00 19/03/2009 22:50
Le scelte sono irrevocabili... I cumani sconfitti tornano a ritirarsi dietro il Danubio rinfrancati dalle possibilità commerciali concesse dal Basileus e gli ungheresi, nostri amici, non oseranno aggredirli, lasciando che fra noi e loro permanga il cuscino che abilmente Manuele ha saputo poggiare nel mezzo.
Cinque anni ormai sono passati dacchè l'imperatore lasciò la città sfilando con l'esercito attraverso la porta d'oro ed ora egli fa ritorno con carico di schiavi e bottino e sovrani stranieri a far da contorno al suo trionfo;
Bulgaria e Serbia sono cadute in veloci e memorabili assalti, Tarnovo, Serdica e Scopie si riuniscono all'impero e la magnanimità del vicario di cristo risparmia la popolazione civile dall'inevitabile saccheggio, proibito invece in tutti i centri conquistati. Le scaglie lucenti delle corazze romane portano la pace al di sotto del grande fiume, Venezia è con noi come devota figlia, i Normanni impauriti non osano affacciarsi al di la dell'Adriatico, ad occidente le previsioni sono rosee, ma...

Ad oriente gli infidi Turchi sfondano il fronte, Trebisonda cade dopo lungo assedio ed è un bagno di sangue, la guarnigione viene stanata e tutti vengono impalati sulle mura a monito; Amastris cade, cade anche la fortezza di Dorileo, le nostre poche forze si ritirano sul mare conservando Smirne e Nicea, resistendo tenacemente.

Stabilizzata la situazione ad occidente Manuele si reca a Monemvasia dove l'esercito ristrutturato e la flotta lo attendono per salpare in Anatolia nel tentativo di contrastare l'avanzata infedele ma le finanze sono gravate dagli ultimi anni di guerra, se questa campagna dovesse fallire l'Asia minore sarà persa, il tesoro non ci permetterebbe di arruolare un nuovo esercito a breve, e comunque non così efficiente.

Monemvasia 11 maggio 1160, la flotta salpa per attraccare a Smirne e permettere all'esercito di puntare su Dorileo, da li Iconio per infilzare il cuore stesso del nemico.
Il cesare Michele governa a Costantinopoli, strane voci si aggirano nei corridoi e nelle sale di palazzo... "l'imperatore è lontano, potrebbe non tornare".... La sedizione si apre la strada, il sostegno dei nobili corrotti cala incessantemente, Manuele non è più giovane.
Si profila un'alba sanguigna per la terra dei romani.

In Italia il pontefice di Roma chiama a raccolta la cristianità perchè aiuti l'impero a difendere i fratelli orientali, già i primi vessilli polacchi ed ungheresi e francesi muovono decisi verso l'impero.

...continua....


Exaudi, regina tui pulcherrima mundi,
inter sidereos, Roma, recepta polos

« L'imperatore mio figlio è un sovrano capace, ma non di questi tempi, perché vede e pensa grandi cose, quali servivano ai tempi felici dei nostri avi. Invece oggi, che gli eventi ci incalzano, non di un imperatore ha bisogno il nostro stato, ma di un amministratore. Ho paura che dalle sue idee e iniziative deriverà la rovina di questa casata. »