00 20/12/2012 22:01
Di Wikerus Welf: dalla polvere all’altare.
Le vite dei sovrani germanici sono sempre state molto complicate: persino Ottone il Grande aveva avuto dei problemi con i grandi vassalli del regno di Germania e i discendenti di certo non se l’erano passata bene.
imageshack.us/f/829/mortecapofazione.jpg/
La nomina del Welf come sovrano, con l’immediata incoronazione a Colonia, evitò di lasciare un eventuale vuoto istituzionale (meramente simbolico) come invece era successo al predecessore Corrado, impegnato con le guerre in Italia. Mai impero ereditato fu più forte di questo, specie per primo e più immediato colpo di teatro: il Matrimonio con una principessa Altavilla, del reame di Sicilia dell’erede designato. Il primo passo, compiuto, portò ad un secondo passo, la discesa in Italia per la cingere la corona imperiale, posta sulla fronte dall’ennesimo papa di origine tedesca. La discesa, specie nel punto delle alpi svizzere, è lunga e mentre la corona imperiale non è sulla fronte, alcuni dei vassalli più irrequieti iniziano ad alzare la testa: mai come questo momento il potere imperiale si trova a dover fare i conti con una situazione delicata: l’impero è forte, è il sovrano che deve riuscire ad essere altrettanto. Wikerus Welf, uomo cresciuto nelle Fiandre, nordico, ha deciso di scendere a sud e presentarsi comunque a Roma: le notizie provenienti da alcune delle terre della Germania non sono incoraggianti. L’Herzog von Zahringen, il figlio dell’Herzog di Schwaben, il Duca di Praga e figlio, il Conte di Ticino e il Pfalzgraf bei Rhein, infatti, sono sul piede della ribellione.
imageshack.us/f/94/guerracivile.jpg/
imageshack.us/f/822/offendelanobilt.jpg/
imageshack.us/f/820/conciliodeinobili.jpg/
imageshack.us/f/191/anno1198wikerusimperato.jpg/
L’incoronazione avvenuta nel 1198, a termine della doppia trattativa con il Califfato Abbasside e la Repubblica di Venezia. Importanti le trattative con la Serenissima, perché servirono per stabilizzare il fronte veneto: l’armata imperiale, ancora in forte deficit di truppe, doveva essere ricostruita per intero, in modo che potesse far bene la guardia alle terre d’Italia.
L’incoronazione a imperatore, non porta però i risultati sperati: gli uomini citati sopra non mostrano segni di fedeltà e il prestigio cala precipitosamente; la guerra civile incombe, ma fortunatamente gli abitanti dell’impero, i sudditi, fanno in modo che i 6 uomini vengano cacciati dai loro palazzi, con solo la scorta e vengano spediti nelle campagne germaniche, spargendosi per la “Germania Magna”, quella terra cioè che corrisponde alle originali terre di Federico I Barbarossa. E le campagne della Germania diventano le terre dei sei traditori che al quinto anno di regno, il terzo da imperatore, si ribellano alla sovranità di Wikerus, che ritornato in patria con un piccolo seguito di truppe, gira per due anni l’impero in lungo e in largo per sconfiggerli e ucciderli tutti, grazie ad un reparto di milites mercenari assoldati come guardia del corpo. L’ultimo a morire, nel 1203 è il Conte di Ticino, che pone fine alla guerra. La situazione porta nell’imperatore profondo sconforto verso quei nobili che, tramite il matrimonio entrano a fare parte della cerchia dei pari che si può riunire a Ragensburg ogni cinque anni per delineare le strategie imperiali, portandolo a decidere di nominare, prima per le regioni al confine, poi per alcuni dei territori italiani, dei generali che non sono legati da vincoli con la corona e che possono avere dei cavilli per poter ambire alla corona: dei generali non legati all’imperatore da vincoli di sangue, si possono eliminare senza problemi e soprattutto, senza rimorsi.
Ma mentre il potere della corona si rafforza, con un nuovo giuramento dei pari del regno rimasti fedeli a Wikerus, il gran Maestro dei Portaspada, con le truppe raccolte dalla fortezza di Arus, sbarca in Finlandia, assediando il castello di Abo: si aprì una guerra contro la repubblica di Novgorod, sfruttando la debolezza di questi, in conflitto con i Rus di Kiev, che stavano avanzando verso occidente con forza, riducendo sempre di più i territori della repubblica baltica.
imageshack.us/f/821/guerrainutile.jpg/
Ma l’imperatore, come per tradizione, vuol seguire l’esempio dei suoi due illustri predecessori, scendendo in campo personalmente. Non in nord Europa, ma in Italia: l’alleato di ormai mezzo secolo, il regno di Francia, era entrato in guerra con la repubblica di Pisa e l’imperatore armò un esercito imperiale, con truppe quasi totalmente reclutate in Germania per scendere in quella che chiamavano la “Prefettura Italiae” e raccolte truppe da Ragensburg, Salisburgo e Verona, all’alba del 1208 il Kaiser era in piena pianura Padana, pronto ad andare in Liguria, mentre il suo Luogotenente, Corrado di Wittelsbach, alla guida di un armata composta principalmente da truppe italiane, marciava in maremma alla volta di Pisa.
imageshack.us/f/534/battagliadipisacazzotti.jpg/
Gli attacchi, contemporanei, avvennero nel 1210: Corrado, in campo aperto, distrusse con lo sfondamento della prima linea e una manovra aggirante la difesa pisana, mentre Wikerus assaltò una Genova scarsamente difesa, non riportando praticamente caduti.





Le due città furono prese proprio mentre Asti, in mano ai francesi, cadeva in mano nemica. La situazione creatasi fece congiungere, prima diplomaticamente, poi con la forza delle armi, le strategie contro i pisani: i Francesi tenevano impegnate le armate sulle alpi, mentre l’imperatore, con i rinforzi provenienti da Nord, quelli comandanti dal gran maestro dei Portaspada, assaltò Asti, conquistandola e nell’estate del 1215, dopo una battaglia fuori dalle mura e il successivo assedio. Era il completamento di progetti iniziati con Federico I Barbarossa a Roncaglia nel 1153: sei mesi dopo, a Milano, Kaiser Wikerus Welf, fu incoronato Rex Italiae, ricostituendo, di fatto, il Regno d’Italia.





Ho parlato, prima, dei rinforzi del GranMaestro: questi, abbandonata Abo e trattò con i Norvegesi la cessione dei territori finlandesi in cambio di un tributo annuo, per cinque anni, di 1000 bisanti. Le truppe però, invece di riportarle al castello, seguirono il loro comandante che su ordine dell’imperatore, scese in Italia per consentire di tenere impegnate parte delle forze nemiche: arrivato nel 1214 a nord di Milano, alcune truppe norrene andarono a rinforzare il contingente imperiale, che si occupò di conquistare la città di Asti per conto dell’imperatore.
imageshack.us/f/843/interessanteiselgiuchid.jpg/
Seguì la tregua con la repubblica Pisana (che di pisano ormai aveva solo il nome, occupando Corsica, Sardegna e le coste tunisine), mentre l’imperatore, rinsaldò i legami con il regno di Sicilia, che a causa della guerra contro Pisa aveva deciso di annullare l’alleanza. Ritornato in patria però, Wikerus ha ancora sete di battaglie e la guerra lo chiama da lontano: con l’impero in pace, Venezia uscita ridimensionata dall’alleanza imperiale con il Regno di Sicilia e l’autorità imperiale che tramite il cugino e braccio destro Markus Welf ancora più rafforzata, l’imperatore decide di partecipare alla crociata. Non una crociata qualunque: liberare Costantinopoli, caduta in mano Selgiuchide. Dopo aver raccolto le truppe dei sacri Ordini di Lazzaro e Teutonico, alla guida di un numeroso esercito, l’imperatore si mise in marcia, arrivando in Dalmazia, da dove con una flotta partita da Ravenna, s’imbarcò, con destinazione Epiro. Una volta sbarcato, dopo aver passato le terre albanesi e cacciato un avanguardia ungherese aiutando il proprio alleato, arrivò sulle coste della Macedonia, dove la flotta attendeva di nuovo per imbarcarlo: mercenari del luogo si unirono alla sua armata per rimpiazzare i disertori e una volta sulla nave, nel 1224 (dopo 5 anni dalla sua partenza), l’imperatore assediò e conquistò la città simbolo dell’impero Bizantino, restituendola, senza chiedere nulla in cambio, ai propri alleati Romei. Reimbarcatosi, la nave crociata, riuscì ad eludere le sorveglianze nemiche. Ma alle porte dell’adriatico, la flotta fu intercettata e affondata davanti alle acque di Bari.
La morte di Wikerus però non alterò, gli equilibri: la notizia non era ancora arrivata e Markus, cugino leale, continuò l’opera facendo le veci del re di Germania, senza tralasciare comunque l’Italia, in qualità di erede e reggente formale del potere. La notizia della morte di Wikerus arrivò nel 1227, un anno quindi: Markus, sul letto di morte, nominò il figlio Hermann suo successore al trono. Il potere rimaneva in mano della famiglia Welf. Ma ora, bisognava vedere cosa sarebbe accaduto.

Bilanci:
Un impero cosi forte non si era mai visto. Diplomaticamente, la forza imperiale è tale da poter muovere intere nazioni, come la cessione delle terre finlandesi ai Norvegesi e l’ingresso di questi in guerra contro Novgorod, l’alleanza del regno di Francia che, ancora una volta, ha concesso la possibilità al sottoscritto di allargarsi in Italia e poterla unificare nel regno, oltre al fatto che, con l’espansione francese, arrivata sino in piena Castiglia, per poi esaurirsi contro gli Almohadi, mi ha concesso di rompere alleanze ormai “inutili”, vedi con i Pisani e il regno d’Aragona, oltre a garantirmi la protezione del lato occidentale dell’impero. Senza dubbio, un'altra cosa che può far sorridere è l’aumento della ricchezza, che dopo la crociata viaggia su un forziere di 75/85.000 bisanti, oscillando sempre tra questi valori ogni cambio di turno: con un occhio al bilancio, il progresso edilizio continua costante, con una netta divisione tra risorse economiche per la città e investimenti militari per i castelli. Dal punto di vista territoriale, per il momento l’impero ha perseguito il suo principale obbiettivo, cioè riprendere il controllo dell’alta Italia: mancano Venezia e l’Istria all’appello, ma ora come ora vorrei fermarmi un attimo: il progetto futuro prevede infatti un ampliamento verso sud e basta, ma prima di pensare di unificare l’Italia, stavo pensando di tentare l’avventura isolana, conquistando Corsica e Sardegna. Alla morte di Markus, che è rimasto un anno sul trono, la situazione era questa:
Alleanza con R. di Francia, R. di Norvegia e Impero Romeo con rapporti (9/10)
Il collegio cardinalizio presenta 12 cardinali tedeschi
Il consiglio presenta 9 membri a favore.
Ora vedrò bene col nuovo imperatore... spero soltanto di riuscire a portare avanti l’idea che ho in mente. Alla prossima.

imageshack.us/f/708/arrivanoimongoli.jpg/
imageshack.us/f/855/lostupormundiinsicilia.jpg/
imageshack.us/f/441/peaceu.jpg/
imageshack.us/f/255/assediodiasti.jpg/
[Modificato da BasilioIIBulgarotocne 20/12/2012 22:04]