Imperium Romanum Sacrum Nationis germanicae

Erik il Conquistatore
00mercoledì 2 settembre 2009 13:12
Come da titolo ho deciso di scrivere le gesta del Sacro Romano Impero.
In principio ero molto combattuto, dato avevo in mente di scrivere di Bisanzio ma viste le già diverse cronache su quest'ultimo, ho optato per la mia vecchia partita. Ahimé il problema inoltre era che ormai, in entrambi i casi, ero a partita molto avanzata e i ricordi delle varie imprese erano assai scarsi e non in ordine[SM=g27966] . Per questo ricomincio dall'inizio:

Eccomi qui a narrare le imprese di colui il cui compito è di riportare la gloria di Roma nel mondo. Il nostro grande Imperatore Federico I, detto "Barbarossa", da poco incoronato ha avviato una serie di provvedimenti volti a dare impulso all'unità imperiale. I villaggi, le città e i castelli sono stati affidati a vecchi e nuovi nobili secondo il suo sacro volere ed ora in tutti si sono avviate enormi opere di costruzioni pubbliche e militari. Col volere di Dio le nostre terre diverranno le più grandiose del mondo!!!
Radevico di Rothenburg A.D. 1155

Nell'anno del signore 1156, il 21 Marzo, un delegato della corona di Danimarca si presenta al cospetto della corte imperiale i cui propositi sembrano equi o quantomeno proficui: il re Danese Valdemaro I reca saluti e onorificenze all'Imperatore, proponendo un patto di giusti accordi commerciali. Nella somma saggezza il re dei romani, Federico, acconsente ai termini contraccambiando con una preziosa e generosa alleanza la quale viene immediatamente firmata. Giorni dopo in un concilio dei nobili, tenutosi il 2 Aprile nella fortezza di Wurzburg, il sovrano ha esposto i suoi propositi: "Ai fini delle mie legittime rivendicazioni su quelle terre intendo scendere in Italia. Ho già inviato emissari alle corti Lomabarde e Venete e tranne quest'ultima, ora nostra alleata, la prima guarda con indifferenza se non con disprezzo alle leggi da me poste...". La riunione continuò per quasi tutta la giornata con sommo dispiacere per le mie stanche e insonni membra; che Dio e l'Imperatore mi perdonino!
Ad ogni modo si decise per una eventuale guerra contro i Lombardi, tuttavia prima di ciò intenzione unanime era di fortificare ulteriormente l'economia del regno, certamente non ancora in grado di far fronte a un conflitto dopo le numerose crisi interne del passato.
Mantenendo atteggiamenti esteri cordiali, allacciando rapporti commerciali con il regno d'Ungheria, Federico I ordinò la mobilitazione di una possente armata, al comando del conte del Palatino Ottone di Frisinga, ai fini di annettere le ricche regioni minerarie di Praga.
Nei primi giorni di primavera un buon numero di vessilli imperiali si mise in marcia verso le future regioni dei romani.
Radevico di Rothenburg A.D. 1156

Erik il Conquistatore
00mercoledì 2 settembre 2009 18:13
Il 15 Aprile giunsero i primi dispacci recanti la notizia dell'assedio e le prime notizie negative: secondo un resoconto del nobile Ottone durante la loro avanzata nei campi e nei villaggi, diversi miscredenti ed eretici alla vista delle aquile imperiali si lanciarono in una disperata fuga disperdendosi per i boschi. Molti vennero inseguiti dai nostri cavalleggeri e catturati, ma un numero maggiore riuscì a dileguarsi per, a quanto sembra, unirsi ad altri ribelli della zona dietro alle barricate di Praha. L'inferiorità numerica ha suggerito quindi al condottiero di tentare la presa per fame nonostante il sacro sovrano non sia dello stesso avviso e della stessa pazienza.
Gloria a Dio e all'Imperatore nel scegliere quel nobile comandante!!!
Le sole parole raccontatemi e il trascriverle in quest'opera mi esaltano, quanto avrei voluto osservare di persona allo scontro!!
Dopo circa otto mesi, in autunno inoltrato, la città ribelle ha tentato una sortita contando sulla propria superiorità numerica. Pare inizialmente avessero la meglio dato il grosso del loro esercito si gettò immediatamente nella mischia impegnando la nostra fanteria, mentre il loro capo, scortato da un gruppo di lancieri, si diresse alla destra dello schieramento imperiale, sguarnito e protetto dalla sola cavalleria leggera la quale ingaggiò un aspro combattimento malgrado lo svantaggio tattico. L'aiuto divino però guidò al contempo Ottone e il suo reparto di cavalieri pesanti nel fianco sinistro infliggendo diverse perdite portando terrore e scompiglio nelle schiere nemiche. La pioggia di frecce incendiarie nelle retrovie dei pagani, assieme all'impresa del generale misero ben presto in fuga i ribelli i quali, come delle bestie senza ragione, iniziarono a correre in modo del tutto disorganizzato lasciando strada libera alle lance e alle spade dei nostri. Essendo impegnato con i cavalleggeri e isolato dal resto dell'esrcito, senza più alcuna via per ritornare al sicuro tra le mura, ben presto il comandante avversario venne circondato e trafitto da numerose lance.
Ora gli stendardi dell'impero sventolano irosi nel vento invernale di Praha, nuova suddita di Federico I.

Assieme alla lieta notizia il nostro Kaiser non soddisfatto ottenne due accordi diplomatici: l'alleanza comprendente il commercio e informazioni geografiche con la Francia, firmata il 22 Novembre, e il medesimo accordo pure con il Re Polacco, firmata un mese più tardi il 23 Dicembre.
Radevico di Rothenburg A.D. 1157

I primi del nuovo anno si profilano interessanti specie per la diplomazia interna con diversi matrimoni nobiliari e con la richiesta, di una nuova casata appoggiata da Federico di adottare il primogenito quale suo figlio: Enrico II di Babenberg divenne dopo una lunga e pomposa cerimonia un nuovo membro della famiglia reale!
Il 20 Novembre 1158 si realizza essere uno dei giorni più festosi e sfarzosi quali da tempo non si assistiva, la figlia primogenita del re di Francia convola a nozze con il nostro Sacro Imperatore Federico I, abbandonando così il cognome dei Capetingi per assumere, di gran lunga, quello più nobile degli Svevi!!!

Infine per concludere con buoni auspici per il futuro, il 1 Dicembre l'Ighilterra firma accordi commerciali presso Utrecht.
Radevico di Rothenburg A.D. 1158

Tra il 31 Dicembre e il 1 Gennaio dell'anno del signore 1159, il sacro sovrano ordina il reclutamento e la mobilitazione di un nuovo esercito da inviare, sempre sotto il comando del promettente Ottone, nella regione eretica della Moravia. Comincio a credere che presto o tardi egli scenderà sul sentiero di guerra verso l'Italia tuttavia sembra la ragione gli suggerisca prima di coprirsi bene le spalle da eventuali nemici esterni ed interni prolungando dunque l'attuazione dei suoi progetti. Ulteriore motivo di gaudio e cerimonia riguarda la nascita, nel 19 Maggio, del primogenito di Federico: Lorenz di Svevia!
Possa Dio garantirgli altri figli maschi!
Nei primi giorni invernali l'Imperatore accoglie quale figlio il rampollo di una nobile famiglia, anch'essa emergente sotto l'ala protettrice della famiglia reale: Heinricus di Ratisbona. Pochi giorni più tardi emissari imperiali giungono a Roma stipulando con il pontefice accordi commerciali e scambi di inofmazione geografica, andando a reinsaldare i rapporti tra impero e papato. D'altronde come può il vicario di Dio contraddire il sovrano da lui benedetto?!
Radevico di Rothenburg A.D. 1159

Dopo un anno dedito ai preparativi per la nuova spedizione militare nella primavera del 1161 si festeggia una nuova adozione: Fritz di Duisberg, seguita dalla marcia dei soldati per la regione di Franken salutati e benedetti al loro passaggio dal popolo e dai prelati.
Con sommo dispiacere dell'Imperatore prima che le nostre armate entrassero nella regione della Moravia spie imperiali hanno confermato la caduta della regione per mano di forze polacche. Dopo diversi concili con nobili e ufficiali dell'esercito, Federico sembra sia intenzionato a dirottare l'armata verso le zone ancora pagane del nord anche se diverse divergenze e indecisioni sembrano possano far cambiare idea al sovrano in qualsiasi momento. Certamente con l'inverno ormai avanzato e le nevi nel regno bisognerà attendere la nuova stagione.
Radevico di Rothenburg A.D. 1161













cristiano87.
00mercoledì 2 settembre 2009 18:47
Bella cronaca!!complimenti kaiser [SM=x1140512]

Per curiosità con che giochi?Bc 5.1+Superpack 2.0??
Erik il Conquistatore
00mercoledì 2 settembre 2009 19:46
Re:
cristiano87., 02/09/2009 18.47:

Bella cronaca!!complimenti kaiser [SM=x1140512]

Per curiosità con che giochi?Bc 5.1+Superpack 2.0??



Grazie! Comunque si, prima di iniziare la precedente campagna con Bisanzio avevo aggiornato con BC 5.1 e Superpack 2.0

cristiano87.
00giovedì 3 settembre 2009 09:29
Re: Re:
Erik il Conquistatore, 02/09/2009 19.46:



Grazie! Comunque si, prima di iniziare la precedente campagna con Bisanzio avevo aggiornato con BC 5.1 e Superpack 2.0





Ah davvero!Il caso vuole che noi si sta iniziando un'hotseat proprio con quelle caratteristiche se il sommo kaiser Erik gli desse un'occhiatina per vedere se vi interessa sarebbe per noi un grande onore!!!
Erik il Conquistatore
00venerdì 4 settembre 2009 00:14
Un'immensa mole di carte e un via vai di stranieri, presso la corte di Wurzburg, vede protagonista l'anno del signore 1162. La diplomazia stipula, dopo difficoltosi accordi, patti commerciali con il Regno di Sicilia dei normanni, nonostante a quanto pare essi nutrano ostilità nei nostri confronti, proprio come i Lombardi. Ciò sembra aver irritato profondamente il Kaiser, ritenendosi offeso nei suoi diritti imperiali riguardanti i territori italiani.
Tra la primavera e l'estate rimane aperta la questione dell'esercito di cui il Sacro Imperatore non ha ancora deciso l'obiettivo tranne il suo rientro presso gli alloggi nella capitale. Si raggiungono poi accordi di commercio con la promettente e fiorente Novgorod, peccato solo seguano il credo ortodosso...
Invece a cavallo dell'inverno dopo diverse controversie, dovute principalmente alla diversa religione, vengono stipulati scambi commerciali con gli infedeli Mori.
Radevico di Rothenburg A.D. 1162

Buone notizie giungono con il nuovo anno, presagio di mesi gloriosi. I ribelli pagani delle marche del nord sembrano lottare accanitamente per la propria indipendenza e falsa religione. Spie del sovrano riportano notizie riguardanti saccheggi e piccoli scontri con truppe di avanscoperta Polacche e Danesi, ovvero la situazione migliore per stabilire la pax romana. Senza indugi il Kaiser Federico I, appoggiato dall'intero concilio dei nobili, ha ordinato la mobilitazione dell'esercito, già pronto sotto il comando di Ottone di Frisinga, verso la rocca la cui presa significa il controllo dell'intera regione.
Proprio mentre le truppe imperiali cingono d'assedio Szteteno, il 3 Maggio, i nostri emissari riportano in dono all'imperatore la firma del Basileus sul trattato di alleanza, informazioni geografiche e accordi commerciali. Ciò ha reso grande gioia al sommo sovrano i cui propositi per l'impero bizantino sono di amicizia; forse fin troppo per i miei umili pensieri, tuttavia credo che nella sua grande intelligenza egli brami di unire in matrimonio il suo giovane fratello con una figlia porfirogenita dell'imperatore bizantino al fine di unire nel sangue i due imperi.
Radevico di Rothenburg A.D. 1163

Festeggiamenti accolgono la nascita imperiale di Ingela di Svevia, figlia dell'Imperatore, i quali lasciano in breve posto a preoccupanti notizie provenienti dall'Italia Settentrionale. Pare nelle regioni del veneto vi siano due grosse armate Lombarde i cui spostamenti iniziano a turbare l'intera corte.
Grazie a Dio, il Kaiser ha scelto bene i propri alleati infatti le turbe italiane si sono presto volte verso Bologna preoccupate probabilmente da una minacciosa armata Veneziana diretta in Emilia, la quale pur non avendo dichiarato guerra è motivo di profondo disagio per il Duca di Milano.
Ciò nei mesi successivi ha spinto l'Imperatore a intervenire il prima possibile, sollecitando Ottone a porre fine al più presto all'assedio i cui costi cominciano a divenire gravosi.
Radevico di Rothenburg A.D. 1164

"La caduta di Szteteno", questo il titolo delle canzoni che già diversi bardi e viandanti narrano, probabilmente con il classico velo di leggenda. In realtà la battaglia fu un vero massacro dove molti dei nostri perirono.
Sfortuna vuole che non possieda grosse e precise narrazioni riguardo al vero svolgersi degli eventi per questo mi limito a riportare le nozioni a mio parere più veritiere riguardo i racconti già molto diffusi del popolo. Sollecitato a espugnare il castello dal Kaiser, il nobile generale attese la bella stagione, notando nel frattempo il numero sempre superiore dei ribelli e provocandoli invano a sortite. La notte del 25 Marzo preparò le truppe all'attacco spostando lungo i declivi a est delle mura, a distanza di sicurezza, la cavalleria leggera in modo da attirare, con il rumore, la gente sugli spalti, mentre, il grosso delle truppe con arieti e torri d'assedio iniziava l'avanzata verso l'ingresso e la zona ovest del castello. Dopo un breve vantaggio di sorpresa si scatenò l'inferno sotto forma di frecce e olio bollente. I primi combattimenti negli spalti alla sinistra si rivelarono da subito difficili costringendo i soldati alla dinfensiva mentre il grosso dell'esercito riusciva lentamente, spronato dal generale e da cavalieri pesanti mercenari reclutati nella zona, a creare un varco. Con la fuga del nemico parte delle truppe imperiali potè soccorrere la grave situazione a ovest delle mura mentre il resto proseguiva con l'accerchiamento della piazza per infine catturare tutti i nemici!
La battaglia è diventata famosa più che per le perdite, assai pesanti da parte nostra secondo il mio modesto parere, per il valore mostrato dal generale Ottone, rivelatosi ancora una volta un cavaliere nobile e cortese, poichè dopo il massacro e la cattura di più di 800 ribelli concesse loro libertà nei campi al servizio dell'impero.
Molti prendono ora spunto dalle sue imprese cercando di eguagliarlo nell'animo.
Durante la grossa battaglia la corsa diplomatica non cedette il passo recando accordi di scambi commerciali e informazioni con il regno di Aragona, il 5 Giugno, e soltanto diritti di commercio con i territori del regno di Gerusalemme, l'11 Ottobre.
Radevico di Rothenburg A.D. 1165

Anno infausto quello che si profila all'orizzonte, aprendosi in lutto per la morte di Agnese di Saarbrucken madre del Kaiser Federico I.
Per rispetto della famiglia imperiale nei mesi successivi la diplomazia ed eventuali ordini militari vennero sospesi perciò non mi dilungo oltre.
Radevico di Rothenburg A.D. 1166


P.S. : Mi scuso dato avevo fatto diversi screen della battaglia ma non sò il perchè non lì trovo più...devo aver sbagliato tasti nella tensione del combattimento [SM=g27964]

boboav
00venerdì 4 settembre 2009 10:25
condoglianze
Tancredi d'Altavilla
00venerdì 4 settembre 2009 15:25
Bravissimo Erik, finalmente una cronaca della mia fazione preferita (oltre ai crociati), non vedo l'ora di leggere il seguito, peccato per le immagini ma succede nella "foga della battaglia". Io mi scordo sempre di farle [SM=x1140441]

Aspetto con impazienza [SM=x1140440] [SM=x1140429]
Fabius Maximus Germanicus
00venerdì 4 settembre 2009 17:48
bellissimo racconto complimenti Erik! ;)
Erik il Conquistatore
00venerdì 4 settembre 2009 19:02
Dopo un lungo lutto, in cui grazie a Dio l'Impero non ha subito nussun tipo di pressioni, è giunto il momento di slacciarsi il velo nero per imbracciare la spada, e nel mio caso il calamaio.
Buoni racconti giungono dall'oriente con il disgelo delle nevi, pare infatti che la Jihad indetta anni fà dagli islamici al fine di espandersi verso est sia fallita. Ciò lascia presagire debolezza da parte degli infedeli, come giustamente dovrebbe essere per un popolo nemico di Dio. Oltre questi fatti lontani, nella data del 14 Maggio viene stipulata l'alleanza con il regno di Castiglia assieme a lucrosi scambi commerciali e informazioni geografiche.
Poco prima degli inizi dell'autunno il nobile signore di Magdeburg, Alberto l'Orso, lascia i famigliari per ricongiungersi al Signore, richiamando nuovamente il regno al nero. Tuttavia in questa occasione la diplomazia non cessa i suoi movimenti portando alla firma di un trattato commerciale con gli infidi Turchi Selgiuchidi.
Radevico di Rothenburg A.D. 1167

La morte sembra aver posato la sua mano nell'Impero prendendosi la vita, dell'anziano figlio adottivo dell'Imperatore, Enrico II.
Che Dio abbia pietà di noi togliendo questo manto oscuro!
Primi segni positivi avvengono verso la fine dell'estate, con il Kaiser determinato a scendere definitivamente in Italia e per questo scopo indire diversi consigli di guerra con i più alti ufficiali. Il piano elaborato nei concili richiedeva la mobilitazione di due armate: una sarebbe scesa dalla Svizzera, sotto il comando del fratello del Sovrano Corrado di Svevia, a tal fine promosso Erzmarschall. Mentre l'altra sotto il comando di Federico stesso, da Salzbrug avrebbe mosso contro il Veneto.
Poco prima di Natale emissari portoghesi accettarono le nostre gentili richieste di commercio e informazioni.
Radevico di Rothenburg A.D. 1168

I preparativi per la guerra furono enormi ed assorbirono numerose risorse sia finanziarie che umane. Dato il mio ruolo scenderò con il Sacro Imperatore ed il suo esercito, per osservare di persona e riportare le sue gloriose gesta. Passato un lungo anno, l'intero 1169, di allestimenti militari, la colonna di soldati si mise in marcia da Salzburg, salutata da una marea di gente che come un fiume in piena riversava i suoi auguri su di noi. Alla testa del serpente umano splendeva il braccio armato di Dio, il nostro Kaiser Federico I, con i suoi fidati cavalieri e un immenso sventolio di vessilli.
In seguito a diversi giorni di marcia ci fermammo presso il passo che segnava il confine delle regioni imperiali e qui per ordine del sovrano le nostre truppe costruirono un forte di guardia a difesa del valico. Durante la nostra permanenza sui monti, staffette continuavano la loro corsa attraverso il regno portando ovunque gli ordini e le richieste dell'Imperatore. Fu così che nel periodo invernale del 1170 ci raggiunsero le notizie di informazioni geografiche da parte degli Inglesi e di un vantaggioso commercio con il sovrano Russo.
Radevico di Rothenburg A.D. 1170

Sia ringraziato il Signore! L'inverno è giunto al termine e con esso, spero, la tosse che mi ha perseguitato.
La nostra avanzata ha ripreso entrando nella regione veneta, mentre nel frattempo il nobile Corrado si prepara a mobilitare le sue truppe contro il castello di Lugano.
Cattive notizie raggiungono però, verso Febbraio, il nostro sacro sovrano: Il cardinale Pèter è spirato, inoltre il Pontefice ci informa che non approva l'atteggiamento bellicoso dell'Imperatore, pertanto i rapporti di cordialità restauratesi si sono nuovamente incrinati.
Un mese più tardi le nostre forze raggiungono la rocca di Verona e la cingono subito d'assedio per espugnarla appena concluse le opere di costruzione quali torri e scale.
La battaglia è stata piuttosto breve e poco violenta data la scarsa resistenza delle poche truppe a difesa: aperti i portoni grazie alle spie precedentemente infiltratesi, un buon numero di fanti si è riversato subito nelle strade del castello, seguiti dal Kaiser, frattanto che altri soldati scalavano le mura a est e a ovest. Brevi fendenti e affondi di spada misero in fuga il nemico, il quale venne facilmente circondato e catturato per poi essere generosamente liberato dal caritatevole Imperatore.

Radevico di Rothenburg A.D. 1171


Erik il Conquistatore
00martedì 8 settembre 2009 21:57
Il tempo passa per tutti purtroppo. Per questo motivo, all'arrivo di emissari ungheresi, recanti l'offerta matrimoniale della primogenita del re, con il principe Corrado ormai non troppo giovane, l'Imperatore ha acconsentito. Dovendo abbandonare i propri progetti di unione con Bisanzio il Kaiser ha notato in ciò una proficua alleanza, sperando al contempo che i rapporti diplomatici si mantengano stretti e non portino in future rotture con Costantinopoli.
Finalmente dopo diversi lutti una nuova cerimonia matrimoniale s'è tenuta nel regno dei romani, portando gioia e feste!
In seguito a una sontuosa cerimonia, seconda soltanto a quella del sovrano, Elisabetta d'Ungheria si è unita al Principe divenendo una Principessa Sveva

Soltanto una settimana più tardi verso la fine di Gennaio due importanti missive ci giungono a Verona. La prima recanti notizie di una nuova crociata indetta dal Pontefice contro la città infedele di Urfa, a cui già si sono unite le forze polacche, del regno di Gerusalemme e di quegli infidi Lombardi, certamente ai fini di ingraziarsi il Papa. Quest'ultimo inoltre pare abbia scritto, in modo assai arrogante, al Sacro Imperatore un "ordine" di partecipazione alla Santa guerra per il prode fratello Corrado, sicuramente con l'intenzione di deviare l'armata al suo comando, ormai prossima a Lugano. La seconda conteneva invece una richiesta da parte dei nobili, in particolare di alcuni aventi parenti in Emilia, di conquistare sotto lo stendardo imperiale la regione di Bologna.
Posto in una situazione assai difficile il Kaiser, indetti numerosi consigli di guerra, ha deciso, con l'appoggio degli ufficiali, di muovere verso l'Emilia Romagna, inviando al nobile Corrado un dispaccio scrivendogli di conquistare il più velocemente possibile Lugano, e l'intera regione, per poter indossare la croce.
Nei mesi d'autunno ed inverno il movimento crociato aumenta le sue schiere contando anche armate francesi mentre i nostri diplomatici ottengono diritti commerciali con i cumani. Il 25 Novembre convola a nozze il figlio adottivo dell'Imperatore Heinricus di Ratisbona con la nobile Olga di Brema.
Radevico di Rothenburg A.D. 1172

Come ordinato dal fratello, Corrado è giunto presso la rocca di Lugano ponendola sotto assedio nei primi giorni di Febbraio, periodo in cui, al seguito del Kaiser Federico, attraversavo i villaggi emiliani.
Secondo preziose informazioni del popolo, e in particolare delle spie, una consintente armata si trovava in una piccola località vicino Bologna. Ahimé ormai la vecchiaia comincia ad annebbiarmi la mente perciò non ricordo il nome di quel luogo. Ad ogni modo il Saggio Imperatore decise di dar battaglia così da poter entrare nella città senza incorrrere in rinforzi nemici.
Accampatisi, l'11 Marzo, lungo un piccolo fiumiciattolo attendemmo la notte; obiettivo del sovrano era utilizzare il buio per poter uccidere e catturare di sorpresa il nemico impedendo aiuti dalla guarnigione cittadina, distande soltanto due ore scarse di marcia. Avvenne l'impensabile: quando le stelle erano alte e luccicanti nel cielo notturno, le truppe imperiali si disposero lungo il pendio collinare avanzando lentamente fino a quando videro stendardi e ogni sorta di vessillo recante l'araldica di diverse casate Lombarde. Era lampante che avessero avuto la stessa idea.
Senza indugi i nostri uomini ripresero l'avanzata con la truppa di cavalleggeri sul lato destro e un piccolo manipolo di lancieri assieme al Kaiser alla sinistra.
Brevi schermaglie di frecce infuocate lasciarono presto il passo all'arma bianca. Cavalleggeri avversari aggirarono i pochi lancieri alla sinistra, dispostisi sulla difensiva mentre l'Imperatore col proprio seguito lì mise in fuga per poi spostarsi dietro lo schieramento nemico. Allo stesso modo intanto che gli schieramenti di fanteria erano impegnati, la cavalleria leggera si portò anch'essa alle spalle dei nemici e congiunti al Kaiser caricarono la scorta del comandante lombardo. Quest'ultimo visto il pericolo rispose caricando a sua volta richiamando truppe di lanceri affinché si disimpegnassero dal combattimento e accorsero in aiuto. La tattica inizialmente funzionò tanto che per un breve momento, dalla mia postazione sulla collina, temetti la morte per il Sovrano ma fortunatamente i nostri soldati riuscirono ad aprire una breccia nello schieramento avversario, ormai smembrato, potendo raggiungere Federico e i suoi, soccorrendoli. Prima di essere circondato totalmente il generale nemico si diede alla fuga, portandosi via il poco morale rimasto ancora ai suoi uomini i quali entro breve lo seguirono, consegnando
un'altra vittoria all'Impero.

Mosso dallo spirito divino l'Imperatore decise di non giustiziare i prigionieri ma di scambiarli in cambio di un riscatto che ottenne e gli permise di poter proseguire, nelle settimane seguenti, all'assedio di Bologna.
Alla fine dell'estate il nemico, forte di una buona guarigione e degli uomini sopravvissuti grazie al riscatto, tentò una sortita condannandosi con le sue stesse mani:



utilizzando la stessa tattica adottata dal nobile Ottone, il Kaiser Federico, aggirando i fianchi con la cavalleria mentre bersagliava le retrovie nemiche con gli arceri e tratteneva il resto con la fanteria ottenne una splendida vittoria prendendo la città!


Radevico di Rothenburg Estate A.D. 1173



Erik il Conquistatore
00venerdì 11 settembre 2009 00:03
Troppo a lungo il sovrano ha tirato la corda la quale sembra essersi rotta. Il Pontefice ha scritto una missiva contenente una minaccia di scomunica: "Se per almeno tre anni e mezzo sua Maestà Imperiale Federico I non cessa l'ostilità contro i lombardi, verrà scomunicato".
Come può egli fare ciò? Minacciare la sacra figura Imperiale, la cui mano opera nella volontà di Dio, colpendo gli infidi e miscredenti che gli si oppongono? Una risposta assai ardua da trovare.
Incurante degli avvertimenti il Kaiser scrive al principe affinchè attacchi e catturi il castello. Quest'ultimo negli ultimi mesi nonostante inizialmente poco difeso sembra si sia magicamente riempito di truppe, probabilmente, secondo resoconti di Corrado, il Conte lombardo messo alle strette ha chiamato a raccolta tutti gli uomini in grado di combattere, affidandogli armi e armature.
Comunque, il 30 Novembre, si consumò la terribile Battaglia di Lugano nota in seguito anche come la Battaglia della Scomunica.
Qui di seguito riporto i fatti narrati dal mio amico, collega, Werner di Freising, presente in quel sanguinoso giorno al seguito del principe.
"Il maestoso Principe Imperiale, disposte le truppe, diede ordine di avanzare all'ariete, e ai soldati aventi le scale, di muoversi verso le mura del lato ovest, nord-ovest.
Non appena furono a portata, le frecce e i quadrelli nemici piombarono su di noi come saette, abbattendo da subito un buon numero di validi e coraggiosi uomini. Tuttavia, questi ultimi raggiunti gli spalti ingaggiarono un cruento combattimento con la spada, permettendo al resto della nostra fanteria di muoversi, senza timori, all'interno del castello per l'ingresso ormai sgombro, grazie all'ariete.
Nel cortile interno una selva di lance, impossibile da contare, ci attendeva come benvenuto infilzando cavalli e soldati in un caotico panorama di sangue e interiora.

Il numero compensava l'abilità infatti sugli spalti i nostri non riuscivano più a contenere il gran numero di arceri e balestrieri i quali liberandosi sempre più ripresero il tiro infernale, dimostrando in questo modo gran poco onore, e conto, dei propri compagni impegnati nella mischia. I corpi s'ammucchiavano di continuo costruendo in breve una pila tale da sembrare un secondo muro.
Grazie a Iddio, la tattica nemica di autobersagliarsi recò, anche se meno morti in numero, una grande perdita nel loro esercito con la caduta del generale il Conte Jacopo, aumentando così la loro angoscia, vedendo in ciò il futuro alla quale sarebbero incorsi.


Presi dal panico diversi soldati si misero in fuga andando ad incrementare la pila di cadaveri. Mentre il Pincipe Corrado si lanciò all'inseguimento dei fuggitivi, con un pungo di arceri e cavalieri, il resto delle truppe si lanciò sulle torri e sugli spalti per dare man forte ai nostri, ormai circondati.

Sembrava che il Signore si prendesse gioco di noi! Dopo averci aiutato eliminando il prode condottiero nemico, insinuò nei cuori dei nostri, già provati dalla stanchezza, la paura e il panico. Come un grosso incendio che si propaga, nel giro di pochi secondi tutti i soldati lasciarono le armi per scappare dai nemici, i quali ripresi psicologicamente iniziarono ad incalzarli. Accortosi del disastro il Principe diede ordine agli arceri di prepararsi mentre egli con la sua scorta tornò verso l'entrata tramite dei vicoli cittadini.
Massacrati diversi uomini dell'imperatore, le truppe nemiche, sicure di avere la vittoria in mano, risalirono la strada principale caricando gli arceri nel corpo a corpo i quali con grande ardore e infinito coraggio trattennero i nemici fino all'arrivo del generale.
Costui richiamata l'unica truppa rimasta di riserva, costituita da fanatici mercenari, unitisi all'esercito durante l'attraversata delle alpi, prese alle spalle il nemico sterminandolo.
Avanzando poi verso la piazzetta della rocca mise fine alla battaglia conquistando Lugano.

Tuttavia la vittoria fu assai amara per la perdita di così tanti uomini".

Alla sanguinosa conquista si aggiunse la scomunica pochi giorni dopo, adirando il sovrano come non mai, probabilmente teso più per la perdita dell'esercito del fratello che del comprtamento papale.
Radevico di Rothenburg Inverno A.D. 1173

Lieti festeggiamenti accompagnano la giornata del 12 Gennaio dell'anno 1174. Nasce il primogenito di Corrado, Eusebius di Svevia, nipote del Kaiser.
Nella metà della primavera giungono le notizie della presa di Urfa da parte di forze polacche, rendendo gioia al Pontefice e a tutti i cristiani.
Verso i primi giorni estivi notizie di spostamenti nemici aumentano l'ira dell'Imperatore: secondo resoconti di sentinelle e spie due grosse armate, una da Firenza l'altra da Milano si dirigono rispettivamente a Verona, difesa da una piccola guarnigione, e qui a Bologna. Seguirono giorni intensi e frenetici in cui diverse staffette portarono messaggi e ordini ovunque nell'Impero, di cui ignoravo il significato ma che compresi, almeno in parte, nei primi giorni d'autunno. Il 29 Settembre ci raggiunse una lettera firmata dal nobile Corrado, accompagnata da una di Werner in cui era descritta la fulminea battaglia di Milano:
"Ricevuto l'ordine dal sacro fratello, il Kaiser Federico I, il mio signore radunato un piccolo manipolo di uomini e cavalleggeri si diresse a marce forzate verso la grande città fortificata di Milano.
Con l'aiuto di spie e benedizioni divine, degli abitanti filoimperiali aprirono le porte cittadine, consentendo ai nostri uomini di entrare nelle strade e sconfiggere la piccola guarnigione, costituita dal solo Duca con la propria scorta. Senza speranze di vittoria il Duca combattè con animo e valore ma alla fine si arrese alla stanchezza venendo ucciso assieme ai suoi, consegnando Milano a Corrado."



Radevico di Rothenburg A.D. 1174

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