00 13/08/2015 21:47
Litigare fa male al cuore
1156: Siviglia.
L'emiro entrò zoppicando nella superba tenda scortato da quattro mustarib, gli unici uomini armati presenti, e si sedette pesantemente sul trono. Si prese tempo ad osservare le sete, gli arazzi e le pelli di fiere del deserto che adornavano le pareti della tenda, sorseggiando un sorbetto all'arancia. Alla sua destra sedeva suo figlio e poi tutti i rappresentanti delle tribù più potenti del regno: Hargha, Hintati e Hazraja a formare un cerchio. Alle loro spalle le tribù minori: Lamtuna, Banu, Zenata... Persino dei rappresentanti di beduini e tuareg. C'erano voluti sei mesi per riunirli tutti, sei mesi che avevano impoverito notevolmente le casse del regno per mantenere l'enorme esercito.
Finalmente prese parola:
"Io Abd Al-Mu'Min, amir del regno almohade nomino mio reggente Abu Ya-qub Yussuf. La sua parola sarà la mia, la sua volontà sarà la mia."
Fece una piccola pausa per dare modo agli uomini lì riuniti di assimilare la novità. Notò poca sorpresa negli sguardi dei rappresentanti delle tribù, indifferenza, persino, negli occhi degli uomini del deserto.
"Esigo da tutti voi la massimà fedeltà nei confronti di mio figlio ed esigo ora un giuramento di eterna obbedienza, nel nome di Allah".
Il reggente si fece avanti, lo scettro di suo padre, simbolo del potere del regno, stretto nel pugno. Uno dopo l'altro tutti gli uomini nella tenda si fecero avanti per inginocchiarsi e toccare con la fronte lo scettro teso. Terminata la cerimonia l'amir fece segno al figlio che poteva parlare. Questi si fece avanti consapevole che quello che avrebbe detto avrebbe potuto cambiare la Storia, farle prendere deviazioni impreviste. Sentiva su di sè gli sguardi di tutti quei nobili, di quei guerrieri, e solo la vista dei quattro mustarib attorno al padre gli diede il coraggio di pronunciare le sue prime parole da reggente:
"Ringrazio l'amir per l'enorme fiducia in me riposta e tutti voi per i giuramenti. Il mio primo atto come reggente sarà spostare la capitale da Marrakesh a Ishbiliya, più vicino ai nostri obiettivi."
Un mormorio sorpreso si levò dalle fila delle tribù minori...
"Come secondo atto convoco una riunione diplomatica coi rappresentanti dei regni cattolici di Aragona, Castiglia e Portogallo per discutere una tregua al conflitto che ci oppone."
I mormorii iniziarono a crescere fino a diventare urla. In quel pandemonio la parola tradimento fece a gara con pazzia e stupidità. Il trambusto cessò di colpo al suono dello scettro regale sbattuto con forza sul tavolo al centro, dov'era posizionata la mappa della Spagna:
Yussuf approfittò del silenzio per parlare:
"Verrà proposta ai regnanti la pace, verrà proposto un accordo: unificazione dei regni di Portogallo, Aragona e Castilla sotto un'unica bandiera, la nostra."
Il vecchio amir, visibilmente perplesso, interpellò il figlio:
"E perchè dovrebbero, questi infedeli, rinunciare alla loro sovranità, alle loro leggi e al loro falso Dio per accettare Allah ed il Corano?"
Yussuf titubò un secondo, strinse forte lo scettro e parlò:
"Perchè offrirò loro la piena libertà religiosa, ogni uomo, sia esso cristiano, musulmano o ebreo sarà libero di pregare chi crede. Niente più guerra santa, massacri e saccheggi, solo chi alzerà le armi contro di noi verrà colpito E soprattutto niente differenza tra le nostre fedi, così simili da poter essere considerate una sola"
L'intera tenda parve esplodere quando tutti gli uomini presenti in sala saltarono in piedi urlando al sacrilegio e invocando shari'a contro l'infedele. Il tumulto non si placò nemmeno con i colpi di scettro sul tavolo. Più di un uomo tentò di raggiungere il reggente. La tenda si fece di colpo silenziosa al sinistro sibilo delle spade dei mustarib, improvvisamente schierati a difesa del reggente e dell'amir.
Yussuf gridò: "Abolitò la shari'a!!! E vi ricordo i giuramenti di fedeltà e assoluta obbedienza che avete appena fatto!!! E..." Fu bruscamente interrotto da un urlo strozzato: "TU!".
Il vecchio amir si alzò di scatto, i tratti distorti da un'espressione di rabbia, di assoluto furore: "tu stai rinnegando tuo padre, tutti gli insegnamenti tu... tu... tu..." Improvvisamente cadde a terra senza fiato, senza più la forza di fare niente, con lancinanti dolori al petto e la sensazione che ogni respiro potesse essere l'ultimo...
[Modificato da RatMat 13/08/2015 21:52]



La morte verrà all'improvviso
avrà le tue labbra ed i tuoi occhi
ti coprirà di un velo bianco
addormentandosi al tuo fianco
nell'ozio nel sonno in battaglia
verrà senza darti avvisaglia
la morte va a colpo sicuro
non suona il corno nè il tamburo
[...]
Guerriero che in punta di lancia
dal suolo d'oriente alla francia
di stragi menasti gran vanto
e tra i nemici il lutto e il pianto
di fronte all'estrema nemica
non vale coraggio o fatica
non serve colpirla nel cuore
perché la morte mai non muore
non serve colpirla nel cuore
perché la morte mai non muore
"la morte" Faber


cavalieri che in battaglia ignorate la paura
stretta sia la vostra maglia
ben temprata l'armatura
al nemico che vi assalta
siate presti a dar risposta
perché dietro quelle mura vi si attende senza sosta
"fila la lana" Faber