05/06/2011 06:29 |
|
| | | OFFLINE | Post: 37 | Registrato il: 21/05/2011
| Città: CONEGLIANO | Età: 39 | Contadino | |
|
ecoomi ancora qua ho finito le unita miste ed i galati come ti avevo promesso per i prossimi giorni non ci saro purtroppo almeno fino a giovedi quindi non andro avanti sul lavoro comunque adesso mancano solo i romani e quel poco di resto che c'e dopo (oltre ha quello che ha dato house ) vabbe fammi sapere come volete organizzarvi per i romani e che parte mi posso fare io cosi quando torno mi metto al lavoro intanto ciao e buon week-end
Testo nascosto - clicca qui {Hellenistic_Bowman}Arcieri Ellenici
{Hellenistic_Bowman_descr}Gli arcieri sono giustamente temuti per il numero di vittime che possono causare, ma sono vulnerabili nel corpo a corpo.\n\n Sono reclutati dalle classi paesane di tutte le società, in quanto sono persone che per sopravvivere devono essere per forza dei bravi cacciatori. Imparare ad usare bene l'arco richiede pratica costante ed il tempo di una vita, e mettere il cibo in tavola serve come buon esercizio.\n\n Sono usati per indebolire le formazioni nemiche, meglio se posizionati in un'area che faciliti la ritirata dietro file amiche.
{Hellenistic_Bowman_descr_short}Gli arcieri sono giustamente temuti per il numero di vittime che possono causare, ma sono vulnerabili nel corpo a corpo.
{Hellenistic_Slinger}Frombolieri Ellenici
{Hellenistic_Slinger_descr}Addestrati dall'infanzia, queste truppe da tiro includono paesani poveri e pastori che utilizzano quest'arma per cacciare e mantenere lontano i predatori dalle greggi. Portano una saccoccia sulla spalla contenente vari proiettili e fionde di ricambio adatte a varie lunghezze (ogni proiettile pesa un paio di once). Le loro frombole sono armi terribili, capaci di rompere ossa, armature e scudi da un certa distanza; utilizzano anche un piccolo coltello per il corpo a corpo, ma è comunque meglio tenerli lontani dagli avversari. Sono capaci di mantenere un tiro costante e prolungato verso il nemico, istigando un attacco prematuro e avventato, prima di ritirarsi velocemente; sono veloci e mobili e non si stancano facilmente. Xenophon riportava che tiravano molto più lontano delle frombole persiane; si pensava che i frombolieri di Rodi erano i migliori di tutta la Grecia, e Livio diceva che i frombolieri Achei erano più precisi dei famosi abitanti delle Isole Baleari.
{Hellenistic_Slinger_descr_short}I frombolieri sono utilizzati per indebolire le linee nemiche, ma sono vulnerabili nel combattimento ravvicinato.
{Hellenistic_Javelinman}Giavellottisti Ellenici
{Hellenistic_Javelinman_descr}I giavellottisti sono reclutati tra le aree più povere delle città; le classi povere degli stati più civilizzati combattono come truppe leggere, e la maggior parte usa tirare giavellotti o pietre, non avendo l'addestramento necessario per usare l'arco o la frombola. Ogni tanto i servi degli opliti combattono in questo ruolo; questi uomini molto poveri generalmente indossano tuniche di lana in varie tonalità di grigio e marrone. Oltre ai giavellotti, questi uomini portano uno scudo leggero e tondo coperto di cuoio e un piccolo coltello. L'uso di queste truppe improvvisate sembra essere declinato con l'introduzione dei peltasti mercenari ed altre truppe leggere professionali.
{Hellenistic_Javelinman_descr_short}Giavellottisti veloci utili per schermagliare.
{Seleucid_Horse_Archer}Tiratori Seleucidi
{Seleucid_Horse_Archer_descr}Gli arcieri a cavallo sono una specialità dell'Est: cavalli rapidi e tiratori esperti sono una combinazione letale. Sono armati di un arco potente ed una daga per difesa, ma non sono corazzati e non ci si dovrebbe aspettare che combattino ma piuttosto che fuggano; fanno di solito affidamento nella massima 'la velocità è la mia armatura' per mantenersi lontano dai pericoli. La fanteria non ha speranze di prenderli, ma altra cavalleria potrebbe essere capace di catturarli, e sapendo questo i migliori comandanti orientali posizionano con questi tiratori anche altri tipi di cavalleria tale che un inseguitore nemico troppo accanito sia scoraggiato da questa presenza.\n\n Questi uomini sono la risposta Seleucida alle minacce crescenti portate dai popoli delle steppe ai confini nord orientali del regno. Sono reclutati tra i popoli Iraniani, specialmente Parti, Dahai e simili, anche se alcuni di loro sono addirittura greci. Se i tiratori a cavallo avessero una debolezza la si troverebbe in quella comune a tutti gli arcieri armati di arco composito: queste armi non sono adatte per climi umidi e piovosi perchè la colla usata per costruirli si indebolisce. Anche se rappresenta un piccolo problema nelle loro regioni di origine, in regioni con climi più umidi è un pensiero da tenere a mente.
{Seleucid_Horse_Archer_descr_short}Gli arcieri a cavallo sono una specialità dell'Est: cavalli rapidi e tiratori esperti sono una combinazione letale.
{Seleucid_Light_Cavalry}Cavalleggeri Seleucidi
{Seleucid_Light_Cavalry_descr}I cavalleggeri miliziani sono schermagliatori armati di giavellotto che attaccano velocemente e si ritirano prima che un nemico più forte abbia il tempo di reagire. Non indossano armatura, ma portano scudi e spade per combattere corpo a corpo nel qual caso diventi necessario. Sono utilizzati al meglio per correre e disturbare una massa di nemici come la fanteria pesante troppo lenta per poter sperare di prenderli. Non sono le truppe ideali per combattere altri schermagliatori - molti dei loro giavellotti andrebbero sprecati contro un nemico mobile - ma sono ottimi per inseguire truppe in rotta.
{Seleucid_Light_Cavalry_descr_short}I Cavalleggeri Seleucidi sono schermagliatori armati di giavellotti che attaccano velocemente e si ritirano prima che un nemico più forte abbia il tempo di reagire.
{Seleucid_Romanized_Infantry}Legionari Seleucidi
{Seleucid_Romanized_Infantry_descr}Il talento Seleucida nell'adottare buone idee è dimostrato nella forma di questi Legionari che sono le dirette copie degli originali! Sono equipaggiaticon uno scudo d'argento (o argyraspids) e combattono nello stesso stile delle truppe romane, usando dei giavellotti (le pila, al singolare pilum) per colpire il nemico prima di chiudere con le spade corte. anche le armature e le tattiche che usano sono simili a quelle romane, incluso l'uso della formazione a testuggine (o testudo) per avvicinarsi alle fortificazioni mentre sono sotto il tiro nemico.\n\n Gli Scudi d'Argento sono ottime truppe, affidabili in ogni tipo di battaglia.
{Seleucid_Romanized_Infantry_descr_short}Il talento Seleucida nell'adottare buone idee è dimostrato nella forma di questi Legionari che sono le dirette copie degli originali!
{Seleucid_Mysian_Infantryman}Fanti Misi
{Seleucid_Mysian_Infantryman_descr}I Misi sono una popolazione tradizionalmente aggressiva e ribelle; armati come opliti leggeri agiscono come fanteria media. Storicamente, gli Attalidi avevano considerato utile reclutare grandi masse di giovani maschi come mercenari per mantenere l'area sotto controllo. Re Eumene II di Pergamo aveva rifornito Re Antiochius di truppe e danaro in una speranza di ereditare il trono; comunque la Mysia fu incorporata nel Regno di Pergamo dai Romanii dopo che la colonizzarono nell 188.
{Seleucid_Mysian_Infantryman_descr_short}Opliti leggeri utili come fanteria media.
{Seleucid_Cilician_Infantryman}Fanti Cilici
{Seleucid_Cilician_Infantryman_descr}I Cilici sono eccellenti schermagliatori ed anche ben armati, oltre che un po' azzardati! Provano ad indebolire le formazioni nemiche meno mobili con i loro arpioni prima di chiudere su di loro con le loro ascie.\n\n Il Mediterraneo Orientale funge spesso da calderone per bucanieri e pirati, famosi tra tutti i Cilici provenienti dalle coste sud-orientali dell'Asia Minore. Abituati ad una vita fuorilegge e brutale come marinai a borbo di vascelli, queste truppe sono senza pietà, preparate a non dare ne ricevere quartiere e non sempre inclini ad obbedire agli ordini.\n\n Nonostante sia una carriera molto lucrativa quella di catturare vascelli e vendere tutti i prigionieri come schiavi, molti Cilici cercano spesso ingaggio nelle armate straniere. La loro passione per il saccheggio e la vita degli altri li rende inclini ad attaccare prima e pensare dopo.
{Seleucid_Cilician_Infantryman_descr_short}Questi mercenari Cilici sono eccellenti schermagliatori ed anche ben armati, oltre che un po' azzardati!
{Seleucid_Elephant}Elefanti Seleucidi
{Seleucid_Elephant_descr}Gli elefanti da guerra sono bestie fiere e terribili, capaci di schiacciare uomini e cavalli nella polvere. Alti più di tre metri, sono animali grossi e con un pessimo temperamento, famosi per correre selvaggiamente con rabbia e paura per il campo di battaglia. Quando questo succede nessuno - amico o nemico - è al sicuro. Per questa ragione il guidatore ha sempre una mazza ed un chiodo da usare se necessario per uccidere l'elefante piantando il chiodo alla base del cranio.\n\n Le truppe sul dorso dell'elefante sono armate di archi per tirare sul formazioni nemiche molto dense, anche se l'animale di per se è un'arma: puo facilmente calpestare e scaraventare lontano gli uomini come fossero bambole di pezza.
{Seleucid_Elephant_descr_short}Gli elefanti da guerra sono bestie fiere e terribili, capaci di schiacciare uomini e cavalli nella polvere.
{Seleucid_Elephant_Tower}Mahout Seleucidi
{Seleucid_Elephant_Tower_descr}Gli elefanti da guerra sono bestie fiere e terribili, capaci di schiacciare uomini e cavalli nella polvere. Alti più di tre metri, sono animali grossi e con un pessimo temperamento, famosi per correre selvaggiamente con rabbia e paura per il campo di battaglia. Quando questo succede nessuno - amico o nemico - è al sicuro. Per questa ragione il guidatore ha sempre una mazza ed un chiodo da usare se necessario per uccidere l'elefante piantando il chiodo alla base del cranio.\n\n Gli elefanti hanno torri allacciate sul dorso, che servono per contenere truppe numide e mercenarie armate di giavellotto, anche se l'animale di per se è un'arma: puo facilmente calpestare e scaraventare lontano gli uomini come fossero bambole di pezza. Un altro modo per usare gli elefanti e forzare l'entrata nell'accampamento nemico.
{Seleucid_Elephant_Tower_descr_short}Gli elefanti da guerra sono bestie fiere e terribili, capaci di schiacciare uomini e cavalli nella polvere.
{Seleucid_elephant_armoured}Elefanti Armati Seleucidi
{Seleucid_elephant_armoured_descr}Gli Elefanti Corazzati sono le creature più terribili che si possa trovare sul campo di battaglia; niente puo opporsi a questi giganti corazzati.\n\n Ogni elefante porta una corazza pesante che lo protegge dai dardi e dalle armi tirate a mano; il guidatore usa l'elefante stesso come arma conducendolo mentre crea una via di sangue tra gli oppositori. Gli arcieri sul dorso indeboliscono le formazioni nemiche prima dell'inevitabile scontro.\n\n Gli elefanti corazzati possono correre all'impazzata, creando devastazione in tutto cio che lo circonda.
{Seleucid_elephant_armoured_descr_short}Gli Elefanti Corazzati sono le creature più terribili che si possa trovare sul campo di battaglia; niente puo opporsi a questi giganti corazzati.
{Ptolemiac_Peltast}Peltasti Tolemaici
{Ptolemiac_Peltast_descr}Queste truppe leggere avanzano velocemente per riempire il nemico di giavellotti, e poi si ritirano in buon ordine prima che possa essere organizzato un contrattacco. Sono schermagliatori ed è loro compito disturbare e rompere le formazioni nemiche prima che le linee principali si scontrino, ma sono utili anche per le imboscate.\n\n I Peltasti sono armati con vari giavellotti, una spada ed un piccolo scudo bronzeo, il pelte, che gli dà il nome di 'portatori del pelte'. Non indossano armatura, facendo affidamento sulla loro velocità come miglior forma di protezione, cosa che non li aiuterebbe in caso fossero attaccati dalla cavalleria.
{Ptolemiac_Peltast_descr_short}I Peltasti Tolemaici avanzano velocemente per riempire il nemico di giavellotti e ritirasi in buon ordine prima che possa essere organizzata alcuna reazione.
{Ptolemaic_Romanized_Infantry}Legionari Tolemaici
{Ptolemaic_Romanized_Infantry_descr}La fanteria romanizzata è la versione Tolemaica delle Legioni Romane. Questi uomini sono armati di lancie, del theuros, uno scudo fatto di legno e ricoperto di cuoio, ed indossano una maglia di ferro ed un elmo bronzeo. Anche se questo equipaggiamento gli offre una discreta protezione, se confrontati da fanteria pesante non possono resistere a lungo. La loro protezione li rende ottimi per essere posizionati nella linea principale di battaglia, ma anche per effettuare aggiramenti ed esplorazione.
{Ptolemaic_Romanized_Infantry_descr_short}Lancieri mobili, buoni per mantenere la linea principale di battaglia e per effettuare rapide manovre.
{Ptolemaic_Romanized_Heavy_Infantry}Legionari Pesanti Tolemaici
{Ptolemaic_Romanized_Heavy_Infantry_descr}La fanteria romanizzata è la versione Tolemaica delle Legioni Romane. Questi uomini sono armati di lancie, del theuros, uno scudo fatto di legno e ricoperto di cuoio, ed indossano una maglia di ferro ed un elmo bronzeo. Il loro equipaggiamento li rende ottimi per essere posizionati nella linea principale di battaglia contro la fanteria pesante nemica.
{Ptolemaic_Romanized_Heavy_Infantry_descr_short}Questi uomini sono la punta di diamante delle nuove armate Tolemaiche.
{Greek_Thorakites}Thorakites
{Greek_Thorakites_descr}I Thorakitai sono fanteria corazzata ma mobile che non usa in combattimento lo stile rigido della falange. Usano una versione leggere della cotta di maglia Celtica, più corta del normale e senza i coprispalle, e sono armati di giavellotti, lancia e thureophoroi. Sono utilizzati per supportare la fanteria leggera e per confrontarsi con quella media.
{Greek_Thorakites_descr_short}Fanteria corazzata utile per supportare la fanteria leggera e per confrontarsi con quella media.
{Pisidian_Warrior}Guerrieri Pisidiani
{Pisidian_Warrior_descr}La Pisidia è una regione montagnosa e selvaggia, ed una delle aree più ostiche da controllare dalle potenze straniere. Fin dal periodo dell'Impero Ittita, la Pisidia era casa di molte comunità indipendenti dal controllo Ittita. Conosciuta per le sue fazioni guerriere è rimasta per la maggior parte indipendente dai Lydi, e persino per i Persiani, che conquistarono l'Anatolia nel 6 secolo a.C. e divisero l'area in varie satrapie per un maggior controllo, la regione era un calderone di rivolte e tumulti. Gli Pisidani sono ottimi cacciatori e superbi nelle imboscate; sono armati solo di giavellotti e scudi tondi di cuoio grezzo, ed indossano un elmo bronzeo crestato con corna di bue; sono sempre un'aggiunta di valore a molte armate. La loro abilità nel leggere il territorio gli consente di nascondersi dove altri non potrebbero, e questo li rende preziosi per un comandante appassionato di imboscate.\n\n Sono razziatori e ladri esperti (spesso rubano le pecore e le capre ai loro vicini nella valle) e questo, sfortunatamente, talvolta li rende difficili da controllare: non vedono il bisogno delle formalità militari.
{Pisidian_Warrior_descr_short}Quetsi uomini delle colline sono selvaggi e brutali ma anche ottimi arcieri e superbi nelle imboscate.
{Cabelees_Light_Infantry}Fanti Lidi
{Cabelees_Light_Infantry_descr}Queste truppe leggere avanzano velocemente per colpire il nemico con i giavellotti per poi ritirarsi in buon ordine prima che possa essere organizzato un contrattacco. Gli schermagliatori sono truppe leggermente armate il cui proposito è quello di disturbare, rompere le formazioni nemiche prima che le linee principali si scontrino e fungere da schermo per le truppe pesanti; le loro qualità li rendono utili anche nelle imboscate fulminee.\n\n Gli schermagliatori Lydi sono equipaggiati di vari giavellotti, una spada egizia ed un piccolo scudo rotondo di cuoio grezzo. Non indossano armatura, facendo affidamento sulla loro velocità come miglior forma di protezione, cosa che non li aiuterebbe in caso fossero attaccati dalla cavalleria.
{Cabelees_Light_Infantrydescr_short}La fanteria leggera Lydia avanza velocemente per colpire il nemico con i giavellotti per poi ritirarsi in buon ordine prima che possa essere organizzato un contrattacco.
{Mares_Light_Infantry}Schermagliatori Pontici
{Mares_Light_Infantry_descr}Queste truppe leggere avanzano velocemente per colpire il nemico con i giavellotti per poi ritirarsi in buon ordine prima che possa essere organizzato un contrattacco. Sono schermagliatori il cui proposito è quello di disturbare, rompere le formazioni nemiche prima che le linee principali si scontrino e fungere da schermo per le truppe pesanti; le loro qualità li rendono utili anche nelle imboscate fulminee.\n\n Sono reclutati tra le popolazioni selvaggie che vivono lungo la costa del Mar Nero nel Ponto e nella Colcide: Tibareni, Moschi, Macroni, Mossynoeci e Mardae. Indossano elmi di cuoio o legno e portano scudi in cuoio grezzo e molti giavellotti, ma non usano armatura, facendo affidamento sulla loro velocità come miglior forma di protezione, cosa che non li aiuterebbe in caso fossero attaccati dalla cavalleria.
{Mares_Light_Infantry_descr_short}La fanteria leggera del Mar Nero avanza velocemente per colpire il nemico con i giavellotti per poi ritirarsi in buon ordine prima che possa essere organizzato un contrattacco.
{BlackSea_Spearman}Lancieri Pontici
{BlackSea_Spearman_descr}Questi lancieri sono reclutati tra le popolazioni selvaggie che vivono lungo la costa del Mar Nero nel Ponto e nella Colcide: Tibareni, Moschi, Macroni, Mossynoeci e Mardae. Indossano un elmo in cuoio o legno e portano scudi in cuoio grezzo e lancie di piccola taglia, anche se le punte sono in realtà molto lunghe. Questi guerrieri sono fanteria da mischia veloce e ben adatta, grazie all'addestramento ed all'equipaggiamento, a rapidi assalti su terreni scoscesi e irregolari. La loro abilità nel leggere il territorio gli consente di nascondersi dove altri non potrebbero, e questo li rende preziosi per un comandante appassionato di imboscate.\n\n Purtroppo la loro debolezza sta nella mancanza di addestramento formale e nella disciplina; non sono le truppe ben addestrate ma valgono la spesa. Sono utilizzati contro la fanteria di bassa qualità e per fare da schermo alle truppe pesanti.
{BlackSea_Spearman_descr_short}Fanteria leggera armata di lancia, utile contro truppe di bassa qualità e per fare da schermo alla fanteria pesante.
{Paphlagonian_Spearman}Lancieri Paflagoni
{Paphlagonian_Spearman_descr}Anche se i Paflagoni non hanno mai avuto una parte importante nella storia, erano una delle più antiche popolazioni in Anatolia; la loro terra è montagnosa, con passi difficili e valli fertili. I guerrieri Paflagoni indossano un elmo in cuoio e portano uno scudo anch'esso in cuoio grezzo, una lancia corta e dei giavellotti. Tentano di indebolire formazioni nemiche meno mobili riempendoli di giavellotti prima di chiudere con le lancie.\n\n Questi guerrieri sono fanteria da mischia veloce e ben adatta, grazie all'addestramento ed all'equipaggiamento, a rapidi assalti su terreni scoscesi e irregolari. La loro abilità nel leggere il territorio gli consente di nascondersi dove altri non potrebbero, e questo li rende preziosi per un comandante appassionato di imboscate.\n\n Purtroppo la loro debolezza sta nella mancanza di addestramento formale e nella disciplina; non sono le truppe ben addestrate ma valgono la spesa. Sono utilizzati contro la fanteria di bassa qualità e per fare da schermo alle truppe pesanti.
{Paphlagonian_Spearman_descr_short}Fanteria leggera armata di lancia e giavellotti, utile contro truppe di bassa qualità e per fare da schermo alla fanteria pesante
{Chalybes_Spearman}Lancieri Chalybes
{Chalybes_Spearman_descr}Nel periodo Classico i Chalybes ed altre tribù vicine, i Tibareni ed i Mossynoeci, venivano considerati i fondatori della metallurgia. Queste tre tribù erano rimaste vicine, lungo la costa del Mar Nero in Anatolia (l'antico Ponto), fino ai tempi del dominio Romano. Le loro armature consistono in un elmo di cuoio, dei parastinchi ed una lunga tunica in lino trapuntata. Invece dei pteruges in cuoio del corsaletto Greco, i Chalibes usano corde intrecciate per dare protezione sotto la corazza. Portano coe armi offensive delle lancie molto lunghe insieme ad un coltello attaccato alla cintura . Vengono utilizzati al meglio contro la fanteria leggera ma la mancanza di scudi significa che sono vulnerabili alle freccie nemiche
{Chalybes_Spearman_descr_short}Fanteria corazzata utile per supportare la fanteria leggera e per confrontarsi con quella media.
{Galatian_Light_Cavalry}Cavalleggeri Galati
{Galatian_Light_Cavalry_descr}I cavalleggeri Galati sono poco corazzati e usano lancie e scudi. Vengono utilizzati al meglio per scandagliare il territorio e per inseguire il nemico in rotta, e cavalcano pony robusti e veloci. Purtroppo come molti guerrieri barbari possono mancare di disciplina e tendeno ad entrare in battaglia se l'avversario è di valore. Onore e posizione sociale derivano dal combattere, ed ogni tanto il desiderio di gloria supera il buon senso. Questi uomini sono tutti buoni combattenti, ma creare tattiche di guerra organizzate non è nel loro stile; è difficile che siano efficaci contro della fanteria organizzata a meno che non attacchino da una direzione inaspettata.
{Galatian_Light_Cavalry_descr_short}I cavalleggeri Galati sono poco corazzati e usano lancie e scudi. Vengono utilizzati al meglio per scandagliare il territorio e per inseguire il nemico in rotta.
{Galatian_Javelinman}Schermagliatori Galati
{Galatian_Javelinman_descr}Gli schermagliatori sono truppe leggere il cui proposito è quello di disturbare e rompere le formazioni nemiche prima che le linee principali si scontrino e fungere da schermo per le truppe pesanti; le loro qualità li rendono utili anche nelle imboscate fulminee.\n\n Ogni uomo è armato con vari giavellotti, una spada corta ed un piccolo scudo, ma non indossano armatura preferrendo la velocità alla protezione.\n\n Le bande di schermagliatori sono composte spesso dai guerrieri più giovani della tribù: questi uomini devovo ancora misurarsi nel campo di battaglia quindi non sono duri abbastanza da combattere contro dei veterani nella mischia.
{Galatian_Javelinman_descr_short}Gli schermagliatori corrono in avanti per colpire il nemico con i giavellotti per poi ritirarsi prima che un contrattacco possa essere organizzato.
{Galatian_Slinger}Frombolieri Galati
{Galatian_Slinger_descr}La frombola è un'arma semplice ed ingannevole, capace di abbattere l'uomo più robusto con un singolo colpo. Questi frombolieri possono scaricare una grandine di proiettili verso il nemico, mirando al bersaglio per un danno maggiore; dopotutto, questi uomini sono allenati a cacciare con le frombole fin dall'infanzia. Non dovrebbero essere gettati nella mischia, in quanto la loro mancanza di armatura ed il loro scarso equipaggiamento - solo un coltello od una spada corta ed un piccolo scudo - li renderebbe presto carne da macello; se invece sono usati per colpire il nemico dalla distanza si dimostrano superbi tiratori.
{Galatian_Slinger_descr_short}La frombola è un'arma semplice ed ingannevole, capace di abbattere l'uomo più robusto con un singolo colpo.
{Galatian_Archer}Arcieri Galati
{Galatian_Archer_descr}Le bande di arcieri sono usate peer disturbare e rompere le formazioni nemiche, in modo da facilitare i guerrieri alleati a irrompere tra le fila del nemico. Questi uomini leggermente armati ed equipaggiati, sfruttano la loro velocità come protezione contro gli avvversari. Ogni arciere colto in campo aperto dalla cavalleria corre un serio pericolo a meno che non gli sia capace di ritirarsi su di un terreno favorevole o dietro al muro di scudi di truppe alleate.\n\n I loro archi sono a corto raggio, ma ogni tiratore porta con se una buona selezione di freccie da caccia e da guerra; le prime disegnate per causare molto sanguinamento e le seconde per trapassare le armature. Ovviamente la scelta dipende da quale sia il loro bersaglio.\n\n Questi arcieri sono usati al meglio nei boschi, dove la loro superiore abilità appresa nella caccia puo essere messa all'opera.
{Galatian_Archer_descr_short}Le bande di arcieri sono usate peer disturbare e rompere le formazioni nemiche, in modo da facilitare i guerrieri alleati a irrompere tra le fila del nemico.
{Galatian_Gaesatae}Gaesatae Galati
{Galatian_Gaesatae_descr}Questi sono guerrieri barbari che amano talmente la battaglia che non gli interessa nient'altro. Vestiti solo di un perizoma leggero, questi fanatici si incitano per la battaglia con cori, lotte e bevendo pesantemente; in questo stato procurano una spettacolo sconcertante al nemico. Sono utilizzati al meglio con una ferocie carica in massa nella mischia, ma dovrebbero essere tenuti lontani dalla cavalleria nemica.\n\n Haano solo lancie e scudi e praticamente sono senza disciplina, ma possono ingliggere pesanti perdite alla maggior parte delle truppe nemiche. Combattono quasi nudi (se non completamente) per enfatizzare la loro ferocia e mancanza di paura. Hanno la pelle adornata di tatuaggi e cicatrici, ed i loro capelli sono selvaggiamente lunghi; solo dopo aver ucciso un nemico si tagliano la chioma con la spada.\n\n Anche se non c'è dubbio sul loro coraggio sconsiderato, possono mancare della coesione e disciplina necessarie per adattarsi alle avversità, rompendo la formazione e scappando disordinatamente se sottoposti a forti pressioni.
{Galatian_Gaesatae_descr_short}Selvaggi e feroci, i fanatici nudi sono sempre una minaccia ma rimangono in svantaggio se confrontati dalla cavalleria.
{Galatian_Spearman}Lancieri Galati
{Galatian_Spearman_descr}Le bande di guerrieri sono obbligate a servire un capo militare o un capovillaggio; sono l'unità base rintracciabile in molte armate barbare. Combattono bene, in quanto gloria e saccheggio sono la strada per un status sociale migliore, ma sono spesso difficili da controllare. Non gli interessa la disciplina e tantomeno frenarsi, ma sono affidabili nel combattimento, anche quello duro. In battaglia sta ad ogni uomo provare il suo coraggio e valore, quindi la maniera di caricare un nemico diventa più una questione di scelta personale.\n\n Ogni uomo porta una lancia tagliente e un grande scudo.
{Galatian_Spearman_descr_short}Le bande di guerrieri sono obbligate a servire un capo militare o un capovillaggio. Combattono bene, in quanto la gloria personale è la strada per un status sociale migliore, ma sono difficili da controllare.
{Galatian_Swordman}Spadieri Galati
{Galatian_Swordman_descr}Gli spadieri sono querrieri molto veloci e aggressivi, al fanteria di linea dei Signori della Guerra barbari. Ogni tanto non mantegono la disciplina, in quanto il loro senso dell'onore ed il loro coraggio li rende ansiosi di gettarsi nella mischia, ma sono comunque dei superbi spadaccini. Si equipaggiano di ottime spade e grandi scudi.\n\n Ogni Signore della Guerra degno di tale nome si assicura di avere sempre un paio di bande di questi duri guerrieri nelle file del suo esercito.
{Galatian_Swordman_descr_short}Gli spadieri sono querrieri molto veloci e aggressivi, al fanteria di linea dei Signori della Guerra barbari.
{Galatian_Heavy_Swordman}Spadieri Scelti Galatian
{Galatian_Heavy_Swordman_descr}Gli spadieri scelti sono i migliori guerrieri della loro tribù, armati con le migliori spade disponibili.\n\n Nonostante siano estremamente abili e coriacei, non sono abituati a combattere come una unità; la ricerca di gloria personale ed il bisogno di essere il primo ad arrivare tra le fila del nemico causa una totale mancanza di disciplina e li rende molto testardi. In ogni caso sono molto ben equipaggiati: usano le migliori spade che i fabbri possano fare, insieme ad una cotta di maglia e ad uno scudo molto grande. Sono uno spettacolo spaventoso per qualsiasi nemico.
{Galatian_Heavy_Swordman_descr_short}Gli spadieri scelti sono i migliori guerrieri della loro tribù, armati con le migliori spade disponibili.
Testo nascosto - clicca qui
|
|
05/06/2011 09:10 |
|
| | | OFFLINE | Post: 21.194 | Registrato il: 10/02/2007
| Principe | | |
|
Ottimo.
Un consiglio: non fatevi prendere la mano, lavorate sempre e solo su 1 file alla volta... meglio finirne uno che iniziarne 5 senza finirli |
06/06/2011 02:41 |
|
| | | OFFLINE | Post: 37 | Registrato il: 21/05/2011
| Città: CONEGLIANO | Età: 39 | Contadino | |
|
concordo pienamente.
Comunque ci sono domani non vado piu via se riuscite a dirmi che parte dei romani posso fare comincio.
Ho visto che ci sono 19 legioni piu altre 18 unita miste, senza contare le macchine d'assedio ed il resto.
Se volete mi posso occupare delle legioni, che visto che sono corpose ed ognuna e particolare ci mettero un po di tempo anche se vado veloce.
E solo un'idea aspetto conferma da voi o altri suggerimenti ciao |
06/06/2011 09:34 |
|
| | | OFFLINE | Post: 21.194 | Registrato il: 10/02/2007
| Principe | | |
|
perfetto, vai pure con le legioni [Modificato da The Housekeeper 06/06/2011 09:35] |
06/06/2011 17:58 |
|
| | | OFFLINE | Post: 37 | Registrato il: 21/05/2011
| Città: CONEGLIANO | Età: 39 | Contadino | |
|
volevo avvisarvi che ho fatto le prime tre ed ho notato alcune mancanze nelle descrizioni ( ho studiato storia romana soprattutto le legioni sotto cesare) tipo la VI Ferrata che prima e sotto cesare e poi di colpo si ritrova con Scipione senza nessuna spiegazione cosi mi sono permesso di aggiungere il motivo.
comunque ho anche il file senza le mie aggiunte se questo e un problema.
|
06/06/2011 18:29 |
|
| | | OFFLINE | Post: 2.249 | Registrato il: 17/08/2009
| Città: CARRO | Età: 32 | Principe | |
|
Scusami Mahas se ti sto lasciando tutto il lavoro, ma ormai mancano solo due settimane all'esame di maturità e sono moltissimo sotto pressione, al più presto cercherò di tornare di aiuto, scusa ancora! |
07/06/2011 19:13 |
|
| | | OFFLINE | Post: 1.759 | Registrato il: 30/12/2010
| Principe | |
|
Ciao tra poco finisce la scuola e se vuoi posso darti una piccola mano perché sono molto inesperto. Come si dovrebbero tradurre le cose ?? Se tutto manualmente allora è meglio che non aiuto :)
« (...) Noi vogliamo dunque abolire radicalmente la dominazione e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, noi vogliamo che gli uomini affratellati da una solidarietà cosciente e voluta cooperino tutti volontariamente al benessere di tutti; noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza. (...) »
( Errico Malatesta, Il Programma Anarchico, 1919
--------------------------------------------------
Mentre il popolo pensa che l’anarchismo sia solo un violento movimento contro lo Stato, l’anarchismo è un qualcosa di molto più sottile e con varie sfumature che una semplice opposizione al potere governativo. Gli anarchici si oppongono all’idea stessa che il potere e il dominio siano necessari per l’esistenza di una società, ed in alternativa vogliono la creazione di forme di organizzazione sociale, politica ed economica cooperative e non gerarchiche. (L. Susan Brown, The Politics of Individualism)
-------------------------------------------------- |
07/06/2011 19:39 |
|
| | | OFFLINE | Post: 2.249 | Registrato il: 17/08/2009
| Città: CARRO | Età: 32 | Principe | |
|
Ciao dak, benvenuto!
Dunque, come detto prima, il file con le unità prendeva in gran parte descrizioni da Rome TW e BI, quindi c'erano pochi problemi nella traduzione (eccezion fatta per certe unità che erano fatte da zero).
Comunque per le unità dovremmo essere tutto sommato coperti, Mahas lavora ad un ritmo impressionante, io devo finire la mia parte e ImpCJ appena potrà tornare a connettersi, non so come siano messi i file degli edifici perché non so come siano stati fatti, dovremmo chiedere ad House.
Comunque, generalmente puoi riuscire a fare una traduzione abbastanza decente anche cercando un traduttore on-line e correggendo le eventuali stupidaggini che farà il traduttore.
P.s. 1000° post! |
07/06/2011 19:42 |
|
| | | OFFLINE | Post: 1.759 | Registrato il: 30/12/2010
| Principe | |
|
A ok se c'è bisogno di qualcosa di semplice fammi sapere. :) e buon lavoro :)
« (...) Noi vogliamo dunque abolire radicalmente la dominazione e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, noi vogliamo che gli uomini affratellati da una solidarietà cosciente e voluta cooperino tutti volontariamente al benessere di tutti; noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza. (...) »
( Errico Malatesta, Il Programma Anarchico, 1919
--------------------------------------------------
Mentre il popolo pensa che l’anarchismo sia solo un violento movimento contro lo Stato, l’anarchismo è un qualcosa di molto più sottile e con varie sfumature che una semplice opposizione al potere governativo. Gli anarchici si oppongono all’idea stessa che il potere e il dominio siano necessari per l’esistenza di una società, ed in alternativa vogliono la creazione di forme di organizzazione sociale, politica ed economica cooperative e non gerarchiche. (L. Susan Brown, The Politics of Individualism)
-------------------------------------------------- |
08/06/2011 13:21 |
|
| | | OFFLINE | Post: 37 | Registrato il: 21/05/2011
| Città: CONEGLIANO | Età: 39 | Contadino | |
|
grazie per il complimento zames!! allora per non smentirti ecco qua le LEGIONI!!!!
Il testo e troppo lungo ho gia provato ieri quindi te lo metto in due parti la prima e fino alla Minervia e poi il resto
Parte prima:
Testo nascosto - clicca qui {Legionary_Rapax}Legio XXI Rapax
{Legionary_Rapax_descr}I legionari Romani sono truppe professionali e dure provviste di buone armature ed ottime armi. Le loro caratteristiche tipiche sono disciplina, obbedienza e flessibilità tattica; per esempio quando si stanno avvicinando a delle fortificazioni nemiche possono usare la formazione a testuggine, o testudo, per protezione sovrapponendo gli scudi.\n\n Ogni cotta di maglia legionaria, la lorica hamata, è di ottima qualità, come del resto tutto il suo equipaggiamento: un elmetto in metallo, un grande scudo ricurvo, due giavellotti (il pilum, al plurale pila) ed una spada corta, il gladio. Ciascun pilum ha la parte dell'asta sotto la punta in ferro morbido disegnata per piegarsi appena colpisce il bersaglio, rendendo il giavellotto impossible da staccare e ritirare. Incassato in uno scudo un pilum intralcia il nemico, incassato in un uomo generalmente lo uccide. Una volta che i pila sono stati tirati, i legionari si avvicinano e continuano il combattimento con il gladio.\n\n Storicamente questo modello di legionario si formò dopo le riforme di Gaio Mario: abbandonò l'uso di reclutare in base alla proprietà ed all'età, e fece dell'armate Romane un esercito professionale. Un uomo non deve più provvedere al suo equipaggiamento, viene pagato, deve concludere 25 anni di servizio e poi può ritirarsi con abbastanza terra da potergli dare una pensione fino alla fine dei suoi giorni. La Legio vigesima prima Rapax (Ventunesima Legione Rapace) era una legione Romana formata nel 31 a.C. da Augusto, probabilmemte con uomini provenienti da altre legioni, ed il suo simbolo era il capricorno. Augusto la mandò in Hispania Tarraconense per combattere la campagna contro i Cantabri; successivamente fu una delle cinque legioni usate da Druso per sopprimere la ribellione dei Raeti nel 16-15 a.C. Dal 15 a.C. venne stazionata in Castra Regina (Regensburg), nella nuova provincia della Raetia, ma dopo il disastro della Battaglia di Teutoburgo fu spostata come rinforzo nella Germania Inferiore, dove divise il campo base di Castra Vetera (Xanten) con la V Alaudae. Nel 43 venne rilocata a Vindonissa, nella provincia della Germania Superiore. Nell'Anno dei Quattro Imperatori (69), insieme al resto delle armate che stazionavano al confine germano, la XXI Rapax supportò il suo comandante, Vitellio, e marciò su Roma; Vitellio venne comunque sconfitto da Vespasiano prima della fine dell'anno. Nel 70 la legione fece parte dell'armata mandata a sopprimere la ribellione Batava e liberare le quattro legioni imprigionate da Civilis, dopodiché venne trasferita nella Germania Superiore, dove condivise il castrum (il campo) di Moguntiacum (la moderna Mainz) con la XIV Gemina. Nel 89 le legioni di Moguntiacum supportarono il loro comandante, Lucio Antonio Saturnino, nella sua rivolta contro l'imperatore Domiziano, ma alla fine di questa innocua ribellione le legioni furono separate e la XXI Rapax mandata in Pannonia. In seguito venne rilocata nella Moesia Inferiore dove trovò la sua fine nella battaglia di Tropaeum Traiani durante la rivolta dei Sarmati nel 92.
{Legionary_Rapax_descr_short}Fanteria ben corazzata ed armata, che avanza in battaglia scagliando lancie pesanti e continuando con una carica con la spada.
{Legionary_Gallica3}Legio III Gallica
{Legionary_Gallica3_descr}I legionari Romani sono truppe professionali e dure provviste di buone armature ed ottime armi. Le loro caratteristiche tipiche sono disciplina, obbedienza e flessibilità tattica; per esempio quando si stanno avvicinando a delle fortificazioni nemiche possono usare la formazione a testuggine, o testudo, per protezione sovrapponendo gli scudi.\n\n Ogni cotta di maglia legionaria, la lorica hamata, è di ottima qualità, come del resto tutto il suo equipaggiamento: un elmetto in metallo, un grande scudo ricurvo, due giavellotti (il pilum, al plurale pila) ed una spada corta, il gladio. Ciascun pilum ha la parte dell'asta sotto la punta in ferro morbido disegnata per piegarsi appena colpisce il bersaglio, rendendo il giavellotto impossible da staccare e ritirare. Incassato in uno scudo un pilum intralcia il nemico, incassato in un uomo generalmente lo uccide. Una volta che i pila sono stati tirati, i legionari si avvicinano e continuano il combattimento con il gladio.\n\n Storicamente questo modello di legionario si formò dopo le riforme di Gaio Mario: abbandonò l'uso di reclutare in base alla proprietà ed all'età, e fece dell'armate Romane un esercito professionale. Un uomo non deve più provvedere al suo equipaggiamento, viene pagato, deve concludere 25 anni di servizio e poi può ritirarsi con abbastanza terra da potergli dare una pensione fino alla fine dei suoi giorni. La Legio tertia Gallica (Terza Legione Gallica) venne reclutata da Giulio Cesare intorno al 49 a.C. durante la guerra civile contro i repubblicani conservatori guidati da Pompei. L'attributo Gallica suggerisce che i legionari provenivano originalmente dalle provincie galliche Romane; la legione rimase attiva in Egitto fino all'inizio del quarto secolo d.C. ed il suo simbolo era il toro. Prese parte in tutte le campagne di Giulio Cesare, incluse le battaglie a Farsalo e Munda, ma dopo la morte di quest'ultimo fu integrata nell'armata di Marco Antonio, membro del secondo triumvirato, per la sua campagna contro i Parti. Venne inclusa nell'armata creata da Fulvia e Lucio Antonio (rispettivamente la moglie ed il fratello di Marco Antonio) per contrastare Ottaviano, ma finì per arrendersi a Perugia nell'inverno del 41 a.C. Dopo la battaglia ad Azio ed il suicidio di Marco Antonio, la III Gallica venne spedita di nuovo in oriente a presidiare la regione della Syria da dove, sotto il comando di Gneo Domizio Corbulone, partecipò alla campagna contro i Parti per il controllo dell'Armenia (58-63). Finita questa campagna fu trasferita nella provincia della Moesia, nel confine sul Danubio, e durante l'Anno dei Quattro Imperatori nel 69 si allineò, come tutte le legioni sul Danubio, prima con Otho e poi con Vespasiano; furono decisivi nella sconfitta di Vitellio nella seconda Battaglia di Bedriacum e nella salita al trono di Roma dei Flavi. Questa legione durante il suo servizio in Syria prese l'abitudine di salutare il sole crescente, e quando apparve l'alba a Bedriacum si voltarono a est per farlo; le truppe di Vitellio pensando che stessero salutando rinforzi in arrivo si demoralizzarono. Dopo la guerra civile venne rimandata ancora una volta in Syria, dove combatterono contro la rivolta dei Giudei nel secondo secolo d.C.
{Legionary_Gallica3_descr_short}Fanteria ben corazzata ed armata, che avanza in battaglia scagliando lancie pesanti e continuando con una carica con la spada.
{Legionary_Ferrata6}Legio VI Ferrata
{Legionary_Ferrata6_descr}I legionari Romani sono truppe professionali e dure provviste di buone armature ed ottime armi. Le loro caratteristiche tipiche sono disciplina, obbedienza e flessibilità tattica; per esempio quando si stanno avvicinando a delle fortificazioni nemiche possono usare la formazione a testuggine, o testudo, per protezione sovrapponendo gli scudi.\n\n Ogni cotta di maglia legionaria, la lorica hamata, è di ottima qualità, come del resto tutto il suo equipaggiamento: un elmetto in metallo, un grande scudo ricurvo, due giavellotti (il pilum, al plurale pila) ed una spada corta, il gladio. Ciascun pilum ha la parte dell'asta sotto la punta in ferro morbido disegnata per piegarsi appena colpisce il bersaglio, rendendo il giavellotto impossible da staccare e ritirare. Incassato in uno scudo un pilum intralcia il nemico, incassato in un uomo generalmente lo uccide. Una volta che i pila sono stati tirati, i legionari si avvicinano e continuano il combattimento con il gladio.\n\n Storicamente questo modello di legionario si formò dopo le riforme di Gaio Mario: abbandonò l'uso di reclutare in base alla proprietà ed all'età, e fece dell'armate Romane un esercito professionale. Un uomo non deve più provvedere al suo equipaggiamento, viene pagato, deve concludere 25 anni di servizio e poi può ritirarsi con abbastanza terra da potergli dare una pensione fino alla fine dei suoi giorni. La Legio sexta Ferrata (Sesta Legione Corazzata), venne formata da Pompei nel 65 a.C. in Spagna, e sopravvisse almeno fino al 215 d.C. Servì sotto Giulio Cesare nelle Guerre Galliche (58–51 a.C.) e quest'ultimo, vedendo come si comportò nella Battaglia di Farsalo nel 48, decise di portarla con sé in Egitto per sistemare una disputa tra Cleopatra e suo fratello Tolomeo, gli eredi al trono dell'ultimo regnante d'Egitto. Alessandria venne assediata, e la VI subì molte vittime, perdendo quasi due terzi del suo intero corpo. Cesare infine trionfò quando arrivarono dei rinforzi sotto Mithridate Re di Pergamo. Successivamente seguì Cesare nel 48-47 a.C. in Ponto per far fronte all'invasione dell'Armenia da parte di Pharnace Re del Bosforo. Tutta l'operazione culminò nella battaglia di Zela dove la vittoria venne data dalla Legio VI. Nella Campagna d'Africa nel 46 a.C, a causa di una tempesta accorsa durante l'attraversamento da Lylibeo alle coste africane, la VI venne dispersa e catturata dalle forze di Scipione, ma poi disertò in massa per rinforzare Cesare e combatte sotto di lui. La legione fu dismessa nel 45 a.C. dopo la battaglia di Munda, e stabilì una colonia ad Arelate (Arles); fu però riformata da Lepido l'anno successivo (44 a.C.) e consegnata a Marco Antonio. In seguito alla sconfitta dei generali repubblicani Cassio e Bruto nella battaglia di Filippi nel 42 a.C. ed alla conseguente divisione dei poteri tra Marco Antonio ed il nipote ed erede di Cesare, Ottaviano, venne formata nel 41 un'altra colonia a Benevento per i veterani in pensione, ed il resto della VI Ferrata fu presa da Antonio e posta di guarnigione in Giudea; successivamente combatté nella campagna del 36 contro i Parti. Durante la Guerra tra Ottaviano e Antonio le Legio VI Ferrata e Victrix si ritrovarono opposte nella battaglia di Azio nel 31 a.C., e la Ferrata venne demolita dalle forze di Ottaviano. Dal 54 al 68 d.C. servì sotto Gneo Domizio Corbulone ad Artaxata e Tigranocerta contro i Parti, mentre nel 69 ritornò in Giudea per combattere la Guerra Ebrea. Nella fase finale di questo conflitto venne messa sotto il comando di Muciano e combatté contro Vitellio, e fu una della maggiori cause responsabili della vittoria di Muciano sulle forze di Vitellio durante la breve guerra civile risultata dalla morte di Nerone. Nel 106 d.C. si ritrovò a Bostra in Nabatea sotto Aulo Cornelio Palma Frontoniano. La legione era anche conosciuta come Fidelis Constans, che significa "leale e forte". Non è chiaro perchè portasse tale titolo, ma molte risorse indicano che può essergli stato attribuito nel 1 secolo d.C. Il loro simbolo era il toro, ma portavano anche il disegno della Lupa con Romolo e Remolo.
{Legionary_Ferrata6_descr_short}Fanteria ben corazzata ed armata, che avanza in battaglia scagliando lancie pesanti e continuando con una carica con la spada.
{Legionary_Alaudae}Legio V Alaudae
{Legionary_Alaudae_descr}I legionari Romani sono truppe professionali e dure provviste di buone armature ed ottime armi. Le loro caratteristiche tipiche sono disciplina, obbedienza e flessibilità tattica; per esempio quando si stanno avvicinando a delle fortificazioni nemiche possono usare la formazione a testuggine, o testudo, per protezione sovrapponendo gli scudi.\n\n Ogni cotta di maglia legionaria, la lorica hamata, è di ottima qualità, come del resto tutto il suo equipaggiamento: un elmetto in metallo, un grande scudo ricurvo, due giavellotti (il pilum, al plurale pila) ed una spada corta, il gladio. Ciascun pilum ha la parte dell'asta sotto la punta in ferro morbido disegnata per piegarsi appena colpisce il bersaglio, rendendo il giavellotto impossible da staccare e ritirare. Incassato in uno scudo un pilum intralcia il nemico, incassato in un uomo generalmente lo uccide. Una volta che i pila sono stati tirati, i legionari si avvicinano e continuano il combattimento con il gladio.\n\n Storicamente questo modello di legionario si formò dopo le riforme di Gaio Mario: abbandonò l'uso di reclutare in base alla proprietà ed all'età, e fece dell'armate Romane un esercito professionale. Un uomo non deve più provvedere al suo equipaggiamento, viene pagato, deve concludere 25 anni di servizio e poi può ritirarsi con abbastanza terra da potergli dare una pensione fino alla fine dei suoi giorni. La Legio quinta Alaudae (Quinta Legione Allodole) ogni tanto conosciuta come Gallica, venne reclutata da Cesare nel 52 a.C. tra i Galli nativi .L'emblema era un elefante e fu premiata nel 46 per il suo coraggio contro una carica di elefanti nella battaglia di Thapsus. L'attributo Alaudae viene dall'alta cresta degli elmetti che portavano i legionari, tipica dei Galli, che li faceva sembrare allodole. La V Gallica fu la prima legione composta da soldati provinciali invece che cittadini romani; Cesare la pagava con le sue risorse personali, ma in seguito venne riconosciuta anche dal Senato Romano. La V Alaudae combatté nelle Guerre Galliche fino al 49, come una delle legioni di Cesare più coraggiose, per poi essere spostata in Spagna. Servì sotto Marco Antonio dal 41 al 31 a.C. e probabilmente combatté ad Azio, e dopo il suicidio di Antonio venne unita alle armate di Augusto nel 30. La legione soffrì molte perdite durante la ribellione Batava del 70 d.C.; nel 86 la V Alaudae cessò di esistere, distrutta insieme al suo comandante, il Praetore prefetto Cornelio Fusco, nella Prima Battaglia di Tapae contro i Daci.
{Legionary_Alaudae_descr_short}Fanteria ben corazzata ed armata, che avanza in battaglia scagliando lancie pesanti e continuando con una carica con la spada.
{Legionary_Gemina}Legio XIII Gemina
{Legionary_Gemina_descr}I legionari Romani sono truppe professionali e dure provviste di buone armature ed ottime armi. Le loro caratteristiche tipiche sono disciplina, obbedienza e flessibilità tattica; per esempio quando si stanno avvicinando a delle fortificazioni nemiche possono usare la formazione a testuggine, o testudo, per protezione sovrapponendo gli scudi.\n\n Ogni armatura a fascie flessibili legionaria, la lorica segmenta, è di ottima qualità, come del resto tutto il suo equipaggiamento: un elmetto in metallo, un grande scudo ricurvo, due giavellotti (il pilum, al plurale pila) ed una spada corta, il gladio. Ciascun pilum ha la parte dell'asta sotto la punta in ferro morbido disegnata per piegarsi appena colpisce il bersaglio, rendendo il giavellotto impossible da staccare e ritirare. Incassato in uno scudo un pilum intralcia il nemico, incassato in un uomo generalmente lo uccide. Una volta che i pila sono stati tirati, i legionari si avvicinano e continuano il combattimento con il gladio.\n\n La lorica segmenta venne adottata perchè meno costosa da produrre ed offriva più protezione rispetto alla prima cotta di maglia; un'altra armatura in uso nella frontiera sul Danubio era la lorica squamata, fatta di scaglie in bronzo o ferro. Quest'ultima sembra avesse avuto origini orientali e non fu molto diffusa; probabilmente fu introdotta nelle armate Romane da alcuni ausiliari delle province orientali, in quanto sconosciuta al mondo Celtico, intorno al I secolo a.C. La Legio tertia decima Gemina (Tredicesima Legione Gemella), è una delle legioni Romane che si distinse di più nella storia: era una delle unità chiave di Cesare in Gallia e durante la Guerra Civile, e fu la legione con cui attraverso il Rubicone nel 10 Gennaio del 49 a.C.; sembra che sia rimasta in vita addirittura fino al quinto secolo d.C. ed il suo simbolo era il leone. Legio XIII fu creata da Giulio Cesare nel 57 a.C. prima di marciare sui Belgi, in uno dei suoi primi interventi nei conflitti interni dei Galli. Durante le Guerre Galliche (58-51 a.C.), Legio XIII era presente alla battaglia contro i Nervi, all'assedio di Gergovia ed, anche se non specificato nelle fonti, è ragionevole pensare che prese parte anche alla Battaglia di Alesia. Dopo la fine delle guerre in Gallia, il Senato Romano rifiutò a Cesare un secondo mandato come Console, gli ordinò di congedare le sue legioni e di tornare a Roma per affrontare le accuse mosse contro di lui per via della guerra. Obbligato a scegliere tra la fine della sua carriera politica od una guerra civile, Cesare portò la Legio XIII attraverso il Rubicone in Italia. La legione rimase fedele a Cesare durante tutta la risultante Guerra Civile tra quest'ultimo e la fazione conservatrice degli Optimates, le cui legioni erano comandate da Pompei. La XIII fu attiva in tutta la guerra, combattendo a Dyrrhachium (48 a.C.) e Farsalo (48 a.C.); dopo la vittoria decisiva su Pompei a Farsalo doveva essere congedata ed ai legionari dati i tradizionali premi in proprietà terriere, ma venne richiamata per la battaglia di Thapsus (46 a.C.) e la battaglia finale a Munda (45 a.C.). Dopo Munda, Cesare congedo le sue legioni, mise in pensione i suoi veterani e gli diede delle fattorie in Italia. Augusto la riconstituì ancora una volta nel 41 per far fronte alla ribellione di Sexto Pompeo (figlio di Pompei) in Sicilia. La Legio XIII prese il suo cognome "Gemina" , un'appellazione comune per quelle legioni formate da porzioni di altre, dopo essere stata rinforzata con veterani di altre legioni in seguito alla guerra contro Marco Antonio e la Battaglia di Azio. Suuccessivamente Augusto la mandò a Burnum (la moderna Knin), nell'Illiria, una provincia Romana lungo il Mar Adriatico; nel 16 a.C. venne trasferita ad Emona (adesso Ljubljana) in Pannonia, dove si misurò con delle rivolte locali. Dopo il disastro della Battaglia di Teutoburgo nel 9 d.C., la legione venne mandata come rinforzo ad Augusta Vindelicorum (Augsburg), e da lì a Vindonissa, in Raetia, per prevenire altre incursioni delle tribù germaniche. L'Imperatore Claudio la rimandò indietro in Pannonia nel 45 dove prese campo a Poetovio (la moderna Ptuj, Slovenia). Nell'Anno dei Quattro Imperatori (69), la XIII Gemina si schierò dapprima con Otho e poi con Vespasiano contro Vitellio, combattendo nelle due battaglie di Bedriacum. Sotto Traiano la legione prese parte in tutte e due le Guerre Daciche (101-102, 105-106), e fu trasferita nel 106 nella nuova provincia della Dacia (in Apulum, moderna Alba Iulia, Romania) per farne da guarnigione.
{Legionary_Gemina_descr_short}Fanteria ben corazzata ed armata, che avanza in battaglia scagliando lancie pesanti e continuando con una carica con la spada.
{Legionary_Macedonica}Legio V Macedonica
{Legionary_Macedonica_descr}I legionari Romani sono truppe professionali e dure provviste di buone armature ed ottime armi. Le loro caratteristiche tipiche sono disciplina, obbedienza e flessibilità tattica; per esempio quando si stanno avvicinando a delle fortificazioni nemiche possono usare la formazione a testuggine, o testudo, per protezione sovrapponendo gli scudi.\n\n Ogni armatura a fascie flessibili legionaria, la lorica segmenta, è di ottima qualità, come del resto tutto il suo equipaggiamento: un elmetto in metallo, un grande scudo ricurvo, due giavellotti (il pilum, al plurale pila) ed una spada corta, il gladio. Ciascun pilum ha la parte dell'asta sotto la punta in ferro morbido disegnata per piegarsi appena colpisce il bersaglio, rendendo il giavellotto impossible da staccare e ritirare. Incassato in uno scudo un pilum intralcia il nemico, incassato in un uomo generalmente lo uccide. Una volta che i pila sono stati tirati, i legionari si avvicinano e continuano il combattimento con il gladio.\n\n La lorica segmenta venne adottata perchè meno costosa da produrre ed offriva più protezione rispetto alla prima cotta di maglia; un'altra armatura in uso nella frontiera sul Danubio era la lorica squamata, fatta di scaglie in bronzo o ferro. Quest'ultima sembra avesse avuto origini orientali e non fu molto diffusa; probabilmente fu introdotta nelle armate Romane da alcuni ausiliari delle province orientali, in quanto sconosciuta al mondo Celtico, intorno al I secolo a.C. La Legio quinta Macedonica (Quinta Legione Macedone) ha avuto origine con il Console Gaio Vibio Pansa Caetroniano e Ottaviano nel 43 a.C., e venne stazionata in Moesia almeno fino al 5 secolo d.C. Il suo simbolo era il toro, ma usavano anche l'aquila, e l'attributo Macedonica deriva dal fatto che fu stazionata in quell'area per un periodo abbastanza lungo della sua esistenza. La Legio V era una delle 28 legioni reclutate da Ottavian, ma ci sono due V legioni registrate nei documenti: la V Gallica e la V Urbana. È possibile che entrambe siano stati dei nomi precedenti per la V Macedonica. La legione combatté nella Battaglia di Azio nel 31 e dopo venne stazionata in Macedonia dal 30 a.C. al 6 d.C., guadagnandosi il nome di Macedonica, prima di essere spostata di nuovo a Oescus (Moesia). Nel 62, alcuni vexillationes della V combatterono sotto Lucio Caesennio Paeto in Armenia contro l'Impero Parto. Dopo la sconfitta nella Battaglia di Rhandeia, l'intera V Macedonica, insieme con la III Gallica, VI Ferrata, e X Fretensis sotto il comando di Gneo Domizio Corbulone, venne mandata in oriente per combattere nella vittoriosa guerra contro i Parti. La legione probabilmente era ancora in oriente quando scoppiò la Grande Rivolta Ebrea in Giudea nel 66 d.C.; Nerone la diede con la X Fretensis e la XV Apollinaris a Tito Flavio Vespasiano per fermare la rivolta. Nell'Anno dei Quattro Imperatori, 69, la legione rimase inattiva ad Emmaus, dove rimangono diverse lapidi di soldati della Macedonica, ma dopo la proclamazione di Vespasiano come nuovo Imperatore e la fine della guerra sotto suo figlo Tito, la V lasciò la Giudea e ritornò ad Oescus (71). Nel 96 l'imperatore Adriano vi servi come tribunus militum e nel 101 la legione si spostò in Dacia per combattere nella campagna di Traiano contro le tribù locali; dopo che la guerra finì nel 106, la V rimase a Troesmis (moderna Iglita) vicino al delta del Danubio fino al 107.
{Legionary_Macedonica_descr_short}Fanteria ben corazzata ed armata, che avanza in battaglia scagliando lancie pesanti e continuando con una carica con la spada.
{Legionary_Apollinaris}Legio XV Apollinaris
{Legionary_Apollinaris_descr}I legionari Romani sono truppe professionali e dure provviste di buone armature ed ottime armi. Le loro caratteristiche tipiche sono disciplina, obbedienza e flessibilità tattica; per esempio quando si stanno avvicinando a delle fortificazioni nemiche possono usare la formazione a testuggine, o testudo, per protezione sovrapponendo gli scudi.\n\n Ogni armatura a fascie flessibili legionaria, la lorica segmenta, è di ottima qualità, come del resto tutto il suo equipaggiamento: un elmetto in metallo, un grande scudo ricurvo, due giavellotti (il pilum, al plurale pila) ed una spada corta, il gladio. Ciascun pilum ha la parte dell'asta sotto la punta in ferro morbido disegnata per piegarsi appena colpisce il bersaglio, rendendo il giavellotto impossible da staccare e ritirare. Incassato in uno scudo un pilum intralcia il nemico, incassato in un uomo generalmente lo uccide. Una volta che i pila sono stati tirati, i legionari si avvicinano e continuano il combattimento con il gladio.\n\n La lorica segmenta venne adottata perchè meno costosa da produrre ed offriva più protezione rispetto alla prima cotta di maglia; un'altra armatura in uso nella frontiera sul Danubio era la lorica squamata, fatta di scaglie in bronzo o ferro. Quest'ultima sembra avesse avuto origini orientali e non fu molto diffusa; probabilmente fu introdotta nelle armate Romane da alcuni ausiliari delle province orientali, in quanto sconosciuta al mondo Celtico, intorno al I secolo a.C. La Legio quinta decima Apollinaris (Quindicesima Legione Apollinara) venne reclutata da Ottaviano nel 41/40 a.C.; il suo emblema era probabilmente una raffigurazione di Apollo o di uno dei suoi animali sacri. La XV Apollinaris viene talvolta confusa con due altre legioni che portavano lo stesso numero: una prima unità sotto Giulio Cesare che trovò la sua fine in Nord Africa nel 49 a.C., ed una sequente che fu presente alla battaglia di Filippi dalla parte del Secondo Triumvirato e poi mandata in oriente. Ottaviano (dopo l'Imperatore Augusto) creò la XV Apollinaris per stroncare l'occupazione della Sicilia da parte di Sexto Pompeo, che minacciava la base dell'approvigionamento del grano per Roma. Dopo la battaglia ad Azio la legione venne mandata in Illiria, dove rimase fino al 6 a.C., anche se potrebbe aver partecipato alle Guerre Cantabriche. Nel 6 a.C., l'Apollinaris prese parte alla grande campagna dell'Imperatore Tiberio contro i Marcomanni; venne però ostacolata da una rivolta in Pannonia, e nella soppressione della stessa la XV vide una buona occasione per combattere. È probabile che sia stata questa legione a fondare la colonia di Iulia Aemona. Nel 9 d.C. la legione aveva quartiere in Pannonia, nella città di Carnuntum, e vi rimase fino al 61-62, quando fu mandata da Nerone in Siria e Armenia, due provincie appena conquistate ai Parti. Alla fine della guerra contro i Parti, la XV venne spostata ad Alexandria, ma si ritrovò subito colta nei combattimenti della Prima Rivolta Ebrea, e catturò le città di Jotapata e Gamla; furono loro a catturare il generale ebreo che successivamente diventò il famoso storico Josephus. Durante questo periodo la legione era comandata da Tito, che poi sarebbe diventato Imperatore. Dopo la soppressione della rivolta l'Apollinaris fece ritorno a Carnuntum e ricostruì la fortezza. Parti della XV combatterono nelle Guerre Daciche anche se il corpo principale rimase in Pannonia; nel 115 scoppiò di nuovo la guerra con i Parti e la legione fu mandata al fronte, rinforzata con elementi della XXX Ulpia Victrix.
{Legionary_Apollinaris_descr_short}Fanteria ben corazzata ed armata, che avanza in battaglia scagliando lancie pesanti e continuando con una carica con la spada.
{Legionary_Italica}Legio I Italica
{Legionary_Italica_descr}I legionari Romani sono truppe professionali e dure provviste di buone armature ed ottime armi. Le loro caratteristiche tipiche sono disciplina, obbedienza e flessibilità tattica; per esempio quando si stanno avvicinando a delle fortificazioni nemiche possono usare la formazione a testuggine, o testudo, per protezione sovrapponendo gli scudi.\n\n Ogni armatura a fascie flessibili legionaria, la lorica segmenta, è di ottima qualità, come del resto tutto il suo equipaggiamento: un elmetto in metallo, un grande scudo ricurvo, due giavellotti (il pilum, al plurale pila) ed una spada corta, il gladio. Ciascun pilum ha la parte dell'asta sotto la punta in ferro morbido disegnata per piegarsi appena colpisce il bersaglio, rendendo il giavellotto impossible da staccare e ritirare. Incassato in uno scudo un pilum intralcia il nemico, incassato in un uomo generalmente lo uccide. Una volta che i pila sono stati tirati, i legionari si avvicinano e continuano il combattimento con il gladio.\n\n La lorica segmenta venne adottata perchè meno costosa da produrre ed offriva più protezione rispetto alla prima cotta di maglia; un'altra armatura in uso nella frontiera sul Danubio era la lorica squamata, fatta di scaglie in bronzo o ferro. Quest'ultima sembra avesse avuto origini orientali e non fu molto diffusa; probabilmente fu introdotta nelle armate Romane da alcuni ausiliari delle province orientali, in quanto sconosciuta al mondo Celtico, intorno al I secolo a.C. La Legio prima Italica (Prima Legione Italica) era una legione Romana reclutata dall'Imperatore Nerone nel 22 Settembre del 66 (la data è attestata su di una iscrizione). Ci sono traccie della I Italica nel confine sul Danubio risalenti fino al 5 secolo d.C.; il suo simbolo era l'orso. Successivamente alla guerra Romano-Partica dal 58–63, l'Imperatore Nero creò la I Italica, con il nome "phalanx
Alexandri Magni" (falange di Alessandro Magno), per una campagna in Armenia, alle Porte Caspie - per il passo del Chawar. Le fonti menzionano un fatto peculiare: i legionari originali erano italici, tutti alti più di 1.80 m. Comunque a causa dello scoppiò, poche settimane dopo, della rivolta Giudea, la campagna Armena non prese mai piede. Nel primo periodo del 68 anche il governatore della Gallia, Gaio Julio Vindex, si rivoltò, e la I Italica fu ridiretta per fronteggiare la situazione, ma arrivò solo in tempo per vedere la fine della ribellione. Nell'Anno dei Quattro Imperatori (69) dopo la morte di Nerone, la legione prese il nome di I Italica, e combatté per Vitellio nella seconda Battaglia di Bedriacum, dove le forze Vitelliane furono sconfitte da quelle di Vespasiano. Il nuovo imperatore mandò la I Italica nella provincia della Moesia intorno al 70; prese campo a Novae (moderna Svishtov), e rimase lì per secoli. Durante le Guerre Daciche di Traiano, la legione fu responsabile per la costruzione del ponte sul Danubio.
{Legionary_Italica_descr_short}Fanteria ben corazzata ed armata, che avanza in battaglia scagliando lancie pesanti e continuando con una carica con la spada.
{Legionary_Gemina_ug1}Legio XIII Gemina
{Legionary_Gemina_ug1_descr}I legionari Romani sono truppe professionali e dure provviste di buone armature ed ottime armi. Le loro caratteristiche tipiche sono disciplina, obbedienza e flessibilità tattica; per esempio quando si stanno avvicinando a delle fortificazioni nemiche possono usare la formazione a testuggine, o testudo, per protezione sovrapponendo gli scudi.\n\n Ogni armatura a fascie flessibili legionaria, la lorica segmenta, è di ottima qualità, come del resto tutto il suo equipaggiamento: un elmetto in metallo, un grande scudo ricurvo, due giavellotti (il pilum, al plurale pila) ed una spada corta, il gladio. Ciascun pilum ha la parte dell'asta sotto la punta in ferro morbido disegnata per piegarsi appena colpisce il bersaglio, rendendo il giavellotto impossible da staccare e ritirare. Incassato in uno scudo un pilum intralcia il nemico, incassato in un uomo generalmente lo uccide. Una volta che i pila sono stati tirati, i legionari si avvicinano e continuano il combattimento con il gladio.\n\n La lorica segmenta venne adottata perchè meno costosa da produrre ed offriva più protezione rispetto alla prima cotta di maglia; un'altra armatura in uso nella frontiera sul Danubio era la lorica squamata, fatta di scaglie in bronzo o ferro. Quest'ultima sembra avesse avuto origini orientali e non fu molto diffusa; probabilmente fu introdotta nelle armate Romane da alcuni ausiliari delle province orientali, in quanto sconosciuta al mondo Celtico, intorno al I secolo a.C. La Legio tertia decima Gemina (Tredicesima Legione Gemella), è una delle legioni Romane che si distinse di più nella storia: era una delle unità chiave di Cesare in Gallia e durante la Guerra Civile, e fu la legione con cui attraverso il Rubicone nel 10 Gennaio del 49 a.C.; sembra che sia rimasta in vita addirittura fino al quinto secolo d.C. ed il suo simbolo era il leone. Legio XIII fu creata da Giulio Cesare nel 57 a.C. prima di marciare sui Belgi, in uno dei suoi primi interventi nei conflitti interni dei Galli. Durante le Guerre Galliche (58-51 a.C.), Legio XIII era presente alla battaglia contro i Nervi, all'assedio di Gergovia ed, anche se non specificato nelle fonti, è ragionevole pensare che prese parte anche alla Battaglia di Alesia. Dopo la fine delle guerre in Gallia, il Senato Romano rifiutò a Cesare un secondo mandato come Console, gli ordinò di congedare le sue legioni e di tornare a Roma per affrontare le accuse mosse contro di lui per via della guerra. Obbligato a scegliere tra la fine della sua carriera politica od una guerra civile, Cesare portò la Legio XIII attraverso il Rubicone in Italia. La legione rimase fedele a Cesare durante tutta la risultante Guerra Civile tra quest'ultimo e la fazione conservatrice degli Optimates, le cui legioni erano comandate da Pompei. La XIII fu attiva in tutta la guerra, combattendo a Dyrrhachium (48 a.C.) e Farsalo (48 a.C.); dopo la vittoria decisiva su Pompei a Farsalo doveva essere congedata ed ai legionari dati i tradizionali premi in proprietà terriere, ma venne richiamata per la battaglia di Thapsus (46 a.C.) e la battaglia finale a Munda (45 a.C.). Dopo Munda, Cesare congedo le sue legioni, mise in pensione i suoi veterani e gli diede delle fattorie in Italia. Augusto la riconstituì ancora una volta nel 41 per far fronte alla ribellione di Sexto Pompei (figlio di Pompei) in Sicilia. La Legio XIII prese il suo cognome "Gemina" , un'appellazione comune per quelle legioni formate da porzioni di altre, dopo essere stata rinforzata con veterani di altre legioni in seguito alla guerra contro Marco Antonio e la Battaglia di Azio. Suuccessivamente Augusto la mandò a Burnum (la moderna Knin), nell'Illyria, una provincia Romana lungo il Mar Adriatico; nel 16 a.C. venne trasferita ad Emona (adesso Ljubljana) in Pannonia, dove si misurò con delle rivolte locali. Dopo il disastro della Battaglia di Teutoburgo nel 9 d.C., la legione venne mandata come rinforzo ad Augusta Vindelicorum (Augsburg), e da lì a Vindonissa, in Raetia, per prevenire altre incursioni delle tribù germaniche. L'Imperatore Claudio la rimandò indietro in Pannonia nel 45 dove prese campo a Poetovio (la moderna Ptuj, Slovenia). Nell'Anno dei Quattro Imperatori (69), la XIII Gemina si schierò dapprima con Otho e poi con Vespasiano contro Vitellio, combattendo nelle due battaglie di Bedriacum. Sotto Traiano la legione prese parte in tutte e due le Guerre Daciche (101-102, 105-106), e fu trasferita nel 106 nella nuova provincia della Dacia (in Apulum, moderna Alba Iulia, Romania) per fare da guarnigione.
{Legionary_Gemina_ug1_descr_short}Fanteria ben corazzata ed armata, che avanza in battaglia scagliando lancie pesanti e continuando con una carica con la spada.
{Legionary_Macedonica_ug1}Legio V Macedonica
{Legionary_Macedonica_ug1_descr}I legionari Romani sono truppe professionali e dure provviste di buone armature ed ottime armi. Le loro caratteristiche tipiche sono disciplina, obbedienza e flessibilità tattica; per esempio quando si stanno avvicinando a delle fortificazioni nemiche possono usare la formazione a testuggine, o testudo, per protezione sovrapponendo gli scudi.\n\n Ogni armatura a fascie flessibili legionaria, la lorica segmenta, è di ottima qualità, come del resto tutto il suo equipaggiamento: un elmetto in metallo, un grande scudo ricurvo, due giavellotti (il pilum, al plurale pila) ed una spada corta, il gladio. Ciascun pilum ha la parte dell'asta sotto la punta in ferro morbido disegnata per piegarsi appena colpisce il bersaglio, rendendo il giavellotto impossible da staccare e ritirare. Incassato in uno scudo un pilum intralcia il nemico, incassato in un uomo generalmente lo uccide. Una volta che i pila sono stati tirati, i legionari si avvicinano e continuano il combattimento con il gladio.\n\n La lorica segmenta venne adottata perchè meno costosa da produrre ed offriva più protezione rispetto alla prima cotta di maglia; un'altra armatura in uso nella frontiera sul Danubio era la lorica squamata, fatta di scaglie in bronzo o ferro. Quest'ultima sembra avesse avuto origini orientali e non fu molto diffusa; probabilmente fu introdotta nelle armate Romane da alcuni ausiliari delle province orientali, in quanto sconosciuta al mondo Celtico, intorno al I secolo a.C. La Legio quinta Macedonica (Quinta Legione Macedone) ha avuto origine con il Console Gaio Vibio Pansa Caetroniano e Ottaviano nel 43 a.C., e venne stazionata in Moesia almeno fino al 5 secolo d.C. Il suo simbolo era il toro, ma usavano anche l'aquila, e l'attributo Macedonica deriva dal fatto che fu stazionata in quell'area per un periodo abbastanza lungo della sua esistenza. La Legio V era una delle 28 legioni reclutate da Ottavian, ma ci sono due V legioni registrate nei documenti: la V Gallica e la V Urbana. È possibile che entrambe siano stati dei nomi precedenti per la V Macedonica. La legione combatté nella Battaglia di Azio nel 31 e dopo venne stazionata in Macedonia dal 30 a.C. al 6 d.C., guadagnandosi il nome di Macedonica, prima di essere spostata di nuovo a Oescus (Moesia). Nel 62, alcuni vexillationes della V combatterono sotto Lucio Caesennio Paeto in Armenia contro l'Impero Parto. Dopo la sconfitta nella Battaglia di Rhandeia, l'intera V Macedonica, insieme con la III Gallica, VI Ferrata, e X Fretensis sotto il comando di Gneo Domizio Corbulone, venne mandata in oriente per combattere nella vittoriosa guerra contro i Parti. La legione probabilmente era ancora in oriente quando scoppiò la Grande Rivolta Ebrea in Giudea nel 66 d.C.; Nerone la diede con la X Fretensis e la XV Apollinaris a Tito Flavio Vespasiano per fermare la rivolta. Nell'Anno dei Quattro Imperatori, 69, la legione rimase inattiva ad Emmaus, dove rimangono diverse lapidi di soldati della Macedonica, ma dopo la proclamazione di Vespasiano come nuovo Imperatore e la fine della guerra sotto suo figlo Tito, la V lasciò la Giudea e ritornò ad Oescus (71). Nel 96 l'imperatore Adriano vi servi come tribunus militum e nel 101 la legione si spostò in Dacia per combattere nella campagna di Traiano contro le tribù locali; dopo che la guerra finì nel 106, la V rimase a Troesmis (moderna Iglita) vicino al delta del Danubio fino al 107.
{Legionary_Macedonica_ug1_descr_short}Fanteria ben corazzata ed armata, che avanza in battaglia scagliando lancie pesanti e continuando con una carica con la spada.
{Legionary_Apollinaris_ug1}Legio XV Apollinaris
{Legionary_Apollinaris_ug1_descr}I legionari Romani sono truppe professionali e dure provviste di buone armature ed ottime armi. Le loro caratteristiche tipiche sono disciplina, obbedienza e flessibilità tattica; per esempio quando si stanno avvicinando a delle fortificazioni nemiche possono usare la formazione a testuggine, o testudo, per protezione sovrapponendo gli scudi.\n\n Ogni armatura a fascie flessibili legionaria, la lorica segmenta, è di ottima qualità, come del resto tutto il suo equipaggiamento: un elmetto in metallo, un grande scudo ricurvo, due giavellotti (il pilum, al plurale pila) ed una spada corta, il gladio. Ciascun pilum ha la parte dell'asta sotto la punta in ferro morbido disegnata per piegarsi appena colpisce il bersaglio, rendendo il giavellotto impossible da staccare e ritirare. Incassato in uno scudo un pilum intralcia il nemico, incassato in un uomo generalmente lo uccide. Una volta che i pila sono stati tirati, i legionari si avvicinano e continuano il combattimento con il gladio.\n\n La lorica segmenta venne adottata perchè meno costosa da produrre ed offriva più protezione rispetto alla prima cotta di maglia; un'altra armatura in uso nella frontiera sul Danubio era la lorica squamata, fatta di scaglie in bronzo o ferro. Quest'ultima sembra avesse avuto origini orientali e non fu molto diffusa; probabilmente fu introdotta nelle armate Romane da alcuni ausiliari delle province orientali, in quanto sconosciuta al mondo Celtico, intorno al I secolo a.C. La Legio quinta decima Apollinaris (Quindicesima Legione Apollinara) venne reclutata da Ottaviano nel 41/40 a.C.; il suo emblema era probabilmente una raffigurazione di Apollo o di uno dei suoi animali sacri. La XV Apollinaris viene talvolta confusa con due altre legioni che portavano lo stesso numero: una prima unità sotto Giulio Cesare che trovò la sua fine in Nord Africa nel 49 a.C., ed una sequente che fu presente alla battaglia di Filippi dalla parte del Secondo Triumvirato e poi mandata in oriente. Ottaviano (dopo l'Imperatore Augusto) creò la XV Apollinaris per stroncare l'occupazione della Sicilia da parte di Sexto Pompeo, che minacciava la base dell'approvigionamento del grano per Roma. Dopo la battaglia ad Azio la legione venne mandata in Illiria, dove rimase fino al 6 a.C., anche se potrebbe aver partecipato alle Guerre Cantabriche. Nel 6 a.C., l'Apollinaris prese parte alla grande campagna dell'Imperatore Tiberio contro i Marcomanni; venne però ostacolata da una rivolta in Pannonia, e nella soppressione della stessa la XV vide una buona occasione per combattere. È probabile che sia stata questa legione a fondare la colonia di Iulia Aemona. Nel 9 d.C. la legione aveva quartiere in Pannonia, nella città di Carnuntum, e vi rimase fino al 61-62, quando fu mandata da Nerone in Siria e Armenia, due provincie appena conquistate ai Parti. Alla fine della guerra contro i Parti, la XV venne spostata ad Alexandria, ma si ritrovò subito colta nei combattimenti della Prima Rivolta Ebrea, e catturò le città di Jotapata e Gamla; furono loro a catturare il generale ebreo che successivamente diventò il famoso storico Josephus. Durante questo periodo la legione era comandata da Tito, che poi sarebbe diventato Imperatore. Dopo la soppressione della rivolta l'Apollinaris fece ritorno a Carnuntum e ricostruì la fortezza. Parti della XV combatterono nelle Guerre Daciche anche se il corpo principale rimase in Pannonia; nel 115 scoppiò di nuovo la guerra con i Parti e la legione fu mandata al fronte, rinforzata con elementi della XXX Ulpia Victrix.
{Legionary_Apollinaris_ug1_descr_short}Fanteria ben corazzata ed armata, che avanza in battaglia scagliando lancie pesanti e continuando con una carica con la spada.
{Legionary_Italica_ug1}Legio I Italica
{Legionary_Italica_ug1_descr}I legionari Romani sono truppe professionali e dure provviste di buone armature ed ottime armi. Le loro caratteristiche tipiche sono disciplina, obbedienza e flessibilità tattica; per esempio quando si stanno avvicinando a delle fortificazioni nemiche possono usare la formazione a testuggine, o testudo, per protezione sovrapponendo gli scudi.\n\n Ogni armatura a fascie flessibili legionaria, la lorica segmenta, è di ottima qualità, come del resto tutto il suo equipaggiamento: un elmetto in metallo, un grande scudo ricurvo, due giavellotti (il pilum, al plurale pila) ed una spada corta, il gladio. Ciascun pilum ha la parte dell'asta sotto la punta in ferro morbido disegnata per piegarsi appena colpisce il bersaglio, rendendo il giavellotto impossible da staccare e ritirare. Incassato in uno scudo un pilum intralcia il nemico, incassato in un uomo generalmente lo uccide. Una volta che i pila sono stati tirati, i legionari si avvicinano e continuano il combattimento con il gladio.\n\n La lorica segmenta venne adottata perchè meno costosa da produrre ed offriva più protezione rispetto alla prima cotta di maglia; un'altra armatura in uso nella frontiera sul Danubio era la lorica squamata, fatta di scaglie in bronzo o ferro. Quest'ultima sembra avesse avuto origini orientali e non fu molto diffusa; probabilmente fu introdotta nelle armate Romane da alcuni ausiliari delle province orientali, in quanto sconosciuta al mondo Celtico, intorno al I secolo a.C. La Legio prima Italica (Prima Legione Italica) era una legione Romana reclutata dall'Imperatore Nerone nel 22 Settembre del 66 (la data è attestata su di una iscrizione). Ci sono traccie della I Italica nel confine sul Danubio risalenti fino al 5 secolo d.C.; il suo simbolo era l'orso. Successivamente alla guerra Romano-Partica dal 58–63, l'Imperatore Nero creò la I Italica, con il nome "phalanx
Alexandri Magni" (falange di Alessandro Magno), per una campagna in Armenia, alle Porte Caspie - per il passo del Chawar. Le fonti menzionano un fatto peculiare: i legionari originali erano italici, tutti alti più di 1.80 m. Comunque a causa dello scoppiò, poche settimane dopo, della rivolta Giudea, la campagna Armena non prese mai piede. Nel primo periodo del 68 anche il governatore della Gallia, Gaio Julio Vindex, si rivoltò, e la I Italica fu ridiretta per fronteggiare la situazione, ma arrivò solo in tempo per vedere la fine della ribellione. Nell'Anno dei Quattro Imperatori (69) dopo la morte di Nerone, la legione prese il nome di I Italica, e combatté per Vitellio nella seconda Battaglia di Bedriacum, dove le forze Vitelliane furono sconfitte da quelle di Vespasiano. Il nuovo imperatore mandò la I Italica nella provincia della Moesia intorno al 70; prese campo a Novae (moderna Svishtov), e rimase lì per secoli. Durante le Guerre Daciche di Traiano, la legione fu responsabile per la costruzione del ponte sul Danubio.
{Legionary_Italica_ug1_descr_short}Fanteria ben corazzata ed armata, che avanza in battaglia scagliando lancie pesanti e continuando con una carica con la spada.
{Legionary_Minervia}Legio I Minervia
{Legionary_Minervia_descr}I legionari Romani sono truppe professionali e dure provviste di buone armature ed ottime armi. Le loro caratteristiche tipiche sono disciplina, obbedienza e flessibilità tattica; per esempio quando si stanno avvicinando a delle fortificazioni nemiche possono usare la formazione a testuggine, o testudo, per protezione sovrapponendo gli scudi.\n\n Ogni armatura a fascie flessibili legionaria, la lorica segmenta, è di ottima qualità, come del resto tutto il suo equipaggiamento: un elmetto in metallo, un grande scudo ricurvo, due giavellotti (il pilum, al plurale pila) ed una spada corta, il gladio. Ciascun pilum ha la parte dell'asta sotto la punta in ferro morbido disegnata per piegarsi appena colpisce il bersaglio, rendendo il giavellotto impossible da staccare e ritirare. Incassato in uno scudo un pilum intralcia il nemico, incassato in un uomo generalmente lo uccide. Una volta che i pila sono stati tirati, i legionari si avvicinano e continuano il combattimento con il gladio.\n\n La lorica segmenta venne adottata perchè meno costosa da produrre ed offriva più protezione rispetto alla prima cotta di maglia. La Legio prima Minervia (Prima Legione Minerva) fu creata dall'imperatore Domiziano nel 82, per la campagna contro le tribù germaniche dei Chatti. L'attributo gli deriva dalla dea Minerva, protrettrice della legione. Ci sono traccie della I Minerva fino al 4 secolo d.C. nella regione del Reno. Il suo simbolo era l'immagine della dea Minerva, ed il suo campo principale era nella città di Bonna (la moderna Bonn), nella provincia della Germania Inferiore. Nell'89, sopprimì una rivolta del governatore della Germania Superiore, e come conseguenza al loro supporto Domiziano gli diede l'attributo Pia Fidelis Domitiana (leale e fedele a Domiziano). Tra il 101 e il 106, la legione combatté nelle Guerre Daciche dell'imperatore Traiano, e comandate da Adriano il futuro imperatore. Dopo questa guerra la I Minerva ritornò nella sua città natale di Bonna; insieme alla XXX Ulpia Victrix, stazionò vicino a Castra Vetera II (la moderna Xanten) e svolse molti lavori militari e civili, estraendo persino pietra dalle cave.
{Legionary_Minervia_descr_short}Fanteria ben corazzata ed armata, che avanza in battaglia scagliando lancie pesanti e continuando con una carica con la spada.
[\SPOILER]
|
08/06/2011 13:25 |
|
| | | OFFLINE | Post: 37 | Registrato il: 21/05/2011
| Città: CONEGLIANO | Età: 39 | Contadino | |
|
e parte seconda.
A proposito dimmi ha che punto sei cosi in caso continuo a lavorare sui romani fammi sapere che non inizio fino a che non ho una risposta per non sovrapporre i lavori
ciao e buon lavoro
Testo nascosto - clicca qui {Legionary_Primigenia}Legio XXII Primigenia
{Legionary_Primigenia_descr}I legionari Romani sono truppe professionali e dure provviste di buone armature ed ottime armi. Le loro caratteristiche tipiche sono disciplina, obbedienza e flessibilità tattica; per esempio quando si stanno avvicinando a delle fortificazioni nemiche possono usare la formazione a testuggine, o testudo, per protezione sovrapponendo gli scudi.\n\n Ogni armatura a fascie flessibili legionaria, la lorica segmenta, è di ottima qualità, come del resto tutto il suo equipaggiamento: un elmetto in metallo, un grande scudo ricurvo, due giavellotti (il pilum, al plurale pila) ed una spada corta, il gladio. Ciascun pilum ha la parte dell'asta sotto la punta in ferro morbido disegnata per piegarsi appena colpisce il bersaglio, rendendo il giavellotto impossible da staccare e ritirare. Incassato in uno scudo un pilum intralcia il nemico, incassato in un uomo generalmente lo uccide. Una volta che i pila sono stati tirati, i legionari si avvicinano e continuano il combattimento con il gladio.\n\n La lorica segmenta venne adottata perchè meno costosa da produrre ed offriva più protezione rispetto alla prima cotta di maglia. La Legio vigesima secunda Primigenia (Ventiduesima Legione Primogenita), dedicata alla dea Fortuna (a.k.a. Primigenia), fu creata dall'imperatore Romano Caligola nel 39 per la sua campagna in Germania. Le traccie più recenti della XXII Primigenia risalgono alla fine del 3 secolo d.C. nell'area di Mogontiacum (l'attuale Mainz). Il simbolo della legione era un capricorno insieme al semidio Ercole; fu all'inizio stazionata a Mogontiacum nella provincia Romana della Germania Superiore, a guardia del confine sul Reno come parte del limes. Insieme al resto delle armate in Germania, la legione supportò Vitellio nell'Anno dei Quattro Imperatori (69). Durante la ribellione Batava la XXII Primigenia, comandata da Gaio Dillio Vocula, fu l'unica delle legioni Germaniche che sopravvisse agli attacchi dei ribelli e restò nel suo campo a difendere Moguntiacum; rimase in questa città fino al 3 secolo d.C. Nel 97-98 il futuro imperatore Adriano fu tribuno milito della XXIIma.
{Legionary_Primigenia_descr_short}Fanteria ben corazzata ed armata, che avanza in battaglia scagliando lancie pesanti e continuando con una carica con la spada.
{Legionary_Augusta2}Legio II Augusta
{Legionary_Augusta2_descr}I legionari Romani sono truppe professionali e dure provviste di buone armature ed ottime armi. Le loro caratteristiche tipiche sono disciplina, obbedienza e flessibilità tattica; per esempio quando si stanno avvicinando a delle fortificazioni nemiche possono usare la formazione a testuggine, o testudo, per protezione sovrapponendo gli scudi.\n\n Ogni armatura a fascie flessibili legionaria, la lorica segmenta, è di ottima qualità, come del resto tutto il suo equipaggiamento: un elmetto in metallo, un grande scudo ricurvo, due giavellotti (il pilum, al plurale pila) ed una spada corta, il gladio. Ciascun pilum ha la parte dell'asta sotto la punta in ferro morbido disegnata per piegarsi appena colpisce il bersaglio, rendendo il giavellotto impossible da staccare e ritirare. Incassato in uno scudo un pilum intralcia il nemico, incassato in un uomo generalmente lo uccide. Una volta che i pila sono stati tirati, i legionari si avvicinano e continuano il combattimento con il gladio.\n\n La lorica segmenta venne adottata perchè meno costosa da produrre ed offriva più protezione rispetto alla prima cotta di maglia. La Legio secunda Augusta (Seconda Legione Augusta) era una legione romana creata da Gaio Vibio Pansa Caetroniano nel 43 a.C., ed operativa in Britannia fino al 4 secolo d.C. I suoi emblemi erano il capricorno, Pegaso ed il dio Marte, ed originalmente venne reclutata da Ottaviano ed il console Gaio Vibio Pansa Caetroniano nel 43 per combattere Marco Antonio; la II Augusta combatté nelle battaglie di Filippi e Perugia. Nel 25 a.C., all'inizio del regno di Augusto, la legione venne rilocata in Hispania per combattere nelle Guerre Cantabriche, che stabilirono definitivamente il controllo di Roma sulla Provincia, e fece campo in Hispania Tarraconensis. Con l'annientamento delle legioni XVII, XVIII e XIX nella battaglia di Teutoburgo (9 d.C.), la II Augusta mosse in Germania, possibilmente nell'area intorno a Mainz; dopo il 17 stazionava ad Argentoratum (moderna Strasburgo). La legione partecipò alla conquista della Britannia nel 43; all'epoca Vespasiano, il futuro imperatore, era al comando della legione e condusse la campagna contro le tribù dei Durotrigi e Dumnonii. Nonostante le fonti riportino una pesante sconfitta ad opera dei Siluri nel 52, la II Augusta confermò di essere una delle migliori legioni, anche dopo il disonore ricevuto durante la rivolta della regina Boudica, quando il praefectus castrorum, che era il suo comandante al momento (i suoi legati e tribuni erano probabilmente con il governatore Suetonio Paulino), contravvenne gli ordini di raggiungere Seutonio e dopo si suicidò. Dopo la sconfitta di Boudica la legione venne dispersa in diverse basi; dal 66 al 74 era stazionata a Glevum (moderna Gloucester), e poi mosse ad Isca Augusta (moderna Caerleon) dove costruì una fortezza in pietra che fu occupata fino al 3 secolo d.C. La II Augusta era presente anche nel campo di Alchester nella contea di Oxford; inoltre delle tavolette incise la riportano nel 2 secolo ad Abonae (Sea Mills, Bristol) sulle rive dell'Avon.
{Legionary_Augusta2_descr_short}Fanteria ben corazzata ed armata, che avanza in battaglia scagliando lancie pesanti e continuando con una carica con la spada.
{Legionary_Augusta3}Legio III Augusta
{Legionary_Augusta3_descr}I legionari Romani sono truppe professionali e dure provviste di buone armature ed ottime armi. Le loro caratteristiche tipiche sono disciplina, obbedienza e flessibilità tattica; per esempio quando si stanno avvicinando a delle fortificazioni nemiche possono usare la formazione a testuggine, o testudo, per protezione sovrapponendo gli scudi.\n\n Ogni armatura a fascie flessibili legionaria, la lorica segmenta, è fatta con cuoio indurito, mentre il resto del suo equipaggiamento è un elmetto in metallo, un grande scudo ricurvo, due giavellotti (il pilum, al plurale pila) ed una spada corta, il gladio. Ciascun pilum ha la parte dell'asta sotto la punta in ferro morbido disegnata per piegarsi appena colpisce il bersaglio, rendendo il giavellotto impossible da staccare e ritirare. Incassato in uno scudo un pilum intralcia il nemico, incassato in un uomo generalmente lo uccide. Una volta che i pila sono stati tirati, i legionari si avvicinano e continuano il combattimento con il gladio.\n\n Il cuoio indurito venne adottato perchè nei climi caldi era più confortevole della cotta di maglia o della lorica segmentata. La Legio tertia Augusta (Terza Legione Augusta) fu reclutata dall'imperatore Augusto nel 43 a.C. e le attività della legione in Africa, suo pricipale teatro di operazioni, sono documentate fino al 400 d.C. Tra gli emblemi che usavano troviamo il cavallo alato, Pegaso, ed il Capricorno. La III Augusta probabilmente era presente nella battaglia di Philippi nel 42 a.C., dove Ottaviano e Marco Antonio sconfissero l'armata dei senatori che assassinarono Cesare; dopo la vittoria la III Augusta rimase sotto il comando di Ottaviano, possibilmente in Sicilia, dove Sexto Pompeo, figlio di Pompei, aveva cominciato una rivolta. Dal 30 a.C. in poi la legione stazionò nella provincia d'Africa, dove venne impiegata principalmente per lavori civili. Nonostante l'Africa fosse tradizionalmente una parte pacifica dell'Impero Romano, tra il 17 ed il 24 la legione fu coinvolta nella guerra contro le tribù ribelli dei Numidi e Mauritani condotte da Tacfarinas. Nel 18, un'unità della legione venne ditrutta in un attacco a sorpresa; questo disastro fu causato probabilmente da un comportamento codardo da parte dei legionari, perchè subito dopo l'intera legione fu punita con la decimazione (l'uccisione di un legionario ogni dieci). Questa procedura era l'azione più severa che un comandante potesse imporre ai propri soldati ed era usata molto raramente. Dopo questo fatto la IX Hispana venne mandata come rinforzo in Africa e per il 24 la ribellione era finita. Nel I secolo l'Africa era l'unica provincia controllata da un senatore, il proconsole governatore, quindi era vitale per l'Imperatore che quest'uomo, a capo anche della III Augusta, fosse leale; Sulpicio Galba, al potere nell'Anno dei Quattro Imperatori, occupò questa posizione tra il 45 ed il 46 d.C. Durante gli ultimi anni del regno di Nerone, Lucio Clodio Macer, proconsole d'Africa, rivoltò e reclutò un'altra legione, la I Macriana Liberatrix, da unire all'armata insieme alla III Augusta. Nel caotico Anno dei quattro Imperatori (69), tutte e due le legioni supportarono dapprima Galba, poi Vitellio ed infine Vespasiano, anche se non presero mai parte nei conflitti in Italia. Nel 75 Vespasiano spostò il campo della III Augusta da Ammaedara, nelle prossimità di Theveste, a Lambaesis in Numidia, dove restò per i due secoli successivi a difendere la provincia dalle tribù Berbere. Occasionalmente legionari della III Augusta venivano usati nelle campagne contro i Parti.
{Legionary_Augusta3_descr_short}Fanteria ben corazzata ed armata, che avanza in battaglia scagliando lancie pesanti e continuando con una carica con la spada.
{Legionary_Fretensis}Legio X Fretensis
{Legionary_Fretensis_descr}I legionari Romani sono truppe professionali e dure provviste di buone armature ed ottime armi. Le loro caratteristiche tipiche sono disciplina, obbedienza e flessibilità tattica; per esempio quando si stanno avvicinando a delle fortificazioni nemiche possono usare la formazione a testuggine, o testudo, per protezione sovrapponendo gli scudi.\n\n Ogni armatura a fascie flessibili legionaria, la lorica segmenta, è fatta con cuoio indurito, mentre il resto del suo equipaggiamento è un elmetto in metallo, un grande scudo ricurvo, due giavellotti (il pilum, al plurale pila) ed una spada corta, il gladio. Ciascun pilum ha la parte dell'asta sotto la punta in ferro morbido disegnata per piegarsi appena colpisce il bersaglio, rendendo il giavellotto impossible da staccare e ritirare. Incassato in uno scudo un pilum intralcia il nemico, incassato in un uomo generalmente lo uccide. Una volta che i pila sono stati tirati, i legionari si avvicinano e continuano il combattimento con il gladio.\n\n Il cuoio indurito venne adottato perchè nei climi caldi era più confortevole della cotta di maglia o della lorica segmentata. La Legio decima Fretensis (Decima Legione dello Stretto) venne reclutata da Augusto nel 41/40 a.C. per combattere nella guerra civile che segnò la fine della Repubblica Romana. L'esistenza della X Fretensis è portata fino al 410 d.C., ed i suoi simboli erano il toro, animale sacro alla dea Venere (antenata mitologica della Gens Julia), una trireme (probabilmente un riferimento alle battaglie di Naulochus e Azio), il dio Nettuno ed un orso. Il simbolo del Toro può anche significare che fu formata tra il 20 Aprile ed 20 Maggio, ma sicuramente il numero 10 gli è stato dato da Augusto in memoria della mitica Xma legione di Cesare. Nel 36 la X combatté sotto Ottaviano contro Sexto Pompeo nella Battaglia di Naulochus, dove si guadagnò l'attributo Fretensis. Il nome si riferisce al fatto che la battaglia ebbe luogo vicino allo Stretto di Messina (Fretum Siculum). Nel 31 a.C. la Legio X combatté nella battaglia di Azio contro Marco Antonio,e nonostante fosse una battaglia navale fu capace di abbordare le navi nemiche avvicinandole con dei rampini in ferro.Proprio la partecipazione a questa battaglia spiegherebbe perché un altro simbolo della legione fu la trireme. Delle tavolette ritrovate a Caesarea Maritima, fatte nella seconda decade a.C., suggeriscono che la decima fosse al tempo di stanza in Giudea. Dopo, nel 6 d.C., la X Fretensis si mosse in Siria, dove stazionò insieme alle legioni III Gallica, VI Ferrata e XII Fulminata. Nello stesso anno, Publio Sulpicio Quirino, governatore della Siria, condusse queste legioni nella soppressione di una rivolta scaturita dall'esilio di Erode Archelao. Al tempo dell'imperatore Nerone, dal 58 al 63, la X Fretensis partecipò alla campagna militare di Gneo Domizio Corbulone contro i Parti. La X Fretensis giocò un ruolo importante nella prima guerra giudaica (66–73) sotto il comando supremo del futuro imperatore Vespasiano. Nel 66 questa legione si recò insieme alla V Macedonica ad Alessandria per un'invasione dell'Etiopia, pianificata da Nerone, ma invece furono impiegate nella soppressione della rivolta giudaica. Dopo aver passato l'inverno a Ptolemais Ace (moderna Acri,Israele), la X Fretensis e la V Macedonica furono acquartierate nella città costiera di Caesarea Maritima (67/68). Questo fu dovuto al fatto che molte legioni erano state mobilitate a Ptolemais, sotto il comando di Marco Ulpio Traiano, futuro governatore della Siria e padre dell'imperatore Traiano. Quando Taricace e Gamala furono conquistate, la X Fretensis andò a Scitopoli (odierna Beit She'an), poco ad ovest del fiume Giordano e, nell'estate del 68, distrusse il monastero di Qumran, dove si pensa che furono originati i Rotoli del Mar Morto. Per l'anno 70, la rivolta era stata soppressa in tutta la Giudea, tranne che a Gerusalemme e in pochi altri luoghi, come la fortezza di Masada. In questo stesso anno la X Fretensis, insieme alla V Macedonica, alla XII Fulminata e alla XV Apollinaris, assediò Gerusalemme, fulcro della rivolta. La X si accampò sul Monte degli olivi e durante l'assedio acquistò fama per la sua abilità di utilizzare le macchine da guerra. Venne notato che furono capaci di lanciare pietre dal peso di un talento (25 kg circa) alla distanza di 400 m o più; i proiettili delle loro balliste causarono gravi danni ai bastioni. Dopo cinque mesi di duro assedio, Gerusalemme cadde e fu saccheggiata. Durante la primavera del 71, Tito si recò a Roma e fu nominato un nuovo governatore, Sesto Lucilio Basso, che ebbe l'ordine di portare a termine le ultime operazioni militari in Giudea. A causa di una malattia, Basso non portò però a termine il suo compito. Fu sostituito da Lucio Flavio Silva, che, nell'autunno del 72, attaccò la fortezza giudaica di Masada, avvalendosi della X legione, ausiliari e migliaia di prigionieri ebrei. Dopo che la sua richiesta di resa fu rifiutata, Silva stabilì diversi campi base ed un muro di circumvallatio tutt'intorno alla fortezza; quando i Romani entrarono finalmente nella cittadella, scoprirono che i difensori ebrei avevano scelto di suicidarsi in massa. Alla conclusione della rivolta Giudaica, la legione fu collocata a Gerusalemme. In questo periodo fu la sola acquartierata in Giudea con il compito di mantenere la pace nella regione, ed era alle dirette dipendenze del governatore provinciale, che aveva quindi anche la funzione di legato della legione.
{Legionary_Fretensis_descr_short}Fanteria ben corazzata ed armata, che avanza in battaglia scagliando lancie pesanti e continuando con una carica con la spada.
{Legionary_Scythica}Legio IIII Scythica
{Legionary_Scythica_descr}I legionari Romani sono truppe professionali e dure provviste di buone armature ed ottime armi. Le loro caratteristiche tipiche sono disciplina, obbedienza e flessibilità tattica; per esempio quando si stanno avvicinando a delle fortificazioni nemiche possono usare la formazione a testuggine, o testudo, per protezione sovrapponendo gli scudi.\n\n Mentre nell'occidente, verso la metà del I secolo, le pesanti cotte di maglia venivano via via rimpiazzate dalla lorica segmentata, in oriente furono certamente usate per più tempo. Se la lorica segmentata non veniva usata in Oriente, come suggerito da H. Russell Robison, il motivo poteva essere per la miglior ventilazione della maglia di ferro, o perchè la minaccia più costante proveniva dai dardi leggeri dei tiratori a cavallo nemici piuttosto che dalle pesanti lancie cche tiravano i barbari occidentali. Il resto del suo equipaggiamento è un elmetto in metallo, un grande scudo ricurvo, due giavellotti (il pilum, al plurale pila) ed una spada corta, il gladio. Ciascun pilum ha la parte dell'asta sotto la punta in ferro morbido disegnata per piegarsi appena colpisce il bersaglio, rendendo il giavellotto impossible da staccare e ritirare. Incassato in uno scudo un pilum intralcia il nemico, incassato in un uomo generalmente lo uccide. Una volta che i pila sono stati tirati, i legionari si avvicinano e continuano il combattimento con il gladio.\n\n La Legio IIII Scythica (Quarta Legione Sciitica) era una legione romana arruolata da Marco Antonio nel 42 a.C. circa, per le sue campagne contro l'Impero dei Parti, da cui deriva l'altro cognomen della legione, Parthica. La legione era ancora in servizio in Siria agli inizi del V secolo. Il simbolo della legione era un capricorno. Non si sa dove fosse dislocata di preciso la IIII Scythica nei suoi primi anni, anche se è probabile la sua partecipazione alle campagne di Marco Antonio contro i Parti. Il cognomen suggerisce che la legione sia stata impiegata anche contro gli Sciti. Dopo la battaglia di Azio ed il suicidio di Antonio, Ottaviano la trasferì nella provincia danubiana della Mesia. La legione ebbe così compiti civili, come la costruzione ed il mantenimento delle strade. Durante la sua giovinezza, il futuro imperatore Vespasiano prestò servizio nella legione. In oriente, il re Vologese I aveva invaso l'Armenia (58), un regno cliente di Roma. Nerone ordinò a Gneo Domizio Corbulo, da poco legato della Cappadocia, di occuparsi della questione. Corbulo richiamò la IIII Scythica dalla Mesia, ed insieme alla III Gallica e alla VI Ferrata sconfisse i Parti e riportò Tigrane VI sul trono d'Armenia. Nel 62, la IIII Scythica e la XII Fulminata, comandate dal nuovo legato della Cappadocia, Lucio Cesennio Peto, furono sconfitte dai Parti nella battaglia di Rhandeia e costrette ad arrendersi. Le legioni, disonorate, furono allontanate dal teatro di guerra e mandate a Zeugma. Questa città sarebbe rimasta il campo base della IIII Scythica per il secolo successivo.Durante l'Anno dei Quattro Imperatori (69), la legione, insieme alle altre legioni orientali, sostenne Vespasiano sin dall'inizio. Nonostante la fedeltà dimostrata, la IIII Scythica non fu mai impiegata nei combattimenti perché non era considerata una legione di alta qualità. Questa fu una conseguenza di un'altra sconfitta subita anni prima durante la rivolta degli ebrei. Nel II secolo la legione contribuì a soffocare un'altra rivolta degli ebrei, stavolta con maggior successo. La IIII Scythica partecipò a tutte le campagne contro i Parti durante il 2 secolo d.C.
{Legionary_Scythica_descr_short}Fanteria ben corazzata ed armata, che avanza in battaglia scagliando lancie pesanti e continuando con una carica con la spada.
{Legionary_Fulminata}Legio XII Fulminata
{Legionary_Fulminata_descr}I legionari Romani sono truppe professionali e dure provviste di buone armature ed ottime armi. Le loro caratteristiche tipiche sono disciplina, obbedienza e flessibilità tattica; per esempio quando si stanno avvicinando a delle fortificazioni nemiche possono usare la formazione a testuggine, o testudo, per protezione sovrapponendo gli scudi.\n\n Mentre nell'occidente, verso la metà del I secolo, le pesanti cotte di maglia venivano via via rimpiazzate dalla lorica segmentata, in oriente furono certamente usate per più tempo. Se la lorica segmentata non veniva usata in Oriente, come suggerito da H. Russell Robison, il motivo poteva essere per la miglior ventilazione della maglia di ferro, o perchè la minaccia più costante proveniva dai dardi leggeri dei tiratori a cavallo nemici piuttosto che dalle pesanti lancie cche tiravano i barbari occidentali. Il resto del suo equipaggiamento è un elmetto in metallo, un grande scudo ricurvo, due giavellotti (il pilum, al plurale pila) ed una spada corta, il gladio. Ciascun pilum ha la parte dell'asta sotto la punta in ferro morbido disegnata per piegarsi appena colpisce il bersaglio, rendendo il giavellotto impossible da staccare e ritirare. Incassato in uno scudo un pilum intralcia il nemico, incassato in un uomo generalmente lo uccide. Una volta che i pila sono stati tirati, i legionari si avvicinano e continuano il combattimento con il gladio.\n\n La Legio XII Fulminata (Dodicesima Legione del Fulmine), anche conosciuta come Paterna, Victrix, Antiqua, Certa Constans e Galliena, fu una legione romana costituita da Gaio Giulio Cesare nel 58 a.C. e che lo accompagnò durante tutte le Guerre Galliche fino al 49; la legione si registra attiva fino all'inizio del V secolo messa a guardia dell'attraversamento dell'Eufrate vicino a Melitene. L'emblema della legione era il fulmine. Nei secoli successivi venne chiamata, erroneamente, Legio Fulminatrix, La Legione Fulminante. La Dodicesima Legione, come in effetti è meglio conosciuta, partecipò alla battaglia del Sabis contro i Nervi, combattendo probabilmente anche in occasione dell'assedio di Alesia. Durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo, la XII combatté nella battaglia di Farsalo (48a.C.) ed in seguito alla vittoria di Cesare la legione prese il titolo di Victrix; fu reclutata nel 43 a.C. da Lepido e Marco Antonio. Partecipò alla campagna di Marco Antonio contro i Parti, ricevendo il nome di Antiqua ("di consolidata qualità"). Alla fine del principato di Augusto la XII fu mandata a Raphana, in Siria. Nel 58 il re parto Vologese I invase il Regno di Armenia, uno stato cliente dell'Impero romano. L'imperatore Nerone ordinò a Gneo Domizio Corbulone, il legato per la Cappadocia, di gestire l'emergenza e Corbulone, portando la IIII Scythica dalla Moesia insieme all'aiuto della III Gallica e della VI Ferrata, sconfisse i Parti restaurando sul trono armeno Tigrane VI. Nel 62, il nuovo legato di Cappadocia, Lucio Cesennio Peto, venne sconfitto al comando delle sue legioni, la XII e la IIII Scythica, nella battaglia di Randeia, e dovette arrendersi. La resa pesò gravemente sull'onore delle due legioni, che infatti vennero allontanate da quel teatro di guerra. Nel 66, dopo che la rivolta Zelota aveva causato la distruzione della guarnigione romana a Gerusalemme, la XII, rinforzata con vessillazioni della IIII Scythica e della VI Ferrata, fu inviata sul luogo per sedare la rivolta, ma, considerata troppo debole dal legato di Siria Gaio Cestio Gallo, fu rimandata indietro. Sulla strada del ritorno cadde nell'imboscata di Eleazar ben Simon a Beit-Horon e perse le sue aquile. Malgrado ciò, la legione si risollevò, combattendo bene nell'ultima parte della guerra e sostenendo con successo la candidatura del proprio comandante Tito Flavio Vespasiano al soglio imperiale. Terminata la guerra, la XII Fuliminata e la XVI Flavia Firma furono mandate a proteggere il confine dell'Eufrate, e presero campo a Melitene. Nel 75 la XII Fulminata era nel Caucaso, dove l'imperatore Domiziano l'aveva infatti mandata allo scopo di sostenere i regni clienti di Iberia e Albània. La legione fu in Armenia per la campagna del 114 di Traiano, finita con l'annessione del regno.
{Legionary_Fulminata_descr_short}Fanteria ben corazzata ed armata, che avanza in battaglia scagliando lancie pesanti e continuando con una carica con la spada.
[\SPOILER]
|
08/06/2011 14:51 |
|
| | | OFFLINE | Post: 21.194 | Registrato il: 10/02/2007
| Principe | | |
|
ottimo
@zames
gli edifici sono a posto
bisogna fare:
- historic_events
- export_ancillaries
- export_vnvs
[Modificato da The Housekeeper 08/06/2011 14:52] |
08/06/2011 18:39 |
|
| | | OFFLINE | Post: 37 | Registrato il: 21/05/2011
| Città: CONEGLIANO | Età: 39 | Contadino | |
|
volevo avvisarvi che nel tempo che aspettavo risposta ho finito le macchine di assedio e le navi( a proposito avete notato che si ripetono anche alla fine?) ma aspetto a caricare che e meglio fare in ordine di apparizione nel file. Comunque sono fatte mancano solo le unita romane prima delle macchine di assedio e quelle dopo le descrizioni delle navi.
Giusto per capire bisogna anche fare i nomi dei generali che si susseguono?
aspetto risposta ciao |
08/06/2011 18:47 |
|
| | | OFFLINE | Post: 2.249 | Registrato il: 17/08/2009
| Città: CARRO | Età: 32 | Principe | |
|
Mitico Mahas, grande! Senti, se non ti dispiace continua pure che poi aggiungo tutto, purtroppo adesso mi ci sono messo davvero poco perché come detto prima voglio studiare per bene...Io finirò Parti e Pontici, aspettiamo anche le traduzioni di ImpCJ e con il tuo immenso apporto avremo finito le unità. Poi ci potremo lanciare con gli altri file! |
08/06/2011 19:49 |
|
| | | OFFLINE | Post: 37 | Registrato il: 21/05/2011
| Città: CONEGLIANO | Età: 39 | Contadino | |
|
si va bene nessun problema finiro a giorni il resto e poi ti mando tutto in ordine.
Ma come avevo detto prima volevo sapere se devo tradurre anche i nomi singoli dei generali che sono elencati dopo le navi
per gli altri file mi darai istruzioni quando li cominciamo |
08/06/2011 19:56 |
|
| | | OFFLINE | Post: 2.249 | Registrato il: 17/08/2009
| Città: CARRO | Età: 32 | Principe | |
|
Ah scusami, comunque non saprei, bisognerebbe che House o qualcun altro del team ci desse la risposta. |
08/06/2011 21:55 |
|
| | | OFFLINE | Post: 1.817 | Registrato il: 23/09/2006
| Città: NAPOLI | Età: 40 | Principe | | |
|
Mahasiah1, 08/06/2011 19.49:
si va bene nessun problema finiro a giorni il resto e poi ti mando tutto in ordine.
Ma come avevo detto prima volevo sapere se devo tradurre anche i nomi singoli dei generali che sono elencati dopo le navi
per gli altri file mi darai istruzioni quando li cominciamo
no, non c'è bisogno, quei nomi stanno lì per fare dei test..
"Ci vuole la carne nelle salsicce, il fumo se ne esce!" (proverbio)
"Il potere é quando abbiamo ogni giustificazione per uccidere e non lo facciamo " (Schindler's list)
Peninsula Italica Fan
|
09/06/2011 01:21 |
|
| | | OFFLINE | Post: 37 | Registrato il: 21/05/2011
| Città: CONEGLIANO | Età: 39 | Contadino | |
|
ok perfetto meglio cosi un po meno lavoro |
10/06/2011 17:16 |
|
| | | OFFLINE | Post: 37 | Registrato il: 21/05/2011
| Città: CONEGLIANO | Età: 39 | Contadino | |
|
ok ho finito quello che mancava dei testi delle unita adesso li metto con i nomi relativi e secondo l'ordine di apparizione nel file.
L'ultimo che avevo girato erano le legioni quindi adesso vi metto le unita romane:
Testo nascosto - clicca qui {Roman_Auxiliary_Cavalry}Legionari a cavallo
{Roman_Auxiliary_Cavalry_descr}I legionari a cavallo rappresentano una forte unità di cavalieri armati di lance che caricano sfruttando l'attacco in massa e l'impeto per ottenere la vittoria. Si tratta di cavalieri duri e disciplinati, un notevole vantaggio se paragonati alle molte unità di cavalieri di nobili impulsivi. Sarebbe uno spreco utilizzarli per dare la caccia a schermagliatori e truppe di tiratori, in quanto hanno la potenza necessaria a distruggere intere formazioni di fanteria e a portare scompiglio in modo massiccio tra gli altri cavalieri. Dovrebbero comunque essere impiegati con cautela perché è sempre meglio evitare una carica frontale contro un'unità di lancieri in una posizione difensiva.\n\nIndossano armature di buona qualità e hanno degli scudi: le loro armi sono lance (lancea) e spade lunghe (spatha), entrambe letali nelle loro mani esperte.\n\nStoricamente, le migliori forze di cavalleria di Roma erano organizzate in ali (alae, al singolare ala), piuttosto che in coorti, e venivano reclutate tra le popolazioni con una cultura fortemente legata ai cavalli presenti all'interno dei confini di Roma. Di solito, questo voleva dire che i cavalieri erano di origine non italica, esattamente l'opposto di quanto avveniva per le legioni. I Romani avevano sviluppato un'arte della guerra basata sulla fanteria e si affidavano agli altri popoli per ricevere quello che consideravano solo elementi di supporto, come la cavalleria.
{Roman_Auxiliary_Cavalry_descr_short}I legionari a cavallo rappresentano una forte unità di cavalieri armati di lance che caricano sfruttando l'attacco in massa e l'impeto per ottenere la vittoria.
{Roman_Pretorian_Cavalry}Pretoriani a cavallo
{Roman_Pretorian_Cavalry_descr}I pretoriani a cavallo costituiscono l'élite dell'élite: sono infatti guardie del corpo che fungono da cavalleria pesante. L'addestramento dei pretoriani, come ci si potrebbe aspettare, è duro e rigoroso. Questi uomini sono tra i più duri, combattivi e inflessibili guerrieri di tutta Roma e un'unità di cavalleria eccezionale. Come unità di cavalleria pesante il loro compito è quello di travolgere le formazioni nemiche e cacciarle dal campo, combattendo con spade da cavalleria (più lunghe dei gladi originari) una volta entrati in corpo a corpo.\n\n\Storicamente, i pretoriani venivano scelti per difendere il pretorio, la tenda del legato della legione, quando questi era in campo. Essi assunsero le mansioni di guardie del corpo per tutti i generali più importanti e divennero quindi un'élite separata dalle legioni d'origine. Fu sotto gli imperatori che i pretoriani scoprirono un certo gusto per la cospirazione e l'omicidio, arrivando persino a vendere l'impero al miglior offerente!
{Roman_Pretorian_Cavalry_descr_short}I pretoriani a cavallo costituiscono l'élite dell'élite: sono infatti guardie del corpo che fungono da cavalleria pesante.
{Roman_Equites}Equites
{Roman_Equites_descr}Le unità di equiti sono composte da cavalieri medi armati di lance. Nella macchina bellica di Roma hanno il compito di respingere gli schermagliatori nemici e inseguire gli avversari in fuga. La parola "equites" vuol dire "cavalieri", che vengono reclutati tra le classi abbienti della società. Indossano cotte di maglia e sono armati solamente con lance e scudi. Di conseguenza possono caricare i nemici, ma verrebbero fatti a pezzi da lancieri in posizioni difensive preparate se dovessero attaccarli in modo diretto. Dovrebbero invece essere impiegati per attacchi sui fianchi o alle spalle, o per tener lontane dalla fanteria pesante romana (i veri assassini dell'armata romana) le unità di tiratori e schermagliatori.\n\nStoricamente, i cavalieri venivano reclutati nella classe equestre, la parte ricca del popolo che si poteva permettere cavalli propri e tendevano a spendere il proprio denaro per comprare armi e cavalli.
{Roman_Equites_descr_short}Le unità di equiti sono composte da cavalieri medi armati di lance. Nella macchina bellica di Roma hanno il compito di respingere gli schermagliatori nemici e inseguire gli avversari in fuga.
{Roman_Auxiliary_Spearman}Lancieri Ausiliari
{Roman_Auxiliary_Spearman_descr}Gli ausiliari sono lancieri altamente disciplinati e resistenti che forniscono supporto ai legionari romani in battaglia. Si tratta di fanti dal ruolo difensivo, con il compito di proteggere i fianchi dei più pesanti legionari dai cavalieri nemici o minacce simili; il loro addestramento è duro quasi quanto quello dei legionari e produce guerrieri con un paragonabile livello di disciplina e combattività. Queste truppe devono tenere il ritmo delle altre forze romane, quindi non possono stancarsi facilmente. Vengono reclutate tra le popolazioni non romane presenti entro i confini imperiali e questo perché la cittadinanza romana non è estesa a tutti.\n\nStoricamente, i comandanti romani cercavano di assicurarsi che gli ausiliari fossero molto lontani dalle terre natie, per non correre il rischio di una loro ribellione. I cambiamenti introdotti da Gaio Mario fecero sì che gli ausiliari venissero reclutati per servire al fianco dei legionari professionisti; una vasta rivoluzione della macchina bellica romana vide l'intero esercito in servizio a tempo pieno, con fanti reclutati a vita e ausiliari a cui veniva conferita la cittadinanza romana alla fine della carriera militare.
{Roman_Auxiliary_Spearman_descr_short}Gli ausiliari sono lancieri altamente disciplinati e resistenti che forniscono supporto ai legionari romani in battaglia.
{Roman_Auxiliary_Swordman}Spadieri Ausiliari
{Roman_Auxiliary_Swordman_descr}Gli ausiliari sono spadieri altamente disciplinati e resistenti che forniscono supporto ai legionari romani in battaglia. Si tratta di fanti dal ruolo difensivo, con il compito di proteggere i fianchi dei più pesanti legionari dai cavalieri nemici o minacce simili; il loro addestramento è duro quasi quanto quello dei legionari e produce guerrieri con un paragonabile livello di disciplina e combattività. Queste truppe devono tenere il ritmo delle altre forze romane, quindi non possono stancarsi facilmente. Vengono reclutate tra le popolazioni non romane presenti entro i confini imperiali e questo perché la cittadinanza romana non è estesa a tutti.\n\nStoricamente, i comandanti romani cercavano di assicurarsi che gli ausiliari fossero molto lontani dalle terre natie, per non correre il rischio di una loro ribellione. I cambiamenti introdotti da Gaio Mario fecero sì che gli ausiliari venissero reclutati per servire al fianco dei legionari professionisti; una vasta rivoluzione della macchina bellica romana vide l'intero esercito in servizio a tempo pieno, con fanti reclutati a vita e ausiliari a cui veniva conferita la cittadinanza romana alla fine della carriera militare.
{Roman_Auxiliary_Swordman_descr_short}Gli ausiliari sono spadieri altamente disciplinati e resistenti che forniscono supporto ai legionari romani in battaglia.
{Roman_Auxiliary_Archer}Arcieri Ausiliari
{Roman_Auxiliary_Archer_descr}Gli arcieri ausiliari sono truppe di supporto per le più pesanti unità di fanteria della legione, un ruolo secondario ma importante nella visione bellica dei Romani. Non è previsto che combattano corpo a corpo, perciò non ricevono l'equipaggiamento adatto a tal fine; il loro scopo è quello di fornire supporto con il loro tiro e permettere ai legionari di combattere e vincere. Poiché l'esercito romano ha il suo fulcro nella fanteria pesante dei legionari, altri tipi di combattenti vengono reclutati solo come ausiliari. L'addestramento di questi ultimi è duro e rigoroso quasi come quello dei legionari e la disciplina è sicuramente rigida e inflessibile.\n\nStoricamente, in seguito ai cambiamenti introdotti da Gaio Mario, gli ausiliari professionisti vennero reclutati per combattere al fianco dei legionari appena divenuti professionisti; una importante rivoluzione della macchina bellica romana vide l'intero esercito in servizio a tempo pieno, con fanti reclutati a vita e ausiliari a cui veniva conferita la cittadinanza romana alla fine della carriera militare.
{Roman_Auxiliary_Archer_descr_short}Gli arcieri ausiliari sono truppe di supporto per le più pesanti unità di fanteria della legione, ruolo secondario ma importante nella visione bellica dei Romani.
{Roman_Sagittarius}Arcieri Ausiliari Orientali
{Roman_Sagittarius_descr}Gli arcieri ausiliari sono truppe di supporto per le più pesanti unità di fanteria della legione, un ruolo secondario ma importante nella visione bellica dei Romani. Non è previsto che combattano corpo a corpo, perciò non ricevono l'equipaggiamento adatto a tal fine; il loro scopo è quello di fornire supporto con il loro tiro e permettere ai legionari di combattere e vincere. Poiché l'esercito romano ha il suo fulcro nella fanteria pesante dei legionari, altri tipi di combattenti vengono reclutati solo come ausiliari. L'addestramento di questi ultimi è duro e rigoroso quasi come quello dei legionari e la disciplina è sicuramente rigida e inflessibile. Questi arcieri sono armati del potente arco composito orientale ed indossano un elmo segmentato, una cotta di maglia ed un abito tagliato. Storicamente la maggior parte degli arcieri ed degli arcieri a cavallo specializzati erano reclutati nelle provincie romane d'oriente, particolarmente in Siria dove l'arte del tiro con l'arco e la creazione dell'arco composito hannno una lunghissima tradizione.\n\nStoricamente, in seguito ai cambiamenti introdotti da Gaio Mario, gli ausiliari professionisti vennero reclutati per combattere al fianco dei legionari appena divenuti professionisti; una importante rivoluzione della macchina bellica romana vide l'intero esercito in servizio a tempo pieno, con fanti reclutati a vita e ausiliari a cui veniva conferita la cittadinanza romana alla fine della carriera militare.
{Roman_Sagittarius_descr_short}Gli arcieri ausiliari orientali, abili ed armati del potente arco composito, sono importanti truppe di supporto.
{Roman_Militia}Guardie Cittadine
{Roman_Militia_descr}La guardia cittadina è costituita da lavoratori e contadini locali a cui viene impartito l'addestramento sufficiente a difendere le loro case e a mantenere l'ordine nelle strade. Non sono certo in grado di sostituire legionari ben addestrati, del resto i loro compiti di miliziani cittadini si limitano al mantenimento della pace e a occasionali interventi come pompieri. Il loro equipaggiamento non è granché: da loro ci si aspetta solo che reggano lance e scudi, mantenendo la posizione in caso di cariche. Di solito questo è ciò che riescono a fare.
{Roman_Militia_descr_short}La guardia cittadina è costituita da lavoratori e contadini locali a cui viene impartito l'addestramento sufficiente a difendere le loro case e a mantenere l'ordine nelle strade.
{Roman_Archer}Arcieri Romani
{Roman_Archer_descr}Gli arcieri romani sono truppe di supporto per unità di fanteria più pesanti, un ruolo marginale nella visione bellica romana. Si tratta quasi esclusivamente di tiratori:vista l'assenza di armatura e di valide armi secondarie solo un comandante spietato o disperato li manderebbe a combattere corpo a corpo. Il tiro con l'arco non riveste un ruolo importante nella macchina bellica romana, tuttavia i generali di Roma non sottovalutano il bisogno di tiratori in campo e per questo motivo reclutano gli arcieri tra le classi più povere della società.
{Roman_Archer_descr_short}Gli arcieri romani sono truppe di supporto per unità di fanteria più pesanti, un ruolo marginale nella visione bellica romana.
{Roman_Velites}Veliti
{Roman_Velites_descr}I veliti sono schermagliatori leggeri il cui compito consiste nel fare da schermo allo schieramento delle prime legioni mentre avanzano in battaglia.\n\nSono armati con giavellotti e corte spade e la loro unica protezione consiste in un piccolo scudo. Il loro compito è quello di disturbare il nemico prima che cominci lo scontro vero e proprio.\n\nI veliti vengono reclutati tra i cittadini più giovani, privi dell'esperienza (o del denaro per equipaggiarsi) necessaria per combattere come astati o altre unità di fanteria pesante.\n\nI veliti romani divennero obsoleti dopo le riforme di Mario. Da un punto di vista storico, Mario diede all'esercito romano un'impronta professionale, facendogli abbandonare tutti i requisiti di proprietà ed età. I cittadini romani non sarebbero più andati in guerra per onorare i loro doveri civici, ma in futuro avrebbero combattuto come mercenari a tempo pieno, inquadrati nelle legioni.
{Roman_Velites_descr_short}I veliti sono schermagliatori leggeri il cui compito consiste nel fare da schermo allo schieramento delle prime legioni mentre avanzano in battaglia.
{Roman_Hastato}Astati
{Roman_Hastato_descr}Gli astati sono tra gli uomini più giovani in servizio nelle prime legioni repubblicane e compongono la prima linea dello schieramento in ogni battaglia. Hanno il compito di indebolire il nemico e di trattenerlo prima che la seconda linea sferri l'attacco vero e proprio. Si tratta, quindi, di truppe di un certo valore.\n\nSono armati con due pila che scagliano contro il nemico da distanza ravvicinata prima di entrare in corpo a corpo. Il loro equipaggiamento prevede anche una spada, un elmo di bronzo, un grande scudo e una corazza. Il pilum (al plurale, pila) è una lancia progettata in modo ingegnoso, con un'asta di ferro cedevole subito dietro la punta; questa si piega al momento dell'impatto, impedendo così il riutilizzo dell'arma o ostacolando il movimento del bersaglio colpito.\n\nStoricamente, gli astati erano armati ed equipaggiati a proprie spese, e spesso non potevano permettersi niente di meglio. Questo fatto, assieme ai requisiti di età e proprietà, li obbligava a combattere come astati e non in altri ruoli.
{Roman_Hastato_descr_short}Gli astati combattono nella prima linea di una legione e hanno il compito di indebolire il nemico prima dell'attacco della seconda linea.
{Roman_Principes}Principi
{Roman_Principes_descr}I principi sono soldati più anziani e affidabili, dotati di una certa esperienza. Sta a loro comporre la seconda linea di una legione e continuare gli scontri una volta che gli astati sono fuori combattimento. Il loro compito è proseguire l'opera di contrasto e sfinimento delle truppe nemiche. Di conseguenza, si tratta di combattenti capaci che non temono lo scontro.\n\nSono armati con due pila che scagliano contro il nemico a distanza ravvicinata. Hanno anche una spada, un elmo di bronzo, un grande scudo e una cotta di maglia. Il pilum (al plurale, pila) è un giavellotto progettato in modo astuto, con un'asta di ferro morbido subito dietro la punta; questa si piega all'impatto, in modo da rendere impossibile il riutilizzo dell'arma che, se ha colpito qualcuno o qualcosa, costituisce un notevole ostacolo al movimento, sempre che chi è stato colpito non sia anche rimasto ucciso!\n\nStoricamente, i principi si equipaggiavano a proprie spese, ed essendo più vecchi potevano procurarsi armi migliori di quelle dei giovani astati. Ciò, assieme ai requisiti di età e proprietà, costituiva il motivo per cui combattevano come principi.
{Roman_Principes_descr_short}I principi sono soldati più anziani e affidabili, dotati di una certa esperienza. Combattono come unità di fanteria pesante nella seconda linea di battaglia.
{Roman_Triaro}Triari
{Roman_Triaro_descr}I triari sono robusti lancieri che costituiscono la terza linea, quella più matura, delle legioni romane prima delle riforme militari di Gaio Mario. Sono armati con una lunga lancia simile a quella degli opliti (chiamata hasta), utilizzata per infilzare il nemico, uno scudo lungo e un gladio. Si tratta dei guerrieri veterani di maggiore età, ben corazzati (il che non sorprende, considerato che vengono reclutati tra le classi più agiate della società).\n\nI triari sono l'ultima linea disponibile nello schieramento delle prime legioni repubblicane. "Arrivare ai triari" è un detto romano che significa andare fino in fondo e, se impiegati in combattimento, significa che si è giunti al momento decisivo della battaglia.\n\nDa un punto di vista storico, i triari pagavano personalmente la propria dotazione e potevano quindi permettersi l'equipaggiamento migliore.
{Roman_Triaro_descr_short}I triari sono robusti lancieri veterani che compongono la spina dorsale delle prime legioni di Roma. In battaglia possono essere una forza risolutrice.
{Roman_Imperial_Legionary}Coorte della Legione
{Roman_Imperial_Legionary_descr}I legionari romani sono duri guerrieri professionisti con armature di buona qualità e armi eccezionali. Il massimo quanto a disciplina, obbedienza e flessibilità tattica. Quando, per esempio, si avvicinano a delle fortificazioni nemiche, utilizzano la formazione a testuggine sovrapponendo i propri scudi per ottenere una maggiore protezione.\n\nL'armatura a fasce di ogni legionario, la lorica segmentata, è di ottima qualità, come il resto dell'equipaggiamento: un elmo di metallo e un grande scudo ricurvo. Combattono con due giavellotti (il pilum, al pulare, pila) e una corta spada, il gladio. Ogni pilum ha un'asta di ferro morbido subito dietro la punta, progettata per piegarsi all'impatto, rendendo così impossibile il riutilizzo dell'arma. Se il pilum colpisce uno scudo, impaccia il nemico. Se colpisce un uomo, di solito lo uccide. Dopo aver scagliato i giavellotti, i legionari combattono utilizzando il gladio.\n\nLa lorica segmentata fu adottata perché più economica da produrre rispetto alla cotta di maglia e perché offre maggiore protezione.
{Roman_Imperial_Legionary_descr_short}Fanti ben armati e con buone armature, che entrano in battaglia scagliando i propri giavellotti per poi usare delle spade corte.
{Roman_Pretorian}Coorte Pretoriana
{Roman_Pretorian_descr}Può schierarsi a testuggine\n Abilità di scavo\n\n Una coorte pretoriana è costituita dai migliori legionari, reclutati per le superbe abilità in combattimento e affiliazioni politiche. Un generale può sempre far affidamento su questa unità. L'addestramento dei pretoriani, come ci si potrebbe aspettare, è incredibilmente pesante e duro. Questi uomini sono alcuni dei migliori, più duri e inflessibili guerrieri di Roma... e ne sono consapevoli.\n\nIl loro equipaggiamento è molto simile a quello degli altri legionari, ma di miglior fattura. Ogni pretoriano indossa un'armatura a fasce, la lorica segmentata, un elmo di metallo e ha un grande scudo ricurvo. Combattono con due giavellotti (il pilum, al plurale, pila) e una corta spada, il gladio. Ogni pilum ha un'asta di ferro morbido subito dietro la punta, progettata per piegarsi all'impatto, rendendo così impossibile il riutilizzo dell'arma. Dopo aver scagliato i giavellotti, i pretoriani si affidano al proprio gladio. Possono anche assumere la formazione a testuggine per proteggersi dalle frecce nemiche.\n\nStoricamente, i pretoriani originari erano i "più coraggiosi tra i coraggiosi", scelti per difendere il pretorio, la tenda del legato della legione quando questi era in campo. Questi guerrieri svolgevano le mansioni di guardie del corpo per tutti i generali più importanti prima di essere inquadrati in specifiche formazioni considerate utili in politica come in guerra. Fu Augusto a prescegliere la Guardia Pretoriana come scorta e strumento intimidatorio per la stessa Roma. Sotto gli ultimi imperatori i pretoriani scoprirono un certo gusto per la cospirazione e l'omicidio.
{Roman_Pretorian_descr_short}Una coorte pretoriana è costituita dai migliori legionari, reclutati per le superbe abilità in combattimento e affiliazioni politiche. Un generale può sempre contare su questa unità.
{Roman_Bodyguard}Guardia Romana
{Roman_Bodyguard_descr}La guardia del corpo di questo generale è costituita da fedeli cavalieri armati di lancia che lo accompagnano in battaglia. Grazie alle loro lance, questi uomini costituiscono una potente unità di cavalleria d’urto, in grado di sferrare una carica devastante; sono talmente addestrati da poter combattere efficacemente anche in un corpo a corpo prolungato.\n\nCome tutte le guardie dei generali, questa unità viene impiegata al meglio nei momenti di crisi, quando la capacità di ispirazione del generale e la potenza dei suoi guerrieri possono riequilibrare la situazione.
{Roman_Bodyguard_descr_short}La guardia del corpo di questo generale è costituita da leali cavalieri armati di lancia che lo accompagnano in battaglia.
{Roman_Bodyguard_ug1}Guardia Romana
{Roman_Bodyguard_ug1_descr}La guardia del corpo di questo generale è costituita da fedeli cavalieri corazzati ed armati di lancia che lo accompagnano in battaglia. Grazie alle loro lance, questi uomini costituiscono una potente unità di cavalleria d’urto, in grado di sferrare una carica devastante; sono talmente addestrati da poter combattere efficacemente anche in un corpo a corpo prolungato.\n\nCome tutte le guardie dei generali, questa unità viene impiegata al meglio nei momenti di crisi, quando la capacità di ispirazione del generale e la potenza dei suoi guerrieri possono riequilibrare la situazione.
{Roman_Bodyguard_ug1_descr_short}La guardia del corpo di questo generale è costituita da leali cavalieri corazzati ed armati di lancia che lo accompagnano in battaglia.
[\SPOILER]
|
10/06/2011 17:18 |
|
| | | OFFLINE | Post: 37 | Registrato il: 21/05/2011
| Città: CONEGLIANO | Età: 39 | Contadino | |
|
poi vengono le macchine d'assedio:
Testo nascosto - clicca qui {Roman_Onager}Onagri Romani
{Roman_Onager_descr}L'onagro è una catapulta che prende il suo nome dall'"onagro", l'asino selvatico, a causa del tremendo contraccolpo che ha quando lancia i proiettili sul nemico. Questa macchina da guerra usa una molla attorcigliata fatta di corda di tendine di animali, la più elastica sostanza esistente al tempo, come forza di propulsione.\n\n Il braccio da lancio è tenuto in tensione dai tendini; quando tirato indietro e tenuto da un gancio può scagliare un masso ad una considerevole velocità e distanza. Questa versione viene usata per demolire le fortificazioni in pietra, ma può anche essere usata in battaglia contro l'artiglieria nemica e le altre truppe a piedi.\n\n L'onagro può essere usato per lanciare proiettili incendiari, facendo di questa macchina un pezzo d'artiglieria molto versatile ed utile ad ogni comadante.
{Roman_Onager_descr_short}L'onagro è una catapulta versatile capace di lanciare pietre e missili incendiari alle truppe e fortificazioni nemiche.
{Roman_Balista}Scorpioni Romani
{Roman_Balista_descr}Lo Scorpione è un'arma che sfrutta la tensione di tendini ed assomiglia ad un grande arco messo di traverso su di un struttura. Ha una portata di tiro enorme e può impalare un uomo con un singolo colpo!\n\n Anche se sembra un arco gigantesco, i meccanismi che lo fanno funzionare sono molto diversi. Le due braccia sono spinte da corde di tendine di animale attorcigliato, che crea una potente molla, che mantengono le braccie sospinte in avanti. Le braccia vengono tirate indietro, creando così ancora più tensione, lo scorpione viene caricato con un proiettile, e poi si rilascia per colpire il nemico con una notevole forza e precisione.\n\n Per mantenerlo in efficienza bisogna accertarsi sempre che i tendini siano alla stessa tensione; lo scorpione è un'arma molto accurata, ma a causa del fatto che i tendini sono sensibili all'acqua, potrebbe avere malfunzionamenti in un clima umido.
{Roman_Balista_descr_short}Lo Scorpione è un'arma che sfrutta la tensione di tendini ed assomiglia ad un grande arco messo di traverso su di un struttura. Ha una portata di tiro enorme e può impalare un uomo con un singolo colpo!
{Roman_Giant_Balista}Balliste Romane
{Roman_Giant_Balista_descr}La Ballista è un'arma che sfrutta la tensione dei tendini e che assomiglia ad un arco enorme. Ha una portata grandissima ed è capace di impilare diversi uomini in un solo colpo!\n\n Anche se assomiglia ad un gigantesco arco, i meccanismi che la fanno funzionare sono molto diversi. Le due braccia sono spinte da due corde di tendine di animale; questo materiale naturalmente elastico viene poi attorcigliato, e diventa una molla estremamente potente che mantiene le braccia sospinte in avanti. Le braccia vengono tirate indietro, creando così ancora più tensione, la ballista viene caricata con un proiettile, e poi si rilascia per colpire il nemico con una notevole forza.n\n Per mantenerla sempre in efficienza bisogna accertarsi che i tendini siano alla stessa tensione; la ballista è un'arma molto accurata, ma a causa del fatto che i tendini sono sensibili all'acqua, potrebbe avere malfunzionamenti in un clima umido.
{Roman_Giant_Balista_descr_short}La Ballista è un'arma che sfrutta la tensione dei tendini e che assomiglia ad un arco enorme. Ha una portata grandissima ed è capace di impilare diversi uomini in un solo colpo!
{Roman_Catapult}Onagri Pesanti Romani
{Roman_Catapult_descr}L'onagro pesante è un'enorme catapulta costruita sugli stessi disegni base dei suoi simili e capace di disintegrare le fortificazioni in pietra. Viene fatto funzionare grazie ad un fascio di corde di tendine d'animale intrecciate, ed è lento da rimettere in posizione e ricaricare. I suoi proiettili sono devastanti e può lanciare missili incendiari.\n\n La portata non è maggiore di quella dell'onagro più piccolo, e questo lo rende suscettibile al fuoco nemico. È usato al meglio insieme ad artiglieria più piccola capace di controbattere il fuoco nemico.
{Roman_Catapult_descr_short}L'onagro pesante è una macchina da assedio capace di ridurre tutte le fortificazioni, anche quelle in pietra, in briciole.
{Roman_Onager_ug1}Onagri Romani
{Roman_Onager_ug1_descr}L'onagro è una catapulta che prende il suo nome dall'"onagro", l'asino selvatico, a causa del tremendo contraccolpo che ha quando lancia i proiettili sul nemico. Questa macchina da guerra usa una molla attorcigliata fatta di corda di tendine di animali, la più elastica sostanza esistente al tempo, come forza di propulsione.\n\n Il braccio da lancio è tenuto in tensione dai tendini; quando tirato indietro e tenuto da un gancio può scagliare un masso ad una considerevole velocità e distanza. Questa versione viene usata per demolire le fortificazioni in pietra, ma può anche essere usata in battaglia contro l'artiglieria nemica e le altre truppe a piedi.\n\n L'onagro può essere usato per lanciare proiettili incendiari, facendo di questa macchina un pezzo d'artiglieria molto versatile ed utile ad ogni comadante.
{Roman_Onager_ug1_descr_short}L'onagro è una catapulta versatile capace di lanciare pietre e missili incendiari alle truppe e fortificazioni nemiche.
{Roman_Balista_ug}Scorpioni Romani
{Roman_Balista_ug1_descr}Lo Scorpione è un'arma che sfrutta la tensione di tendini ed assomiglia ad un grande arco messo di traverso su di un struttura. Ha una portata di tiro enorme e può impalare un uomo con un singolo colpo!\n\n Anche se sembra un arco gigantesco, i meccanismi che lo fanno funzionare sono molto diversi. Le due braccia sono spinte da corde di tendine di animale attorcigliato, che crea una potente molla, che mantengono le braccie sospinte in avanti. Le braccia vengono tirate indietro, creando così ancora più tensione, lo scorpione viene caricato con un proiettile, e poi si rilascia per colpire il nemico con una notevole forza e precisione.\n\n Per mantenerlo in efficienza bisogna accertarsi sempre che i tendini siano alla stessa tensione; lo scorpione è un'arma molto accurata, ma a causa del fatto che i tendini sono sensibili all'acqua, potrebbe avere malfunzionamenti in un clima umido.
{Roman_Balista_ug1_descr_short}Lo Scorpione è un'arma che sfrutta la tensione di tendini ed assomiglia ad un grande arco messo di traverso su di un struttura. Ha una portata di tiro enorme e può impalare un uomo con un singolo colpo!
{Roman_Giant_Balista_ug1}Balliste Romane
{Roman_Giant_Balista_ug1_descr}La Ballista è un'arma che sfrutta la tensione dei tendini e che assomiglia ad un arco enorme. Ha una portata grandissima ed è capace di impilare diversi uomini in un solo colpo!\n\n Anche se assomiglia ad un gigantesco arco, i meccanismi che la fanno funzionare sono molto diversi. Le due braccia sono spinte da due corde di tendine di animale; questo materiale naturalmente elastico viene poi attorcigliato, e diventa una molla estremamente potente che mantiene le braccia sospinte in avanti. Le braccia vengono tirate indietro, creando così ancora più tensione, la ballista viene caricata con un proiettile, e poi si rilascia per colpire il nemico con una notevole forza.n\n Per mantenerla sempre in efficienza bisogna accertarsi che i tendini siano alla stessa tensione; la ballista è un'arma molto accurata, ma a causa del fatto che i tendini sono sensibili all'acqua, potrebbe avere malfunzionamenti in un clima umido.
{Roman_Giant_Balista_ug1_descr_short}La Ballista è un'arma che sfrutta la tensione dei tendini e che assomiglia ad un arco enorme. Ha una portata grandissima ed è capace di impilare diversi uomini in un solo colpo!
{Roman_Catapult_ug1}Onagri Pesanti Romani
{Roman_Catapult_ug1_descr}L'onagro pesante è un'enorme catapulta costruita sugli stessi disegni base dei suoi simili e capace di disintegrare le fortificazioni in pietra. Viene fatto funzionare grazie ad un fascio di corde di tendine d'animale intrecciate, ed è lento da rimettere in posizione e ricaricare. I suoi proiettili sono devastanti e può lanciare missili incendiari.\n\n La portata non è maggiore di quella dell'onagro più piccolo, e questo lo rende suscettibile al fuoco nemico. È usato al meglio insieme ad artiglieria più piccola capace di controbattere il fuoco nemico.
{Roman_Catapult_ug1_descr_short}L'onagro pesante è una macchina da assedio capace di ridurre tutte le fortificazioni, anche quelle in pietra, in briciole.
{Persian_Onager}Onagri Persiani
{Persian_Onager_descr}L'onagro è una catapulta che prende il suo nome dall'"onagro", l'asino selvatico, a causa del tremendo contraccolpo che ha quando lancia i proiettili sul nemico. Questa macchina da guerra usa una molla attorcigliata fatta di corda di tendine di animali, la più elastica sostanza esistente al tempo, come forza di propulsione.\n\n Il braccio da lancio è tenuto in tensione dai tendini; quando tirato indietro e tenuto da un gancio può scagliare un masso ad una considerevole velocità e distanza. Questa versione viene usata per demolire le fortificazioni in pietra, ma può anche essere usata in battaglia contro l'artiglieria nemica e le altre truppe a piedi.\n\n L'onagro può essere usato per lanciare proiettili incendiari, facendo di questa macchina un pezzo d'artiglieria molto versatile ed utile ad ogni comadante.
{Persian_Onager_descr_short}L'onagro è una catapulta versatile capace di lanciare pietre e missili incendiari alle truppe e fortificazioni nemiche.
{Persian_Balista}Scorpioni Persiani
{Persian_Balista_descr}Lo Scorpione è un'arma che sfrutta la tensione di tendini ed assomiglia ad un grande arco messo di traverso su di un struttura. Ha una portata di tiro enorme e può impalare un uomo con un singolo colpo!\n\n Anche se sembra un arco gigantesco, i meccanismi che lo fanno funzionare sono molto diversi. Le due braccia sono spinte da corde di tendine di animale attorcigliato, che crea una potente molla, che mantengono le braccie sospinte in avanti. Le braccia vengono tirate indietro, creando così ancora più tensione, lo scorpione viene caricato con un proiettile, e poi si rilascia per colpire il nemico con una notevole forza e precisione.\n\n Per mantenerlo in efficienza bisogna accertarsi sempre che i tendini siano alla stessa tensione; lo scorpione è un'arma molto accurata, ma a causa del fatto che i tendini sono sensibili all'acqua, potrebbe avere malfunzionamenti in un clima umido.
{Persian_Balista_descr_short}Lo Scorpione è un'arma che sfrutta la tensione di tendini ed assomiglia ad un grande arco messo di traverso su di un struttura. Ha una portata di tiro enorme e può impalare un uomo con un singolo colpo!
{Persian_Giant_Balista}Balliste Persiane
{Persian_Giant_Balista_descr}La Ballista è un'arma che sfrutta la tensione dei tendini e che assomiglia ad un arco enorme. Ha una portata grandissima ed è capace di impilare diversi uomini in un solo colpo!\n\n Anche se assomiglia ad un gigantesco arco, i meccanismi che la fanno funzionare sono molto diversi. Le due braccia sono spinte da due corde di tendine di animale; questo materiale naturalmente elastico viene poi attorcigliato, e diventa una molla estremamente potente che mantiene le braccia sospinte in avanti. Le braccia vengono tirate indietro, creando così ancora più tensione, la ballista viene caricata con un proiettile, e poi si rilascia per colpire il nemico con una notevole forza.n\n Per mantenerla sempre in efficienza bisogna accertarsi che i tendini siano alla stessa tensione; la ballista è un'arma molto accurata, ma a causa del fatto che i tendini sono sensibili all'acqua, potrebbe avere malfunzionamenti in un clima umido.
{Persian_Giant_Balista_descr_short}La Ballista è un'arma che sfrutta la tensione dei tendini e che assomiglia ad un arco enorme. Ha una portata grandissima ed è capace di impilare diversi uomini in un solo colpo!
{Persian_Catapult}Onagri Pesanti Persiani
{Persian_Catapult_descr}L'onagro pesante è un'enorme catapulta costruita sugli stessi disegni base dei suoi simili e capace di disintegrare le fortificazioni in pietra. Viene fatto funzionare grazie ad un fascio di corde di tendine d'animale intrecciate, ed è lento da rimettere in posizione e ricaricare. I suoi proiettili sono devastanti e può lanciare missili incendiari.\n\n La portata non è maggiore di quella dell'onagro più piccolo, e questo lo rende suscettibile al fuoco nemico. È usato al meglio insieme ad artiglieria più piccola capace di controbattere il fuoco nemico.
{Persian_Catapult_descr_short}L'onagro pesante è una macchina da assedio capace di ridurre tutte le fortificazioni, anche quelle in pietra, in briciole, ma può essere vulnerabile alle catapulte del nemico.
{Hellenistic_Onager}Onagri Ellenici
{Hellenistic_Onager_descr}L'onagro è una catapulta che prende il suo nome dall'"onagro", l'asino selvatico, a causa del tremendo contraccolpo che ha quando lancia i proiettili sul nemico. Questa macchina da guerra usa una molla attorcigliata fatta di corda di tendine di animali, la più elastica sostanza esistente al tempo, come forza di propulsione.\n\n Il braccio da lancio è tenuto in tensione dai tendini; quando tirato indietro e tenuto da un gancio può scagliare un masso ad una considerevole velocità e distanza. Questa versione viene usata per demolire le fortificazioni in pietra, ma può anche essere usata in battaglia contro l'artiglieria nemica e le altre truppe a piedi.\n\n L'onagro può essere usato per lanciare proiettili incendiari, facendo di questa macchina un pezzo d'artiglieria molto versatile ed utile ad ogni comadante.
{Hellenistic_Onager_descr_short}L'onagro è una catapulta versatile capace di lanciare pietre e missili incendiari alle truppe e fortificazioni nemiche.
{Hellenistic_Balista}Scorpioni Ellenici
{Hellenistic_Balista_descr}Lo Scorpione è un'arma che sfrutta la tensione di tendini ed assomiglia ad un grande arco messo di traverso su di un struttura. Ha una portata di tiro enorme e può impalare un uomo con un singolo colpo!\n\n Anche se sembra un arco gigantesco, i meccanismi che lo fanno funzionare sono molto diversi. Le due braccia sono spinte da corde di tendine di animale attorcigliato, che crea una potente molla, che mantengono le braccie sospinte in avanti. Le braccia vengono tirate indietro, creando così ancora più tensione, lo scorpione viene caricato con un proiettile, e poi si rilascia per colpire il nemico con una notevole forza e precisione.\n\n Per mantenerlo in efficienza bisogna accertarsi sempre che i tendini siano alla stessa tensione; lo scorpione è un'arma molto accurata, ma a causa del fatto che i tendini sono sensibili all'acqua, potrebbe avere malfunzionamenti in un clima umido.
{Hellenistic_Balista_descr_short}Lo Scorpione è un'arma che sfrutta la tensione di tendini ed assomiglia ad un grande arco messo di traverso su di un struttura. Ha una portata di tiro enorme e può impalare un uomo con un singolo colpo!
{Hellenistic_Giant_Balista}Balliste Elleniche
{Hellenistic_Giant_Balista_descr}La Ballista è un'arma che sfrutta la tensione dei tendini e che assomiglia ad un arco enorme. Ha una portata grandissima ed è capace di impilare diversi uomini in un solo colpo!\n\n Anche se assomiglia ad un gigantesco arco, i meccanismi che la fanno funzionare sono molto diversi. Le due braccia sono spinte da due corde di tendine di animale; questo materiale naturalmente elastico viene poi attorcigliato, e diventa una molla estremamente potente che mantiene le braccia sospinte in avanti. Le braccia vengono tirate indietro, creando così ancora più tensione, la ballista viene caricata con un proiettile, e poi si rilascia per colpire il nemico con una notevole forza.n\n Per mantenerla sempre in efficienza bisogna accertarsi che i tendini siano alla stessa tensione; la ballista è un'arma molto accurata, ma a causa del fatto che i tendini sono sensibili all'acqua, potrebbe avere malfunzionamenti in un clima umido.
{Hellenistic_Giant_Balista_descr_short}la Ballista è un'arma che sfrutta la tensione dei tendini e che assomiglia ad un arco enorme. Ha una portata grandissima ed è capace di impilare diversi uomini in un solo colpo!
{Hellenistic_Catapult}Onagri Pesanti Ellenici
{Hellenistic_Catapult_descr}L'onagro pesante è un'enorme catapulta costruita sugli stessi disegni base dei suoi simili e capace di disintegrare le fortificazioni in pietra. Viene fatto funzionare grazie ad un fascio di corde di tendine d'animale intrecciate, ed è lento da rimettere in posizione e ricaricare. I suoi proiettili sono devastanti e può lanciare missili incendiari.\n\n La portata non è maggiore di quella dell'onagro più piccolo, e questo lo rende suscettibile al fuoco nemico. È usato al meglio insieme ad artiglieria più piccola capace di controbattere il fuoco nemico.
{Hellenistic_Catapult_descr_short}L'onagro pesante è una macchina da assedio capace di ridurre tutte le fortificazioni, anche quelle in pietra, in briciole, ma può essere vulnerabile alle catapulte del nemico.
[\SPOILER]
|
|