CRONACHE IMPERIALI----BC 6, VH/VH SRI

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Joanni dalle Bande Nere
00lunedì 7 giugno 2010 22:11
Prologo
Ragazzi, a leggere le vostre AAR mi avete fatto venire voglia di scriverne una pure a me, però ve lo dico: prima volta in assoluto, quindi, CLEMENZA! O la giusta ira dell'Impero si abbaterà su di voi! [SM=x1140519]

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Narrasi qui dei fatti et degli avvenimenti al riguardo del Sacro Romano Impero, nonchè delle eroiche gesta et imprese delli grandi, et Sacri, Imperatori, unici et veri eredi dello sangue Carolingio, che per volontà di nostro Signore, sempre sia lodato, s'apprestano, con non poco affanno et tribolazioni, a riportare luce et ordine nello mondo, difendendoci dalle barbariche orde pagane, dalla sempre presente et subdola eresia et dalli nostri innimici tutti.
Delle cronache e, affinchè lo popolo imperiale possa giovarsi della comprensione loro, delle relative traduzioni,
s'occuperanno li fratelli cronisti dediti al servizio dello Sacro Imperatore, a cominciare dal qui presente Harald von Swaben,
di cui sarà premura riportare con fede et veridicità quel che ora accade et ciò che in seguito accadrà, affinchè mai la historia imperiale vada perduta e li innimici nostri non abbiano modo di insozzare con le falistà a loro avvezze, la Sacra verità.
Joanni dalle Bande Nere
00martedì 8 giugno 2010 01:12
DELLA FORTIFICAZIONE DELL' IMPERO E L'UNIFICAZIONE DELLA CORONA BOEMA
Fu sotto la guida dell'illuminato, justo, et devoto Imperatore,
Federico I hohenstaufen, detto il Barbarossa, legittimo Re dei Germani e delli popoli italici,
sovrano nostro, gloria al nome suo, che il vero, unico et Sacro Impero Romano, incominciò la sua
più grande impresa, et ciò non per vanto o per dello potere il gusto, non
per la personale gloria o lo desiderio di grandezza, ma per la umiltà e la pia volontà di
servire il Signore Dio nostro, sempre sia lodato, che l'Imperatore decise, essendo l'unico ad averne il vero e giusto
diritto, che lo momento era giunto per farsi carico dello più pesante dei fardelli: riunire le terre della cristinità
sotto un unico, grande e Sacro Impero, al pari di quello che fù al tempo dei Cesari.
L'impresa, tuttavia, non si apprestava ad essere di facile compimento: l' Impero, sebbene i suoi confini si estandano ben
oltre quanto un homo possa immaginare, era al tempo diviso a causa dello desiderio injusto che molti nobili nutrivano di
possedere terre et ricchezze in quantità di molto maggiore a ciò che realmente gli spettava, et tutti, cosa ancor più grave, in misura più o meno
grande, si facevano vanto di appartenere alla discendenza Carolingia, avanzando pretese sulla Corona Imperiale;
Di come Federico I hohenstaufen giunse infine, come justo che sia, a legittimare lo potere proprio et ad ottenere la
Corona, troverete ampie et esaustive narrazioni in altro tomo, della cui cura si occupa Fratello Otto Weisskopf, biografo dell'imperatore.
In seguito alla incoronazione presso la cattedrale di Aquisgrana, come si confà a tutti i veri Imperatori, e con il volere di Dio, gloria al Suo Nome, il Barbarossa si recò presso Wurzburg l'Antica capitale Imperiale,
Per dare inizio al suo regno; molto lavoro vi era tuttavia da compiere, e con gran celerità, l' Imperatore si apprestò ad inviare i suoi emissari pressi li regni confinanti
in modo che tutti potessero venire a conoscenza che finalmente un nuovo Imperatore era assiso al trono dell' occidente; ben consapevole che non tutti avrebbero
accettato la sua incoronazione, seppur justa et da Dio, sempre sia lodato, voluta, diede istruzione agli araldi di conoscere delli Re vicini lo pensiero e per trovare chi, come
tutti dovrebbero fare, era disposto a schierarsi dalla parte della justizia e della verità, jurando amicizia ad Egli.
Subito lo popolo del nord, che occupa le terre della Danimarca, si rivelò amico dell' Impero et prestando juramenti di ammicizia et fratellanza, riconobbe nel Barbarossa il justo Imperatore; egli si impegnò, in nome
della sua magnanimità, a fornire carte aggiornate stilate dalli nostri più abili cartografi dei confini Imperiali, con l'intento di rendere consci li nuovi alleati nostri a quale potente et vasto Regno andavano ad unirsi et, come segno
di maggiore benevolenza, permise il transito delle armate Danesi nell' Impero, sanza il pagamento di tributo alcuno ed ottenendo il permesso, come justo et doveroso, di condurre nello loro regno le nostre.
Fu durante il grandioso festeggiamento nel castello di Wurzburg, per celebrare l'alleanza con i nuovi ammici, che l'Imperatore nostro incotrò Alice; Discendente della dinastia Capetingia, la quale vanta, senza buon diritto per giunta,
pretese di regnare su quel piccolo reame ai confini occidentali dell'Impero; Egli ne rimase affascinato; la bellezza di lei pareva appartenere ad altro mondo et i suoi modi raffinati et aristocratici, colpirono in modo
favorevole lo Re nostro, il quale si stupì che la principessa di uno piccolo reame inferiore, che solo per caso non faceva ancora parte dello Impero, potesse essere tale; L' Imperatore, chiese immantinente e di certo contro
ogni regola la mano della principessa, la quale affascinata et onorata da una simile richiesta, accettò;In realtà, l'Imperatore, aveva trovato più che una bellissima moglie: ora, grazie a questo matrimonio, la dinastia capetingia, che, si venne a
sapere, affermava di avere diritto ereditario sulla Corona Imperiale, era legata, con i suoi possedimenti, alla famiglia Imperiale, la quale non mancò di migliorare li rapporti suoi con essa et di riempire la corte del nuovo alleato di agenti che lo tenessero
sempre informato sugli ultimi avvenimenti dei suoi futuri, nuovi possedimenti.
Mentre gli araldi imperiali si apprestavano a recarsi presso le corti straniere et ad allacciare rapporti commerciali e di ammicizia con i loro regnanti, dalle terre Iberiche alli lontanti populi che vivono nelle immense pianure ad oriente, dal regno Franco d'oltremare
fino anche, et non con qualche timore, devo ammetterlo, alli popoli infedeli innimici del cristianità, il tutto nel nome della futura gloria Dell' Impero et, certamente, per la volontà di Dio, attraverso il quale ogni cosa è resa possibile, sempre sia lodato,
i vari et numerosi funzionari Imperiali, ricevevano ordini su come amministrare al meglio il Regno e, grazie alla guida illuminata del nostro saggio Imperatore Federico I Barbarossa, et delli conti a lui fedeli, le grandi città, i borghi et li villaggi tutti prosperavano etla popolazione aumentava; vennerro
erette nuove fortificazioni lunghi i bordi di tutto lo Impero, in modo da poter essere sempre al sicuro, perchè sebbene la pace regni nelli confini nostri, i barbari dell'est e gli innimici tutti sono sempre in agguato, campi, mercati e porti commerciali che permettevano gli scambi
con quella nuova lega commerciale creatasi nei mari del nord vennero costruite, a maggiore vantaggio delli commerci, così come molte nuove chiese, per glorificare il nostro Signore, sempre sia lodato, vennero innalzate in vari lughi dell'Impero et infine, la Grande città di Brema, ricca e prosperosa
con i suoi porti et le sue sedi commerciali, venne nominata nuova capitale dell' Impero, per dimostrare allo intero mondo che una nuova Era stavo cominiciando.
Fu a questo punto che l'Imperatore decise di assecondare le richieste sempre più insistenti delli conti imperiali, li quali da tempo chiedevano a gran voce che il regno di Boemia, lo quale si rifiutava di riconoscere l'autorità Imperiale, cosa ancor più grave, rifugio per numerosi pagani che ancora, contro
ogni avviso, non curanti delli avverimenti ricevuti dallo Santo Padre in persona, praticavano culti empi che offendevano Dio Nostro Signore, sempre sia lodato, venisse ufficialmente annesso all' Impero; la chiamata alle armi di tutti li nobili imperiali e dei loro servi cominciò a breve e lo Imperatore Federico I barbarossa, nominatosi nostro Maresciallo, dopo aver ricevuto
la benedizione del Cardinale Di Vienna, postosi alla testa di un imponente armata composta da più di 700 lance, 200 miliziani armati et decine di cavalleggeri at arceri al seguito, abbandonò la Capitale Imperiale, sfilando per le vie della città deciso a non fermarsi fino allo raggiungimento della sua nuova meta: la città fortificata di Praga.
Era estate e, sebbene l'armata Imperiale non incontrò opposizione alcuna, occorse un intero anno per raggiungere la capitale de regno di Boemia; i nostri innimici, sentendosi sicuri della loro indipendenza et convinti di avere Dio, sempre sia lodato, dalla loro parte, non si presero la briga di informarsi su ciò che accadeva nello Impero et
nemmeno si premurarono di presidiare li confini dello regno loro sicchè,quando lo inverno dell'anno seguente alla partenza da Brema,
Le guardie appostate sulle Mura di Praga scorsero all'orizzonte i vessilli recanti un aquila nera su campo giallo e nero, era per loro ormai troppo tardi.
Occorse un anno per raggiungere la città di Praga et un altro anno per ottenerne la conquista; sebbene diversi et numerosi piccoli assalti vennero condotti, in modo purtroppo
poco efficacie, da parte delle nostre truppe, fu durante il secondo inverno dalla partenza da Brema che l'Imperatore in persona, decise di guidare l'assalto finale contro le mura della città;
Quell mattino, all'alba le trombe suonarono nell'accampamento imperiale e li uomini rimasti si armarono et si inquadrarono per l'assalto finale; Il Barbarossa sapeva che avrebbe dovuto prendere
la città quel giorno, perchè li forzieri imperiali, ormai vuotati dai due anni di guerra, non avrebbero consetito di continuare lo scontro ancora per molto;
L'avanzata verso le mura delli lanceri Imperiali incominciò subito dopo che li strumenti d'assedio furono posizionati, torri, scale et arieti evrebbero permesso alli homini di sopraffare le difese
nemiche e di conquistare la città; sebbe la copertura delli nostri arceri si rivelò poco efficace e l'avanzata verso il lato sud delle mura si rivelò sanguinosa, con li nostri homini che venivano falciati
dalli dardi e dalle frecce nemiche, infine le scale e le torri giunsero alle mura e i valorosi combattenti dello Impero si apprestavano a dare battaglia alla guarnigione nemica et tutta via, a maggior danno
del nostro imperatore, l'ariete che avrebbe dovuto sfondare le porte, venne bruciato prima che potesse svolgero lo suo compito;
Ma questo non scoraggiò i soldati imperiali li quali, dopo un cruento pugnare sugli spalti, contro miliziani e feroci abitanti delle foreste che brandivano grosse scuri capaci di tagliare in due un homo
riuscirono a raggiungere i cancelli et ad aprirli: L'Imperatore con i suoi nobili et li cavalleggeri entrarono quindi in città, falciando a destra e a manca li innemici che dagli spalti fuggivano verso
la residenza del Re nemico, per l'ultima difesa; et tuttavia nulla poterono contro lo valore delli nostri guerrieri, et infine, quando il tramonto giunse, le fiamme che bruciavano la città colorarono di rosso il
cielo, e le urla degli eretici e delli traditori che avevano sfidato l'Impero et Dio, Gloria al suo nome, echeggiavano tra le mura della Città et lo re degli innemici nostri giaceva morto insieme a coloro che rifiutarono di arrendersi.
La notizia della vittoria si diffuse in tutto lo Impero e l'estate seguente, il Principe Conrad raggiunse Praga con al seguito diverse centinaia di lance, per presidiare la nuova conquista et fiorni per l'armata Imperiale et in seguito l'imperatore, abbandonò la città diregendosi, con i
suoi veterani, verso Olomonc, ultima roccaforte Boema; L'assedio durò un ulteriore anno et sebbene le truppe Boeme, ormai demoralizzate et prive di una valida guida dopo la morte dello loro re, fecero pagare
cara la presa del castello all'esercito Imperiale: alla fine di quella giornata di battaglia, meno di 1/4 delle truppe che partirono da Brema anni prima, erano ancora in piedi et tuttavia, Olomonc era caduta e il regno di Boemia
ora faceva parte del Sacro Romano Impero; l' inverno seguente, il principe Conrad, che era trasferito stabilmente a praga, assunse, oltre allo titolo della città, anche quello di Re di Boemia.
Mentre L'imperatore, con i resti della sua armata si recava nuovamente verso la capitale Imperiale, aveva avuto modo di riflettere ed era giunto alla seguente conclusione: L'esercito Imperiale, seppur numeroso,
aveva subito gravi perdite a causa della inedaguatezza delli suoi equipaggiamenti: scarse armi ed armature avevano reso costosa la vittoria in termini di vite et, sebbene fosse sicuro che era justo et doveroso et fonte
di grande onore morire per sevire L'impero e Dio nostro Signore, sempre sia lodato, convenne che degli armamenti migliori avreberro salvato parecchie vite e si promise che giunto a Brema, avrebbe incaricato i suoi funzionari di
dare il via alla costruzione, nello Impero tutto, di strutture adatte alla produzione di armature in cuoio e ferro, e fucine per il miglioramento delle armi, et tuttavia, non potè fare a meno che continuare ad affliggersi
per le perdite subite in quella campagna et la sua fede diminuì e lo popolo, constatando il costoso sacrificio della vittoria, perse fiducia in lui et, alla sua insaputa, lo nominò Barbarossa L'afflitto e perse parte della sua autorità.
Dopo 5 anni circa dal suo rientro a Brema, mentre in tutto l' Impero riecheggiavano i martelli dei muratori e dei carpentieri che erigevano Concerie e fucine senza sosta, et le prime nuove armature vennero consegnate ai veterani del ricostituito
esercito Imperiale, Un araldo si presentò alla corte Imperiale, recante il seguente messaggio, da parte del capitano della guarnigione di stanza allo porto di Utrecht, nelle fiandre: un flotta battente bandiera Inglese, partita probabilmente dalla città fiamminga di Gand, caduta sotto lo dominio delli figli di Albione, si apprestava a bloccare il porto di Utrecht, impedendo alle navi mercantili della Lega Anseatica di avvicinarsi et affondando quelle che disobbidivano: correva l'anno Domini 1171 et gli Inglesi, che già
si erano rifiutati di riconoscere la legittima autorità Imperiale, evitando di stringere accordi commerciali o di legarsi in ammicizia, avevano dichiarato guerra all'Impero.
Joanni dalle Bande Nere
00martedì 8 giugno 2010 01:25
The Housekeeper
00martedì 8 giugno 2010 08:19
Ottimo, finalmente una cronaca Imperiale!
gran conte Ruggero
00martedì 8 giugno 2010 20:18
monumentale questa tua cronaca

eccellente la citazione in firma della bella opera di ermanno olmi

bravo, bravo, bravo

Joanni dalle Bande Nere
00martedì 8 giugno 2010 20:48
grazie per i complimenti ragazzi, speriamo che venga fuori qualcosa di bello!Di carne da mettere al fuoco ne ho eccome...solo che tra 1po' è più il tempo che mi ci vuole per scrivere la cronaca che a giocare! [SM=x1140476]

Vero, il film di Olmi è proprio bello e fatto bene, il che per la produzione italiana, in generale è una cosa più unica che rara!

PS: come faccio a mettere le immagini salvate di medieval?tra l'altro c'è per caso un programma apposito per aprirle?

Grazie!
Joanni dalle Bande Nere
00martedì 8 giugno 2010 22:01
DELLE TRIBOLAZIONI CHE SEGUIRONO LA PRESA DEL REGNO DI BOEMIA
Se nello anno Domini 1171, le cocche Inglesi non altro fecero che bloccare lo porto di Utrecht, nelle fiandre, et occasionalmente attacarre qualcuna delle piccole imbarcazioni
mercantili che tentavano di forzare lo blocco, et lasciando quindi la speranza che forse trattavasi
di uno maleinteso, credendo forse loro che la città di Utrecht si dichiarasse indipendente,
fu durante l'estate seguente, che la volontà di guerreggiare divenne, et con gran sgomento delli nostri nobili e
delli mercanti Imperiali, affare del tutto evidente: di ritorno dalle coste iberiche, nelle vicinanze di quella terra che
è la bretagna, et ignari di ciò che stava nel mentre accadendo, difatti, un convoglio di cocche mercantili
Imperiali, con stive cariche di preziosi tessuti acquistati presso li mercanti portoghesi, venne attaccato da navi da guerra inglesi; la pugna che seguì fu azione di facile
compimento per li innimici, giacchè le cocche, prive di una scorta di navi da guerra, vennero semplicemente avvicinite et affondante,
et solo dello capitano nostro la grande abilità, permise all'ammiraglia di fugare lo scontro all'ultimo istante, rifugiandosi presso le coste occidentali
della hiscozia et portando in salvo parte dello prezioso carico;
Ma l'anno Domini 1172 era destinato a portare altra svenutra sull' Impero et difatti, una seconda flotta da guerra proveniente dall' anglia, attraversato
lo skagerrat (che non so se già si chiamava così) puntava diritta verso li porti della nostra grande capitale, e nell'inverno stesso, un blocco venne
imposto, obbligando li mercantili nostri alla fonda, con grande danneggiamento delli commerci, compreso lo convoglio che
da est rientrava con le stive cariche d'oro e che trovò, grazie a nostro Signore Gesù Cristo, sempre sia lodato, rifugio presso li porti
alleati; a maggior preoccuapazione dell' Imperatore Federico I, inoltre, quello stesso inverno, diversi eserciti polacchi attraversarono li confini imperiali addentrandosi in profondità nelle nostre terre; giunse infatti notizia alla corte Imperiale che uno di questi eserciti arrivò fino alle porte di Praga accampandosi poi
nelle vicinanze dello fiume e di li a breve, dal sud dell' Impero, diversi segnalazioni dalle torri di confine, annunciavano che
uno imponente esercito recante le insegne di quella Città che tempo addietro si era rivoltata al legittimo dominio imperiale proclamandosi comune, Milano, aveva
varcato i valichi alpini, ed acquartieratasi nelle vicinanze del castello di Thun, attendeva la primavera;
Le predecedenti notizie destarono non poco allarme lungo i confini e li conti di quei feudi che più si trovavano sotto una possibile minaccia, ordinarono in tutta
fretta una coscrizione, ottenendo, con il consenso più o meno spontaneo dello populo, milizie armate di lancia et arco che andavano a rinforzo delle guarnigioni di città et castelli et
l'Imperatore stesso, che già si occupava di ricostituire l' Esercito Imperiale per difendersi dalli vili ed oltraggiosi attacchi Inglesi, incaricò suo figlio il principe Conrad di
organizzare una seconda, seppur meno potente armata, perchè li confini orientali disponessero della sicurezza di cui urgentemente abbisognavano.
l' estate dell' anno di Nostro Signore 1173, mentre ancora le cocche da guerra inglesi bloccavano i nostri porti, l' Esercito Imperiale era nuovamente pronto alla pugna
et s'apprestava ad abbandonare li suoi acquartieramenti nei pressi di Regensburg, per soccorrere le Fiandre perchè, sebbene ancora non vi era stata minaccia alcuna da parte
di eserciti terrestri, e l'armata inglese attendeva al sicuro nelle mura di Gand, l' Imperatore e li Nobili tutti s'aspettavano un attacco imminente;
Rinforzato da compagnie di lancieri e sergenti corazzati provenienti dalla lotaringia et arcieri professionisti che andavano ad aggiungersi a quelli contadini, l' Esercito
Imperiale poteva vantare di essere lo più potente mai visto, dato che seppur formato in prevalenza da miliziani coscritti, quelli homini era altresì valorosi veterani che
ben avevano servito l' Imperatore nelle guerra Boema, e li nuovi equipaggiamenti forgiati per loro, li rendevano assai più temibili di molti guerrieri che,l'anno addietro avevano varcato
li confini nostri et, con grande sollievo di tutti, di certo intimoriti dalli homini nostri, ripiegarono le insegne che sfacciatamente avevano sventolato fuori le mura delle nostre
città per tornare alle loro case, scongiurando il pericolo di altre guerre e nel mentre, gli araldi imperiali, recatisi presso le corti alleate, chiedevano
aiuti alli Re ammici, che scendessero al fianco nostro contro li saccheggiatori di indifesi mercanti, li Inglesi.
Li emissari nostri giunsero tosto presso le corti alleate di Danimarca et del regno franco et, sebbene furono promesse ingenti quantità d'oro in fiorini, che aiutassero li re ammici
nello mantenimento delle armate loro, et in supporto alle guerre contro i pagani nelle terre al di la del Baltico et contro alli eretici che in numero sempre maggiore infestavano
la lingua d'oca, e per una migliore individuazione delli innemici, mappe aggiornate, elli, seppur non rifituarono apertamente di venirci in soccorso, neanche
promisero di impegnarsi nella pugna, sostendo di non avere armi sufficienti da dedicarci;
In motivo delle deludenti notizie, et abbisognando di ammici che prestassero un più concreto contributo nel sostenere le tribolazioni Imperiali, lo imperatore nostro, il Barbarossa,
fece modo di inviare araldi nella penisola italica et ben sapendo che, presso li suoi legittimi possedimenti al nord, che pure avevano avuto l'ardire di ribellarsi e proclamarsi indipendenti,
così come presso la ricca Venezia, avrebbe trovato poco supporto, aveva deciso di rivolgersi a quel regno del sud fondato anni addietro dalli stessi homini che conquistarono l' englaterra,
nell' anno Domini 1066; ma, li normanni di Sicilia, non si dimostrarono tanto diversi dalli loro cugini che regnavano sulla grande isola del nord, et seppur non dimostrandosi ostili
a tal punto, rifiutarno qualsiasi tipo di collaborazione et appreso questo nella sua tenda presso il campo Imperiale, l'Imperatore capì che avrebbe dovuto combattere li Inglesi da solo e lo giorno seguente
riprese la marcia verso le fiandre;
memphe
00mercoledì 9 giugno 2010 08:14
Interessante la tua cronaca e il modo di raccontarla.
Pure io ho in corso una campagna con l'SRI, anche se sta avendo sviluppi molto diversi rispetto alla tua. [SM=x1140445]
ironman1989.
00mercoledì 9 giugno 2010 08:27
Bella cronaca [SM=x1140428]
[SM=x1140429]
Joanni dalle Bande Nere
00mercoledì 9 giugno 2010 13:13
Grazie ragazzi grazie!!!Comuqneu non è che qualcuno di voi sa dirmi come caricare le immagini ma senza usare imgshack?vorrei metterle come quelle che ci sono nelle altre cronache
spipi83
00mercoledì 9 giugno 2010 14:03
tinypic.com/
semplicissimo da usare. Con leimmagini sicuro acquistera' ancor piu' valora la cronaca
Joanni dalle Bande Nere
00mercoledì 9 giugno 2010 14:50
ok grazie mille spipi
Keirosophos
00giovedì 10 giugno 2010 13:58
Bella cronaca!
Joanni dalle Bande Nere
00giovedì 10 giugno 2010 14:45
DELL' ASSEDIO DI GAND, DELLA GUERRA ALLI CONFINI ORIENTALI ET LA CADUTA DI THUN
Prima di proseguire nella cronaca, intendo riportare che con l'assenso
dello Imperatore nostro, ci è stata data facoltà di rivolgerci alli esperti miniaturisti dello convento per poter arricchire con fini rappresentazioni quel che viene a lettere riportato.

La marcia dello Esercito Imperiale verso le fiandre, per dare battaglia alli innimici Inglesi che con tanta leggerezza avevano osato
attaccare l'Impero, durò per tutti li due anni seguenti alla partenza da Regensburg,e finalmente, sanza avere incotrato resistenza alcuna,
li homini nostri avvistavano le mura di Gand, roccaforte avversaria, et nell' estate dell' anno Domini 1175 ben s'accingevano ad assediarla;
[IMG]http://i49.tinypic.com/351ipw1.jpg[/IMG]
Ecco una miniatura che rappresenta la situazione fiamminga durante
la guerra et di seguito, per gentile concessione dello Conestabile
Imperiale, uno resoconto dettagliato dello Esercito imperiale.
[IMG]http://i45.tinypic.com/28ksd1k.jpg[/IMG]

Nel mentre, la guerra nei mari proseguiva, arrecando maggior danno alli commerci imperiali et inutile fu il tenativo compiuto da un giovane e valoroso
capitano di Brema, di armare alla meglio 3 cocche mercantili alla fonda presso lo porto cittadino e tentare di forzare lo blocco imposto:
li marinai nostri, sebbene riuscirono ad abbordare li innimici, non poterono competere con li loro combattenti, decisamente più avvezzi alla bataglia et così,
furono massacrati et le navi colate a picco, con gran sgomento e rammarico di chi osservava dalle torri portuali; stabilito indi che lo dominio delli
mari non poteva essere sottratto all' Englaterra, ci rassegnammo ad un periodo non facile per lo tesoro Imperiale, che già doveva sostenere un esercito in guerra
et una grossa guarnigione ad est et ora, privato delli ricchi scambi della Lega, di certo avrebbe trovato maggior tribolazione;
Sebbene già avversa, la sorte dello amato Impero nostro era tuttavia destinata a disperarsi ulteriormente: nell' anno di nostro Signore 1174, mentre ancora
si trovava in marcia per le fiandre, l'imperatore fu raggiunto da uno scudiero, recante seco lo seguente dispaccio sigillato con il marchio viennese:
"La presente per informare vostra grazia Imperiale Federico I re dei germani che la città di Vienna si trova minacciata dallo populo magiaro
del sud est et per certo verrà assediata a breve; Richiesta di aiuto è già stata rivolta allo vostro figlio il valoroso Principe Conrad et tuttavia
non siamo certi del suo arrivo nelli tempi necessari a scongiurare una possibile sconfitta: l'armata magiara a quanto riferiscono li esploratori nostri
è possente, forse superiore alli 1000 homini; Prego il Signore Dio nostro che ci conceda il tempo necessario perchè lo Principe giunga in nostro aiuto.
Il capitano della guarnigione di Vienna Albrecht krieger"
Approfittando della guerra nelle fiandre, di cui per certo voci eran giunto fino all'orecchio di tutte le corti confinanti, e della lontananza
dello Esercito Imperiale, quelli cani slavi, che sebbene dichiarino di professare la santa fede Crisitiana, nascondono
nelli confini loro eretici et adoratori del diavolo, Dio ci protegga, avevano subdolamente, come si confà alli briganti quali sono,
dichiarato guerra allo Impero et s'apprestavano ad assediare la grande città di Vienna;
ma lo tradimento era destinato a crescere et così come uno branco di lupi famelici sconfitti è pronto ad avventarsi sulla
groppa dello potente orso non appena le spalle ha a loro voltato, così li lupi dell'est s'avventarno sulla schiena indifesa dello impero,
et in quel rigido inverno dell'anno di nostro signore 1175, li principi polacchi, ammassate le loro forze appresso al castello di Olomonc, in Boemia, s'accingevano tosto ad assediarne le mura.
Lo principe nostro, giacchè l'imperatore si trovava assai distante ad occidente, che già aveva radunato li homini dello suo esercito a Praga et procedeva
a tappe forzate verso Vienna, decise quindi, con saggezza, di soccorrere Olomonc, assai più vicina et raggiungibile della città che pareva ormai destinata a soccombere;
Fu la primavera dell'anno seguente che li Polacchi infine assediarno le mura di Olomonc, apprestandosi alla conquista et l'esrcito dello Principe li raggiunse che già l'aria si faceva calda
et li giorni più lunghi;
ma l'innimici disponevano di molti più delli homini nostri e li loro guerrieri, che da sempre sono abituati a combattere con i briganti delle loro terre
e tra di loro, apparivano forti e determinati, al confronto delle nostre milizie et sebbene nella sua saggezza lo principe dispose che venissero
ingaggiate alcune armi mercennarie, lo scontro pareva disperato; et tuttavia non sia mai detto che un Nobile dello grande Sacro Romano Impero rifiuti la pugna per
darsi alla fuga et così, schierato l'esercito sullo campo e raccomandata l'anima a Dio, s'apprestava a pugnare et quando lo sole stava per sparire alli confini della terra,
la battaglia infine cominciò;
Grandi furono le gesta di quel giorno, perchè li homini nostri combatterono con grande coraggio contro quelli vigliacchi degli innimici che, rifiutando
lo scontro, correvano veloci per il campo in sella alli loro cavalli, bersagliandoci con i loro vili dardi causando gravi perdite tra i nostri; eppure la battaglia volgeva a favore
dell' Impero, perchè nulla potevano contro il nostro valore e lo Principe stesso, con il suo seguito, s'oprò per tutto lo scontro cacciando gli
schermagliatori avversari et abbattendone numerosi; ma sebbene la loro prima armata era stata sconfitta, altre truppe fresche attendevano nelle retrovie
et avanzando alla vista delli loro alleati in difficoltà, incalzarono le truppe nostre; la linea imperiale, riformata in tutta fretta richiamando quelli che
s'erano dati all'inseguimento degli innimici, già decimata dagli scontri e dal tiro, poderoso e persistente dei Polacchi, che vigliacchi quali sono non affrontano
l' innimico guardandolo nelli occhi, infine cedette et li homini, temendo più per la vita che per la sorte dello Impero, si diedero alla fuga et molti vennero falciati
dalla cavalleria et lo principe nostro, incapacitato da una ferita alla gamba et privo di sensi, et con lo destriero abbattuto dalli dardi innimici venne tratto in salvo dalla sua guardia personale
e portato al sicuro; sicchè, pur avendo ucciso innimici a centinaia, elli poterono disporre ancora di forze sufficienti ad assediare Olomonc che, con la guarnigione ridotta al minimo,
pareva spacciata.Giorni dopo, ripresosi lo principe nostro dallo scontro et avendo ben chiaro che le forze sue erano non avrebbero potuto affrontare un altra battaglia, et anche
conscio del fatto che sanza lo suo aiuto, Vienna e Olomonc eran per certo destinate a cadere, et non avendo tempo di rivolgersi all'Imperatore, che si trovava alli confini opposti,
decise che l'unica soluzione da tentare, per porre rimedio all'imminente catastrofe, era di indurre uno degli ignobili innimici alla tregua et nella sua infinita saggezza, sapeva già
come fare.
L'emissario imperiale, che da qualche tempo era ospitato nel castello polacco di Breslavia, era stato incaricato dallo messaggero inviato dallo Principe et battente bandiera bianca,
di persuadere li innimici ad accettare la nostra proposta di tregua, a delle condizioni di grande vantaggio per elli: li si offriva difatti, oltre ad uno grande tributo di 1000 fiorini
d'oro, nonostante il tesoro Imperiale già si trovava in grave crisi, in riparazione alle perdite subite, quello che già loro bramavano, lo castello e tutto lo feudo di Olomonc a patto che, ovviamente, si fossero
impegnati a siglare una tregua et ad risparmiare la guarnigione che lo difendeva nonchè ad non infierire sulla populazione;
.Li innimici, a questo punto, felici di poter ottenere ciò che già da anni desideravano, quando inviarono fino alle porte di praga le loro armate, et allettati
dal non dover sostenere un duro et sanguinoso scontro, accettarono prontamente la nostra offerta, e tosto comunicarono alli homini loro di levare l'assedio e di
lasciare che le truppe Imperiali abbandonassero il campo illesi et questi, ripiegate le insegne, sotto l'occhio di chi aveva vinto sanza combattere, uscirono dallo
castello per poi andare a ricongiungersi alli resti dell' esercito del principe, che attendeva sulla strada per Vienna et che con l'arrivo di nuovi guerrieri, poteva
infine correre in soccorso della città: il sacrificio di uno castello avrebbe dunque reso possibile lo salvataggio di uno più importante luogo?L'inverno dell' anno Domini 1175,
parti per Vienna, recando seco tutto lo suo esercito.
Ma l'anno di nostro Signore 1175 portava anche fauste notizie allo populo nostro e difatti, l' Esercito Imperiale, che già stava assediando la città fiamminga di Gand dalla primavera,
quello stesso inverno ebbe infine ragione delli suoi difensori et ne prese lo cotrollo et tuttavia, perchè la guarnigione inglese era assai numerosa, la pugna si rivelò cruenta e molti delli
nostri homini caddero ma infine, nemmeno lo temuto arco lungo inglese, di cui venne fatto largo uso, potè fermare le potenti truppe imperiali, che, prese d'assalto le mura, le espugnaro et nel mentre,
la cavalleria si riversò nella città attraverso la porta abbattutta dall'ariete facendo strage delli inglesi;
Et sebbene un assedio prolungato avrebbe forse reso la conquista meno ardua, l'Imperatore sapeva che li suoi forzieri erano ormai vuoti et li debiti contratti
con gli usurai ebraici diventavano sempre maggiori, rendendo necessaria un'azione risolutiva in breve tempo et così, sebbene con grande sacrificio per l'Impero, Gand
venne presa et le fiandre tutte tornarono nelle mani dello loro legittimo signore; et in motivi di una tale vittoria, l'imperatore concesse alli eroici sopravissuti delle
nostre armate, di saccheggiare la città, con diritto di trattenere uno fiorino ogni dieci;
Con la cacciata delli inglesi dalle vicinanze delli nostri confini, che ora avrebbero dovuto attraversare li terriotori franchi per giungere fino a noi, la situazione si fece
un poco migliore, et tuttavia li innimici ancora avevano lo controllo sulli mari et difatti, le scorrerei pressi li porti nostri ancora non cessavano; eppure, li nostri nobili
non temevano una imminente invasione dal mare, perchè la justizia Divina punisce sempre chi attacca li fiili Suoi, aveva infine oprato e lo Santo Padre, gloria al nome Suo,
fece atto di scomunica allo sovrano inglese, a maggior danno suo che si innimico lo populo et, a conferma che una razza, seppur risiede in terre diverse, mantiene li tratti suoi,
anche lo sovrano normanno di Sicilia, che aveva rifiutato di mostrarsi ammico e che ora si trovava in guerra con li comuni italici, venne scomunicato;
Eppure lo Imperatore, che già stava immaginando come raggiungere la grande isola per reclamarne la corona, non potè giovare di questa situazione favorevole: gli araldi
dalli feudi orientali infine giunsero recandosi appresso le infauste notizie della cessione di olomonc alli principi polacchi et della caduta di Vienna per mano
delli tagliagole et reietti slavi et infine, come se già la sorte non si era beffata a sufficienza di noi, con grande sgomento si apprese la notizia che il castello di Thun, nel sud
dell' Impero, al rpincipio dell'inverno dello stesso anno, venne conquistato da delli nuovi innimici: una armata crociata recante le insegne del regno iberico di Aragona, che anni addietro partì dalla provenza con l'intento
di raggiungere i domini mussulmani che minacciavano li regni loro a sud, et che difatto non si mosse mai, rimosse le Sacre Croci dalli scudi, decisero di dedicarsi alla conquista di un più
facile obbiettivo, il castello di Thun; grande fu la battaglia che ne seguì,et nonostante lo Conte di Staufen, Federico I di Lorena, abbandonato in tutta fretta lo castello alla testa
di alcune compagnie di lanceri prelevati dalla guarnigione per soccorrere lo suo parente, mattia I di Lorena, conte di Thun, lo castello infine cadde e nella pugna anche il suo signore
perse la vita; così infatti viene riportato da una missiva del Conte Federico:"In un primo momento li arceri nostri, dall'alto delle mura e delle torri, fecero grande strage delli schermagliatori
a cavallo, che ci bersagliavano coi loro javellotti et che infine, caricati dallo Conte di Thun e raggiunti e dalla mia guardia, fuggirono verso le loro linee e di cui io stesso ne abbattei parecchi;
La guarnigione abbandonò quindi lo castello et schierati per la pugna, li homini nostri avanzarono verso l'innimici ingaggiandone la liena di lanceri sul fronte et alcune compagnie
di sergenti lanceri, aggirandone il fianco sinistro, raggiunsero lo loro comandante, il conte Ramon Folc III Cardon, impegnandolo in battaglia; et in seguito mi unii allo parente mio per caricare li loro
arceri che ancora minacciavano li nostri fanti e infine convergemmo dove lo scontro si faceva più duro, presso lo comando nemico [..]
Quando infine, nonostante lo coraggio dimostrato il conte di Thun venne colpito a morte dal generale Aragonese, le armi nostre, già provate dal
duro confronto con li loro fanti, vacillarono et la rotta fu inevitabile: resomi conto che altro non avrei ottenuto che la morte o la prigionia, raccolsi
li homini miei, che ancora stazionavano presso le mura, e mi ritirai verso Staufen, preparandomi alla difesa." in seguito, il conte Aragonese, occupò lo castello
mostrandosi clemente verso chi non riuscì a fuggirne, dichiarando che la sua opera era voluta da Dio nostro, sempre sia lodato.
Era ormai chiaro all'Imperatore che, con li magiari ad oriente e Aragona che stava penetrando nelli territori dell'Impero da sud, et
conoscendo il triste stato dello tesoro, li cui forzieri erano stati vuotati nelli anni di guerra et inoltre, necessitando di ripristinare al più presto li commerci con la Lega Anseatica, che tra tutte rappresentava la fonte
di maggior guadagno et ancora che l'Esercito Imperiale avrebbe dovuto recarsi immantinente presso li confini minacciati, la conquista della grande isola
non poteva più essere compiuta; con riluttanza, quindi, qualche giorno prima della nascita di Nostro Signore Gesù Cristo, sempre sia lodato, inviò degli emissari
presso li Inglesi in Normandia, per proporre una tregua sanza condizioni e per ristabilire li commerci: una proposta che venne immediatamente accettata perchè, di lì a poco,
si sarebbero ritrovati impegnati in un altra guerra contro la vicina Hiscozia.Poco prima della Pasqua dell'anno
di nostro Signore 1176, con le casse Imperiali che finalmente avevano ricominciato a riempirsi d'oro, l'Imperatore, dopo avere atteso l'arrivo di nuove milizie de Utrecht che difendessro Gand,
presso cui già ci si stava oprando nel costruire degli alloggi per la guarnigione, abbandonò le Fiandre recandosi presso lo castello di Wurzburg, affinche le armi nostre potessero essere riportate
in piena forza per poter affrontare li nuovi innimci et in seguito, prese a dirigersi verso le Alpi.
Se la guerra contro li inglesi si era infine conclusa a vantaggio nostro, li confini orientali erano tutt'altro che al sicuro:
come già è stato scritto, difatti, la nostra grande città di Vienna, cadde, nell'inverno dell'anno di nostro Signore 1174, nelle mani del populo slavo; vano infatti fu il tentativo dello Principe
di raggiungerla con le milizie recuperate da Olomonc, che arrivò troppo tardi.Troppo tardi per difenderla, si, ma non troppo tardi per riconquistarla et quando, a poca distanza
dalla mura della città, apprese dalli esploratori che quelle che sventolavano sulle torri non erano bandiere Imperiali, ordino alli homini di cominciarne l'assedio et l'anno seguente, la città
venne tolta dalle mani degli innimci, che nemmeno avevano avuto il tempo di curarsi le ferite ricevute durante la conquista et tuttavia, nonostante stanchi et feriti, fecero pagare a caro prezzo
la nostra vittoria alli nostri inesperti homini, che, eccetto li sopravvissuti dei campi di Olomonc, poco sapevano della battaglia.
Se ad un primo momento la riconquista di Vienna poteva apparire come il segno di una svolta per la guerra, le notizie che giunsero di lì a poco, arrecarono grande sconforto tra li nobili, li soldati e
lo populo tutto; et difatti, gli esploratori partiti subito dopo la nostra vittoria, per raccogliere informazioni sulle mosse innimiche, tornaro tosto alla città, riportando la presenza di due armate magiare
che stazionavano a poca distanza dalla sponda sud del grande fiume Danubio; Appreso questo, lo principe non potè altro fare che decidere, di abbandonare la città appena riconquistata per tornare a Praga: le forze
Imperiali, seppur valorose, erano di numero troppo inferiore rispetto a quelle dell'innimico, che poteva invece schierare homini freschi e pronti alla pugna; restare per difendere la città, sebbene di certo avrebbe
rappresentato un gesto nobile, si sarebbe poi rivelato assai dannoso per lo Impero, che non disponeva di altri eserciti e di altri buoni Capitani da impegnare ad oriente et quindi, raggruppate le armi, tutti se ne
andarono, con gran sconforto dello populo che, sentendosi abbandonato alli barbari, seppur non erano stati toccati da loro nella precedente conquista, si ribellarono attaccando li homini d'arme imperiali e uccidendone
alcuni; in seguito a questo, lo principe decise di stazionare presso la città li resti di due compagnie mercennarie, con l'unico scopo di impedire alla folla di portare maggior devastazione;
All'arrivo dell'armata slava,la minore delle due, perchè l'altra aveva fatto rientro nelle terre loro, quei pochi coraggiosi rimasti opposero una eroica ma futile resistenza e così la città
venne nuovamente perduta dall'Impero.



Joanni dalle Bande Nere
00giovedì 10 giugno 2010 16:10
MINIATURE
Di seguito, alcune miniature relative alle cronache precedenti (non sono riuscito a metterle prima perchè non le avevo preparate e così mi è scaduto il tempo per fare l'edit che palle!alla prossima puntata sarà tutto insieme!)

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[IMG]http://i46.tinypic.com/9lc2s8.jpg[/IMG]
Li confini orientali nell' anno di nostro Signore 1174 con Vienna
cinta d'assedio e la milizia dello Principe Conrad


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La sconfitta dei campi di Olomonc
[IMG]http://i47.tinypic.com/5btd81.jpg[/IMG]
I resti della milizia dello Principe dopo la battaglia

Il tesoro Imperiale nell'anno Domini 1174
[IMG]http://i47.tinypic.com/2du9tlg.jpg[/IMG]

Alcune miniature dell'assedio di Gand così come è stato raccontato
dalli combattenti
[IMG]http://i50.tinypic.com/210exav.jpg[/IMG]

[IMG]http://i45.tinypic.com/315k5r6.jpg[/IMG]

L'Imperatore con lo nobile seguito sfonda le linee
[IMG]http://i46.tinypic.com/34p0uvt.jpg[/IMG]


La carica del Conte di Thun contro li arceri d'Aragona
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[IMG]http://i46.tinypic.com/21jx934.jpg[/IMG]

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Li lanceri nostri raggiungono il generale nemico

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Scontro finale a Thun

la prima battaglia per Vienna
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La città cade nelle mani magiare
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Ecco lo Principe mentre s'appresta a riconquistare Vienna




Jean de Avallon
00giovedì 10 giugno 2010 18:29
Complimenti belle anche le immagini ......

[SM=x1140522]
Hanniba'al
00giovedì 10 giugno 2010 19:11
Complimenti, otttima narrazione e ottime immagini.
Keirosophos
00giovedì 10 giugno 2010 20:52
Bellissima narrazione, poi il modo in cui è scritta è superlativo!
Joanni dalle Bande Nere
00giovedì 10 giugno 2010 21:47
Grazie ragazzi [SM=x1140430] [SM=x1140430] [SM=x1140430] a tutti!però non dovete mica dire così solo perchè è la prima narrazione che scrivo eh! [SM=x1140519]

Sono contento che il linguaggio utilizzato vi piaccia...in realtà, sarebbe stato bello se fosse davvero un italiano medioevale, tipo quello di Machiavelli per dire...xò mica lo so...questo è solo un tentativo che suona bene...
Imperatore I
00giovedì 10 giugno 2010 21:49
Appena l'ho letta sono rimasto a bocca aperta. Sinceramente non c'è nemmeno bisogno di commentarla: parla da sè!
(redinside)
00venerdì 11 giugno 2010 11:12
Bravissimo complimenti. Penso che tutte le cronache scritte in questa sezione abbiano del fascino, però sono molto attratto dal modo di scirverle perchè saperne trovare uno alternativo è forse la marcia in più del racconto. Bravo!
Joanni dalle Bande Nere
00lunedì 14 giugno 2010 21:59
DELLO DECENNIO SANZA PACE
Prima di procedere con la cronaca, è necessario che io, quale umile servo di Dio, sempre sia lodato, riporti che nell'anno di nostro Signore 1178, il nostro Santo Padre è spirato, che Dio lo benedica,
con grande rammarico dello mondo Cristiano tutto, Dall'Iberia allo santo Sepolcro et che tosto un nuovo Pontefice è stato eletto, di cui di seguito verrà presentata una miniatura et sebbene fra li possibili eleggibili si trovasse un nostro cardinale, egli ha infine deciso di dare lo suo appoggio al cardinale franco, giacchè proveniente dal regno alleato et che certamente sarebbe, da quanto si diceva, sarebbe stato lo favorito, et che infine,difatti, è stato scelto.

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Quando venne concordata la pace con l'Englaterra, li nobili tutti credevano che, con l'Esercito Imperiale finalmente libero di muoversi in soccorso dello Principe nostro, la guerra alli confini orientali et contro l'Aragona sarebbero cessate di lì appresso: L'armata dello Principe difatti, dopo avere tristamente dovuto abbandonare Vienna allo destino suo, et essendosi rafforzata con truppe fresche et desiderose di pugnare con li ignobili Magiari, s'apprestava a partire per riconquistare la città perduta, mentre lo nostro Imperatore, dalle Fiandre già si stava recando verso le Alpi, per assediare lo castello di Thun. Ma nessuno si aspettava che li innimci si sarebbero mossi prima di noi per continuare la loro vile opra et così,nell' anno di nostro Signore 1179 una grande offensiva delli populi slavi venne sferrata a maggior danno dello Impero et a motivo di questo, l'Esercito Imperiale dovette cambiar direzione e anzichè riappropriarsi di Thun, lo Imperatore dovette soccorere lo figlio suo ad est, lasciando lo confine sud esposto ad eventuali attacchi, sebbene li Aragonesi non si fossero più mossi dalla loro ultima conquista;

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La situazione delli confini orientali nell'estate dell'anno di nostro Signore 1179

L'armata dello Principe, durante quello stesso inverno, arrestò la sua marcia verso sud et nell'estate seguente raggiunti li innimici s'impegno nella pugna aiutato anche dalla guarnigione di Praga et infine li Magiari vennero sconfitti in quella che viene ricordata come la Battaglia delli campi di Praga.Quello fu un giorno di grande festeggiamenti per lo populo imperiale giacchè oltre ad aver soccorso la nostra città, nella battaglia perirono un gran numero di nobili Magiari et molti di loro appartenevano direttamente alla famiglia reale, recando certamente molto sconforto allo Re nemico e gravi problemi alla sua dinastia;

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Le forze in campo nella battaglia

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Nelle prime fasi dello scontro, le fila degli innimici vengono sfoltite dallo tiro delli arceri, mentre la fanteria, protetta, si dispone alle spalle loro

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Ecco la carica dello valoroso Principe Conrad sullo fianco sinistro
dello schieramento, minacciato dalli schermagliatori e dalli nobili innimici

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La trista, seppur meritata fine delli principi avversari

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La fine della battaglia.
I sopravvissuti raccontavano che mentre calava, alla fine della giornata, lo sole et anche la terra apparivano più rossi delli altri giorni, a causa dello sangue versato in abbondanza.


Nella stessa estate, li populi slavi assaltarono le mura di Regensburg;lì la situazione era alquanto critica per noi perchè, credendo che li innimici avrebbero concentrato li sforzi loro per conqusitare Vienna e al più attaccare Praga, la guarnigione di Regensburg certo non era pronta per affrontare una armata a piena forza, ma solo piccoli gruppi che avessero, nello caso, cercato di minacciarne lo contado.
La battaglia che ne seguì si rivelò decisamente ardua et molti homini, nostri e loro, caddero pugnando sugli spalti et la sconfitta totale venne evitata solamente grazie ad una compagnia di cavalleggeri che,nelle prime fasi dello scontro, uscirono di gran carriera dalle mura per attaccare l'ariete avversario che venne reso inutilizzabile et così, nonostante la torre giunse infine in posizione permettendo l'assalto, li Magiari non riuscirono a sfondare at alla fine della giornata, esausti et ridotti di numero, dovettero abbandonare lo campo et battere in ritirata et nonostante le tribolazioni incontrate, dunque, lo Impero era riuscito ancora una volta a respingere li innemici et a consolidare la sa posizione.

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L'assedio della città di regensburg.Le forze innemiche erano superiori.

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Lo generale nemico s'appresta a sfondare le difese delle porte

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nella furia della pugna, et sopraffatto numericamente, cade lo generale nemico e li homini suoi vacillano

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Ecco lo cortile interno presso le porte, dove lo scontro fu più duro.

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La nostra vittoria a Regensburg

Giunse nel frattempo l'inverno et l'armata dello Principe, che stazionava nelli pressi di Praga attendendo l'arrivo dello Imperatore Barbarossa, che, data la grandezza dell'esercito e la sua età avanzata, si spostava ormai lentamente, avvistò uno piccolo contingente che si avvicinava alla città: si trattava evidentemente di rinforzi per l'esercito che l'estate stessa aveva cercato di conquistarla et che per qualche motivo a noi ignoto erano giunti troppo tardi per essere d'aiuto alcuno et di nuovo vennero impegnati nella pugna ed annientati.

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Avvistamento presso Praga

L'estate dell'anno di nostro Signore 1181 vide una nuova minaccia contro lo Impero:una grande armata aragonese, che nel frattempo si erano tenuti in disparte, aveva osato risalire le strade che conducevano fino alla casa della famiglia imperiale, presso il castello di Staufen, et non solo, giacchè giunse voce a corte che quei vigliacchi, per meglio sfruttare la situazione a loro vantaggio, avevano anche stretto alleanza con i loro nuovi amici Magiari, onde poter colpire simultaneamente lo Impero Nostro;
L'inverno dello stesso anno, quindi, dopo un veloce assedio, le mura dello castello vennero prese d'assalto: La guarnigione, seppur poco numerosa, era condotta do un giovane nobile imparentato con lo Imperatore et di quale Egli apprezzava le abilità, Federico I di Lorena, et questo, con atto ardito degno dello rango suo, si precipitò fuori dalle mura recando seco il suo seguito e si
scagliò contro l'ariete innemico distruggendolo et sebbene avesse voluto colpire anche la torre e le scale, fu costretto a tornare tosto allo castello perchè già li cavalleggeri innemici si stavano avvicinando, scagliano loro contro pericolosi javellotti; gli innemici giunsero infine alle nostra mura, ma gli homini si batterono coraggisamente al punto di riuscire a respingerli tutti, mentre li nostri areceri abbattevano li loro cavalleggeri et infine, non avendo più homini per riuscire ad entrare nello castello ed aprire le porte, la cavalleria nemica si ritirò.Li valorosi soldati et il nobile Federico festeggiarono, felici di aver respinto li Aragonesi e aver protetto lo Impero, permettendo allo Imperatore e allo principe di continuare la guerra ad est; quello che non sapevano è che negli anni seguenti, gli innemici sarebbero tornati sempre più numerosi, come una leggera pioggia che diventa poi tempesta, per non dar tregua un solo istante allo stremato Impero.

di seguito alcune miniature tratte dalli dipinti rappresentanti le diverse battaglia che avvennero nello decennio sanza pace presso Staufen:

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La guarnigione che nel corso delli anni ha difeso Staufen; sebbene le compagnie venivano rinforzate alla meglio, lo numero delle compagnie non venne mai aumentato, a differenza delli innemici che ad ogni attacco si presentavano più numerosi.

[IMG]http://i49.tinypic.com/24wzock.jpg[/IMG]
Questo è invece uno schema di quella armata che attaccò Staufen
nell'anno di nostro Signore 1181, ossia la prima battaglia.

[IMG]http://i46.tinypic.com/11azy8g.jpg[/IMG]
Le forze in campo durante la prima battaglia;

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L'ariete innimico è stato reso inutilizzabile grazie alla sortita
di Federico I di Lorena;

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L'assalto alle mura comincia;

[IMG]http://i45.tinypic.com/kb7sjs.jpg[/IMG]
La pugna sugli spalti è affar assai cruento;

[IMG]http://i46.tinypic.com/qqy0iv.jpg[/IMG]
Li innemici infine si danno alla fuga

[IMG]http://i47.tinypic.com/fvyok.jpg[/IMG]
Le difese hanno retto, lo campo è nostro!

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L'esito dello scontro;

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La seconda battaglia di Staufen, nello anno Domini 1180;

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Ecco la sorte di chi osa sfidare lo Impero!

[IMG]http://i48.tinypic.com/ngrfx0.jpg[/IMG]
La cavalleria innemica, approfittando delle porte rimaste aperte
per permettere allo nobile Federico I di rientrare, si era lanciata
allo inseguimento, riuscendo ad entrare: fu uno massacro, ma infine trionfammo;

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Ancora una volta, vittoria, per lo Impero!

[IMG]http://i47.tinypic.com/35c0jtt.jpg[/IMG]
La nostra cavalleria si lancia in una sortita per distruggere le macchine d'assedio nemiche, durante la terza battaglia di Staufen; una tattica ormai ben consolidata et trasmessa a tutti li nuovi comandanti;

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Grazie alli nostri cavalleggeri, le scale nemiche, che erano più lontane, vennero distrutte, mentre la cavalleria pesante si occupava
della torre e dell'ariete

[IMG]http://i50.tinypic.com/f4inly.jpg[/IMG]
Li lanceri nostri bloccano li cavalleggeri innemici fuori dallo cancello, per coprire la ritirata della cavalleria che stava rientrando dopo aver fermato le macchine d'assedio;

[IMG]http://i48.tinypic.com/svt2si.jpg[/IMG]
Lo campo fu di nuovo nostro!

Nell'estate dell'anno di nostro Signore 1182, l'Esercito Imperiale era nel frattempo finalmente giunto presso li confini orientali et era pronto a dare supporto all'armata del Principe, che aveva tosto
incominciato la sua marcia verso Vienna;e fu proprio nei pressi di un monastero di frati nello feudo Viennese, vicino alli confini con Salzburg, che l'Esercito imperiale, mentre convergeva su vienna, incontrò sul campo una imponente armata Magiara che si muoveva in direzione di Regensburg; seguì una grandiosa bataglia, nota come la battaglia del monastero, alla quale lo Imperatore nostro partecipò nonostante li suoi 63 anni et che con grande maestria guerresca vinse, annientando li innimici;

[IMG]http://i45.tinypic.com/16gtqf.jpg[/IMG]
Una miniatura raffigurante la battaglia del monastero

ma mentre lo Impero atteneva questa grande vittoria, lo Re Innemico, avendo appreso della morte di tutti quelli nobili suoi presso le mura di Praga, evidentemente adirato per la perdita, si mise alla guida di un altra armata che, avanzando più a sud, lontano dalli occhi delle nostre sentinelle, giunse l'estate seguentead assediare lo castello di Salzburg. Lo inverno dell' anno Domini 1183, il Re magiaro guidò infine l'assalto alla mura di Salzbrug, ma lo nobile Imperiale che comandava la guarnigione, così come fecero li altri, seguito da una compagnia di cavalleggeri, uscì dalle mura et mentre le frecce delli arceri nostri fendevano sibilando l'aria per abbattersi sulli innimici che avanzavano, e li javellotti loro piovevano sulli homini nostri, lo gruppo si divise et abbattè tosto i portatori delle scale, l'ariete e la torre d'assedio, arrestando così l'attacco; ma il Re innimico, ancor più furioso per questa sconfitta, avanzò di persona verso la porta per ingaggiare la cavalleria nostra che si stava ritirando dopo aver compiuto l'eroica impresa; sicchè quando ci raggiunsero et fecero per attraversare li cancelli aperti, vennero investiti dall'olio bollente che li nostri avevano preparato et tuttavia non indietreggiarono, ma si inoltrarono nello castello; e fu a questo punto che li cancelli vennerò prontamente chiusi: ora lo Re innemico con lo seguito suo si trovava in trappola et sebbene combattè valorosamente, rifiutando di arrendersi, venne infine abbattuto et la sua armata si ritirò sconfitta.

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Li nostri valorosi soldati sono pronti a dare la vita per lo Impero!

[IMG]http://i49.tinypic.com/2njd3du.jpg[/IMG]
Li cavalleggeri vanno a caccia di macchine d'assedio fuori le mura
di Salzburg;

[IMG]http://i46.tinypic.com/14xfmop.jpg[/IMG]
Balestrieri Magiari stanno per essere falciati come grano maturo

[IMG]http://i47.tinypic.com/5ff32v.jpg[/IMG]
Le macchine d'assedio innemiche sono state fermate, togliendo loro
la possibilità di attaccarci;

[IMG]http://i48.tinypic.com/2vd200m.jpg[/IMG]
Incurante delle nostre difese, lo Re innimico cerca coraggiosamente di
entrare a Salzburg, furioso per la sconfitta;

[IMG]http://i48.tinypic.com/2e3bwco.jpg[/IMG]
Lo Re innimico entra a Salzburg...non ne uscirà mai più, da vivo;

[IMG]http://i47.tinypic.com/2d8lxdc.jpg[/IMG]
[IMG]http://i46.tinypic.com/htsdwo.jpg[/IMG]
La morte dello Re innimico a Salzburg!



Quando la notizia della vittoria si diffuse, grandi furono i festeggiamenti e molti tra lo populo e li nobili stessi si aspettavano che essendo stato nominato uno sovraintendente, in quanto lo Re innimco era morto sanza più eredi, tutti uccisi pressi i campi di Praga, la guerra avrebbe potuto concludersi, non appena fosse stata riconquistata Vienna, o che comunque, la pressione sulli confini sarebbe certamente diminuita, ma così non fu, e tosto quei maleddetti slavi tornaro all'attacco con grandi armate,come se le precedenti sconfitte non li avessero privati di truppe, neanche se li homini di quei maledetti venissero diritte dalle schiere infinite dei diavoli dell'averno, che Dio ci aiuti!Et sebbene tutti loro comabattevano con accanimento e ferocia, li peggiori erano quelli provenienti dalla zone più interna, vicino alla catena
montuosa delli Carpazi; elli erano certamente più malevoli delli altri, et ciò non sorprende dato che la loro discendenza è quella delli unni, che già occupavano quelle terre, feroci et sanguinari; et li homini nostri giuravano di avere visto certi tra i più malevoli di loro, bere lo sangue degli sconfitti o di quelli catturati, sostenendo che fossero lo Diavolo stesso, che Dio ci protegga!Et sebbene trattasi certamente di ridicole supersitizioni e visione date dalla stanchezza dello lungo pugnare, siamo consci altresì che quelle terre ospitano tuttora molti eretici et adoratori del male, pertanto ne faremo avere notizia allo Santo Padre, che se lo riterrà opportuno, potrebbe inviare li homini suoi a raccogliere informazioni et nel caso, estirpare l'eresia prima che si diffonda ulteriormente; Giacchè un nuovo esercito avversario stava quindi nuovamente marciando verso Praga, di nuovo l'armata dello principe dovette fermarsi per affrontarli: eppure era già provata
dalli recenti scontri,e le forze sarebbero state appena sufficienti per condurre l'assedio; ma non potendo contare su altri eserciti, giacchè quello Imperiale era troppo lontanto, alla fine affrontò li innemci riportando una grande vittoria, ma lo prezzo fu alto, perchè li innemici erano più numerosi, et dopo la battaglia pochi furono li sopravvissuti e lo principe nostro dovette, con gran rammarico, tornare verso Praga per rinforzare le sue truppe esauste.Ma grazie a questa ultima battaglia, ora la via per Vienna era libera et l'Esercito Imperiale giunse infine da sud ovest alle mura della città
e nell'anno di nostro Singnore 1185, lo nostro grande Imperatore ne compì la riconquista.

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L'assedio di Vienna

Ora, per riportare lo Impero alla sua grandezza, abbisognava solamente riconquistare lo castello di Thun e poi, li innemici avrebbero pagato caro l'averci attaccati, perchè presto li loro dominii sarebbero entrati a far parte dello Sacro Romano Impero.
Purtroppo però, perchè li momenti di felicità son destinati a durare poco, lo nostro stimato Imperatore potè rellegrarsi poco della recente sconfittà, giacchè l'anno di nostro Signore seguente, il 1186, egli, ormai sopraffatto dall'età, sebbene appariva in salute, si spense nel sono, arrecando grande dispiacere allo populo, li nobili et tutti li parenti suoi.
Si decise tosto di indire, come era usanza, delle rapide elezioni, in quanto trovandosi in uno stato di guerra, sarebbe stato giusto non attardarsi appresso agli intrighi della politica et a motivo di questo, venne da tutti li Conti Elettori scelto lo Principe Conrad, che già si era rivelato un degno amministratore et abile comandante et che aveva da poco ricevuto la nomina da Sua Santità, tramite missiva recante lo sigillo papale, a Cavaliere sul campo, che diventò quindi lo nostro nuovo Imperatore, et dopo aver tenuto la cerimonia di incoranzione et quella di sepoltura dello suo defunto padre, di cui le spoglie andavano ad unirsi a quelli delli gloriosi predecessori suoi, si rimise alla guida della sua armata che attendeva nei pressi di Praga et mentre ancora da sud ovest la Corona di Aragona tentava invano di conquistare lo castello di Satufen, difeso dall'ormai noto Federico I di Lorena che per le grandi et valorose imprese venne nominato "il Cavalleresco", ora s'apprestava a dirigersi in suo aiuto, per riconquistare Thun, mentre lo Esercito
Imperiale, guidato ora da un capitano subalterno, stazionava presso Vienna, preparandosi a respingere lo contrattacco delli innemici slavi, che di certo sarebbe giunto;

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La nomina dello Principe Conrad da parte di Sua Santità et di
seguito, la triste morte del nostro grande Imperatore Federico I Barbarossa l'afflitto e l'elezione dello Principe

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Nonostante l'Impero si trovasse allora in scarsità di buoni comandanti di cui tanto abbisognava, lo Santo Padre volle quello stesso inverno indire una nuova crociata contro li infedeli mussulmani, con l'obbiettivo di liberare una sulla costa nord occidentale dell'africa, at attualmente
sotto lo controllo di uno di quelli populi che professano l'Islam; lo papa sosteneva che lo numero di cristinani presenti in quella città aumentava sempre di più et pertanto, visto che lo signore suo si rifiutava di concedere la costruzione di una chiesa per onorare nostro Signore, era giunto lo momento di scacciare quei pagani che indubbiamente volevano rendere un servizio allo demonio, che Dio ci protegga, impendento appunto di costruire una nuova casa del Signore a vantaggio delli luoghi di culto loro; et nell'indire questa nuovo et sacro dovere, lo Papa volle che lo Imperatore nostro si mettesse personalmente alla guida di una grande armata, per avvalorare la sua nomina di cavaliere sul campo e per chiedere perdono di tutte le uccisioni che aveva perpetrato ai danni delli fratelli suoi, giacchè con la sua elezione, lo Santo padre aveva riammesso nella chiesa tutti li scomunicati et, con grande sgomento et per motivi ignoti,
venne inoltre minacciato elli stesso di ricevere una scomunica et essere sottoposto alli dovuti accertamenti per sospetta eresia, qualora si fosse rifiutato: una decisione che fece cambiare non poco li rapporti dello Iperatore con la Santa Chiesa, giacchè pur essendosi sempre dimostrato servo devoto et umile di nostro Signore, sempre sia lodato, si trovava ora minacciato da questa richiesta assurda; et ben sapendo che lo Impero abbisognava di lui in questo momento di ribalta, decise di rifiutarsi di rispondere alla chiamata, qualunque sarebbero state le conseguenze.
E' necessario altresì riportare che in tutti questi anni, lo tesoro Imperiale, si è trovato sovente in situazioni critiche, et molte volte non si potè provvedere a pagare li servizi dei nostri guerrieri et come è risaputo, quando le casse rimangono vuote troppo a lungo, la nobiltà incomincia ad infastidirsi, perchè sente la minaccia di nuove tasse e sopratutto crede che lo potere dello Imperatore si stia indebolendo et questo causa sempre uno calo nello Suo prestigio, et soltanto grazie alli commerci della lega Anseatica, si è potuto
più volte risolvere questa spiacevole situazione, che con le loro navi tornavano fino dalli mari dello sud recando grandi ricchezze;

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Ecco alcuni resoconti delli ricchi commerci della Lega, in base ai registri delle capitanerie di porto

Nell'anno di nostro Signore 1187, quindi, con li Aragonesi che continuavano a premere da sud e una nuova armata magiara che già si avvicinava alla città di Vienna, et con la minaccia di una possibile scomunica sulle spalle, lo nostro Imperatore, Conrad di hohenstaufen, che già aveva 48 anni, sentiva più che mai lo peso della nuova corona appena acquisita.

ironman1989.
00lunedì 14 giugno 2010 22:04
Fantastica questa cronaca veramente bella!!!
Complimenti!!!!
Joanni dalle Bande Nere
00lunedì 14 giugno 2010 22:09
grazie ironman solo che se vado avanti così dovrò diventare cronista imperiale a tempo pieno!Mi sa che devo farla un po' più light...solo che succedono così tante cose!Poi mi faccio prendere la mano...notato il pezzo "sulli slavi che venivano dalli Carpazi..." he he he
[SM=x1140411]
ironman1989.
00lunedì 14 giugno 2010 22:13
Si ah ah ah...sono molto curioso di vedere come va a finire!!!
Joanni dalle Bande Nere
00lunedì 14 giugno 2010 22:17
eh...mi sa che ne sentiremo parlare ancora... [SM=g27980]
ironman1989.
00lunedì 14 giugno 2010 22:18
Speriamo!!!
Joanni dalle Bande Nere
00lunedì 14 giugno 2010 22:22
eh...putroppo adesso mi ritrovo anche parecchio impegnato e ancora non sono riuscito a giocare dall'ultima volta....ma non disperate, che le cronache, seppur lentamente, continueranno fino alla vittoria (o la sconfitta) dell'Impero!
Keirosophos
00lunedì 14 giugno 2010 23:40
Speriamo che continuino perchè è davvero una cronaca stupenda!!
davie
00martedì 15 giugno 2010 16:07
Con le immagini hai dato concretezza alla cronaca. Bravo!
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