00 11/05/2013 14:29
Di Alessio III Comneno il Conquistatore (1233 – 1266)
Con Alessio III si chiude il lungo processo di restaurazione e rinascita dell’impero romeo. Un Alessio l’ha rifondato e un Alessio ha donato la massima forza ad un impero, che dopo Manzikert era sull’orlo del collasso. Il futuro, non possiamo sapere come sarà..

I primi anni (1233 – 1237)

Guerra greco - tedesca (1196 - in corso)


Alessio III diventa sovrano, restituendo il trono a Comneni. Il giovane sovrano, incoronato dal patriarca in Santa Sofia. E subito si pone all’opera: alla testa di un armata, il giovane comandante, dopo aver trascorso tempo a Costantinopoli, marcia verso nord. L’obiettivo è Orsova, sul lato settentrionale del Danubio. In mano all’impero tedesco, il castello, scarsamente difeso, viene assediato e assaltato dalle forze imperiali che fanno parte dell’armata d’occidente; la conquista del castello è il caposaldo di una difesa avanzata, che alleggerisce la pressione su Serdica, cuore della difesa in Bulgaria. imageshack.us/photo/my-images/838/kingdoms201304072211...
Da li in poi, tra tedeschi e romei, non s’incrociano le armi. La distanza e le difficoltà dei tedeschi in occidente, consigliano di non perdersi in altre azioni di guerra.

La II Campagna d’Italia (1239 – 1247)

L’Italia; è una terra che manca dai domini imperiali dal lontano 1071, quando i Normanni conquistarono Bari con Roberto il Guiscardo. In molti hanno tentato di riconquistare la terra italiana. Circa 20 anni prima di Alessio III, Andronico II Foca aveva tentato un attacco in Italia, ma la situazione ora è molto diversa. Ci vuole un approccio differente: sfruttando l’alleanza con le repubbliche italiane di Pisa e Venezia, Romano Podromo, duce di Durazzo, sbarca con un’esigua armata sulla sguarnita Bari, piombando sulla città e conquistandola d’impeto. Il solo Federico di Svevia, senza un armata a disposizione, con il suo solo seguito, non riesce a difendere la città; Bari è presa e la Puglia è riconquistata.



Ne segue una tregua di qualche anno, in cui l’imperatore mette insieme un armata e sbarca in Italia, pronto ad attaccare. Con l’armata della regione e tramite anche il gioco d’alleanze, nell’inverno 1245 scatta l’attacco generale: i Pisani tenendo impegnati i Siciliani a Nord, sulla dorsale tirrenica, cosi come i Veneziani su quella adriatica, attirano gran parte delle forze continentali dei Siciliani.
L’imperatore e Romano Podromo con due attacchi coordinati attaccano rispettivamente Cosenza e Napoli, mentre una flotta blocca lo stretto di Messina, impendendo alle armate in Sicilia di soccorrere gli insediamenti sul continente. Dopo un anno, cadono i due centri e unite le forze, l’ultimo ostacolo sul continente e Chieri, che viene conquistata nel 1247. Con il continente in mano romea, l’imperatore volge l’attacco all’ultimo baluardo: Siracusa. Raccolte le forze, anche mercenarie, il sovrano sbarca in Sicilia, mentre un emissario va verso Palermo. Appena Siracusa viene assediata i Siciliani accettano le condizioni di pace: ad eccezione di Bari, Cosenza, Napoli e Chieri vengono restituiti al regno di Napoli e Sicilia, in cambio del vassallaggio. La guerra è conclusa. E Alessio III torna a Durazzo da conquistare: i nobili dell’impero e i suoi avversari più prossimi sono avvisati: il Comneno ha dato inizio al suo regno con la conquista e non intende fermarsi.

La terza guerra greco – siriana (1244 – 1254)

La convivenza greco – siriana è ormai precaria. La tensione tra le due potenze è sempre palpabile e gli sforzi bellici, per la maggior parte, sono impiegati proprio sul fronte orientale. L’alleanza tra georgiani e siriani è l’unica cosa che, al momento, rende il fronte pacifico. Ma anche questo, ora non basta più. È l’estate del 1244 quando i Siriani rompono la tregua e assediano Antiochia. Costantino Paleologo, appena esordiente, con l’armata di stanza ad Adana, costruita per difendere le retrovie, libera la città dall’assedio. Ma la reazione romea non si ferma qua: Alessio Argiro attacca la Santa, Gerusalemme, conquistandola e saccheggiandola. L’assedio e la conquista della città, bastano: la pace, con la restituzione di Gerusalemme, è di nuovo sovrana.



Ma l’imperatore, nonostante la lontananza, è stufo di questo tira e molla. Ora è tempo di chiudere questa storia. Una volta per tutte possibilmente. Passano tre anni, quando Romano di Tessalonica, da Aleppo, attacca e conquista Edessa. L’attacco alla regione mesopotamica è supportato, a sud, dall’assedio e riconquista della città Santa da parte di Alessio Argiro. La nuova tregua, sancita a Damasco, prevede la restituzione di Gerusalemme. Un nuovo passo in avanti: eppure, il potere dei siriani è ancora integro. Mentre dall’occidente, giunge notizia che il regno di Sicilia si è piegato all’imperatore, viene ordinata una nuova e più poderosa offensiva. Nel 1250, con un attacco combinato nel sud della costa mediorientale, avviene la nuova offensiva: Stefano Argiro attacca Gerusalemme, Alessio Argiro attacca Kerak e Angelo Paleologo arriva ad Ar Rakkah. L’attacco generale, contemporaneo, toglie i due importanti castelli ai Siriani, mentre Gerusalemme, viene restituita immediatamente, firmando l’ennesima tregua tra i due imperi. Ora, le terre siriane sono divise.



imageshack.us/photo/my-images/341/kingdoms201304160942...







E la maggior parte delle truppe è concentrata a nord, verso la Georgia, che è entrata in guerra contro i Siriani. L’imperatore, intanto, è giunto finalmente in Oriente e radunato l’ennesimo esercito, varca il confine orientale della Cappadocia: è 1251, quando l’armata comandata dal basileus, assedia e conquista Melitene. Ma anche a sud, l’attacco è ancora più potente: in Siria, Giorgio Chalchita, da Emesa, riesce ad attaccare la città di Damasco, scarsamente difesa. Rimane solo Gerusalemme, che per l’ennesima volta, subisce un assedio: conquistata la città santa, viene presa da Stefano Argiro e poi, prontamente restituita ai siriani. Ancora una volta, tregua: fasulla, si sa, ma quel che basta per preparare quella che a tutti gli effetti, l’offensiva finale. È 1252 quando infatti, parte l’attacco generale: Giorgio Chalchita attacca ancora Damasco, questa volta assediandola senza mollare la presa, mentre Alessio III assedia e conquista il castello di Mardin. Intanto, Damasco viene conquista da Giorgio Chalchita, che molla l’assedio e attacca un armata di soccorso nei pressi della città siriana, riuscendo a conquistare l’insediamento e a cancellare la presenza siriana dall’area mediorientale, eccetto Gerusalemme, discretamente difesa (1253).



La presa sui siriani non viene mollata: L’armata imperiale guidata da Alessio III è condotta oltre Mosul, nuova capitale, verso il bersaglio grosso: Bagdhad. L’assedio della grande città da parte di Alessio III dura sei mesi. L’assalto effettuato viene condotto con ferocia e la città è presa. Alessio Argiro,da Acri, attacca con tutta l’armata del settore, Gerusalemme, conquistandola. Da Kerak, una piccola armata, trasporta sul mar rosso, viene fatta sbarcare vicina a Medina. La città santa degli arabi, sacra per aver ospitato il Profeta durante l’Egira, viene conquistata e saccheggiata brutalmente. Questa volta però non c’è nessuna restituzione. Il capo siriano è infatti morto e nessuno può prenderne il posto. La guerra è finita. E Alessio III è incoronato conquistatore della città dei Califfi.




Guerra greco – abbasside (1255)

Sulla scia della vittoria contro i Siriani, Alessio III varca le terre del Califfo. La guerra che ne segue è breve: una stagione bellica brevissima, che porta alla conquista di un insediamento e alla cancellazione della forza militare abbasside. Ora, può disporre del nemico, ma Alessio III sa che l’impero, se troppo grande, diventa indifendibile, se controllato direttamente. In un colloquio privato con il Califfo, il Basileus pone delle condizioni: il Califfo viene sottoposto all’autorità imperiale, in cambio, governerà le vecchie terre siriane conquistate dai romei. I territori di Damasco, Emesa, Kerak, Ar Rakker, Mardin, Medina, Bagdhag sono cedute immediatamente in cambio del vassallaggio. Le forze militari orientali da parte dei romei sono smantellate. Rimane solo il nodo di Gerusalemme. Alessio III, conscio della possibilità di una Jihad contro la città Santa, a malincuore, deve concedere anche questa al Califfo. La guerra, breve, si conclude con un nuovo regno sottoposto all’autorità del Basileus. Alessio III è ormai un conquistatore. Il suo impero ha acquisito pochi territori, direttamente, ma la sua autorità e la sua ombra, è aumentata enormemente. Viene lasciato, come unico presidio, una grande armata ad Acri, per proteggere la punta più meridionale dell’impero da eventuali attacchi provenienti da sud. Provenienti dall’Egitto.

Seconda guerra greco – egiziana (1251 – 1264)

La guerra con la Siria infuriava. Quando Kerak fu conquistata da Alessio Argiro, gli egiziani, si sentirono minacciati. Una armata proveniente dal delta del Nilo, marciò attraverso il deserto e comparve nella regione di Kerak. Alessio Argiro, senza perdersi d’animo, approntò le difese. L’assedio è respinto. Ma si apre una fase di conflitto piatta al momento. Nessuno aggredisce l’altro. Ma la tensione rimane palpabile, però il compromesso è possibile: l'emissario spedito dall'Imperatore, trova il modo di accordarsi con il Fatimide. 6000 bisanti sonanti, una tregua e il ristabilimento dei diritti commerciali. Una pace comprata, non imposta. Ma si è ottenuto quello che si vuole: la chiusura di un fronte che ormai è quasi marginale.

Prima guerra greco – polacca (1253 – 1264)

Orsova, è stata conquistata per fare da parafulmine contro eventuali azioni che avrebbero interessato il sud del Danubio. I Polacchi, prima alleati, nel 1253 si presentano con un discreto esercito davanti alle mura di Orsova. L’assedio (e la guerra che ne segue) va a fiammate. L’armata polacca riesce a conquistare il castello dopo tre anni di assedio, ma a caro prezzo. Andrea Contostefano, Gran Domestikos d’occidente, varca il grande fiume nel 1258, battendo un armata fuori dalle mura di Orsova e riconquistando l’insediamento, radendo al suolo qualsiasi cosa presente, per poi abbandonare il castello. Due anni più tardi, passando oltre Orsova, un armata polacca varca il Danubio.

Ancora una volta, il Gran Domestikos interviene e sconfigge l’armata polacca che, incautamente, ha tentato l’invasione. Nel 1264, a seguito del tracollo dell’Ungheria, viene proposta una pace tra Polacchi e Romei, con la cessione di Orsova ai primi, come pegno. La tregua viene sancita, ma un nuovo nemico, in quell’anno, mostra la sua vera natura.

Guerra greco – ungherese (1259 – 1264)

La guerra in oriente è finita. E Alessio III, non si sente ancora appagato. La guerra l’ha forgiato. La guerra ora l’ha reso un guerriero. La nuova guerra condotta dal basileus, ormai cinquantenne, è provocata dai vicini Ungheresi. Nel 1260, alla testa di un nuovo esercito, l’imperatore varca il Danubio e in Valacchia, si avventa contro la città di Arges. Viene concessa la possibilità di un uscita senza combattere alla guarnigione. Il comandante accetta, ma Alessio III non si lascia sfuggire l’occasione e piomba sull’esercito uscito dalle mura cittadine, distruggendolo.





La guerra continua, ma senza ulteriori spargimenti di sangue: infatti, il territorio ungherese viene scosso dall’estinzione della casa regnante (1264) che fa piombare le terre ungheresi nel caos dell’assenza di un potere centrale.

Guerra greco – veneziana (1264 – in corso)

La guerra tra impero romeo e Ungheria, aveva posto la Repubblica di Venezia nell’atroce dubbio di dover scegliere il suo alleato. La scelta andò sui Romei. Ma con l’estinzione della casata ungherese, la repubblica veneta vede che ogni accordo non ha ancora più valore. Le tensioni erano già presenti: il vassallaggio del regno di Sicilia, infatti, aveva messo fine alle ambizioni veneziane sulla marca di Ancona e sull’eventualità di riconquistare poi, l’Emilia con Bologna. Il tradimento però, può anche aprire strada ad un consolidamento delle posizioni imperiali nella penisola Balcanica: con gli ungheresi fuori gioco, ora solo i Veneziani sono l’ostacolo per questo progetto. E Alessio III accarezza il momento: le frontiere orientali sono sicure. L’ombra lunga della sua potenza arriva ai confini dell’Egitto e fino al cuore stesso della Mesopotamia. In Italia, la sua aura e la sua autorità, dalla Puglia, si irradia in Sicilia, ai confini del Lazio e fino alla sponda meridionale del fiume Po, sulla sponda adriatica della Penisola. E l’impero mostra la sua forza, tramite i luogotenenti. Alessio Pelorgio, con la sua armata di saraceni che è di guarnigione nella regione italiana sotto il dominio romeo, colpisce la città di Ragusa, scarsamente difesa dai veneziani. Con a seguito delle macchine d’assedio, la città viene presa. E si punta al bersaglio grosso: Ras, il castello che governa e controlla la Serbia. L'attacco è portato con l'esercito di stanza in Bulgaria: la battaglia che segue è una grande vittoria di Andrea Contestefano, che riesce a distruggere l'armata veneziana e a conquistare l'intera regione, sfruttando l'inattività sul fronte danubiano.



Alessio Pelorgio invece, continua a seminare terrore con i suoi saraceni sull'Adriatico: dopo Ragusa, anche Zara cade sotto il dominio Romeo e ora, l'Istria con la fortezza di Pola è a portata di mano. Ma l'imperatore, Alessio III Axouch il Conquistatore, non vedrà e non saprà come finirà la guerra. E' il 1266 quando muore nel suo letto. L'eredità morale, è quella di consolidare le posizioni acquisite negli ultimi anni: la Valacchia e la Serbia. In quanto lui, nella sua vita ha combattuto nel Banato, ha combattuto in Sicilia, ha combattuto in Mesopotamia e ha combattuto in Valacchia, oltre il Grande Fiume, sul Confine. Ovunque ci sia stata una guerra, lui c'era. Ora, al nuovo Basileus, il compito di raccogliere quella che è la pesante eredità di un uomo, che per 33 anni ha retto le sorti dell'impero. Un Comneno, Alessio I, ha dato il via alla ripresa dell'impero bizantino. Giovanni II Comneno ha portato avanti la politica paterna, conquistando e ristabilendo il dominio sulla parte meridionale dell'Anatolia. Manuele I e suo cugino Andronico I hanno sconfitto i turchi selgiuchidi, vendicando Manzikert e Romano IV Diogene, riconquistando l'intera penisola Anatolica. Giovanni III ha sconfitto i Cumani, rimettendo mano alla frontiera danubiana. E Alessio III Comneno il Conquistatore ha fatto ciò che i suoi predecessori, Andronico II Foca e Alessio II Arbanteno non son riusciti a fare: conquistare l'Italia ed eliminare i Siriani. Foca ha mantenuto fede al suo nome, rimettendo le armate romee in Cilicia e Siria. Alessio II ha solo preparato il terreno per quello che ha riportato la potenza imperiale ai livelli della dinastia macedone e del X secolo. Al nuovo Basileus, spetterà il compito pesante di mantenere l'impero forte e se possibile, chiudere i teatri di guerra che stanno ancora pesando sulle frontiere imperiali. Perchè ora, l'obiettivo principale è solo uno: pace.
[Modificato da BasilioIIBulgarotocne 08/06/2013 15:15]