Monetazione

Eazy_E
00martedì 4 gennaio 2011 12:54
Cosa successe alle monete al crollo dell'impero romano?
Che sistema di pagamento si utilizzava dato che il conio ormai non era più valido,dato che l'impero non esisteva più? [SM=g27982]
GlaucopideSophia1
00martedì 4 gennaio 2011 23:00
Beh dipende dai luoghi , comunque non è vero che il conio non era più valido , il denaro allora era fatto di bronzo , argento o oro , tutti metalli che mantenevano un certo valore , valore che dopo il 476 seguiva il mercato , quindi ad esempio le monete d' oro essendo più scarse tendevano ad incrementare il loro valore rispetto al periodo precedente .
A causa dello stato di caos presente a nord delle alpi il commercio fra le regioni mediterranee e la gallia , la germania e la britania si ridimensionò molto portando ad una minore circolazione di monete preziose , precedentemente infatti i soldati romani mentre difendevano queste regioni introducevano nei mercati locali monete di valore , permettendo poi ai locali di acquistare beni provenienti dal mediterraneo , ma con il crollo del sistema difensivo ciò non poteva più avvenire , e visto che queste regioni esportavano poco nel mediterraneo finirono a lungo andare di esaurire le loro riserve auree (comunque le monete d' oro non cessarono di esistere in quelle regioni , divennero semplicemente più rare), i nuovi stati cercarono di sopperire alla domanda coniando nuove monete d' argento e bronzo (questo perchè avevano miniere di questi metalli) , mentre nelle campagne in alcuni casi si poteva ricorrere a forme simili al baratto (ma in campagna ciò avveniva anche durante l' impero), invece nel mediterraneo ancora per diversi anni non ci furono grossi cambiamenti , ne di valore delle monete e nemmeno di forme e pesi , rimasero attive diverse vecchie zecche e ci fu una buona ripresa economica .
Eazy_E
00mercoledì 5 gennaio 2011 15:22
Benone!Grazie della risposta,era una domanda che mi ponevo da tempo.
Antioco il Grande
00sabato 29 gennaio 2011 14:51
In verità cambiò poco o niente. La parte orientale dell'Impero continuò a coniare in oro, argento e bronzo (c'erano zecche a Bisanzio, Tessalonica, Antiochia); l'Europa occidentale coniò solo monete in argento e, soprattutto, bronzo. I barbari, appena insediati, non comprendevano le leggende incise, ma capivano l'importanza della moneta, quindi iniziarono a coniare monete che erano copie, più o meno buone, delle monete bizantine che giravano nei loro paesi. I numismatici le chiamano "monete d'imitazione", oltre a coniare le monete, i barbari ne copiavano le leggende e le figure incise, quindi abbiamo monete in bronzo, vandale o gotiche o franche, ad esempio, che recano leggende incomprensibili, tutti i barbari mettevano quasi sempre lettere a caso, ed il volto dell'imperatore d'Oriente. La cosa era diffusa in tutti i regni romano-barbarici e l'Oriente lasciava fare considerando il fatto un riconoscimento formale dell'autorità imperiale, come se i regni barbari fossero vassalli di Bisanzio. Del resto i Goti s'erano insediati in Italia su invito imperiale.

Se i regni si sviluppavano, si assiste ad una seconda fase in cui le monete smettono di recare il volto dell'imperatore ed iniziano a recare l'effige del proprio sovrano. La cosa è chiara con i Longobardi. Al loro arrivo in Italia i Longobardi non hanno moneta, quindi copiano quelle di Giustino II e Maurizio, con ottimi risultati, anche le leggende sono comprensibili e sensate. Nel VII sec. le leggende peggiorano, venendo sostituite da lettere senza senso, poi con re Cuniperto abbiamo il cambio ed il salto di qualità. Le monete longobarde sostituiscono il volto dell'imperatore con quello del proprio re e vi incidono anche il suo nome. Questa nuova fase continuerà fino alla conquista franca. Una cosa simile avviene anche nel regno franco che raggiunge le sue fette numismatiche con Carlo Magno.
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