A parte i miei complimenti per alcune geniali trovate lette in questa discussione che mi hanno fatto davvero ridere, e per il fatto che io per Annibale mi offendo e guai a chi me lo tocca (
ovviamente si scherza)
sigh, ma ragazzi, è mai possibile che si possa discutere a questo modo se si parla di Storia? Anzi, più specificatamente ogni volta che si parla Impero Romano d'Oriente, o Romeo, o Bizantino che dir si voglia?
Per quanto riguarda quest'impero, purtroppo non ci sarà mai unità di idee, per quanto una parte possa portare argomenti, l'unico modo per avere una discussione costruttiva è leggere le altrui opinioni e rispondere a modo, in maniera da creare un dialogo edificante, propongo agli interessati di proseguire e leggere questa discussione
freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10142427
Parlo da amante dell'Impero Romano in toto, dalle origini dell'Urbe alla conquista di Costantinopoli del 1453, però ragazzi andiamo, non ce la si può prendere a morte ogni volta che qualcuno denigra i Romei, anche perché di certo non erano una civiltà perfetta (come i Romani propriamente detti del resto) ed ognuno ha le sue idee in merito a Stati, Imperi, personaggi etc. del passato.
Voglio dire, è come se io mi incaxxassi come una bisca ogni volta che parlo di Storia con i miei compagni di Università, siccome io sono appasionato di Medioevo e loro di Antichità classica (con tutte le eventuali illazioni del caso
).
Poi non c'entra molto, ma personalmente non credo che a prescindere si debba parlare bene di personaggi deceduti, anche se santi: li si può benissimo giudicare come persone per ciò che hanno fatto in maniera obiettiva e senza offendere nessuno.
Rispondendo invece al titolo della discussione: non conosco molto Luttwak come personaggio, anche se ho capito non essere propriamente uno stinco di santo, ma per una lettura gradevole, interessante e secondo me molto puntuale sarebbe bene leggerlo (specialmente se si ha poi voglia di una lettura forse un po' più impegnativa come "Storia dell'Impero Bizantino" di G. Ostrogorsky).