00 13/04/2012 15:07
[SM=x1140429] e grazie infinite,
cavoli! Zames, mi fa piacere che ti fosse piaciuta..

CAPITOLO 5
La Siria risponde

La Siria nel giro di pochi mesi era stata messa in ginocchio, Homs perduta ,Damasco perduta, un’armata completa annientata, i soccorsi dileguati, sconfitte pesanti ;la vita di quasi 2000 soldati saraceni spezzata, città saccheggiate castelli strategici perduti nuove Chiese al posto delle moschee.
Il sultano Nur Ad-Din non era mai uscito da Aleppo, ma il vecchio leone ferito era ancora un avversario terribile ed era ancora mortale, se sottovalutato.
L’est siriano aveva ancora risorse e non tardò a mostrare le zanne, così venne formata una nuova armata, ancora truppe scelte, più numerose (oltre 800 uomini), nessuna avanguardia, la strategia era cambiata, ora il nemico avanzava in gran forza , compatto, minaccioso ,da oriente.



In tutta fretta venne organizzato un esercito variegato di veterani, milizie cittadine ,turcopoli e mercenari ,a capo ci sarebbe stato l’esperto Conte senza contea: Jocelin di Edessa. La nostra armata non raggiungeva i 650 uomini, ma,di questi, oltre 160 erano di cavalleria pesante e ci accampammo sulla cima di un colle, per attendere il nemico.


Con il vantaggio del terreno, ideale per la nostra carica, attendemmo che il nemico fosse a tiro di arco dopodichè vennero suonate le trombe della carica.
Fanti e cavalieri si gettarono sul nemico in ranghi serrati con tale impeto che il nemico fu distrutto.




Un solo barbaro sopravvissuto scampato per la rapidità del suo cavallo , 809 caduti, gli ultimi fuggiaschi fatti bersaglio dei convertiti turcopoli.


Il nostro esercito fu assottigliato di circa 100 uomini.

Ma le manovre nemiche mettevano in apprensione il futuro del Regno, nell’inverno del 1163 appena 6 mesi dopo l’ultima sconfitta siriana, un’armata completa di forse 800-1000 barbari faceva ritorno dal sud. Erano i richiamati di Nur Ad-Din, che da Medina avevano attraversato il deserto arabico per dare guerra ai crociati, la loro meta ci era oscura, passarono ad est di Kerak, di Gerusalemme, di Damasco, di Homs, si muovevano velocemente e con estrema libertà, come se le terre crociate gli appartenessero.

La Siria si stava riorganizzando.

Le notizie dall’occidente parlavano di strane allenaze tra gli infidi bizantini e gli scaltri veneziani e di una violenta alluvione caduta su Ancona città dei nostri amici normanni di Sicilia, ma una notizia lieta per la Cristianità era alle porte, nella Pasqua del 1164 proprio a Gerusalemme fu consacrata la grande Chiesa Procattedrale, la prima del suo tempo, un gioiello di architettura.








CAPITOLO 6

Al-Rakkah

Esattamente un anno dopo l’inaugurazione della nuova Chiesa di Gerusalemme, Medina ribelle cadeva in mano del sultanato abbasside, una dinastia barbarica antica, che sembrava destinata all’estizione a causa della potenza invadente della Siria, ma che trovò nuovi spazi dopo le catastrofiche sconfitte siriane per mano crociata.
Ora gli abbassidi governavano un territorio immenso di oltre 2500 km dall’Arabia fino ai confini con il Regno cristiano di Georgia.
La Siria indebolita era stretta tra due potenze.
Eppure era ancora in grado di mettere sul campo eserciti numerosi e truppe scelte, questo perché godeva di una fortezza davvero all’avanguardia : Al-Rakkah.
La pace con un nemico sottomesso passava da quella fortezza.
Nur Ad-Din stava concentrando le migliori armate attorno ad Aleppo e ad Edessa, stava difendendo le contee più ricche del Sultanato, ma incredibilmente lasciava quasi sguarnite le fortezze.
Il Re Baldovino, aveva un approccio alla guerra particolare, voleva disarmare il nemico, non farlo morire di fame, mirava infatti ad assoggettare i nemici , mirava al vassallaggio delle potenze confinanti.
Non odiava i nemici, li voleva dalla sua parte con le loro ricchezze e le loro abilità militari.
I nemici non lo capivano , per cui colpiva sempre in maniera imprevista.
Fu così che venne mandato il veterano Jocelin di Edessa con un’armata di 420 uomini ad assediare Al Rakkah, nell’estate del 1165 dopo aver costruito le scale e un’ariete si diede l’assalto alle mura.



Il nemico era forte di 180 uomini ,fanteria, arcieri e la terribile guardia dell’emiro, l’attacco prevedeva il solito doppio fronte con le scale che avrebbero attaccato le mura ad occidente e l’ariete che avrebbe dovuto sfondare la porta sud del castello, impegnando le truppe su 2 fronti si sarebbe evitato l’ammassarsi di uomini sulle mura, che avrebbe avvantaggiato i nemici che potevano decimarci con le truppe nascoste nelle torri.



Vinta la resistenza sulle mura i nostri tiratori annientarono i cavalieri nemici


Lo stesso emiro Ad-Din Muhammad fu ucciso e cadde supino sulla sua cavalcatura




Al Rakkah cadeva, ma difficilmente Jocelin l’avrebbe potuta mantenere, un nuovo esercito era in marcia , un esercito molto potente di oltre 1100 uomini armato di tutto punto ,225 cavalieri tra pesanti e tiratori a cavallo, tra cui i barbari mercenari iqutiar ,i turcomanni, i cavalieri arabi i tenaci fursan e le loro cavalcature veloci, arceri e lancieri ,barbari di tutti i tipi.

Venne immediatamente dato l’ordine di reclutare una nuova armata, per dare almeno una vaga speranza a Jocelin di Edessa, il nostro più esperto generale.
L’armata doveva arrivare velocemente, per cui fu composta quasi totalmente da cavalieri, si riuscì soltanto a mettere insieme 260 valorosi uomini, che uniti ai 400 uomini di Jocelin superavano ,comunque ,di poco la metà dell’orda barbarica.
Si sperava di spaventare il nemico, muovendo le armate.

Il nemico però ci precedette e inviò un distaccamento di assassini verso l’accampamento dell’armata di suporto. Costoro erano eretici mussulmani i più barbari della stirpe, anche i loro correligionari ne avevano terrore, non temevano nulla anzi la loro vocazione era la morte, ingannati dal diavolo pensavano di guadagnarsi il Paradiso, trucidando e uccidendo i nemici dell’eresia che praticavano.
Se Nur Ad-Din era ricorso a loro, doveva essere davvero disperato.



Nel frattempo il grosso dell’esercito barbaro iniziò l’assedio di Al Rakkah.

Avvisati dalle spie, dell’arrivo di questi immondi barbari, si optò per mandare un distaccamento di cavalleria pesante a fronteggiare i temerari assassini, i difensori del Santo Sepolcro furono i prescelti.

Il nemico fu caricato “lancia in resta” e venne spazzato via, cercavano la morte ,senza sforzo la trovarono.




Ora si doveva marciare velocemente per raggiungere Al Rakkah.


[SM=x1140429] [SM=x1140429]





"Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?"
Mt 16, 26