00 22/07/2009 08:02
Inverno 1219

La tanto augurata tregua diplomatica si realizzò, il trattato venne firmato nei pressi del Cairo, con una armata mora di forza straordinaria.
Le città del Regno, ormai da tempo non vedevano evoluzioni.
Ormai 20 anni di guerre, avevano prosciugato le casse del Regno, i giovani continuamente reclutati, la popolazione non cresceva, le tasse in varie parti del paese erano al minimo, per garantire una dignitosa vita e evitare situazioni rischiose.
Non volevamo la guerra, ma il nemico Moro era agguerrito e infido.
I seggi a favore del Re erano saldi, il prestigio al massimo.
I rapporti con il Papa erano peggiorati leggermente, l’alleanza con i Siriani, probabilmente non fu gradita al Pontefice, ma era estremamente necessaria per garantire un equilibrio di forze nello scenario orientale e impedire l’entrata in guerra con i vicini idolatri.
L’alleanza franco bizantina ,durava ormai da decenni, i Selgiuchidi erano anch’essi alleai con i cugini ortodossi, sicchè la Siria e i Selgiuchidi, pur essendo rivali ,vivevano in pace… i Cristiani, garantivano questo equilibrio.
Questa tregua desiderata, permetteva all’economia di riprendersi e alle città di poter rifiorire.
Quando accadde l’impensabile.
Venne scoperto in Granada un assassino portoghese… e questo nella diplomazia internazionale significava una cosa sola: guerra.
Bramavamo la pace ,la pace soprattutto tra Cristiani, mandammo il nostro miglior diplomatico, ma i Portoghesi, confratelli nella conquista di Granada, ci volsero le spalle, attirandosi il malcontento del Santo Padre.
Una dignitosa armata crociata di circa 750 uomini ,era appena salpata dal porto di Granada, diretta a Alghero, ma venne urgentemente richiamata e sbarcò nei pressi del forte sud, se i Mori erano pericolosi, i Portoghesi potevano essere letali per l’insediamento Franco.
Bertran Tanlay, l’astuto generale di Acri, conquistatore e difensore estremo di Granada, morto da qualche anno, era stato veramente lungimirante, fortificando tutte le vie percorribili rendeva Granada un luogo estremamente difficile da conquistare, anche per chi ,come i Portoghesi, aveva un vantaggio enorme in termini di potenzialità belliche.

Se le fortificazioni erano sicure, le campagne al contrario erano estremamente rischiose, padroni delle costruzioni , ma segregati in esse, vivevamo da prigionieri e non potendo garantire guarnigioni solide a tutti i forti, il grosso dell’esercito era in Granada, pronto a intervenire in soccorso alle tre fortificazioni.

Il generale Perrin Douie, appena sbarcato ,si trovava nella costa sud di Granada, con i suoi 750 uomini, reduci dallo scontro con i Mori, quando fu sorpreso da un’armata Portoghese di forza doppia oltre 1500 uomini.
La sorte era segnata!
Non si ritirò, ma affrontò il nemico.
Non avevamo idea delle caratteriste e della composizione dell’esercito nemico, le nostre possibilità risiedevano soprattutto nelle scelte di posizionamento
Il generale dispose le truppe sul colle con i balestrieri in avanti ,non dovevano arretrare, i lancieri in posizione circolare appena dietro, fiancheggiati dalla fanteria pesante e dai fanatici religiosi.
I lati erano protetti dal Generale e la cavalleria pesante franca, pronti a travolgere le truppe nemiche.



Il numeroso esercito nemico era composto da una miriade di lancieri e fanti, una sola unità di balestrieri e la guardia personale del generale Gomez de Sandin.



La maestosa avanzata del nemico, dava tempo per riflettere e il nostro generale scorse una possibilità di vittoria.




Quando i balestrieri nemici si appostarono, il generale Perrin Douie, diede gli ordini, la cavalleria franca si scagliò a tutta velocità sui tiratori portoghesi, annientandoli.



La fanteria nemica si gettò sui nostri impavidi cavalieri, che vennero richiamati immediatamente, dovevano allargare le maglie nemiche, portandosi sul lato destro e facendosi inseguire dai lancieri.
Intanto i balestrieri franchi, tiravano senza sosta sul grosso delle truppe nemiche, sfoltendo le fila.
Fu dato l’ordine di avanzare la fanteria, per prepararsi al corpo a corpo.
Il nostro generale, cavalcava a distanza dalla battaglia sul lato sinistro, doveva aggirare lo scontro degli eserciti, la meta era la cavalleria del generale nemico.
Nonostante la rapidità, alcuni della guardia personale del generale Perrin, vennero intercettati e abbattuti, trovandosi così in svantaggio numerico rispetto al generale nemico.
Perrin Douie caricò furiosamente il fratello portoghese.
Dopo le prime schermaglie favorevoli, la situazione del corpo a corpo dei due generali si complicava per Perrin, quando, finalmente sul lato sinistro, seminati gli inseguitori, la cavalleria franca si affacciava all’orizzonte…. il tornado franco si abbattè con tale fragore e potenza da travolgere il generale portoghese, uccidendolo all’istante.




La notizia della morte del generale Gomez fece il resto, i Franchi catturarono i fuggiaschi, chiedendo un giusto riscatto di quasi 4000 fiorini, che vennero rifiutati.




Un’intera armata portoghese era stata demolita, il terreno era nuovamente irrorato di sangue cristiano in terra di Granada.




Il generale Perrin riacquistò subito autorità e fiducia tra i suoi soldati, li aveva condotti alla vittoria in una battaglia disperata, perdemmo poco più di 200 valorosi soldati, ma sterminammo l’esercito nemico.

La prima battaglia era nostra.

Estate 1220
Non avemmo tempo di sederci sugli allori del successo insperato… un nuovo esercito portoghese si fece avanti, per travolgerci con la superiorità numerica.
Non erano passati neppure sei mesi dalla vittoria che una nuova armata portoghese, forte di 950 uomini avidi di vendetta, attaccò sul far di una bella serata estiva.


Li attendavamo nuovamente in cima al colle dello stesso campo che ci aveva visti eroi.



Il loro esercito era la copia minore del precedente, avevamo perso 200 soldati dal precedente scontro, ma ormai conoscevamo la tattica giusta per affrontare una simile armata ortoghese.
Ma il loro comandante, ci facilò il compito, attaccando con giavellotti, si avvicinò troppo e si espose alla nostra cavalleria pesante …..e cadde.



Lo scontro si accendeva nella mischia tra fanterie rivali, ma il morale nemico era già a terra



Senza comandante, con un nemico armato in maniera eccellente, superore in addestramento, guidato da un generale capace e coraggioso, con il vantaggio enorme del territorio e freschi di vittoria travolgente, fecero un altro errore, si diedero alla fuga e furono sterminati



Perdemmo 110 uomini, la seconda armata era stata travolta, chiedemmo un riscatto di 4000 fiorini, che venne nuovamente rifiutato.
In una sola stagione 2500 giovani portoghesi lasciavano questo mondo.
Una terza grande armata era pronta per ridarci battaglia e ci venne incontro, ma non ebbe cuore di attaccare la nostra ,ormai, invincibile armata, si preoccuparono esclusivamente di bloccarci il passaggio.

Il Re portoghese, venne scomunicato all’inizio dell’inverno, ormai la caduta del regnante portoghese, lo esponeva agli attacchi dei regni cristiani.
Morì il nostro abile, ma anziano emissario, per fa pace con i portoghesi, dovevamo attendere l’arrivo di un nuovo diplomatico.

Intanto l’estate del 1221 la nostra armata entrò a riposarsi nel forte sud.





"Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?"
Mt 16, 26