nell'anno del signore 1178 il mio signore mi ordinò di scrivere sulla guerra per la sicilia, e la sua corona!
mi inviarono tre anni fà, la situazione, purtroppo, era quasi precipitata.
Corrado Caetani, il primogenito del granduca de Umbria et Tuscia, pose l'assedio alla capitale del regno di sicilia, palermo. i pittori "veloci et laboriosi" erano stati assoldati per "commemorare la vittoria". prima dell'assalto alla città la difesa avversaria era stimata in 200-300 unità. furono invece richiamati i battaglioni veterani delle guerre d'africa e queste truppe furono equipaggiate con nuovi armamenti e armature. erano solo cinquecento uomini contro i nostri novecento. dei nostri ne perirono seicento, degli avversari nemmeno un centinaio.
i rimasugli imbarcarono in tutta fretta e ripiegarono verso napoli, con l'intento di assediarla con così poche unità. per fortuna il primogenito Corrado fu persuaso, per gloria et grazia di Dio, Deo Gratias!, a ripiegare con i sopravvissuti a Pisa, dove fu rifornito abbondantemente dal padre di rinforzi, benedizioni e rimproveri.
avrei voluto documentare la sconfitta con qualche dipinto o miniatura, ma tutti questi beni furono saccheggiati dai nemici dopo la battaglia, visto che i nostri furono costretti a fuggire di corsa verso le navi abbandonando le ricchezze, i servitori e le prostitute nell'accampamento.
il secondogenito invece si dimostrò più intraprendente, e tentò il tutto per tutto. inviò la marina per impedire sbarchi dall'altra parte dello stretto. la flotta purtroppo arrivò troppo tardi, e permise a 5 battaglioni nemici di raggiungerne 3 già aqquartierati nei pressi di Messina. vi fù una battaglia, una nostra vittoria. le truppe nemiche restanti ripararono in fuga verso la città ben fortificata di Siracusa.
qui racconterò l'assedio di siracusa, grazie alla cronaca di un capitano di cavalleria, riporto qui il nostro incontro et dialogo:
mi avvicinai alle scuderie, e notai ventisei cavalieri normanni vestiti da "servientes" attendere. furono avvicinati poco dopo dal mio amico capitano corrado gaenio, l'ultimo sopravvissuto della sua compagnia di ventisette cavalleggeri. i normanni si sbeffeggiarono immediatamente di lui, allorchè lui si avvicinò a quei giovani nobili sconfitti, e ne schiaffeggiò pubblicamente il più robusto e impertinente, imprecandogli contro. il normanno reagì, e venne prontamente disarmato con un solo e ben approntato fendente di spada. tutti seguirono gli ordini del capitano e vennero a formare la nuova campagnia di cavalleggeri. così poco dopo il capitano si avvicinò a me, e iniziò il suo racconto: [venimmo a sapere che vi erano mille uomini a disposizione dei nemici, e inoltre sei battaglioni nemici erano stati avvistati tra i monti. questo nel dicembre del 1177, per fortuna si ritirarono, inspiegabilmente, quattro mesi dopo, perdendo l'opportunità di accerchiarci. le nostre spie forse gli avevano fornito informazioni su un secondo assolto a Palermo, che però bhe... è ancora in programmazione!!! ahah!]
[ci disponemmo quindi a respingere una loro sortita. in Sicilia si trovano molti veterani delle guerre di Tripoli, e questi furono equipaggiati a tutto punto per fronteggiarci. i nemici erano molti, erano leggermente superiori a noi. ma con un solo reparto di cavalleria, al contrario dei nostri 2 reparti cavalleggeri e al nostro reparto del generale d'armata pesante Ruggero Caetani, secondogenito del granduca. loro mandano avanti i numerosissimi fanti. noi li teniamo fermi, e cerchiamo di aggirarli, ma i loro fanti sono talemente tanti da riuscire a respingersi. tutto questo continuò finchè una nostra carica di cavalleria uccise il loro comandante, un semplice capitano di fanteria (riuscimmo infatti a tenere i comandanti nemici in Calabria, grazie al controllo dello stretto)]
davanti alle mura, invece, la nostra cavalleria uccideva i rimasugli della cavalleria avversaria, rendendo il lavoro dei nostri cavalieri estremamente più semplice.
io penetrai nelle mura, e dichiarai la carica dell'unica compagnia di cavalleggeri ancora disponibile. (l'altra infatti era rimasta con solo cinque unità, e si ritirò nelle retrovie). qui capii il valore degli arcieri saraceni nemici. caricammo gli arcieri nemici. i saraceni sguainarono le spade, costringendo gli arcieri coscritti ad avanzare e subire la carica della cavalleria. noi quindi, messi in fuga gli arcieri contandini, cercammo una breccia verso la piazza centrale, per facilitare il compito dei fanti. ma degli ARCIERI, valorosissimi quantomai bastardi arcieri infedeli, contrattaccarono con le spade, rendendo i nostri cavalli inefficaci, visto che il terreno era ormai cosparso di cadaveri dei loro amici coscritti. caricammo che eravamo ancora ventidue, davanti ai tuoi occhi vedi ciò che resta di quella carica... solo io.
[tuttavia diedimo... o meglio diedi, l'opportunità ai nostri fanti di avanzare, e massacrare i nemici, finchè anche l'ultimo difensore fu ucciso nella piazza del centro, davanti al castello del signore (che non era presidiato, visto l'assenza del signore, fermo a Palermo), e fu gridata Vittoria!!!]
"so che il signore Ruggero Caetani, vostro signore e comandante, secondogenito del Granduca Di Umbria et Tuscia, vi fece saccheggiare la città, tu, dopo quel massacro, partecipasti?"
[i musulmani, almeno per me, uccisero i miei fratelli. i soldati nostri erano circa nocecento, i sopravvissuti circa seicento. gli abitanti della città circa otto-novemila. personalmente misi le mani su molte donne e averi musulmani, più che altro per vendetta. i pochi uomini che tentarono di difendere le loro mogli furono uccisi, come pure gran parte di queste ultime. molti bambini, invece, furono risparmiati. su otto-novemila, morirono quel giorno solo circa due-tremila civili. non massacrammo tassativamente tutti. molti morirono in seguito alla difesa dei loro beni o delle loro mogli, alcuni addirittura si suicidarono. presimo gran parte dei loro beni, e metà ne diedimo al granduca. il granduca, quel giorno, ricevette 10763 fiorini, noi altrettanti.]
Ruggero Caetani, dopo questa battaglia, aveva portato metà della sicilia sotto la nostra signoria. mancava l'altra metà, mancava Palermo. in questo momento Corrado, il primogenito, sta navigando verso Palermo, deciso a lavare l'onta della precedente sconfitta. Pregherò per lui, per il nostro granduca, per le sue terre e la sua gloria, sua e del suo casato. sia fatta la volontà di Dio, del Papa, egli stesso di origine pisana, e del granduca!
ecco. alla prossima, che arriverà non molto presto! (studio, devo studiare, ho 3 debiti, latino mate e inglese, Devo Studiare, NON giocare! XD)