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Parte I: Tradimento
Anno 1253.

Sono tempi duri per il Basileus. Il grande Impero costruito dai suoi antenati è nelle sue mani da circa dieci anni. Dopo l'inaspettata morte del padre, lui venne richiamato con urgenza dalla neoconquistata provincia di Zagreb verso la Capitale per l'incoronazione tanto attesa nella sua vita, ma anche tanto temuta.

La verità è che non si sentiva pronto per avere un incarico del genere, non era mai stato portato per la guerra nè per l'amministrazione e i Nobili lo sapevano.

Il Basileus Manuele II Comneno aveva circa quarant'anni, ed era universalmente ritenuto un folle con poca esperienza e poca volontà, ma non pericoloso. Un burattino nelle mani del Consiglio.

Nei dieci anni successivi aveva espanso ulteriormente l'Impero. Aveva preso Pest e spazzato via gli Ungari (o Magiari, come si ostinavano a voler essere chiamati) dalla storia. Aveva dichiarato guerra agli autoproclamati "Padroni del Mediterraneo", i Veneziani. Quegli stolti credevano di dominare incontrastati nelle acque senza nemmeno immaginare le dimensioni della loro vanagloria.
Furono colpiti duramente, spezzati in cinque anni senza nemmeno la possibilità di reagire, i loro eserciti spazzati via dai Balcani, il loro sovrano umiliato.

La presa della cittadella di Pola fu semplice. La terza Legione, comandata da un fidato familiare, Andronico di Adana, il figlio di un Milanese che aveva ricevuto l'onore di entrare a far parte della corte del precedente Basileus, aveva incontrato scarsa esistenza, e non aveva avuto la minima difficoltà nel prendere le mura.

Poi fu la volta della Serenissima e di Ancona.

La terza Legione si occupò di Venezia, e la prese senza dover attaccare le muram mentre una quarta cinse d'assedio Ancona e dopo sei mesi fu dominio incontrastato del Basileus.

Manuele era molto soddisfatto del suo operato e confidava nel fatto che suo padre avrebbe compiuto le stesse mosse. La nobiltà non era dello stesso parere, ma tennero per loro le perplessità.

L'alleanza stipulata da tempo immemore con i Cumani era sul filo di una lama.
Raramente si erano forniti aiuto reciproco ed in realtà era stata stipulata solo per tenere sicuri i confini a nord dell'Impero.
Il prezzo per quella debole alleanza era stata l'isola di Creta.
Fortunatamente una ribellione della popolazione l'aveva portata all'indipendenza. Il Basileus decise di inviare un debole contingente di truppe, supportate spiritualmente da due sacerdoti, per riprenderne il controllo.
Dopo un anno Creta era di nuovo Bizantina. Non venne restituita ai barbari Cumani, e questo li contrariò.

Poi c'erano i Mongoli.
Messi inviati ai confini ad est riferivano che stavano mettendo a ferro e fuoco le steppe e le regioni armene.
Manuele pensava di intuire le motivazioni che spinsero suo padre ad allearsi con loro. Aveva paura.
Non timore distaccato per un pericolo remoto, ma vera a propria paura.
Era sempre stato un uomo lungimirante, e come tale veniva rispettato. Nessuno osava mettere in discussione le sue decisioni.
Cedette l'insediamento di Chandax ai Mongoli in cambio dell'alleanza, e gli concesse un generosissimo tributo per centocinquant'anni.
Più i Mongoli espandevano i loro domini, più il consiglio era felice di questa decisione, seppur umiliante.

Nel 1251 i Mongoli decisero di attaccare i Cumani ai loro confini a nord. Entrambi i popoli chiesero ausilio militare.
Oramai l'alleanza con i Cumani aveva esaurito la sua utilità. Il Basileus prese la sua decisione.


Scusate, ragazzi, continuo al più presto
[Modificato da Tomas Torquemada 28/01/2011 23:01]
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