00 30/07/2009 12:53
ciò che hai detto è scorretto, se conoscessi profondamente la cultura cinese in primis e la cultura giapponese in secundis scopriresti che hai sbagliato. L'acciaio in europa non esisteva, casomai un parallelo si può fare col l'acciaio indiano urukku che influenzerà in seguito quello più celebre di Damasco, che solo in seguito raggiungerà l'europa. Prima di questo l'europa usava unicamente del ferro "dolce", difatti l'archeologia conferma che anche le spade romane, ben più avanzate tecnologicamente di quelle celtiche e germaniche dello stesso periodo come tecnica metallurgica, erano comunque troppo deboli per reggere uno scontro lama contro lama senza perdere il filo ed anche l'urto sul legno alla lunga era deleterio. Viceversa le katane (dal IV secolo d.C.) giapponesi (in acciaio al carbonio stratificato) erano progettate innanzitutto per una scherma priva di scudo dove a parare era il corpo stesso della lama.

le tecniche di lotta occidentali sono nate ben prima del cristianesimo, quindi lascia stare la religione, ed erano una forma molto rude se paragonata alle millenarie arti cinesi che sono una spanna superiori per tecnica a quelle giapponesi, più vicine a quelle occidentali

nell'asia non c'erano più periodi di pace, studia la storia della cina...

i cavalieri si addestravano e basta, non altri, in asia tutti conoscevano rudimenti di arti marziali perché faceva parte della cultura, senza contare i cavalieri occidentali si esercitavano sulla cavalleria da urto, la spada e la mazza, appena saltava fuori un fesso con una balestra erano morti. Confidavano sulla propria forza fisica e sulla robustezza della propria armatura. Non c'è paragone nemmeno con la guardia degli Immortali, che erano molto più specializzati dei cavalieri occidentali, e nonostante questo come tecniche a corpo libero non avevano nemmeno lontanamente l'addestramento di un monaco cinese (figurarsi di un guerriero professionista).
[Modificato da Xostantinou 30/07/2009 12:54]



------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”