La Lirica di Botticelli e cambiamenti storici nella Firenze del Rinascimento

AlexPraetorium
00giovedì 12 aprile 2012 23:05
Ovvero, l'arte e la storia che si... fondono!
Premettendo che scrivo per passione e che sarà un excursus artistico-storico che servirà sia a me (che domani ho un'interrogazione), sia per voi, mi accingo, qui sotto, a scrivere e a mostrare come l'Arte e la Storia siano fortemente legate tra loro, addirittura nell'arco di 40 anni soli.



La Lirica di Sandro Filipepi e gli avvenimenti storici della Firenze Rinascimentale.

Siamo nell'arco di tempo che va dal 1445, anno in cui nasce Sandro Filipepi, meglio conosciuto come Botticelli, fino all'anno dell'inizio del suo eterno sonno, nel 1510. Un artista, una voce solista in un'orchestra di artisti che hanno caratterizzato il tramonto più maestoso, colorito e potente della storia della Penisola Italiana, lasciando poi posto alla notte, non meno spettacolare, del Barocco Italiano.

Botticelli iniziò la sua carriera fin da giovane, come era sovente a quel tempo, facendosi influenzare dal Pollaiuolo e dal Verrocchio, mentre il periodo di apprendistato lo ha a Firenze nella bottega di Filippo Lippi. Fin dalle sue prime opere spicca la sua più grande e marcata caratteristica, cioè la presenza della Linea Fiorentina (di cui è diretto figlio) che con il Botticelli diventa lirica, armoniosa, continua e leggera. La linea in natura non esiste, serve solo a contornare le figure e i soggetti per idealizzarli e mostrarli come li vediamo noi; non ha il compito di mostrare la realtà, e da qui si arguisce anche come Botticelli sia influenzato dal Neoplatonismo di Marsilio Ficino.*

*In parole spicciole, Platone vedeva due mondi, quello delle idee e quello delle cose. Le cose erano imitazioni imperfette delle idee.

Neoplatonismo appunto, cioè la filosofia applicata all'arte, in tutti i sensi. Altra caratteristica tipica di Botticelli, figlia del Rinascimento, è una leggera vena di malinconia delle sue opere, non tanto causata dal momento vissuto nella scena, tanto quanto la consapevolezza del decadimento della bellezza e delle cose terrene, come nella famosa poesia di Lorenzo il Magnifico. Analizzando due famose opere di Botticelli, andremo a vedere prima il movimento tipo della sua linea con "La Primavera" e, dopo, la malinconia più marcata ne "La Nascita di Venere".



La Primavera --> www.frammentiarte.it/dal%20Gotico/Botticelli%20opere/16%20Botticelli%20-%20la%20Prima...

Ogni quadro che noi osserviamo possiamo analizzarlo in due modi: o vedendone ogni singolo particolare e leggerlo come si leggono le lettere che compongo le parole e, a loro volta, compongono un periodo; oppure possiamo guardarlo nel suo insieme e descriverne l'impatto emotivo che ci crea. Ecco, noi con Botticelli andremo nel mezzo, cioè leggeremo in modo generico l'Opera, senza però andando a caso e, anzi, seguendo un ordine preciso. Aprendo il link sopra postato e mettendolo accanto a questa spiegazione, osservate l'immagine da destra verso sinistra. Possiamo vedere Zefiro che insegue Flora, la quale forma, o meglio, crea o precede la Primavera personificata. E' di facile apprendimento come la linea fiorentina qui sia sinuosa, lirica, e non sia un insieme di corpi differenti, come in una polifonia, ma come un solista che si distingue dal fondo musicale. Ecco, la linea di Botticelli è monofonica, solista, pulita, distinguibile. E' disegnata con un ampio movimento, tutto assieme, senza interruzioni con angoli, spezzettature o brusche deviazioni. Al centro, distaccata da tutti abbiamo Venere, posta più indietro rispetto agli altri personaggi. A sinistra di Venere troviamo le tre grazie che danzano e Mercurio. Importanti sono le considerazioni da fare su Venere, distaccata e, anche se indietro rispetto agli altri personaggi, è posta anche più in rilievo, in quanto sembra più alta, senza contare la nicchia che formano le curvature dei rami dello sfondo, degli alberi. L'ariosità del quadro è data dall'azzurro del cielo e, altro elemento è la presenza di oltre 500 specie di piante nel giardino, ancora presenti in primavera a Firenze. Da qui si evince l'attenta osservazione del reale da parte dell'artista, figlio e padre del Rinascimento che, con profondo rispetto di una natura eterna, reale ma, anche, quasi "sacra" che non viene calpestata minimamente neanche dalle figure in movimento nella scena. Presente anche qui una leggera nota di malinconia, nata dalla consapevolezza della caducità di questa gioia e festa. Il colore non invade la scena, non è forte, ha un ruolo di copertura e sottolineatura di certi elementi, come gli aranci degli alberi e della morbidezza delle figure.

Il Rinascimento, epoca di riscoperta dei classici, di amore per la natura e caratterizzato da un edonismo malinconico influenza, naturalmente, l'Artista.



"La Nascita di Venere". --> www.copia-di-arte.com/kunst/sandro_botticelli/15-1.jpg

Ecco l'edonismo malinconico di cui parlavo poche righe sopra. Aprite sempre l'immagine e mettetela al fianco della descrizione. Osservate come ogni elemento converga su Venere, disegnata con la classica linea continua e lirica. I Venti personificati convergono verso la dea. Il volume è dato da un leggero chiaroscuro mentre i colori si stendono timidamente sulle figure. Notate, però, la forte malinconia della scena. Non si evince dalle espressioni del viso e nemmeno dai colori, è una malinconia che traspare l'immagine, che la permea. La storia ci insegna che intorno al periodo in cui è stata composta l'opera, intorno al 1480, iniziano le predicazioni del Savonarola a Firenze. Si grida all'apocalisse e alla corruzione degli uomini, mentre, allo stesso tempo e di conseguenza, la linea di Botticelli inizia a vibrare, come una corda immobile improvvisamente pizzicata. Se Venere è contornata da una linea continua, lo stesso non si può dire della costa spezzettata, e delle onde del mare, le quali formano addirittura una V.

Da questo momento in poi la linea dell'Artista cede, si spezza, diventa convulsa e quasi violenta.
Basta osservare la "Natività Mistica" (1501) per rendersene conto (Savonarola è morto da tre anni e la città ancora freme.
) --> upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/c5/The_Mystical_Nati...

Savonarola è morto da tre anni e la città ancora freme.

Com'è piegato Giuseppe, la danza convulsa e caotica degli angeli in cielo, la zeta capovolta del sentiero che porta alla grotta. Firenze è in piena agitazione, i roghi della vanità sorgono come funghi nel bosco e i quadri del Botticelli diventano pieni di angoscia: "La Calunnia" e il "Compianto sul Cristo Morto" ne sono un esempio lampante. Non ci troviamo più davanti a un "Pallade e il Centauro" --> upload.wikimedia.org/wikipedia/it/d/d2/Botticelli%2C_pallade_e_il_centauro...

caratterizzato da colori tenui atti a sottolineare la linea stessa. Il misticismo ha influenzato l'ultima parte dell'attività vitale ed artistica di questo grande personaggio, ultimo utilizzatore e massimo esponente della linea fiorentina.

The Housekeeper
00venerdì 13 aprile 2012 09:49
dieci e lode! [SM=x1140522]
Fulcherio;
00venerdì 13 aprile 2012 13:13

roba buona [SM=x1140428]

p.s. ma il branca che fine ha fatto?? [SM=x1140524]
AlexPraetorium
00sabato 14 aprile 2012 13:50
Grazie! Ho preso 7 all'interrogazione però! ahahah
ironman1989.
00sabato 14 aprile 2012 21:07
Re:
Fulcherio;, 13/04/2012 13.13:



p.s. ma il branca che fine ha fatto?? [SM=x1140524]




Credo sia incasinato col lavoro per ora, è un po' che non si fa sentire [SM=g27969]
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