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Capitolo 9
Unione

Inverno, 1176, Venezia
Una figura incappucciata si aggirava lentamente per i canali di Venezia.
In quella notte, con la Luna coperta dalle nuvole, non si poteva vedere al di là del proprio naso, ed un uomo avrebbe potuto avere un'altra persona a fianco senza notarla minimamente.
Con fare nervoso, scrutava i muri con la torcia, e pareva errare senza meta.
La figura, dopo aver camminato per due ore buone, giunse davanti ad un capanno fatiscente, un vecchio deposito di armi.
Aprì la porta, guardò, aiutandosi con la torcia, se qualcuno lo avesse seguito, e, non vedendo nessuno (come se fosse stato possibile vederlo), chiuse la porta e poggiò il tizzone su un gancio appeso alla parete.
Ad attenderlo stavano altre due figure incappucciate.
Una seduta, e dai portamenti femminili, e una maschile, in piedi.
La prima figura parlò:
-Ebbene, qual è l'offerta di cui mi avete parlato nella missiva? Non ho tutta la notte, il siniscalco si accorgerà sicuramente, e a breve, della mia fuga.-
La figura maschile si tolse il cappuccio e rivelò il vecchio volto dell'emissario Giovanni di Adana.
-Simon Morosini, suppongo.-
Simon si tolse il cappuccio, rivelando un volto da ragazzino.
-Sono io.-
-Bene, voglio informarla che è entrato nelle grazie e nelle politiche dell'Imperatore dei Romani, per la sua volontà di immettere nuovo sangue tra i nobili romei. Costei, qui di fianco a me, è figlia di Manuele I Comneno, Basileus kai Autokraton ton Rhomaion, o Imperatore ed Autocrate dei Romani. Ci tengo inoltre ad informarla che potrebbe essere un probabile erede al trono di Imperatore.-
Simon a quelle parole si rasserenò un poco, prese una sedia rovinata e logora da uno degli angoli del casotto, e si sedette, poggiando le braccia sullo schienale.
-Perchè "probabile"? Avete detto che non ha avuto figli maschi.-
-Ciò è vero, ma considerate le due variabili dell'altra principessa e del suo futuro consorte ungherese, oppure anche la scelta dell'imperatore di nominare un erede non diretto grazie alla Lex Salica, non posso assicurarvi l'ascesa al trono. Ma ditemi, varrà la pena il non averci provato?-
Simon mise la testa tra le mani e pensò. Dopo qualche minuto, chiese in modo imperativo:
-Fatemi vedere la dama.-
-Principessa.- le disse Giovanni, ed ella si tolse il cappuccio e lo scialle nero per mostrare il suo volto.
Simon ne rimase ammaliato.
La fanciulla aveva lunghi capelli castani che le scendevano fino alle scapole, il viso era armonioso e dai caratteri greci, la corporatura e le forme erano proporzionate, ed ispirava un senso di dovere di protezione in chi fissava i suoi occhi grigi.
Lo stesso senso che pervase il Morosini, che le si avvicinò lentamente.
-Anna Comneno, mio signore...- disse lei con un fil di voce.
Simon si inginocchiò, le prese la mano e la baciò, dicendole:
-Molto lieto, mia signora.-
-Sapevo che avreste accettato.- sentenziò Giovanni ridendo sommessamente.
Ad un tratto, i rintocchi di una campana ad allarme suonarono.
-Dannazione! Ci hanno scoperti!-
-Non si preoccupi, caro signore, abbiamo con noi un'arma segreta.-
-Beh, sarebbe meglio schierarla al più... fermi, arriva qualcuno! Spegnete le torce!- ordinò Simon, e dentro l'edifico abbandonato così fecero.
Simon spiò da un buco nella porta la situazione esterna.
Imprecò sottovoce.
La fuori una pattuglia della milizia cittadina stava controllando la zona.
Il nobile veneziano rimase immobile, attendendo.
-Controllate tutto, da cima a fondo, a cominciare da LI'.-
tuonò il capitano di pattuglia, indicando il capanno abbandonato.
Simon mise mano alla daga alla sua cintura.
Un miliziano si accinse ad aprire la porta, ma non fece mai in tempo.
Un'ombra scura si precipitò alle sue spalle, spezzandogli il collo, e facendolo stramazzare al suolo.
A quel punto Simon uscì a dare man forte alla misteriosa presenza.
Essa si muoveva fulminea, indebolendo le guardie per renderle inermi e farle finire dal Morosini.
Quando tutte le guardie furono messe fuori gioco, la presenza si mise alla luce della torcia di Simon, mostrando, in tutta la sua stazza, la spia Marciano della Lazica, ormai cinquantenne, ma in splendida forma.
-So cosa stai pensando, ragazzo- cominciò a parlare lui -stai pensando che un uomo così vecchio non potrebbe tirar giù una quindicina di uomini da solo.-
-In verità non sono sorpreso.-
-No?-
-No.-
-Davvero?-
-Si, dico davvero.-
-Davvero davvero?-
-Marciano, basta. Dobbiamo raggiungere le scialuppe ormeggiate in banchina!- gli ordinò l'emissario, con la principessa, un po' scossa ma non spaventata, al fianco.
-Si si, ora guardo la mappa. Per la miseria! E' dall'altra parte della laguna!-
-Marciano, è a rovescio.-
-...lo sapevo, era per vedere se eri attento. Per di qua! Muovetevi!-
Simon prese Anna in braccio e fuggirono fino ai moli, inseguiti da arcieri miliziani.
Arrivati alle scialuppe, Marciano fece salire tutti, slegò le cime e consegnò un remo a Simon, intimandogli di remare con tutte le sue forze.
Intanto Giovanni di Adana si raggomitolò sulla principessa per proteggerla dalle frecce che avevano iniziato a scagliare alla cieca, suscitando gli sguardi gelosi di Simon, che non gradiva molto la situazione.
Dopo un po' i tonfi sordi nell'acqua delle frecce cessarono e le scialuppe poterono tornare alla piccola forza navale nel porto di Venezia.
Una volta che furono saliti a bordo e sistemati sotto coperta, Simon si avvicinò a Giovanni per parlargli.
-Cosa...cosa succederà se non lo divento? Imperatore, intendo.-
-Non vi preoccupate di ciò. Avrete un grande ruolo nelle prossime conquiste. Accompagnerete a breve una spedizione militare verso il castello di Pola, guidata da un altro giovane nobile romeo.-
Simon annuì, poi si incamminò verso la sua cabina, sbirciando un poco verso la cabina della principessa, che stava già dormendo.
Si fermò ad ammirarla per un po', dopodichè raggiunse la sua cabina, chiuse la porta e si infilò sotto le coperte, addormentandosi quasi subito.

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"Basileus Basileon, Basileuon Basileuonton"
"Re dei Re, Regnante dei Regnanti"
"Βασιλεύς Βασιλέων, Βασιλεύων Βασιλευόντων"

"Non c'è un cristiano, qui, disposto a prendersi la mia testa?"
-Costantino XI Paleologo, poco prima di spirare

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà."
-Detto della Prima Guerra Mondiale su Instanbul