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Dilemma sui Mongoli

Ultimo Aggiornamento: 08/12/2009 23:18
28/08/2009 17:32
 
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Nessuno avrebbe pensato che un nemico, sottomesso, e lasciato intatto avrebbe collaborato...in fondo, credo che se anche il mio nemico mi lasciasse in vita, sarebbe sempre il mio nemico...e per tornare al Sun Tzu, quel testo si riferisce più che altro alla guerra a scopo difensivo, se non ricordo male
28/08/2009 17:58
 
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sai, credo che ciò sia più che altro dovuto ad un altro discorso, quello della cultura, della mentalità...ti riporto un aneddoto mitizzato probabilmente, ad esempio di ciò che intendo:

"prima di iniziare una battaglia, un principe cinese sfidò il suo rivale a duello. Questi accettò ed il principe gli accordò il privilegio di poter scoccare la propria freccia per primo. Il suo rivale incoccò la freccia, la scagliò e mancò il principe. Quando stava per incoccare la seconda, il principe lo interruppe dicendogli "se non mi concedi il mio turno per tirare, sei un vigliacco". Il rivale disarmò l'arco ed attese, il principe scoccò la propria freccia e lo uccise. Successo ciò l'esercito del rivale venne congedato con onore."



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


29/08/2009 14:13
 
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Sì, ma in effetti questo credo si riferisca ad un periodo anteriore al Sun Tzu...all'epoca dei Regni Combattenti, non credo proprio che vigessero ancora queste regola d'onore
29/08/2009 15:26
 
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beh queste regole d'onore in Cina (così come in Giappone fino al XX°) sono arrivate fino all'epoca delle invasioni mongole...



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
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"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


29/08/2009 15:59
 
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Be', da quanto mi risulta, e cioè da quanto è scritto nel commentario della mia edizione del Sun Tzu, all'epoca degli Stati Combattenti quella mentalità era molto lontana da quanto accadeva sui campi di battaglia, e se si guarda a colui che è diventato imperatore alla fine di quelle sanguinose guerre, Chi Huangdi, credo che sia abbastanza vero
29/08/2009 17:47
 
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un imperatore pragmatico capita sempre...



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So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

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E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
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30/10/2009 19:22
 
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Scudiero

Anche gli Osmanli -lanciavano prima dell'invasione vera e propria- ondate di cavalleria leggera dedita al massacro e al saccheggio per poi tornare nel corpo principale dell'esercito, tutto per creare il terrore della potenza degli Oguz figli di Osman.
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Varamyr detto "Seipelli", metamorfo, padrone di tre lupi, una pantera-ombra e un orso bianco.



"Il Re è pronto a dare come è pronto nella sua mano l'acciaio indiano il giorno della battaglia.
L'aurora della sua fronte brilla nelle tenebre al punto che la luce del sole sembra anch'essa invidiare l'eroe."

'Umar ibn Hasan, qasida per Ruggero II, Re di Sicilia, Calabria e Puglia


Quandi attacchi, attendi il momento giusto.
Quando attendi, resta sospeso come il masso sul ciglio di un precipizio profondo mille metri.
Quando arriva il momento giusto, annullati nell’attacco, come il masso che precipita nel vuoto.

Suzume-no-kumo



"Se vado avanti morirò.
Se torno indietro morirò.
Io vado avanti"

Antico detto malese
08/12/2009 23:18
 
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Scudiero
Però a mio parere il discorso del Sun Tzu andrebbe interpretato in maniera differente: ritengo che conquistare intero ed intatto il nemico significhi principalmente (in campo bellico naturalmente) ridurlo il più rapidamente possibile nell'incapacità di reagire, costringendolo dunque ad arrendersi. E uno dei modi migliori perchè un nemico non riesa a reagire è che sia convinto di non poter reagire. Ecco quindi che i mongoli rappresentano un perfetto esempio di applicazione di questo principio: un rapido massacro che convince tutti coloro che ne hanno notizia ad arrendersi. Non dimentichiamo che i mongoli non devastavano nazioni, bensì città.
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