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Esordi di un regno

Nella seconda metà del secolo dodicesimo Re Luigi Capeto si prefisse di liberarsi dell’incomoda presenza inglese.

Egli pianificò di colpire rapidamente al cuore il regno rivale, ignorando ogni obiettivo secondario per allestire un sbarco oltre Manica in grado di cogliere il nemico a brache calate. Metteva in preventivo d’essere per questo scomunicato, e non se ne curava: l’espulsione dalla comunità dei fedeli lo avrebbe liberato pure dall’ingerenza pontificia avviando uno scisma.

Mentre queste cose erano in preparazione, il casato fu raggiunto per amore da Umberto di Savoia, Corrado di Monferrato e Guglielmo di Bois Boulogne: quest’ultimo ebbe poi l’onore di iniziare le ostilità con l’assalto a Rouen, sua città natale.

L’invasione della Britannia procedette senza intoppi con la rapida caduta di Londra e Winchester, cui seguirono Nottingham, la Cornovaglia ed il Galles, ed infine York. Principali protagonisti della campagna furono il Savoia ed il Monferrato, con altri nobili di Francia a supportarli nel movimento delle truppe di rinforzo e nell’occupazione delle terre conquistate.

Assai più determinata fu la reazione inglese sul continente, con pericolose puntate verso Parigi e Rouen, ed un mezzo successo nell’assedio di Bourges: il castello resistette ma l’attempato principe Roberto venne catturato durante una sortita, e morì in prigionia l’anno seguente.

Philip ed il suo tempo

Re Luigi venne a mancare poco dopo il fratello, e con ciò iniziò la stagione dei re stranieri che furon Umberto di Savoia prima e Corrado di Monferrato poi. Ma i cronisti francesi, non amando quella definizione, preferiscono la locuzione “epopea di Philip”.

Il giovane eroe, genero di Re Umberto, scese in campo al tempo delle prime aggressioni imperiali. A tacer d’una scaramuccia iniziale, non si fece coinvolgere nelle ripetute difese di Rheims e Parigi, puntando invece alla ricca ricompensa promessa per la conquista di Rennes: obiettivo miseramente fallito in quanto i castigliani giunsero ad assediare la città prima di lui.

Però poté profittare dello sconquasso generatosi nello schieramento inglese per avventarsi su Angers, ove venne infeudato, e successivamente su Letmoges e Bordeaux, ove pose fine ai giorni dei Plantageneti e si appropriò del Sacro Prepuzio.

Riorganizzate le truppe iniziò la marcia verso est con cui avrebbe spazzato via gli avamposti imperiali di Clairmont e Lione, ponendo termine alle aggressioni provenienti dal sud.
Con nuovi armati e nuove catapulte puntò poi su Staufen, che ridusse a vuote mura diroccate, e infine su Thun, ove stette tranquillo sino all’insediamento del figlio primogenito.

Passato a Rheims per l’incoronazione solenne, e per lasciarvi il Sacro Prepuzio, si trasferì a Londra per assumere la corona d’Inghilterra e prepararvi la sua impresa più discussa e discutibile: la campagna di Scozia.

E’ difficile a dirsi se gli Scozzesi, che parean contenti di farsi i casi loro, potessero un giorno divenire una minaccia: come tale eran comunque percepite le forze che tenevano costantemente presso Edimburgo.

Nell’anno del Signore 1217 il Re prese il mare per investire Inverness di sorpresa, cosa che gli riuscì perfettamente. Calò poi verso Edimburgo, col supporto di ulteriori truppe giunte via mare, ma le cose non andarono come pianificato. Le sue catapulte fecero rapidamente breccia nelle fortificazioni di legno, ma una delle armate nemiche preferì il contrattacco alla difesa casa per casa: l’artiglieria andò distrutta e Philip stesso fu salvato solo dalla caduta della città.

Fu senza artiglieria, ma con truppe d’eccellenza, che il re si accinse a cingere d’assedio Dublino. Gli scozzesi difendevano la nuova capitale con ampia superiorità numerica, grazie anche al tempestivo intervento della folta guarnigione di Kork: una battaglia assolutamente da evitarsi, secondo il prudente avviso dei suoi consiglieri militari. Per contro Philip era certo di poter annientare in un colpo tutta la residua nobiltà locale, cosa che avrebbe posto termine alla guerra anche se la città gli avesse resistito. Diede il segnale ed ebbe inizio la strage: in quel giorno caddero circa 900 dei suoi, ed almeno 2000 scozzesi. Le perdite devastanti non gli consentirono di completare la conquista dell’Irlanda.
[Modificato da Bertavianus 19/09/2016 09:24]