00 20/01/2011 16:05
ISTVAN HORVATH di ZAGREB alla famiglia.
Dicembre dell'Anno Domini 1168

Caro Ervin,
lo so che mi porti rancore a causa della mia assenza al funerale di nostra madre, ma ti prego di perdonarmi. Avevo ricevuto l'ordine di rimanere a Palazzo poichè si preparava il grande banchetto in onore di Vilmos Kazimierz, appena nominato Cardinale da Sua Santità il Papa. Inoltre non posso ancora muovermi da Pest, poichè si sta festeggiando la nascita della figlia di Konrad Piast e della Principessa Elisabetta, Irisko.
Ti prego fratello, perdonami. In questi giorni si stanno agitando le acque, ho sentito in Concilio discutere di una guerra contro i cumani! Il Re stava investendo Stefano III, suo primogenito, e Stracimir Nemanja, il governatore di Regen, dell'autorità di generali. Dovranno condurre un esercito alla conquista di Arges, al momento sguarnita, e liberare la città dal dominio pagano.
Non lo direi a voce alta, ma sono scettico nei confronti di quest'impresa: le casse piangono, il tesoro ammonta a pochi bisanti. Come si può sostenere un assedio in queste condizioni?
So da fonti certe che il Re ha appena sprecato 500 bisanti per richiedere al Papa una crociata contro Azaq. Sua Santità ha gentilmente rifiutato, non esitando a incassare però la sua tariffa! Caro Ervin, non sono più sicuro che ci si possa fidare di un'autorità lontana come è quella del Papa: forse perso nelle sue ricchezze, il Santo Padre dimentica la devozione dimostrata dal popolo magiaro? Eppuure il Re è tranquillo e continua a ordinare sacerdoti cattolici e a eseguire gli ordini del Papa. In Ungheria ormai non c'è città in cui non si stia costruendo edifici religiosi.
Vi invio con questa lettera metà dei miei guadagni, sperando che vi possano essere d'aiuto: alla mia famiglia basta poco, perchè il vitto e l'alloggio sono offerti dal Sovrano.
Con affetto,
Istvàn.
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