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Medieval Total War Italia

Veien til Valhall

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    Arantal Elenna
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    00 07/11/2012 23:13
    La rotta del Nord

    Allora, prima di tutto alcune precisazioni.
    Questa che vorrei accingermi a raccontare è la campagna con i Norvegesi, difficoltà estrema-estrema, mirata alla conversione al paganesimo, nata nel contesto di quella che gli storici un giorno definiranno la Disfida di Crow, dove una decina di cavalieri virtuosi si affrontò sul campo in singolar tenzone per vedere chi fosse più valoroso e capace.
    Detto ciò, però, questa è in assoluto il mio primo tentativo con una impresa del genere, non so nemmeno se la finirò, né in quanto tempo, quindi vi pregherei di essere clementi, almeno un pochino, oppure di ignorarmi completamente.
    Infine sono un pessimo fotografo, nella vita reale, così come con Fraps, quindi la qualità delle immagini potrebbe risentirne, né ho la capacità di Frederick the Great di fare mappe, mappine, prospetti, schemi, schieramenti e circoncisioni multiple su un carro colmo di botti di vino (ah, il cinema di una volta...)
    Fatte queste premesse, se vi pare, potrei cominciare con il racconto.



    Ad accrescere le mie sventure, il giorno dell'Assunzione della santa madre di Dio e vergine Maria, giunsero, con male augurio per me, gli ambasciatori di Giovanni XIII signore apostolico e Papa universale con lettere con cui pregavano Niceforo Imperatore dei Greci di far parentela e salda amicizia con suo diletto figlio spirituale Ottone, Imperatore augusto dei Romani.

    "Ma il Papa, sciocco ed insulso, ignora forse che Costantino il grande trasferì qui lo scettro imperiale, tutto il Senato, tutto l'esercito romano e che a Roma lasciò soltanto vili schiavi, cioè pescatori, mercanti di ghiottonerie, uccellatori, bastardi, plebei e servi?"

    "Ma il Papa, dissi, famoso per la sua lealtà, pensò di scrivere questo a lode e non ad offesa dell'Imperatore. Sappiamo certamente che Costantino Imperatore romano venne qui con l'esercito romano e fondò questa città col suo nome; ma poiché Voi avete mutato lingua, costumi e vesti, il Santo Padre ha pensato che vi dispiacesse il nome di romani, come pure non vi piace la loro veste"
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    Arantal Elenna
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    Cavaliere
    00 07/11/2012 23:32
    Libro I, prologo:





    Bergen, 20 Settembre 1155.

    Il ticchettio nervoso della pioggia lo sorprese nella luce vermiglia di un piccolo cero mezzo mangiucchiato dalla fiamma, riscuotendolo dalla lettura di un vecchio codice poggiato sopra un disadorno leggio di legno. Sospirando alzò lo sguardo verso le finestre dei suoi appartamenti, rimanendo ad osservare l'oscurità in cui si annegavano le capriate del tetto che lo sovrastava, immobile.
    Era quasi una settimana che dal cielo non faceva che cadere pioggia, pioggia ed ancora pioggia, ma era una di quelle pioggerelline senza nerbo che sembrano trascinarsi stancamente fino a terra dove, forse, sperano di trovare una qualche forma di riposo. O di morte, ma probabilmente si tratta della stessa cosa.
    Provò di nuovo ad immergersi nella lettura ma quel ticchettio costante ed irregolare gli impediva di concentrarsi completamente. Ogni qual volta che, credendo di essersi abituato al ritmo di quel suono, arrischiava di tornare su quelle righe minute e diseguali che aveva di fronte, una goccia più grande, un ispessimento dell'aria, o forse soltanto un semplice colpo di vento infrangevano la monotonia in cui sperava di cullare la sua lettura, distraendolo e facendolo sobbalzare impercettibilmente.
    Era decisamente di cattivo umore: detestava non riuscire a concentrarsi e quel tempo uggioso sembrava avercela proprio con lui e con il suo studio.
    Dopo aver spento con mala grazia il cero sospirò di nuovo, rimanendo seduto al buio ad ascoltar fremere il sipario di pioggia che circondava la reggia, mentre con la mano destra si massaggiava la fronte e le tempie. Poi si alzò andando a sedersi sul bordo del letto, incurante del piccolo oggetto lì posato che puntualmente sul pavimento di legno producendo un leggero clangore metallico. In lontananza una campana scandiva un'ora ignota.
    Rimase così assorto per qualche tempo fino a quando dei passi lo avvisarono che qualcuno richiedeva la sua presenza. Si chinò, raccolse la corona caduta, la sua corona, e se la mise in testa con un gesto che, gli avevano detto, prima o poi gli sarebbe diventato naturale, ma che per ora lo faceva ancora sorridere, come le giullarate che di tanto in tanto si potevano vedere nella piazza grande di Bergen, falso e grottesco.
    Si chiamava Inge, aveva appena vent'anni ed era re, re di Norvegia, il confine settentrionale del Mondo.



    I passi si fermarono di fronte alla porta dei suoi appartamenti e per qualche istante la stanza buia sprofondò nuovamente nel silenzio. Inge conosceva a memoria ciò che dall'altra parte del battente stava accadendo: avrebbe avvicinato la mano alla maniglia per aprirla, poi avrebbe esitato mordendosi il labbro inferiore, poi, in un gesto che prima o poi gli sarebbe diventato naturale, ma che per ora lo faceva ancora sorridere, come le giullarate che di tanto in tanto si potevano vedere nella piazza grande di Bergen, artefatto e grottesco, avrebbe bussato e sarebbe entrato senza
    attendere una risposta.
    Si udì il bussare, poi la porta si aprì inondando la stanza di luce tremula e rossastra; era pronto ad accogliere suo fratello maggiore Eystein.



    Eystein entrò nella stanza sbattendo la porta alle sue spalle, incurante del buio che vi regnava o del non aver ricevuto né invito né risposta alcuna, con quel suo passo leggermente indolente che lo contraddistingueva, cercandolo con lo sguardo nell'oscurità
    “Maestà”
    Il tono era come al solito insolente, poteva figurarsi senza nemmeno troppo sforzo l'incresparsi beffardo delle labbra che accompagnava sempre quell'epiteto quando era lui a pronunciarlo. Lo sapeva bene, non gli aveva mai perdonato di essergli stato preferito come re nonostante lui fosse il maggiore tra i figli di loro padre, Harald IV, e non aveva mai fatto nulla per nasconderlo.
    Aveva più volte tentato di conquistarsi la fedeltà di suo fratello, ma ogni suo tentativo era stato frustrato dall'ostilità che Eystein provava per lui, un'ostilità spessa come una quercia e dura come l'acciaio. Per rabbonirlo lo aveva anche nominato suo Jarl, suo erede diretto, ma anche questa cosa non era stata apprezzata, tutt'altro: da un lato Eystein temeva, forse a ragione si trovò una volta a riflettere Inge, che non appena i suoi figli fossero stati sufficientemente grandi lui sarebbe stato esautorato nuovamente dalla successione e relegato ad essere un semplice cadetto, dall'altro l'idea di dover la sua posizione a suo fratello minore lo faceva sentire umiliato pubblicamente.
    Ma la sua ostilità era anche limpida ed onesta come il ghiaccio. Eysten non sarebbe mai stato ipocrita come i danesi, né lo avrebbe mai tradito, semplicemente lo disprezzava.
    Sospirò per la terza volta: “Dimmi Eystein”
    “Maestà” Ancora quel sorriso beffardo “Il Consiglio Vi sta aspettando.”



    Ad accrescere le mie sventure, il giorno dell'Assunzione della santa madre di Dio e vergine Maria, giunsero, con male augurio per me, gli ambasciatori di Giovanni XIII signore apostolico e Papa universale con lettere con cui pregavano Niceforo Imperatore dei Greci di far parentela e salda amicizia con suo diletto figlio spirituale Ottone, Imperatore augusto dei Romani.

    "Ma il Papa, sciocco ed insulso, ignora forse che Costantino il grande trasferì qui lo scettro imperiale, tutto il Senato, tutto l'esercito romano e che a Roma lasciò soltanto vili schiavi, cioè pescatori, mercanti di ghiottonerie, uccellatori, bastardi, plebei e servi?"

    "Ma il Papa, dissi, famoso per la sua lealtà, pensò di scrivere questo a lode e non ad offesa dell'Imperatore. Sappiamo certamente che Costantino Imperatore romano venne qui con l'esercito romano e fondò questa città col suo nome; ma poiché Voi avete mutato lingua, costumi e vesti, il Santo Padre ha pensato che vi dispiacesse il nome di romani, come pure non vi piace la loro veste"
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    frederick the great
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    Principe

    00 08/11/2012 13:01
    Non male come inizio, promette davvero bene [SM=x1140428] Continua così!
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    ~ Cerbero ~
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    Fante
    00 09/11/2012 00:25
    frederick the great, 08/11/2012 13:01:

    Non male come inizio, promette davvero bene [SM=x1140428] Continua così!


    Concordo. Attendo con interesse gli sviluppi! [SM=x1140502]




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    The Housekeeper
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    Principe

    00 09/11/2012 10:12
    [SM=x1140522]








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    Kotian-il-Degno
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    Contadino
    00 09/11/2012 14:51
    Daghe Arantal!