00 18/12/2012 18:40

Capitolo 2: Sorge un Sole rosso


Con la sottomissione dell'Armenia il regno di Muhammad iniziò un periodo di sviluppo economico e durante questo periodo non è mancato l'utilizzo degli assassini.

Secondo la Setta, il Califfo di Baghdad stava diventando troppo potente e ciò preoccupò molto anche l'Imam che ordinò al Gran Maestro dei Sicari l'eliminazione.

Testo nascosto - clicca qui

Mentre il Califfo stava ritornando a casa, Ahmed si posizionò sopra al cavalcavia pronto a spingere la pietra giù per ucciderlo, ma il destino volle che in quel momento le guardie passarono dal ponte ed ormai scoperto l'unica possibilità per il Gran Maestro era la fuga.

Alla fine Ahmed riuscì a seminare gli inseguitori ma il Califfo era certo che qualcuno lo voleva morto ma non sapeva chi.

Testo nascosto - clicca qui

Dopo un anno dal tentativo, il Califfo di Baghdad morì

Testo nascosto - clicca qui

ed i progetti dell'Imam cambiarono e la sua attenzione si spostò contro i Selgiuchidi, il primo a morire fu il mercante che si trovava a commerciare animali esotici. La morte fu rapida e silenziosa, dopo i tentativi andati a vuoto contro il Califfo, Ahmed potè ritrovare se stesso eliminando il mercante Selgiuchide.

Testo nascosto - clicca qui

L'assassino rimase dentro una botte per ben 4 ore prima di intravedere la vittima attraverso la fessura, con una grazia di un serpente tirò fuori la testa e con una cerbottana scagliò un piccolissimo dardo avvelenato che colpì la schiena della vittima che passò gli ultimi istanti della vita nel lamento più atroce.

Testo nascosto - clicca qui

L'anno seguente toccò ad un generale selgiuchide, Zulkarneyn Danishmend, misteriosamente la propria abitazione prese fuoco con lui all'interno e subito dopo toccò anche al fratello Nasreddin Muhammed Danishmend, la sua curiosità fu la sua stessa rovina, fu trovato morto il giorno seguente con un serpente nel suo letto.

Testo nascosto - clicca qui

La conta delle morti è soltanto all'inizio per il Sultanato di Iconio, qualche giorno dopo toccò anche all'Imam sunnita Gialal al-Din Rumi, ma a farlo fuori non fu il Gran Maestro, ma il suo discepolo al-Fa'iz Yahiya che lo fece fuori mentre era in ritiro spirituale all'interno di una moschea.

Testo nascosto - clicca qui

Mentre nell'Anatolia la paura circolava fra gli abitanti, nell'inverno del 1162 giungono notizie che a Roma il Vicario di Cristo ordinò una nuova Crociata, così definita dai Franchi, contro la città siriana di Urfa ed in quello stesso periodo giunse un altro obbiettivo da parte della setta, Sancar Kultamish, governatore di Amasya.

Testo nascosto - clicca qui

L'obbiettivo perì la primavera dell'anno seguente ma la morte prima raggiunse Suleyman Tzelepes,

Testo nascosto - clicca qui

che si trovava durante la strada del Gran Maestro.

Suleyman perì con un coltello sulla schiena, le guardie dedussero che il coltello fu scagliato dalle vicinanze della vittima ma ancora nessun volto e nessun nome scaturirono dalle indagini mentre Sancar morì schiacciato da un masso gettato dal cavalcavia e come sempre le indagini si interruppero.

L'ultimo bersaglio del Gran Maestro fu un certo Haluk al Alfi, egli sfruttò la morte improvvisa di alcuni dei nobili Selgiuchidi uccisi per scalare la graduatoria, anch'esso fu riportato nel registro nero del Gran Maestro ed in breve tempo anch'egli fu trovato morto la mattina seguente nel proprio ufficio.

Testo nascosto - clicca qui

Per depistare le indagini l'allievo del Gran Maestro stordì alle spalle il braccio destro del generale e lo impiccò lasciando sulla scrivania un messaggio in cui era scritto che aveva ucciso il Generale e che si era suicidato a causa dei sensi di colpa.

Testo nascosto - clicca qui

La penisola era in lutto, il Sultano era preoccupato, era conscio che la Setta si era mossa contro di lui, ma non aveva nulla con cui dimostrare la loro colpevolezza.

Un nuovo anno è iniziato e per la Setta iniziò bene, un altro generale Selgiuchide è stato ucciso.

Kasim Denktash, figlio di un cacciatore, fu designato dal Sultano come indagatore per le morti avvenute finora, neanché ebbe inizio il suo compito che fu trovato morto nel suo ufficio, accoltellato alle spalle.

Testo nascosto - clicca qui

Ma non poté esserci notizia peggiore se non la morte del Principe Wali l'-ahd Shahan Kutalmish, erede del Sultanato d'Iconio.

Come ogni sera stava ritornando a casa ed improvvisamente cadde dal cielo un masso, la morte fu rapida ma di certo non indolore.

Testo nascosto - clicca qui

Per quasi un anno la Setta smise di operare, ma l'opportunità la si ebbe con un nuovo generale, Aybak al Hasan. Un altro generale con radici non nobili, sapendo che presto o tardi sarebbe toccato a lui si rifugiò in un villaggio al confine con la Siria scortato da un'intera armata.

Questo non preoccupò il Gran Maestro dei Sicari ed il giorno seguente all'omicidio il cadavere di Aybak fu trovato schiacciato da un masso.

Testo nascosto - clicca qui

Il Sultano ormai era diventato paranoico, neanche ebbe il tempo di leggere il rapporto della morte di Aybak al Hasan che ricevette un altra missiva, al suo interno era riportata la morte di Qalawun al-Su'ud, il messaggero raccontò che fu colpito da un pugnale e che le guardie giunsero sul luogo in meno di un minuto ma non trovarono nessuno apparte il cadavere.

Testo nascosto - clicca qui

L'unica cosa certa al Sultano era che gli Assassini erano 2, ma ancora nessun volto, nessun testimone, nulla con cui collegare gli omicidi.

Con l'aumentare delle vittime aumentava anche il rischio di ogni uccisione per la Setta, ma ciò non li fermò e dopo quasi un anno dagli ultimi assalti, gli Assassini ritornarono all'opera.

Era inverno e Kilij Arslan I di Herat, era accampato nella sua tenda, non usciva quasi mai ed i pochi spostamenti non erano ne schematici, nemmeno ripetitivi ed era sempre scortato dalle sue guardie.

Giorno e notte la vittima era sempre pedinata da Fa'iz Yahiya, che con pazienza aspetta il momento migliore per colpire.

In una fredda notte l'obbiettivo si incamminò lungo una strada e come sempre scortato dalle sue guardie che durante il tragitto furono mandate a perlustrare l'area circostante. Fu allora che Fa'iz Yahiya colpì, le guardie ad un tratto sentirono delle urla provenire dalle parti del generale e si precipitarono a raggiungerlo. Appena lo raggiunsero, lo trovarono morto con un coltello infilzato dietro la schiena e dell'assassino nessuna traccia.

Testo nascosto - clicca qui

Per l'Imam Muhammad il compito degli assassini era quasi al termine, mancava solo l'ultimo bersaglio, Ali di Yarkand.

E' da quando seppe della morte di Kilij Arslan che non volle più uscire, pensava che anche nella sua imprevedibilità Kilij fu fatto fuori senza troppi problemi e fu così che decise di rimanere chiuso dentro casa.

Il Gran Maestro Ahmed attese per molti giorni che il bersaglio uscisse fuori per ucciderlo, ma ogni volta dovette rinunciare, per ucciderlo fu costretto a dare fuoco all'intera casa con un carro pieno di fieno che ostruiva la porta impedendo la via di fuga.

Testo nascosto - clicca qui

Il giorno dopo mentre accertava che le guardie chiudessero il caso notò vicino alla casa della vittima Sa'd al-Din Kopek.

Ahmed pensò che il Sultano lo abbia inviato per indagare su chi lo abbia ucciso e chi sia il mandante dell'uccisione.

Ahmed aveva sue scelte, informare della presenza di una spia Selgiuchide ed aspettare una possibile commissione ma ciò significherebbe perdere le tracce della spia oppure farlo fuori appena possibile e poì avvisare l'Imam e la Setta.

Alla fine il Gran Maestro optò per l'uccisione della spia, essendo un evento più unico che raro non poteva lasciarselo sfuggire.

Ahmed sfruttò subito la prima occasione che gli capitò, trovò il nascondiglio di Ali, con all'interno la vittima che dorme. Non ci pensò due volte prima di dare fuoco l'abitazione.

Testo nascosto - clicca qui

Mentre l'incendio si espandeva e le guardie tentarono di spegnerlo, dietro alle colline che si trovavano all'orizzonte sorse un Sole rosso, Ahmed notò l'intensità di quell'alba, un rosso vivo quasi sangue, come se Allah, testimone dei vari omicidi, abbia macchiato il Sole con il sangue di quei miscredenti per presagire la fine dell'opera di purificazione avvenuta in quegli 8 anni