L'Azteco (Aztec)

gio med II
00giovedì 27 settembre 2012 22:59
Gary Jennings
1520 circa.
In un lasso di tempo brevissimo la più potente nazione europea si trova a controllare un territorio immenso nel Nuovo Mondo. Per saperne di più su ciò che ha ottenuto Carlo V, re di Spagna e imperatore del Sacro Romano Impero, richiede al Legato e Cappellano di Sua Maestà Juan Zumurraga, ex inquisitore divenuto ora vescovo del Messico e "protettore degli Indios", di interrogare degli anziani indios per conoscere la storia di quelle terre. Dato l'eccidio di pochi anni prima trovarne uno è difficile, ma quando questo viene trovato...
<<Abbiamo invitato l'Azteco a prendere posto e a narrarci la storia della vita sua. I quattro frati, laboriosamente intenti a vergare i loro ghirigori Titoriani, non hanno, da allora in poi, perduto una delle parole che cadono dalla bocca dell'Indio. Cadono? Preferibile è dire: parole che si riversano a torrenti, di volta in volta ripugnanti o corrosive...>>

Libro che si muove tra storia e romanzo, fatti effettivamenti accaduti e la vita del protagonista, racconta la civiltà azteca attraverso l'apogeo e la tragedia si può definire un romanzo storico nel senso più largo del termine; come uno di Manfredi diciamo per un paragone (ma è meglio di Manfredi ;) ). Uno dei miei personaggi preferiti in assoluto una volta finito i due volumi (800 pagine complessive) che merita assolutamente secondo la mia opinione. E dopo averlo letto non scelsi mai più gli spagnoli come fazione.
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