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Estate 1219

Il confine nord del Sultanato moro, venne ridimensionato pesantemente con la perdita di Alghero.
La popolazione però era veramente maldisposta alla novità Franca e Volo di Gerusalemme, fu costretto a reclutare forze mercenarie locali, per scongiurare pericoli di rivolte.
La prima costruzione fu la Chiesa e le mura vennero ricostruite, immediatamente.
Attendevamo una offensiva mora e gli investimenti furono orientati a rinforzare il nuovo insediamento.
Alghero era una roccaforte piuttosto arretrata per l’epoca, forse anche i Mori, erano lì da poco e gli isolani dovevano essere tutt’altro che bendisposti al governo di stranieri, ancora alta infatti erano le eresie.
Valeva la pena investire in un luogo così arduo da governare?
La morte del Sultano moro, fu una sorpresa per i Mori, che si gettarono sulle loro formidabili navi , armati e agguerriti.
Granada era nuovamente minacciata!
Fu una sorpresa, poiché ci rendemmo subito conto che il nemico era tutt’altro che battuto e per nulla disposto a cambiare linea diplomatica.
Il grande generale Volo di Gerusalemme, era lontano da Granada e impegnato nell’organizzazione del nuovo confine crociato.
Un’armata imponente dei Mori di oltre 1200 soldati, sbarcò e attaccò il forte sud di Granada.
Il generale Perrin Douie accorse in gran forze e riportò il numero di miliziani a nostro vantaggio, ma le truppe More erano scelte e le forze in campo erano molto equilibrate.

La bella giornata prometteva bene, schierammo l’esercito, due colossi erano di fronte.



L’esercito Moro era composto in gran parte da cavalleria, il nostro giovane generale, non avvezzo alla tattica di logoramento, comandò immediatamente la carica.
Tremò la terra.



La fanteria a supporto della cavalleria franca si trovò immediatamente impegnata nel corpo a corpo con i nemici.



Mentre i nostri cavalieri devastavano continuamente le truppe appiedate nemiche con cariche terribili, che frantumavano le corazze e stritolavano le ossa saracene.



Anche i cavalieri mori, vennero lanciati alla carica, la fanteria crociata, pesantemente armata, resse bene, ma una armata dei nostri ruppe le fila e si diede alla fuga.



La tattica mora, però non fu coordinata e nessuno supportò l’intuizione della loro cavalleria, sicchè vennero presto circondatoi dai nostri e abbattuti uno ad uno.



Il nemico era sconfitto ancora una volta.
La carneficina fu impressionante, cavalli e uomini… in pezzi… ovunque!



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Lo scotto da pagare fu alto, l’impulsività del generale franco la pagammo con la vita di 839 valorosi soldati.



Uscivamo malconci, ma vincitori.



Si doveva seriamente ripercorrere la via diplomatica per una tregua.





"Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?"
Mt 16, 26