00 18/04/2012 14:26
[SM=x1140429] Ciao a tutti e grazie per l'incoraggiamento [SM=x1140512] (confermo che quando muore il cavaliere, muore anche il cavallo)

CAPITOLO 7
La difesa di Al Rakkah

Il capitano che guidava le truppe di soccorso era un veterano capitano templare di nome Aleamme, che radunò il consiglio di guerra, poiché si era in dubbio se dar battaglia campale o se difendere Al Rakkah ,qualora il nemico avesse deciso l’attacco.
Lo scontro campale era contro la prudenza, i bastioni di Al Rakkha erano davvero impressionanti, ma indugiare avrebbe comunque danneggiato gli assediati e inoltre se qualche speranza di successo avevamo, quella risiedeva nella carica dei nostri destrieri, che dentro le mura non potevano risultare decisivi.
In fin dei conti se la battaglia andava male, Jocelin avrebbe potuto sempre ritirarsi all’interno delle mura e ricombattere un esercito comunque indebolito protetti dalle frecce dei bastioni.

Si optò per lo scontro campale.
Giunti nei pressi di Al Rakkah , scorgemmo l’accampamento nemico


Gli assedianti ruppero l’assedio e si schierarono pronti per lo scontro.


Jocelin di Edessa fece uscire l’armata e venne in nostro soccorso, il nemico si preparò per combattere due fronti, per cui divise le truppe, ma non attese che fossimo noi a dar battaglia, mandò subito i tiratori a sfoltire le fila del generale Jocelin con rinforzi di fanteria. La cavalleria pesante, invece fu mandata contro Aleamme e i suoi cavalieri ,con rinforzi misti di arcieri e lancieri.

Per grazia avevamo i turcopoli (infatti anche queste truppe allevano con successo i veloci cavalli arabi) e vennero mandati subito a contrattaccare la pioggia di frecce che avrebbe investito l’armata di Jocelin. La tattica dei barbari era quella di far ritardare l’aiuto del contingente del generale Jocelin decimandolo con tempeste di frecce e ritirate strategiche, mentre il grosso della truppa avrebbe annientato il capitano Aleamme e la sua armata.

Aleamme spostò la cavalleria pesante ai lati dello schieramento, distanziandola parecchio dalla fanteria che disposta in ranghi serrati attendeva la carica mussulmana.
La cavalleria araba si getto contro il nostro muro di ghiaccio (termine usato per la fanteria di Carlo Martello a Poitiers), composto da fanteria pesante templare, distanziando parecchio la fanteria. La carica araba non sortì l’effetto che speravano


Il muro di ghiaccio non solo resse brillantemente, ma chiuso a riccio impegnò il nemico, sicchè i nostri cavalieri, partirono alla carica facendo strage dei cavalieri nemici



Sull’altro fronte, i turcopoli di Jocelin, distraendo i tiratori nemici permettevano al resto della nostra armata di sostegno di non subire perdite significative e di muoversi abbastanza liberamente, dopo aver ingaggiato vittoriosamente frequenti scontri con la fanteria nemica e il rimasuglio di cavalieri, accorsi per sostenere i compagni isolati.


Le loro veloci cavalcature potevano raggiungere facilmente molti punti sul campo di battaglia, ma la loro foga aveva causato uno sparpagliamento dei loro ranghi, sicchè tante piccole battaglie si stavano combattendo, il capitano Aleamme e i suoi cavalieri, dopo aver annientato la cavalleria pesante araba, manteneva la posizione, mentre le cariche dei cavalieri del Santo Sepolcro mietevano i lanceri nemici, con le loro devastanti cariche, in attesa che la pressoché intatta armata di Jocelin avanzasse, stringendo in una morsa i contingenti nemici… al loro passaggio rimanevano solo cadaveri per gli avvoltoi.




Sparpagliati e isolati contro un fronte compatto i barbari saraceni si diedero alla fuga, lasciandoci il campo.
Rientrammo tutti increduli ad Al Rakkah, stupiti di una vittoria insperata, le nostre forze erano dimezzate, ma avevamo inflitto 850 vittime ai saraceni e 223 nemici furono catturati, le trattative andarono male e i prigionieri resero l’anima a Dio.

Al Rakkah era salva, nell’estate del 1166 la Siria, indebolita e sfinita firmò un trattato di alleanza con il sultanato Abbasside, la cosa ci preoccupava molto, con le nostre continue vittorie avevamo unito l’Islam, si riunirono i Baroni del Regno che si impegnarono ad un premio di 5000 fiorini, per la caduta di Nur Ad-Din ad Aleppo.
Ora si doveva lavorare per questo obiettivo.





"Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?"
Mt 16, 26