00 09/04/2009 14:38
Alleluja! Scusate il ritardo ma una settimana fa avevo quasi finito il nuovo resoconto, ma firefox crashò cancellando tutto e mi ci volle un pò per riprendermi dal trauma! [SM=g27966]

Bando alle ciance riprendiamo!

Gli anni del tradimento 1188-1193

Schuska faticava ancora a credere e a capire le richieste del popolo su istigazione di alcuni nobili. Si rese conto però che non scherzavano quando gli giunse la notizia che il suo prestigio era crollato nel concilio dei nobili e tra il popolo. L'eroe era diventato tiranno, suo malgrado.
Per fortuna i nobili generali sembravano tutti fedeli e con loro l'esercito.
Lo Zar comunque, per evitare guai, si trovò costretto ad accontentare le loro richieste, Vladimir tornò ad essere di nuovo la capitale e a prezzo di ingenti risorse economiche venne costruito il Parlamento dopo due passaggi intermedi. Tale costosa costruzione non si rivelò sufficiente, infatti ad Ovest anche i cittadini di Novgorod reclamavano il loro parlamento locale. Lo Zar ingoiò anche quel rospo e diede inizio ai lavoro quando il trauma arrivò nella sala imperiale nella fortezza di Vladimir.

Alcuni nobili locali, aiutati da parte del popolino e dalle tribù nomadi locali, si ribellò alla nazione. I Generali e l'esercito restarono fedeli ma furono costretti a lasciare le città principali. L'intero Sud del paese era passato nelle mani di questi boiardi ribelli, che invocavano il ritorno del Principato di Kiev.



Kiev, Perejaslav, Turov e Chernigov furono i focolari della rivolta di questi vili traditori

Schuska da buon soldato mantenne il sangue freddo, si limitò a rompere solo quattro vasi e il dente di un povero paggio che si trovava lì per caso. L'esercito e i generali erano fedeli e si trovavano nei pressi delle città ribelli, i traditori infatti avevano raccolto delle guarnigioni all'ultimo minuto. L'economia era ancora debole, a seguito delle lunghe guerre contro la Repubblica di Novgorod, e nessuna delle armate aveva a disposizione armi d'assedio per prendere le città senza sostenere i cari costi d'assedio.

Ma lo Zar non voleva permettere che quella ribellione potesse avvantaggiare i famelici vicini Polacchi e Cumani, e diede l'ordine di contrattacare, solo Turov non si trovo subitò assediata a causa della sua lontananza, l'armata vicina infatti si unì a quella che dava l'assedio alla grande città di Kiev, troppo vicina al confine coi cumani, troppo importante per la nazione e quindi da riconquistare subito. Nel frattempo, da Vladimir marciava la ricostituita armata Imperiale guidata dal generale Pavel.

Schuska trovò anche il modo di far fronte a parte delle spese, fece infatti radere al suolo il parlamento di Vladimir e quello in costruzione di Novgorod, per dimostrare che non avrebbe tollerato più simili concessioni deboli, soprattutto se queste concessioni portavo comunque al tradimento.



A causa dello scarso seguito presso l'esercito, i boiardi traditori si trovarono ad arruolare tribù nomadi cumane per rimpinguare le loro ridicole forze.

Turov e Perejaslav caddero quasi senza colpo ferire, a Kiev invece, epicentro della rivolta, ci fu la battaglia più dura tra truppe russe e traditori.


Il leader della rivolta, autoproclamatosi "Gran Principe di Kiev". Questi felloni non esitarono neppure ad abbracciare le vesti dei cavalieri polacchi e a ripudiare, oltre che la loro patria, le loro tradizioni

Anche qui tuttavia le truppe russe ebbero ragione dei felloni. Restava solo Turov, la porta d'Occidente, ma anche l'ultima fortezza in mano ai traditori cadde l'anno successivo grazie all'arrivo dell'armata imperiale del generale Pavel, da quel giorno rinominato "Pavel il cavalleresco".

Era il 1190 e in due soli anni la rivolta era stata spenta e l'ordine ripristinato. Lo Zar fu molto duro verso chi osò tradire la nazione, le condanne a morte nelle città ribelli fioccarono tra i principali partecipanti alla rivolta e tutti i collaborazionisti si videro requisiti gran parte dei loro beni.

Questo grande successo tuttavia per il momento non lo rimise in pace con la parte dei nobili ribelle e di conseguenza con la parte del popolo da essi manipolato. Tuttavia pure loro, per rinnovata fedeltà o per timore di fare la fine dei traditori, non ebbero più l'ardire anche solo di concepire la rivolta diretta.
Schuska non sopravvisse a lungo, pochi anni dopo, nel 1193, si spense, a succedergli fu il fratello Maksim IV che ereditava un paese di nuovo pacificato ma in perenne tensione con i nobili dissidenti e con gli eretici che intanto infestavano le regioni del baltico e Novgorod.


[Modificato da Lan. 09/04/2009 14:44]