1228-1229
Dopo la disfatta portoghese, Granada poteva pensare a rinforzare le guarnigioni.
Henry Poitevin il grande e imbattuto generale franco, aveva grandi progetti però.
L’intenzione del giovane difensore della civiltà franca in occidente era la creazione di un piccolo Regno di Granada vassallo del Re di Gerusalemme Luquin.
Commerci e strutture portuali, mercati e palazzi governativi erano necessarie per un piccolo Stato nascente, i corrotti Portoghesi non garantivano una sufficiente garanzia per la difesa della cristianità, anzi ne erano divenuti mortali nemici.
La debolezza militare portoghese non era mai stata così seria e la grande città Kurtuba era sguarnita .
Henry si mosse rapidamente nell’Inverno del 1228, ma le armi d’assedio non permettevano il raggiungimento dalla fortezza di Granada in così breve tempo e quindi decise di accamparsi e presidiare il ponte, il passaggio obbligato per Kurtuba, sicuro della deficienza militare della città e della scarsezza di truppe portoghesi nelle vicinanze.
Kurtuba radunò più truppe possibili per garantire una guarnigione dignitosa, Henry dal canto suo, voleva Kurtuba senza troppe perdite e decise di fermarsi ancora , ritardando la conquista e presidiando il ponte, permettendo il ripristino della guarnigione di Granada, il rafforzamento dei forti e minacciando seriamente l’intero Regno di Portogallo, il quale non poteva ignorare tale affronto.
L’imboscata del 1229
Nell’estate del 1229 due formidabili armate portoghesi con oltre 2600 uomini in totale, accerchiarono Henry sul ponte, l’attacco era su due fronti, il generale portoghese Pero Barroso attaccava dal di là del ponte, i rinforzi portoghesi alle spalle di Henry la cui invincibile armata non raggiungeva, numericamente, la metà delle forze nemiche
Henry dispose le truppe su due fronti, uno ,quello con grandi armi da lancio( catapulte e balestre) e buoni lancieri, per impegnare il nemico nel corpo a corpo, l’altro composto da qualche fante e le unità di cavalleria pesante per intercettare i rinforzi nemici e caricarli in campo aperto.
Le armate portoghesi avanzavano senza fretta, verso la trappola di Henry e appena furono a tiro, si scatenò su di loro tutta la potenza di tiro franca
La carneficina dei portoghesi, fu impressionante , ammassati com’erano sul ponte ,bloccati dai lancieri franchi sotto una pioggia di violentissimi dardi crociati , i nemici si vedevano sconfitti al primo assalto, iniziavano la rotta, i più impressionabili, e ci volle l’intervento del loro grande e carismatico generale Pero Barroso per ricomporre l’avanzata portoghese.
Intanto i rinforzi, marciavano velocemente per soccorrere i loro connazionali, mandarono avanti le truppe leggere più veloci.
Mentre il generale Barroso avanzava ancora facendo convogliare tutte le sue truppe per rompere lo sbarramento crociato.
Il generale Henry, mandò la cavalleria pesante franca ad annientare i cavalleggeri portoghesi e poi la spinse fino alle truppe di lancieri portoghesi.
Intanto i fanti portoghesi raggiunsero l’esercito franco, la morsa nemica era chiusa, i franchi ora erano in trappola, quando la nostra fanteria pesante riuscì a uccidere il capitano portoghese, incaricato dei rinforzi.
Le speranze portoghesi, si stavano spegnendo, il generale Barroso rischiò il tutto per tutto e si lanciò nella mischia per sfondare lo sbarramento franco e soccorrere i rinforzi che sfiduciati iniziavano la ritirata.
Questo intervento ribilanciava l’esito dello scontro, Barroso doveva morire, Henry caricò con tutta la sua potenza
Ma il generale Barroso si rivelò un osso troppo duro per i denti di Henry che cadde quel giorno, nel violento corpo a corpo on il rivale
Non era finita però, i nostri circondarono Barroso
Che sembrava immortale, benché colpito e ferito, non cadde mai e vinse,non senza gravissime perdite, la battaglia.
I due stati rivali, alla fine dell’anno 1229 erano in una situazione di stallo.
Granada bene assestata, ma ferita e costernata nell’animo, per la perdita del suo generale più promettente, rimaneva attonita e bloccata senza prospettiva, i Portoghesi, sebbene usciti vincitori dall’ultima battaglia, erano infiacchiti decimati e estremamente indeboliti per proseguire e tentare uno sfruttamento maggiore del vantaggio psicologico.
In questo contesto occidentale, in oriente la situazione del Regno era ormai stabile da anni, ma nel nord della Siria, i Mongoli dopo essersi portati avanti con le conquiste ai danni dei Rus e dei Cumani, iniziavano un leggero declino, in quanto i Rus erano davvero un potenza militare di primo piano nella politica internazionale.
Re Luquin “l tiranno” ,morì anziano nell’estate dell’ anno del Signore 1230, il nuovo re Guiot ,aveva intenzioni diverse dal suo predecessore, avido di guadagni facili e amante del campo di battaglia, ma di natura tutt’altro che temeraria né coraggiosa, non amava troppo la vita sedentaria di corte e marciò decisamente contro la preda più facile: la sguarnita e arretrata Alessandria d’Egitto.
Si rompeva così un equilibrio orientale , l’Egitto era una nazione seriamente compromessa, dalla precedente crociata al Cairo( ben mezzo secolo avanti ), non si riprese più dignitosamente, neppure il talentuoso Sal ad Din fu in grado di risollevare la situazione , i trattati bellici con l’Egitto erano aperti con molte nazioni Europee, compromettendo seriamente l’economia, che veniva spesa nella salvaguardia della fede sciita del Sultanato ,che vedeva i suoi imam morire assassinati da mani sconosciute.
I mercanti ,altra risorsa commerciale erano spesso vittime di attentati e di furberie finanziarie messe in atto dai più abili colleghi crociati.
L’Egitto sopravviveva per pietà di Gerusalemme, che non dava il colpo di grazia, ma che ora, voleva servirsi della ricca foce del Nilo e sfruttarla per mitigare la sete di guadagno facile dell’ambizioso nuovo re Franco
Sfondate facilmente le porte del decadente insediamento Egizio, si riversò per la via principale dell’antica fastosa città la fiumana crociata.
Re Guiot si getto alla guida dei suoi crociati contro il generale fatimide.
Il gesto facilmente coraggioso del nuovo Re, accese gli animi di stima sincera, ma ingenua del suo fedele esercito, che si precipito al suo fianco per trucidare la guarnigione nemica.
Mettendo così fine all’incompetente governo fatimide su Alessandria d’Egitto.
Alessandria fu presa e saccheggiata, con una facilità disarmante, che diceva molto sulle potenzialità fatimide.
Ma il re, non aveva alcun interesse a mettere fine alla dinastia islamica sciita, poiché poteva servirsene in qualunque momento.
Gli Egizi, raccolsero tutte le loro forze vicine per dare un segno, un messaggio, una parvenza di governo bellicoso e ancora degno.
Si radunarono in una armata forte di 540 uomini, per insidiare, minacciare o simulare un attacco.
Re Guiot, aveva il suo bel da fare, il nuovo insediamento era in uno stato di decadenza tale, da dover impiegare diversi fiorini, per renderlo florido e fruttuoso.
Il fastidio di un esercitello nemico e presuntuoso nelle già poco prolifiche campagne Alessandrine era intollerabile.
Ma on si mosse dlla sua nuova sede di governo e distaccò una armata di oltre 700 uomini, la cui spina dorsale era la terrificante e fidata cavalleria Teutonica.
L’inverno del 1230 l’armata distaccata da Alessandria sorprese su uno dei ponti del Nilo l’armata Fatimide
Il nemico aveva raccolto solamente fanti, ben equipaggiati sicuramente, ma senza alcuna possibilità di vittoria a causa della estrema versatilità, equipaggiamento e mobilità dell’esercito franco
Come nostra consuetudine, li investimmo di uno sciame di frecce infuocate, che accendevano le urla di dolore nemiche nella fresca serata egizia
Poi fu la volta della carica di fanteria pesante
Il nemico non potè far altro che voltarci le spalle e fuggire incontro alla morte
I Fatimidi erano stati annientati ,potevamo tornare ad Alessandria
Il re Guiot, avviò immediatamente i servizi diplomatici, che offrirono immediatamente la generosa pace al il Regno Fatimide ,che accettò immediatamente, riprendevano inoltre gli accordi commerciali con il popolo islamico sciita.
Il re Crociato, aveva aggiunto un importante tassello all’estensione Franca in oriente e guardava sempre più con avidità al Cairo, imponente e sfarzosa città in mano ai Turchi Selgiuchidi, ma occorreva molta prudenza , poiché la città era pesantemente armata e circondata de fortezze Selgiuchide, cariche di soldati.
"Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?"
Mt 16, 26