infatti una delle distinzioni che fa Demurger è appunto tra "guerra santa" e "crociata", che non sono affatto sinonimi, prima di tutto perché nei documenti ufficiali emessi dal papato sono ben distinte le ricompense spirituali di chi muore combattendo per Gerusalemme dai caduti in nome di Cristo su altri campi di battaglia; ed anche in caso di temporanea equiparazione, viene comunque fatto sempre esplicito riferimento alla spedizione "a Gerusalemme", perché QUELLA E' la crociata, il resto no.
come ha già detto il mio caro amico robert, per la tradizione Ortodossa NON ESISTE MAI!!! IN NESSUN CASO!!! il concetto di "crociata" o di "guerra santa", esiste solo il concetto romano, filtrato attraverso la visione cristiana, del bellum iustum, ovvero della guerra "legittimizzata" per fondati e giustificati motivi. E per l'Impero la "bella iusta" era quella volta a difendere o riconquistare le terre che appartenevano in passato a Roma, non guerre di espansione in terre straniere. La "guerra giusta" permetteva ai soldati di ricevere al ritorno dalla campagna l'assoluzione per i peccati commessi in guerra; ovviamente ciò non avveniva così "di default" come per i crociati che potevano valersi delle bolle pontificie, bensì era discrezione del Patriarca e del clero celebrare una messa "purificatrice" alla quale partecipava l'esercito rientrato dalla guerra. La guerra era sempre a prescindere un grave peccato, qualcosa di sbagliato, ma farla per giusti motivi permetteva di ricevere l'assoluzione. Ci sono episodi di guerre interne per il trono in cui al Basileus ed al suo esercito vennero rifiutati i sacramenti proprio perché combatterono contro altri Ortodossi una "bella iniusta".
[Modificato da Xostantinou 20/11/2010 11:33]
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.
"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."
"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."
"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."
"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."
"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”