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Il Duca di Normandia espugnò Cagliari con la stessa facilità con cui aveva catturato Alghero, ma la conquista della Sardegna non si rivelò affatto un buon affare; i tentativi di riconquista dei mori lo avrebbero bloccato lì per circa un decennio, imponendogli uno sforzo difensivo assai dispendioso.
Durante quel tempo i Portoghesi vinsero la crociata, Castigliani e Aragonesi si batterono in continuazione fra Asti e Genova, e per il possesso della Corsica; dopo alterne vicende, però, furono i Milanesi ad ottenere il possesso dell’isola. Clement Poitevin instaurò relazioni commerciali con numerosi popoli, acquisendo anche preziose informazioni geografiche sul medio oriente.
Un altro emissario tentò di esasperare gli scozzesi per indurli a rescindere l’alleanza, ma non ebbe fortuna perché quelli ingoiarono con indifferenza ogni provocazione.
La questione britannica, però, non poteva restar condizionata dalle finezze diplomatiche.
Nell’estate del 1197 il corpo di spedizione guidato da Noel Chanteur, Principe di Galles, sbarcò a sorpresa presso il castello di Inbhir Nis e lo espugnò dopo breve combattimento.
Gli scozzesi reagirono assediando il castello di Bangor e minacciando Nottingham ma, lasciandosi coinvolgere in una scaramuccia con i Danesi, finirono per lasciar sgombra la via fra Inbhir Nis e la capitale; errore che pagarono perdendola, quando fu travolta da truppe ora guidate dal Duca d’Aquitania.
Persi due feudi, gli uomini in kilt ne guadagnarono uno, perché non fu possibile contrastare il loro attacco a Bangor; la piccola guarnigione locale fu sterminata dopo eroica resistenza e, per qualche tempo, nelle isole britanniche vi furono due principi di Galles.
Nell’inverno del 1199 le truppe dello Sceriffo di Nottingham e del Duca d’Aquitania si congiunsero a nordovest di York, e la strinsero d’assedio. Appurato che la guarnigione cittadina poteva contare sull’aiuto di due eserciti accampati fuori le mura, fu chiesto l’invio di ulteriori rinforzi da Nottingham. Dalla fortezza partirono due compagnie di lancieri e due di balestrieri, ma caddero nell’agguato teso dal falso Principe di Galles. Per quegli uomini non vi fu speranza, eppure il loro sacrificio non fu vano; non solo per le perdite causate al nemico, ma soprattutto perché costrinsero l’armata nascosta a rivelarsi, e ad allontanarsi dalla città.
I due valorosi condottieri si consultarono, e decisero di tentare il tutto per tutto; avrebbero assaltato la città, mal presidiata, cercando di battere sul tempo le forze soverchianti ancora accampate all’esterno.
Balista e catapulta inquadrarono il portone, i fanti ignorarono il tiro nemico e avanzarono subito per essere pronti a sciamare all’interno, i balestrieri tempestarono di dardi i difensori sulle mura. Quando la porta cedette l’irruzione fu immediata; i fanti ebbero un momento di crisi quando vennero investiti dalla carica della guardia del re, che però fu a sua volta investita dalla carica di cavalleria guidata dal Duca. Quell’intrepido perse la vita, ma York cadde prima che i rinforzi scozzesi giungessero a tiro di freccia.
Vilain l’Onesto, Sceriffo di Nottingham, non si trattenne in città che poche ore; abbandonò tutto alle fiamme, per abbattere la sua spada vendicatrice sul falso principe di Galles, ora asceso al trono; fece a pezzi lui e tutti i suoi seguaci, mentre un esercito danese si affrettava ad occupare le rovine fumanti.
Nella primavera successiva un nuovo monarca scozzese perse la vita sulle colline ad ovest di Nottingham, il che non bastò ad estinguere quel casato prolifico quanto branco di roditori.
Per sbarazzarsi di loro si sarebbe dovuto riprendere Bangor ma, onde non incorrere nuovamente in una scomunica, le operazioni vennero sospese sino all’inverno del 1203; a quel punto le forze nemiche vennero ingaggiate nella “battaglia della neve rossa”, e poi braccate nella loro ultima rocca.
Poco dopo iniziava il rastrellamento degli uomini in armi datisi al brigantaggio.
Nel frattempo, aderendo all’appello per la liberazione di Tripoli, il Duca di Normandia riprese la croce e sgominò gli ultimi eserciti moreschi presenti in Sardegna; ancora una volta, però, non fu in grado di lasciare l’isola, perché i milanesi intercettarono e distrussero le navi su cui progettava d’imbarcarsi.
L’estate dell’anno 1206 portò due notizie estremamente tristi: malgrado ogni sforzo, Venezia aveva conferito la Dogatura ad un illustre sconosciuto, tradendo le aspettative del Principe Volo; il Regno di Gerusalemme non esisteva più.