00 02/05/2013 17:38
rischia di perdere tempo nel ricercare immagini che alla fine non verranno utilizzate (è definitivamente una certezza).
rimango dell'idea che bisogna emulare il resto del mondo ed effettuare studi come fanno tutti, ovvero con la raccolta dati come fase successiva ad un'iniziale organizzazione del lavoro. mescolare la definizione degli obiettivi e la valutazione dei risultati non fa altro che complicare innaturalmente le cose, portandoci ad una lettura quantomeno superficiale, se non errata, della situazione. le innovazioni nel metodo raramente portano a vantaggi, ed ho seri dubbi che un'innovazione di tale calibro possa effettivamente portare benefici (torno a ripetermi per l'ennesima volta)

sono ovviamente grato a k-1 per la disponibilità e l'aiuto datoci, ma consiglierei vivamente (stavolta lo faccio in pubblico) di utilizzare un po' di metodo nella ricerca. le immagini degli edifici sono un elemento secondario, prima di tutto è utile comprendere che tipo di insediamenti erano presenti nella zona della cultura x all'inizio, e come questi si sono evoluti durante la campagna. successivamente dovremmo passare ad una ricerca delle immagini dei vari insediamenti che abbiamo delineato con la ricerca cartacea, e solo alla fine arrivare ad uno stadio più avanzato, ovvero quello della ricerca immagini di specifici edifici. punterei quindi ad una progressione cultura-insediamenti-edifici

poi ovviamente fate come preferite, ma avanzare a casaccio la vedo solo un'inutile perdita di tempo per il buon k-1

PS: continuo a dare informazioni ribadite più volte, ma visto che il lavoro lo fai te e non gongo, mi pare necessario dire la cosa direttamente a te, e a chiunque voglia cimentarsi nell'impresa: iniziate con culture con scarsa varietà interna; quelle più elaborate (south european) vanno necessariamente ricercate alla fine


"Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

http://www.youtube.com/watch?v=_M3dpL4nj3Q
https://www.youtube.com/watch?v=QcvjoWOwnn4