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CAPITOLO 2
La guerra in Siria

Negli anni che vanno dal 1156 dopo la presa di Adana fino al 1162 le casse del Regno vennero interamente utilizzate per la costruzione di nuovi mercati, per migliorie agricole e produttive, per rimpolpare l’esiguo esercito, grazie anche al mantenimento della promessa del Santo Padre che armò ben tre plotoni di cavalieri in difesa del Santo Sepolcro.

Nel 1160 la giovane città crociata di Adana fu vittima di un tremendo terremoto che estinse oltre 250 famiglie, ma altre notizie di catastrofi pervennero alla corte del Re, tempeste marine investirono i veneziani e nella regione dell’Impero germanico tragiche alluvioni distrussero i raccolti.

Il diplomatico del Regno Fulcherio, fu inviato a trattare alleanze con gli infidi bizantini, con i normanni di Sicilia, con il Santo Padre, ad aprire nuove tratte commerciali con i barbari saraceni, con gli italici con gli inglesi con i franchi e con gli iberici, sempre ben accolto venne richiamato in patria, poiché c’era bisogno di tutta la sua esperienza.

Nur-addin l’atabeg di Aleppo, mostrò le sue grandi doti di governatore rendendo la Siria una vera minaccia, aveva ingrandito il sultanato conquistando castelli al nord ed ora marciava sulla città di Medina, città sacra per quei barbari.
L’emiro che la teneva si era ribellato da molti anni al Sultano di Baghdad e aveva fortificato la città con una guarnigione di esperti combattenti, che avevano già annientato una forte armata Abasside, ora attraversava un periodo di decadenza, l’assedio subito aveva prodotto gravi perdite di vite umane e danni seri alle difese della città.
Nur-addin intendeva assoggettarla al suo dominio e marciò con un’armata numerosa e ben preparata.
Se Medina fosse stata di Nur-addin,i crociati si sarebbero trovati circondati dai siriani,la nazione più numerosa, più forte, più ricca più nemica della Cristianità dell’intero Oriente.
Vedemmo passare questa potenza , fu allora che Baldovino III e i baroni decisero un attacco coordinato.
Le armate più impegnative si addestravano nei castelli, la Siria ne aveva ben tre , di cui uno ,Homs, vicino e sguarnito.
Questo era il primo obiettivo, ma con i soldi si poteva comunque reclutare barbari mercenari, quindi contemporaneamente si doveva impoverire le casse di Nur-haddin .
Quale città più fiorente della stupenda e ricca Damasco, posta proprio sulla via della seta.
Dunque si decise per due armate coordinate una diretta a Damasco una diretta ad Homs, ma ci fu un imprevisto, perché nelle vicinanze di Homs fu segnalata una numerosa armata che doveva essere annientata.

Dunque si iniziò con l’assedio combinato di Damasco e Homs e una forte armata crociata ,comandata dal gran maestro dei Lazzariti, si sarebbe occupata della minsidiosa battaglia campale contro l’esercito Siriano.
Lo scontro avvenne nei pressi di Homs, il generale Hugo posizionò l’armata su di un colle in linea fanteria e cavalleria pesante con i fanti al centro e i cavalieri ai lati. L’esercito nemico era decisamente più numeroso, oltre 1000 combattenti ben sortiti, con arceri appiedati e arceri a cavallo e fanteria composta quasi escludivamente da lanceri
Noi eravamo in 760 nostri, pesantemente armati e con il vantaggio del terreno.





I tiratori, balestrieri , arceri e turcopoli, dovevano sfoltire prima dello scontro, poiché il generale aveva deciso per una carica combinata immediata








Lo scontro fu incredibilmente breve, la temenda carica della nostra cavalleria sconquassò le fila nemiche che si diedero ad una rotta rovinosa





Chi aveva il veloce cavallo arabo si salvò ma il nemico lasciò quasi 600 uomini sul campo e oltre 350 furono catturati e con dolore giustiziati, poiché certamente ci avrebbero nuovamente combattuto.
Noi perdemmo 66 uomini.

Il primo scontro fu un successo insperato, Homs e Damasco erano ora alla nostra portata





"Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?"
Mt 16, 26