna traccia. A partire dal 1573, Gallego si ritrova travolto dalle commissioni della città di Coria, per la cui cattedrale eseguì ben sei retabli, anch'essi perduti.
Nel 1486, acquistò una casa a Ciudad Rodrigo, presso Salamanca, nelle vicinanze della cattedrale, mettendosi all'opera nella realizzazione di un retablo per l'edificio. Negli anni seguenti, Gallego viene ricordato come autore del polittico di Santa Caterina (1500 circa), benché il documento lo citi come "Francisco" e non come Fernando. L'equivoco, che potrebbe essere frutto di un errore storico, ha fatto addirittura sospettare l'esistenza di un Francisco Gallego, figlio del ben più noto Fernando.
L'ultima menzione di Gallego risale al 27 luglio 1507; in un documento egli è citato come creditore di una somma di 14000 maravedis per un sua opera nell'Università di Salamanca. All'epoca l'artista doveva aver settant'anni, età molto invidiata per il suo tempo, il che ha ipotizzare agli studiosi un decesso non molto lontano da questa data, avvenuto probabilmente verso la fine dello stesso anno.


Hugo van der Goes (Gand, circa 1440 – Auderghem presso Bruxelles, 1482) fu un pittore fiammingo. La note biografiche relative alla sua prima infanzia sono scarsissime, difatti le uniche documentazioni conservate, peraltro non completamente attendibili, gli attribuiscono la nascita nella città di Gand, anche se sembra certa l'origine olandese della sua famiglia. [1]
Le fonti registrano che nel 1467 fu iscritto alla gilda dei pittori di Gand come Maestro, sotto garanzia di Giusto di Gand (Joost van Wassenhoven). Godeva evidentemente di grande rispetto, poiché su sua mozione vennero accolti nella gilda almeno altri tre pittori. Nel 1468 lavorò alla decorazione della torre di Bruges, in occasione del matrimonio di Carlo il Temerario e Margherita di York. Fu inoltre decano della gilda dal 1473–4 al 18 agosto 1475. Venne spesso impiegato dal governo della città come pittore di gonfaloni, stendardi ed altre pitture di carattere temporaneo necessarie alle cerimonie dell'epoca.
Nel 1477 si ritirò come fratello laico presso il monastero Roode Kloster (croce Rossa) a Bruxelles, dove continuò a dipingere. Nel 1480 fu convocato dalla città di Leuven, per completare l'opera di Dieric Bouts Justice Scenes, lasciata incompiuta dal suo collega, deceduto nel 1475. In seguito rientrò nel monastero, dove però fu colpito da una grave malattia mentale. Morì nel 1482 dopo anni di alternanza fra lucidità e follia.


Jorge Manrique (Paredes de Nava, 1440 – Santa María del Campo, 1479) è stato un poeta spagnolo, generalmente considerato il massimo autore in lingua castigliana di età medievale. Nacque nel seno di una famiglia appartenente all'alta nobiltà castigliana. Suo padre, Rodrigo Manrique, conte di Paredes de Nava, era imparentato con la famiglia reale dei Trastamara, mentre sua madre, Mencía de Figueroa, era cugina di Iñigo López de Mendoza, marchese di Santillana, fra i più celebri uomini di lettere del suo tempo. Ricevette una formazione castrense e, appena sedicenne, entrò nell'Ordine di Santiago, ottenendo la commenda di Montizón. Nel 1470 si unì in matrimonio con donna Guiomar de Castañeda, figlia del conte di Fuensalida e sorella della seconda moglie di suo padre, da cui ebbe due figli.
Negli anni settanta del Quattrocento scoppiò in Spagna una vera e propria guerra di successione fra Giovanna di Aragona e Castiglia, sostenuta da suo marito Alfonso V di Portogallo da una parte, e Isabella di Castiglia e Ferdinando II d'Aragona dall'altra. Jorge Manrique appoggiò la causa di questi ultimi e partecipò attivamente ad alcuni memorabili fatti d'armi, prima a fianco del padre, poi, alla sua morte (1476), da solo (fra cui gli assedi di Chinchilla e di Alcorcón). Nel 1479 perse la vita a seguito di una ferita riportata nel tentativo di impadronirsi del castello di Garcimuñoz. Aveva solo trentanove anni.


Nicolas Chuquet (Parigi, 1445 – Lione, 1488) è stato un matematico francese, noto per aver scritto uno dei primi testi di aritmetica e algebra..


Veit Stoss (Horb am Neckar, 1447 – Norimberga, 1533) è stato uno scultore, pittore e incisore tedesco.
Le prime tracce della sua attività sono reperibili a Cracovia dove si recò nel 1477 per scolpire l'altare maggiore ligneo della Basilica di Santa Maria (Cracovia).
Il suo nome, che solo nel XIX° secolo fu adottato nella versione attuale, negli atti del suo tempo ha varie forme (Stosz, Schtoss, Stwoss, Stwosz, Stosche, Stoss per il cognome e Vit, Fit, Vitus, Veit e Veidt per il nome).
Poco si sa di lui prima dell'arrivo a Cracovia; è presumibile che durante i suoi viaggi sia giunto fino ai paesi dell' Alto Reno e in quelli del Danubio, forse da Strasburgo fino a Vienna, il che spiegherebbe gli influssi, in lui reperibili, dello scultore olandese Nicola da Leida che, tra il 1462 e il 1472, operò appunto nei paesi renani e in Austria.
A Cracovia fece fortuna e fu più volte mastro del corpo di mestiere. La sua opera più famosa è l'altare della Basilica, alto più di 13 metri, cominciato nel maggio del 1477 e terminato, con la collaborazione, dal 1483, del pittore Lukasz, nel luglio del 1489, dopo una breve interruzione (1485) e una più lunga (1486-1488) per un viaggio a Breslavia e a Norimberga.
Stoss rimase a Cracovia fino al 1496, facendo lavori in pietra e marmo, tra i quali di rilievo sono la tomba in marmo rosso di re Casimiro IV nella Cattedrale di Wawel (firmata Eit Stvos, nel 1492) e i monumenti dei vescovi Zbigniew Olesnicki, nella Cattedrale di Gniezno, e Piotr de Bnin, nella Cattedrale di Wloclaweck, nel 1493.
Tornato a Norimberga, il suo stile, ancora drammatico e nervoso nei tre rilievi di San Sebaldo, del 1499, via via si addolcisce, come si vede dalla Madonna (Museo germanico di Norimberga); e dal San Rocco (Chiesa della Santissima Annunziata di Firenze).
Vittima delle speculazioni di credito di un finanziere, finì sul lastrico e per aver falsificato una cambiale fu marchiato sulle guance . Il rovescio economico e la vergogna subita influirono sulla sua psiche e sulla sua produzione, che solo nel 1518 tornò ad effetti sereni ed alta qualità nel gruppo dell' Engelgrüss (saluto dell'Angelo, o Annunciazione) che pende dalle volte della Chiesa di San Lorenzo (Norimberga). Nel 1523 eseguì un grande altare, oggi in una chiesa di Bamberga in cui si nota qualche influsso düreriano. Lavorò forse fino al 1530, lasciando anche 10 incisioni e mediocri pitture su altare a Münnerstadt e a Füssen.
Stoss esercitò notevole influenza in Polonia, Slesia, Austria, Ungheria, Transilvania e Germania. Dei suoi 13 figli, avuti da due mogli, Stanislaw Stoss fu scultore in legno a Cracovia, Florian Stoss fu orafo a Zgorzelec, Jan Stoss fu pittore e scultore in Transilvania e Marcin Stoss fu orafo operante in varie città.



Marinus Barletius, o Barleti (Skutari, 1450 – Roma, 1513), è stato uno scrittore e religioso albanese, ecclesiastico di Scodra.
Fu autore della Historia de vita et gestis Scanderbegi, Epirotarum principis, Roma, 1508-10, una biografia di Scanderbeg Holberg, eroe culturale albanese assimilato a san Giorgio; la figura di Scanderbeg appare costruita anch'essa sulle imprese di un personaggio storico, Gjergj Castrioti (1405 - 1468; quasi contemporaneo di Vlad Ţepeş).


Pedro Berruguete (c. 1450 – 1504) è stato un pittore spagnolo.
La sua arte è considerata come uno stile transitorio tra il gotico ed il rinascimento. Fu amico e collaboratore di Melozzo da Forlì.
Nato a Paredes de Nava, Spagna, si trasferì in Italia dopo il 1474 e lavorò alla corte di Federico da Montefeltro a Urbino. Tornò in Spagna nel 1482 dove dipinse in dierse città come Siviglia, Toledo e Ávila.
Fu il padre di un importante scultore, Alonso Berruguete, considerato il maggiore scultore del Rinascimento spagnolo.




Josquin Desprez (trascritto anche Des Prés o Desprès) (incerto, circa 1450 – Condé-sur-l'Escaut, 1521) è stato un compositore fiammingo- francese.
È uno dei più grandi rappresentanti della scuola franco fiamminga, con i contemporanei Heinrich Isaac, Jacob Obrecht e Pierre de La Rue.
Nacque verso il 1450 in Piccardia, dove ne abbiamo le prime notizie. Dopo un primo apprendistato e un periodo di attività non documentato nella zona in cui nacque, ne abbiamo le prime tracce quando fece esperienza nella cappella pontificia di Roma tra il 1486 e il 1499. Dopo alcuni viaggi in Francia, si trasferì per un certo periodo a Ferrara per servire Ercole I d'Este. Per lui scriverà la messa Hercules dux Ferrarie il cui tenor è tratto dalle vocali del nome del committente (è formato cioè dalle note il cui nome contiene tali vocali, tenendo presente che all'epoca la nota do si chiamava ancora ut). Dopo il 1505 si trasferì in Francia, non smettendo comunque di viaggiare. Morì a Condrè-sur-l'Escaut nel 1521.
Autore di una ventina di messe, composte secondo varie tecniche (come la messa su cantus firmus, la messa parafrasi, la messa parodia) e basate anche su musiche profane come la celebre melodia L'homme armé, un centinaio di mottetti, oltre 50 opere vocali profane (chansons e frottole) in francese e italiano, Desprez fu punto di riferimento per tutti i contemporanei e oltre, fino ad essere elogiato anche da Lutero, Palestrina e Orlando di Lasso. La sua importanza è indicata anche dal fatto che lo stampatore Ottaviano Petrucci dedicò alle sue messe ben tre libri nei primi due decenni del XVI secolo. La fama di Josquin fu tale che in molti vollero pubblicare musiche firmate col suo nome per favorirne il successo. Va quindi considerato che una composizione a lui attribuita da una fonte del XVI secolo può non essere sua.
Tra le sue messe, oltre alla Hercules dux Ferrarie e alle due messe L'homme armé, ricordiamo la Missa de beata Virgine e la Missa Pange Lingua, che è probabilmente l'ultima da lui scritta. Anche i contemporanei Antoine Brumel e Isaac scrissero Missae de beata Virgine. Tra i suoi mottetti, il mottetto per il periodo natalizio Praeter rerum seriem a sei voci, il Miserere a cinque voci, Ave Maria, Virgo serena a quattro voci e Tu solus qui facis mirabilia a quattro voci. Come il contemporaneo Pierre de La Rue e altri musicisti fiamminghi, ad esempio Johannes Ockeghem, Josquin utilizzò abbastanza spesso la scrittura in canone.
Per la chiarezza espressiva e per l'equilibrio presente fra il testo e la musica, peraltro sostenuta da felice invenzione melodica e ampia conoscenza del contrappunto, egli può essere considerato come il più rappresentativo musicista del Rinascimento




Juan de Flandes (Gand, 1450 circa – Palencia, 1519) è stato un pittore fiammingo, ma attivo in Spagna dal 1496 fino alla sua morte, rappresentando uno dei maggiori artisti rinascimentali spagnoli.
Si fa appartenere alla scuola di Giusto di Gand e dopo aver girovagato per l'Italia giunge nella penisola iberica dove sarà al servizio di Isabella la Cattolica estimatrice dell'arte fiamminga.
Infatti come aspetto caratterizzante della pittura di de Flandes abbiamo la minuziosa cura dei particolari con studio sulla luminosità ed i colori che creavano immagini molto delicate.
Alla corte della regina di Castiglia esegue un retablo con scene della vita di Cristo ed un polittico composto di quarantasei tavole, ma di cui oggi ne rimangono solamente ventisette (quindici di queste sono conservate nel Palazzo Reale di Madrid). Le dimensione di queste tavole sono molto ridotte circa 20 X 15 cm, quindi questo fatto lo lega molto alle produzioni fiamminghe le quali comunque stupiscono sempre per la loro tecnica miniaturistica.
Alla morte della regina si trasferisce a Palencia dove rimarrà fino alla sua morte, anche se trascorrerà un breve soggiorno nella città di Salamanca dove realizza l' "Altare di San Michele" nella cattedrale vecchia e l'altare maggiore nella cappella universitaria.
Dal momento che nelle Spagna di quel periodo erano permessi dipingere solo immagini sacre e ritratti possiamo comunque vedere da alcune opere di de Flandes i paesaggi castigliani dell'epoca.


Benedetto Gareth, detto il Chariteo (Barcellona, circa 1450 – Napoli, 1514), è stato un poeta, oratore, letterato e musicista spagnolo, di origine catalane.
Nacque a Barcellona nel 1450 e si trasferì a Napoli al seguito di Alfonso I tra il 1467 e il 1468.
Nella città italiana venne a contatto con raffinati poeti come il Sannazaro e il Pontano e dagli accademici pontaniani ebbe il soprannome di Chariteo che vuol dire "figlio delle Grazie" per le sue numerose doti come quelle di oratore, di letterato colto e di musicista.
Nel 1486 fu nominato conservatore del Regio sigillo grande e nel 1495 sostituì il Pontano nella carica di segretario di Stato di Ferdinando II detto il Ferrandino.
Durante l'occupazione di Carlo VIII, che durò dal febbraio al luglio 1495, Ferrandino venne mandato in esilio e il Chariteo lo seguì.
Nel 1501, quando l'attacco di Luigi XII fece cadere la dinastia aragonese, egli lasciò un'altra volta la città di Napoli e si trasferì a Roma dove trovò protezione sotto Agostino Chigi ed entrò a far parte del circolo letterario di Angelo Colocci.
Nel 1503, quando i francesi vennero allontanati da Napoli e venne nominato re Ferdinando il Cattolico, egli poté ritornare a Napoli dove svolse i numerosi incarichi assegnatigli da Consalvo di Cordova, che era governatore del re.
Scrisse in questi anni un canzoniere in volgare catalano sul modello petrarchesco dedicato ad una donna di nome Luna, intitolato l'Endymione che venne pubblicato a Napoli da Caneto nel 1506, oltre a due poemi in terza rima intitolati la Pascha e le Metamorfosi, pubblicati nel 1509.



Heinrich Isaac, anche Henricus, Arrigo d'Ugo e Arrigo il Tedesco (circa 1450 – 26 marzo 1517), fu un compositore franco-fiammingo del periodo rinascimentale. È considerato uno dei più importanti contemporanei di Josquin Desprez ed ebbe un ruolo essenziale nel successivo sviluppo compositivo musicale in area tedesca.
Non si conosce molto dei primi anni di Heinrich Isaac, ma è probabile che sia nato nelle Fiandre ed è certo che stesse componendo già nel 1470, e il primo documento che lo riguardo risale al 1484, quando era compositore di corte ad Innsbruck. In seguito, succedendo ad Antonio Squarcialupi passò al servizio di Lorenzo de' Medici a Firenze, dove fu organista, maestro del coro ed insegnante di musica dei figli di Lorenzo. Uno dei suoi studenti del periodo fiorentino sarebbe diventato papa col nome di Leone X. Nel 1494, all'inizio del periodo dominato dalla figura del Savonarola, i Medici furono banditi da Firenze, e ad Isaac fu concesso di cercare lavoro altrove. Tuttavia, aveva sposato una donna fiorentina e mantenne a Firenze la proprietà di una casa, come attestato dal suo lascito testamentario.
Dal 1497, Isaac fu al servizio di Massimiliano I, imperatore del Sacro Romano Impero. Viaggiò molto attraverso la Germania, e pare abbia avuto molti contatti con compositori tedeschi del tempo. Nel 1502 tornò in Italia, a Firenze e quindi a Ferrara, dove fu concorrente di Josquin per essere assunto a corte: una celebre lettera nell'archivio del casato d'Este raffronta i due compositori, dicendo che"Isaac è di natura migliore di Josquin: se è vero che Josquin è un compositore più abile, c'è da dire che Josquin, compone solo quando ne ha voglia, mentre Isaac scrive quando gli si chiede di farlo."
Isaac tornò definitivamente a Firenze nel 1514, dove morì nel 1517.


Lo Spagna nome d'arte di Giovanni di Pietro (1450 – Spoleto, 1528) è stato un pittore spagnolo, allievo del Perugino.
Giovanni di Pietro detto lo Spagna è, con buona probabilità, uno dei tanti spagnoli che sul finire del 400 operano in Umbria. In giovane età è preso a lavorare presso la bottega del Perugino a Firenze e si ritiene che nel 1470 sia già attivo nella città di Perugia. Durante la sua vita gira buona parte dell'Umbria lavorando a Perugia, Assisi, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Gavelli, Scheggino, Todi, Trevi, Visso e Spoleto, città nella quale sposa la nobildonna Santina Martorelli. Nel 1517 è nominato Capitano delle Arti dei Pittori e degli Orefici e nel 1528 muore a Spoleto probabilmente in seguito ad una epidemia di peste.


Marco Marulo, in croato moderno Marko Marulić, in latino Marcus Marulus (Spalato, 18 agosto 1450 – Spalato, 5 gennaio 1524), è stato un poeta e umanista dalmata.
Marco Marulo nacque a Spalato dalla nobile famiglia spalatina dei Pezzini (o, anche, Pecinić, Picinić), che nel XV secolo prese a chiamarsi Marulo o De Marulis. Completò i suoi studi umanistici a Spalato e si laureò in legge all'Università di Padova, dopodichè passò il resto della sua vita nella città natale. Figura centrale del circolo umanistico di Spalato, Marulo fu ispirato dalla Bibbia, dagli scrittori classici e dalle opere agiografiche cristiane, dando vita a una vasta opera letteraria in latino e serbocroato e italiano. Fu sempre attivo nelle lotte contro gli Ottomani che a quel tempo stavano invadendo i Balcani. Scrisse, tra gli altri lavori, un Epistola al papa chiedendo un aiuto nella lotta contro gli invasori. Morì il 5 gennaio del 1524 e fu sepolto nella chiesa di San Francesco a Spalato.


Jeroen Anthoniszoon van Aken /jə'rʊn ɑn'toniːzoːn vɑn 'aːkən/, detto Hieronymus Bosch /je'ɾonimus bɔs/ o Jeroen Bosch /jə'rʊn bɔs/ ('s Hertogenbosch, 2 ottobre 1450 – 9 agosto 1516) è stato un pittore fiammingo. Firmò alcuni dei suoi dipinti con Bosch (pronunciato come Boss in Olandese). In spagnolo viene spesso chiamato El Bosco; in italiano è talvolta designato come Bosco di Bolduc (da Bosch e Bois le Duc, traduzione francese di 's Hertogenbosch = Bosco Ducale, città natale di Bosch).
Protagonista dei suoi dipinti è l'umanità, che attraverso il peccato è condannata all'Inferno; l'unica via che sembra suggerire l'artista per redimersi si trova sia nelle tavole con la vita dei santi, attraverso l'imitazione della loro vita dedita alla meditazione anche se circondati dal male, sia nelle tavole con la Passione di Cristo, attraverso la meditazione sulle pene sofferte dal Cristo, per riscattare dal peccato universale il genere umano, che porta all'immedesimazione stessa del riguardante e alla salvezza. Negli ultimi anni della sua attività lo stile di Bosch cambiò ed egli creò dipinti con un numero inferiore di figure e più grandi che sembrano staccarsi dal dipinto e avvicinarsi all'osservatore. Bosch non datò mai i suoi dipinti e ne firmò solo alcuni. Il re Filippo II di Spagna comprò molti dei lavori di Bosch dopo la morte del pittore; come risultato, il Museo del Prado di Madrid possiede oggi diverse sue opere delle più famose.
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Siamo stati traditi, mio signore.
E' la mala guerra, la mala guerra.

Bisogna discernere il rumore sordo e prolungato della battaglia.

Abbandona il mondo, prima che il mondo abbandoni te.
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