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Di Hermann Welf: LA FINE DEL GIOCO (1227 – 1263) partita persa =(
Quando re Markus lasciò questo mondo, il giovane Hermann era poco più che diciannovenne.
Nato e cresciuto a Colonia, che era sempre appartenuta alla dinastia Welf, Hermann si ritrovò con in testa la corona reale giovanissimo.
Una lunga vita davanti a sé.
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Egli era l’uomo giusto e celibe, ora diventava anche il miglior partito d’Europa: detentore del titolo di Re di Germania, d’Italia e (nominalmente) di Boemia, erede dei regnanti Danesi... nessun sovrano cristiano poteva vantare di governare una struttura statale tanto solida e potente. Quando il giovane prese il potere, sapeva che davanti aveva più di quarant’anni di regno, se sarebbe sopravvissuto alle battaglie che aveva in mente. Il suo, sarebbe stato il regno più lungo quindi. Ma prima di fare questi progetti, c’era una corona da indossare: quella del Re di Germania. L’incoronazione, avvenuta a Colonia, formalizzò quello che era già in atto, cioè l’inizio di un nuovo regno. Il giovane doveva però completare tutta la procedura “simbolica”: scese in Italia e a Milano, dal cardinale, ottenne la corona ferrea di Re d’Italia. Autorità più sufficiente di questa non c’era: ma tanto per ribadire chi comanda, Hermann, fresco marito della principessa d’Aragona, si presenta a Roma e ottiene, dal papa, la corona d’imperatore. Il processo d’investitura è completato: prima la corona di Germania, per rivendicare il ruolo di guida del popolo tedesco; poi la corona ferrea d’Italia, per perpetrare l’eredità che da generazioni risale ai tempi di Carlo Magno. E infine, il titolo imperiale, che gli conferisce un aura di superiorità, elevandolo ben oltre il semplice rango di sovrano temporale: egli infatti, si pone in contrapposizione con l’imperatore (basileus) bizantino, dell’impero romano d’oriente. Non rivendica l’eredità romana. Sa bene, il kaiser, che di romano nel suo impero non esiste niente, se non le basi del diritto. La cultura, la storia, le tradizioni, sono una mescolanza tra quelle nordiche e barbare dei franchi, dei longobardi, degli ostrogoti e in parte, dei latini. Quello che però vuol far valere, è il carattere non tanto sacrale, ma l’aura di potenza e superiorità rispetto a tutti gli altri sovrani in circolazione: la sua forza, non è data dalla superiorità morale (a quello pensa il Pontefice), ma dalla sua superiorità militare, territoriale, dalla sua grande forza che unisce, sotto una sola persona, alcuni dei più importanti regni del continente. La sua autorità poi, basta a muovere le nazioni.
“Fino a che gli stati si faranno guerra perché un kaiser lo vorrà, allora esisterà un impero e un imperatore”, è questa la politica e il pensiero di Hermann, che dopo tre generazioni di sovrani, ha il compito di guidare uno stato ricostruito su basi solidissime e che ora può guardare ad una politica di più ampio respiro. Fin quando l’autorità dell’imperatore (e quindi dello stato che guida) sarà superiore a quella di qualsiasi altro stato continentale (anche quella del regno di Francia, fedele e potentissimo alleato dell’impero), allora nulla sarà precluso. E nessuna rivendicazione di superiorità sarà campata per aria, se supportata da valide argomentazioni.
Il regno di Hermann, dopo l’incoronazione, inizia con la grande campagna militare organizzata contro il vicino Regno di Polonia: Omoloc e Stettino sono gli obbiettivi e la campagna, con due distinte armate, si conclude con due conquiste e l’ampliamento delle regioni a est, con l’unificazione della Boemia e lo spostamento oltre l’Elba, della dominazione tedesca. imageshack.us/f/833/kingdoms201212221505363.jpg/



Il trattato di pace, porterebbe alla cessazione delle guerre, ma Hermann, giovane e volenteroso, si lancia nell’avventura della crociata, spendendo 30.000 bisanti per far indire la crociata (1230). L’imperatore partecipa attivamente e, dopo un lungo viaggio, giunse sulle spiagge della terra Santa con un forte esercito: diviso in due tronconi l’armata e arruolati altri mercenari, pone con un pezzo l’assedio al castello di Acri, mentre con un'altra armata, conquista e saccheggia la città di Gerusalemme, dopo aver sconfitto sul campo la guarnigione che era uscito ad affrontarlo. Sempre nello stesso anno (1234), anche il castello di Acri cade in mano imperiale. L’impero ha riconquistato alla cristianità la terra Santa.



Il capolavoro arriva due anni dopo: gli Aragonesi decidono di donare all’imperatore di Germania le terre dell’Aragona (1236).



L’impero è giunto alla massima espansione. Ma proprio l’apice raggiunto, porta i primi problemi: le casse dello stato iniziano a perdere fondi, le truppe sono troppe e le linee di comunicazione iniziano a diventare scomode, lunghe e impervie. Per amministrare quest’enorme impero, il giovane imperatore deve fare delle rinunce: l’attività edilizia è quasi del tutto ferma, Roskilde viene ceduta ai Norvegesi. E i guai non vengono mai da soli: la guerra contro la Serenissima, seppur breve, contribuisce ad aggravare una situazione di precario equilibrio finanziario e militare. Fortunatamente, il ritorno dell’imperatore in Italia, consente la cessazione delle ostilità, ma i problemi rimangono. Eppure la spinta espansionistica non si arresta: in Spagna, da Barcellona parte la riconquista di Tortosa, guidata da Berenguer; il De Mirabel invece, da Maiorca, tramite trattive con gli assediati, riesce ad ottenere la città di Valencia(1241/1245).



In terra Santa, Welf del Tirolo e Arnold Elmolt attaccano rispettivamente il Castello di Kerak e la città di Alessandria (1246). La città egizia viene saccheggiata e distrutta, ma le trattative di pace con gli Al-Misr, portano subito alla tregua e la città egiziana viene restituita.


In Spagna, dopo la presa e la distruzione di Granada da parte di De Mirabel, un nuovo fronte si apre: i Cumani compaiono sotto le mura di Omoloc (1249). Respinta l’invasione, l’impero passa all’offensiva, con la marcia di Jobst II su Krakow, che viene assediata e conquistata (1250). imageshack.us/photo/my-images/838/kingdoms201301051705...
Proprio mentre un armata cumana si rifà sotto, le trattative portano ad una tregua e al salvataggio di una città scarsamente difesa.
In Terra santa, la Situazione è instabile: morto Welf il Cavalleresco, Arnold prende la reggenza di Gerusalemme e nel giro di poco tempo da il via ad una guerra corsara sulla costa libanese, rompendo l’alleanza sancita con gli Atabeg; Tripoli (1251) e Antiochia (1252) vengono conquistate e saccheggiate, ma tenere quei territori è impossibile.



Le finanze imperiali stanno scendendo inesorabili. Hermann, è costretto a fare i conti: l’equilibrio precario si sta rompendo e bisogna intervenire. E la decisione e senza precedenti.
Nel giro di 3 anni, le terre in oriente, ad eccezione di Gerusalemme e le terre di Spagna, esclusa Palma di Maiorca, vengono ceduta a Francesi e Atabeg: Kerak, Tripoli e Antiochia; Barcellona, Tortosa, Valencia.
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Hermann perde tutto quello che aveva acquisito con la forza e con la diplomazia. Le casse respirano, ma la crisi non cessa. La Jihad incombe, cosi come i Veneziani si rifanno sotto, approfittando del momento. Il Kaiser respinge la repubblica Veneta e in una grande battaglia, pone fine alla vita della famiglia del doge e ai domini della Serenissima. La doccia fredda è il tradimento degli Atabeg: circondato, il nuovo visconte di Gerusalemme, Nikolas Hummel, deve cedere la città (1258).


Il resto è solo pace, ma ormai la situazione non si può cambiare: gli Atabeg vincono la partita, sottomettendo Selgiuchidi e Al-misr come vassalli e conquistando tutto il medi oriente.
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Ho provato a rimandare l’inevitabile, attaccando gli Egiziani con la crociata in terra Santa. La crisi è iniziata guarda caso da li, ma forse la situazione di declino è iniziata a monte: Wikerus Welf, aveva ottenuto una crociata su Costantinopoli. Non avevo ricordato che i 30000 bisanti venissero sborsati per ottenere ciò e infatti, non me ne ero accorto. E infatti, da li credo, sono iniziati i problemi. Questo è quanto. 4 imperatori e una graduale espansione, ottenuta più con la diplomazia che con le armi. La campagna Storica non è andata a buon fine, ma spero di aver tratto comunque degli insegnamenti da questa partita. Ora inizierò con un'altra fazione. Grazie per avermi seguito.

ps - aggiungerò le immagini più avanti. mi sono preso male per aver perso [SM=g27969]
[Modificato da BasilioIIBulgarotocne 10/01/2013 09:46]