00 27/05/2010 21:45
beh erano i nomi che venivano dati alle unità...a volte con il passare del tempo capitava pure che dessero un nome nuovo ad unità "vecchie"...

i peltastoi per esempio non esistevano come corpo in se, esistevano alcuni fanti o cavalieri che erano armati ANCHE di giavellotti, così come esistevano quelli armati di fionde o di arco, assieme alle altre armi da mischia, ma unità specializzate di giavellottisti o arcieri o frombolieri non esistevano.
Tanto per farti un altro esempio spesso nelle fonti si confondono menavlatoi e kontaratoi ed altre unità armate di lancia perché un autore può riferirsi alla stessa unità in modi diversi a seconda anche della tradizione alla quale si rifaceva, per esempio un autore che voleva paragonarli alle grandi falangi macedoni avrebbe potuto chiamari sarissophoroi, ma questo non avrebbe cambiato la "sostanza"...fare ricerche di questo tipo non è facile, credimi...bisognerebbe però aver cura di non riportare nomi senza una base certa, se un autore chiama un'unità "tiziocaio" e spiega dettagliatamente com'era equipaggiata, ed un altro chiama un'unità "semproniogracco" riferendosi a faghe similitudini con quella del primo autore ma senza dare delle descrizioni complete ed accurate che la distinguano dall'unità descritta dal primo autore, bisognerebbe prendere per buona la più accurata ed al massimo annotare che tal autore nel tal secolo si riferisce a loro con questo tal nome, ma non creare un'altra unità dissimile dalla prima sopperendo alle vaghe informazioni dell'autore con la libera interpretazione. secondo me è meglio avere 5 unità certe che 10 di dubbia ricostruzione.
Ed ovviamente dipende tutto da quale e quanto materiale di prima mano si ha a disposizione da visionare. E' un lavoro delicatissimo da esperti.
[Modificato da Xostantinou 27/05/2010 21:51]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”