Medieval Total War Italia

Reino de Castilla y de León

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    SerRobertLongstride
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    00 12/02/2014 19:06
    INTRODUZIONE.

    Salve a tutti.
    Questa AAR vuole essere l'ennesimo ringraziamento ai modders e a tutti coloro che in un modo o nell'altro hanno collaborato con fatica e passione al progetto Bellum Crucis. In un periodo di attesa snervante ho colto l'occasione per ripescare una fazione che ho notato essere poco usata (l'ultima AAR con i Castigliani risale alla versione 5.1 mi pare). Ci tengo a precisare che sono tutt'altro che esperto e giocherò infatti a difficoltà Normale/ Normale una Feudal Full libera. Questo racconto avrà carattere prevalentemente narrativo, non leggerete quindi solo di battaglie ma anche di lunghe (e a volte noiose) digressioni. Spero sia di vostro gradimento e vi coinvolga.

    [Modificato da SerRobertLongstride 12/02/2014 19:29]
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    SerRobertLongstride
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    00 12/02/2014 19:29
    PROLOGO
    La Sacra Guardia Amata e l'esploratore dalla Guascogna.

    1155
    Burgos- Alloggiamenti del Rey.


    Costruzioni adibite ad alloggiamenti reali.



    Il Castello di Burgos sorgeva nella regione della Castiglia Vecchia, la provincia più antica dell'ex Regno di Castilla, legatosi anni addietro a quello di Lèon. Burgos venne edificata nel 884 per opera del Conte castigliano Diego Rodriguez, e utilizzato dal Principe Alfonso III delle Asturie in funzione anti-moresca negli anni successivi. Quasi trecento anni dopo il Rey Don Alfonso di Castiglia de Borgoña, Settimo del suo Nome, portatore della Corona della Castiglia e di Léon, sovrano della punta del Tridente Iberico (Portogallo, Castiglia e Leon, Aragona) aveva deciso di collocare la sua corte in quel solido castello. Don Alfonso non aveva mai amato la vita della sua capitale, la confusione delle strade, i pettegolezzi di corte e i mille postulanti che salivano i gradini del palazzo reale anche solo per domandare un cavallo. Si era ritirato quindi, già dai primi anni del suo regno, a Burgos, il solido avamposto confinante con la regione della Navarra e in perenne schermaglia con essa. L'amministrazione di quel castello gli era molto gradita, nonostante le faccende del Regno occupassero una buona metà della sua giornata, la gestione degli approvvigionamenti, della guarnigione e di tutti i piccoli problemi del colosso pietroso lo compiacevano. Anche quel territorio nel complesso gli era affine, erano brave genti quelle, non molto dissimili da tutte le altre che facessero parte del suo vasto regno ma comunque particolarmente piacevoli. Erano contadini, pastori, artigiani, soldati, proprietari terrieri e qualche sparuto nobile. Membri di piccole ma antiche famiglie benestanti che avevano giurato da anni fedeltà al Rey ed erano più che orgogliosi di accoglierlo calorosamente nella loro terra e nelle loro proprietà. L'anziano portatore di corona poteva concedersi in tranquillità battute di caccia e cavalcate solitarie senza il rischio di incappare in banditi o briganti, ormai più diffusi ai confini moreschi. Era un bell'affanno in effetti per le Sacre Guardie Amate rincorrere il sovrano e metterlo in sicurezza quando egli stesso si esponeva a troppo contatto con la gente del popolo.


    Panoramica esterna della fortezza Castigliana di Burgos.



    E' doveroso soffermarsi anche sulle Sacre Guardie. L'ordine miliziano delle Sacre Guardie Amate era il discendente delle Guardie del Rey, un insieme dei migliori soldati del regno votati alla protezione unica del sovrano. Don Alfonso VII aveva rinominato la vecchia guardia e ne aveva modificato alcuni parametri. Ella si chiamava "Sacra", in virtù della consacrazione della vita dei membri a Dio e al Re, "Guardia" per il ruolo di protezione e difesa speciale e "Amata", titolo di prestigio e riconoscimento. I membri del glorioso corpo d'armi erano circa cento. Quaranta accompagnavano il Rey in battaglia, gli altri sessanta sostituivano gli eventuali caduti e svolgevano compiti di generica difesa. La selezione delle guardie era un iter lungo e complesso, sia per i selezionatori sia per gli aspiranti uomini. La fascia di età richiesta andava dai 18 anni fino ai 40. I candidati, di solito anche diverse centinaia, recatisi a Toledo, nelle prime settimane di selezione erano sottoposti a test fisici di prassi e non particolarmente ostici. Con il passare delle settimane il numero di candidati diminuiva in maniera drastica fino ad assottigliarsi alla quantità richiesta. E' sottinteso che tutti gli uomini che si presentavano alle selezioni erano dei cavalieri (e in qualche raro caso aspiranti tali) validissimi, spesso consigliati dai loro signori e incentivati a tentare la nomina. Dopo tre mesi di lunga preparazione e decime vi era il giuramento, il giorno più importante della vita di una Sacra Guardia Amata. Esso si teneva in una Chiesa alla presenza del sovrano e di un Sommo Sacerdote.



    Sacre Guardie Amate in uniforme da battaglia.




    Quella tiepida mattina d'estate il Rey si era alzato di buon'ora, aveva convocato il comandante delle Sacre Guardie e aveva disposto che si indirizzassero i postulanti verso la Sala di Ricevimento.
    La Sala di Ricevimento era un ampio stanzone adiacente alle Stanze private della famiglia Reale facente parte anchesso del complesso degli Alloggiamenti del Re a Burgos. Ai due ingressi laterali della Sala erano poste due coppie di guardie in abiti da parata e altre due erano posizionate agli angoli ultimi della stanza. Il Re sedeva su un trono ligneo (rialzato di qualche gradino dal pavimento) che sovrastava una grande scrivania di legno massello. Lungo le pareti della stanza vi erano poste delle sedie anch'esse di legno, simili a quelle dei monasteri, utili ad accogliere tutti colori che richiedessero ascolto. Al centro della Sala, vicino l'acquasantiera, vi si posizionava sovente una piccola scrivania ove sedeva il notaio che prendeva nota di chi si presentasse. Vicino al notaio si stagliava la figura dell'annunciatore che presentava a voce alta il nome, l'eventuale titolo e la ragione della richiesta d'ascolto di chi si apprestava a proferir parola.
    Essendosi il Sole levato da un'ora circa, il Re s'era seduto alla scrivania ad attendere l'orario fissato per l'inizio delle visite, cercando di prestar più attenzione possibile alle ingenti scartoffie che abbondavano dinanzi ai suoi occhi. Pastori Navarri che sconfinavano, rapporti sull'allestimento della Flotta Reale di Portogallo, inquinamento dei pozzi ad ovest della fortezza, scarsi raccolti a Toledo, impicci con gli Aragonesi, sparizione di bestiame destinato al nutrimento del castello, notizie dalle Colonne D'Ercole...
    La sua disperata azione di ordinar tutti quei fogli firmati e controfirmati venne interrotta dal brusco ingresso dell'araldo di corte.
    Alzando lentamente lo sguardo e ancora curvo sui fogli che stringeva in mano, il Rey attese accigliato una spiegazione a simile interruzione.
    "Sua Maestà perdoni la mia irruenza, vi è visita urgente." s'annunciò l'araldo.
    Il Re abbassò di nuovo lo sguardo annoiato: per gli uomini che spesso venivano ad interpellarlo tutte le loro questioncine di villaggio rappresentavano un urgenza reale.
    "Fallo attendere fino all'orario stabilito, non ho intenzione di ascoltare nessuno prima di allora." sentenziò il Rey.
    "Maestà mi perdoni di nuovo, non ho lasciato intendere l'importanza della visita." aggiunse l'araldo.
    "I Mori hanno superato le Colonne d'Ercole e navigano spediti nel Mare Oceano?" lo incalzò ironico il Sovrano.
    "No, Mio Signore."
    "Il Papa ha deciso inaspettatamente di convertirsi all'Islam?"
    "No Vostra Grazia ma il.."
    "I lontani Norvegesi ci invadono forse?"
    "No, Mio Re, è un Vostro agente che chiede udienza, arriva dalla Guascogna."
    Vi fu un attimo di silenzio nella Sala.
    "Non è possibile.. era partito solo sette mesi fa... " farfugliò il Re.
    "Fallo entrare e convoca subito il cancelliere, che sia qui il prima possibile." ordinò.
    "Obbedisco."

    "Va, va e fa in fretta."

    E con un lungo inchino l'araldo si congedò.

    Liberando la scrivania dalle carte il Re non potè che stupirsi di quanto quella mattina fosse stata completamente stravolta da una così insperata novella. L'agente che aveva inviato ai quattro angoli del Regno era tornato e dopo un tempo notevolmente breve. Sarà andato storto qualcosa? Avrà avuto qualche inconveniente? No, non sarebbe mai tornato senza un responso valido pensò.

    In quel momento entrò nella Sala un uomo sulla trentina, mediamente basso, capelli lunghi e mossi, mascelle prominenti. Indossava consumati abiti, aveva le braccia scoperte marchiate da evidenti cicatrici ed al pesante cinturone una spada pendeva annoiata fino alle ginocchia.
    L'uomo si bagno le dita nell'acquasantiera e si fermo in piedi.

    Il Rey ancora stordito si alzò di scatto dal Trono e iniziò a scendere i gradini farfugliando un qualcosa di incomprensibile.

    Due Sacre Guardie entrarono in quel momento anch'esse nella Sala e nuove alla situazione fraintesero il tutto.

    "Getta la spada e inchinati al tuo Re bestia" esordì violentemente la prima sguainando la spada.
    "In nome di Dio ti taglio la gola se non getti le armi e ti allontani." proseguì ancor più veemente la seconda.

    Il Sovrano ripresosi dallo shock riuscì a proferire parola.
    "Fermatevi! Non aggredite quell'uomo." tuonò.

    I due gendarmi si fermarono perplessi.

    "Mi complimento per la tempestività che vi caratterizza." proseguì più sereno.
    "Se quest'uomo fosse stato qui per uccidermi avrebbe trovato un araldo e un'acquasantiera a difendere il Vostro Re. Si da il caso tuttavia che dobbiate porgere le Vostre scuse a colui che avete offeso al mio cospetto e riporre le spade."

    Le due Guardie abbassarono lo sguardo.

    "Tornate all'ingresso e fate che nessuno entri."
    "Si, Mio Signore." risposerò all'unisono.

    L'uomo intanto aveva osservato impassibile la scena e si era sganciato dal cinturone la spada riponendola a terra.


    "Bene. Adesso che tutto è più tranquillo ed anche il cancelliere sta per arrivare mi sembra giusto che tu possa in serenità esporre il tuo rapporto Joaquin."

    "Si Maestà, ecco le pergamene." disse l'uomo di nome Joaquin.

    Il Re sfogliò rapidamente le pagine e ad occhio ne contò una trentina. Si poteva ritenere più che soddisfatto. Aveva inviato quell'uomo ai quattro angoli della nazione solo pochi mesi addietro. A Sud, fino alle Colonne D'Ercole e poi a Nord, fino in Aquitania . Il motivo di tale arduo compito era ben chiaro. Registrare informazione per studiare dei piani di azione calibrati e precisi. Quel semplice uomo che con un mezzo sorriso attendeva le congratulazioni tanto sperate dal suo sovrano era il piccolo ingranaggio che avrebbe fatto partire la macchina. Era il punto di inizio per un nuovo periodo. Ovviamente quel semplice uomo non lo sapeva, ma aveva compiuto un lavoro più utile di tanti altri.

    "Le mie più sincere congratulazioni, Joaquin. Avete svolto un lavoro minuzioso e oltre modo utile. La corona, il concilio dei nobili e il regno tutto ve ne è grato. Vi sono debitore, un buon sovrano non lascia a mani vuote che gli rende validi servigi. Come può allora un uomo titolato ripagare un uomo devoto? Potreste scegliere per Voi una consona residenza in una qualsivoglia cittadina o castello di questo mio regno. Il Reame si occuperà di tutte le faccende materiale di trasferimento e via dicendo. Porterete ovviamente la vostra famiglia se vorrete è ovvio ma resterete sempre al mio servizio. Siete un uomo troppo giovane e troppo prezioso."

    "Ve ne sono grato Vostra Altezza. Il mio posto è però qui a Burgos e qualunque altra cittadina non sarebbe all'altezza del loco natio."
    "Posso capirlo posso capirlo, c'è qualcosa allora con cui posso ripagarti?"

    "Ecco, vede mio Signore.. si tratterebbe di mio figlio...Amadeo...egli ha l'ardente desiderio di consacrare la propria vita a Voi. Desidererebbe tanto entrare nelle Sacre Guardie Amate." spiegò l'uomo.

    "Ma insomma Joaquin.. Voi siete un uomo troppo intelligente per non comprendere che le Sacre Guardie Amate sono un corpo d'elite e che se accontentassi ogni nobiluomo che bussa alla mia porta per appiopparmi un cadetto come Guardia la mia difesa sarebbe composta da migliaia di uomini..."

    "Altezza, non Vi chiedo di accettare mio figlio tra le Vostre guardie senza che egli abbia dimostrato il suo valore. Il giovane Amadeo, appena compiuti i diciotto anni di età si è recato a Toledo, proprio l'anno scorso, per presentarsi come candidato. E' rimasto lì dieci notti e dieci giorni ma i signori che gestivano le iscrizioni non hanno accettato un ragazzo senza cognome e senza la carica di cavaliere. Le chiedo di far partecipare mio figlio alle selezioni.. solo questo."

    "Sarà fatto sicuramente. E' un'ingiuria tremenda quella che Voi e Vostro figlio avete subito. Avreste dovuto infilzare uno ad uno quegli uomini che si son presi gioco di un ragazzo, la mia giustizia Vi avrebbe salvaguardato."

    "D'altronde non avreste trovato una granché di resistenza" aggiunse il Re beffardo indicando le guardie che digrignavano i denti.

    "Vi ringrazio enormemente Altezza" concluse Joaquin.

    "E' il dovere, Voi compite il Vostro, Io il mio. Adesso siete libero di tornare alla vostra dimora, che Dio benedica Voi e la spada di Vostro figlio che spero di vedere al mio fianco."

    L'uomo esibì un ossequioso e profondo inchino, raccolse la spada e uscì dalla Sala del Ricevimento.


    Fine Capitolo I parte prima.
    [Modificato da SerRobertLongstride 13/02/2014 00:01]
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    .Dedo.
    Post: 599
    Registrato il: 13/08/2013
    Città: UBOLDO
    Età: 31
    Cavaliere
    00 13/02/2014 13:29
    [SM=x1140512] bella! finalmente qualcuno torna a scrivere!
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    FORZA JULES! SONO CON TE!

    "What is it that makes a great soldier? Is it his brain or his heart?" SSG Matt Baker