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Sverre

Nel 1177 nelle campagne intorno a Skara un giovane Chierico, spinto dall'odio verso i danesi, forma un maestoso esercito reclutando e addestrando esso stesso contadini e popolani, vagabondi e briganti trasformandoli in eccellenti soldati. Il suo nome è Sverre e i suoi guerrieri verranno denominati "i Birkebeiners". La leggenda vuole che durante un attacco al suo villaggio i danesi massacrarono tutta la sua famiglia, egli venne risparmiato perchè uomo di Chiesa e da qual momento egli visse per un solo scopo: Vendicarsi!
Sverre iniziò la sua attivita nelle regioni sottratte alla Danimarca, dove attaccava i villaggi ancora fedeli ai danesi incendiandoli, saccheggiandoli e infine massacrando la popolazione con esecuzioni sommarie. Il suo nome incuteva terrore, il popolo ne ingigantiva il mito e le sue cruente e orribili azioni erano ormai famose in tutto il Regno. Si diceva che era alto come un gigante e che la sua spada era così pesante che nessun uomo poteva usarla.
Egli però era anche uomo di grande spiritualità e devozione, tanto che si convinse che i suoi atti fossero ispirati direttamente dalla Gloria del Signore, il Quale lo aveva scelto come come Angelo sterminatore dei danesi e - cosa ancor più grave- anche i guerrieri al suo seguito, i Birkebeiners, ne erano convinti. Questi vedevano il loro comandante come un Messia, pendevano dalle sue labbra; non si poteva dire che fossero senza morale, ma, peggio ancora, che avessero una morale distorta e percò capaci di qualsiasi azione, anche la più atroce.
konge Inge Gille è consapevole che tale fanatismo era pericoloso, ma doveva sfruttare tali inaspettati rinforzi nella guerra contro i danesi per sconfiggerli definitivamente. D'altronde assegnare un ruolo ufficiale a Sverre, avrebbe tenuto i suoi lontano dalle campagne e forse avrebbe calmato i loro spiriti infuocati.

Nei tre anni successivi alla conquista di Lund, il Regno norvegese era alle prese con i malumori dei cristiani per la scomunica del Re, c'era un esercito da ricostituire e intanto la Danimarca resisteva alle offensive dell'Impero.
La situazione appariva bloccata, la capitale danese era troppo ben difesa per provare un attacco, serviva un colpo di fortuna per uscire dall'empasse e Sverre era giunto al momento giusto, bisognava solo spostarlo al posto giusto...
Konge Inge Gille s'incontrò col Chierico e gli offrì il grado di generale in cambio della fedeltà alla Norvegia e al suo Re. Sverre accettò senza farselo ripetere la seconda volta e gli fu dato l'ordine di marciare sulla capitale danese Roskilde, mentre un'altra armata danese avrebbe fatto lo stesso sotto il comando di Eystein Meya detto "il Tirchio".
Il piano di Konge Inge Gille era di far giungere entrambe le armate nella piana di Roskilde contemporaneamente, così da assediare sia da nord che da est la capitale; ma -come era forse prevedibile- Sverre, poco avezzo alla vita militare e alla sua disciplina, anticipò i tempi, anche forse a causa della frenesia di uccidere danesi; giunse, così, nei pressi di Roskilde in pieno inverno alla testa di truppe- sì motivate - ma anche stanche per la marcia forzata.
La Danimarca attaccò immediatamente i Birkebeiners per approfittare della stanchezza accumulata prima che questi potessero assediare la città. I danesi erano convinti di ottenere una facile vittoria, ma, purtroppo per loro, non avevano fatto i conti col fanatismo del Chierico Norvegese e dei suoi uomini. La battaglia fu cruenta, con ingenti perdite su entrambi i fronti, ma Sverre riuscì ad avere la meglio e a ricacciare le truppe danesi nella capitale.
L'abilità e il coraggio di Sverre, la sua follia, il suo carisma impressionarono a tal punto i danesi che lo denominarono il "Diavolo del Nord". La Danimarca aveva paura!
Pochi mesi dopo giunse nei pressi della capitale la seconda armata norvegese. Fu offerta al Re danese la possibilità di diventare vassallo del Regno di Norvegia sotto la minaccia di un futuro e prossimo attacco, ma questi rifiutò fermamente e anzi tentò il tutto per tutto.
Egli stesso comandò l'esercito, o meglio ciò che ne rimaneva, nell'ultimo disperato tentativo per allentare la presa delle armate di Sverre e Il Tirchio. Ancora una volta fu una battaglia violentissima, i danesi lottarono come forsennati; sia il Re Danese, sia Eynstein de Meya detto "il Tirchio" furono colpiti mortalmente. Fu il furore degli uomini di Sverre a spezzare l'equilibrio della battaglia. Le truppe danesi scapparono impaurite dinanzi a tale furia e vennero sopraffatte. I pochi che riuscirono a salvare la pelle si dileguarono lasciando la capitale in mani Norvegesi. Il regno esultò in lungo e in largo per tale vittoria, osannò Sverre mentre Konge Inge Gille che venne denominato il conquistatore.
A Bergen fu promulgato il lutto cittadino per ricordare il suo governatore, Eystein Meya il Tirchio, morto per la conquista di Roskilde.

Tregua e Regicidio

La fortezza di Arus. Ecco ciò che rimane del maestoso Regno Danese, divorato letteralmente dalla Norvegia. Nel 1180 Konge Inge Gille offre, in cambio di 1800 bisanti, la tregua alla Danimarca, che accetta immediatamente- . Le motivazioni della scelta sono presto date: Arus è l'ultimo baluardo danese che divide il potente Sacro Romano Impero dalla Norvegia, in pratica fa da cuscinetto. Nonostante gli idilliaci rapporti con l'Impero, quest'ultimo rimane una belva famelica e Konge Inge Gille non si fida. Preferisce allenatare la pressione sui danesi permettendo a questi di impegnare tutte le loro forze contro l'Impero così da fermarne l'avanzata ed evitare sul nascere qualsiasi occasione per una guerra che la Norvegia non è ancora pronta a combattere.
A seguito della tregua, la Norvegia vive un periodo di pace e può prosperare in tutta tranquillità. In quegli anni muore il Papa ed è eletto un cardinale Norvegese che come primo atto ritira la scomunica e la Norvegia rientra a pieno diritto in seno alla Santa Madre Chiesa.
Nel 1183 l'erede al trono danese commissione l'assassinio del padre Konge Thorgilis tacciato di debolezza e perciò inadeguato a guidare un regno ormai impotente e per giunta ancora in guerra con l'Impero. Konge Inge Gille fa così avvelenare il Re danese non solo per ottenere la lauta ricompensa di 5000 bisanti offerti dal futuro Re, ma anche e soprattutto per migliorare i rapporti con un ex nemico che ora poteva ritornare utile. Nel Gennaio del 1183 Jarl Ingesborg viene proclamato Re di Danimarca e solo Konge Inge Gille e il suo fedele sicario, saranno a conoscenza di come Jarl è diventato Re.

La seconda Guerra Danese

Tra il 1184 e il 1190 Arus resiste più volte alle vaste offensive dell'Impero mentre la Norvegia prepara l'invasione delle desolate e sconosciute terre Lituane per espandere i suoi domini oltre il Baltico e monopolizzarne i mercati
Presto però il re norvegese dovrà rivedere i suoi piani e rinviare la spedizione in Lituania. Le spie norvegesi infiltarte ad Arus vengono a conoscenza del disegno di riconquistare Roskilde, la loro vecchia capitale. La Danimarca si stava preparando in gran segreto a ricominciare la guerra contro la Norvegia.
Konge Inge Gille, deluso quanto sorpreso dall'infamia del popolo danese cui aveva concesso una generosa tregua, decide che è giunta l'ora di liberarsi una volta per tutte dell'odiato nemico. Essendo egli ormai ultra cinquant'enne, affida gli eserciti al comando del "Diavolo del Nord" e del nipote appena vent'enne Henrik Eysteinsson il cui talento nel comandare gli eserciti è decantato in tutto il regno, addirittura la leggenda vuole che il bambino nacque dalla spada infuocata del Dio della Guerra.
Nel 1191 le navi danesi bloccano il porto di Arus. E' l'atto che ufficializza una situazione che nei mesi precedenti era andata via via peggiorando quando entrambe le fazioni avevano armato i confini con sempre più ingenti contigenti.
Intanto viene firmato nel 1192 un nuovo patto tra Impero e Norvegia in forza del quale entrambe si obbligano ad attaccare il castello di Arus. Nel 1193 l'esercito comandato da Sverre viene attaccato nei pressi di Roskilde da due armate danesi. Le armate danesi accerchiano i norvegesi, le cose per i Birkebeiners si mettono male, i soldati danesi già pregustano il sapore della vittoria e della morte del pericoloso nemico, ma Sverre riuscirà, grazie alla sua eccellente esperienza militare, ad evitare il peggio: con una pazzesca carica di cavalleria rompe l'accerchiamento nemico e offre una via di fuga ai suoi. La battaglia è perduta, Sverre è salvo, ma sono tantissimi i corpi dei suoi fedeli guerrieri diventati cibo per gli avvoltoi.
Sei mesi dopo, nell'inverno del 1193, Henrik Eysteinsson muove guerra alle tre armate danesi poste sul confine di Arus. Il giovane vuole vendicare la sconfitta di Sverre e dimostrare di essere un grande guerriero, un grande comandante. Egli è una furia, il primo a gettarsi nella mischia, l'ultimo ad uscirne. Infonde coraggio nei suoi soldati e li spinge a compiere gesti eroici. In soli 6 mesi sbaraglia l'intero esercito danese sconfingendo sia L'erede al trono sia il Re in persona. Entrambi si rifuggono nella fortezza di Arus a difesa del loro ultimo possedimento. Eysteinsson, alla guida del suo ridottissimo esercito, non vuole dare al nemico tempo di riorganizzarsi e muove su Arus.