Situazione start date 1155

Thor86
00mercoledì 25 marzo 2009 02:29
Fazioni papabili per la nuova versione
allora cerco di fare uno schema temporale attorno alla start date per tirare le somme, ho googolato un po’ e riassunto, ho incollato di pari passo alcune info, soprattutto da Wiki giusto per un’infarinatura generale; quindi sono state citate:



Pisa


Nel 1005 la chiesa intimorita dai saraceni chiese aiuto a Pisa, la quale intraprese spedizioni antiarabe verso lo stretto di Messina poi conquistò e occupò due importanti città nell’area tunisina, Bona 1034 e una città genovese nel 1088 prima ci fu il sacco di Palermo 1063…

Nell’immediato susseguirsi degli scontri, contribuì alla cacciata degli infedeli in Sardegna 1016…

Nel 1052 conquistò la Corsica e nel 1115 le Baleari, impresa promossa dalla stessa Pisa insieme al Papa e con la partecipazione: del conte di Barcellona, alleati provenzali e italiani.

…contingente poi quasi totalmente ritirato; a differenze della spedizione in Sardegna e in Corsica questa volta non vi prese parte Genova.

Nel 1099 120 navi pisane partirono per rifornire i crociati e durante il tragitto saccheggiarono varie isole bizantine…

Attraverso lo stabilimento di colonie commerciali presso Siria, Libano e Palestina ottenne grandi privilegi, ma con l’obbligo di contribuire alla difesa in caso di attacco esterno, i possedimenti terrieri intanto si allargavano tramite le acquisizioni della chiesa locale…

Il contrasto con Genova si manifestò nel 1119 con l’attacco genovese ad alcune galee che si dirigevano verso Pisa, la rivalità era dettata a causa dei reciproci interessi, il conflitto non vide battaglie cruciali…

Nel 1135 attaccò Amalfi saccheggiando navi nel porto, espugnando i castelli circostanti e sconfiggendo un’armata di Ruggero II.

…seguirono anni tranquilli Pisa ottenne importanti concessioni, avute dall’ormai arcigno sodalizio con gli imperatori tedeschi in due diplomi 1162 e 1165, in quest’ultimo anno ripresero gli scontri, precisamente sul Rodano, dove si fronteggiavano Pisa e provenzali contro Genova e il conte di Tolosa.



Genova

1060 iniziò ufficialmente la lotta con Pisa cosa che sarà la sua attività primaria per circa due secoli, assieme alle varie crociate e alla fondazione delle colonie. Nel 1096 si rende autonoma come libero comune, partecipando poi alla prima crociata, la città fu la prima a rendersi libero comune…

Con le crociate furono poste le basi del colonialismo genovese e fu determinante l’apporto per la conquista di numerose città della Terra Santa. Nel 1147 non partecipando alla seconda crociata in Terrasanta, contribuì invece alla cosiddetta “Crociata di Spagna” uno dei califfi tentò un’alleanza con Pisa, e di pronta risposta Genova assalì una sua flotta depredando 22 navi; l’anno seguente mosse su Almeria e secondo degli accordi con il Re di Castiglia ottenne non pochi privilegi in quelle terre ma, con non pochi grattacapi; nel 1149 conquistò Tortosa. Stretti accordi commerciali con i monarchi spagnoli, i genovesi ottennero fondaci e colonie e consegnarono le città agli spagnoli…

Con le pretese di Federico Barbarossa convocata la celebre “Dieta di Roncaglia” 1154, i delegati genovesi manifestarono l'intenzione della Repubblica a restare indipendente dal dominio imperiale. I liguri avevano già ottenuto da un predecessore dell'imperatore nel 1139 altri diritti. I consoli della repubblica ordinarono di rinforzare le mura della città e da parte del Sacro Romano Imperatore, appurata l'inespugnabilità di una città costiera che poteva rifornirsi dal mare, chiese con, Federico un giuramento di fedeltà da parte della repubblica, al quale i consoli acconsentirono purché non dovessero versare tributo, inoltre in cambio della rottura dell'alleanza con il Regno Normanno di Sicilia, di orientamento guelfo, i genovesi ottennero dall'imperatore il diritto di eleggere i consoli e amministrare la giustizia senza influenza imperiale.

I genovesi ottennero dal Re di Francia un lauto pagamento per il trasporto dei crociati francesi interrasanta, dove il Saladino aveva riconquistato Gerusalemme. Riccardo Cuor di Leone rifiutò invece l'offerta genovese, ma si recò lo stesso in città per discutere la strategia di guerra con il monarca francese.

Un’ulteriore minaccia imperiale venne da Federico II, ma la risposta genovese non tardò, dal mare armando una flotta da guerra in tempi brevi, la repubblica scongiurò il pericolo, la morte dell'Imperatore impedì che il conflitto proseguisse…

La potenza genovese sul Mediterraneo può essere testimoniata dagli inglesi, che trassero la loro bandiera, usata dai convogli di Sua Maestà per navigarvi in sicurezza, per concessione del Doge e sotto pagamento di un'ammenda.

La guerra definitiva con Pisa finì nel 1284 presso le secche della Meloria.



Monferrato

Per secoli feudo imperiale i marchesi del Monferrato s’imparentarono con le case reali di Francia e dell'impero. A seguito delle crociate s’imparentarono con i re di Gerusalemme e con la famiglia imperiale di Bisanzio.

Guglielmo III degli Aleramici (970 – 1042) fu marchese del Monferrato.

Abbandonò la politica filo imperiale della sua famiglia per intervenire nelle lotte comunali dell'Italia degli inizi dell'XI secolo: partecipò a un'alleanza anti imperiale. Tra gli alleati sembra nacquero però dei disguidi che li portarono a combattersi aspramente tra loro stessi.

Ranieri degli Aleramici (??? – 1136) fu marchese del Monferrato.

La sua politica fu improntata quasi totalmente verso un avvicinamento alla corte imperiale, anche dato il fatto che il Monferrato era a quei tempi un feudo tedesco: tale comportamento sarà seguito dai successori, seppur a volte con evidenti voltafaccia. Il marchese s’imparentò con la Borgogna

Guglielmo V degli Aleramici, talvolta anche indicato come Guglielmo III o Guglielmo IV, soprannominato il Vecchio (1100 – 1191), fu marchese del Monferrato.

Inimicatosi un ramo della casa degli Alerami, che cedettero le loro terre al comune di Asti, a Guglielmo si presentò l'occasione di farsi valere in campo militare. Luigi VII stava preparando la crociata, e un contingente di truppe destinate a percorrere l'Europa attraversando l'Ungheria fu affidato al conte Amedeo III e a Guglielmo V.
Partecipò alla battaglia per la presa di Damasco, ma l'insuccesso della spedizione costrinse i crociati a ritirarsi a Tessalonica, essendo poi ospitati ancora una volta dall'imperatore Manuele: è in tale circostanza che tra i due sovrani si creò una forte amicizia.
Saputo della nascita del nipote, decise un secondo ritorno in Terrasanta con la speranza di poter conoscere il nipote che era stato incoronato re nel 1183. Guglielmo V ottenne un piccolo feudo in Galilea ma fu coinvolto nella sanguinosa battaglia di Hattin: catturato dal Saladino, venne riscattato dal figlio solo dopo la conquista di Tiro. Rimasto a Tiro, egli vi morì con probabilità nel 1191.

Corrado degli Aleramici (1140 – 1192) fu marchese del Monferrato e Re di Gerusalemme.

Dal 1172, è coinvolto insieme al Barbarossa nel conflitto comunale (oltre ad esserne imparentati, era tradizione familiare degli Aleramo essere filo imperiali).

Venuto in rottura con il cancelliere imperiale, Corrado si volse contro l'imperatore comandando una rivolta che non riuscì: fatto prigioniero dal cancelliere, dovette pagare un forte riscatto ma da quel momento la sua famiglia iniziò sempre più a legarsi con i Comneni di Bisanzio.
Rilasciato Cristiano e riveduti i piani di politica estera, Corrado ritenne più ragionevole riavvicinarsi ai tedeschi. Lo si ritrova, come delegato imperiale, a rappresentare Federico I a Tortona nel1183. Partito nel 1185 il padre Guglielmo per Gerusalemme, Corrado ottenne in sostanza il controllo del marchesato. Cadde in un'imboscata tesagli da nemici ancora ignoti, forse sicari della setta siriana detta degli "Assassini" e morì.

Sembra più una fazione da Crusader Kings interessante per il gioco della paradox…



Svizzera

La storia svizzera risale al 1291 quando gli abitanti di tre importanti città videro minacciati i loro privilegi e la loro libertà, si unirono in un contratto riconosciuto come patto federale…

Nei secoli precedenti erano rimasti sotto il protettorato del Sacro Romano Impero…



Borgogna

1032 il ducato di Borgogna, a seguito della rivolta ispirata dalla regina madre, Costanza d'Arles, fu ceduto dal re di Francia, Enrico I al proprio fratello, Roberto, riacquistando così la propria autonomia dalla corona…

Enrico I (1008 – 1060) fu duca di Borgogna dal 1016 al 1032 e re di Francia dal 1027 al 1060.

Con il sostegno decisivo del duca di Normandia, si difese con vigore, riprese alcune città, costrinse la madre e il fratello alla pace e mantenne il trono, cedendo però al fratello, il ducato di Borgogna, che ormai, da quasi trent'anni, era legato alla corona di Francia.

Roberto I di Borgogna (1011 –1076) fu conte di Charolais e di Langres, dal 1227, duca di Borgogna.

Durante il governo di Roberto il ducato di Borgogna si spezzò in varie signorie che in pratica non dipendevano più dal duca, e si autogovernavano sia i feudi laici, che le signorie ecclesiastiche. Il duca di Borgogna si ridusse allo stato di un tirannello senza scrupoli che passò la vita a saccheggiare le terre dei suoi vassalli, specialmente quelle della chiesa. Risulta che derubasse i raccolti del vescovo di Autun e depredasse le cantine dei canonici di Santo Stefano a Digione. Si narra che Aruino, vescovo di Langres, nel 1055, si rifiutasse di avventurarsi nei pressi di Digione, per consacrare la chiesa di Sennecey, per paura di essere esposto alla violenza del duca.

Ugo di Borgogna (1057 –1093) fu duca di Borgogna dal 1076 al 1079.

Tra il 1077 e il 1078 guidò una spedizione nella penisola iberica per aiutare il re d'Aragona, che nel 1076 era diventato anche re di Navarra, ad avere ragione del re moro di Saragozza, che in seguito a quell’operazione militare divenne tributario del regno d'Aragona.

Oddone I di Borgogna detto Borrel (il Rosso), (1058 – 1102) fu duca di Borgogna dal 1079 alla sua morte.

Nel 1087 partì per la penisola iberica, dove combatté contro gli Almoravidi al fianco del re di Castiglia, e partecipò alla difesa di Toledo, che era stata conquistata da Alfonso VI, nel 1085.
Nel 1098, Oddone sovvenzionò la creazione dell'ordine Cistercense, pagando le spese per la costruzione degli edifici in legno del primo monastero a Citeaux.
Oddone non aveva partecipato alla prima crociata, così si aggregò alla Crociata del 1101…

Ugo III di Borgogna in (1148 – 1192) fu duca di Borgogna dal 1162 alla sua morte.

Si dedicò alla prosperità del suo ducato, quando nel 1187 trasferì la capitale della Borgogna da Beaune a Digione, per trasformare la città in un centro commerciale di notevole rilevanza.
Alla fine del 1190, seguì il re di Francia, alla Terza Crociata combatte nell'assedio che portò alla conquista di San Giovanni d'Acri, nel 1191.
All’inizio aveva pretese sul trono di Francia, ma negoziò rinunciando alle sue ambizioni sul territorio…


Oddone III di Borgogna in (1166 – 1218) fu duca di Borgogna dal 1192 alla sua morte.

Oddone III fu una figura importante all'inizio della Crociata albigese. Con l'appoggio dei vescovi locali e dei suoi vassalli organizzò la campagna e nel 1209 guidò le forze francesi nella terra dei Catari. Passata Montpellier, i crociati, a Beziers, che fu conquistata il giorno dopo e l'intera popolazione (non solo gli albigei) fu massacrata. Dopo la resa di Narbona Oddone si premurò che sia la città sia i cittadini non subissero ritorsioni da parte dei crociati. Il primo agosto fu messo l'assedio a Carcassonne, e in questa fase che a Oddone fu offerta la nomina a capitano generale dell'esercito Crociato contro gli albigesi, per affiancare Arnaud Amaury, alla guida della crociata, carica che Oddone rifiutò; alla conquista di Carcassonne Oddone si batté che la popolazione fosse risparmiata…



Conte di Tolosa

Nel 1088 Raimondo acquisì i diritti dal fratello Guglielmo partito per la Terrasanta, usurpò i diritti alla nipote e divenne conte di Tolosa, ormai era una contea indipendente e una delle più illuminate…

Verso il 1140 il re di Francia Luigi VII, spinto dalla moglie Eleonora duchessa d'Aquitania, che aveva della pretese sulla contea di Tolosa in quanto nipote di Filippa di Tolosa (inizialmente la contea era vassalla del regno d’Aquitania), preparò un’aggressione; la spedizione del consistente esercito francese, sotto il comando del re, si diresse velocemente su Tolosa, ma si risolse in un insuccesso e dopo alcune settimane si ritirò, senza aver conseguito alcun risultato.

Nel1159, venne un nuovo pericolo, la contea dovette subire l'attacco del re d’Inghilterra che rivendicava la contea in nome della moglie, la duchessa d'Aquitania, Eleonora (intrigo matrimoniale). Il re d’Inghilterra, dopo aver occupato una parte della contea, si diresse su Tolosa, che però vide arrivare in suo aiuto il re di Francia, che presidiò la città fino al ritiro di Enrico II, salvando la contea...

Nel1186, una parte della contea, la provincia di Quercy cadde nelle mani di Riccardo (guerra tra i figli del re inglese), che nel frattempo, nella contea di Tolosa e nella Linguadoca, si era diffusa un'eresia cristiana, il catarismo che i signori di Provenza ed anche alcuni ecclesiastici, non solo tollerarono, ma permisero che gli eretici predicassero nei villaggi e che potessero ricevere lasciti anche cospicui.



Catari

Le dottrine catare furono condannate come eretiche dalla Chiesa romana, prima ancora che essa, dopo il Concilio di Trento potesse definirsi Chiesa cattolica.
I catari non furono duramente combattuti come si crede genericamente, il quale creò proprio per loro i "conversi" un corpo laico all'interno dei monasteri cistercensi nel quale essi potevano esprimersi nelle loro pratiche religiose. Sebbene la loro predicazione non fosse accettabile da parte della Chiesa, il loro modo di vivere era encomiabile, fondato sull'esercizio di povertà, umiltà e carità. Era questo il fondamento della facile diffusione dell'eresia, poiché era più vicino alla povera gente di quanto non lo fossero gli altri prelati con le loro sottili discussioni teologiche.

Fu proprio per contenere l'estendersi del fenomeno cataro che, dopo infruttuosi tentativi da parte di alcuni legati papali, Domenico di Guzmán concepì un nuovo modo di predicazione: per combattere i catari bisognava usare i loro stessi principi, vale a dire, oltre alla predicazione, operare in povertà, umiltà e carità. Questa nuova formula portò Domenico, dieci anni più tardi, alla fondazione dell'ordine domenicano.
Data l'inefficacia di questi interventi di tipo non violento, il papa bandì contro di essi nel 1208 una vera e propria crociata, la prima indetta di cristiani contro cristiani. L'errore fu per i catari riunirsi in chiese alla pari della chiesa di Roma. Nonostante questo, nel 1229 i catari dovettero istituire un quinto vescovado, dato l'aumento numerico dei fedeli. Per rimediare all'inefficacia religiosa della crociata e per debellare l'eresia catara fu appositamente creato da papa Gregorio IX il Tribunale dell'Inquisizione, che impiegò settant'anni a estirpare il catarismo dal sud della Francia.

I catari si diffusero nel basso medioevo, e in particolare tra il 1150 e il 1250.

Giusto per una nota informativa non credo che il game possa rispecchiare le dinamiche di questa fazione così interessante…



Irlanda

Nel 1014 con la battaglia di Clontarf i vichinghi cessarono di essere il potere dominante irlandese e finirono con l'essere assimilati…

I discendenti di Boru (figura di spicco che reclamò il titolo Re Supremo) fallirono nel mantenere il trono unificato, col risultato di una frammentazione del territorio irlandese in regni a carattere regionale, fattore che avrebbe favorito la successiva invasione dei Normanni ("uomini del Nord") nel 1169. L'isola, quindi, riassunse parzialmente l'organizzazione precedente all'invasione, con i regni, il sovrano supremo e il cattolicesimo come confessione dominante. Nel restaurato ordine, tuttavia, nonostante circa 150 anni di libertà da invasioni straniere, si accesero progressivamente i conflitti tra il monarca e i capi militari, poiché, mentre il primo cercava di accentrare sempre di più il potere, i secondi si dimostravano gelosi delle proprie autonomie. Inoltre le guerriglie interne interdinastiche continuarono ad affievolire risorse ed energie.

Papa Adriano IV (il primo e unico papa inglese della storia) aveva emanato una bolla papale nel 1155 che dava a Enrico II l'autorità di invadere l'Irlanda in modo da frenare gli abusi e la corruzione degli ecclesiastici. Il testo dava autorizzazione papale di dominare non solo sull'isola d'Irlanda, bensì su tutte le isole a largo della costa europea, inclusa la Gran Bretagna, sulla scia di quanto aveva fatto in Italia la Donazione di Costantino.

Enrico sbarcò con un’imponente flotta nel 1171, divenendo il primo Re d'Inghilterra a mettere piede sul suolo irlandese. Le città più importanti furono proclamate "Città Reali". Il papa successivo ratificò la concessione delle terre irlandesi nel 1172. Enrico diede i suoi territori irlandesi al suo figlio più giovane Giovanni, che fu elevato al rango di Signore d'Irlanda. Quando però Giovanni inaspettatamente successe al fratello come Re Giovanni, il "Regno d'Irlanda" finì direttamente sotto la Corona inglese.

Enrico fu guardato di buon occhio da gran parte dei sovrani locali irlandesi, che lo vedevano come una soluzione di continuità…

Inizialmente i Normanni controllarono grandi aree d'Irlanda, stabilizzandosi sull'intera costa orientale, penetrando in profondità anche verso l'ovest. Le potenze principali del territorio erano i grandi ducati, che controllavano vasti territori in pratica indipendenti dai governi di Londra e Dublino. Il Lord of Ireland rimaneva Re Giovanni, che, nelle sue visite del 1185 e 1210, aveva favorito lo stabilizzarsi delle aree normanne sia sul lato amministrativo sia militare, oltre a portare vari re gaelici a prestargli lealtà.

Il sistema di Common Law (ordinamento giuridico anglosassone) tuttavia cominciò a stabilizzarsi nell'isola soltanto dal XIII secolo e la legge inglese era applicata soltanto a Dublino e zona circostante e alla cosiddetta area The Pale (regione con un raggio di venti miglia intorno a Dublino).



Norvegia

L'introduzione del cristianesimo, è da attribuire ad una figura di rilievo, il re Olav Haraldsson che perse la vita nella battaglia di Stiklestad il nel 1030. Divenne il santo patrono del paese e la sua tomba presso la cattedrale di Nidaros a Trondheim divenne luogo di pellegrinaggio.
L'arcidiocesi di Nidaros fu fondata nel1153. Tra il 1066-1130 si assistette al consolidamento del potere del re e della Chiesa cristiana. Queste istituzioni riuscirono ad assicurare un periodo di pace, minacciato però dalla mancanza di regolamentazione nei passaggi di potere, le discendenze erano ancora spesso verificate tramite la cosiddetta “prova del fuoco” questo portò a dure guerre civili, che interessarono soprattutto gli anni 1130-1184.

L’intensificazione delle attività commerciali ed il conseguente fermento economico, nel frattempo, portarono a nuovi assetti politico-sociali, che l’influenza ormai potente della Chiesa contribuì ad aggregare e stabilizzare. Benché gli ecclesiastici aspirassero al controllo delle controversie ereditarie, si ritiene che a mettere fine alle guerre civili intervenne piuttosto l’abilità militare di Sverre Sigurdsson (coreggente dal 1177 al 1184 e re dal 1184 al 1202) il quale, sconfitto il rivale Magnus Erlingson (appoggiato dalla Chiesa), riuscì a imporsi e ad assicurare al regno una relativa stabilità.



Svezia

1050, periodo segnato dalle lotte sanguinosissime tra le grandi famiglie aristocratiche locali d’ora in poi si può parlare di regno di Svezia. Tra il 1100 e il 1300 furono fondate dai mercanti tedeschi sulla costa orientale del paese alcune città (tra cui Stoccolma) che divennero centri commerciali importantissimi; così le relazioni economiche e culturali con il resto dell’Europa si fecero regolari e continue.

Il primo sovrano cristiano di Svezia è Olaf Skutkonung (993 - 1024). Figlio di Eric il Conquistatore porta in Svezia molti lavoratori anglosassoni. Le sue guerre con Sant Olaf di Norvegia portano a qualche conquista subito perduta. Questo periodo è anche quello dei conflitti religiosi e degli scontri bellici tra Goti e Svedesi.
I pagani sono sopraffatti e il principale tempio pagano, che aveva la propria sede a Uppsala, è abbattuto e sostituito da una chiesa cattolica. Tale avvenimento legò al mondo occidentale la Svezia, che diviene a nord l'avamposto del mondo cattolico nei confronti del mondo ortodosso che faceva capo a Bisanzio.

L'economia, dovuta sia agli scambi commerciali sia all’attività di pirateria, è accompagnata da una sempre più accentuata attività agricola.
Nel 1157 Erik IX il Santo inizia la conquista della Finlandia che fu completata circa un secolo più tardi da re Valdemaro, primo sovrano della casa dei Folkungar la quale regnò sul Paese sino al 1363. In questo periodo i re appoggiati dalla Chiesa lottano con successo contro il potere della nobiltà feudale, rafforzatosi in seguito all'espansione territoriale e al sopravvento dell'economia agraria.

Sono valorizzate anche le miniere. I lavoratori germanici emigrati in Svezia ottengono uno statuto speciale.
Erik IX Jedvardsson, detto il Santo, fu re di Svezia dal 1156 al 1160, ed è un simbolo del nazionalismo svedese nobile e fervente sostenitore del cristianesimo.
Nel 1150 fu eletto re dagli svedesi di Uppland, nello stesso periodo in cui in Svezia regnava Sverker I. Dopo l'assassinio di quest'ultimo nel 1156, Erik fu sovrano di tutta la Svezia, anche se alcuni storici medioevali lo ritengono un usurpatore.

Le opere conosciute durante il suo regno sono a carattere religioso: portò a completamento e consacrò la cattedrale di Uppsala vecchia ed organizzò la prima crociata in Finlandia nel 1155, col fine di cristianizzare i popoli finlandesi pagani.

Alla fine del medioevo il suo regno era considerato come in una sorta di periodo d'oro.
I normanni svedesi preferirono esplorare le regioni baltiche e le odierne Russia ed Ucraina, arrivando a spingersi fino al Mar Nero, al Mar Caspio ed, infine, a Bisanzio. In Russia ed Ucraina, dove gli fu attribuito il nome di Rus’ questi scandinavi (non solo, ma soprattutto svedesi) furono detti anche Vareghi o Variaghi. A Bisanzio la guardia imperiale accoglieva spesso i mercenari Variaghi.



Lituania

Le antiche tradizioni panteiste, ben radicate nel cuore di questo popolo, hanno a lungo ostacolato la diffusione del Vangelo. Il primo riferimento a una nazione lituana proviene dagli annali di Quedlinburg (cittadina tedesca) ed è datata 1009 per merito, del monaco Bruno di Querfurt che vi perse la vita tentando di convertire la popolazione al cristianesimo. Dopo questa data queste terre sono punto d’interesse per i Polacchi e per la chiesa ma fonti certe non n’é trovo…

Fu solo all'inizio del XIII secolo che l'Ordine Teutonico e l'ordine dei Cavalieri Portaspada iniziarono a stabilirsi nell'area, del 1236 è la crociata indetta dal Papa. In seguito alla crociata iniziò l'unificazione, non sempre pacifica, delle tribù lituane sotto la guida di Mindaugas, portando alla nascita di un primo stato lituano di cui la Chiesa cattolica negò il diritto a esistere. Mindaugas firmò un trattato di pace e nel 1251 si convertì; fu poi incoronato re di Lituania il 1253. Il regno durò fino al 1263 quando Mindaugas fu ucciso da suo nipote Treniota e il paese ritornò al paganesimo.



Boemia

Nell’XI secolo fu fondato dai principi Přemislidi il Ducato di Boemia, poi divenuto Regno compreso nel Sacro Romano Impero, divenne una potenza di spicco dell'Europa Centrale, distinguendosi anche per la fioritura culturale ed economica, favorita da una massiccia immigrazione tedesca, culminata con la nomina a imperatore nel XIV secolo di Carlo I Conte di Lussemburgo, col nome di Carlo IV.

Il primo sovrano a fare uso del titolo di Re di Boemia fu il duca della dinastia Přemyslide Vratislav II nel 1085, seguito da Vladislav II nel 1158, tuttavia i loro eredi continuarono a fare uso del titolo nobiliare di duchi. Il titolo di re divenne definitivamente ereditario a partire dal 1198 sotto il regno di Ottocaro I.

Al momento dell'elezione di Federico, il duca di Boemia, Vladislao II, si dimostrò da subito fedele alleato di Federico, sostenendolo nelle sue campagne militari, dove l'esercito boemo e il suo condottiero dimostrarono notevoli doti di capacità e di coraggio.
Nel gennaio del1158, in una dieta a Ratisbona, Federico Barbarossa incoronò Vladislao II, re di Boemia, concedendogli l'importante privilegio di portare la corona reale e poterla trasmettere ai propri discendenti. E Vladislao, con le insegne regali continuò a servire fedelmente Federico anche nelle campagne d'Italia. Forse anche per questo Federico concesse la Lusazia, che per alcuni secoli fu legata al regno di Boemia, in feudo a Vladislao II.

Comunque alla morte di Vladislao, nel 1172, il titolo reale non fu assegnato perché divampò la lotta per la successione principalmente fra tre membri della famiglia dei Přemyslidi, si protrasse per vari anni sinché Federico intervenne, e, nel 1182, convocò a Ratisbona i due ancora in vita e separando la Moravia dalla Boemia, assegnò il titolo di duca di Boemia a Federico e quello di marchese di Moravia a Corrado. Infine intervenne ancora, nel 1187, dichiarando il vescovo di Praga principe diretto dell'impero, sottraendo Praga all'autorità del duca di Boemia.



Serbia

Gli stati più potenti erano per lo più due: uno sulla costa adriatica, Zeta, uno più a oriente, Rascia. La supremazia politica all’interno della nazione serba si alternò, fino al 1169, fra questi due centri.
Nella regione di Zeta riuscì a strutturarsi uno stato ben organizzato e re Mihailo I Vojislav, divenne incoronato re dei Serbi nel 1077. Nel X e nel XII secolo i Serbi potevano essere sia cattolici sia ortodossi. Il re Mihailo ottenne inoltre dal papa il titolo di arcivescovo; con quest'atto i Serbi conseguivano un'indipendenza anche sul piano religioso. Il figlio Bodin rivendicò il trono nel 1080 e governò la nazione fino alla morte nel1101.
I sovrani serbi cambiarono in seguito politica verso l'esterno, si convertirono stabilmente all’ortodossia e accettarono la suprema protezione dell’impero bizantino, piuttosto che cercare l'aiuto dei vicini Bulgari, piuttosto ostili.

Dopo la morte di Bodin, lo stato di Rascia emerse come il più forte e prese in seguito il nome stesso di Serbia. Il primo stato serbo in questa regione dotato di un'organizzazione politica era del resto già emerso nella metà del X secolo. In seguito, la prima metà dell’XI secolo vide l'affermazione di una dinastia ben definita. Caratterizzato da continue crisi e disintegrazioni, esso terminò di esistere nel XII secolo.
Dopo una battaglia fratricida per ottenere il trono, il fondatore della dinastia reale dei Nemanidi, prese il potere nel 1166 e iniziò a rinnovare le strutture dello stato serbo nella regione di Rascia. Sul piano internazionale, il regno godette per un certo periodo dell'appoggio dei Bizantini, ma in seguito egli stesso si oppose spesso all'autorità imperiale.



Volga Bulgaro

Il Volga Bulgaro è uno stato esistito tra il VII secolo e il XIII secolo alla confluenza dei fiumi Volga e Kama nell'attuale Russia. Nel 922 il Volga Bulgaro si converte all'Islam e i resoconti del segretario di una missione, proveniente da Baghdad con un prestito, dicono che questa fu adottata come religione ufficiale. Inglobato dai Mongoli nel 1236 nel 1240 nel Khanato di Saraj…
L’impero bulgaro, governato dal 976 dallo zar Samuele, fu ridotto alla sola regione occidentale del paese fino al 1014, quando l’imperatore bizantino Basilio II sconfisse definitivamente le armate di Samuele, impadronendosi di tutta la Bulgaria.
Nel 1185 i bulgari, guidati da Ivan e Pietro Asen, si ribellarono al dominio bizantino e ristabilirono la propria sovranità sulla regione compresa tra i Balcani e il Danubio. All’inizio del XIII secolo, governati dalla dinastia degli Asen, i bulgari riconquistarono anche gran parte dei territori della Serbia e della Macedonia occidentale…
Respingendo i primi attacchi dei mongoli nel 1223, diventando l'unico popolo ad aver mai sconfitto Gengis Khan. Ad ogni modo furono comunque assorbiti e la loro capitale Bolğar divenne una città capitale del Khanato dell'Orda d'Oro…



Nubia

Intorno al 1200 iniziò il processo di vassallaggio da parte dall’Egitto, finito nel 1272.
L'Egitto e il regno detto di Makuria svilupparono stretti rapporti commerciali e politici durante il regno dei Fatmidi in Egitto. Gli Sciiti Fatimidi avevano scarsi alleati nel mondo Musulmano, per questo motivo si rivolsero a sud cercando nuovi alleati fra i Cristiani. Il potere Fatimida dipendeva anche dal commercio degli schiavi neri garantito proprio dalla Makuria, che forniva anche uomini al servizio dell'esercito Fatimida.

Il commercio tra i due regni divenne fiorente: l'Egitto esportava frumento, vino, e lino mentre la Makuria esportava avorio, bestiame, piume di struzzo e schiavi. Le relazioni con l'Egitto si deteriorarono quando gli Ayyubidi (Egitto) vennero al potere nel 1171.

Prima del dominio degli Ayyubidi i Nubiani invasero l'Egitto, forse in supporto dei loro alleati Fatimidi. Gli Ayyubidi respinsero l'invasione e come rappresaglia invasero la Nubia.

I Nubiani sconfitti caddero nel dimenticatoio gli Ayyubidi inviarono un emissario nel regno di Makuria per verificare se fosse degno di essere conquistato, ma costui riferì parere contrario poiché il regno era troppo povero. Gli Ayyubidi sembrano aver del tutto ignorato i loro vicini a meridione per tutto il secolo successivo…



Abbassidi

Dopo aver subito la "tutela" dei buyidi (dinastia sciita conclusa quando giunsero nell'area irachena e in Persia i turchi Selgiuchidi sunniti). Il loro ingresso a Baghdad nel 1055 riportò il califfo sotto la protezione di un sultano sunnita, mettendo fine a una delle più curiose diarchie mai verificatesi nella storia islamica. Il califfato abbaside ebbe una breve reviviscenza di autorità nel secolo XII, specialmente sotto al-Nāṣir (reg. 1180-1225), ma finì con l'essere travolto alla metà del secolo XIII per opera dei mongoli che conquistarono Baghdad e misero a morte l'ultimo califfo 1258.



Nizariti

I Nizariti, conosciuti anche come Setta degli Assassini, oppure semplicemente Assassini (dall'arabo al-Hašīšiyyūn) furono una setta militante ismailita attiva fra l'VIII e il XIV secolo in Medio Oriente.

L'apice della loro attività si ebbe in Persia e in Siria dall’XI secolo, in seguito ad un’importante scissione della corrente ismailita avvenuta nel 1094 sotto la guida di Ḥasan-i Ṣabbāḥ, detto "il Vecchio della Montagna", la cui roccaforte fu Alamūt, nel nord della Persia, fra Teheran e il mar Caspio. Alla fine del medioevo questa setta scomparve, praticamente sommersa dal ramo principale dell'ismailismo.

Gli adepti erano inquadrati nei vari gradi della setta, da novizio a Gran Maestro, secondo il loro livello d'istruzione, di affidabilità e di coraggio, seguendo un piano intensivo d’indottrinamento e di addestramento fisico.

questa l'ho aggiunta perchè la degenerazione link to link, ormai mi aveva ipnotizzato [SM=x1140434]



Principato d’Antochia

Creato dopo la prima crociata Boemondo di Taranto guidò l'assedio, che cominciò nell'ottobre del 1097.

Alessio (Bisanzio) voleva che Tancredi riconducesse il Principato interamente sotto il dominio di costantinopoli ma Tancredi era sostenuto dal Conte di Tripoli e dal Re di Gerusalemme; infatti, egli era stato l'unico comandante crociato a non aver giurato di restituire il territorio conquistato ad Alessio (sebbene nessuno degli altri condottieri, compreso Boemondo, avesse mantenuto in qualche modo fede ai propri giuramenti).

Nel 1114, la città respinse un assalto dei Selgiuchidi.
Nel 1119, Ruggero fu ucciso in battaglia, e Antiochia divenne uno stato vassallo di Gerusalemme.
Nel 1138 il successore, come i suoi predecessori, attaccò la provincia bizantina della Cilicia, tuttavia, questa volta, l'Imperatore di Bisanzio lo respinse. Arrivò ad Antiochia (l’imperatore) nel 1138 e obbligò un giuramento di fedeltà ma una sommossa lo costrinse a ritirarsi.

Dominazioni bizantina e armena, dopo la caduta di Edessa nel 1114, Antiochia fu attaccata dalla fazione zengide durante la seconda Crociata. Gran parte dei territori orientali del Principato fu persa, immediatamente in conflitto con i Bizantini, stavolta a Cipro; il principato strinse comunque una pace con il basileus nel 1158, e l'anno successivo Manuele arrivò per prendere personalmente il controllo del Principato.

Nel 1160, la reggenza passò al Patriarca di Antochia.
Con il sostegno delle flotte delle città-stato italiane, Antiochia resistette all'assalto del Saladino contro il Regno di Gerusalemme nel 1187. N’é Antiochia n’é Tripoli presero parte alla terza Crociata, sebbene i reduci dell'esercito di Federico Barbarossa si fermarono brevemente nella stessa Antiochia per seppellire il proprio re nel 1190.

Nel 1254 diventerà stato vassallo di Armenia è proseguirà la capitolazione…



Regno armeno di Cilicia


Il regno rimase un’entità autonoma dal 1078 al 1375, fondato dalla dinastia Rupenide, costola della famiglia Bagratide (Georgia)…

Economia fiorente dovuta agli scambi commerciali per le buone relazioni con i mercanti europei, ormai era un terminal verso oriente Pisa, Genova e Venezia avevano installato colonie…

Caposaldo della cristianità alleata a lungo con i crociati, servì in vari modi per l'Impero di Bisanzio, ma nel 1071 con la battaglia di Manzicerta e la disfatta imperiale, alcuni colsero l’opportunità di appropriarsi del potere come signori autonomi, mentre altri rimasero, almeno nominalmente, leali all'Impero…

Nel 1090 alla morte del signore tale Philaretus Brachamius il regno si disgregò in signorie locali…

Il principe che prenderà in mano le redini del regno è tale Ruben, che getterà le basi per un futuro regno e dei suoi discendenti chiamati Rupenidi, alla sua mortenel 1095 rimasero importanti principati…

Di vitale supporto per il ristoro sicuro e i vitali rifornimenti per le armate cociate, il regno assunse un ruolo di primaria importanza nelle sorti della regione…

Nel 1137 l’imperatore Giovanni II Comneno sconfisse il principe Leone I, i bizantini consideravano ancora la cilicia, una provincia propria; tuttavia i principi rupenidi continuarono a governare…

Nel 1151 il figlio del successore fu imprigionato dai Bizantini e costretto a giurare fedeltà all’imperatore…

Principe Leone II nel 1198 entrato nelle grazie del Sacro Romano Imperatore fu eletto re, la prima volta per il regno elevato appena da poco da principato…



Danishmendidi

La disfatta dell'esercito bizantino nella battaglia di Manzicerta 1071 permise ai Turchi, incluse le forze leali a Danishmend Ghazi, di occupare quasi tutta l'Anatolia. Danishmend Ghazi e le sue forze presero per loro i territori dell'Anatolia centrale, e conquistarono varie città…

Durante la prima crociata, fu direttamente coinvolto nell'avanzata dei Crociati. Perse contro di essi nella Battaglia di Dorylaeum nel 1097, ebbe successo invece nel catturare Boemondo I d'Antiochia nel 1100.
A partire dal 1134, i capi della dinastia dei Danishmendidi ebbero il titolo di Malik (re), concesso in riconoscimento dei loro successi militari dal califfo abbaside; ma anche i bey (emiri) danishmendidi precedenti il 1134 possono essere retrospettivamente considerati come Malik.

Alla morte di Mehmed, nel 1142, il territorio danishmendide fu diviso tra i suoi due fratelli…

Nel 1155 il sultano selgiuchide attaccò il Malik chiese aiuto all'emiro zengide di Mossul. Tuttavia, quando il Malik morì nel 1174, i territori furono incorporati nel Sultanato. Quatti anni dopo anche i danishmendidi di Malatya furono sconfitti e assorbiti, segnando la fine del dominio danishmendide…



Impero Corasmio

Di religione musulmana vissuto tra il 1077 al 1231. Nel 1141 divennero vassalli di un popolo nomade pagano…

Il succitato popolo i Qara Khitāy vennero nel 1200 sconfitti e depredati dei territori…

Nel 1219 un governatore suscitò le ire del Khan e la reazione non si fece attendere portando l’impero in rovina, in seguito i superstiti prestarono servizio come mercenari sotto gli Ayyubidi e i Mamelucchi.



Georgia


978 tutti i principati georgiani furono unificati nel regno unito della Georgia sotto la dinastia dei Bagration, dopo un po’ dalla morte della regina Tamar 1212 finisce l’era d’oro del regno, dove fu raggiunta la massima estensione territoriale, fiorirono le arti e furono costruite moltissime chiese e monasteri visibili ancora oggi, poi si avvia un lungo periodo di declino, il tutto incomincia con l’invasione mongola nel 1223, dove il regno ne diventa vassallo fino al 1340, il declino è nella fase finale a causa degli scontri tra i vari feudatari che portano alla disgregazione del regno.

Con Shota Rustaveli (1172?-1216?) considerato da molti uno dei più grandi esponenti della letteratura medievale, e autore dell'opera letteraria "Il cavaliere con la pelle di pantera", (poema epico nazionale) e tesoriere della regina Tamar non ché pittore di alcuni affreschi del monastero georgiano di Santa Croce in Gerusalemme; testimonia il florido periodo…

Sotto la guida di Davide "il costruttore" (Devid IV Agmashenebeli), che regnò dal 1089 al 1125, e la regina Tamar (1184 - 1213); considerati santi dalla chiesa ortodossa, il regno della Georgia incluse i territori dell'Armenia, Azerbaijan e del Caucaso settentrionale. Dopo l'epoca della regina Tamar, che aveva creato il regno-satellite di Trebisonda, iniziò un lungo periodo di declino; la Georgia si frammentò in parecchi regni e principati, che furono poi conquistati dagli imperi persiano e ottomano.

Per quanto riguarda la più famosa delle varie rotte che vanno sotto il nome di "Via della seta”, passavano a sud della Georgia, la rotta nord passava non poco distante. In pratica gli antichi mercanti, scendevano dalle barche e montavano su cavalli e cammelli…

































The Housekeeper
00mercoledì 25 marzo 2009 09:33
ottimo riassunto [SM=x1140440]
Jordi de Tossa
00mercoledì 25 marzo 2009 10:53
Hola

Molt bé...molto bene. Complimenti e bel lavoro.


ADEU
ADIOS

[SM=x1140487]
Tancredi d'Altavilla
00mercoledì 25 marzo 2009 12:16
Ottimo lavoro, bravo [SM=x1140440] [SM=x1140429]
milqart
00mercoledì 25 marzo 2009 22:02
Ho trovato qualche dato sull'Armenia che potrebbe essere utle (fonte Dizionario Enciclopedico Italiano, voce Armenia, vol. II p. 190).
Il regno di Armenia dopo una sostanziale indipendenza a partire dal 863 quando il califfo al-Muttawakil riconobbe al principe vassallo Ashot il titolo di amir al-umara, tramutato in Re una ventina d'anni dopo.
Il regno sopravvisse fino al 1045 quanto il Re Gagik II lascio che i bizantini annettessero il regno. L'Armenia rimase in mano bizantina fino al 1064 quando il selgiuchide Alp Arslan prese d'assalto la capitale armena Ani.
Forzando un poco la mano - per altro se si volesse essere rigorosi l'Armenia dovrebbere essere controllata dai bizantini all'inizio del gioco - si potrebbe inserire una fazione armena con Ani e la Cilicia (sostituirei Adana con Tarso) permettendogli di agire su due fronti, il Levante come stato cristiano al fianco dei crociati e il Caucaso dove potrebbe occupare gli ampi spazi liberi.
Fabius Maximus Germanicus
00mercoledì 25 marzo 2009 22:11
ottimo lavoro ragazzi, grazie per le info [SM=x1140430] [SM=x1140427]
Fulcherio.
00sabato 28 marzo 2009 08:42
Ben fatto [SM=x1140440]Thor86 , tral'altro anche certe cose sarebbero da vedere bene ad es.


1155 : FEDERICO bARBAROSSA si fa incoronare re a Monza e si dirige verso il meridione passando per Bologna dove trova l'appoggio dei giuristi di diritto romano. Catturato Arnaldo da Brescia, lo consegna ai fedeli del papa, e il 18 giugno del 1155 si fa incoronare imperatore, poco dopo, la ribellione del "senato romano" obbliga imperatore e papa ad abbandonare la città eterna che nella risalita verso settentrione devastano la ribelle Spoleto e mette al bando Milano, in settembre rientra in Germania


ola
Thor86
00sabato 28 marzo 2009 18:59
grazie ma non c'è di che, qua siamo tutti in debito [SM=x1140444]

per chi volesse focalizzare meglio alcune situazioni, ben vengano...

personalmente credo che sarebbe meglio incentrare il sondaggio sulla zona che si vuole sistemare, tanto per dire ad esempio: Norvegia - Svezia, Pisa - Genova, Georgia e basta; non credo ci siano degni avversari per lei [SM=g27964]

...in modo che ci si può focalizzare su una zona ben precisa che per questioni di gameplay o quant'altro, merita più attenzione. In questo modo convogliando le ricerche dei volenterosi su una data zona, credo che il risultato sia più accurato.
marcoma
00mercoledì 1 aprile 2009 09:08
Devo essere sincero focalizzerei le scelte su duw possibili opzioni:
1-fazione italiana
2-i georgiani
la scelta è dovuta al fatto ke la mappa così com'è ha delle zone ribelli in italia e nel caucaso.
Tancredi d'Altavilla
00mercoledì 1 aprile 2009 18:04
Re:
marcoma, 01/04/2009 9.08:

Devo essere sincero focalizzerei le scelte su duw possibili opzioni:
1-fazione italiana
2-i georgiani
la scelta è dovuta al fatto ke la mappa così com'è ha delle zone ribelli in italia e nel caucaso.




Concordo, queste due fazioni hanno la priorità ma in futuro vorrei vedere anche una fazione scandinava tra Svezia e Norvegia e la Lituania che non starebbe male [SM=g27960] [SM=x1140429]
Re Baldovino
00giovedì 2 aprile 2009 01:01
Eh, anche a me piacerebbe vedere un'altra fazione, ma credo che una basterà... Non credo metteranno altre... Per questo è bene concrentrarsi e scegliere BENE la fazione che vogliamo vedere...
Thor86
00giovedì 9 aprile 2009 19:26
Dettaglio su Pisa
Aggiornamento Pisa

Con la caduta dell'impero romano Pisa non subì la decadenza di altre città grazie alla complessità del suo sistema fluviale di allora, che permetteva una facile difesa della città. Si deve infatti ricordare come a Pisa vi fosse un secondo fiume che confluiva nell'Arno, l'Auser dal quale si staccava inoltre un ramo secondario, l'Auserclus che proteggeva la città da Nord.

La combinazione del bacino delle acque con la difesa costituita dai Monti Pisani definivano un assetto geografico complessivo particolarmente favorevole alle necessità difensive dell'epoca. A ciò si univa la presenza di una flotta che ebbe qualche importanza anche nell'alto Medioevo. Il rilievo militare della città pare infatti non essere stato scarso se, agli inizi del 600, tale flotta sembra aver minacciato la prosecuzione delle trattative di pace tra Bizantini e Longobardi. Inizialmente unico avamposto bizantino nella Tuscia conquistata dai Longobardi, Pisa entrò poi a far parte della Tuscia stessa probabilmente non a causa di una guerra ma in quanto lentamente assorbita nel periodo successivo al confronto tra i due regni. Da questo momento inizia l'ascesa di Pisa al ruolo di porto principale del Tirreno e di centro degli scambi della Tuscia con Corsica, Sardegna e coste meridionali di Francia e Spagna.

Con la sconfitta di re Desiderio cui Pisa era fedele, l'avvento dei Franchi e la vittoria di Carlomagno, la città ebbe una crisi dalla quale si risollevò presto. Dal punto di vista politico essa fu inserita nella contea-ducato di Lucca. Nel 930 fu trasformata in centro di contea, status che perdurò fino all'avvento di Ottone I, all'interno della Marca di Tuscia che aveva in Lucca la sua capitale ma in Pisa la città più importante se è vero che a metà del 900 Liutprando, vescovo di Verona, chiamava Pisa "Tusciae provinciae caput" e un secolo dopo il marchese di Tuscia veniva comunemente chiamato "marchese di Pisa". Proprio ai danni di Lucca, Pisa fu vittoriosa protagonista, nel 1003 della prima guerra comunale in Italia. Dal punto di vista navale invece, l'emergere dei saraceni nel IX secolo indusse Pisa ad allestire autonome flotte per contrastare i pirati. E furono tali flotte la garanzia dell'espansione della città.

La prima fase dello sviluppo della potenza pisana vede la città impegnata nel contenimento dei pirati saraceni nel Mediterraneo occidentale. Le imprese navali iniziano nell'828 con una spedizione contro le coste africane. Nell'871 Pisa partecipò in forze alla difesa di Salerno dall'attacco dei saraceni. Nel 970, dette un importante contributo alla spedizione dell'imperatore Ottone I che sconfigge una flotta bizantina in Calabria.

Nel 1005 occupò e saccheggiò Reggio Calabria. Altre spedizioni antiarabe furono la conquista e l'occupazione di Bona, in Africa settentrionale, nel 1034, la vittoriosa spedizione contro la città tunisina di El Mehedia nel 1088 ed il saccheggio di Palermo del 1063 con i cui marmi si dette inizio alla costruzione della Piazza dei miracoli. Nel corso dello scontro con gli arabi vi furono i grandi accrescimenti territoriali della città che nel 1016 contribuì alla cacciata dalla Sardegna di Mugahid, detto Musetto, nel 1052 conquistò la Corsica e nel 1115 le Baleari. Quest'ultima impresa, peraltro non duratura, avvenne a seguito di una guerra iniziata nel 1113 e promossa da Pisa insieme a Papa Pasquale II e a cui parteciparono anche il conte di Barcellona, e contingenti di altri alleati provenzali ed italiani poi quasi interamente ritiratisi. Tra questi, a differenza delle precedenti spedizioni in Sardegna e Corsica, non vi furono i genovesi.

Dalla metà del secolo XI, l'accresciuto potere della città le valse diversi riconoscimenti papali e imperiali. Gregorio VII concesse la legazia sulla Corsica nel 1077, Urbano II elevò il rango della città a dignità arcivescovile nel 1092 mentre Enrico IV nel 1081 concesse alla città il diritto di eleggere i propri consoli. Quest'ultima concessione rispecchiava in realtà una situazione di fatto dal momento che, negli anni precedenti, una forte crisi istituzionale si era conclusa con l'accordo tra l'arcivescovo e il visconte, dal quale rimase escluso il Marchese, e a seguito del quale Pisa iniziò a governarsi tramite dei consoli assistiti da un Consiglio degli Anziani.

La crescita del potere economico e politico Pisa la ebbe principalmente con l'acquisizione di possedimenti e diritti commerciali verso l'est del Mediterraneo durante il periodo delle Crociate. A meno di due mesi dalla prima crociata del 1099, una flotta pisana di 120 navi giunse in Terrasanta a portare rifornimenti ai crociati. Durante il tragitto i crociati pisani, a cui si accompagnava l'arcivescovo Daiberto, futuro patriarca di Gerusalemme, colsero l'occasione per attaccare e saccheggiare varie isole dell'impero bizantino. Giuseppe Setaioli, nella sua Historie dell'antichissima città di Pisa scrive "Patriarca Pisano qual fece ritorno per allhora alla Patria stette in quel tempo l'armata Pisana quattro anni continui in quelle parti e volendo far ritorno a i patrij lidi ricordevoli di alcune ingiurie ricevute da Colajanni Imperatore di Constantinopoli risolvettero (benché da longhe fatiche indeboliti) volere andare a i danni di detto Imperatore e luoghi e scorrere fino a Costantinopoli del che intimorito mandò sei ambasciatori a chieder paci alli Pisani dalli quali benignamente fulli concessa con alcuni pochi di tributi quali dovesse detto imperatore pagare fra i quali furono cinquanta capi di paramenti per la lor Chiesa del Duomo de i quali ven'era alcuni che per la quantità dell'oro si reggevano ritti". La presenza pisana e delle altre repubbliche ovviamente non si limitò al sostegno ai crociati ma fu volta allo stabilimento di colonie commerciali presso Siria, Libano e Palestina.

Nello specifico del caso pisano le concessioni ottenute permisero di fondare colonie ad Antiochia, Acri, Giaffa, Tripoli di Siria, Tiro, Gioppe, Laodicea ed Accone. A queste si aggiungevano possessi a Gerusalemme e Cesarea ed altre colonie, con un minor grado di autonomia, al Cairo, Alessandria e Costantinopoli. In tutte queste città i pisani avevano grandi privilegi ed esenzioni fiscali ma l'obbligo di contribuire alla difesa in caso di attacco esterno. Nel corso del secolo successivo l'importanza della presenza pisana aumentò anche nell'impero bizantino e a Costantinopoli in particolare. Qui fu messo a disposizione un quartiere, nella parte orientale della città, che potrebbe aver visto la presenza di un migliaio di pisani. Nel corso del XII secolo i rapporti con l'Impero migliorarono a tal punto che Pisa, anche se per pochi decenni, ottenne la posizione di nazione preferita, tradizionalmente assegnata a Venezia.

Dalla metà del XII secolo Pisa, tramite le acquisizioni della chiesa locale, ebbe un'espansione anche terrestre in Toscana e particolarmente nella Valdera, nel Valdarno inferiore e a Sud in direzione di Piombino. Contemporaneamente cresceva la rivalità con Lucca per il castello di Montignoso e per la via Francigena.

Sul mare, arginata la minaccia saracena nel Mediterraneo occidentale e proiettata verso i mercati dell'oriente, Pisa concentrò i suoi sforzi nella costruzione di nuovi scali e nel conseguimento di nuovi rapporti diplomatici ed economici usando la forza semplicemente per garantirsi trattati più vantaggiosi o monopoli in antagonismo con le città rivali. Tale rivalità si manifestò, in momenti diversi, con tutte le altre repubbliche marinare ma particolarmente con Genova. Successivamente alla spedizione delle Baleari, a cui seguì la concessione della primazia sulla Sardegna, l'ostilità tra Pisa e Genova si trasformò in guerra. Questo a causa del contrasto tra i reciproci interessi in tutto il Tirreno che, negli anni immediatamente precedenti la guerra si era esteso ad occidente spingendosi anche a Linguadoca e Provenza. La città toscana aveva infatti intrecciato proficui rapporti commerciali con Noli, Savona e Montpellier mentre Genova con Hyerés, Fos, Antibes e Marsiglia. Le ostilità ebbero inizio nel 1119, con l'attacco genovese ad alcune galee che si dirigevano a Pisa, e si protrassero fino al 1133. Il conflitto fu combattuto per mare e per terra ma non vide battaglie cruciali quanto un susseguirsi di scorrerie piratesche sulle coste sarde, corse e tirreniche. L'accordo successivo, favorito dall'intercessione di Papa Innocenzo II previde la spartizione dei vescovati della Corsica: a Genova Mariana, Nebbio ed Acca; a Pisa, che mantenne la legazia sulla Sardegna, Aleria, Aiaccio e Sagona. Contemporaneamente, svolgendosi un conflitto tra il legittimo Papa e l'antipapa Anacleto sostenuto da Ruggero II di Sicilia, Pisa partecipò alle spedizioni militari connesse e, il 6 agosto 1135, attaccò Amalfi. Con la città campana era in vigore una convenzione stipulata nel 1126 ma questa venne considerata invalida per la sopravvenuta soggezione ai normanni. Nel corso dell'attacco vennero saccheggiate le navi nel porto, espugnati i castelli circostanti e sconfitto un esercito di Ruggero II proveniente da Aversa. Due anni dopo, in una spedizione alleata del Papa e dell'Imperatore Lotario II, Pisa partecipò operando nuovamente nella zona di Amalfi. Seguì una fase di relativa tranquillità durante la quale Pisa si legò ancor di più agli imperatori tedeschi ottenendo importanti concessioni nei due diplomi del 1162 e 1165. Con essi Federico I riconosceva alla città, oltre alla giurisdizione sul contado pisano e la libertà di commercio nei territori dell'Impero, anche il lido del mare da Civitavecchia a Portovenere, la metà di Palermo, Messina, Salerno e Napoli, tutta Gaeta, Mazzarri e Trapani e una strada con case per i mercanti in ogni città del Regno di Sicilia. Alcuni di questi riconoscimenti vennero successivamente riconfermati da Enrico VI, Ottone IV e Federico II. L'editto ebbe due conseguenze. Esso determinò un certo risentimento anche da parte di Massa, Volterra, Lucca e Firenze che aspiravano ad un autonomo sbocco al mare. Inoltre contribuì, unitamente ai patti stretti tra Pisa e i giudicati sardi, allo scoppio di una nuova guerra con Genova.

Oggetto del contendere con la città ligure erano nuovamente le reciproche posizioni in Sardegna e Corsica nonché l'accaparramento dei mercati del Sud della Francia, dove Genova aveva assunto una posizione nettamente predominante, e di Spagna. Le ostilità ebbero probabilmente inizio nell'agosto 1165 sul Rodano, dove erano presenti stanziamenti pisani, con un fallito attacco dei genovesi alleati con il conte di Tolosa, verso un convoglio pisano supportato dai provenzali. Le ostilità si protrassero quindi fino al 1175 senza episodi eclatanti. Un altro fronte dei contrasti tra Pisa e Genova fu la Sicilia. Qui, a causa dei privilegi concessi da Enrico VI ad entrambe le città, si ebbero vari scontri iniziati con la conquista pisana dell'intera città di Messina nel 1192 a cui seguirono scontri armati in tutta l'isola fino alla conquista genovese di Siracusa nel 1204.

Le posizioni commerciali in Sicilia furono successivamente perdute con l'accordo tra la Lega Guelfa toscana, guidata da Firenze, e Papa Innocenzo III il quale, pur avendo revocato la scomunica lanciata poco tempo prima da Celestino III, si accordò poco dopo anche con Genova indebolendo ulteriormente le posizioni pisane nel Sud Italia. Negli anni seguenti si posero le premesse per ulteriori successivi scontri con l'intensificazione maggiore penetrazione commerciale pisana nel Sud della Francia. Dal 1208 Pisa stipula accordi commerciali con i borghi di Fos e Hyères, si accorda col conte di Barcellona per rinnovare i privilegi ad Arles e S.Egidio, stipula un trattato di pace trentennale col comune di Marsiglia, uno cinquantennale con quello di Narbonne ed altri accordi con Gras ed Accone.

All'incirca nello stesso periodo Pisa tentava una politica di penetrazione nell'Adriatico e di sfida alla supremazia veneziana in quel settore. Nel 1180 veniva stipulato tra le due città un accordo di non aggressione nel Tirreno e nell'Adriatico ma nello stesso anno la morte a Costantinopoli di Emanuele Commeno mutò gli equilibri e si verificarono varie azioni contro convogli veneziani. Contemporaneamente la volontà di contrastare la potenza veneziana in Adriatico si concretizzava in iniziative, sia commerciali che diplomatiche, verso le città di Ancona, Pola, Zara, Spalato e Brindisi. Nel 1188 si ebbe la firma di un trattato di pace con Zara, che si rese indipendente da Venezia per qualche anno, e nel 1195 una spedizione pisana si avventurò fino a Pola nel tentativo di indurla a ribellarsi contro Venezia anche se quest'ultima riuscì a riconquistare subito la città.

L'anno successivo fu firmata una pace decennale a condizioni favorevoli per i pisani. Il trattato ebbe vita breve in quanto nel 1199 i pisani tornarono all'attacco con un blocco navale nei pressi di Brindisi che si concluse con una battaglia vittoriosa per i veneziani. In ogni caso non si arrivò ad una vera e propria guerra e nel 1206 le due città stipularono un trattato con il quale Pisa rinunciava alle sue mire espansionistiche in Adriatico pur mantenendo il controllo degli sbocchi già acquisiti. Il trattato aveva funzione antigenovese e nel corso del tempo i rapporti tra Pisa e Venezia divennero generalmente di collaborazione quando non di alleanza per la conquista del mercato di Costantinopoli.

All'inizio del XIII secolo Pisa si impegnò nella normalizzazione dei rapporti con la rivale Genova. Dopo essersi accordata con Venezia per poter eventualmente sostenere uno scontro prolungato con i liguri, Pisa si impegnò in un tentativo di pacificazione. Nel 1209 e nel 1217, vi furono dei convegni di pace a Lerici con i genovesi che si conclusero positivamente con la firma di trattati che garantirono un periodo ventennale di pace tra le due potenze marinare. La pacificazione non fu peraltro generalizzata in quanto nel 1220 Federico II confermò a Pisa il possesso della costa tirrenica da Civitavecchia a Portovenere rinnovando i motivi di ostilità verso Pisa non solo di Genova ma anche delle città toscane. Negli anni seguenti vi furono infatti scontri con Lucca in Garfagnana e Versilia ed una vittoria fiorentina a Castel del Bosco nel 1222. Inoltre il legame indissolubile con l'Impero, che vedeva acuire le tensioni col papato, portò quest'ultimo ad ostacolare le ambizioni pisane cercando di far perdere alla città ghibellina le posizioni acquisite nei giudicati sardi di Gallura, Arborea e Torres. Nel corso degli anni trenta del XIII secolo il papato accusò diverse sconfitte militari tra cui quella della Lega lombarda.

Nel 1238 tuttavia, grazie all'insoddisfazione di Genova per la politica di Federico II, papa Gregorio IX riuscì a formare un'alleanza che vedeva Genova e Venezia unite contro chi disobbediva al papato, vale a dire l'Imperatore e con esso Pisa. L'anno dopo procedette a scomunicare Federico II e indisse poi per il 1241 un concilio antimperiale da tenersi a Roma. Il precedente accordo con Genova ebbe modo di concretizzarsi con la scorta che la città ligure concesse per il trasporto dei prelati dell'Italia del Nord e della Francia verso la città eterna. Dopo aver cercato inutilmente di impedire la partenza attaccando Genova via terra e conquistando Lerici, una flotta pisana a cui si unì una flotta imperiale proveniente dalla Sicilia e guidata da Enzo, figlio di Federico II, affrontò la scorta. La battaglia si svolse il 3 maggio 1241 presso l'isola del Giglio e si concluse con una pesante sconfitta per Genova e le costò la cattura di 25 galee e di alcune migliaia di marinai di prigionieri tra i quali due cardinali e vari vescovi. I prelati furono successivamente liberati ma conseguenza della loro cattura fu il fallimento del Concilio, che non ebbe luogo, e la scomunica della città di Pisa, accompagnata dalla revoca dei privilegi ecclesiastici concessi in passato. Tale scomunica venne a sua volta revocata solo nel 1257. La città toscana cercò comunque di sfruttare il momento favorevole conquistando la città corsa di Aleria e, nel 1243, addirittura cingendo Genova d'assedio se pur inutilmente.

La città repubblica ligure si riprese tuttavia abbastanza velocemente e nel 1256 riuscì a riconquistare Lerici.

Con l'espansione della presenza pisana nel Mediterraneo e il consolidarsi degli interessi delle classi mercantili pisane, divenne necessario modificare l'assetto istituzionale della città. Scomparve quindi la carica di console e intorno al 1230 tali classi individuarono una figura che li rappresentasse sul piano politico e li difendesse su quello militare nella nuova istituzione del Capitano del popolo. Nonostante l'opera riformatrice in città così come nei territori ad essa sottoposti rimase una forte tensione dovuta alla rivalità tra le famiglie Della Gherardesca e Visconti. Dopo vari tentativi di pacificazione, tra cui quella del 1237, da parte degli arcivescovi e dell'imperatore Federico II, nel 1254 il popolo con una rivolta impose la nuova istituzione dei dodici Anziani del Popolo come loro rappresentanti alla guida del Comune. Inoltre affiancarono ai Consigli legislativi, composti da nobili, i nuovi Consigli del Popolo formati da rappresentanti delle arti principali e dai capi delle Compagnie del Popolo con la funzione di ratificare le leggi approvate dal Consiglio Maggiore Generale e dal Senato.

Nel 1284 nel corso dell'ennesimo confronto militare con Genova, Pisa subì una disastrosa sconfitta nella battaglia della Meloria. La potenza terrestre non ne risentì immediatamente e ancora nel 1315 truppe pisane sconfiggevano duramente i fiorentini nella battaglia di Montecatini. Il lento declino era tuttavia iniziato e nel 1406 i fiorentini riuscivano ad impossessarsi della città pagando. Nel 1494 il duro regime a cui la città fu sottoposta e l'orgoglio dei cittadini pisani fece sì che al calare in Italia del re francese Carlo VIII scoppiasse la rivolta. La riconquistata libertà non durò tuttavia che quindici anni e nel 1509 Antonio da Filicaja, Averardo Salviati e Niccolò Capponi entrano trionfanti a Pisa alla testa delle truppe fiorentine…
IMPERATORE MARCOAURELIO
00giovedì 9 aprile 2009 23:16
ma l'hai scritta te tutta sto popò di roba o l'hai presa da qualche sito? [SM=g27973] [SM=g27981]
Tancredi d'Altavilla
00venerdì 10 aprile 2009 00:02
Hai scritto un libro in pratica eh? [SM=g27963] molto utile e interessante, complimenti per il lavorone, bravo [SM=x1140440] [SM=x1140429]
Thor86
00venerdì 10 aprile 2009 01:45
ma chè [SM=g27974] l'aggiornamento di Pisa è tratto da un sito di storia pisana... inizialmente ne avevo fatto un riassunto ma mozilla ha craschato [SM=g27979] e ho incollato di pari passo [SM=g27975] però ho messo in grassetto i punti salienti ...almeno [SM=g27966]
mandrake(83)
00venerdì 10 aprile 2009 02:01
Beh!Dopo questo,non credo che ci siano dubbi su chi la dovrebbe spuntare tra Pisa e Genova.Se poi vince la Georgia,onore alla vincitrice!
Miles_Christi
00venerdì 10 aprile 2009 16:06
Posso dare 7 voti a Pisa? No scherzo, però era veramente importante, è un peccato la sua assenza. Sinceramente metterei Pisa, Genova e Georgia, ma è un lavoro titanico metterne una, figuriamoci 3. Ho visto i file che vennero messi nella patch 4.1 per l'inserimento dell'aragona e sono davvero tanti, qualcosa sono riuscito a capire su dove lavorare per aggiungere una fazione (anche grazie ad un vecchio tutorial di House), ma dovessi metterle io tutte e 3 verrebbe fuori un disastro, qualcosa tipo un crash al secondo...

Cmq a chi interessa la storia genova-pisa segnalo:
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8468732

in poche parole la discussione si è spostata pure là.

Ah dimenticavo, bel lavoro Thor86!

[SM=x1140427] [SM=x1140429]
Re Baldovino
00sabato 11 aprile 2009 02:28
Re:
Miles_Christi, 10/04/2009 16.06:

Posso dare 7 voti a Pisa? No scherzo, però era veramente importante, è un peccato la sua assenza. Sinceramente metterei Pisa, Genova e Georgia, ma è un lavoro titanico metterne una, figuriamoci 3. Ho visto i file che vennero messi nella patch 4.1 per l'inserimento dell'aragona e sono davvero tanti, qualcosa sono riuscito a capire su dove lavorare per aggiungere una fazione (anche grazie ad un vecchio tutorial di House), ma dovessi metterle io tutte e 3 verrebbe fuori un disastro, qualcosa tipo un crash al secondo...

Cmq a chi interessa la storia genova-pisa segnalo:
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8468732

in poche parole la discussione si è spostata pure là.

Ah dimenticavo, bel lavoro Thor86!

[SM=x1140427] [SM=x1140429]




Grazie Miles_Christi che hai segnalato la discussione che ho aperto. [SM=x1140428] Me ne ero dimenticato di segnalarla qua dopo che l'ho aperta io stesso li! Perdonatemi! [SM=x1140429]
Miles_Christi
00sabato 11 aprile 2009 12:33
Re: Re:
Re Baldovino, 11/04/2009 2.28:




Grazie Miles_Christi che hai segnalato la discussione che ho aperto. [SM=x1140428] Me ne ero dimenticato di segnalarla qua dopo che l'ho aperta io stesso li! Perdonatemi! [SM=x1140429]




figurati, siamo talmente presi da sto capolavoro che neanche ci ricordiamo più come ci chiamiamo [SM=g27964]

[SM=x1140427] [SM=x1140429]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 02:22.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com