Medieval 2 Total War
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Ultimo Aggiornamento: 14/05/2012 14:12
29/12/2010 11:29
 
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Principe



SCHEMA GENERALE
---------------

Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- infantry light spearmen AOR town (borgo)
3- infantry medium spearmen AOR large_town (cittadina)
4- infantry heavy spearmen PEN city (città)
5- infantry pro spearmen PRO large_city (metropoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- infantry light AOR town (roccaforte)
3- infantry medium AOR large_town (castello)
4- infantry heavy PEN city (fortezza)
5- infantry pro PRO large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- cavalry light AOR town (borgo o roccaforte)
3- cavalry missile AOR large_town (cittadina o castello)
4- cavalry heavy PEN city (fortezza)
5- cavalry light pro PRO large_city (cittadella)
5- cavalry missile pro PRO large_city (cittadella)
5- cavalry heavy pro PRO large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- missile light AOR town (borgo o roccaforte)
3- missile medium AOR large_town (cittadina o castello)
4- missile heavy PEN city (città)
5- missile pro PRO large_city (metropoli)

Marinai:
1- seamen infantry PEN city (città)
2- seamen missile PEN large_city (metropoli)
2- seamen spearmen PEN huge_city (megalopoli)

Fabbri:
1- Cuoio - village (villaggio o forte)
2- Borchie - town (borgo o roccaforte)
3- Cotta leggera - large_town (cittadina o castello)
4- Cotta pesante - city (città o fortezza)
5- Piastre ferree - large_city (metropoli o cittadella)
6- Piastre d'acciaio - huge_city (megalopoli)

Legenda:
AOR = truppe miliziane \ leve feudali (ferma annuale)
PEN = truppe pensionate \ guardie personali (ferma pluriennale)
PRO = truppe professionali (ferma perpetua)



CONTEA DI SAVOIA
----------------

Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Miliciens (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Brigands (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquiers (picca) PEN city (città)
5- Piquiers de l'Ordonnance (picca) PRO large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- Flambergers (spadone) PRO huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Clientes (spada) AOR town (roccaforte)
3- Gaite (spiedi) AOR large_town (castello)
4- Gardes Suisses (alabarda) PEN city (fortezza)
5- Hallebardiers de l'Ordonnance (alabarda) PRO large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Écuyers Savoyards (spada) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Argoulets Savoyards (arco) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Lancers Savoyards (lancia) PEN city (fortezza)
5- Chevau-léger de l'Ordonnance (lancia) PRO large_city (cittadella)
5- Guard d'Honneur de l'Ordonnance (arco) PRO large_city (cittadella)
5- Géndarmes de l'Ordonnance (lancia) PRO large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Archers valdotèn (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Arbalestriers d'Acaja (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Gens de Trait (pistola) PEN city (città)
5- Enfants Perdus de l'Ordonnance (archibugio) PRO large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Miliciens}Miliciens
{Miliciens_descr}"Le mosse del marchese non erano sfuggite però allo spionaggio sabaudo: il principe, assistito da Pierre Marchand, appena gli giungono i primi avvertimenti circa le intenzioni del Paleologo, raduna truppe, chiama a se il maresciallo di Saluzzo e prepara la riunione di tutte le milizie del Piemonte."\n
Archivio Lombardo, XV secolo\n\n
"[Vi è] un pericolo consistente nel dare al popolo minuto più autorità di quanta gliene competa [...] Non vi è più gran follia in un principe, oso dire, che voglia tenere la sua signoria saldamente in pugno e in pace, che quella di dar licenza al popolo minuto di armarsi."\n
Christine de Pizan\n\n
In caso di emergenza, i signori francofoni del Delfinato, della Provenza e del Piemonte possono ordinare la formazione di una truppa costituita da miliziani ("miliciens") dei borghi, non molto esperti di guerra ma utili per presidiare posizioni strategiche o per mantenere il controllo dell'ordine pubblico. Il loro tipico equipaggiamento prevede cappello d'arme ("chapel de fer"), pancera o brigantina a protezione del busto e lancia leggera, lunga circa due metri, la quale può essere usata in mischia contro altri fanti oppure in formazione serrata contro la carica della cavalleria leggera nemica; non resisterebbero invece contro la cavalleria pesante. Provvedono da soli al proprio sostentamento quando sono in un insediamento.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde, saluzzesi, monferrine, provenzali, francesi.
{Miliciens_descr_short}Lanceri miliziani francofoni, dotati di cappello d'arme e pancera.

{Brigands}Brigands
{Brigands_descr}"Nei documenti sabaudi il termine brigandus comincia ad alternare con cliens (servitore), che aveva indicato sino allora in modo esclusivo il fante reclutato nelle castellarne."\n
Documento sabaudo del XIV secolo\n\n
"Appena fu nota la marcia del marchese su Asti, immediatamente partirono a quella volta trecento briganti [...] prima avanguardia [sabauda]."\n
Archivio Lombardo, XV secolo\n\n
Quando i "miliciens" dei borghi si mostrano inadatti a causa della scarsa esperienza e dell'equipaggiamento sommario, i signori delle regioni francofone ricorrono alla più preparata milizia dei briganti ("brigands"), termine col quale si indicano uomini di cattiva reputazione, riuniti in bande, dediti alle scaramucce e al sacco. Sono dotati di cappello d'arme ("chapel de fer"), cotta di maglia e lancia lunga almeno 3 metri, che li rende adatti a sostenere l'impatto della cavalleria, anche in virtù della capacità di disporsi in difesa ad anello. Ciononostante non possono contrastare a lungo le devastanti cariche della cavalleria pesante nemica.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde, saluzzesi, monferrine.
{Brigands_descr_short}Lanceri miliziani francofoni, dotati di cappello d'arme e cotta di maglia, in grado di formare la difesa ad anello.

{Piquiers}Piquiers
{Piquiers_descr}"Sia designato un uomo di buona autorità [...] che recluti con costrizione e autorità fino a duemila picchieri per rinfrescare gli effettivi dell'armata ducale [...] questi picchieri dovranno essere fra i più esperti nella guerra che possano trovarsi e che abbiano l'età e la corporatura atte a reggere e a sopportare le fatiche, le discipline e le opere richieste e necessarie in guerra. Essi riceveranno cinque franchi per equipaggiarsi di giachi e usberghi con maniche e con il braccio destro ricoperto di maglia di ferro a piccole scaglie [sul braccio sinistro porteranno uno scudo]."\n
Ordine del cancelliere borgognone Hugonet, 1472\n\n
Il picchiere è un punto fermo delle guerre tardomedievali. Questi picchieri francofoni ("piquiers"), provvisti di cotte pesanti e di solide corazze a protezione del busto, sono dotati di ragionevole addestramento e sono in grado di tenere egregiamente una posizione difensiva. La corazza li protegge dai tiratori, rendendoli praticamente invulnerabili; la loro marcia può essere bloccata solo mediante la carica di una cavalleria d'elite, ma anche questo espediente potrebbe risultare inutile... La sola speranza per i nemici è disporre di una schiera di picche altrettanto temeraria.
{Piquiers_descr_short}Picchieri francofoni, dotati di corazze, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Piquiers_Ordonnance}Piquiers de l'Ordonnance
{Piquiers_Ordonnance_descr}

Il sistema noto come "ordonnance" è il primo tentativo, effettuato da parte dei sovrani francesi della seconda metà del XV secolo e dei duchi di Savoia nella prima metà del XVI secolo, di dotarsi di un esercito professionale, abbandonando il tradizionale ricorso alla milizia cittadina, alla leva feudale e soprattutto all'inaffidabile pratica del mercenariato. Costoro sono dotati di elmetti metallici e delle più evolute e costose armature in corazze di piastre, che indossano sotto i tipici completi a sbuffo; impugnano una lunga lancia e sono in grado di formare una selva impenetrabile per la cavalleria nemica. Vengono usualmente affiancati da altre truppe professionali di fanteria pesante (alabardieri) e tiratori (archibugieri).
{Piquiers_Ordonnance_descr_short}Picchieri francofoni professionali, dotati di evolute e costose corazze di piastre e in grado di formare una impenetrabile selva di lance.

{Flambergers}Flambergers
{Flambergers_descr}"Spadone Svizzero, a biscia, in uso durante il XVI secolo, da non confondersi con la spada a due mani [...] aveva la lama a biscia (dal francese Flamboyante), [...] gli spadai Italiani si riferirono sempre a questo tipo di lama come "a biscia" in quanto imita la forma di una serpe quando striscia sul terreno."\n
Jacopo Gelli, Guida del raccoglitore e dell'amatore di armi antiche\n\n
La flamberga ("flammenschwert" in lingua tedesca, "flamberge" in lingua francese) è un tipo di spadone a due mani di dimensioni enormi (superiori alla "zweihänder": oltre 2 metri per più di 7 kg di peso) usato nelle parate o per equipaggiare le guardie di palazzo durante il Rinascimento. Elemento costitutivo dell'arma è la lama, caratterizzata da un tagliente interamente ondulato, in foggia di fiamma (da cui il nome di questa spada), e da dei denti d'arresto ("parierhaken") molto accentuati, sia per dimensioni che per foggia. Le flamberghe apparvero in Europa poco dopo i normali zweihänder, nel XVI secolo. Già gli spadoni dei "doppelsöldner" lanzichenecchi avevano parte del tagliente ondulato, forse per garantire loro una maggior capacità di taglio ai danni delle aste lignee delle picche. L'urto tra una lama diritta, in attacco, ed una lama flambard, in difesa, provoca un considerevole aumento della forza peso scaricantesi tramite vibrazioni dalla lama che para sulla lama che attacca. Ad ulteriore protezione dei flamberghieri vi è comunque la solida corazza di piastre indossata sotto il completo a sbuffo.
{Flambergers_descr_short}Soldati scelti, esperti spadieri, dotati di flamberga a due mani e corazza sotto le vesti.

{Clientes}Clientes
{Clientes_descr}"Nei documenti sabaudi il termine brigandus comincia ad alternare con cliens (servitore), che aveva indicato sino allora in modo esclusivo il fante reclutato nelle castellarne."\n
Documento del XIV secolo\n\n
"I clienti erano armati di un giaco, o diploide, d'uno scudo, d'una cervelliera ossia cuffia di ferro, e di spada."\n
Luigi Cibrario, Della economia polidica del Medioevo\n\n
"Esso era difatti l'edificio più importante di cui Filippo disponeva in città dal momento che nel 1298 vi stazionavano otto clientes e due gaite, mentre soltanto tre clientes e una gatta presidiavano il «castrum porte Segusine"\n
Giuseppe Sergi, Storia di Torino\n\n
Nei documenti savoiardi del XIV e XV secolo si indicano come "clientes" (in seguito frequentemente tradotti in idioma italico come "censuari") quegli uomini che, nel sistema feudale tardo-medievale, si trovano in una condizione media tra i servi della gleba e gli uomini liberi. In guerra, costoro erano tenuti all'adempimento dei doveri militari e rispondevano alla chiamata dei signori locali armati di spada e scudo. Una guarnigione di questo tipo conta guerrieri poco esperti ma può presidiare senza problemi una roccaforte; in battaglia campale si rivelano utili in combinazione con lanceri e tiratori, proteggendoli con il loro muro di scudi, ma non si dovrebbe fare troppo affidamento su di loro, soprattutto in mischie prolungate. Sono infatti privi di protezioni pesanti e indossano solo un cappello d'arme ("chapel de fer") e un giaco rinforzato.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde, saluzzesi, monferrine
{Clientes_descr_short}Dotati di giachi protettivi, spade e scudi, essi sono utili come guarnigione e possono formare un muro di scudi.

{Gaite}Gaite
{Gaite_descr}"Esso era difatti l'edificio più importante di cui Filippo disponeva in città dal momento che nel 1298 vi stazionavano otto clientes e due gaite, mentre soltanto tre clientes e una gatta presidiavano il «castrum porte Segusine."\n
Giuseppe Sergi, Storia di Torino\n\n
"Mommegliano, principal fortezza della Savoia nel 1263, non avea più che dieci uomini tra clienti e gaite, ossia vedette, l'ufficio delle quali era di speculare dall'alto delle torri il paese e dar segno delle novità che scorgevano, col corno di terra o di legno, di cui erano muniti. Il castello di Bard, chiave della Valle d'Aosta, avea otto clienti e quattro vedette; quindici tra clienti e vedette [aveva] la città di Torino nel secolo XIV. Ma ad ogni sospetto di guerra la guarnigione veniva raddoppiata ed anche quadruplicata."\n
Luigi Cibrario, Della economia politica del Medioevo\n\n
Le "gaite" (note anche come "guaite" o "gatte") sono corpi di guardia utilizzati per presidiare i castelli e, all'occorrenza, per formare un nucleo solido al centro dello schieramento in battaglia. Il nome di questa unità deriva dal termine di origine longobarda "waitha", che significa proprio "guardia", e che in seguito (vi sono attestati comunali piemontesi e umbri che lo riportano fino al XVI secolo) venne usato per indicare anche i quartieri e i settori in cui venivano divisi gli insediamenti e i contadi circostanti. Si tratta di fanti coscritti nel sistema feudale locale, dotati di cotte di maglia e di qualche arma di origine contadina, solitamente un falcione, con il quale fronteggiano ogni forma di fanteria nemica. Sono vulnerabili alla cavalleria.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde, saluzzesi, monferrine
{Gaite_descr_short}Fanteria feudale dotata di cotte di maglia e temibili falcioni.

{Gardes_Suisses}Gardes suisses
{Gardes_Suisses_descr}"Fu per primo Luigi XI di Francia e selezionare dei mercenari elvetici quali proprie guardie del corpo nel 1480 [...] La posizione degli svizzeri presso la corte di Francia si consolidò sistematicamente negli anni successivi, anche grazie alla definitiva rottura tra la Confederazione Elvetica ed il pericoloso duca di Borgogna, ed entro il 1496 la guardia era composta da 100 effettivi elvetici: i Cent Suisses.\n
Cronaca francese, XV secolo\n\n
"Con l'aprirsi del XVI secolo e l'aggravarsi delle relazioni tra i potentati europei causa le Guerre d'Italia, il Papa decise di imitare il sovrano francese [Luigi XI] e di circondarsi di un fidato numero di mercenari elvetici preposti alla protezione della sua "sacra persona". Già Sisto IV aveva concluso nel 1479 un accordo con la Confederazione che prevedeva la possibilità di reclutare mercenari elvetici. Papa Giulio II arruolò 150 svizzeri come proprie guardie nel 1526. Dopo la strenua fedeltà dimostra durante il Sacco di Roma (1527), la Guardia Svizzera Pontificia divenne una vera e propria istituzione del Papato."\n
Cronaca romana, XVI secolo\n\n
"Dopo il Re di Francia ed il Papa, fu il Duca di Savoia, Emanuele Filiberto, ad affidare la propria incolumità ad un corpo di guardie svizzere nel 1579. [...] Emanuele Filiberto, non avendo modo di utilizzare le migliaia di fanti che il trattato lo autorizzava ad arruolare, manifestò la sua amicizia verso i cantoni aumentando nel 1579 la sua guardia personale di una compagnia svizzera, su 3 ufficiali e 70 soldati. [...] Gli elvetici vennero poi confermati dal giovane duca Carlo Emanuele di Savoia quando succedette al padre l'anno successivo (1580). [...] Carlo Emanuele I istituì la Guardia Svizzera (o Cento Svizzeri della Guardia)."\n
Cronaca sabauda, XVI secolo\n\n
Guardie svizzere ("gardes suisses" in francese, "schweizergarde" in tedesco) è il nome dato ai mercenari svizzeri che hanno prestato servizio come guardie del corpo, guardie cerimoniali e guardie del palazzo presso le corti d'Europa sin dal tardo XV secolo. Sono tenute in grande stima sia per il valore militare che per la disciplina e la fedeltà nei confronti del signore cui giuravano obbedienza. Costoro rappresentano una fedele guardia personale, investita del compito di difendere il proprio signore sia in patria che durante le missioni di guerra. Ferocemente leali, sono guerrieri provenienti dai cantoni cattolici e francofoni della Confederazione elvetica; queste truppe scelte sono armate di alabarda e protetti da corazza di piastre. Rinomata in tutta Europa per la sua eccellenza, la guardia svizzera è adatta a proteggere le supreme figure politico-religiose come i Re di Francia, i Papi o i Duchi di Savoia.
{Gardes_Suisses_descr_short}Guardia elvetica scelta per la protezione del sovrano, sia in patria che sui campi di battaglia, armata di alabarda e corazza di piastre.

{Hallebardiers_Ordonnance}Hallebardiers de l'Ordonnance
{Hallebardiers_Ordonnance_descr}"[Al posto dei franchi arcieri (francs-archers), Luigi XI] mobilitò truppe appiedate dette alabardieri, armate di armi simili a quelle dei franchi arcieri e avevano, anziché archi, lunghi bastoni ferrati che i Fiamminghi chiamavano picche, o larghe asce come i fanti tedeschi."\n
Thomas Basin, Histoire de Luois XI\n
"[Luigi XI] arruolò in Normandia, al posto dei franchi arcieri (francs-archers), 4000 fanti alabardieri e in tutto il regno ne fece assoldare in proporzione, e benché restassero tranquillamente in casa propria, fece distribuire loro, come soldo ordinario, cinque franchi al mese."\n
Cronaca francese del XV secolo\n\n
Il sistema noto come "ordonnance" è il primo tentativo, effettuato da parte dei sovrani francesi della seconda metà del XV secolo e dei duchi di Savoia nella prima metà del XVI secolo, di dotarsi di un esercito professionale, abbandonando il tradizionale ricorso alla milizia cittadina, alla leva feudale e soprattutto all'inaffidabile pratica del mercenariato. Questi fanti sono ben protetti dalle corazze metalliche che indossano sotto i completi a sbuffo, e sono dotati di alabarde. Vengono impiegati a supporto delle altre truppe professionali, i picchieri e gli archibugieri.
{Hallebardiers_Ordonnance_descr_short}Alabardieri francesi professionali, dotati di leggere corazze di piastre e alabarde.

{Ecuyers_Savoyards}Écuyers Savoyards
{Ecuyers_Savoyards_descr}"Fin dal tempo di Amedeo VII (1383-1391), chiamato il Conte Rosso per il colore che egli prediligeva nel suo abbigliamento, i regnanti di Savoia si sono dotati di un corpo di scudieri a cavallo. Costoro, comandati da un capitano e con tre trombettieri, tutti savoiardi, espletano le funzioni militari degli addetti alla persona del Conte di Savoia, affiancando gli arcieri a cavallo e la cavalleria pesante. Arcieri e scudieri dipendono dapprima dal Maestro di Palazzo, poi dal Gran Scudiero. Il primo ordinamento regolare del complesso della Casa Ducale è contenuta nei "Decreta seu Statuta" del 1430 di Amedeo VIII, primo Duca di Savoia."\n
Documento sabaudo, XV secolo\n\n
Gli scudieri sabaudi ("Écuyers Savoyards" in francese), reclutati in tutto il Piemonte, sono composti da giovani provenienti dall'emergente borghesia cittadina o dai ranghi inferiori della nobiltà feudale in declino. Essi assolvono ai compiti tipici degli scudieri: assistono i cavalieri pesanti ("lancers") e i tiratori a cavallo, affiancandoli sul campo di battaglia, dove svolgono azioni di disturbo e schermaglia, e si occupano di imprigionare o dare il colpo di grazia ai feriti. In battaglia, gli scudieri sabaudi sfoggiano cappello d'arme ("chapel de fer"), giachi imbottiti, piccolo scudo rotondo e spada per la mischia. E' vietato loro combattere con la lancia, prerogativa dei veri milites.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde
{Ecuyers_Savoyards_descr_short}Scudieri sabaudi, dotati di giachi imbottiti, piccoli scudi rotondi e spada per la mischia.

{Argoulets_Savoyards}Argoulets Savoyards
{Argoulets_Savoyards_descr}"Fin dal tempo di Amedeo VII (1383-1391), chiamato il Conte Rosso per il colore che egli prediligeva nel suo abbigliamento, i regnanti di Savoia si sono dotati di un corpo speciale di arcieri a cavallo. Costoro, comandati da un capitano e con tre trombettieri, tutti savoiardi, hanno compiti di vigilanza all'interno e all'esterno del palazzo del Conte di Savoia; le funzioni militari degli addetti alla sua persona sono adempiute dagli Scudieri. Arcieri e scudieri dipendono dapprima dal Maestro di Palazzo, poi dal Gran Scudiero. Il primo ordinamento regolare del complesso della Casa ducale è contenuta nei "Decreta seu Statuta" del 1430 di Amedeo VIII, primo Duca di Savoia."\n
Documento sabaudo, XV secolo\n\n
Gli arcieri a cavallo sabaudi, detti anche arcoletti o arcoleti ("Argoulets Savoyards" in francese), reclutati in tutto il Piemonte, sono composti da giovani provenienti dall'emergente borghesia cittadina o dai ranghi inferiori della nobiltà feudale in declino. Essi assolvono ai compiti tipici dei tiratori a cavallo: assistono i cavalieri pesanti ("lancers") affiancandoli sul campo di battaglia, dove svolgono azioni di disturbo e schermaglia. In battaglia, gli arcoletti sabaudi sfoggiano bacinetto, cotte di maglia, arco semplice (più diffuso dell'arco lungo inglese e del riflesso piemontese di origine orientale) e spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde
{Argoulets_Savoyards_descr_short}Arcieri savoiardi a cavallo, dotati di cotte di maglia, arco e spada per la mischia.

{Lancers_Savoyards}Lancers Savoyards
{Lancers_Savoyards_descr}"Senza compromettersi [...] il duca di Savoia mascherò il suo intervento giovandosi della tradizione dei nobili di Savoia di prender liberamente servizio sotto altri principi senza venir meno ai loro obblighi feudali. Come molti cavalieri savoiardi servivano sotto le insegne borgognone, a centinaia adesso, sotto la guida di Francois de la Palud, sire di Varambon, e di Louis Marechal, accorsero all'appello del principe d'Orange. La partecipazione di più che trecento lance sabaude alle operazioni [...] mossero il governatore del Delfinato, Raoul de Gaucourt, ad intervenire presso Amedeo VIII perchè riprendesse nettamente la sua posizione di neutrale. Ma il duca di Savoia [...] d'altra parte rispondeva che i suoi nobili avevano libertà di uscire dalla patria loro e di mettersi al servizio di chiunque li chiamasse per un antico diritto ch'egli non poteva togliere".\n
Archivio Lombardo\n\n
Scudieri e arcoletti sabaudi rappresentano le tipiche truppe montate reclutate nel territorio piemontese, ma la vera cavalleria feudale rimane quella proveniente dal ceto nobiliare dei milites. I lanceri sabaudi ("lancers savoyards" in francese) sono cavalieri pesanti avvezzi alla guerra, avendo combattuto nelle guerre tra Francesi e Borgognoni, ma piuttosto indisciplinati e poco inclini a obbedire ai dettami del Duca. Essi sfoggiano solide corazze di piastre e i tipici elmi chiusi alla savoiarda (con tanto di grotteschi visi disegnati), cavalcando su destrieri ben protetti da pesanti bardature che, sebbene limitino l'agilità di manovra, rendono davvero devastante le loro cariche.
{Lancers_Savoyards_descr_short}Lanceri savoiardi, dotati di armature pesanti, lancia e spada per la mischia.

{Chevau_Leger_Ordonnance}Chevau-léger de l'Ordonnance
{Chevau_Leger_Ordonnance_descr}"La lancia completa o guarnita [...] comprende almeno sei uomini e sei cavalli: l'uomo d'arme, i suoi due ausiliari, più due arcieri a cavallo che avevano a disposizione, in comune, un valletto o un servitore a cavallo."\n
Regola del reclutamento delle lance francesi, 1445\n\n
Il sistema noto come "ordonnance" è il primo tentativo, effettuato da parte dei sovrani francesi della seconda metà del XV secolo e dei duchi di Savoia nella prima metà del XVI secolo, di dotarsi di un esercito professionale, abbandonando il tradizionale ricorso alla milizia cittadina, alla leva feudale e soprattutto all'inaffidabile pratica del mercenariato. I cavalleggeri francesi ("chevau-léger") sono unità create ad imitazione degli omologhi guerrieri borgognoni: protetti da un armatura più leggera della corazza da "homo d'arme", presentano la caratteristica celata alla borgognona e una lancia pesante. Il cavallo è senza barda, l'impatto è di poco inferiore alla cavalleria pesante vera e propria; ma la rapidità di manovra è decisamente superiore. Dopo la carica, sfoderano le spade per il corpo a corpo. Entra in uso l'abitudine di rendere le armature nere piuttosto che polite per nascondere la minor qualità della rifinitura delle armature "da munitione" rispetto a quelle "da corazza".
{Chevau_Leger_Ordonnance_descr_short}Armate di lancia e spada ma dotate di armature più leggere, queste unità francesi professionali montano cavalli scoperti.

{Guard_Honneur}Guard d'Honneur de l'Ordonnance
{Guard_Honneur_descr}"La lancia completa o guarnita [...] comprende almeno sei uomini e sei cavalli: l'uomo d'arme, i suoi due ausiliari, più due arcieri a cavallo che avevano a disposizione, in comune, un valletto o un servitore a cavallo."\n
Regola del reclutamento delle lance francesi, 1445\n\n
Il sistema noto come "ordonnance" è il primo tentativo, effettuato da parte dei sovrani francesi della seconda metà del XV secolo e dei duchi di Savoia nella prima metà del XVI secolo, di dotarsi di un esercito professionale, abbandonando il tradizionale ricorso alla milizia cittadina, alla leva feudale e soprattutto all'inaffidabile pratica del mercenariato. La Guardia d'Onore è un'unità professionale, introdotta dalla riforma di Emanuele Filiberto nella prima metà del '500. Costituita da una compagnia di arcieri a cavallo, la Guardia è formata da gentiluomini savoiardi di 50 uomini, oltre il capitano, il luogotenente, il furiere, la trombetta ed il maniscalco. Sono cavalieri armati di spada a mezza costa detta "alla bolognese", borgognona, corazzina di piaste, bracciali e guanti di ferro. Sono perfetti per affiancare i gendarmi sul campo di battaglia, espletando azioni di supporto e schermaglia dalla distanza.
{Guard_Honneur_descr_short}Armati di arco, spada e dotati di armature leggere, questi arcieri a cavallo sabaudi sono truppe professionali mobili e letali.

{Gendarmes_Ordonnance}Géndarmes de l'Ordonnance
{Gendarmes_Ordonnance_descr}"Ogni lancia deve essere composta da tre uomini, tutti a cavallo, fra i quali l'uomo d'arme propriamente detto, un combattente ausiliario detto coutillier e un paggio. [...] L'uomo d'arme dovrà avere un'armatura completa, con celata a baviera o barbuta, una gorgiera, uno stocco lungo, rigido e leggero, un coltello tagliente appeso al lato sinistro della sella e una mazza al lato destro, un cavallo munito di frontale e di barda in grado di correre e di rompere la lancia. [...] L'uomo d'arme è autorizzato a procurarsi un quarto cavallo per il trasporto dei bagagli."\n
Norma del regolamento militare di Carlo il Temerario\n\n
Il sistema noto come "ordonnance" è il primo tentativo, effettuato da parte dei sovrani francesi della seconda metà del XV secolo e dei duchi di Savoia nella prima metà del XVI secolo, di dotarsi di un esercito professionale, abbandonando il tradizionale ricorso alla milizia cittadina, alla leva feudale e soprattutto all'inaffidabile pratica del mercenariato. Le compagnie di "gendarmi" furono tra le prime forme di unità professionali, introdotte in Francia da Carlo VII nel 1445. Un'unità di gendarmi è costituita da un centinaio di lance; ogni lancia è composta da un uomo d'arme, ossia il gendarme propriamente detto, affiancato da 2-3 arcieri a cavallo, 1 scudiero (ecuyer) e 1-2 valletti (coustillier). I gendarmi indossano tuniche decorate con livree sopra le corazze a piastre complete. Dotati di lancia, spada e corazza parziale in piastre, costoro cavalcano destrieri scoperti e risultano molto più agili e veloci dei "lancérs" feudali tardo-medievali, i quali portavano armature complete e cavalli pesantemente corazzati.
{Gendarmes_Ordonnance_descr_short}Superbi cavalleri pesanti professionali, ben corazzati come i loro cavalli, armati di lancia e spada per la mischia.

{Archers_Valdoten}Archers Valdotèn
{Archers_Valdoten_descr}"Nelle storie del 1201 trovasi menzione dei balestrieri di Brescia; in quelle del 1206 della compagnia d'arco di Aosta; nel 1213 degli arcieri Mantovani; nel 1225 dei balestrieri di Venezia. [...] Era tanto curata in Piemonte l' istruzione nell'uso dell'arco, per avere buoni arcieri nel popolo, che nel 1206 Tomaso I di Savoia istituì ad Aosta una Compagnia dell'arco, riconfermata nel 1258 da Tomaso II: è questa la più antica."\n
Cronaca Sabauda\n\n
Tommaso I di Savoia, settimo discendente diretto del Conte Umberto Biancamano, nel 1191 (in giovanissima età) accordò alla Città di Aosta la Carta delle franchigie che pose fine ad un pesante periodo di turbolenze, costituendo il fondamento dell’autonomismo valdostano. Allo scopo di mettere in grado gli abitanti di difendersi da eventuali invasori, istituì la prima scuola d’armi nella quale primeggiava il tiro con l'arco. Nel corso del '300 le compagnie mercenarie inglesi diffondono in Italia settentrionale l'uso dell'arco lungo, ma per tutto il XV secolo nella contea (poi ducato) savoiarda rimane predominante l'arco riflesso piemontese. Gli arcieri valdostani ("archers valdotèn" in francese) sono esperti in imboscate e possono nascondersi facilmente nella vegetazione montana; per potersi muovere rapidamente non indossano elmi nè protezioni pesanti. L'accessorio più diffuso, ma non sempre indispensabile, è la faretra per trasportare le frecce: anche in questo caso esistono versioni diverse a secondo dell’utilizzo. Spesso di forma cilindrica, è posizionata sulla schiena o legata alla cintura (sul fianco destro per arcieri destri, ma gli arcieri piemontesi usano portarla sulla sinistra, utilizzando un sistema particolare per prendere la freccia e portarla all’incocco).\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde
{Archers_Valdoten_descr_short}Arcieri provenienti dalla valle d'Aosta, leggeri, rapidi e capaci di tendere mortali imboscate.

{Arbalestriers_Acaja}Arbalestriers d'Acaja
{Arbalestriers_Acaja_descr}"Nei tempi passati la difesa dei territori Pinerolesi, all'ora appartenenti ai Principi d'Acaia, era affidata all'abilità e al coraggio dei Balestrieri di Roccapiatta, i quali avevano il compito di scortarli e proteggerli durante i loro spostamenti. [...] Affinché i Balestrieri fossero ben padroni delle loro armi, lo Statuto scritto nel 1388, stabiliva una serie di regole sulla consegna delle balestre, sull'uso e sugli allenamenti che avevano il loro culmine con la manifestazione di tiro di San Lorenzo."\n
Cronaca sabauda, XV secolo\n\n
Costoro sono balestrieri provenienti dalle regioni interne del Piemonte, un tempo possedute dalla casata dei principi d'Acaja, inglobate nei possedimenti savoiardi verso la fine del XIV secolo. Ora prestano servizio come milizia per i signori locali piemontesi, dotati di elmetti, cotte di maglia, balestre e spade per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde
{Arbalestriers_Acaja_short}Balestrieri delle regioni d'Acaja, dotati di elmetti, cotte di maglia e spade per la mischia.

{Gens_de_Trait}Gens de trait
{Gens_de_Trait_descr}"La città di Saint-Valery in Francia aveva nel 1379 un capitano e nove scudieri di guarnigione; alla guardia del castello, del palazzo e del ponte di Rouen bastavano nel 1454 quindici uomini d'arme e trenta [uomini] de trait [tiratori]."\n
Luigi Cibrario, Della economia politica del Medioevo\n\n
Con il termine "gens de trait" si indicano genericamente i tiratori provenienti dalle regioni francofone del Delfinato, della Provenza, della Savoia-Piemonte e della Svizzera. Fino alla seconda metà del XV secolo essi sono in gran parte arcieri e balestrieri, ma verso la fine del secolo si fa sempre maggiore il numero di artiglieri, dotati di rudimentali scopetti o spingarde. Selezionati tra i facoltosi membri della borghesia cittadina, costoro formano una guardia stabile e riescono a permettersi un'armatura di piastre: per questo eccellono anche nella mischia, dove sfoderano le spade.
{Gens_de_Trait_descr_short}Artiglieri francofoni armati di scopetto, spada e dotati di armature di piastre.

{Enfants_Perdus_Ordonnance}Enfants Perdus de l'Ordonnance
{Enfants_Perdus_Ordonnance_descr}"Gli archibugieri erano frequentemente impiegati come schermagliatori, come enfants perdus (ragazzi perduti), ed erano comandati da un sottotenente con la sua insegna."\n
Cronaca sabauda di fine XV secolo\n\n
"Per proteggere l'artiglieria e per sgombrare il cammino di marcia essi [i Francesi] avevano degli archibugieri che agivano da schermagliatori, ed erano chiamati enfants perdus (ragazzi perduti)."\n
Cronaca sabauda del XVI secolo\n\n
"Le unità di fanteria avrebbero anche fatto uscire uomini detti enfants perdus (ragazzi perduti) per schermagliare con le truppe nemiche."\n
Cronaca sabauda del XVI secolo\n\n
Il sistema noto come "ordonnance" è il primo tentativo, effettuato da parte dei sovrani francesi della seconda metà del XV secolo e dei duchi di Savoia nella prima metà del XVI secolo, di dotarsi di un esercito professionale, abbandonando il tradizionale ricorso alla milizia cittadina, alla leva feudale e soprattutto all'inaffidabile pratica del mercenariato. Questi soldati professionali francofoni sono dotati di archibugio, corazza leggera (che indossano sotto il completo a sbuffo) e spada per la mischia. Usato a distanza ravvicinata, l'archibugio è piuttosto preciso e raramente esplode uccidendo chi lo usa; questo primo tipo di arma da fuoco è in grado di sparare salve letali che penetrano gran parte delle armature. Il fragore e il fumo prodotti sono così spaventosi da mettere in fuga molti degli avversari. Il vero rischio per gli artiglieri risiede nelle loro pericolose tattiche di schermaglia, che li costringe ad uscire dai ranghi e a portarsi in prima fila: non a caso questi giovani tiratori sono definiti "enfants perdus", ossia "ragazzi perduti".
{Enfants_Perdus_Ordonnance_descr_short}Giovani e avventati artiglieri francofoni, dotati di archibugio, spada e protetti da una corazzina sotto le vesti.



MARCHESATO DI MONFERRATO
------------------------

Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Miliciens (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Brigands (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquiers (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Clientes (spada) AOR town (roccaforte)
3- Gaite (spiedi) AOR large_town (castello)
4- Prima Cernea Servientum (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Chevaucies (lancia) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Arcolets (arco) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Gentiles (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Jaculatores (giavellotto) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari de Ciuvas (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Gens de Trait (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Miliciens}Miliciens
{Miliciens_descr}"Le mosse del marchese non erano sfuggite però allo spionaggio sabaudo: il principe, assistito da Pierre Marchand, appena gli giungono i primi avvertimenti circa le intenzioni del Paleologo, raduna truppe, chiama a se il maresciallo di Saluzzo e prepara la riunione di tutte le milizie del Piemonte."\n
Archivio Lombardo, XV secolo\n\n
"[Vi è] un pericolo consistente nel dare al popolo minuto più autorità di quanta gliene competa [...] Non vi è più gran follia in un principe, oso dire, che voglia tenere la sua signoria saldamente in pugno e in pace, che quella di dar licenza al popolo minuto di armarsi."\n
Christine de Pizan\n\n
In caso di emergenza, i signori francofoni del Delfinato, della Provenza e del Piemonte possono ordinare la formazione di una truppa costituita da miliziani ("miliciens") dei borghi, non molto esperti di guerra ma utili per presidiare posizioni strategiche o per mantenere il controllo dell'ordine pubblico. Il loro tipico equipaggiamento prevede cappello d'arme ("chapel de fer"), pancera o brigantina a protezione del busto e lancia leggera, lunga circa due metri, la quale può essere usata in mischia contro altri fanti oppure in formazione serrata contro la carica della cavalleria leggera nemica; non resisterebbero invece contro la cavalleria pesante. Provvedono da soli al proprio sostentamento quando sono in un insediamento.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde, saluzzesi, monferrine, provenzali, francesi.
{Miliciens_descr_short}Lanceri miliziani francofoni, dotati di cappello d'arme e pancera.

{Brigands}Brigands
{Brigands_descr}"Nei documenti sabaudi il termine brigandus comincia ad alternare con cliens (servitore), che aveva indicato sino allora in modo esclusivo il fante reclutato nelle castellarne."\n
Documento sabaudo del XIV secolo\n\n
"Appena fu nota la marcia del marchese su Asti, immediatamente partirono a quella volta trecento briganti [...] prima avanguardia [sabauda]."\n
Archivio Lombardo, XV secolo\n\n
Quando i "miliciens" dei borghi si mostrano inadatti a causa della scarsa esperienza e dell'equipaggiamento sommario, i signori delle regioni francofone ricorrono alla più preparata milizia dei briganti ("brigands"), termine col quale si indicano uomini di cattiva reputazione, riuniti in bande, dediti alle scaramucce e al sacco. Sono dotati di cappello d'arme ("chapel de fer"), cotta di maglia e lancia lunga almeno 3 metri, che li rende adatti a sostenere l'impatto della cavalleria, anche in virtù della capacità di disporsi in difesa ad anello. Ciononostante non possono contrastare a lungo le devastanti cariche della cavalleria pesante nemica.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde, saluzzesi, monferrine.
{Brigands_descr_short}Lanceri miliziani francofoni, dotati di cappello d'arme e cotta di maglia, in grado di formare la difesa ad anello.

{Piquiers}Piquiers
{Piquiers_descr}"Sia designato un uomo di buona autorità [...] che recluti con costrizione e autorità fino a duemila picchieri per rinfrescare gli effettivi dell'armata ducale [...] questi picchieri dovranno essere fra i più esperti nella guerra che possano trovarsi e che abbiano l'età e la corporatura atte a reggere e a sopportare le fatiche, le discipline e le opere richieste e necessarie in guerra. Essi riceveranno cinque franchi per equipaggiarsi di giachi e usberghi con maniche e con il braccio destro ricoperto di maglia di ferro a piccole scaglie [sul braccio sinistro porteranno uno scudo]."\n
Ordine del cancelliere borgognone Hugonet, 1472\n\n
Il picchiere è un punto fermo delle guerre tardomedievali. Questi picchieri francofoni ("piquiers"), provvisti di cotte pesanti e di solide corazze a protezione del busto, sono dotati di ragionevole addestramento e sono in grado di tenere egregiamente una posizione difensiva. La corazza li protegge dai tiratori, rendendoli praticamente invulnerabili; la loro marcia può essere bloccata solo mediante la carica di una cavalleria d'elite, ma anche questo espediente potrebbe risultare inutile... La sola speranza per i nemici è disporre di una schiera di picche altrettanto temeraria.
{Piquiers_descr_short}Picchieri francofoni, dotati di corazze, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Clientes}Clientes
{Clientes_descr}"Nei documenti sabaudi il termine brigandus comincia ad alternare con cliens (servitore), che aveva indicato sino allora in modo esclusivo il fante reclutato nelle castellarne."\n
Documento del XIV secolo\n\n
"I clienti erano armati di un giaco, o diploide, d'uno scudo, d'una cervelliera ossia cuffia di ferro, e di spada."\n
Luigi Cibrario, Della economia polidica del Medioevo\n\n
"Esso era difatti l'edificio più importante di cui Filippo disponeva in città dal momento che nel 1298 vi stazionavano otto clientes e due gaite, mentre soltanto tre clientes e una gatta presidiavano il «castrum porte Segusine"\n
Giuseppe Sergi, Storia di Torino\n\n
Nei documenti savoiardi del XIV e XV secolo si indicano come "clientes" (in seguito frequentemente tradotti in idioma italico come "censuari") quegli uomini che, nel sistema feudale tardo-medievale, si trovano in una condizione media tra i servi della gleba e gli uomini liberi. In guerra, costoro erano tenuti all'adempimento dei doveri militari e rispondevano alla chiamata dei signori locali armati di spada e scudo. Una guarnigione di questo tipo conta guerrieri poco esperti ma può presidiare senza problemi una roccaforte; in battaglia campale si rivelano utili in combinazione con lanceri e tiratori, proteggendoli con il loro muro di scudi, ma non si dovrebbe fare troppo affidamento su di loro, soprattutto in mischie prolungate. Sono infatti privi di protezioni pesanti e indossano solo un cappello d'arme ("chapel de fer") e un giaco rinforzato.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde, saluzzesi, monferrine
{Clientes_descr_short}Dotati di giachi protettivi, spade e scudi, essi sono utili come guarnigione e possono formare un muro di scudi.

{Gaite}Gaite
{Gaite_descr}"Esso era difatti l'edificio più importante di cui Filippo disponeva in città dal momento che nel 1298 vi stazionavano otto clientes e due gaite, mentre soltanto tre clientes e una gatta presidiavano il «castrum porte Segusine."\n
Giuseppe Sergi, Storia di Torino\n\n
"Mommegliano, principal fortezza della Savoia nel 1263, non avea più che dieci uomini tra clienti e gaite, ossia vedette, l'ufficio delle quali era di speculare dall'alto delle torri il paese e dar segno delle novità che scorgevano, col corno di terra o di legno, di cui erano muniti. Il castello di Bard, chiave della Valle d'Aosta, avea otto clienti e quattro vedette; quindici tra clienti e vedette [aveva] la città di Torino nel secolo XIV. Ma ad ogni sospetto di guerra la guarnigione veniva raddoppiata ed anche quadruplicata."\n
Luigi Cibrario, Della economia politica del Medioevo\n\n
Le "gaite" (note anche come "guaite" o "gatte") sono corpi di guardia utilizzati per presidiare i castelli e, all'occorrenza, per formare un nucleo solido al centro dello schieramento in battaglia. Il nome di questa unità deriva dal termine di origine longobarda "waitha", che significa proprio "guardia", e che in seguito (vi sono attestati comunali piemontesi e umbri che lo riportano fino al XVI secolo) venne usato per indicare anche i quartieri e i settori in cui venivano divisi gli insediamenti e i contadi circostanti. Si tratta di fanti coscritti nel sistema feudale locale, dotati di cotte di maglia e di qualche arma di origine contadina, solitamente un falcione, con il quale fronteggiano ogni forma di fanteria nemica. Sono vulnerabili alla cavalleria.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde, saluzzesi, monferrine
{Gaite_descr_short}Fanteria feudale dotata di cotte di maglia e temibili falcioni.

{Prima_Cernea_Servientum}Prima Cernea Servientum
{Prima_Cernea_Servientum_descr}"Teodoro, marchese di Monferrato e figlio dell'imperatore bizantino, prende provvedimenti contro quelle comunità che non hanno inviato un adeguato contingente di fanti (cernea servientum o prima cernea) in Pontestura."\n
Archivio di Stato di Torino\n\n
Al comando diretto del marchese del Monferrato vi è un'unità chiamata "Maior Cernea Servientum" oppure "Prima cernea Servientum", che è paragonabile ai "Serviens" francesi o ai "Cliens" Sabaudi. Si tratta della "prima scelta" della leva feudale, i migliori alabardieri a disposizione del marchese, composta dai più esperti guerrieri scelti tra tutti i vassalli nel marchesato. Dimostrano sul campo la lealtà nei confronti del proprio signore, combattendo con corazze, alabarda e scudo.
{Prima_Cernea_Servientum_descr_short}Fanteria pesante costituita da alabardieri corazzati, reclutati su ordine del marchese del Monferrato.

{Chevaucies}Chevaucies
{Chevaucies_descr}"Uomini nobili e ben guarniti a spese del loro comune."\n
Cronaca monferrina, XV secolo\n\n
L'organizzazione degli eserciti del Saluzzo e del Monferrato si differenzia tra il rapporto di vassallaggio dovuto al marchese da parte delle feudalità, a quello di certe comunità urbane libere che invece faranno capo al Senato. Il supremo magistrato senatoriale può chiamare a raccolta le milizie urbane a cavallo, le "chevaucies", che costituiscono unità di cavalleria leggera, supporto ideale per i "gentiles", ossia i milites della nobiltà feudale. "Chevaucies", ossia cavalcate (dette anche "equitationes"), è un termine usato per indicare sia le spedizioni in territorio nemico, sia coloro che le effettuano (quasi sempre cavalieri). Una cavalcata era una sorta di razzia che però devastava regioni molto estese e durava svariati mesi (se non anni), somigliando a una vera campagna estera. Questi cavalieri, "uomini nobili e ben guarniti a spese del loro comune", esponenti della rampante e ricca borghesia, sono dotati di cappello d'arme ("chapel de fer"), corazze di cuoio rinforzato o brigantine, lancia, scudo ovale e spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni saluzzesi, monferrine
{Chevaucies_descr_short}Cavalleria costituita da milizie urbane, con protezioni leggere, lancia, spada e scudo ovale.

{Arcoleti}Arcoleti
{Arcoleti_descr}
E' attestata, nei marchesati di Saluzzo e del Monferrato, la presenza di "arcoleti" (l'equivalente dei francesi "argoulets"), "equorum arcatores" o "archatoribus de caballo" che, nel corso del tempo, verranno sostituiti dai balestrieri montati e (a partire dal '500) da cavalieri armati di pistole o archibugi. Gli arcieri a cavallo sono un'unità tipica piemontese, di chiara ispirazione francese; si tratta di cavalleggeri abili nelle schermaglie e negli inseguimenti, idonei ad affiancare truppe appiedate e a supportare la gendarmeria (cavalleria pesante). Sono dotati di elmetto, cotta di maglia, guanti di ferro. Poco adatti alle mischie, dove cercano di destreggiarsi con la spada.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni saluzzesi, monferrine
{Arcoleti_descr_short}Cavalleria leggera piemontese costituita da arcieri montati, abili nelle schermaglie e negli inseguimenti.

{Gentiles}Gentiles
{Gentiles_descr}"Così furono comandati [...] tutti i baroni dai quali il re doveva essere o pensava di dover essere servito [...] E per tutti era stabilito il giorno e il luogo dove ognuno doveva farsi trovare e passare in rassegna; poiché il re voleva combattere [...] Così venivano e affluivano uomini d'arme da tutte le parti, per servire il re di Francia e il reame, alcuni perché obbligati a ciò per aver prestato omaggio e gli altri per guadagnare i loro soldi e denari."\n
Jean Froissart, Chroniques\n\n
I gentiluomini franco-piemontesi (detti "gentilhommes" e "giantilomi", oppure più semplicemente "gentiles") sono rinomati come grandi cavalieri. Si tratta di baroni che debbono al proprio sovrano il servizio feudale e, anzichè sottrarsi ad esso pagando una certa somma (come sempre più frequentemente fanno gli aristocratici nel XV secolo), combattono con l'entusiasmo dei cavalieri di un tempo. Purtroppo la disciplina non è il loro forte e sul campo non di rado caricano sponteneamente ignorando gli ordini del comandante generale. Montati su destrieri dalla carica devastante, coperti da pesanti bardaggi, il loro costoso equipaggiamento prevede un elmo chiuso, una corazza di piastre e una lancia pesante, mentre la spada di acciaio e lo "scudo francese" fanno di loro uno scomodo avversario anche nelle mischie.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni francesi
{Gentiles_descr_short}Cavalieri pesanti franco-piemontesi su destrieri bardati, dotati di elmo, corazza, lancia, spada e scudo.

{Jaculatores}Jaculatores
{Jaculatores_descr}"Usavasi ancora [in Piemonte nel XV secolo] lanciar a mano giavellotti e mezze picche."\n
Giovanni Antonio Luigi Cibrario, Della economia politica del Medioevo\n\n
A differenza della penisola iberica, il giavellotto come arma non si è mai diffuso sul suolo italico in età medievale. Solamente in alcune remote regioni del Piemonte, specialmente nelle langhe del Monferrato e nelle montagne del Saluzzese, si riportano leve di stampo feudale in cui i coscritti venivano dotati di armature leggere (giachi in cuoio che palesano l'origine pastorale dei guerrieri) e "lance da tiro" ovvero giavellotti. L'urto violento del giavellotto, scagliato dalla distanza da abili schermagliatori, è in grado di perforare anche le moderne armature di piastre. Si tratta comunque di un'arma ormai superata dalle balestre e dalle prime armi da fuoco leggere.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni saluzzesi, monferrine
{Jaculatores_descr_short}Schermagliatori piemontesi, pastori armati di giavellotti e dotati di giachi di cuoio.

{Balistari_Chivassesi}Balistari de Ciuvas
{Balistari_Chivassesi_descr}"I difensori [Chivassesi] erano uomini nobilissimi, magnanimi, bellicosi, di somma audacia e di grande valore [...] combattevano i loro nemici con forza sferrando durissimi colpi con mangani e petriere, lance, spade, pietre e altre macchine. [...] I balestrieri erano agguerritissimi più di quanto di solito si usi e più di quanto si sia mai sentito nè si possa ricordare. [...] Gli attaccanti [Piacentini], oltre modo spaventati, specialmente dai gravissimi lanci di grandi pietre e dai colpi dei ferocissimi balestrieri, temono l'audacia e il valore dei difensori."\n
Giovanni Codagnello, Annales Placentini\n\n
I balestrieri di Chivasso sono considerati tra i migliori nell'area monferrina-saluzzese e la loro bravura è stata celebrata in molte cronache. Si tratta di fanti provenienti da Chivasso e dal contado circostante, muniti di balestra e ben difesi da cotte di maglia; possono decimare dalla distanza le schiere nemiche prima di buttarsi nella mischia armati di spada.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni saluzzesi, monferrine
{Balistari_Chivassesi_descr_short}Abili balestrieri piemontesi, dotati di cotte di maglia e spada per la mischia.

{Gens_de_Trait}Gens de trait
{Gens_de_Trait_descr}"La città di Saint-Valery in Francia aveva nel 1379 un capitano e nove scudieri di guarnigione; alla guardia del castello, del palazzo e del ponte di Rouen bastavano nel 1454 quindici uomini d'arme e trenta [uomini] de trait [tiratori]."\n
Luigi Cibrario, Della economia politica del Medioevo\n\n
Con il termine "gens de trait" si indicano genericamente i tiratori provenienti dalle regioni francofone del Delfinato, della Provenza, della Savoia-Piemonte e della Svizzera. Fino alla seconda metà del XV secolo essi sono in gran parte arcieri e balestrieri, ma verso la fine del secolo si fa sempre maggiore il numero di artiglieri, dotati di rudimentali scopetti o spingarde. Selezionati tra i facoltosi membri della borghesia cittadina, costoro formano una guardia stabile e riescono a permettersi un'armatura di piastre: per questo eccellono anche nella mischia, dove sfoderano le spade.
{Gens_de_Trait_descr_short}Artiglieri francofoni armati di scopetto, spada e dotati di armature di piastre.

[Modificato da The Housekeeper 14/05/2012 14:06]
14/05/2012 14:09
 
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MARCHESATO DI SALUZZO
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Miliciens (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Brigands (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquiers (picca) PEN city (città)
richiede gilda:
5- NO - large_city (metropoli)
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Clientes (spada) AOR town (roccaforte)
3- Gaite (spiedi) AOR large_town (castello)
4- Alabardieri Eslecti (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Chevaucies (lancia) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Arcolets (arco) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Gentiles (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Jaculatores (giavellotto) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Chivassesi (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Cholovrinieri Eslecti (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)


{Miliciens}Miliciens
{Miliciens_descr}"Le mosse del marchese non erano sfuggite però allo spionaggio sabaudo: il principe, assistito da Pierre Marchand, appena gli giungono i primi avvertimenti circa le intenzioni del Paleologo, raduna truppe, chiama a se il maresciallo di Saluzzo e prepara la riunione di tutte le milizie del Piemonte."\n
Archivio Lombardo, XV secolo\n\n
"[Vi è] un pericolo consistente nel dare al popolo minuto più autorità di quanta gliene competa [...] Non vi è più gran follia in un principe, oso dire, che voglia tenere la sua signoria saldamente in pugno e in pace, che quella di dar licenza al popolo minuto di armarsi."\n
Christine de Pizan\n\n
In caso di emergenza, i signori francofoni del Delfinato, della Provenza e del Piemonte possono ordinare la formazione di una truppa costituita da miliziani ("miliciens") dei borghi, non molto esperti di guerra ma utili per presidiare posizioni strategiche o per mantenere il controllo dell'ordine pubblico. Il loro tipico equipaggiamento prevede cappello d'arme ("chapel de fer"), pancera o brigantina a protezione del busto e lancia leggera, lunga circa due metri, la quale può essere usata in mischia contro altri fanti oppure in formazione serrata contro la carica della cavalleria leggera nemica; non resisterebbero invece contro la cavalleria pesante. Provvedono da soli al proprio sostentamento quando sono in un insediamento.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde, saluzzesi, monferrine, provenzali, francesi.
{Miliciens_descr_short}Lanceri miliziani francofoni, dotati di cappello d'arme e pancera.

{Brigands}Brigands
{Brigands_descr}"Nei documenti sabaudi il termine brigandus comincia ad alternare con cliens (servitore), che aveva indicato sino allora in modo esclusivo il fante reclutato nelle castellarne."\n
Documento sabaudo del XIV secolo\n\n
"Appena fu nota la marcia del marchese su Asti, immediatamente partirono a quella volta trecento briganti [...] prima avanguardia [sabauda]."\n
Archivio Lombardo, XV secolo\n\n
Quando i "miliciens" dei borghi si mostrano inadatti a causa della scarsa esperienza e dell'equipaggiamento sommario, i signori delle regioni francofone ricorrono alla più preparata milizia dei briganti ("brigands"), termine col quale si indicano uomini di cattiva reputazione, riuniti in bande, dediti alle scaramucce e al sacco. Sono dotati di cappello d'arme ("chapel de fer"), cotta di maglia e lancia lunga almeno 3 metri, che li rende adatti a sostenere l'impatto della cavalleria, anche in virtù della capacità di disporsi in difesa ad anello. Ciononostante non possono contrastare a lungo le devastanti cariche della cavalleria pesante nemica.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde, saluzzesi, monferrine.
{Brigands_descr_short}Lanceri miliziani francofoni, dotati di cappello d'arme e cotta di maglia, in grado di formare la difesa ad anello.

{Piquiers}Piquiers
{Piquiers_descr}"Sia designato un uomo di buona autorità [...] che recluti con costrizione e autorità fino a duemila picchieri per rinfrescare gli effettivi dell'armata ducale [...] questi picchieri dovranno essere fra i più esperti nella guerra che possano trovarsi e che abbiano l'età e la corporatura atte a reggere e a sopportare le fatiche, le discipline e le opere richieste e necessarie in guerra. Essi riceveranno cinque franchi per equipaggiarsi di giachi e usberghi con maniche e con il braccio destro ricoperto di maglia di ferro a piccole scaglie [sul braccio sinistro porteranno uno scudo]."\n
Ordine del cancelliere borgognone Hugonet, 1472\n\n
Il picchiere è un punto fermo delle guerre tardomedievali. Questi picchieri francofoni ("piquiers"), provvisti di cotte pesanti e di solide corazze a protezione del busto, sono dotati di ragionevole addestramento e sono in grado di tenere egregiamente una posizione difensiva. La corazza li protegge dai tiratori, rendendoli praticamente invulnerabili; la loro marcia può essere bloccata solo mediante la carica di una cavalleria d'elite, ma anche questo espediente potrebbe risultare inutile... La sola speranza per i nemici è disporre di una schiera di picche altrettanto temeraria.
{Piquiers_descr_short}Picchieri francofoni, dotati di corazze, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Clientes}Clientes
{Clientes_descr}"Nei documenti sabaudi il termine brigandus comincia ad alternare con cliens (servitore), che aveva indicato sino allora in modo esclusivo il fante reclutato nelle castellarne."\n
Documento del XIV secolo\n\n
"I clienti erano armati di un giaco, o diploide, d'uno scudo, d'una cervelliera ossia cuffia di ferro, e di spada."\n
Luigi Cibrario, Della economia polidica del Medioevo\n\n
"Esso era difatti l'edificio più importante di cui Filippo disponeva in città dal momento che nel 1298 vi stazionavano otto clientes e due gaite, mentre soltanto tre clientes e una gatta presidiavano il «castrum porte Segusine"\n
Giuseppe Sergi, Storia di Torino\n\n
Nei documenti savoiardi del XIV e XV secolo si indicano come "clientes" (in seguito frequentemente tradotti in idioma italico come "censuari") quegli uomini che, nel sistema feudale tardo-medievale, si trovano in una condizione media tra i servi della gleba e gli uomini liberi. In guerra, costoro erano tenuti all'adempimento dei doveri militari e rispondevano alla chiamata dei signori locali armati di spada e scudo. Una guarnigione di questo tipo conta guerrieri poco esperti ma può presidiare senza problemi una roccaforte; in battaglia campale si rivelano utili in combinazione con lanceri e tiratori, proteggendoli con il loro muro di scudi, ma non si dovrebbe fare troppo affidamento su di loro, soprattutto in mischie prolungate. Sono infatti privi di protezioni pesanti e indossano solo un cappello d'arme ("chapel de fer") e un giaco rinforzato.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde, saluzzesi, monferrine
{Clientes_descr_short}Dotati di giachi protettivi, spade e scudi, essi sono utili come guarnigione e possono formare un muro di scudi.

{Gaite}Gaite
{Gaite_descr}"Esso era difatti l'edificio più importante di cui Filippo disponeva in città dal momento che nel 1298 vi stazionavano otto clientes e due gaite, mentre soltanto tre clientes e una gatta presidiavano il «castrum porte Segusine."\n
Giuseppe Sergi, Storia di Torino\n\n
"Mommegliano, principal fortezza della Savoia nel 1263, non avea più che dieci uomini tra clienti e gaite, ossia vedette, l'ufficio delle quali era di speculare dall'alto delle torri il paese e dar segno delle novità che scorgevano, col corno di terra o di legno, di cui erano muniti. Il castello di Bard, chiave della Valle d'Aosta, avea otto clienti e quattro vedette; quindici tra clienti e vedette [aveva] la città di Torino nel secolo XIV. Ma ad ogni sospetto di guerra la guarnigione veniva raddoppiata ed anche quadruplicata."\n
Luigi Cibrario, Della economia politica del Medioevo\n\n
Le "gaite" (note anche come "guaite" o "gatte") sono corpi di guardia utilizzati per presidiare i castelli e, all'occorrenza, per formare un nucleo solido al centro dello schieramento in battaglia. Il nome di questa unità deriva dal termine di origine longobarda "waitha", che significa proprio "guardia", e che in seguito (vi sono attestati comunali piemontesi e umbri che lo riportano fino al XVI secolo) venne usato per indicare anche i quartieri e i settori in cui venivano divisi gli insediamenti e i contadi circostanti. Si tratta di fanti coscritti nel sistema feudale locale, dotati di cotte di maglia e di qualche arma di origine contadina, solitamente un falcione, con il quale fronteggiano ogni forma di fanteria nemica. Sono vulnerabili alla cavalleria.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde, saluzzesi, monferrine
{Gaite_descr_short}Fanteria feudale dotata di cotte di maglia e temibili falcioni.

{Alabardieri_Eslecti}Alabardieri Eslecti
{Alabardieri_Eslecti_descr}"L'anno mile CCCCCVII [1507] et a doi iorni de marzo el signor marchis Michel Antonio marchiso de Saluce si partì de Revelo et venì fare la soa prima intrata in Saluce, la quale fu bela e trionfante, et prima venì a eschontro a soa signoria per fino al Po tuta la fantaria de Saluce in arme [...] Hapresso andava Michelet Vacha [...] acompagnato de cinchanta de li più eslecti homeni de Saluce tuti vestiti a la lamana [alla tedesca] o chotoni vermegli tuti tagliati in più logi, in testa ogni uno un boneto [berretto] de escharlata con suo piumasso [pennacchio], tuti li giponi [giubbe] de tafetà gialdo [giallo], le calce [calze] a la devisa de lo signore l'una tuta turchina, l'altra a quatro charteri [quartieri] vermeglia, bioa [viola] e biancha, et ogni uno avia soa alabarda et daga ala lamana [alla tedesca]."\n
Miscellanea di Storia Italiana\n\n
Il signore di Saluzzo si avvale, come suprema guardia personale, di un'unità di alabardieri corazzati. Costoro sono scelti ("eslecti") tra i giovani nobili dell'aristocrazia feudale saluzzese e hanno varie mansioni: guardia del corpo, presenza cerimoniale, presidio. Se occorre, possono essere schierati sul campo di battaglia e, nonostante la scarsa esperienza, sanno sfruttare appieno l'equipaggiamento moderno: lunghe alabarde e resistenti corazzine indossate sotto i tipici completi a sbuffo.
{Alabardieri_Eslecti_descr_short}Fanteria pesante costituita da alabardieri corazzati, reclutati su ordine del marchese di Saluzzo.

{Chevaucies}Chevaucies
{Chevaucies_descr}"Uomini nobili e ben guarniti a spese del loro comune."\n
Cronaca monferrina, XV secolo\n\n
L'organizzazione degli eserciti del Saluzzo e del Monferrato si differenzia tra il rapporto di vassallaggio dovuto al marchese da parte delle feudalità, a quello di certe comunità urbane libere che invece faranno capo al Senato. Il supremo magistrato senatoriale può chiamare a raccolta le milizie urbane a cavallo, le "chevaucies", che costituiscono unità di cavalleria leggera, supporto ideale per i "gentiles", ossia i milites della nobiltà feudale. "Chevaucies", ossia cavalcate (dette anche "equitationes"), è un termine usato per indicare sia le spedizioni in territorio nemico, sia coloro che le effettuano (quasi sempre cavalieri). Una cavalcata era una sorta di razzia che però devastava regioni molto estese e durava svariati mesi (se non anni), somigliando a una vera campagna estera. Questi cavalieri, "uomini nobili e ben guarniti a spese del loro comune", esponenti della rampante e ricca borghesia, sono dotati di cappello d'arme ("chapel de fer"), corazze di cuoio rinforzato o brigantine, lancia, scudo ovale e spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni saluzzesi, monferrine
{Chevaucies_descr_short}Cavalleria costituita da milizie urbane, con protezioni leggere, lancia, spada e scudo ovale.

{Arcoleti}Arcoleti
{Arcoleti_descr}
E' attestata, nei marchesati di Saluzzo e del Monferrato, la presenza di "arcoleti" (l'equivalente dei francesi "argoulets"), "equorum arcatores" o "archatoribus de caballo" che, nel corso del tempo, verranno sostituiti dai balestrieri montati e (a partire dal '500) da cavalieri armati di pistole o archibugi. Gli arcieri a cavallo sono un'unità tipica piemontese, di chiara ispirazione francese; si tratta di cavalleggeri abili nelle schermaglie e negli inseguimenti, idonei ad affiancare truppe appiedate e a supportare la gendarmeria (cavalleria pesante). Sono dotati di elmetto, cotta di maglia, guanti di ferro. Poco adatti alle mischie, dove cercano di destreggiarsi con la spada.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni saluzzesi, monferrine
{Arcoleti_descr_short}Cavalleria leggera piemontese costituita da arcieri montati, abili nelle schermaglie e negli inseguimenti.

{Gentiles}Gentiles
{Gentiles_descr}"Così furono comandati [...] tutti i baroni dai quali il re doveva essere o pensava di dover essere servito [...] E per tutti era stabilito il giorno e il luogo dove ognuno doveva farsi trovare e passare in rassegna; poiché il re voleva combattere [...] Così venivano e affluivano uomini d'arme da tutte le parti, per servire il re di Francia e il reame, alcuni perché obbligati a ciò per aver prestato omaggio e gli altri per guadagnare i loro soldi e denari."\n
Jean Froissart, Chroniques\n\n
I gentiluomini franco-piemontesi (detti "gentilhommes" e "giantilomi", oppure più semplicemente "gentiles") sono rinomati come grandi cavalieri. Si tratta di baroni che debbono al proprio sovrano il servizio feudale e, anzichè sottrarsi ad esso pagando una certa somma (come sempre più frequentemente fanno gli aristocratici nel XV secolo), combattono con l'entusiasmo dei cavalieri di un tempo. Purtroppo la disciplina non è il loro forte e sul campo non di rado caricano sponteneamente ignorando gli ordini del comandante generale. Montati su destrieri dalla carica devastante, coperti da pesanti bardaggi, il loro costoso equipaggiamento prevede un elmo chiuso, una corazza di piastre e una lancia pesante, mentre la spada di acciaio e lo "scudo francese" fanno di loro uno scomodo avversario anche nelle mischie.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni francesi
{Gentiles_descr_short}Cavalieri pesanti franco-piemontesi su destrieri bardati, dotati di elmo, corazza, lancia, spada e scudo.

{Jaculatores}Jaculatores
{Jaculatores_descr}"Usavasi ancora [in Piemonte nel XV secolo] lanciar a mano giavellotti e mezze picche."\n
Giovanni Antonio Luigi Cibrario, Della economia politica del Medioevo\n\n
A differenza della penisola iberica, il giavellotto come arma non si è mai diffuso sul suolo italico in età medievale. Solamente in alcune remote regioni del Piemonte, specialmente nelle langhe del Monferrato e nelle montagne del Saluzzese, si riportano leve di stampo feudale in cui i coscritti venivano dotati di armature leggere (giachi in cuoio che palesano l'origine pastorale dei guerrieri) e "lance da tiro" ovvero giavellotti. L'urto violento del giavellotto, scagliato dalla distanza da abili schermagliatori, è in grado di perforare anche le moderne armature di piastre. Si tratta comunque di un'arma ormai superata dalle balestre e dalle prime armi da fuoco leggere.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni saluzzesi, monferrine
{Jaculatores_descr_short}Schermagliatori piemontesi, pastori armati di giavellotti e dotati di giachi di cuoio.

{Balistari_Chivassesi}Balistari de Ciuvas
{Balistari_Chivassesi_descr}"I difensori [Chivassesi] erano uomini nobilissimi, magnanimi, bellicosi, di somma audacia e di grande valore [...] combattevano i loro nemici con forza sferrando durissimi colpi con mangani e petriere, lance, spade, pietre e altre macchine. [...] I balestrieri erano agguerritissimi più di quanto di solito si usi e più di quanto si sia mai sentito nè si possa ricordare. [...] Gli attaccanti [Piacentini], oltre modo spaventati, specialmente dai gravissimi lanci di grandi pietre e dai colpi dei ferocissimi balestrieri, temono l'audacia e il valore dei difensori."\n
Giovanni Codagnello, Annales Placentini\n\n
I balestrieri di Chivasso sono considerati tra i migliori nell'area monferrina-saluzzese e la loro bravura è stata celebrata in molte cronache. Si tratta di fanti provenienti da Chivasso e dal contado circostante, muniti di balestra e ben difesi da cotte di maglia; possono decimare dalla distanza le schiere nemiche prima di buttarsi nella mischia armati di spada.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni saluzzesi, monferrine
{Balistari_Chivassesi_descr_short}Abili balestrieri piemontesi, dotati di cotte di maglia e spada per la mischia.

{Cholovrinieri_Eslecti}Cholovrinieri Eslecti
{Cholovrinieri_Eslecti_descr}"L'anno mile CCCCCVII [1507] et a doi iorni de marzo el signor marchis Michel Antonio marchiso de Saluce si partì de Revelo et venì fare la soa prima intrata in Saluce, la quale fu bela e trionfante, et prima venì a eschontro a soa signoria per fino al Po tuta la fantaria de Saluce in arme [...] et hera con questa fantaria [...] cento puti de li più eslecti [scelti] de Saluce [...] li quali portavano una cholovrina [colubrina] in mane per uno de boscho dorate de orpelo che pare che fosano de latono [ottone] ou de chovro [bronzo], le quale per tre ou quatro volta per una esgiopavano [scoppiavano], et ogni uno de questi puti avia uno pecto fato de papero [carta] incholato et estagnati, et qussì una celata in testa stagnata con piumasi [pennacchi] in testa et havesi dito [avrei udito] che herano armati d'acelo [acciaio] propio, et vi prometo che gli fasia bel vedere."\n
Miscellanea di Storia Italiana\n\n
Questi artiglieri scelti ("eslecti") costituiscono la migliore truppa da tiro del marchesato saluzzese. La colubrina, chiamata anche volgarmente cannone a mano, è menzionata in Italia fin dal 1447. Il nome deriva dal provenzale "colobrina" o "cholovrina", a sua volta derivante dal latino "coluber" (serpente). La canna è incastrata su una assicella ed essa viene usata come una balestra; le palle sono grosse quanto una noce e vengono usate sin dal XV secolo. Già dalla metà del XV secolo ne erano in uso di più voluminose, portate sopra carri. Al tempo di Carlo VIII di Francia le colubrine erano distinte come artiglierie di un genere particolare ed erano più piccole, ma più lunghe dei cannoni, con canna sottile, perciò di minor calibro.
{Cholovrinieri_Eslecti_descr_short}Artiglieri scelti armati di colubrina, spada e dotati di armature di piastre.



CONFEDERAZIONE ELVETICA
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Bergwacht (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Partigians (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Reislaufer (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- Gassenhauers (spadone) PRO huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Kuh-Schweizer (spada) AOR town (roccaforte)
3- Hellebardentrager (alabarda) AOR large_town (castello)
4- Wachtposten (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Sabel Kavallerie (spada) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Cranéquiniers (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Montiert Hellbarde (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Sabel Arciers (arco lungo) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Arbalestriers (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Gens de Trait (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Bergwacht}Bergwacht
{Bergwacht_descr}I "bergwacht" sono guerriglieri montanari, la milizia alpina per eccellenza. Essi rappresentano, prima ancora che spietati combattenti, ottime guide alpine e conoscono alla perfezione il loro territorio, il che garantisce loro un vantaggio notevole sul nemico: possono nascondersi ovunque con grande abilità, tendendo agguati fulminei e mortali. Armati di lance, sono perfetti per le imboscate ma soccomberebbero presto in una mischia prolungata, poichè non portano scudi e indossano solo un elmetto e protezioni leggere di cuoio.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni svizzere, trentino-tirolesi, austriache, friulane
{Bergwacht_descr_short}Questi guerriglieri montanari sono astute guide alpine, armate di lance, ideali per imboscate.

{Partigians}Partigians
{Partigians_descr}"[...] per natura la maggior parte di costoro [fanti francesi] è gente rozza, scarsamente provvista di virtù e di ingegno grossolano; e ciò che è peggio, come per natura o a causa del cattivo nutrimento, alcuni sono alquanto inclinati alla ribellione nei confronti dei loro signori naturali in quanto si sentono in condizioni di servitù, come si è visto numerose volte. [...] Solo pochi sono saggi e sottili e adorni di virtù. [...] Se vi son comuni ben regolati è perché i loro reggenti alcune volte sono gentiluomini o uomini di stato ben nutriti e virtuosi."\n
Philippe de Mézières\n
"[Vi è] un pericolo consistente nel dare al popolo minuto più autorità di quanta gliene competa [...] Non vi è più gran follia in un principe, oso dire, che voglia tenere la sua signoria saldamente in pugno e in pace, che quella di dar licenza al popolo minuto di armarsi."\n
Christine de Pizan\n\n
I partigiani ("partigians" in francese) sono miliziani armati dell'omonima arma ad asta. La partigiana è assimilabile a una lancia lunga, composta da un lungo manico in legno e da una cuspide in metallo, costituita da una larga lama centrale a due taglienti simmetrici e rettilinei che terminano alla base in due alette ricurve. Quest'arma, derivata dalla chiavarina (variante della tradizionale lancia da cinghiale germanica detta "saufeder"), fu molto utilizzata in combattimento in Italia e Francia durante il periodo rinascimentale. E' considerata una lancia da mischia più maneggevole e "potente" della picca, arma questa atta solamente ad impalare il nemico. Si trattò, con buona probabilità, dell'arma inastata che funse da archetipo per lo spuntone e per il brandistocco (arma questa ibrida tra la partigiana e lo spiedo da guerra). I partigiani sono protetti in maniera adeguata da cotte di maglia e possono difendersi bene sia da nemici a piedi sia dai cavalieri nemici, formando la difesa ad anello; rudi popolani poco disciplinati ma coraggiosi, essi sono avvezzi agli scontri armati e non temono affatto di finire intrappolati nelle mischie.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni svizzere, provenzali, francesi.
{Partigians_descr_short}Rudi e indisciplinati popolani, dotati di cotta di maglia e muniti di lancia lunga, in grado di formare la difesa ad anello.

{Reislaufer}Reislaufer
{Reislaufer_descr}"[Vi erano, nella battaglia di Monthléry, a fianco dei Leghisti] cinquecento svizzeri a piedi, i primi che si videro in questo regno e che aprirono la strada agli altri che vennero in seguito: infatti si comportarono molto valorosamente ovunque si ritrovarono a combattere. [...] Sono divenuti così avidi di denaro, specialmente dei pezzi d'oro ai quali non erano abituati, che ora sono sempre sul punto di litigare tra loro, e questo potrebbe portarli alla rovina."\n
Philippe de Commynes, Mémories\n\n
A causa della povertà del territorio e della mancanza di lavoro, nel XIV secolo si diffonde in Svizzera la pratica del mercenariato bellico. Gli uomini dei cantoni lasciano mogli e figli a gestire i pascoli ed emigrano in cerca del soldo o ingaggio: si misero in luce per coraggio e ferocia, che uniti all'impeto degli attacchi diedero loro la fama di grandi guerrieri. Fu nel XV e XVI secolo che il fenomeno assunse dimensioni talmente notevoli che i cantoni ne assunsero il diretto controllo, occupandosi di autorizzare l'arruolamento di queste unità miste di pastori montanari, emergenti borghesi cittadini e membri della decaduta nobiltà "spazzatura feudale" (in cui i capitani combattevano e vivevano in mezzo ai propri uomini). Sebbene le picche siano spesso considerate armi da difesa, gli Svizzeri ne hanno perfezionato l'uso offensivo, e in virtù delle moderne corazzine possono reggere l'urto delle schiere nemiche. Di fatto, i picchieri svizzeri (noti come "reislaufer") costituiranno l'élite dei mercenari europei almeno fino alla Battaglia di Pavia (1525), quando salirà in cattedra l'artiglieria leggera con gli evoluti archibugi: la diffusione sempre più capillare delle armi da fuoco renderà obsoleti i quadrati di picche.
{Reislaufer_descr_short}I mercenari più famosi dell'epoca, incredibilmente feroci e coraggiosi, armati di picche e protetti da moderne corazzine.

{Gassenhauers}Gassenhauers
{Gassenhauers_descr}Sebbene la picca sia l'arma più popolare tra gli Svizzeri, impugnare una spada fa di un uomo un vero uomo. Gli spadieri "gassenhauers" provengono dalla borghesia cittadina e hanno un addestramento superiore rispetto alle truppe regolari, inoltre possono permettersi una corazza di piastre. Pur essendo ben protetti dalle placche metalliche sul busto, mantengono liberi gli arti per essere al contempo rapidi nei movimenti: in questo modo, mulinando lo spadone a due mani, possono infiltrarsi nella selva di picche nemiche, infrangendone le aste lignee e aprendosi così la via verso la formazione serrata dei picchieri, che devasteranno. Il loro nome deriva proprio da questa abilità ("gasse" è un sentiero stretto tra alte pareti, intese come le picche nemiche).
{Gassenhauers_descr_short}Svizzeri equipaggiati con spadone frangipicche, protetti da una corazza di piastre leggera.

{Kuh_Schweizer}Kuh-Schweizer
{Kuh_Schweizer_descr}"[Gli Svizzeri] Sono uomini feroci e rudi e colgono il minimo pretesto per attaccar briga con tutti i loro vicini; comprendendo la pianura e la montagna si contano quaranta o cinquantamila uomini atti alle armi."\n
Gilles le Bouvier, l'Héraut Berry, Livre de la description des pays\n\n
Dal XIV secolo il termine "svizzero" (da "schweizer", montanari del Cantone di Schwyz) era usato dai cronisti svevi per indicare tutti i confederati elvetici. Per molti di loro, soprattutto nei centri urbani, ciò apparve inizialmente come un insulto (e sicuramente questo era l'intento), perché faceva un unico fascio dei ricchi borghesi di Berna e dei rozzi pastori montanari. Spesso gli Svevi calcavano la mano, usando la locuzione "Kuh-Schweizer", ovvero "vaccari di Schwyz". Paradossalmente, con le guerre borgognone e la guerra sveva, questo epiteto si diffuse in tutta Europa, divenendo popolare persino all'interno della confederazione stessa. Così, già alla fine del XV secolo, tutti i montanari confederati si indicavano genericamente come "Svizzeri". I Kuh-Schweizer sono armati della tipica lama a doppio taglio in dotazione ai mercenari elvetici dal XV secolo, ovvero la spada corta svizzera ("schweizerdegen"), oppure della sua versione ridotta, la daga svizzera ("schweizerdagger"). Il combattimento con questo tipo di arma richiede un incontro molto ravvicinato col nemico, quindi è necessario disporre di uno scudo rotondo per proteggersi dagli attacchi del nemico. I Kuh-Schweizer, combattenti rudi e irascibili, si buttano con entusiasmo nella mischia e possono formare un muro di scudi per proteggere i tiratori.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni svizzere
{Kuh_Schweizer_descr_short}Fanti leggeri svizzeri, armati di spada corta e scudo, in grado di formare un muro di scudi.

{Hellebardentrager}Hellebardentrager
{Hellebardentrager_descr}"A questo proposito mi fu detto da alcuni nobiluomini che erano stati a questa giornata [battaglia di St. Jakob an der Birs, 1444] e che avevano partecipato alle guerre di Francia numerose volte e a scontri tanto contro gli Inglesi che contro altri, che al loro tempo non avevano trovato gente che si difendesse tanto bene né così animosa nel rischiare la vita [quanto gli Svizzeri]."\n
Mathieu d'Escouchy, Chronique\n\n
L'arma prediletta degli Svizzeri, come si sa, è la picca, ma subito dopo viene l'alabarda, l'arma inastata per antonomasia, a punta, tagliente da entrambi i lati. L'alabarda (il cui nome di origine germanica si compone delle parole: "halm" asta, e "bart" ascia) si compone di una lama di scure sormontata da una cuspide o da una lama di picca e sviluppante, posteriormente, in un uncino o in una seconda cuspide. Fu proprio grazie ai successi militari dei mercenari svizzeri, a partire dal XIV secolo, che l'alabarda si diffuse massicciamente in Europa, restando in auge fino all'inizio del XVII secolo. La sua funzione deve soddisfare due requisiti: impegnare efficacemente il cavaliere corazzato (trascinandolo giù di sella e abbattendolo), e difendere la linea dei picchieri dalle lame delle picche nemiche, deviandole o tranciandone le aste lignee. Per questo i feroci alabardieri svizzeri (detti "hellebardentrager") sono solitamente protetti da ottime cotte di maglia.
{Hellebardentrager_descr_short}Unità svizzere dotate di cotte di maglia e armate di alabarde, con cui perforare le corazze dei cavalieri o spezzare le picche nemiche.

{Wachtposten}Wachtposten
{Wachtposten_descr}Le guardie personali dei più celebri generali svizzeri, note come "wachtposten", sono costituite dai più valorosi e coraggiosi guerrieri elvetici, selezionati tra la nobiltà dei cantoni della Confederazione. Sfoggiano evolute corazze di piastre, che li proteggono dalla testa ai piedi, e impugnano lunghe alabarde decorate, che fanno di loro un nemico ostico per ogni tipo di schieramento, dalla fanteria alla cavalleria. In particolare, risultano letali in combinazione con i picchieri pesanti svizzeri ("reislaufer"), che proteggono dalle lame delle picche nemiche, deviandole o tranciandone le aste lignee.
{Wachtposten_descr_short}Costoro sono la guardia personale dei generali elvetici, dotati di alabarde e delle migliori corazze di piastre.

{Sabel_Kavallerie}Säbel kavallerie
{Sabel_Kavallerie_descr}Protetti da armature di cuoio rinforzato e scudi rotondi, questi guerrieri svizzeri montano a cavallo armati di sciabola; pur fieri e coraggiosi, ancora non eguagliano in abilità i guerrieri appartenenti a culture più avvezze al combattimento a cavallo. Specializzati nelle incursioni e nelle ritirate improvvise, le unità della "säbel kavallerie" sono truppe rapidissime e molto agili, rivelandosi perfette per imboscate e tattiche di schermaglia e supporto alla cavalleria pesante. La spada che impugnano è una sciabola svizzera ("schweizersäbel"), nota all'epoca come beccaccia ("schnepf" o "schnäpf") probabilmente a causa della curvatura della lama, che ricorda il collo del volatile; presenta una lama a un solo lato tagliente con una leggera curvatura. Si tratta del primo esemplare di sciabola giunto in Europa all'inizio del XVI secolo.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni svizzere
{Sabel_Kavallerie_descr_short}Cavalleggeri armati di sciabole svizzere e protetti da corpetti di cuoio rinforzato.

{Cranequiniers}Cranéquiniers
{Cranequiniers_descr}"[Costoro sono] balestrieri, dotati di una brigantina o di una cotta e montati su un cavallo da almeno 10 scudi."\n
Norma del regolamento militare di Carlo il Temerario\n\n
La diffusione dei balestrieri a cavallo sui campi di battaglia, iniziata già sul finire del XIII secolo, raggiunge l'apice verso la metà del XV secolo, trovando poi codificazione su diversi statuti di ordinanze francesi e borgognone (col nome di "cranéquiniers", termine derivante dal meccanismo "cranéquin" delle loro balestre), infine declina verso la fine dello stesso secolo, venendo gradualmente rimpiazzati dagli artiglieri a cavallo (pistolieri e archibugieri). Questi cavalleggeri francofoni utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica, visto che il rateo di tiro non è maggiore di quello degli altri balestrieri. Indossano cotte di maglia e non portano scudi; se proprio sono costretti alla mischia, sfoderano le spade in dotazione al loro armamento.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni francesi, svizzere
{Cranéquiniers_descr_short}Cavalleggeri francofoni che utilizzano piccole balestre e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica.

{Montiert_Hellbarde}Montiert hellbarte
{Montiert_Hellbarde_descr}La Svizzera è rinomata per i suoi fanti, non certo per i suoi cavalieri. I cantoni della Confederazione non dispongono di una vera cavalleria pesante e spesso ricorrono ai mercenari tedeschi o francesi, oppure si affidano ai più potenti feudatari svizzeri, che a stento riescono a raccogliere ed inviare un contingente di cavalieri: a causa degli elevati costi dell'equipaggiamento (che prevede elmo, corazza di piastre e bardaggio per proteggere il cavallo), non di rado i ranghi dei pochi cavalieri svizzeri vengono ingrossati dalla presenza di scudieri e di "equites" di origine popolana. Non sorprende, quindi, che tali cavalieri di fortuna preferiscano usare un'alabarda (adattata allo scopo) piuttosto che la classica lancia da torneo della vera cavalleria feudale, contro la quale in ogni caso difficilmente reggerebbero l'impatto. Queste volenterose "montiert hellbarde" (ossia "alabarde montate") non sono molto esperte e disciplinate, ma possono comunque sfoggiare buone corazze e mostrarsi all'altezza contro la fanteria e la cavalleria leggera.
{Montiert_Hellbarde_descr_short}Cavalieri svizzeri, protetti da corazze e armati di alabarde, volenterosi ma non molto esperti e disciplinati.

{Sabel_Arciers}Sabel Arciers
{Sabel_Arciers_descr}Gli Svizzeri sono noti per la loro diffidenza verso le armi da fuoco, tant'è vero che furono gli ultimi ad abbandonare il tradizionale uso dell'arco, che perdurò con successo tra le classi popolari e contadine fino al XVI secolo. Gli arcieri svizzeri sono a ragione considerati tra i migliori, e uniscono alla spiccata abilità di tiro (favorita dalla costante pratica della caccia sulle montagne) una profonda conoscenza del territorio: per questo sanno nascondersi ovunque per tendere imboscate micidiali. Sono dotati di un arco semplice e di protezioni leggere in cuoio. La spada che impugnano è una sciabola svizzera ("schweizersäbel"), nota all'epoca come beccaccia ("schnepf" o "schnäpf") probabilmente a causa della curvatura della lama, che ricorda il collo del volatile; presenta una lama a un solo lato tagliente con una leggera curvatura. Si tratta del primo esemplare di sciabola giunto in Europa all'inizio del XVI secolo.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni svizzere
{Sabel_Arciers_descr_short}Protetti da protezioni leggere in cuoio e dotati di sciabola, questi arcieri svizzeri sanno nascondersi ovunque per tendere imboscate micidiali.

{Arbalestriers_Valais}Arbalestriers du Valais
{Arbalestriers_Valais_descr}"Costoro [...] non temevano gli uomini a cavallo poiché di solito tre Svizzeri stavano insieme, un picchiere, uno schioppettiere e un balestriere, ed erano così esperti nel mestiere che, alla bisogna, si aiutavano gli uni con gli altri."\n
Olivier de la Marche, Mémoires\n\n
A supporto dei superbi picchieri svizzeri, un ruolo comunque rilevante viene recitato dai tiratori: essi hanno il compito di impedire ai fanti frangipicche nemici (alabardieri, spadieri, bipenniferi) di avviginarsi e spezzare le picche dello schieramento svizzero. A tal fine si possono impiegare gli artiglieri leggeri, ma gli Svizzeri sono piuttosto diffidenti nei confronti delle nuove armi da fuoco, perciò preferiscono affidarsi ai collaudati balestrieri, in gran parte provenienti dal cantone meridionale di Valais o Wallis (Vallese). Costoro uniscono la tradizionale abilità italica del tiro con la balestra con la disciplina e la ferocia tipiche dei confederati. Per poter dare il meglio anche in mischia, i balestrieri svizzeri vestono cotte di maglia e sono armati della tipica lama a doppio taglio in dotazione ai mercenari elvetici dal XV secolo, ovvero la spada corta svizzera ("schweizerdegen"), oppure della sua versione ridotta, la daga svizzera ("schweizerdagger").
{Arbalestriers_Valais_descr_short}Balestrieri del Canton Vallese, efficienti e disciplinati, dotati di cotte di maglia e spada corta per la mischia.

{Gens_de_Trait}Gens de trait
{Gens_de_Trait_descr}"La città di Saint-Valery in Francia aveva nel 1379 un capitano e nove scudieri di guarnigione; alla guardia del castello, del palazzo e del ponte di Rouen bastavano nel 1454 quindici uomini d'arme e trenta [uomini] de trait [tiratori]."\n
Luigi Cibrario, Della economia politica del Medioevo\n\n
Con il termine "gens de trait" si indicano genericamente i tiratori provenienti dalle regioni francofone del Delfinato, della Provenza, della Savoia-Piemonte e della Svizzera. Fino alla seconda metà del XV secolo essi sono in gran parte arcieri e balestrieri, ma verso la fine del secolo si fa sempre maggiore il numero di artiglieri, dotati di rudimentali scopetti o spingarde. Selezionati tra i facoltosi membri della borghesia cittadina, costoro formano una guardia stabile e riescono a permettersi un'armatura di piastre: per questo eccellono anche nella mischia, dove sfoderano le spade.
{Gens_de_Trait_descr_short}Artiglieri francofoni armati di scopetto, spada e dotati di armature di piastre.
14/05/2012 14:09
 
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Principe

DELFINATO
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Miliciens (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Partigians (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquiers (picca) PEN city (città)
5- Piquiers des mortes-payes (picca) PRO large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- Gassenhauers (spadone) PRO huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Servients (spada) AOR town (roccaforte)
3- Voulgiers (alabarda) AOR large_town (castello)
4- Guard Ecossais (arco) PEN city (fortezza)
5- Hallebardiers de mortes-payes (alabarda) PRO large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Chevau-léger (spada) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Cranéquiniers (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Lancers (lancia) PEN city (fortezza)
5- Coustilliers de l'Ordonnance (lancia) PRO large_city (cittadella)
5- Argoulets de l'Ordonnance (arco) PRO large_city (cittadella)
5- Géndarmes de l'Ordonnance (lancia) PRO large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Francs-Archers (arco lungo) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Arbalestriers (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Gens de Trait (pistola) PEN city (città)
5- Enfants Perdus des mortes-payes (archibugio) PRO large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Miliciens}Miliciens
{Miliciens_descr}"Le mosse del marchese non erano sfuggite però allo spionaggio sabaudo: il principe, assistito da Pierre Marchand, appena gli giungono i primi avvertimenti circa le intenzioni del Paleologo, raduna truppe, chiama a se il maresciallo di Saluzzo e prepara la riunione di tutte le milizie del Piemonte."\n
Archivio Lombardo, XV secolo\n\n
"[Vi è] un pericolo consistente nel dare al popolo minuto più autorità di quanta gliene competa [...] Non vi è più gran follia in un principe, oso dire, che voglia tenere la sua signoria saldamente in pugno e in pace, che quella di dar licenza al popolo minuto di armarsi."\n
Christine de Pizan\n\n
In caso di emergenza, i signori francofoni del Delfinato, della Provenza e del Piemonte possono ordinare la formazione di una truppa costituita da miliziani ("miliciens") dei borghi, non molto esperti di guerra ma utili per presidiare posizioni strategiche o per mantenere il controllo dell'ordine pubblico. Il loro tipico equipaggiamento prevede cappello d'arme ("chapel de fer"), pancera o brigantina a protezione del busto e lancia leggera, lunga circa due metri, la quale può essere usata in mischia contro altri fanti oppure in formazione serrata contro la carica della cavalleria leggera nemica; non resisterebbero invece contro la cavalleria pesante. Provvedono da soli al proprio sostentamento quando sono in un insediamento.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni savoiarde, saluzzesi, monferrine, provenzali, francesi.
{Miliciens_descr_short}Lanceri miliziani francofoni, dotati di cappello d'arme e pancera.

{Partigians}Partigians
{Partigians_descr}"[...] per natura la maggior parte di costoro [fanti francesi] è gente rozza, scarsamente provvista di virtù e di ingegno grossolano; e ciò che è peggio, come per natura o a causa del cattivo nutrimento, alcuni sono alquanto inclinati alla ribellione nei confronti dei loro signori naturali in quanto si sentono in condizioni di servitù, come si è visto numerose volte. [...] Solo pochi sono saggi e sottili e adorni di virtù. [...] Se vi son comuni ben regolati è perché i loro reggenti alcune volte sono gentiluomini o uomini di stato ben nutriti e virtuosi."\n
Philippe de Mézières\n
"[Vi è] un pericolo consistente nel dare al popolo minuto più autorità di quanta gliene competa [...] Non vi è più gran follia in un principe, oso dire, che voglia tenere la sua signoria saldamente in pugno e in pace, che quella di dar licenza al popolo minuto di armarsi."\n
Christine de Pizan\n\n
I partigiani ("partigians" in francese) sono miliziani armati dell'omonima arma ad asta. La partigiana è assimilabile a una lancia lunga, composta da un lungo manico in legno e da una cuspide in metallo, costituita da una larga lama centrale a due taglienti simmetrici e rettilinei che terminano alla base in due alette ricurve. Quest'arma, derivata dalla chiavarina (variante della tradizionale lancia da cinghiale germanica detta "saufeder"), fu molto utilizzata in combattimento in Italia e Francia durante il periodo rinascimentale. E' considerata una lancia da mischia più maneggevole e "potente" della picca, arma questa atta solamente ad impalare il nemico. Si trattò, con buona probabilità, dell'arma inastata che funse da archetipo per lo spuntone e per il brandistocco (arma questa ibrida tra la partigiana e lo spiedo da guerra). I partigiani sono protetti in maniera adeguata da cotte di maglia e possono difendersi bene sia da nemici a piedi sia dai cavalieri nemici, formando la difesa ad anello; rudi popolani poco disciplinati ma coraggiosi, essi sono avvezzi agli scontri armati e non temono affatto di finire intrappolati nelle mischie.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni svizzere, provenzali, francesi.
{Partigians_descr_short}Rudi e indisciplinati popolani, dotati di cotta di maglia e muniti di lancia lunga, in grado di formare la difesa ad anello.

{Piquiers}Piquiers
{Piquiers_descr}"Sia designato un uomo di buona autorità [...] che recluti con costrizione e autorità fino a duemila picchieri per rinfrescare gli effettivi dell'armata ducale [...] questi picchieri dovranno essere fra i più esperti nella guerra che possano trovarsi e che abbiano l'età e la corporatura atte a reggere e a sopportare le fatiche, le discipline e le opere richieste e necessarie in guerra. Essi riceveranno cinque franchi per equipaggiarsi di giachi e usberghi con maniche e con il braccio destro ricoperto di maglia di ferro a piccole scaglie [sul braccio sinistro porteranno uno scudo]."\n
Ordine del cancelliere borgognone Hugonet, 1472\n\n
Il picchiere è un punto fermo delle guerre tardomedievali. Questi picchieri francofoni ("piquiers"), provvisti di cotte pesanti e di solide corazze a protezione del busto, sono dotati di ragionevole addestramento e sono in grado di tenere egregiamente una posizione difensiva. La corazza li protegge dai tiratori, rendendoli praticamente invulnerabili; la loro marcia può essere bloccata solo mediante la carica di una cavalleria d'elite, ma anche questo espediente potrebbe risultare inutile... La sola speranza per i nemici è disporre di una schiera di picche altrettanto temeraria.
{Piquiers_descr_short}Picchieri francofoni, dotati di corazze, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Piquiers_Mortes_Payes}Piquiers des Mortes Payes
{Piquiers_Mortes_Payes_descr}
Verso la metà del XV secolo, a fianco dell'istituzione delle compagnie d'ordinanza francesi (cavalieri professionali), avviene la creazione di unità professionali appiedate: le "mortes-payes" o "petite-payes", destinate al presidio degli insediamenti, composte da guardie riceventi una paga ridotta ("petite payes") anche nei tempi morti ("mortes") di pace. Inizialmente queste truppe vengono introdotte ad imitazione delle compagnie d'ordinanza in forma di unità a cavallo, secondo il solito modello della "lancia", anche se in questo caso l'uomo d'arme ha al suo seguito solo due arcieri e un paggio, ed è privo di scudiero e valletto; in seguito esse vengono riformate come fanteria di presidio, rimanendo in auge fino al termine del secolo XV, toccando l'apice sotto Carlo VII (ben 8000 effettivi nel periodo 1477-1483). Tra questi fanti professionali vi sono i picchieri ("piquiers"). Costoro sono dotati di elmetti metallici e delle più evolute e costose armature in corazze di piastre, che indossano sotto i tipici completi a sbuffo; impugnano una lunga lancia e sono in grado di formare una selva impenetrabile per la cavalleria nemica. Vengono usualmente affiancati da altre truppe professionali di fanteria pesante (alabardieri) e tiratori (archibugieri).
{Piquiers_Mortes_Payes_descr_short}Picchieri francofoni professionali, dotati di evolute e costose corazze di piastre e in grado di formare una impenetrabile selva di lance.

{Gassenhauers}Gassenhauers
{Gassenhauers_descr}Sebbene la picca sia l'arma più popolare tra gli Svizzeri, impugnare una spada fa di un uomo un vero uomo. Gli spadieri "gassenhauers" provengono dalla borghesia cittadina e hanno un addestramento superiore rispetto alle truppe regolari, inoltre possono permettersi una corazza di piastre. Pur essendo ben protetti dalle placche metalliche sul busto, mantengono liberi gli arti per essere al contempo rapidi nei movimenti: in questo modo, mulinando lo spadone a due mani, possono infiltrarsi nella selva di picche nemiche, infrangendone le aste lignee e aprendosi così la via verso la formazione serrata dei picchieri, che devasteranno. Il loro nome deriva proprio da questa abilità ("gasse" è un sentiero stretto tra alte pareti, intese come le picche nemiche).
{Gassenhauers_descr_short}Svizzeri equipaggiati con spadone frangipicche, protetti da una corazza di piastre leggera.




REPUBBLICA DI VENEZIA
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Galeoti (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- Piquieri Provisionati di S.Marco (picca) PRO large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- Doppisoldi (spadone) PRO huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Schiavoni (spada) AOR town (roccaforte)
3- Cernide (spiedo) AOR large_town (castello)
4- Fanti Gravi (martello) PEN city (fortezza)
5- Rotulari Provisionati di S.Marco (spada) PRO large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Zaffones (lancia corta) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Stradioti (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Armigeri (lancia) \ Cavai Lizieri (lancia) PEN city (fortezza)
5- Utili de le Lanze Spezzate (lancia) PRO large_city (cittadella)
5- Capeleti de le Lanze Spezzate (arco) PRO large_city (cittadella)
5- Elmeti de le Lanze Spezzate (lancia) PRO large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Sfachioti (arco composito) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Ballistari Paduani (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Sclopeteri (pistola) PEN city (città)
5- Bombardieri Provisionati di S.Marco (archibugio) PRO large_city (metropoli)

Marinai:
1- Scapoli (spada) PEN city (città)
2- Fanti da Mar (balestra) PEN large_city (metropoli)
3- Arsenalotti (alabarda) PEN huge_city (megalopoli)

{Galeoti}Galeoti
{Galeoti_descr}"Il territorio è tenuto a fornire anche uomini da remo per l'armata marittima, chiamati 'galeotti' [...] che vengono inviati a Venezia e colà imbarcati per prestare servizio sulle galere della Repubblica."\n
Cronaca del XV secolo\n\n
I galeotti o galeoti, detti anche "sforzati", sono reclutati principalmente dalla popolazione di Istria e Dalmazia soggetta al dominio veneziano, ma tra loro vi sono anche molti volontari della Terraferma veneta. Nel XV secolo, sebbene mal pagati, costituiscono un corpo di uomini liberi, destinato a servire ai remi nelle galee veneziane; a partire dal XVI secolo, invece, i galeoti sono perlopiù prigionieri, la feccia della Repubblica, delinquenti condannati ad essere reclusi per tutta la vita o a lavorare come rematori. Dato il costo ridotto di mantenimento di questa ciurma, trattata alla stregua di animali, non di rado essi vengono sfruttati per formare l'accozzaglia da spedire in prima linea, armati solo di corte lance. Carne da macello, niente di più, assai indisciplinata e incline alla fuga.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni venete, dalmate
{Galeoti_descr_short}Feccia della repubblica, dato il costo ridotto venivano sfruttati come rematori o per formare l'accozzaglia da spedire in prima linea, armati di lance corte.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Piquieri_Provisionati}Piquieri Provisionati
{Piquieri_Provisionati_descr}I provisionati (da "provisione", ossia la paga mensile che percepiscono) sono le prime unità di fanteria permanente italiche, mantenuti per periodi più lunghi rispetto ai comuni miliziani, e dotati di un miglior addestramento. In effetti questi soldati, introdotti nell'esercito veneto nella seconda metà del XV secolo in misura crescente, sono composti non solo da semplici miliziani ma anche da membri di compagnie di ventura: il passo da mercenari a professionisti della guerra non è poi così lungo. Dotati di lunghe picche, costoro indossano moderne corazze sotto i completi a sbuffo e risultano utili in situazioni di difesa, potendo contrastare le cariche dei cavalieri pesanti. Vengono usualmente schierati col supporto dei tiratori e della fanteria da mischia, secondo il modello ispanico di successo, detto "Tercio".
{Piquieri_Provisionati_descr_short}Picchieri italici professionali, dotati di buone corazze sotto i completi a sbuffo.

{Doppisoldi}Doppisoldi
{Doppisoldi_descr}"Il spadone al modo eh 'oggi s'usa con quattro palmi di manico e piu et con quella croce grande non e stato ritrovato affine di adoprarlo da solo a solo a ugual partito come l'altre arme delle quali habbiamo trattato, ma per poter con esso solo a guisa d'un galeone fra molte galere resistere a molte spade o altre arme"\n
Giacomo Di Grassi, Del Spadone\n\n
Fin dalla metà del XIII secolo le cronache e gli atti notarili friulani riportano le attività di vari maestri schermidori a Cividale (Goffredo, Arnoldo, Bitinellus, Domenico, Franceschino), ma è solo con l'attività di Fiore dei Liberi, "magistro di scrima" (ovvero maestro di scherma) a cavallo dei secoli XIV e XV, che la scuola di scherma italica trova forma nei suoi manoscritti e raggiunge l'apice della notorietà, sopravanzando persino la scuola tradizionale tedesca. Partendo dal Friuli, Fiore dei Liberi contribuì alla diffusione della "scrima" in Veneto, Lombardia ed Emilia, frequentando le corti nobiliari di Mantova, Padova, Pavia, Ferrara. Dopo la sua morte, il numero di maestri suoi seguaci (tra i più celebri Niccolo III d'Este, Pietro del Verde, Galeazzo delli Capitani, Lancillotto di Beccaria, Giovanni de Baio e Anzo de Castelbarco) crebbe al punto che, nella seconda metà del XV secolo, la presenza sul campo di battaglia di piccole schiere di fanti armati di spadone a due mani non è più un'anomalia. Costoro, vestiti con i tipici completi a sbuffo che nascondono le corazzine, sono definiti "doppisoldi" per la doppia paga che esigono in virtù del rischioso compito che essi stessi assumono: affrontano le schiere di picche nemiche mulinando lo spadone, tentando di aprirsi una via per la formazione serrata dei picchieri per poi scompaginarla.
{Doppisoldi_descr_short}Fanteria cittadina d'élite, armata di spadoni a due mani d'acciaio, guidano la prima fatale carica utilizzata per infrangere le linee dei picchieri.

{Schiavoni}Schiavoni
{Schiavoni_descr}Gli schiavoni (dall'arabo "saqlab", schiavi guerrieri di origine slava, balcanica o caucasica, convertiti all'islam) sono truppe provenienti dalle regioni dell'Istria e dalla Dalmazia al soldo della Repubblica di Venezia, inquadrati normalmente nell'ambito della marina veneta, nella difesa dei territori dello Stato da Mar e della città di Venezia, ma all'uopo dislocabili anche nel servizio e nella difesa dei Domini di Terraferma, assieme all'esercito campale. Per la loro fedeltà e dedizione erano considerati i fedelissimi di San Marco. Ampiamente utilizzati per controbattere le scorribande turche nel XV secolo, inizialmente furono schierati come fanteria d'assalto dotata di armature leggere in cuoio rinforzato e armata di spada "schiavona" e scudo; in seguito, con la diffusione delle armi da fuoco, questo tipo di unità fu riformata a corpo misto di tiratori (archibugieri) e fanteria. Se necessario, possono formare un muro di scudi per proteggere i tiratori.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni venete, dalmate
{Schiavoni_descr_short}Truppe armate alla leggera con spada e scudo, provenienti dalle regioni dell'Istria e dalla Dalmazia, in grado di formare un muro di scudi.

{Cernide}Cernide
{Cernide_descr}"Dando a cadauno territorio e condado la conveniente somma e porzione sua [...] di età tra i 18 e i 45 anni, gagliardi e non zoppi, gobbi o guerci [...] tutte armate con curacine [corpetti di cuoio rinforzato] e celadine [elmetti], e una quarta parte abbia balestre, gli altri abbiano spiedi e lanze, e questi divisi secondo le abitudini degli uomini."\n
Valvasone di Maniago, Cronaca del 1499\n
"Non è da far fondamento delle cernide per combattere con nemici."\n
Generale Francesco Maria Rovere di Urbino, al Senato di Venezia\n
"Scarso fondamento è da farsi su questi soldi, poiché fuori di casa patiscono, si ammalano e si disperdono, essendo attaccati alla casa, restii ad andare in guerra che par loro morte sicura, frodano per evitarla."\n
Documento di Alviese Mocenigo II del 1644\n\n
Queste truppe veneziane dell'entroterra, introdotte a partire dalla metà del XV secolo, sono note come "craine" o "cranide" - in Dalmazia - e "cernide" - in Terraferma e Istria. Il nome deriva da: "fanti electi et cernuti", ossia "fanti selezionati e scelti". Si tratta di coscrizioni territoriali costituite da lanceri contadini che potevano essere schierati piuttosto velocemente, al contrario dell'esercito tradizionale (composto da milizie provisionate e mercenari); la loro nascita venne infatti determinata dall'esigenza di rispondere prontamente alle rapide incursioni dei Turchi. Ogni contado è tenuto a fornire ed equipaggiare una "carata", ossia un certo numero prefissato di cernide, composte da sudditi al servizio della Serenissima da almeno 10 anni, esclusi servi e poveri, capifamiglia e fratelli di una membro già arruolato. Le cernide, in ferma annuale, sono obbligate a sommarie esercitazioni ("mostre") che si svolge quattro volte al mese (in genere la domenica); godono del privilegio del porto d'arme e nel periodo di servizio percepiscono un soldo (paga di San Marco), ma solo i capitani e gli ufficiali sono remunerati con un salario. Il loro armamento (essenzialmente celate, morioni, corsaletti a difesa e ronconi, spiedi o picche a offesa, mentre archibugi e moschetti si diffondono solo dalla metà del XVI secolo), nonché tutte le altre spese accidentali, sono imputati ai comuni di provenienza. Sebbene le cernide si dimostrassero adatte alla difesa degli insediamenti (ovvero delle loro case), in battaglia andarono in rotta più di una volta (a Ghiaradadda nel 1509 e al Creazzo nel 1513), dimostrando scarso addestramento e ancor meno coraggio.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni venete
{Cernide_descr_short}Contadini coscritti, armati di roncone e obbligati ad un sommario addestramento e ad una leva annuale, reclutati per rispondere alle rapide invasioni nemiche.

{Fanti_Gravi}Fanti Gravi
{Fanti_Gravi_descr}"Secondo il Sansovino avean anche i Dogi una guardia formata da uomini tolti da ogn'isola. Guardie aver dovevano di sicuro, poiché troppo esigevalo la loro dignità, il loro potere, e avevanle tutti i duchi e signori d'alta portata allora. Le cronache e le carte rammentano certe persone che chiamavansi Excusati de Ducato. Il Sansovino vuole che fossero vere guardie pretorie [...] e li distingue in excusati maggiori e minori."\n
Memorie Storiche de' Veneti Primi e Secondi, Conte Giacomo Filiasi\n\n
Fin dal XIII secolo, con la definitiva emancipazione dall'Impero Bizantino, i Dogi di Venezia iniziano a reclutare una guardia personale sul modello delle guardie variaghe bizantine. La guardia, composta da giovani scelti tra gli "excusati" (alta nobiltà veneziana esentata dal pagamento delle imposte e da ogni altro servizio statale), fino al '300 avanzato sfoggiava uno stile orientale, con armature a scaglie o lamellari sopra l'usbergo e cappelli di ferro a tesa larga in stile serbo-bizantino; in seguito adottò un equipaggiamento occidentale. Ben protetti da elmo, scudo e corazza, questi uomini sono reclutati per proteggere gli interessi remoti dei domini di Venezia da molti diversi nemici, per terra e per mare. I martelli d'arme dal lungo manico sono studiati per penetrare le armature e rendono questi fanti pesanti una buona scelta per affrontare nemici corazzati.
{Fanti_Gravi_descr_short}Corazzati e muniti di un martello da guerra, hanno il compito di proteggere gli avamposti remoti dei domini veneziani.

{Rotulari_Provisionati}Rotulari Provisionati
{Rotulari_Provisionati_descr}I provisionati (da "provisione", ossia la paga mensile che percepiscono) sono le prime unità di fanteria permanente italiche, mantenuti per periodi più lunghi rispetto ai comuni miliziani, e dotati di un miglior addestramento. In effetti questi soldati, introdotti nell'esercito veneto nella seconda metà del XV secolo in misura crescente, sono composti non solo da semplici miliziani ma anche da membri di compagnie di ventura: il passo da mercenari a professionisti della guerra non è poi così lungo. Dotati di spade e scudi, costoro indossano moderne corazze sotto le vesti e risultano assai utili come fanteria d'assalto. Vengono usualmente schierati a supporto dei picchieri e della fanteria da tiro, secondo il modello ispanico di successo, detto "Tercio".
{Rotulari_Provisionati_descr_short}Si tratta di fanti arruolati nelle provisioni semi-permanenti, dotati di corazze, scudi e armati di spade.

{Zaffones}Zaffones
{Zaffones_descr}"I zuffi (zaffones) sono un certo tipo di milizie che avanzano sul campo di battaglia procedendo disordinatamente ma animosi e irruenti. [...] Agiscono nelle regioni venete, al servizio delle autorità cittadine, mossi dal desiderio di bottino. [...] Costoro andavano a cavallo e usavano lance."\n
Rolandino da Padova\n\n
Presenti in quasi tutti gli eserciti lombardo-veneti dal XIII secolo, gli "zaffones" appartengono alle classi sociali più umili, e la loro permanenza a fianco degli eserciti è motivata dal guadagno accumulato nella razzia. Cavalleggeri rapidissimi, il loro impiego predatorio nel territorio nemico costituisce non solo metodo di approvvigionamento per l’attaccante, ma pure una valida arma psicologica nei confronti dell’attaccato: non inquadrati nei ranghi dei combattenti, essi di solito precedevano di stretta misura l’avanzare dell’esercito, tagliando le messi e devastando il territorio, infliggendo seri danni alle proprietà nemiche. Dotati di protezioni leggere, lancia e scudo, la loro mancanza di disciplina e l'eccessivo impeto predatorio può causare seri problemi al loro comandante.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni venete, dalmate
{Zaffones_descr_short}Cavalleggeri rapidissimi ma indisciplinati, dotati di lance e scudi, utili per effettuare scorribande nel territorio nemico.

{Stradioti}Stradioti
{Stradioti_descr}"Gli stradioti sono uomini come i cavalieri spagnoli, vestiti a piedi e a cavallo come i Turchi, eccetto che in testa dove non portano quella tela che chiamano turbante: e son gente rude e dormono tutto l'anno all'aperto, loro e i loro cavalli. Erano tutti Greci, tutti venuti dalle colonie che hanno lì i Veneziani, gli uni da Napulia, dalla Morea, altri d'Albania, diversi da Durazzo; e i loro son buoni cavalli, tutti turchi."\n
Philippe de Commynes, Mémories\n
"Molto strani d'aspetto, dalle barbe lunghe, senza armature e senza brache, con un piccolo scudo in una mano e una mezza lancia nell'altra."\n
Jean Molinet, Chroniques\n
"In gran parte albanesi e delle regioni vicine alla Grecia, sono stati portati in Italia dai Veneziani e mantengono lo stesso nome che avevano in patria [...] sono chiamati stradioti."\n
Cronaca del XV secolo\n\n
Cavalleggeri greco-albanesi vestiti alla maniera turca, gli stradiotti (dal greco "stradtiotai", ossia "soldati") indossano armature di pelle rinforzata o cotte di maglia leggera ed elmetti. Truppe munite di lancia leggera, scudo e mazza, sono famigerate per la ferocia, la slealtà, la chiassosità e la mancanza di disciplina; vengono premiati con un ducato per la testa di ogni nemico. Impiegati nelle regioni balcaniche, alle frontiere contro gli Ottomani, dalla fine del XV secolo il loro impiego si diffuse anche in Istria, Friuli e Veneto. Impressionati delle tattiche degli stradioti (basate su schermaglie, simulazioni e complesse manovre, ricordando in parte i cavalieri turchi), altre potenze italiche ed europee iniziarono a reclutarli come mercenari oppure ad organizzare unità a loro imitazione.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni venete, dalmate
{Stradioti_descr_short}Cavalleggeri greco-albanesi armati con lancia leggera, scudo e giavellotti, queste truppe si comportano da feroci schermagliatori.

{Cavai_Lizieri}Cavai lizieri
{Cavai_Lizieri_descr}In forma di cavalleria pesante ma montati su cavalli scoperti, i Veneziani potevano contare sui tradizionali "cavai lizieri". Si tratta di cavalieri generalmente di stirpe balcanica ma dotati delle migliori corazze di piastre italiane, decorate con velluto colorato; completano l'equipaggiamento elmo metallico, lancia, spada per la mischia e scudi alati slavi; cavalcano veloci destrieri scoperti. Tra i più celebri si ricordano i "cavai lizieri dalmatini", ovvero una cavalleria levantina, originaria dell'Istria e della Dalmazia, preferita dai condottieri veneziani in quanto più affidabile e disciplinata degli stradioti.
{Cavai_Lizieri_descr_short}Cavalieri dotati di corazza, lancia, spada per la mischia e scudo alato slavo, montati su destrieri scoperti.

{Armigeri}Armigeri
{Armigeri_descr}"E' sempre nostra politica disporre di uomini di alto valore sia in pace che in guerra."\n
Senato di Venezia, 1421\n\n
Quella degli armigeri, a partire dalla fine del XV secolo, è una delle classi di militari alle quali si può far ricorso sia in occasione di una guerra, sia in tempo di pace, costituendo una sorta di cavalleria semi-permanente. Gli armigeri (detti variamente "caput lanciae", "armigeri", "veri armigeri") sono cavalieri di mestiere, generalmente di ceto nobiliare, ma tra le loro fila si annoverano anche esperti mercenari, reduci delle condotte che vengono sciolte in seguito alla morte, diserzione o ritiro del condottiero che le capeggia. Cavalieri pesanti ben corazzati, montati su destrieri protetti da una cotta pesante, costoro sfoggiano elmo chiuso, lancia, spada (stocco pesante se confrontato con gli spadini da contendente) e moderni scudi metallici in forma rotonda, progettati per resistere ai colpi di pistole e archibugi, ma probabilmente più decorativi che efficaci.
{Armigeri_descr_short}Cavalieri pesanti ben corazzati, montati su destrieri protetti da cotta pesante, costoro sfoggiano lancia, spada, scudo.

{Utili_Lanze_Spezzate}Utili de' Lanze Spezate
{Utili_Lanze_Spezzate_descr}"E' sempre nostra politica disporre di uomini di alto valore sia in pace che in guerra."\n
Senato di Venezia, 1421\n\n
Dalla metà del XV secolo i maggiori stati italici mantengono regolarmente forze armate alle loro dirette dipendenze: si tratta delle "lanze spezzate", ossia liberi mercenari non inquadrati nel sistema delle condotte e assoldati singolarmente dai governi. Spesso quando un condottiero moriva, disertava o si ritirava, gli uomini della sua condotta venivano ingaggiati dagli stati come lanze spezzate, per poi divenire a tutti gli effetti cavalieri professionali: ciò accade coi Roberteschi (900 cavalieri al seguito di Roberto da Montalboddo, ucciso nel 1448, che rimasero in servizio di Venezia per oltre vent'anni), coi Gatteschi (seguaci del Gattamelata, ritiratosi nel 1440, e in seguito di suo figlio Giannantonio e di Gentile da Leonessa, rispettivamente ritiratosi e ucciso in battaglia nel 1452, che resteranno al servizio veneziano quasi 30 anni, agli ordini di Antonio da Marsciano, col nome di "Società di San Marco") e con molte altre compagnie. Queste nuove classi di combattenti permettono alla Serenissima di non dipendere dalle condotte, la cui fedeltà e disponibilità non possono essere date troppo per scontate. Al diretto servizio dell Repubblica, questi armigeri di professione si suddividono in elmetti (o "elmeti") e utili: i primi sono i veri uomini d'arme, completamente corazzati, tanto quanto i loro destrieri; i secondi sono cavalieri di supporto, dotati di mezze armature e cavalli scoperti. In particolare, gli utili sfoggiano una celata con visiera al posto dell'elmo chiuso, tipico degli elmeti, e una corazza scanalata di influenza tedesca. Queste nuove classi di combattenti permettono alla Serenissima di non dipendere dalle condotte, la cui fedeltà e disponibilità non possono essere date troppo per scontate.
{Utili_Lanze_Spezzate_descr_short}Armati di lancia e spada ma privi di scudo e montati su cavalli leggeri, questi cavalieri professionali sono una perfetta combinazione tra potenza e agilità.

{Cappelletti_Lanze_Spezzate}Capeleti de' Lanze Spezate
{Cappelletti_Lanze_Spezzate_descr}"L'evento a Martina [...] si registrò il 6 giugno 1529, [...], allorché‚ san Martino in armi, seguito un folto gruppo di cavalieri, apparve sulle mura cittadine, mettendo in fuga gli assedianti cappelletti."\n
Cito di Cito, poeta del XVI secolo\n
"Nella cosiddetta Guerra di Lautrec (1528-1529), estrema offensiva franco-veneziana per la riconquista del Regno di Napoli contro gli Spagnoli [...] un reparto di cappelletti, oltremodo rapido ed efficiente, era più volte uscito da Monopoli [...] in mano ai Veneziani e assediata dalle truppe italo-spagnole dell'imperatore Carlo V [...] spingendosi a saccheggiare selvaggiamente Locorotondo, Fasano e Cisternino, per rifornire la città adriatica."\n
Cronaca Veneziana\n\n
I "cappelletti" o "capeleti" sono abili cavalleggeri dalmati al soldo della Repubblica di Venezia; Guicciardini li identifica come stradiotti e in effetti si possono considerare la loro naturale evoluzione cinquecentesca, allorché i Veneziani ne ampliano il reclutamento, integrandoli di fatto nell'esercito permanente della Serenissima a fianco delle lanze spezzate. Costoro, a differenza dei classici stradiotti, indossano cotte e corazzine brunite, a prova di archibugio sul davanti e di pistola sulla schiena, e portano un elmo a prova di pistola. Sotto le protezioni indossano abiti ed armi tradizionali delle loro zone di provenienza e quasi tutti indossano gli "opancici", caratteristici calzari formati da stringhe di cuoio, tipici delle popolazioni balcaniche. L'armamento tipico di un cappelletto era il cavallo completo di finimenti, la spada "schiavona", il pugnale o la mazza, l'archibugio "da roda" (carabine fornite di acciarino) ed il "terzarol" (tipo di pistola) con la sua fondina. Verso la fine del XV secolo i cappelletti rappresentavano una delle poche unità in servizio permanente, con funzioni diverse: ronda delle fortezze, pattuglia sulle strade confinarie, scorta nel trasporto del denaro pubblico, inseguimento dei disertori, caccia a banditi e malfattori e così via. I cappelletti erano odiati dagli altri soldati e mal tollerati dalle popolazioni della "Terra Firma" veneta, ma spesso lodati dai rappresentanti e dai comandanti veneziani.
{Cappelletti_Lanze_Spezzate_descr_short}Cavalleggeri di professione noti per la loro ferocia, di origine balcanica o greca, dotati di cotte e corazzine brunite e armati con pistoletti e spada.

{Elmeti_Lanze_Spezzate}Elmeti de' Lanze Spezate
{Elmeti_Lanze_Spezzate_descr}"E' sempre nostra politica disporre di uomini di alto valore sia in pace che in guerra."\n
Senato di Venezia, 1421\n\n
Dalla metà del XV secolo i maggiori stati italici mantengono regolarmente forze armate alle loro dirette dipendenze: si tratta delle "lanze spezzate", ossia liberi mercenari non inquadrati nel sistema delle condotte e assoldati singolarmente dai governi. Spesso quando un condottiero moriva, disertava o si ritirava, gli uomini della sua condotta venivano ingaggiati dagli stati come lanze spezzate, per poi divenire a tutti gli effetti cavalieri professionali: ciò accade coi Roberteschi (900 cavalieri al seguito di Roberto da Montalboddo, ucciso nel 1448, che rimasero in servizio di Venezia per oltre vent'anni), coi Gatteschi (seguaci del Gattamelata, ritiratosi nel 1440, e in seguito di suo figlio Giannantonio e di Gentile da Leonessa, rispettivamente ritiratosi e ucciso in battaglia nel 1452, che resteranno al servizio veneziano quasi 30 anni, agli ordini di Antonio da Marsciano, col nome di "Società di San Marco") e con molte altre compagnie. Queste nuove classi di combattenti permettono alla Serenissima di non dipendere dalle condotte, la cui fedeltà e disponibilità non possono essere date troppo per scontate. Al diretto servizio dell Repubblica, questi armigeri di professione si suddividono in elmetti (o "elmeti") e utili: i primi sono i veri uomini d'arme, completamente corazzati, tanto quanto i loro destrieri; i secondi sono cavalieri di supporto, dotati di mezze armature e cavalli scoperti. In particolare, gli elmeti sfoggiano un elmo chiuso al posto della celata con visiera, tipica degli utili, e un'armatura bianca a placca unica.
{Elmeti_Lanze_Spezzate_descr_short}Cavalleria pesante professionale, armata di lancia, spada e corazza di piastre, montata su destrieri corazzati.

{Sfachioti}Sfachioti
{Sfachioti_descr}"Sono li sfachiotti sopra tutti valorosi et buoni arcieri et archibusieri. Queste genti di Papadopoli et Pateri sono gente selvatica, puoco obediente, et scandalosa, pure s'è acquetata assai. [...] onde li feci desscriver [reclutare] nelle ordinanze [...] Li Sfachioti, che se crede che siino d'una medesima famiglia [stirpe] [...] habitano il territorio della Canea [Creta], dove è il castello della Sfachia, ove sta il Proveditor, nobile veneto, de quelli della Canea con 10 et manco fanti italiani."\n
Cronaca veneziana del XV secolo\n\n
"E certo, se non fosse che tutta la Sfachia non è habitata da quelle fameglie pretendenti la insolentia del disobedire, et che tra essi Sfachiotti non sono uniti, difficilissimo sarebbe haverli in obbedentia. [...] et esendo poco dopo capitato il capitano Barbarigo alla Canea [Creta], desiderando S.S. vedere le mostre generali [esercito] et però comandate le cernede, gli Sfachiotti che non solevano comparire, o con poco numero, vennero intorno a seicento, et furono veduti con gran gusto da quel Signore".\n
Robert Pashley, Travels in Crete\n\n
Dati gli intensi contatti commerciali, i Veneziani sono molto più aperti di altri alle influenze orientali. Gli sfachioti (da "sfakioty", a sua volta derivante dalla località di Sfakia sull'isola di Creta) sono arcieri composti unicamente da valorosi ma turbolenti soldati cretesi, prelevati dall'isola e dislocati nelle colonie veneziane in Istria, Dalmazia e Stato de Tera (Veneto). Questi uomini indossano elmi e armature occidentali, ma usano archi compositi di tipo orientale. Inoltre sono muniti di spada nel caso il nemico si avvicini.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni venete, dalmate
{Sfachioti_descr_short}Unità cretesi dotate di una buona armatura, munite di arco composito, in grado di reggere l'impatto di molte truppe da mischia.

{Balistari_Dalmatini}Balistari Dalmatini
{Balistari_Dalmatini_descr}"E perche [poiché] li Bosnesi [i Bosniaci] s'erano uniti con Turchi, Sigismondo [Imperatore] ricercò li Dalmatini, che l'inviassero balestrieri [...] all'hora li Traurini gl'inviarono venti balestrieri."\n
Giovanni Lucio, Historia di Dalmatia\n\n
I "balistari dalmatini" sono soldati provenienti dall'Istria e dalla Dalmazia, al servizio di Venezia, dell'Impero o di qualunque altro potentato possa assoldarli. Costoro sono dotati di balestra a martinetto, cotta di maglia e piastre metalliche a protezione degli arti, mentre il busto è ricoperto da una sopravveste imbottita in stile borgognone. Privi di scudo, solitamente utilizzato dai balestrieri quando sono impegnati nella delicata operazione di ricarica, quando necessitano di maggiore protezione agiscono in simbiosi con i targhieri, dotati di ampi scudi ("targhe" o "pavesi"). Se costretti al corpo a corpo, sfoderano le spade.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni dalmate
{Balistari_Dalmatini_descr_short}Queste truppe, dotate di cotte e spade, sono temibili balestrieri provenienti dalle regioni dalmate.

{Sclopeteri}Sclopeteri
{Sclopeteri_descr}Gli "sclopeteri" rappresentano le truppe addestrate all'uso delle primitive armi da fuoco leggere, gli schioppetti o scopetti (detti variamente "sclopeti", "sclopi", "manesche"). Chiamati "cannoncini a braccio" per distinguerle dai pezzi di artiglieria, gli schioppetti sono la forma più antica di arma da fuoco individuale: la loro presenza sembra sia stata segnalata nel 1284 in occasione della difesa di Forlì da parte di Guido da Montefeltro; si tratta però di una testimonianza isolata e quindi alquanto sospetta, i primi dati sicuri sono successivi di mezzo secolo dopo. Queste armi consistono di un rudimentale tubo metallico montato su un pezzo di legno e dotato di un primitivo meccanismo di fuoco (innesco di ferro roscaldato); il tutto in una foggia tale che praticamente non consente di mirare. Armi simili causavano più timore che danni reali alle truppe nemiche, scosse dal frastuono e dal fumo generati durante lo sparo. Data la loro scarsa gittata, i pistolieri necessitano di corazzine, che indossano sotto le stravaganti vesti tipiche dei volontari della "compagnia della calza", e di buone capacità in corpo a corpo, dove sfoderano la spada corta a lama larga, detta "cinquedea".
{Sclopeteri_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, le prime armi da fuoco individuale, i pistolieri devono essere preparati al corpo a corpo.

{Bombardieri_Provisionati}Bombardieri Provisionati
{Bombardieri_Provisionatidescr}"Questo bressagio [tiro al bersaglio, ovvero poligono di tiro] viene aperto a tutti i Cittadini ché intendono sbarare con schioppio arcobusi."\n
Cronaca veneziana del XVI secolo\n\n
Durante la famosa Battaglia della Chioggia" viene impiegata con certezza per la prima volta un'arma da fuoco da parte dei Veneziani. In seguito con l'affermazione delle artiglierie, si sente in Venezia la necessità di avere a disposizione numerosi uomini pronti e atti al maneggio di queste nuove armi, così si costituisce il 31 ottobre 1500 la scuola dei "Bombardieri": essi devono essere tutti Cittadini Veneziani, hanno una loro "Mariegola" (Madre regola) e alloggiano in case messe a disposizione dal Governo della Repubblica. Come i Veneziani, anche i Ferraresi eccellono nella sempre più decisiva arte bellica dell'artiglieria leggera e pesante. Esistono corpi specializzati detti "bombardieri" in grado di costruire e impiegare in battaglia praticamente qualunque tipo di arma da fuoco, compresi i moderni archibugi. Questi soldati sono dotati di archibugio, corazza e spada per la mischia; usato a distanza ravvicinata, l'archibugio è piuttosto preciso e raramente esplode uccidendo chi lo usa. Questo primo tipo di arma da fuoco è in grado di sparare salve letali che penetrano gran parte delle armature; Il fragore e il fumo prodotti sono così spaventosi da mettere in fuga molti degli avversari. Se necessario, gli archibugieri sfoderano le spade per la mischia.
{Bombardieri_Provisionati_descr_short}Usato a distanza ravvicinata, l'archibugio è un'arma fragorosa e terribile che danneggia il morale oltreché il corpo del nemico.

{Scapoli}Scapoli
{Scapoli_descr}"I scapoli o soldati nelle galere sono pur anch'essi necessari, perché servono al combattere nelle occasioni, fanno le guardie et assicurano i legni da qualche trista risoluzione de' galeotti."\n
Relazione del capitano del golfo Antonio Civran, 1615\n\n
Nelle marinerie ponentine medievali il termine "scapolo" indicava genericamente i membri imbarcati su una galera, non vincolati dalla catena, cioè volontari. Nella flotta veneziana, invece, esso fa esplicito riferimento a una categoria di soldati imbarcati, non solo per combattere nelle battaglie navali e assicurare l'ordine a bordo (che spesso era messo a rischio dalla ciurma dei turbolenti galeotti), ma anche come fanteria da sbarco armata di spada o più spesso di ascia. In genere gli scapoli erano mal pagati, peggio equipaggiati e poco o per nulla addestrati alle armi, essendo nella maggior parte dei casi dei semplici galeotti promossi a un grado superiore. Il loro mestiere era naturalmente odiato dalla ciurma, che li vedeva più come spie assoldate dai capitani che non come poliziotti garanti della pace sulla nave.
{Scapoli_descr_short}Muniti di ascia, costoro hanno il compito di proteggere gli avamposti portuali dei domini veneziani.

{Fanti_da_Mar}Fanti da mar
{Fanti_da_Mar_descr}"Valenti furino contra li Ungheri, li Genovesi e li Carraresi qué soldati della Repubblica, che sopra veloci Corsieri si presentarono alle scaramucce, perchè fecero meraviglie, scaglindo con lo arco et le frecce, durante la famosa guerra di Chioggia".\n
Cronaca veneziana del 1382\n\n
Costoro sono un corpo di fanteria della Repubblica di Venezia, creati al tempo della Quarta Crociata, quando il Doge Enrico Dandolo costituì un reggimento ordinato su dieci compagnie, distribuito variamente sulle navi; questo corpo partecipò alle successive prese di Bisanzio (1203-1204). Venezia può certamente e documentatamente vantarsi di avere istituito il più antico "tiro al bersaglio" o poligono di tiro in Italia e nel Mondo: infatti il "Bressaglio" in San Nicolò del Lido di Venezia venne costruito nel lontano 1299 sotto il Dogado di Pietro Gradenigo. Nel 1303 il governo dispose che ogni galera dovesse portare 30 balestrieri, a cui spettava il compito di assalire anche i banchi interni; l'esercizio al tiro divenne obbligatorio e i cittadini si addestravano nel poligono di tiro in gruppi di 12, affrontandosi in tre competizioni annuali nelle quali al vincitore spettava una stoffa scarlatta di gran valore, mentre ai finalisti andavano una pezza più corta, una nuova balestra e una faretra. Un gruppo di balestrieri, detti "nobili arcieri", venne reclutato a partire dalla fine del XIV secolo avendo anche il privilegio di vivere nella cabina del capitano; questo servizio poteva significare il primo gradino di una carriera militare o politica. Dal '500, i tiratori di marina trovano finalmente un assetto definitivo e vengono chiamati "Fanti da Mar", venendo impiegati in tutti i territori dominati dalla Serenissima, dalle coste dalmate fino all’isola di Cipro. Sono armati di spade e balestre (in seguito sostituite da archibugi e poi moschetti). I Fanti da Mar sono soliti gridare "Viva San Marco!" dopo ogni vittoria sul campo di battaglia.
{Fanti_da_Mar_descr_short}Corazzati e muniti di balestra e spada, costoro hanno il compito di proteggere gli avamposti portuali dei domini veneziani.

{Arsenalotti}Arsenaloti
{Arsenalotti_descr}Nella Serenissima Repubblica gli arsenalotti erano una corporazione di militari-operai impiegati nell'Arsenale di Venezia, costituito nell'XI secolo con l'accorpamento e statalizzazione delle attività di cantieristica navale. I membri di questo corpo sociale avevano la custodia dell'Arsenale e risiedevano perlopiù nelle sue vicinanze; fungevano da sorveglianza durante le riunioni del Maggior Consiglio, armati di brandistocco o alabarda. Remavano inoltre sulle imbarcazioni di Stato utilizzate nelle pubbliche cerimonie e sulla la nave ducale. Avevano infine funzioni di vigili del fuoco. Gli arsenalotti erano passibili di morte o di bando perpetuo se scoperti colpevoli di furto o danneggiamento all'importante stabilimento navale e ai loro capi era proibito lasciare il territorio dello Stato senza il permesso esplicito del governo. Era d'altro canto prevista la trasmissione ai figli dell'appartenenza a questo ambito gruppo sociale. Stipendiati a vita dallo Stato e garantiti in caso di malattia, gli arsenalotti costituivano infatti il nerbo della marineria veneziana.
{Arsenalotti_descr_short}Gli arsenalotti sono una corporazione di militari-operai impiegati nell'Arsenale di Venezia, fanti di marina armati di alabarda.
14/05/2012 14:09
 
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DUCATO D'AUSTRIA
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Bergwacht (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Bürgerliche (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Fussnecht \ Dithmarscher (picca) PEN city (città)
5- Landschnechte Reichsregiment (picca) PRO large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Burgmannen (spada) AOR town (roccaforte)
3- Landsturm (alabarda) AOR large_town (castello)
4- Dienstmannen (ascia) PEN city (fortezza)
5- Dopplesoldner Reichsregiment (spadone) PRO large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Knappen (spada) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Freiherren (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Reichsritter (lancia) PEN city (fortezza)
5- Knechten Reichsregiment (lancia) PRO large_city (cittadella)
5- Kryssern \ Reiter Reichsregiment (pistola) PRO large_city (cittadella)
5- Gotischeritter Reichsregiment (lancia) PRO large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Bauern (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Trabanten (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Hakebüchsen (pistola) PEN city (città)
5- Verlorene Haufen Reichsregiment (archibugio) PRO large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Bergwacht}Bergwacht
{Bergwacht_descr}I "bergwacht" sono guerriglieri montanari, la milizia alpina per eccellenza. Essi rappresentano, prima ancora che spietati combattenti, ottime guide alpine e conoscono alla perfezione il loro territorio, il che garantisce loro un vantaggio notevole sul nemico: possono nascondersi ovunque con grande abilità, tendendo agguati fulminei e mortali. Armati di lance, sono perfetti per le imboscate ma soccomberebbero presto in una mischia prolungata, poichè non portano scudi e indossano solo un elmetto e protezioni leggere di cuoio.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni svizzere, trentino-tirolesi, austriache, friulane
{Bergwacht_descr_short}Questi guerriglieri montanari sono astute guide alpine, armate di lance, ideali per imboscate.

{Burgerliche}Bürgerliche
{Burgerliche_descr}"La fanteria tedesca è molto buona ed è allenata a combattere a terra anche contro la cavalleria."\n
Cronache francesi del XIII secolo\n\n
Questa milizia dei borghi, variamente definita "Bürgerliche" (lance dei borghi), "Spießbürger" (lanceri dei borghi), Spießträger (portatori di lance) o semplicemente "Buergers" (borghesi), è costituita in gran parte da popolani di origine tedesca, con minoranze italiche e slave. Si addestrano nei giorni festivi secondo le ordinanze cittadine, raggiungendo un grado di preparazione superiore rispetto alle coscrizioni rurali; inoltre sono dotati di cotte di maglia e possono reggere molto bene in mischie prolungate. La loro arma prediletta è la lancia lunga, che sanno sfruttare a dovere formando delle formazioni difensive ad anello.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentino-tirolesi, austriache, friulane
{Burgerliche_descr_short}Soldati tedeschi dei borghi, equipaggiati con cotta e lancia lunga, in grado di disporsi ad anello difensivo.

{Fussnecht}Fussnecht
{Fussnecht_descr}"La fanteria tedesca è molto buona ed è allenata a combattere a terra anche contro la cavalleria."\n
Cronache francesi del XIII secolo\n\n
I "fussnecht" tedeschi sono fanti di origine non nobiliare, riuniti in formazioni che comprendono in buona parte membri benestanti della borghesia cittadina, in grado di permettersi costose corazze di piastre e addestrati all'uso della picca. Il picchiere è un punto fermo delle guerre tardomedievali. Questi alemanni, dotati di buone protezioni e ragionevole addestramento, sono in grado di tenere egregiamente una posizione difensiva. La corazza li protegge dai tiratori, rendendoli praticamente invulnerabili; la loro marcia può essere bloccata solo mediante la carica di una cavalleria d'elite, ma anche questo espediente potrebbe risultare inutile... La sola speranza per i nemici è disporre di una schiera di picche altrettanto temeraria.
{Fussnecht_descr_short}Picchieri alemanni, dotati di corazze, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Reichsregiment_Landschnechte}Landschnechte von Reichsregiment
{Reichsregiment_Landschnechte_descr}"[Le città sveve disponevano di] molti pedoni della libertà, provvisti di spessi giachi, di picche e di balestre".\n
G. Franz, Von Ursprung und Brauchtum der Landsknechte\n\n
"Per risvegliare i Francesi delle frontiere [di Fiandra] l'Imperatore impiegò i compagni del paese o landsknechte (lanzichenecchi) in
opposizione ai mercenari boemi (trabanten) o della Svizzera. [...] Essi entrarono a Gand molto ben allineati e tutti a piedi [...] cinquemila tedeschi che marciavano tutti assieme allineati per otto."\n
Jean Molinet\n\n
"[Furono acquistate 950 picche di legno di frassino, lunghe 22 e 24 piedi], ferrate di buon ferro... secondo il nuovo uso [...] per distribuirle ai picchieri tedeschi (lanzichenecchi)".\n
Cronaca del XVI secolo\n\n
L'Imperatore Massimiliano I, sul finire del XV secolo, realizza una serie di riforme per modernizzare l'istituzione del Sacro Romano Impero. In ambito militare, egli getta le basi per la creazione di un primo nucleo permanente e professionale nell'esercito imperiale. Creati durante la riforma di Massimiliano I, i Lanzichenecchi sono la risposta ai picchieri svizzeri, e godono di una reputazione eccellente. La rivalità con gli Svizzeri è tale che in caso di scontro nessuno dei due gruppi vorrebbe chiedere una tregua. Questa élite mercenaria è armata di lunghe picche e indossa i tipici ed elaborati completi a sbuffo.
{Reichsregiment_Landschnechte_descr_short}Soldati tedeschi di professione, questi guerrieri d'élite sono armati di lunghe picche e indossano i tipici ed elaborati completi a sbuffo.

{Burgmannen}Burgmannen
{Burgmannen_descr}"I castelli rappresentano una parte importante del dispositivo militare [del Sacro Romano Impero]: affidate alla custodia dei burgmannen, le fortezze difendono le frontiere contro Danesi, Slavi e Ungari".\n
Cronaca tedesca del XIII secolo\n\n
Costoro rappresentano la tipica "guardia del castello" alemanna. Si tratta di una coscrizione del contado dotata di un addestramento superiore alla comune masnada contadina ("bauern"), ma comunque non molto esperta; meglio limitarsi ad usarla per presidiare le roccaforti. Questi "burgmannen" sono usualmente dotati di semplici armature in cuoio rinforzato e combattono con spada e scudo rotondo; all'occorrenza possono stringersi in formazione serrata, formando un muro di scudi.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentino-tirolesi, austriache
{Burgmannen_descr_short}Guardia alemanna dei castelli, dotati di spade e armature di cuoio, in grado di creare un muro di scudi.

{Landsturm}Landsturm
{Landsturm_descr}
Dall'inizio del XV secolo, nelle regioni austriache, si consolida l'uso di una coscrizione rurale nota come "landsturm" (letteralmente: leva territoriale), composta in gran parte da contadini. Si tratta di una forma di fanteria reclutabile in tempi rapidi, per far fronte alle improvvise incursioni turche dai Balcani, paragonabile alle cernide veneziane. Questa soldataglia deve provvedere al proprio armamento e quindi è dotata di armi contadine come il roncone, ma è equipaggiata dai propri feudatari con una buona cotta di maglia, per reggere meglio in mischia; in ogni caso, essendo piuttosto inesperta e inaffidabile, è meglio non affidarsi ad essa nelle battaglie campali, limitandosi a sfruttarle come fanteria di presidio nei forti, nei passi e in altri luoghi strategici.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentino-tirolesi, austriache
{Landsturm_descr_short}Coscrizione di contadini tedeschi, armati di ronconi e dotati di buone cotte di maglia.

{Dienstmannen}Dienstmannen
{Dienstmannen_descr}"Per non esser prese alla sprovvista le autorità ricorrevano volentieri all'ingaggio di pensionati che, in tempo di pace, percepivano una piccola somma oppure erano a mezza-paga. [...] Tali erano i Diener von Haus che, nella Baviera del XV secolo, percepivano 10, 15, 20, 25 fiorini per anno e per cavallo a titolo di Dienstgeld o Rutsgeld."\n
W. Beck\n\n
I "dienstmannen" tedeschi sono soldati che, anche in tempo di pace, percepiscono una pensione o mezza paga, rappresentando di fatto un primo passo verso la costituzione degli eserciti professionali, che saranno introdotti con la riforma dell'Imperatore Massimiliano I nella seconda metà del XV secolo. Costoro sono in gran parte sergenti e scudieri al seguito dei cavalieri, in pratica la "nobiltà servile" dei ministeriali: piccoli feudatari, che col tempo potevano ambire a "liberarsi" dalla condizione vassallatica con la cerimonia formale della "manumissio", divenendo così veri nobili. Sebbene non possano permettersi un cavallo (o preferiscano combattere appiedati), questi valvassori e valvassini alemanni si equipaggiano al meglio, sfoggiando elmo, corazza d piastre e temibile ascia a due mani, in grado di penetrare anche le più moderne armature.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentine, austriache
{Dienstmannen_descr_short}Ministeriali tedeschi dotati di elmo, corazza di piastre e ascia a due mani.

{Reichsregiment_Doppelsoldner}Doppelsöldner von Reichsregiment
{Reichsregiment_Doppelsoldner_descr}L'Imperatore Massimiliano I, sul finire del XV secolo, realizza una serie di riforme per modernizzare l'istituzione del Sacro Romano Impero. In ambito militare, egli getta le basi per la creazione di un primo nucleo permanente e professionale nell'esercito imperiale. Creati durante la riforma di Massimiliano I, i "doppelsöldner" (ossia "doppisoldi", detti così per la loro doppia paga, in quanto schierati in prima linea contro le picche nemiche) godono di una reputazione eccellente: solo i migliori e i più coraggiosi tra tutti i lanzichenecchi possono entrare in questa compagnia. Mediamente ogni quattro lanzichenecchi vi è un "doppiosoldo". Questa fanteria d'élite è armata di spadoni d'acciaio e indossa i tipici ed elaborati completi a sbuffo. Il loro compito principale è quello di guidare la prima fatale carica utilizzata per infrangere le linee dei picchieri.
{Reichsregiment_Doppelsoldner_descr_short}Questi fanti professionali tedeschi sono muniti di spada d'acciaio a due mani, di una corazza pesante e di tipici ed elaborati completi a sbuffo.

{Knappen}Knappen
{Knappen_descr}Questi scudieri tedeschi ("knappen") sono rapidi cavalleggeri al seguito dei veri "milites", con funzioni di supporto o impiegati in missioni di ricognizione. Si tratta in gran parte di giovani nobili in attesa di diventare cavalieri e di "equites" popolani, esperti di combattimento a cavallo ma impossibilitati (a causa delle umili origini) ad assurgere al grado di cavaliere. In qualità di scudieri, possono portare la lancia per il cavaliere che servono, ma è loro vietato di usarla in combattimento: devono quindi arrangiarsi con un'alabarda o una lancia leggera. Per proteggersi sono equipaggiati con l'elmo austriaco "eisenhut" (cappello di ferro), con un giaco di cuoio imbottito e con uno scudo.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni austriache
{Knappen_descr_short}Scudieri tedeschi armati di lancia leggera, con elmetto, giaco di cuoio imbottito e scudo.

{Freiherren}Freiherren
{Freiherren_descr}Questi baronetti tedeschi detti "freiherren" rappresentano una classe aristocratica tedesca sorta nel XIV secolo, in seguito alla fusione degli esponenti decaduti degli "edelfrei" ("nobili liberi", ossia cavalieri feudali di alto rango, non tenuti al pagamento del vassallaggio all'Impero) con i membri più ricchi dei "dienstmannen" (o ministeriali, cavalieri di rango inferiore). Di fatto i freiherren sono i vassalli dei cavalieri imperiali ("reichsritter"), anche se non sono tenuti ad alcun pagamento feudale. In battaglia accompagnano i cavalieri imperiali formando unità di supporto, generalmente balestrieri a cavallo, dotati di elmetti e cotte di maglia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentine, austriache
{Freiherren_descr_short}Nobili minori tedeschi, balestrieri a cavallo, dotati di elmetto e cotta di maglia.

{Reichsritter}Reichsritter
{Reichsritter_descr}"Jean Marechal potè annunciare che alla dieta imperiale era stato deciso si occupassero gli Elettori di allestire un esercito di dodicimila lancie per attaccare gli Ussiti di Boemia; così Sigismondo avrebbe potuto liberamente pensare al viaggio d'Italia."\n
Archivio Lombardo, XV secolo\n\n
I reichsritter ("cavalieri dell'Impero") sono i membri delle organizzazioni di nobili cavalieri del Sacro Romano Impero, istituite nel corso del XV secolo; essendo unicamente soggetti alla giurisdizione dell'Imperatore, queste corporazioni godevano localmente di grandi poteri. Veri cavalieri in armatura scintillante, costoro si ispirano ai nobili ideali medioevali di cavalleria e onore. In realtà sono guerrieri molto efficaci nella loro brutalità, addestrati grazie alla partecipazione a giostre e tornei. Sul campo, le piastre d'acciaio di cui sono ricoperti li rendono duri a morire. Terminata la carica, entrano in corpo a corpo con pesanti mazze in grado di stordire la vittima, laddove un colpo di spada rimbalzerebbe contro l'armatura.
{Reichsritter_descr_short}Queste macchine da guerra armate di mazza indossano armature di piastre e sono muniti di lance che sfruttano egregiamente durante le loro letali cariche.

{Reichsregiment_Knechten}Knechten von Reichsregiment
{Reichsregiment_Knechten_descr}L'Imperatore Massimiliano I, sul finire del XV secolo, realizza una serie di riforme per modernizzare l'istituzione del Sacro Romano Impero. In ambito militare, egli getta le basi per la creazione di un primo nucleo permanente e professionale nell'esercito imperiale. Gli "knechten", ossia sergenti, si occupano dei bisogni dei cavalieri di professione e dei loro destrieri, fungendo in pratica da scudieri. Nonostante il loro ruolo primario sia quello di servitori, non disdegnano il campo di battaglia: indossando elmetti e leggeri usberghi, rinunciando a pesanti lance, e cavalcando su destrieri scoperti, costoro possiedono l'agilità e la velocità che manca ai loro signori. Gli arti sono coperti talvolta da protezioni metalliche; l'arma in dotazione è una versatile alabarda (non essendo cavalieri, è loro vietato combattere con la lancia pesante), utile sia in carica che in mischia.
{Reichsregiment_Knechten_descr_short}Scudieri dei cavalieri professionali tedeschi, dotati di usberghi e armati di alabarde.

{Reichsregiment_Kyrissern}Kryssern von Reichsregiment
{Reichsregiment_Kyrissern_descr}L'Imperatore Massimiliano I, sul finire del XV secolo, realizza una serie di riforme per modernizzare l'istituzione del Sacro Romano Impero. In ambito militare, egli getta le basi per la creazione di un primo nucleo permanente e professionale nell'esercito imperiale. I "krysser" austriaci sono i primi corazzieri di cui si ha notizia: essi rappresentano uno dei corpi più celebri dell'esercito austriaco. Fondati sul finire del XV secolo, inizialmente contavano membri dell'aristocrazia austriaca e croata; nel 1498 ottengono il controllo della Bassa Austria dall'Imperatore. Questi cavalieri, ancora somiglianti ai predecessori medievali, sfoggiano una corazza di piastre, ma rinunciano alla lancia in favore di un'arma da fuoco, conservando la spada per la mischia. Si presentavano in battaglia in unità comandate da quattro capitani ("hauptmann"); ogni cavaliere era accompagnato da due sergenti lanceri ("knechten"), uno scudiero dotato di alabarda ("knappen"), un paggio ("reitknecht") e un giovane nobile ("edelmann", "pagen"). A partire dal XVI secolo scompare il termine "kyrissern" per indicarli, rimpiazzato da "deutsch gerüstete Reiter" ossia "cavalieri corazzati tedeschi". L'equipaggiamento difensivo consiste in celata alla borgognona, corazzina di piaste, bracciali e guanti di ferro. Cavalcano destrieri senza barda e l'impatto è di poco inferiore alla cavalleria pesante vera e propria; in compenso risultano molto più agili e veloci.
{Reichsregiment_Kyrissern_descr_short}Armati di pistola e spada e dotati di corazze, questi cavalieri professionali austriaci sono mobili e letali.

{Reichsregiment_Gotischeritter}Gotischeritter von Reichsregiment
{Reichsregiment_Gotischeritter_descr}"L'ornamento dell'Impero e la nostra potenza risiedono nella moltitudine di cavalieri."\n
Federico II Hohenstauffen\n\n
L'Imperatore Massimiliano I, sul finire del XV secolo, realizza una serie di riforme per modernizzare l'istituzione del Sacro Romano Impero. In ambito militare, egli getta le basi per la creazione di un primo nucleo permanente e professionale nell'esercito imperiale. Questi cavalieri appiedati dall'aspetto inconfondibile rappresentano l'élite guerriera del Sacro Romano Impero: montano cavalli corazzati e, nel remoto caso in cui il nemico sopravviva alla loro devastante carica, si gettano nella mischia per finirli, sfoderando le spade. La loro armatura a piastre gotica ("gotischer plattenpanzer" in tedesco) copre l'intero corpo e risente degli sviluppi artistici del tardo gotico imperante nel Sacro Romano Impero. Queste armature vengono prodotte dai corazzai tedeschi nel particolare stile gotico intarsiato (con le tipiche scanalature a zanna di lupo "wolfzähne" sulle piastre) e includono il popolare elmo a visiera (o gotico). All'inizio del XVI secolo questo tipo di armature cederà il passo alle più sobrie armature gotiche "Schott-Sonnenberg" e, a partire dal secondo ventennio del secolo, alle "armature massimilianee" (realizzate sempre dagli armaioli di Innsbruck per conto dell'Imperatore Massimiliano I), più moderne e leggere, adatte anche ai cavalieri appiedati. In questa versione la bigoncia cederà il passo alla celata, verranno eliminati falde esagerate o spuntoni, compariranno la pancera e la scarsella, mentre gli arti inferiori verranno scoperti o protetti solo per metà.
{Reichsregiment_Gotischeritter_descr_short}Cavalieri pesanti di professione, dall'aspetto temibile, protetti da una solida armatura di piastre come i loro destrieri.

{Bauern}Bauern
{Bauern_descr}Questi contadini tedeschi ("bauern") sono addestrati fin da fanciulli all'uso dell'arco, motivato dalla necessità di completare con un poco di cacciagione il parco frutto della terra. Non indossano protezioni, se non un elmo metallico e una gorgiera; sono quindi piuttosto agili e veloci negli spostamenti, la qual cosa (unita alla conoscenze del proprio territorio) li rende ideali per tendere imboscate al nemico. Oltre all'arco semplice e alla faretra, portano seco una daga; possono anche essere schierati sul campo di battaglia, sebbene in una mischia non reggerebbero a lungo.
{Bauern_descr_short}Contadini tedeschi addestrati all'uso dell'arco, dotati di elmo metallico, gorgiera e daga.

{Trabanten}Trabanten
{Trabanten_descr}"[In Boemia vi si trova] abbondanza di combattenti [...] L'Imperatore e i grandi Principi delle Germanie per ridurli alla ragione dovettero sostenere grandi battaglie e vi perdettero molti uomini e mai riuscirono a sconfiggerli. Quando andavano in battaglia contro i Tedeschi, si chiudevano nei loro carri coperti di ferro, e avevano grandi e robusti bastoni alla cui estremità pendeva una catena di ferro con in fondo una palla di piombo, abbattevano un uomo a ogni colpo, e in questo modo restavano sempre nei loro carri corazzati".\n
Gilles le Bouvier, l'Héraut Berry, Livre de la description des pays\n
"Trabanten" è il nome con cui i Tedeschi chiamano i mercenari boemi. Sebbene si trovino spesso a combattere l'Impero, i Trabanti non disdegnano di combattere sotto l'insegna dell'aquila imperiale, quando il bisogno di denaro è stringente; perciò nelle regioni austriache non è affatto raro trovare balestrieri della Boemia reclutati in qualità di ausiliari dai Duchi d'Austria o da qualsiasi altro signore che governi queste terre. L'equipaggiamento dei Trabanti prevede, oltre alla balestra, un elmo gotico, una buona cotta di maglia e una spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni austriache
{Trabanten_descr_short}Esperti ausiliari boemi dotati di balestra, elmo gotico, cotta di maglia e spada per la mischia.

{Hakebuchsen}Hakebüchsen
{Hakebuchsen_descr}"I due magazzini di artiglieria a Innsbruck contengono un totale di 280 pezzi d'artiglieria, 18000 archibugi, 22.000 colubrine a mano."\n
Arnold van Harff\n\n
Gli "hakenbuchse" sono tiratori tedeschi eccellenti, dotati del moderno archibugio, arma da fuoco che sta rapidamente scalzando dalla scena gli scopetti e le spingarde. Oltre ad essere temibile dalla distanza, questa leva cittadina scelta sa farsi valere anche nelle mischie furibonde, poichè possono permettersi delle corazze di piastre e l'elmo austriaco "eisenhut" (cappello di ferro), tipico delle classi popolari. Per il corpo a corpo sono provvisti di spade.
{Hakebuchsen_descr_short}Questi ottimi tiratori tedeschi sono muniti di archibugio, di una corazza di piastre e di spade per la mischia.

{Reichsregiment_Verlorene_Haufen}Verlorene Haufen von Reichsregiment
{Reichsregiment_Verlorene_Haufen_descr}"Volesse Iddio che un tal diabolico strumento [l'archibugio] non fosse mai stato inventato: io non ne porterei i segni, e molti coraggiosi e valorosi uomini non sarebbero stati uccisi da codardi [archibugieri] che non avrebbero il coraggio di guardarli in faccia, striscianti a terra con i loro spregievoli proiettili."\n
Blaise de Montluc, maresciallo di Francia\n\n
L'Imperatore Massimiliano I, sul finire del XV secolo, realizza una serie di riforme per modernizzare l'istituzione del Sacro Romano Impero. In ambito militare, egli getta le basi per la creazione di un primo nucleo permanente e professionale nell'esercito imperiale. I "verlorene haufen" (termine tedesco di origine olandese traducibile in "senza speranza" o "truppe perdute") costituiscono un contingente armato destinato a combattere in prima linea, ad esempio per assaltare un presidio nemico. Il rischio di perdite è molto elevato, da qui il nome dell'unità. La maggior parte di questi combattenti sono volontari e sono comandati da giovani capitani ansiosi di guadagnare la gloria del primo assalto e di far carriera. Sono dotati di leggere corazzine di piastre (sotto i tipici completi a sbuffo) e di archibugi; nello scontro campale possono agire in tattiche di schermaglia al modo degli "enfants perdus" francesi.
{Reichsregiment_Verlorene_Haufen_descr_short}Temibili e spericolati artiglieri tedeschi professionali, in buona parte volontari, dotati di moderni archibugi.



CONTEA DI GORIZIA
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Bergwacht (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Bürgerliche (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Fussnecht \ Dithmarscher (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Morlaci (ascia) AOR town (roccaforte)
3- Kopaci (piccone) AOR large_town (castello)
4- Lanzi (spiedi) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Cavai Triestin (lancia) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Bambanicchi (arco) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Feudatarj Furlani (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Strilci (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Sulicari (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Craine (archibugio) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- Falila (spada) PEN city (città)
2- Neretvani (arco) PEN large_city (metropoli)
3- Uskoci (pistola) PEN huge_city (megalopoli)

{Bergwacht}Bergwacht
{Bergwacht_descr}I "bergwacht" sono guerriglieri montanari, la milizia alpina per eccellenza. Essi rappresentano, prima ancora che spietati combattenti, ottime guide alpine e conoscono alla perfezione il loro territorio, il che garantisce loro un vantaggio notevole sul nemico: possono nascondersi ovunque con grande abilità, tendendo agguati fulminei e mortali. Armati di lance, sono perfetti per le imboscate ma soccomberebbero presto in una mischia prolungata, poichè non portano scudi e indossano solo un elmetto e protezioni leggere di cuoio.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni svizzere, trentino-tirolesi, austriache, friulane
{Bergwacht_descr_short}Questi guerriglieri montanari sono astute guide alpine, armate di lance, ideali per imboscate.

{Burgerliche}Bürgerliche
{Burgerliche_descr}"La fanteria tedesca è molto buona ed è allenata a combattere a terra anche contro la cavalleria."\n
Cronache francesi del XIII secolo\n\n
Questa milizia dei borghi, variamente definita "Bürgerliche" (lance dei borghi), "Spießbürger" (lanceri dei borghi), Spießträger (portatori di lance) o semplicemente "Buergers" (borghesi), è costituita in gran parte da popolani di origine tedesca, con minoranze italiche e slave. Si addestrano nei giorni festivi secondo le ordinanze cittadine, raggiungendo un grado di preparazione superiore rispetto alle coscrizioni rurali; inoltre sono dotati di cotte di maglia e possono reggere molto bene in mischie prolungate. La loro arma prediletta è la lancia lunga, che sanno sfruttare a dovere formando delle formazioni difensive ad anello.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentino-tirolesi, austriache, friulane
{Burgerliche_descr_short}Soldati tedeschi dei borghi, equipaggiati con cotta e lancia lunga, in grado di disporsi ad anello difensivo.

{Fussnecht}Fussnecht
{Fussnecht_descr}"Jean Marechal potè annunciare che alla dieta imperiale era stato deciso si occupassero gli Elettori di allestire un esercito di dodicimila lancie per attaccare gli Ussiti di Boemia; così Sigismondo avrebbe potuto liberamente pensare al viaggio d'Italia. Le milizie di scorta gli sarebbero state fornite dalle leghe svizzere, dai duchi di Milano e di Savoia; inoltre egli avrebbe condotto seco la società di San Giorgio."\n
Archivio Lombardo, XV secolo\n\n
I "fussnecht" tedeschi sono fanti di origine non nobiliare, riuniti in formazioni che comprendono in buona parte membri benestanti della borghesia cittadina, in grado di permettersi costose corazze di piastre e addestrati all'uso della picca. Il picchiere è un punto fermo delle guerre tardomedievali. Questi alemanni, dotati di buone protezioni e ragionevole addestramento, sono in grado di tenere egregiamente una posizione difensiva. La corazza li protegge dai tiratori, rendendoli praticamente invulnerabili; la loro marcia può essere bloccata solo mediante la carica di una cavalleria d'elite, ma anche questo espediente potrebbe risultare inutile... La sola speranza per i nemici è disporre di una schiera di picche altrettanto temeraria.
{Fussnecht_descr_short}Picchieri alemanni, dotati di corazze, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Morlaci}Morlaci
{Morlaci_descr}Venezia istituisce delle colonie di Morlacchi (slavi balcanici in fuga dagli Osmani) a Buie (1449), Salvore (1463) e Castelveneto (1476), iniziando l’opera di ripopolamento dell’Istria che prosegue nei secoli XVI e XVII. [...] L'Imperatore Federico III d'Asburgo ordina a Baldassarre Durer capitano di Trieste di cacciare dalle alture del territorio i Morlacchi ed i Croati, responsabili del disboscamento (13 III 1490)."\n
Cronaca friulana\n\n
I Morlacchi (in lingua croata "Morlaci") sono una popolazione appartenente al gruppo neolatino dei Valacchi (detti comunemente "Arumeni", "Vlachs" o "Vlasi"), stanziato nelle Alpi Dinariche: rudi pastori dei monti, offrono ai signori locali una leva feudale indisciplinata ma agguerrita, armata di asce e grandi scudi di pelle, con i quali creano muri di scudi. Il nome Morlacchi deriva da Mauro-Vlachs o Mavrovlachi, anche Nigri Latini in lingua latina, che significa "Valacchi Neri" (ossia del Nord, se si considera l'usanza dei turchi a nominare i punti cardinali con i colori). Questa etnia, distinta per lingua e costumi dagli Slavi fino al XIV secolo, è citata negli archivi croati e ragusei come popolo di origine valacca, dedito alla pastorizia nelle remote regioni montane dei Balcani; i quattro clan più consistenti dei Morlacchi (i Valacchi Bobanni, i Valacchi Malesevici, i Valacchi Gornji e i Valacchi Ridani) costituivano una quasi continua area etnico-linguistica che dall'Erzegovina raggiungeva la Valacchia. Tra il '300 e il '400, in seguito alla penetrazione turca nei Balcani, i Morlacchi si spostano progressivamente verso ovest, slavizzandosi completamente. Nella seconda metà del XV secolo alcuni gruppi Morlacchi si trasferiscono nell'area del Quarnero e dell'Istria, mescolandosi con pastori di lingua istrorumena e con gli ultimi Dalmati.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni friulane, croate, bosniache
{Morlaci_descr_short}Pastori di origine valacca, slavizzati nei costumi, armati di asce e grandi scudi di pelle, con i quali creano muri.

{Kopaci}Kopaci
{Kopaci_descr}"All'arrivo dell'armata turca [...] i contadini carinziani fuggirono nella foresta, lasciando solo seicento minatori di Carniola, comandati da un certo Matjaz [...] i quali rifiutavano di lasciar passare i Turchi senza combattere. [...] Determinati ma inferiori in numero, costoro vennero trucidati dagli akinji".\n
Cronaca della Battaglia di Kokovo\n\n
Questi valorosi minatori della Carniola, oltre ad essere infaticabili lavoratori, sono anche temibili guerrieri. Essi fanno della prestanza fisica il proprio punto di forza, assalendo in massa il nemico e travolgendolo con veemenza: nella mischia sfoggiano il picco d'armi, un'arma bianca simile al martello d'armi, idonea a perforare le corazze, derivata dal piccone. Per la difesa personale sono provvisti di usberghi e scudi. Il loro eccessivo ardore li porta ad essere piuttosto indisciplinati e, se non venissero tenuti a freno dal generale, rischierebbero di farsi trucidare dalla cavalleria.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni friulane, croate, bosniache
{Kopaci_descr_short}Pastori di origine valacca, slavizzati nei costumi, armati di asce e grandi scudi di pelle, con i quali creano muri.

{Lanzi}Lanzi
{Lanzi_descr}La suprema guardia comitale goriziana è rappresentata dai "lanzi" che presidiano le principali fortezze, stanziate nella "corte dei lanzi". Costoro indossano la cosiddetta "maschera del diavolo": si tratta di un'armatura quattrocentesca di gran pregio, comprendente elmo a becco di passero e corna di legno, legata ad una curiosa leggenda popolare. Completamente corazzata, questa fanteria pesante è composta da cavalieri scelti tra i feudatari friulani che non possono permettersi un cavallo bardato e preferiscono combattere appiedati. La loro arma è lo "spiedo alla furlana", tipica lancia in uso nel Friuli; si tratta di un'arma ad asta in uso nella seconda metà del XV secolo, costituita da un ferro simmetrico senza alette, con lama a due taglienti rettilinei a forma molto stretta e allungata, con azione "di stocco" (cioè di punta) con elevato effetto perforante, in grado di causare danni seri anche a nemici corazzati.
{Lanzi_descr_short}Feudatari friulani che compongono la suprema guardia comitale appiedata, completamente corazzati e armati di spiedo alla furlana.

{Cavai_Triestin}Cavai Triestin
{Cavai_Triestin_descr}"Presso Moccò 200 cavalieri Triestini guidati da Cristoforo de Cancellieri sconfiggono 400 cavalieri veneziani guidati dal conestabile Santo Gavardo (1463). [...] I Triestini, con 200 cavalli e 1.000 scopettieri carinziani inviati dall’imperatore Federico III d’Asburgo, compiono numerose sortite ma si ritrovano presto a corto di viveri. Il campo veneziano è incendiato con una sortita ma l’assedio [di Trieste] continua. [...] Federico III premia Trieste per l’eroica resistenza concedendo [a Trieste] un nuovo stemma con l’Alabarda ed i colori dell’Austria.\n
Cronaca della Guerra del Sale\n\n
In tutto il Friuli, i cavalleggeri più celebri sono senza dubbio i militi triestini. Si tratta di una leva cittadina composta da borghesi in grado di permettersi un cavallo, oltre all'equipaggiamento tipico della milizia appiedata comprendente cappello di ferro, giaco imbottito, lancia leggera e scudo ovale. Ideali per sorvegliare i confini e effettuare rapide sortite, questi cavalleggeri si rivelano piuttosto utili anche nelle battaglie campali: assistono a dovere i cavalieri feudali e impegnano lo schieramento nemico ai fianchi. Letali contro la fanteria leggera, non altrettanto contro la fanteria corazzata o i lanceri.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni friulane
{Cavai_Triestin_descr_short}Cavalleggeri triestini dotati di cappello di ferro, giaco imbottito, lancia leggera e scudo ovale.
14/05/2012 14:09
 
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Principe

PRINCIPATO DI TRENTO
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Bergwacht (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Bürgerliche (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Fussnecht \ Dithmarscher (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Burgmannen (spada) AOR town (roccaforte)
3- Bergknappen (piccone) AOR large_town (castello)
4- Dienstmannen (ascia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Gutsherr (spada) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Freiherren (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Reichsritter (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Tirolerschützen (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Tirolerlandsturm (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Hakebüchsen (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Bergwacht}Bergwacht
{Bergwacht_descr}I "bergwacht" sono guerriglieri montanari, la milizia alpina per eccellenza. Essi rappresentano, prima ancora che spietati combattenti, ottime guide alpine e conoscono alla perfezione il loro territorio, il che garantisce loro un vantaggio notevole sul nemico: possono nascondersi ovunque con grande abilità, tendendo agguati fulminei e mortali. Armati di lance, sono perfetti per le imboscate ma soccomberebbero presto in una mischia prolungata, poichè non portano scudi e indossano solo un elmetto e protezioni leggere di cuoio.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni svizzere, trentino-tirolesi, austriache, friulane
{Bergwacht_descr_short}Questi guerriglieri montanari sono astute guide alpine, armate di lance, ideali per imboscate.

{Burgerliche}Bürgerliche
{Burgerliche_descr}"La fanteria tedesca è molto buona ed è allenata a combattere a terra anche contro la cavalleria."\n
Cronache francesi del XIII secolo\n\n
Questa milizia dei borghi, variamente definita "Bürgerliche" (lance dei borghi), "Spießbürger" (lanceri dei borghi), Spießträger (portatori di lance) o semplicemente "Buergers" (borghesi), è costituita in gran parte da popolani di origine tedesca, con minoranze italiche e slave. Si addestrano nei giorni festivi secondo le ordinanze cittadine, raggiungendo un grado di preparazione superiore rispetto alle coscrizioni rurali; inoltre sono dotati di cotte di maglia e possono reggere molto bene in mischie prolungate. La loro arma prediletta è la lancia lunga, che sanno sfruttare a dovere formando delle formazioni difensive ad anello.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentino-tirolesi, austriache, friulane
{Burgerliche_descr_short}Soldati tedeschi dei borghi, equipaggiati con cotta e lancia lunga, in grado di disporsi ad anello difensivo.

{Fussnecht}Fussnecht
{Fussnecht_descr}"Jean Marechal potè annunciare che alla dieta imperiale era stato deciso si occupassero gli Elettori di allestire un esercito di dodicimila lancie per attaccare gli Ussiti di Boemia; così Sigismondo avrebbe potuto liberamente pensare al viaggio d'Italia. Le milizie di scorta gli sarebbero state fornite dalle leghe svizzere, dai duchi di Milano e di Savoia; inoltre egli avrebbe condotto seco la società di San Giorgio."\n
Archivio Lombardo, XV secolo\n\n
I "fussnecht" tedeschi sono fanti di origine non nobiliare, riuniti in formazioni che comprendono in buona parte membri benestanti della borghesia cittadina, in grado di permettersi costose corazze di piastre e addestrati all'uso della picca. Il picchiere è un punto fermo delle guerre tardomedievali. Questi alemanni, dotati di buone protezioni e ragionevole addestramento, sono in grado di tenere egregiamente una posizione difensiva. La corazza li protegge dai tiratori, rendendoli praticamente invulnerabili; la loro marcia può essere bloccata solo mediante la carica di una cavalleria d'elite, ma anche questo espediente potrebbe risultare inutile... La sola speranza per i nemici è disporre di una schiera di picche altrettanto temeraria.
{Fussnecht_descr_short}Picchieri alemanni, dotati di corazze, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Burgmannen}Burgmannen
{Burgmannen_descr}"I castelli rappresentano una parte importante del dispositivo militare [del Sacro Romano Impero]: affidate alla custodia dei burgmannen, le fortezze difendono le frontiere contro Danesi, Slavi e Ungari".\n
Cronaca tedesca del XIII secolo\n\n
Costoro rappresentano la tipica "guardia del castello" alemanna. Si tratta di una coscrizione del contado dotata di un addestramento superiore alla comune masnada contadina ("bauern"), ma comunque non molto esperta; meglio limitarsi ad usarla per presidiare le roccaforti. Questi "burgmannen" sono usualmente dotati di semplici armature in cuoio rinforzato e combattono con spada e scudo rotondo; all'occorrenza possono stringersi in formazione serrata, formando un muro di scudi.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentino-tirolesi, austriache
{Burgmannen_descr_short}Guardia alemanna dei castelli, dotati di spade e armature di cuoio, in grado di creare un muro di scudi.

{Bergknappen}Bergknappen
{Bergknappen_descr}"Nel Tirolo e conservata una bandiera originale dei tempi di Massimiliano, che in base alla decorazione araldica si può far risalire agli anni tra il1490 e 1508. Si tratta presumibilmente della bandiera dei minatori di Schwaz richiamati alle armi."\n
Manoscritto tirolese\n\n
Tra le leve feudali del Tirolo spiccano questi rudi minatori ("bergknappen") montanari, robusti e agguerriti. Sono dotati di elmetto, cotta e picco d'armi, un'arma bianca simile al martello d'armi, idonea a perforare le corazze, derivata dal piccone. Questi picconieri, in tempo di guerra, rispondono alla chiamata del signorotto locale, organizzandosi in temibili bande armate per la difesa dl territorio; in tempo di pace, sono impiegati nelle miniere d'argento e di rame tirolesi, prima tra tutte la cava di Schwaz, che da impiego a oltre diecimila bravi minatori. Il loro lavoro fece di Schwaz, nel XV secolo, la capitale dell'argento, il luogo in cui il prezioso metallo si estraeva e si vendeva ai mercanti di tutta Europa, mentre le pregiate monete d'argento dell'Imperatore Sigismondo I venivano coniate prima a Merano e poi a Hall. All'inizio del XVI secolo Schwaz diverrà la seconda località austriaca più popolosa dopo Vienna.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentino-tirolesi, austriache
{Bergknappen_descr_short}Leva feudale tirolese, composta da minatori armati di picco d'arme e protetti da elmetto e cotta.

{Dienstmannen}Dienstmannen
{Dienstmannen_descr}"Per non esser prese alla sprovvista le autorità ricorrevano volentieri all'ingaggio di pensionati che, in tempo di pace, percepivano una piccola somma oppure erano a mezza-paga. [...] Tali erano i Diener von Haus che, nella Baviera del XV secolo, percepivano 10, 15, 20, 25 fiorini per anno e per cavallo a titolo di Dienstgeld o Rutsgeld."\n
W. Beck\n\n
I "dienstmannen" tedeschi sono soldati che, anche in tempo di pace, percepiscono una pensione o mezza paga, rappresentando di fatto un primo passo verso la costituzione degli eserciti professionali, che saranno introdotti con la riforma dell'Imperatore Massimiliano I nella seconda metà del XV secolo. Costoro sono in gran parte sergenti e scudieri al seguito dei cavalieri, in pratica la "nobiltà servile" dei ministeriali: piccoli feudatari, che col tempo potevano ambire a "liberarsi" dalla condizione vassallatica con la cerimonia formale della "manumissio", divenendo così veri nobili. Sebbene non possano permettersi un cavallo (o preferiscano combattere appiedati), questi valvassori e valvassini alemanni si equipaggiano al meglio, sfoggiando elmo, corazza d piastre e temibile ascia a due mani, in grado di penetrare anche le più moderne armature.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentino-tirolesi, austriache
{Dienstmannen_descr_short}Ministeriali tedeschi dotati di elmo, corazza di piastre e ascia a due mani.

{Gutsherr}Gutsherr
{Gutsherr_descr}Questa unità di cavalleggeri, originaria del Tirolo e avvezza alle sortite e alle schermaglie, viene facilmente sopraffatta in un lungo corpo a corpo col nemico sbagliato. Equipaggiate con armature leggere in cuoio e lance, queste agili truppe sono utili per attaccare il nemico ai fianchi e per dare la caccia ai ribelli montanari. Nel corpo a corpo sfoggiano terribili mazze.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentino-tirolesi
{Gutsherr_descr_short}Cavalleggeri tirolesi avvezzi alle sortite e alle schermaglie, dotati di lance, scudi, mazze e armature in cuoio.

{Freiherren}Freiherren
{Freiherren_descr}Questi baronetti tedeschi detti "freiherren" rappresentano una classe aristocratica tedesca sorta nel XIV secolo, in seguito alla fusione degli esponenti decaduti degli "edelfrei" ("nobili liberi", ossia cavalieri feudali di alto rango, non tenuti al pagamento del vassallaggio all'Impero) con i membri più ricchi dei "dienstmannen" (o ministeriali, cavalieri di rango inferiore). Di fatto i freiherren sono i vassalli dei cavalieri imperiali ("reichsritter"), anche se non sono tenuti ad alcun pagamento feudale. In battaglia accompagnano i cavalieri imperiali formando unità di supporto, generalmente balestrieri a cavallo, dotati di elmetti e cotte di maglia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentine, austriache
{Freiherren_descr_short}Nobili minori tedeschi, balestrieri a cavallo, dotati di elmetto e cotta di maglia.

{Reichsritter}Reichsritter
{Reichsritter_descr}"L'ornamento dell'Impero e la nostra potenza risiedono nella moltitudine di cavalieri."\n
Federico II Hohenstauffen\n\n
I reichsritter ("cavalieri dell'Impero") sono i membri delle organizzazioni di nobili cavalieri del Sacro Romano Impero, istituite nel corso del XV secolo; essendo unicamente soggetti alla giurisdizione dell'Imperatore, queste corporazioni godevano localmente di grandi poteri. Veri cavalieri in armatura scintillante, costoro si ispirano ai nobili ideali medioevali di cavalleria e onore. In realtà sono guerrieri molto efficaci nella loro brutalità, addestrati grazie alla partecipazione a giostre e tornei. Sul campo, le piastre d'acciaio di cui sono ricoperti li rendono duri a morire. Terminata la carica, entrano in corpo a corpo con pesanti mazze in grado di stordire la vittima, laddove un colpo di spada rimbalzerebbe contro l'armatura.
{Reichsritter_descr_short}Queste macchine da guerra armate di mazza indossano armature di piastre e sono muniti di lance che sfruttano egregiamente durante le loro letali cariche.

{Tirolerschutzen}Tirolerschützen
{Tirolerschutzen_descr}"L'Imperatore [Massimiliano I d'Asburgo] promette per sè e per i suoi successori di non cominciare nessuna guerra senza il consenso delle parti [i quattro stati della dieta tirolese], e che gli impegni militari di queste riguardino solo la difesa del territorio del Tirolo, mai fuori di esso, e per un mese solamente."\n
Massimiliano I d'Asburgo, Libello dell'Undici\n\n
Questi "schützen" ("scizzeri" o cacciatori) tirolesi, continuamente allenati dalla caccia e dalle molte competizioni organizzate in queste terre, forniscono al proprio signore una valida unità di arcieri montanari. Oltre ad essere piuttosto abili nel tiro, essi possono nascondersi con facilità nel territorio e si rivelano micidiali nelle imboscate, dando prova di coraggio anche nel corpo a corpo con le loro asce; tuttavia non portano elmi e indossano solo giubbe rosse leggere, per cui sarebbe saggio non lanciarli nelle mischie. Gli scizzeri costituiscono reggimenti alpini di difesa territoriale, in buona parte fatti di volontari, nell'ambito di una struttura difensiva nota come "Landesverteidigung Tirols" (difesa territoriale tirolese), particolarmente legata al territorio ed alla popolazione locale. La sua origine risale ad un privilegio concesso dall’imperatore Massimiliano I ai principati di Trento e Bressanone, attraverso la convenzione del "Landlibell" o "Libello dell'Undici" del 1511. I Tirolesi ottennero la libertà di difesa e l'esenzione dall'obbligo dell'intervento militare al di fuori del territorio del Tirolo; per contro, invece, avevano l'obbligo di impegnarsi per difenderla in qualsiasi momento, attraverso una chiamata di leva volontaria, che era suddivisa su 5 livelli (poi ridotti a tre): venivano chiamati progressivamente 5.000, 10.000, 15.000, 20.000 uomini, fino all'ultima leva o milizia territoriale ("Landsturm"), dove chiunque era chiamato attraverso il suono delle campane o i fuochi di segnalazione. Armamenti ed equipaggiamento erano messi a disposizione dal "Zeughaus" (vecchio arsenale) di Innsbruck; per ogni fante la Dieta del Tirolo si accollava la spesa di 4 fiorini al mese e si assicurava che i giovani combattenti prendessero dimestichezza con le armi da tiro, mediante periodiche esercitazioni domenicali.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentino-tirolesi
{Tirolerschutzen_descr_short}Arcieri alpini per la difesa territoriale, privi di protezioni ma abili nelle imboscate e feroci nel corpo a corpo con le asce.

{Tirolerlandsturm}Tirolerlandsturm
{Tirolerlandsturm_descr}"L'Imperatore [Massimiliano I d'Asburgo] promette per sè e per i suoi successori di non cominciare nessuna guerra senza il consenso delle parti [i quattro stati della dieta tirolese], e che gli impegni militari di queste riguardino solo la difesa del territorio del Tirolo, mai fuori di esso, e per un mese solamente."\n
Massimiliano I d'Asburgo, Libello dell'Undici\n\n
Questi "landsturm" ("landsturi" o miliziani) tirolesi, continuamente allenati dalla caccia e dalle molte competizioni organizzate in queste terre, forniscono al proprio signore una valida unità di giavellottisti montanari. Oltre ad essere piuttosto abili nel tiro, essi possono nascondersi con facilità nel territorio e si rivelano micidiali nelle imboscate, dando prova di coraggio anche nel corpo a corpo con le loro asce; inoltre portano elmi e indossano giubbe rosse sopra cotte o brigantine, per cui sanno difendersi bene anche in mischie prolungate. I landsturi costituiscono reggimenti alpini di difesa territoriale, in buona parte fatti di volontari, nell'ambito di una struttura difensiva nota come "Landesverteidigung Tirols" (difesa territoriale tirolese), particolarmente legata al territorio ed alla popolazione locale. La sua origine risale ad un privilegio concesso dall’imperatore Massimiliano I ai principati di Trento e Bressanone, attraverso la convenzione del "Landlibell" o "Libello dell'Undici" del 1511. I Tirolesi ottennero la libertà di difesa e l'esenzione dall'obbligo dell'intervento militare al di fuori del territorio del Tirolo; per contro, invece, avevano l'obbligo di impegnarsi per difenderla in qualsiasi momento, attraverso una chiamata di leva volontaria, che era suddivisa su 5 livelli (poi ridotti a tre): venivano chiamati progressivamente 5.000, 10.000, 15.000, 20.000 uomini, fino all'ultima leva o milizia territoriale ("Landsturm"), dove chiunque era chiamato attraverso il suono delle campane o i fuochi di segnalazione. Armamenti ed equipaggiamento erano messi a disposizione dal "Zeughaus" (vecchio arsenale) di Innsbruck; per ogni fante la Dieta del Tirolo si accollava la spesa di 4 fiorini al mese e si assicurava che i giovani combattenti prendessero dimestichezza con le armi da tiro, mediante periodiche esercitazioni domenicali.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni trentino-tirolesi
{Tirolerlandsturm_descr_short}Giavellottisti montanari, dotati di elmetto e cotte o brigantine, tanto precisi nel tiro quanto feroci nel corpo a corpo con le asce.

{Hakebuchsen}Hakebüchsen
{Hakebuchsen_descr}"I due magazzini di artiglieria a Innsbruck contengono un totale di 280 pezzi d'artiglieria, 18000 archibugi, 22.000 colubrine a mano."\n
Arnold van Harff\n\n
Gli "hakenbuchse" sono tiratori tedeschi eccellenti, dotati del moderno archibugio, arma da fuoco che sta rapidamente scalzando dalla scena gli scopetti e le spingarde. Oltre ad essere temibile dalla distanza, questa leva cittadina scelta sa farsi valere anche nelle mischie furibonde, poichè possono permettersi delle corazze di piastre e l'elmo austriaco "eisenhut" (cappello di ferro), tipico delle classi popolari. Per il corpo a corpo sono provvisti di spade.
{Hakebuchsen_descr_short}Questi ottimi tiratori tedeschi sono muniti di archibugio, di una corazza di piastre e di spade per la mischia.



MARCHESATO DI MANTOVA
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Guardaroli (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Scherani (spada) AOR town (roccaforte)
3- Alemanni (alabarda) AOR large_town (castello)
4- Guardia del Marchese (arcieri) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Berrovieri (mazza) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Equites (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Barbute (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Arcieri Mantuani (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Veneti (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Schiopettieri (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Guardaroli}Guardaroli
{Guardaroli_descr}Nella seconda metà del XV secolo alcuni borghi lombardi reclutano forze indigene per espletare funzioni di pattuglia; questi uomini sono detti volgarmente "guardaroli". Le città della Lombardia e della "Terra Firma" veneziana, in effetti, sceglievano le guardie delle porte tra i loro stessi cittadini e organizzavano le milizie per integrare le truppe di guarnigione professioniste. In tempo di pace, queste guarnigioni erano loro stesse responsabili della sorveglianza di porte, piazze, depositi di viveri e munizioni, pattugliavano le mura, le strade e i terrapieni aldilà del muro, e presidiavano la cittadella. Dotati di elmetto metallico, giaco protettivo e lancia corta, i guardaroli rappresentano un'unità di presidio a basso costo, ma poco incline allo scontro aperto.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, venete
{Guardaroli_descr_short}Dotati di giaco protettivo e lancia corta, i guardaroli rappresentano un'unità di presidio a basso costo, ma poco incline allo scontro aperto.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Doppisoldi}Doppisoldi
{Doppisoldi_descr}"Il spadone al modo eh 'oggi s'usa con quattro palmi di manico e piu et con quella croce grande non e stato ritrovato affine di adoprarlo da solo a solo a ugual partito come l'altre arme delle quali habbiamo trattato, ma per poter con esso solo a guisa d'un galeone fra molte galere resistere a molte spade o altre arme"\n
Giacomo Di Grassi, Del Spadone\n\n
Fin dalla metà del XIII secolo le cronache e gli atti notarili friulani riportano le attività di vari maestri schermidori a Cividale (Goffredo, Arnoldo, Bitinellus, Domenico, Franceschino), ma è solo con l'attività di Fiore dei Liberi, "magistro di scrima" (ovvero maestro di scherma) a cavallo dei secoli XIV e XV, che la scuola di scherma italica trova forma nei suoi manoscritti e raggiunge l'apice della notorietà, sopravanzando persino la scuola tradizionale tedesca. Partendo dal Friuli, Fiore dei Liberi contribuì alla diffusione della "scrima" in Veneto, Lombardia ed Emilia, frequentando le corti nobiliari di Mantova, Padova, Pavia, Ferrara. Dopo la sua morte, il numero di maestri suoi seguaci (tra i più celebri Niccolo III d'Este, Pietro del Verde, Galeazzo delli Capitani, Lancillotto di Beccaria, Giovanni de Baio e Anzo de Castelbarco) crebbe al punto che, nella seconda metà del XV secolo, la presenza sul campo di battaglia di piccole schiere di fanti armati di spadone a due mani non è più un'anomalia. Costoro, vestiti con i tipici completi a sbuffo che nascondono le corazzine, sono definiti "doppisoldi" per la doppia paga che esigono in virtù del rischioso compito che essi stessi assumono: affrontano le schiere di picche nemiche mulinando lo spadone, tentando di aprirsi una via per la formazione serrata dei picchieri per poi scompaginarla.
{Doppisoldi_descr_short}Fanteria cittadina d'élite, armata di spadoni a due mani d'acciaio, guidano la prima fatale carica utilizzata per infrangere le linee dei picchieri.

{Scherani}Scherani
{Scherani_descr}"Presenti in quasi tutti gli eserciti dell'Italia settentrionale fin dal XIII secolo, gli "scherani" appartengono alle classi sociali più umili, essendo in gran parte poveri contadini e allevatori, vagabondi e banditi. La loro permanenza a fianco degli eserciti è motivata dal guadagno accumulato nella razzia."\n
Archivio Lombardo\n\n
Fanti rapidissimi, gli scherani (detti anche scherri o sgherri) formano una marmaglia affamata al soldo dei signorotti locali. Il loro impiego predatorio nel territorio nemico costituisce non solo metodo di approvvigionamento per l’attaccante, ma pure una valida arma psicologica nei confronti dell’attaccato: non inquadrati nei ranghi dei combattenti, essi di solito precedevano di stretta misura l’avanzare dell’esercito, tagliando le messi e devastando il territorio, infliggendo seri danni alle proprietà nemiche. Dotati di protezioni leggere e mazze o asce, la loro mancanza di disciplina e l'eccessivo impeto predatorio può causare seri problemi al loro comandante. Possono comunque organizzarsi in formazione compatta e formare un solido muro di scudi.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni mantovane, emiliano-romagnole
{Scherani_descr_short}Predatori agili e veloci, agguerriti ma poco disciplinati, usano terribili mazze e possono formare un muro di scudi.

{Alemanni}Alemanni
{Alemanni_descr}"[Il marchese di Mantova] tiene 60 tedeschi con 6 fiorini di stipendio al mese, la stanza e li vestimenti, e quelli che sono di guardia si fanno le spese."\n
Francesco Morosini, rapporto al Senato Veneziano, 1608\n\n
Nelle regioni lombarde si è sviluppata una folta comunità germanica, composta perlopiù da mercanti e soldati mercenari provenienti dai cantoni svizzeri di lingua tedesca, dalle regioni montane del Tirolo e dall'Austria asburgica. Gli "Alemanni", come vengono chamati dalla gente italica, sono validi guerrieri avvezzi al mestiere delle armi. Vengono ben pagati dal marchese ed equipaggiati con le migliori armature disponibili; impugnano le loro armi preferite, le lunghe alabarde (arma di origine germanica, come il nome suggerisce: "halm" significa asta, "bart" significa ascia), con le quali possono respingere gli attacchi di cavalleria e abbattere molti diversi tipi di avversari, a seconda della parte dell'arma con cui colpiscono.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane
{Alemanni_descr_short}Questi alemanni sono validi guerrieri avvezzi al mestiere delle armi, dotati di ottime armature e lunghe alabarde.

{Guardia_del_Marchese}Guardia del Marchese
{Guardia_del_Marchese_descr}"[Il marchese di Mantova] Ha 50 arcieri in sua guardia, pagati a 15 scudi il mese per uno e l'abitazione."\n
Francesco Morosini, rapporto al Senato Veneziano, 1608\n\n
Il marchese di Mantova è solito circondarsi di guerrieri di professione per la propria sicurezza. Questi arcieri sono molto ben pagati (per permetterseli il marchese non esita a imporre tributi alla nobiltà, o a ricorrere a tasse straordinarie sulla ricca comunità ebraica), e possono dotarsi di un ottimo equipaggiamento. Sono provvisti di arco, spada per il corpo a corpo, scudo e corazza di piastre.
{Guardia_del_Marchese_descr_short}Questi arcieri della guardia del marchese sono molto ben pagati e possono dotarsi di un ottimo equipaggiamento.

{Berrovieri}Berrovieri
{Berrovieri_descr}"I birri (beruarii) o berrovieri sono un certo tipo di milizie che avanzano sul campo di battaglia procedendo disordinatamente ma animosi e irruenti. [...] Agiscono nelle regioni lombarde, al servizio delle autorità cittadine, mossi dal desiderio di bottino. [...] Costoro andavano a cavallo e usavano lance."\n
Rolandino da Padova\n\n
Col termine "berrovieri" sono definiti sgherri al soldo di un signore, col compito di riscuotere i balzelli, anche con metodi violenti. Questi uomini formano un'abile fronte di cavalleria leggera, armata di lancia corta e dotata di scudo e protezioni di cuoio, utile per ingaggiare i tiratori nemici e decimare le unità in rotta. Nel corpo a corpo sfoggiano terribili mazze.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, emiliano-romagnole, liguri, lucchesi
{Berrovieri_descr_short}Sgherri al soldo di un signore, col compito di riscuotere i balzelli e formare un fronte di cavalleggeri in battaglia.

{Balistari_Equites}Balistari Equites
{Balistari_Equites_descr}"A fianco alle lanze [aragonesi] possiamo notare [in Puglia e Lucania] la presenza di un contingente di balestrieri a cavallo, che coniugavano facilità di manovra con elevata cadenza di tiro [...] a conferma della natura dinamica che Alfonso [di Calabria] voleva attribuire alle operazioni militari."\n
Antonio Primaldo Coco, La guerra contro i Turchi in Otranto..., 1480-81\n\n
E' attestata, nel regno aragonese del Mezzogiorno, la presenza di "balistari equites". Costrette a neutralizzare le mobili e veloci unità da tiro ottomane, gli Aragonesi hanno sviluppato truppe più leggere e versatili come i balestrieri a cavallo. Costoro utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica, visto che il rateo di tiro non è maggiore di quello degli altri balestrieri. Indossano elmetti a bacinetto, cotte leggere e sono dotati di spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, liguri, laziali, campane, abruzzesi
{Balistari_Equites_descr_short}Utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica.

{Barbute}Barbute
{Barbute_descr}"i Sanesi veggendo che contro la loro opinione e pensiero i Fiorentini prosperavano [...] per loro ambasciatori si mandarono a scusare al nostro comune [Firenze], e offerendo aiuto trecento barbute."\n
Cronica di Matteo e Filippo Villani, Con le Vite di uomini illustri fiorentini\n\n
Questi cavalleggeri, detti "barbute" per via del tipico elmo tipico dell'Italia settentrionale nella seconda metà del XV secolo, montano cavalli scoperti ma indossano una solida armatura milanese. Non necessariamente nobili, essendo molti preminenti condottieri di umili origini, costoro sono comunque palesemente benestanti, poiché indossano corazze milanesi della migliore qualità. La celata a barbuta offre un'ottima protezione senza togliere il respiro, mentre l'assenza dei pesanti spallacci consente il libero movimento delle braccia; gli speroni sono molto lunghi, necessari per cavalcare su selle alte. Completa l'equipaggiamento una buona spada e un pugnale a rondello. Entra in uso l'abitudine di rendere le armature nere piuttosto che polite per nascondere la minor qualità della rifinitura delle armature "da munitione" rispetto a quelle "da corazza".
{Barbute_descr_short}Lanceri corazzati su destrieri scoperti, queste unità con elmo a barbuta e armature milanesi sono una perfetta combinazione tra potenza e agilità.

{Arcieri_Mantuani}Arcieri mantuani
{Arcieri_Mantuani_descr}Da più di tre secoli a Mantova esiste una grande tradizione arcieristica. Già nel 1201 viene stipulato un patto d'alleanza tra Modena e Mantova, città celebri per l'abilità dei propri tiratori: gli arcieri dell'una o dell'altra città dovevano mobilitarsi, entro otto giorni dall'avviso, per recare aiuto all'alleato che si trovasse in stato di guerra. Questi popolani riescono a permettersi un giaco protettivo in cuoio rinforzato e una spada per il combattimento in mischia, del quale hanno molto più desiderio di altri arcieri.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni mantovane
{Arcieri_Mantuani_descr_short}Armati d'arco, spada, scudo e corpetto in cuoio, gli arcieri mantovani sono buoni tiratori e reggono bene il confronto nel corpo a corpo.

{Balistari_Veronesi}Balistari Veronesi
{Balistari_Veronesi_descr}"Dagli Statuti di Verona conosciamo le caratteristiche del munizionamento [dei balestrieri]. La dotazione in generale è di 25 "pilotti" contenuti in apposito turcasso o faretra; a Verona si giunge sino a cento per ogni balestra ed a 50 per ogni arco. Dal momento che la velocità di tiro, e quindi il fabbisogno di munizioni, era sicuramente maggiore per l'arco, si dovrà intendere che l'uso dell'arco era assai più limitato."\n
Documento veronese, XV secolo\n\n
Verona vanta una buona tradizione di balestrieri, da sempre considerati i migliori delle regioni venete al pari dei Veneziani e dei Padovani. I balestrieri, tra il XII secolo (quando iniziarono a diffondersi) e il XV secolo, erano gradualmente divenuti la più efficace forma di fanteria per la maggior parte degli eserciti europei, e quelli dei potentati italici erano giustamente famosi. Munite di tipico bacinetto italico, armature leggere, spade per la mischia e pesanti pavesi di legno, queste truppe utilizzano balestre sempre più potenti, dotate di arco d'acciaio con argano separabile: più precise delle armi da fuoco, ma anche più costose. I "pavesari" (detti anche "pavesai" o "palvesai") sono soldati dotati di grande scudo pavese, utilizzato per proteggere i balestrieri quando sono impegnati nella delicata operazione di ricarica; sebbene i due corpi (balestrieri e pavesari) cooperino tra loro, sono normalmente distinti. Tuttavia questi balestrieri hanno imparato a rendersi autonomi, divenendo essi stessi pavesari: ognuno porta sulle spalle il proprio scudo pavese, dietro il quale si nasconde durante il processo di ricarica. Il peso del pavese costringe i balestrieri a indossare protezioni non troppo ingombranti, al massimo cotte leggere.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni mantovane
{Balistari_Veronesi_descr_short}Queste truppe veronesi, dotate di cotte leggere e spade, portano grandi scudi con cui proteggersi durante la lenta fase di ricarica delle balestre.

{Schiopettieri}Schiopettieri
{Schiopettieri_descr}"I Veneziani erano preoccupati dal gran numero di tiratori [schiopettieri] presenti tra le fila dell'esercito milanese intorno al 1440 [...] e la loro importanza fu chiaramente dimostrata nel 1482 quando, durante la Guerra di Ferrara, i milanesi schierarono 1.250 cannoni a mano e soltanto 233 balestre, oltra a 352 archibugi [...] un'arma da fuoco molto più efficace, con uno scatto a molla che portava la miccia incendiaria sulla camera di scoppio.\n
Cronaca Veneziana\n\n
Gli "schiopettieri" rappresentano le truppe addestrate all'uso delle primitive armi da fuoco leggere, gli schioppi o schioppetti (dette variamente "sclopeti", "sclopi", "manesche"). Chiamati "cannoncini a braccio" per distinguerle dai pezzi di artiglieria, gli schioppetti sono la forma più antica di arma da fuoco individuale: la presenza di schioppetti sembra sia stata segnalata nel 1284 in occasione della difesa di Forlì da parte di Guido da Montefeltro; si tratta però di una testimonianza isolata e quindi alquanto sospetta, i primi dati sicuri sono successivi di mezzo secolo dopo. Gli schiopettieri divennero sempre più numerosi fra le guarnigioni stabili nel corso del '300, e dal '400 unità analogamente armate vennero incluse anche in molti eserciti campali, soprattutto nell'esercito milanese dello Sforza, che contava oltre un migliaio di tiratori, tra i quali molti esperti tedeschi. Queste armi consistono di un rudimentale tubo metallico montato su un pezzo di legno e dotato di un primitivo meccanismo di fuoco; il tutto in una foggia tale che praticamente non consente di mirare. Armi simili causavano più timore che danni reali alle truppe nemiche, scosse dal frastuono e dal fumo generati durante lo sparo. Data la loro scarsa gittata, gli schiopettieri necessitano di armature robuste e di capacità in corpo a corpo, dove sfoderano le spade.
{Spingardieri_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, le prime armi da fuoco individuale, gli schiopettieri devono essere preparati al corpo a corpo.
14/05/2012 14:09
 
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DUCATO DI MILANO
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Guardaroli (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- Piquieri Provisionati (picca) PEN large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- Doppisoldi (spadone) PRO huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Pavesari (spada) AOR town (roccaforte)
3- Fanti Sforzeschi (alabarda) AOR large_town (castello)
4- Guardia Viscontea (alabarda) PEN city (fortezza)
5- Rotulari Provisionati (spada) PRO large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Berrovieri (mazza) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Equites (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Barbute (lancia) PEN city (fortezza)
5- Galuppi Ducali (lancia) PRO large_city (cittadella)
5- Raitri Ducali (arco) PRO large_city (cittadella)
5- Familia Ducale (lancia) PRO large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Arcieri Brianzoli (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Comaschi (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Schiopettieri (pistola) PEN city (città)
5- Archibusieri Provisionati (archibugio) PRO large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Guardaroli}Guardaroli
{Guardaroli_descr}Nella seconda metà del XV secolo alcuni borghi lombardi reclutano forze indigene per espletare funzioni di pattuglia; questi uomini sono detti volgarmente "guardaroli". Le città della Lombardia e della "Terra Firma" veneziana, in effetti, sceglievano le guardie delle porte tra i loro stessi cittadini e organizzavano le milizie per integrare le truppe di guarnigione professioniste. In tempo di pace, queste guarnigioni erano loro stesse responsabili della sorveglianza di porte, piazze, depositi di viveri e munizioni, pattugliavano le mura, le strade e i terrapieni aldilà del muro, e presidiavano la cittadella. Dotati di elmetto metallico, giaco protettivo e lancia corta, i guardaroli rappresentano un'unità di presidio a basso costo, ma poco incline allo scontro aperto.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, venete
{Guardaroli_descr_short}Dotati di giaco protettivo e lancia corta, i guardaroli rappresentano un'unità di presidio a basso costo, ma poco incline allo scontro aperto.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Piquieri_Provisionati}Piquieri Provisionati
{Piquieri_Provisionati_descr}I provisionati (da "provisione", ossia la paga mensile che percepiscono) sono le prime unità di fanteria permanente italiche, mantenuti per periodi più lunghi rispetto ai comuni miliziani, e dotati di un miglior addestramento. In effetti questi soldati, introdotti nell'esercito veneto nella seconda metà del XV secolo in misura crescente, sono composti non solo da semplici miliziani ma anche da membri di compagnie di ventura: il passo da mercenari a professionisti della guerra non è poi così lungo. Dotati di lunghe picche, costoro indossano moderne corazze sotto i completi a sbuffo e risultano utili in situazioni di difesa, potendo contrastare le cariche dei cavalieri pesanti. Vengono usualmente schierati col supporto dei tiratori e della fanteria da mischia, secondo il modello ispanico di successo, detto "Tercio".
{Piquieri_Provisionati_descr_short}Picchieri italici professionali, dotati di buone corazze sotto i completi a sbuffo.

{Doppisoldi}Doppisoldi
{Doppisoldi_descr}"Il spadone al modo eh 'oggi s'usa con quattro palmi di manico e piu et con quella croce grande non e stato ritrovato affine di adoprarlo da solo a solo a ugual partito come l'altre arme delle quali habbiamo trattato, ma per poter con esso solo a guisa d'un galeone fra molte galere resistere a molte spade o altre arme"\n
Giacomo Di Grassi, Del Spadone\n\n
Fin dalla metà del XIII secolo le cronache e gli atti notarili friulani riportano le attività di vari maestri schermidori a Cividale (Goffredo, Arnoldo, Bitinellus, Domenico, Franceschino), ma è solo con l'attività di Fiore dei Liberi, "magistro di scrima" (ovvero maestro di scherma) a cavallo dei secoli XIV e XV, che la scuola di scherma italica trova forma nei suoi manoscritti e raggiunge l'apice della notorietà, sopravanzando persino la scuola tradizionale tedesca. Partendo dal Friuli, Fiore dei Liberi contribuì alla diffusione della "scrima" in Veneto, Lombardia ed Emilia, frequentando le corti nobiliari di Mantova, Padova, Pavia, Ferrara. Dopo la sua morte, il numero di maestri suoi seguaci (tra i più celebri Niccolo III d'Este, Pietro del Verde, Galeazzo delli Capitani, Lancillotto di Beccaria, Giovanni de Baio e Anzo de Castelbarco) crebbe al punto che, nella seconda metà del XV secolo, la presenza sul campo di battaglia di piccole schiere di fanti armati di spadone a due mani non è più un'anomalia. Costoro, vestiti con i tipici completi a sbuffo che nascondono le corazzine, sono definiti "doppisoldi" per la doppia paga che esigono in virtù del rischioso compito che essi stessi assumono: affrontano le schiere di picche nemiche mulinando lo spadone, tentando di aprirsi una via per la formazione serrata dei picchieri per poi scompaginarla.
{Doppisoldi_descr_short}Fanteria cittadina d'élite, armata di spadoni a due mani d'acciaio, guidano la prima fatale carica utilizzata per infrangere le linee dei picchieri.

{Pavesari}Pavesari
{Pavesari_descr}I "pavesari" o "palvesai" sono tra le tipologie di fanti più caratteristici dell'Italia settentrionale nel XV secolo; vengono ampiamente schierati sia negli eserciti milanesi che in quelli veneziani. Si tratta di soldati dotati di grande scudo pavese, utilizzato per proteggere i balestrieri quando sono impegnati nella delicata operazione di ricarica. Sono armati alla leggera, con elmetto e giaco imbottito, per potersi muovere più agilmente con l'ingombrante pavese; possono anche organizzarsi e stringersi in formazione compatta, formando un solido muro di scudi per coprire i tiratori dietro di loro.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, venete, liguri
{Pavesari_descr_short}Queste truppe, dotate di giachi e lance, portano grandi scudi con cui proteggersi durante la lenta fase di ricarica delle balestre.

{Fanti_Sforzeschi}Fanti Sforzeschi
{Fanti_Sforzeschi_descr}"Nella seconda parte del secolo [XIV], tra le file dell'esercito napoletano [...] erano già presenti pedoni armati alla leggera da utilizzare nelle schermaglie [influenza aragonese]. Tesaurizzando questi elementi, Braccio [Fortebraccio da Montone] e lo Sforza [Francesco], pur conservando le vecchie tipologie di fanti [lancieri, pavesari, tiratori], introdussero un tipo nuovo di soldato a piedi, armato di scudo ovale, corta arma ad asta e spada, il cui ruolo era di operare a stretto contatto con la cavalleria. [...] La celerità aumentò anche durante le marce, in quanto invalse l'abitudine di far cavalcare i fanti durante gli spostamenti."\n
Archivio Lombardo\n\n
Sin dal declino delle vecchie milizie urbane comunali, agli stati italici settentrionali venne a mancare una tradizione di fanteria paragonabile a quella degli arcieri inglesi o dei picchieri svizzeri. Ma come reazione alla guerra del '400 nella grande e piatta pianura lombarda, con la sua rete di fiumi e canali, comparve un nuovo tipo di fanteria, cioè il fante con spada (o lancia corta) e scudo ovale. Equipaggiato alla leggera e addestrato per il combattimento offensivo, rispecchiava un certo tipo di fanteria spagnola, che aveva preso a sua volta come modello i montanari musulmani di Granada. Nell'affermazione di questo nuovo tipo di fanteria fu decisiva l'esperienza bellica di Francesco Sforza, che aveva combattuto a lungo contro gli Aragonesi nel meridione.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde
{Fanti_Sforzeschi_descr_short}Queste truppe, dotate di spade e scudi ovali, sono equipaggiate alla leggera e addestrate per il combattimento offensivo.

{Guardia_Viscontea}Guardia Viscontea
{Guardia_Viscontea_descr}"A proposito dei 700 famigliari viscontei il Biglia annota che erano "tamquam ad corporis custodia locati" e il Giulini parla di solito di "guardie del corpo" per tradurre il termine familiares che trova nei cronisti coevi."\n
Costoro sono cavalieri al soldo del Duca di Milano, scelti tra la nobiltà minore che combatte appiedata, esperti di guerra, ingaggiati come suprema guardia delle fortezze del ducato. Possono permettersi il migliore equipaggiamento, che prevede alabarda e armatura milanese. Lo spessore e la qualità delle lamiere, la loro tempra, la curvatura armonica e l'eccezionale articolazione delle varie parti, unita alla tipica asimmetria dell'armatura, furono le principali caratteristiche che intorno alla la metà del XV secolo fecero dell’armatura milanese uno strumento estremamente efficace e richiesto nei tornei e nei campi di battaglia. Questa moda tipicamente italica non era del tutto gradita a popolazioni con stili e gusti molto diversi. Per questa ragione sovente gli artigiani milanesi e bresciani producevano pezze difensive alla tedesca, all’inglese, alla spagnola. Queste attente strategie industriali non impedirono però che vi fossero delle botteghe concorrenti in città straniere quali Augusta, Innsbruck e Norimberga.
{Guardia_Viscontea_descr_short}Cavalieri appiedati, dotati di alabarde e armature milanesi.

{Rotulari_Provisionati}Rotulari Provisionati
{Rotulari_Provisionati_descr}I provisionati (da "provisione", ossia la paga mensile che percepiscono) sono le prime unità di fanteria permanente italiche, mantenuti per periodi più lunghi rispetto ai comuni miliziani, e dotati di un miglior addestramento. In effetti questi soldati, introdotti nell'esercito veneto nella seconda metà del XV secolo in misura crescente, sono composti non solo da semplici miliziani ma anche da membri di compagnie di ventura: il passo da mercenari a professionisti della guerra non è poi così lungo. Dotati di spade e scudi, costoro indossano moderne corazze sotto le vesti e risultano assai utili come fanteria d'assalto. Vengono usualmente schierati a supporto dei picchieri e della fanteria da tiro, secondo il modello ispanico di successo, detto "Tercio".
{Rotulari_Provisionati_descr_short}Si tratta di fanti arruolati nelle provisioni semi-permanenti, dotati di corazze, scudi e armati di spade.

{Berrovieri}Berrovieri
{Berrovieri_descr}"I birri (beruarii) o berrovieri sono un certo tipo di milizie che avanzano sul campo di battaglia procedendo disordinatamente ma animosi e irruenti. [...] Agiscono nelle regioni lombarde, al servizio delle autorità cittadine, mossi dal desiderio di bottino. [...] Costoro andavano a cavallo e usavano lance."\n
Rolandino da Padova\n\n
Col termine "berrovieri" sono definiti sgherri al soldo di un signore, col compito di riscuotere i balzelli, anche con metodi violenti. Questi uomini formano un'abile fronte di cavalleria leggera, armata di lancia corta e dotata di scudo e protezioni di cuoio, utile per ingaggiare i tiratori nemici e decimare le unità in rotta. Nel corpo a corpo sfoggiano terribili mazze.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, emiliano-romagnole, liguri, lucchesi
{Berrovieri_descr_short}Sgherri al soldo di un signore, col compito di riscuotere i balzelli e formare un fronte di cavalleggeri in battaglia.

{Balistari_Equites}Balistari Equites
{Balistari_Equites_descr}"A fianco alle lanze [aragonesi] possiamo notare [in Puglia e Lucania] la presenza di un contingente di balestrieri a cavallo, che coniugavano facilità di manovra con elevata cadenza di tiro [...] a conferma della natura dinamica che Alfonso [di Calabria] voleva attribuire alle operazioni militari."\n
Antonio Primaldo Coco, La guerra contro i Turchi in Otranto..., 1480-81\n\n
E' attestata, nel regno aragonese del Mezzogiorno, la presenza di "balistari equites". Costrette a neutralizzare le mobili e veloci unità da tiro ottomane, gli Aragonesi hanno sviluppato truppe più leggere e versatili come i balestrieri a cavallo. Costoro utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica, visto che il rateo di tiro non è maggiore di quello degli altri balestrieri. Indossano elmetti a bacinetto, cotte leggere e sono dotati di spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, liguri, laziali, campane, abruzzesi
{Balistari_Equites_descr_short}Utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica.

{Barbute}Barbute
{Barbute_descr}"i Sanesi veggendo che contro la loro opinione e pensiero i Fiorentini prosperavano [...] per loro ambasciatori si mandarono a scusare al nostro comune [Firenze], e offerendo aiuto trecento barbute."\n
Cronica di Matteo e Filippo Villani, Con le Vite di uomini illustri fiorentini\n\n
Questi cavalleggeri, detti "barbute" per via del tipico elmo tipico dell'Italia settentrionale nella seconda metà del XV secolo, montano cavalli scoperti ma indossano una solida armatura milanese. Non necessariamente nobili, essendo molti preminenti condottieri di umili origini, costoro sono comunque palesemente benestanti, poiché indossano corazze milanesi della migliore qualità. La celata a barbuta offre un'ottima protezione senza togliere il respiro, mentre l'assenza dei pesanti spallacci consente il libero movimento delle braccia; gli speroni sono molto lunghi, necessari per cavalcare su selle alte. Completa l'equipaggiamento una buona spada e un pugnale a rondello. Entra in uso l'abitudine di rendere le armature nere piuttosto che polite per nascondere la minor qualità della rifinitura delle armature "da munitione" rispetto a quelle "da corazza".
{Barbute_descr_short}Lanceri corazzati su destrieri scoperti, queste unità con elmo a barbuta e armature milanesi sono una perfetta combinazione tra potenza e agilità.

{Galuppi_Ducali}Galuppi Ducali
{Galuppi_Ducali_descr}Dalla metà del XV secolo i maggiori stati italici mantengono regolarmente forze armate alle loro dirette dipendenze: si tratta delle "lanze spezzate", ossia liberi mercenari non inquadrati nel sistema delle condotte e assoldati singolarmente dai governi. Spesso quando un condottiero moriva, disertava o si ritirava, gli uomini della sua condotta venivano ingaggiati dagli stati come lanze spezzate, per poi divenire a tutti gli effetti cavalieri professionali. I "galuppi" sono i cavalieri armati di lancia e spada a mezza costa detta "alla bolognese"; l'equipaggiamento difensivo consiste in celata alla borgognona, corazzina di piaste, bracciali e guanti di ferro. Cavalcano destrieri senza barda e l'impatto è di poco inferiore alla cavalleria pesante vera e propria; in compenso risultano molto più agili e veloci.
{Galuppi_Ducali_descr_short}Armati di lancia e spada ma dotati di armature leggere, questi cavalieri professionali milanesi sono mobili e letali.

{Raitri_Ducali}Raitri Ducali
{Raitri_Ducali_descr}Dalla metà del XV secolo i maggiori stati italici mantengono regolarmente forze armate alle loro dirette dipendenze: si tratta delle "lanze spezzate", ossia liberi mercenari non inquadrati nel sistema delle condotte e assoldati singolarmente dai governi. Spesso quando un condottiero moriva, disertava o si ritirava, gli uomini della sua condotta venivano ingaggiati dagli stati come lanze spezzate, per poi divenire a tutti gli effetti cavalieri professionali. A partire dal XVI secolo, i "reiter" vennero introdotti anche in Italia, dove furono noti come "raitri": privi di spada, hanno un corto archibugio detto "petrinale" con cui sparano una sola volta e poi si affidano alle pistole. Le imitazioni italiane tuttavia non rinunciano alla lancia, alla quale si affidano dopo lo sparo del petrinale, per il corpo a corpo. Cavalcano destrieri senza barda e l'impatto è di poco inferiore alla cavalleria pesante vera e propria; in compenso risultano molto più agili e veloci.
{Raitri_Ducali_descr_short}Armati di pistola, lancia leggera e dotati di corazze, questi cavalieri professionali sono mobili e letali.

{Familia_Ducale}Familia Ducale
{Familia_Ducale_descr}Dalla metà del XV secolo i maggiori stati italici mantengono regolarmente forze armate alle loro dirette dipendenze: si tratta delle "lanze spezzate", ossia liberi mercenari non inquadrati nel sistema delle condotte e assoldati singolarmente dai governi. Spesso quando un condottiero moriva, disertava o si ritirava, gli uomini della sua condotta venivano ingaggiati dagli stati come lanze spezzate, per poi divenire a tutti gli effetti cavalieri professionali. La "Familia Ducale" è, letteralmente, il seguito del duca di Milano. Tratte dalla nobiltà milanese più fedele al Visconti e allo Sforza suo erede, queste truppe sono ben equipaggiate ed esperte nell'arte della guerra. Dotate di armatura di piastre e munite di lancia e spada, queste unità sono determinate a difendere l'onore e gli interessi del loro signore, qualunque essi siano. Presentano un vistoso pennacchio verde e la loro armatura è dotata di panziera e guardareni, una sorta di coprivita metallico che protegge quelle zone del cavaliere appiedato che rimangono scoperte quando egli si gira o si piega.
{Familia_Ducale_descr_short}Protetti da armature di piastre e armati di lancia, questi cavalieri milanesi professionali difendono l'onore del duca.

{Arcieri_Brianzoli}Arcieri brianzoli
{Arcieri_Brianzoli_descr}A partire dal XIV secolo, grazie alla diffusione delle compagnie di ventura inglesi e francesi nell'Italia settentrionale, l'arco torna a rivestire un ruolo importante nella fanteria locale e manterrà questa posizione fino alla metà del XV secolo. Nella zona lombarda, e in particolare in Brianza, l'uso dell'arco lungo inglese si diffonde con un certo successo anche tra i popolani, che compongono unità di presidio al soldo dei signori locali, armati di daga per il corpo a corpo e protetti da giachi leggeri in cuoio.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde
{Arcieri_Brianzoli_descr_short}Armati d'arco lungo, daga e dotati di corpetto in cuoio, gli arcieri brianzoli sono buoni tiratori dalla lunga distanza.

{Balistari_Pavesari}Balistari pavesari
{Balistari_Pavesari_descr}I "pavesari" o "palvesai" sono soldati dotati di grande scudo pavese, utilizzato per proteggere i balestrieri quando sono impegnati nella delicata operazione di ricarica. Sebbene i due corpi (balestrieri e pavesari) cooperino tra loro, sono normalmente distinti. Tuttavia questi balestrieri hanno imparato a rendersi autonomi, divenendo essi stessi pavesari: ognuno porta sulle spalle il proprio scudo pavese, dietro il quale si nasconde durante il processo di ricarica. Il peso del pavese costringe i balestrieri a indossare protezioni non troppo pesanti, al massimo cotte leggere. Se costretti al corpo a corpo, sfoderano le spade.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde
{Balistari_Pavesari_descr_short}Queste truppe, dotate di cotte leggere e spade, portano grandi scudi con cui proteggersi durante la lenta fase di ricarica delle balestre.

{Schiopettieri}Schiopettieri
{Schiopettieri_descr}"I Veneziani erano preoccupati dal gran numero di tiratori [schiopettieri] presenti tra le fila dell'esercito milanese intorno al 1440 [...] e la loro importanza fu chiaramente dimostrata nel 1482 quando, durante la Guerra di Ferrara, i milanesi schierarono 1.250 cannoni a mano e soltanto 233 balestre, oltra a 352 archibugi [...] un'arma da fuoco molto più efficace, con uno scatto a molla che portava la miccia incendiaria sulla camera di scoppio.\n
Cronaca Veneziana\n\n
Gli "schiopettieri" rappresentano le truppe addestrate all'uso delle primitive armi da fuoco leggere, gli schioppi o schioppetti (dette variamente "sclopeti", "sclopi", "manesche"). Chiamati "cannoncini a braccio" per distinguerle dai pezzi di artiglieria, gli schioppetti sono la forma più antica di arma da fuoco individuale: la presenza di schioppetti sembra sia stata segnalata nel 1284 in occasione della difesa di Forlì da parte di Guido da Montefeltro; si tratta però di una testimonianza isolata e quindi alquanto sospetta, i primi dati sicuri sono successivi di mezzo secolo dopo. Gli schiopettieri divennero sempre più numerosi fra le guarnigioni stabili nel corso del '300, e dal '400 unità analogamente armate vennero incluse anche in molti eserciti campali, soprattutto nell'esercito milanese dello Sforza, che contava oltre un migliaio di tiratori, tra i quali molti esperti tedeschi. Queste armi consistono di un rudimentale tubo metallico montato su un pezzo di legno e dotato di un primitivo meccanismo di fuoco; il tutto in una foggia tale che praticamente non consente di mirare. Armi simili causavano più timore che danni reali alle truppe nemiche, scosse dal frastuono e dal fumo generati durante lo sparo. Data la loro scarsa gittata, gli schiopettieri necessitano di armature robuste e di capacità in corpo a corpo, dove sfoderano le spade.
{Spingardieri_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, le prime armi da fuoco individuale, gli schiopettieri devono essere preparati al corpo a corpo.

{Archibusieri_Provisionati}Archibusieri (de l'Ordinanza)
{Archibusieri_Ordinanza_descr}"Volesse Iddio che un tal diabolico strumento [l'archibugio] non fosse mai stato inventato: io non ne porterei i segni, e molti coraggiosi e valorosi uomini non sarebbero stati uccisi da codardi [archibugieri] che non avrebbero il coraggio di guardarli in faccia, striscianti a terra con i loro spregievoli proiettili."\n
Blaise de Montluc, maresciallo di Francia\n\n
I provisionati (da "provisione", ossia la paga mensile che percepiscono) sono le prime unità di fanteria permanente italiche, mantenuti per periodi più lunghi rispetto ai comuni miliziani, e dotati di un miglior addestramento. In effetti questi soldati, introdotti nell'esercito veneto nella seconda metà del XV secolo in misura crescente, sono composti non solo da semplici miliziani ma anche da membri di compagnie di ventura: il passo da mercenari a professionisti della guerra non è poi così lungo. Gli archibugieri professionali, eccellenti tiratori dotati di archibugio, indossano una evoluta e costosa corazza di piastre sotto i tipici completi a sbuffo, e portano la spada per il corpo a corpo. Vengono usualmente schierati a supporto dei picchieri e della fanteria pesante (rotulari o alabardieri).
{Archibusieri_Ordinanza_descr_short}Tiratori italici professionali, dotati di evolute e costose corazze di piastre e spade per la mischia.



BANATO DI CROAZIA
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Milicja (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Kopljanici (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Docasnici (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Morlaci (ascia) AOR town (roccaforte)
3- Hajduci (spada) AOR large_town (castello)
4- Vlastelica (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Sluge (spada) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Štitonoše (giavellotti) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Vitezi (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Strilci (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Sulicari (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Musketir (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- Neretvani PEN city (città)
2- Uskoci PEN large_city (metropoli)
3- NO - huge_city (megalopoli)

{Milicja}Milicja
{Milicja_descr}La "milicja" slava è costituita da paesani coscritti per la difesa di strade e borghi, o per rimpinguare i ranghi delle armate. Privi di addestramento, costoro provengono dalla feccia della società balcanica: vagabondi, disperati in cerca di soldo, briganti e assassini. Sono dotati al massimo di un giaco leggero in cuoio e di una lancia corta; a dispetto della scarsa armatura, il loro numero li rende utili in situazioni di difesa tra le mura, ma non ci si deve aspettare che resistano a lungo.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Milicja_descr_short}Milizia slava per la difesa di strade e borghi, o per rimpinguare i ranghi delle armate, armati di lance corte.

{Kopljanici}Kopljanici
{Kopljanici_descr}Formata da cittadini slavi liberi, questa milizia è munita di lancia lunga e cotta di maglia. Costoro sono lancieri (in slavo "kopljanici") reclutati in tempo di guerra nei distretti locali ("zupanija"), raggruppati in gruppi di un centinaio di uomini e comandati da un ufficiale ("satnik"), addetto al mantenimento dell'ordine pubblico in tempo di pace. Rappresentano un'unità utile per difendere insediamenti, strade e ponti. Possono anche partecipare alle battaglie campali, dove contengono le cariche della cavalleria con la loro formazione ad anello.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Kopljanici_descr_short}Lanceri slavi ben protetti da cotte di maglia, in grado di disporsi ad anello difensivo.

{Docasnici}Docasnici
{Docasnici_descr}Picchieri dotati di cotte e buone armature di piastre, costoro rappresentano l'elite dei lancieri croati. Introdotti nella seconda metà del XV secolo a imitazione dei picchieri svizzeri, non ne eguagliano l'abilità e la ferocia, ma in compenso vantano un'ottima armatura di piastre e possono tenere a lungo in formazione compatta.
{Docasnici_descr_short}Picchieri croati, dotati di buone protezioni di piastre.

{Morlaci}Morlaci
{Morlaci_descr}Venezia istituisce delle colonie di Morlacchi (slavi balcanici in fuga dagli Osmani) a Buie (1449), Salvore (1463) e Castelveneto (1476), iniziando l’opera di ripopolamento dell’Istria che prosegue nei secoli XVI e XVII. [...] L'Imperatore Federico III d'Asburgo ordina a Baldassarre Durer capitano di Trieste di cacciare dalle alture del territorio i Morlacchi ed i Croati, responsabili del disboscamento (13 III 1490)."\n
Cronaca friulana\n\n
I Morlacchi (in lingua croata "Morlaci") sono una popolazione appartenente al gruppo neolatino dei Valacchi (detti comunemente "Arumeni", "Vlachs" o "Vlasi"), stanziato nelle Alpi Dinariche: rudi pastori dei monti, offrono ai signori locali una leva feudale indisciplinata ma agguerrita, armata di asce e grandi scudi di pelle, con i quali creano muri di scudi. Il nome Morlacchi deriva da Mauro-Vlachs o Mavrovlachi, anche Nigri Latini in lingua latina, che significa "Valacchi Neri" (ossia del Nord, se si considera l'usanza dei turchi a nominare i punti cardinali con i colori). Questa etnia, distinta per lingua e costumi dagli Slavi fino al XIV secolo, è citata negli archivi croati e ragusei come popolo di origine valacca, dedito alla pastorizia nelle remote regioni montane dei Balcani; i quattro clan più consistenti dei Morlacchi (i Valacchi Bobanni, i Valacchi Malesevici, i Valacchi Gornji e i Valacchi Ridani) costituivano una quasi continua area etnico-linguistica che dall'Erzegovina raggiungeva la Valacchia. Tra il '300 e il '400, in seguito alla penetrazione turca nei Balcani, i Morlacchi si spostano progressivamente verso ovest, slavizzandosi completamente. Nella seconda metà del XV secolo alcuni gruppi Morlacchi si trasferiscono nell'area del Quarnero e dell'Istria, mescolandosi con pastori di lingua istrorumena e con gli ultimi Dalmati.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni friulane, croate, bosniache
{Morlaci_descr_short}Pastori di origine valacca, slavizzati nei costumi, armati di asce e grandi scudi di pelle, con i quali creano muri.

{Hajduci}Hajduci
{Hajduci_descr}Gli aiducchi (dall'ungherese "hajtók" ovvero "mandriani", oppure dal turco "haiduk" ossia "fanti ungheresi") costituiscono formazioni di combattenti croati, montenegrini, ungheresi, serbi e bulgari, tutti impegnati nella resistenza contro l'avanzata dei Turchi nei Balcani. Questi guerrieri balcanici hanno raggiunto grande fama di patrioti, rubando ricchezze ai Turchi invasori e devolvendone gran parte alla gente più povera. In realtà si tratta perlopiù di banditi che non si fanno scrupoli ad assalire i viandanti e i mercanti, o a vendersi come mercenari al miglior offerente: combattono non solo contro gli infedeli, ma contro chiunque sia il nemico del signore che assicura loro una buona paga. Gli aiducchi vengono quindi inquadrati in un sistema di reclutamento feudale per assicurare il controllo delle roccaforti, dei ponti, dei valichi e di ogni altro punto strategico: sono protetti da cotte di maglia e scudo, la loro arma tipica è la sciabola di origine turca, mentre l'ascia che talvolta portano appesa alla cinta non ha funzioni belliche.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate
{Hajduci_descr_short}Banditi balcanici, patrioti nella resistenza ai Turchi, armati di spada, scudo e cotta di maglia.

{Vlastelica}Vlastelica
{Vlastelica_descr}Questi veterani slavi si distinguono per esperienza ed equipaggiamento dal resto delle leve feudali: sono reclutabili in tutto il regno e percepiscono una mezzapaga anche in tempo di pace, rimanendo sempre in armi. Formano unità di fanteria d'èlite, composta in gran parte da uomini liberi ma non nobili, ai quali di aggiungono elementi della piccola nobiltà feudale decaduta, non abbastanza ricca da permettersi di combattere a cavallo. Il loro equipaggiamento prevede elmo, corazza di piastre e alabarda.
{Vlastelica_descr_short}Veterani slavi dotati di un ottimo equipaggiamento: elmo, corazza di piastre e alabarda.

{Sluge}Sluge
{Sluge_descr}Questi versatili servienti slavi (detti "sluge"), in genere giovani nobili alle prime armi, operano come cavalleggeri a supporto della vera cavalleria pesante. Formano squadre il cui compito è aggirare lo schieramento nemico, colpirlo ai fianchi, cercare di isolare i tiratori nemici e annientarli; vengono impiegati anche per contrastare la cavalleria nemica e per imprigionare i superstiti (o dare loro il colpo di grazia) dopo la carica dei cavalieri pesanti. Il loro equipaggiamento tipico prevede elmetto, giaco imbottito o brigantina, lancia leggera, spada per la mischia e scudo.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Sluge_descr_short}Versatili cavalleggeri slavi, dotati di elmetto, giaco imbottito o brigantina, lancia leggera, spada e scudo.

{Stitonosa}Stitonosa
{Stitonosa_descr}Quando i servienti slavi ("sluge") accumulano una certa esperienza sul campo, possono entrare a far parte dei ranghi degli scudieri ("stitonosa"), i quali operano a stretto contatto con i cavalieri: li accompagnano in battaglia e diventano parte integrante della "lancia" tipica del XV secolo, che per ogni "homo d'arme" prevede uno o due tiratori a cavallo. Mentre nella penisola italica prevale il balestriere montato, l'unità da tiro slava per eccellenza è composta da arcieri a cavallo, detti anche "pharetriarii". Essi cavalcano destrieri scoperti e combattono con un tipico equipaggiamento, che prevede elmetto, cotta o brigantina, arco e spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Stitonosa_descr_short}Arcieri slavi a cavallo, con elmetto, cotta o brigantina e spada per la mischia

{Vitezovi}Vitezovi
{Vitezovi_descr}A partire dal XII secolo in Croazia si afferma il feudalesimo di stampo occidentale, e gradualmente si impone un tipo di cavalleria diverso da quello tradizionale slavo-magiaro. I "vitezi" o "vitezovi" (ossia cavalieri) sono uomini d'arme provenienti dall'aristocrazia fondiaria: essi hanno ottenuto feudi dal proprio sovrano, divenendo "vlastela" (cioè nobili) a tutti gli effetti, in cambio del giuramento di fedeltà e del servizio militare. I migliori tra questi cavalieri baccellieri (ossia portatori di uno scudo) vengono scelti per formare la squadra degli "stegonose", cavalieri banderesi che guidano la prima carica e proteggono il vessillo reale. Sul campo questi cavalieri feudali sfoggiano elmo, scudo, cotte e armature di piastre, mentre nella mischia sfoderano le spade.
{Vitezovi_descr_short}Cavalieri feudali slavi, dotati di elmo, scudo, cotte e armature di piastre.

{Strilci}Strilci
{Strilci_descr}Il nome "strilci" deriva dal termine proto-croato "strila", ossia "freccia". Questi tiratori sono infatti dotati di arco, una delle armi predilette dei fanti slavi; esperti in imboscate, sono agili e veloci e possono agire da buoni schermagliatori. Gli archi in loro possesso sono piuttosto semplici, economici e abbastanza precisi, ma non garantiscono né lunga gittata né grande forza di penetrazione. In ogni caso gli strilci sono arcieri esperti, essendo in gran parte cacciatori; vanno però tenuti lontano dalle mischie, essendo privi di protezioni e dotati solo di un piccolo scudo rotondo e di un coltellaccio.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Strilci_descr_short}Arcieri leggeri slavi, dotati di piccolo scudo rotondo e di un coltellaccio.

{Sulicari}Sulicari
{Sulicari_descr}I "sulicari" (da "sulica", antico giavellotto in uso presso le popolazioni slave) sono popolani slavi armati di giavellotti. Si tratta di una tradizionale arma slava, caduta in disuso dal XIV secolo, con il massiccio diffondersi delle balestre e delle prime forme di artiglieria leggera. Tuttavia i costi di produzione sono assai inferiori, perciò tra le classi meno abbienti coscritte nell'esercito croato esiste ancora un buon numero di uomini esperti nel lancio di giavellotti, in grado di infilzare al primo colpo un nemico ben più corazzato di loro. Buoni schermagliatori utili anche nelle mischie, essendo equipaggiati di buone cotte e di spade.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Sulicari_descr_short}Giavellottisti slavi, buoni schermagliatori, equipaggiati di buone cotte e di spade.

{Musketir}Musketir
{Musketir_descr}"Volesse Iddio che un tal diabolico strumento [l'archibugio] non fosse mai stato inventato: io non ne porterei i segni, e molti coraggiosi e valorosi uomini non sarebbero stati uccisi da codardi [archibugieri] che non avrebbero il coraggio di guardarli in faccia, striscianti a terra con i loro spregievoli proiettili."\n
Blaise de Montluc, maresciallo di Francia\n\n
Questi tiratori slavi sono chiamati "musketir" (ossia moschettieri) e sono considerati tra i migliori artiglieri del mondo cristiano. Dotati di moderne corazze di piastre, essi utilizzano una nuova arma da fuoco destinata a rimpiazzare, nel corso del XVI secolo, ogni altra concorrente, dallo scopetto all'archibugio: si tratta del moschetto, introdotto dagli Ottomani verso la fine del Quattrocento, che lo assegnarono in dotazione ai giannizzeri "tufekçi" (rimpiazzando così gli archibugieri turchi regolari, detti "topçu"). Essenzialmente il moschetto è un tipo di archibugio più pesante, capace di sparare un colpo che perforava le armature, anche se a breve distanza.
{Musketir_descr_short}Tiratori balcanici, dotati di corazze, spada e dell'ottimo moschetto di fabbricazione ottomana.

{Neretvani}Neretvani
{Neretvani_descr}"Queste due isole [Curzola e Lesina] occupate dai Narentani [Neretvani] formavano il principale asilo de' pirati, e servirono di deposito al ricco bottino delle loro ruberie [...] Orseolo [ammiraglio veneziano], che avea lo scopo di liberare per sempre il mare dalle scorrerie de' pirati, non potè lasciare in balia di fieri nemici questi due importanti punti. Dopo breve tempo furono prese le due isole [...] finchè i crudeli pirati vennero da lui implorare misericordia [...] In tal guisa dopo 150 anni di turpe brigantaggio l'Adriatico per opera di Orseolo II fu liberato da que' tristissimi pirati."\n
Mattes Nicolich, Storia documentata dei Lussini\n\n
Celebri pirati slavi, i Neretvani o Narentani fondarono nel IX secolo un principato alla foce del fiume Narenta (da cui il loro nome), prosperando grazie ad arrembaggi e depredazioni. Inizialmente pagani, la regione dalmata su cui si stanziarono prese il nome di "Pagania" almeno fino alla fine del IX secolo, quando si convertirono al cristianesimo. Dopo aver sconfitto i Veneziani nel 887 uccidendo il Doge Pietro I Candiano (l'unico doge morto in battaglia), i Neretvani fecero di Venezia un tributario per più di un secolo, fino al 998, quando vennero sconfitti dall'esercito del Doge Pietro Orseolo II. La pirateria in ogni caso si protrasse, su scala ridotta, fino al XV secolo. Nel frattempo il principato aveva cessato di esistere e i Neretvani erano stati assoggettati dai Croati, i quali tuttavia non interferirono più di tanto con i loro affari. I Neretvani usavano due tipi di navi: la sagena (simile alla nave lunga vichinga) e la kondura (di stazza e capienza inferiori ma più veloce). In battaglia (sia in mare che sulla terraferma) si presentano indossando elmetto, giaco di cuoio rinforzato e scudo, usando gli archi per tempestare le vittime, prima di gettarsi nella mischia con le asce.
{Neretvani_descr_short}Celebri pirati slavi, indossano elmetto, giaco di cuoio rinforzato e scudo, usando gli archi e le asce per la mischia.

{Uskoci}Uskoci
{Uskoci_descr}"In mezzo a tante sciagure, che affliggevano Venezia, la repubblica ebbe da stare continuamente in lotta contro gli uscocchi, pirati famosi, i quali avevano il loro principal nido nell'isola di Segna, nella Dalmazia austriaca. Costoro molestavano gravemente la navigazione del golfo, impedivano il commercio nazionale, predavano indistintamente le navi in cui s'abbattevano, sì dei Turchi che dei Veneziani."\n
Giuseppe Cappelletti, Storia della Repubblica di Venezia...\n\n
Questi cristiani "fuggiaschi" (in serbo-croato: "uskok", italianizzato in "uscocchi"), in gran parte Slavi sconfitti dagli invasori Ottomani, sono divenuti pericolosi pirati al servizio della Croazia e dell'Austria, compiendo razzie su tutta la costa dalmata veneziana nel XVI secolo. Gli uscocchi sono uomini di mare ma non disdegnano lo scontro a terra, presentandosi con giachi leggeri e vestiti alla turca. Muniti di pistoletti, costituiscono unità famigerate per la ferocia e la mancanza di disciplina; vivono solo per il saccheggio e la depredazione, perciò sono molto esperti nel combattimento corpo a corpo, dove sfoderano le asce.
{Uskoci_descr_short}Dotati di pistoletti, asce e armature leggere, gli uscocchi sono pirati noti per la loro ferocia e la mancanza di disciplina.
14/05/2012 14:10
 
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BANATO DI BOSNIA
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Milicja (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Kopljanici (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Docasnici (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Morlaci (ascia) AOR town (roccaforte)
3- Vojnici (roncone) AOR large_town (castello)
4- Vlastelica (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Sluge (spada) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Štitonoše (giavellotti) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Vitezi (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Strilci (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Sulicari (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Musketir (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- Neretvani PEN city (città)
2- Uskoci PEN large_city (metropoli)
3- NO - huge_city (megalopoli)

{Milicja}Milicja
{Milicja_descr}La "milicja" slava è costituita da paesani coscritti per la difesa di strade e borghi, o per rimpinguare i ranghi delle armate. Privi di addestramento, costoro provengono dalla feccia della società balcanica: vagabondi, disperati in cerca di soldo, briganti e assassini. Sono dotati al massimo di un giaco leggero in cuoio e di una lancia corta; a dispetto della scarsa armatura, il loro numero li rende utili in situazioni di difesa tra le mura, ma non ci si deve aspettare che resistano a lungo.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Milicja_descr_short}Milizia slava per la difesa di strade e borghi, o per rimpinguare i ranghi delle armate, armati di lance corte.

{Kopljanici}Kopljanici
{Kopljanici_descr}Formata da cittadini slavi liberi, questa milizia è munita di lancia lunga e cotta di maglia. Costoro sono lancieri (in slavo "kopljanici") reclutati in tempo di guerra nei distretti locali ("zupanija"), raggruppati in gruppi di un centinaio di uomini e comandati da un ufficiale ("satnik"), addetto al mantenimento dell'ordine pubblico in tempo di pace. Rappresentano un'unità utile per difendere insediamenti, strade e ponti. Possono anche partecipare alle battaglie campali, dove contengono le cariche della cavalleria con la loro formazione ad anello.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Kopljanici_descr_short}Lanceri slavi ben protetti da cotte di maglia, in grado di disporsi ad anello difensivo.

{Docasnici}Docasnici
{Docasnici_descr}Picchieri dotati di cotte e buone armature di piastre, costoro rappresentano l'elite dei lancieri croati. Introdotti nella seconda metà del XV secolo a imitazione dei picchieri svizzeri, non ne eguagliano l'abilità e la ferocia, ma in compenso vantano un'ottima armatura di piastre e possono tenere a lungo in formazione compatta.
{Docasnici_descr_short}Picchieri croati, dotati di buone protezioni di piastre.

{Morlaci}Morlaci
{Morlaci_descr}Venezia istituisce delle colonie di Morlacchi (slavi balcanici in fuga dagli Osmani) a Buie (1449), Salvore (1463) e Castelveneto (1476), iniziando l’opera di ripopolamento dell’Istria che prosegue nei secoli XVI e XVII. [...] L'Imperatore Federico III d'Asburgo ordina a Baldassarre Durer capitano di Trieste di cacciare dalle alture del territorio i Morlacchi ed i Croati, responsabili del disboscamento (13 III 1490)."\n
Cronaca friulana\n\n
I Morlacchi (in lingua croata "Morlaci") sono una popolazione appartenente al gruppo neolatino dei Valacchi (detti comunemente "Arumeni", "Vlachs" o "Vlasi"), stanziato nelle Alpi Dinariche: rudi pastori dei monti, offrono ai signori locali una leva feudale indisciplinata ma agguerrita, armata di asce e grandi scudi di pelle, con i quali creano muri di scudi. Il nome Morlacchi deriva da Mauro-Vlachs o Mavrovlachi, anche Nigri Latini in lingua latina, che significa "Valacchi Neri" (ossia del Nord, se si considera l'usanza dei turchi a nominare i punti cardinali con i colori). Questa etnia, distinta per lingua e costumi dagli Slavi fino al XIV secolo, è citata negli archivi croati e ragusei come popolo di origine valacca, dedito alla pastorizia nelle remote regioni montane dei Balcani; i quattro clan più consistenti dei Morlacchi (i Valacchi Bobanni, i Valacchi Malesevici, i Valacchi Gornji e i Valacchi Ridani) costituivano una quasi continua area etnico-linguistica che dall'Erzegovina raggiungeva la Valacchia. Tra il '300 e il '400, in seguito alla penetrazione turca nei Balcani, i Morlacchi si spostano progressivamente verso ovest, slavizzandosi completamente. Nella seconda metà del XV secolo alcuni gruppi Morlacchi si trasferiscono nell'area del Quarnero e dell'Istria, mescolandosi con pastori di lingua istrorumena e con gli ultimi Dalmati.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni friulane, croate, bosniache
{Morlaci_descr_short}Pastori di origine valacca, slavizzati nei costumi, armati di asce e grandi scudi di pelle, con i quali creano muri.

{Hajduci}Hajduci
{Hajduci_descr}Gli aiducchi (dall'ungherese "hajtók" ovvero "mandriani", oppure dal turco "haiduk" ossia "fanti ungheresi") costituiscono formazioni di combattenti croati, montenegrini, ungheresi, serbi e bulgari, tutti impegnati nella resistenza contro l'avanzata dei Turchi nei Balcani. Questi guerrieri balcanici hanno raggiunto grande fama di patrioti, rubando ricchezze ai Turchi invasori e devolvendone gran parte alla gente più povera. In realtà si tratta perlopiù di banditi che non si fanno scrupoli ad assalire i viandanti e i mercanti, o a vendersi come mercenari al miglior offerente: combattono non solo contro gli infedeli, ma contro chiunque sia il nemico del signore che assicura loro una buona paga. Gli aiducchi vengono quindi inquadrati in un sistema di reclutamento feudale per assicurare il controllo delle roccaforti, dei ponti, dei valichi e di ogni altro punto strategico: sono protetti da cotte di maglia e scudo, la loro arma tipica è la sciabola di origine turca, mentre l'ascia che talvolta portano appesa alla cinta non ha funzioni belliche.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate
{Hajduci_descr_short}Banditi balcanici, patrioti nella resistenza ai Turchi, armati di spada, scudo e cotta di maglia.

{Vlastelica}Vlastelica
{Vlastelica_descr}Questi veterani slavi si distinguono per esperienza ed equipaggiamento dal resto delle leve feudali: sono reclutabili in tutto il regno e percepiscono una mezzapaga anche in tempo di pace, rimanendo sempre in armi. Formano unità di fanteria d'èlite, composta in gran parte da uomini liberi ma non nobili, ai quali di aggiungono elementi della piccola nobiltà feudale decaduta, non abbastanza ricca da permettersi di combattere a cavallo. Il loro equipaggiamento prevede elmo, corazza di piastre e alabarda.
{Vlastelica_descr_short}Veterani slavi dotati di un ottimo equipaggiamento: elmo, corazza di piastre e alabarda.

{Sluge}Sluge
{Sluge_descr}Questi versatili servienti slavi (detti "sluge"), in genere giovani nobili alle prime armi, operano come cavalleggeri a supporto della vera cavalleria pesante. Formano squadre il cui compito è aggirare lo schieramento nemico, colpirlo ai fianchi, cercare di isolare i tiratori nemici e annientarli; vengono impiegati anche per contrastare la cavalleria nemica e per imprigionare i superstiti (o dare loro il colpo di grazia) dopo la carica dei cavalieri pesanti. Il loro equipaggiamento tipico prevede elmetto, giaco imbottito o brigantina, lancia leggera, spada per la mischia e scudo.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Sluge_descr_short}Versatili cavalleggeri slavi, dotati di elmetto, giaco imbottito o brigantina, lancia leggera, spada e scudo.

{Stitonosa}Stitonosa
{Stitonosa_descr}Quando i servienti slavi ("sluge") accumulano una certa esperienza sul campo, possono entrare a far parte dei ranghi degli scudieri ("stitonosa"), i quali operano a stretto contatto con i cavalieri: li accompagnano in battaglia e diventano parte integrante della "lancia" tipica del XV secolo, che per ogni "homo d'arme" prevede uno o due tiratori a cavallo. Mentre nella penisola italica prevale il balestriere montato, l'unità da tiro slava per eccellenza è composta da arcieri a cavallo, detti anche "pharetriarii". Essi cavalcano destrieri scoperti e combattono con un tipico equipaggiamento, che prevede elmetto, cotta o brigantina, arco e spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Stitonosa_descr_short}Arcieri slavi a cavallo, con elmetto, cotta o brigantina e spada per la mischia

{Vitezovi}Vitezovi
{Vitezovi_descr}A partire dal XII secolo in Croazia si afferma il feudalesimo di stampo occidentale, e gradualmente si impone un tipo di cavalleria diverso da quello tradizionale slavo-magiaro. I "vitezi" o "vitezovi" (ossia cavalieri) sono uomini d'arme provenienti dall'aristocrazia fondiaria: essi hanno ottenuto feudi dal proprio sovrano, divenendo "vlastela" (cioè nobili) a tutti gli effetti, in cambio del giuramento di fedeltà e del servizio militare. I migliori tra questi cavalieri baccellieri (ossia portatori di uno scudo) vengono scelti per formare la squadra degli "stegonose", cavalieri banderesi che guidano la prima carica e proteggono il vessillo reale. Sul campo questi cavalieri feudali sfoggiano elmo, scudo, cotte e armature di piastre, mentre nella mischia sfoderano le spade.
{Vitezovi_descr_short}Cavalieri feudali slavi, dotati di elmo, scudo, cotte e armature di piastre.

{Strilci}Strilci
{Strilci_descr}Il nome "strilci" deriva dal termine proto-croato "strila", ossia "freccia". Questi tiratori sono infatti dotati di arco, una delle armi predilette dei fanti slavi; esperti in imboscate, sono agili e veloci e possono agire da buoni schermagliatori. Gli archi in loro possesso sono piuttosto semplici, economici e abbastanza precisi, ma non garantiscono né lunga gittata né grande forza di penetrazione. In ogni caso gli strilci sono arcieri esperti, essendo in gran parte cacciatori; vanno però tenuti lontano dalle mischie, essendo privi di protezioni e dotati solo di un piccolo scudo rotondo e di un coltellaccio.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Strilci_descr_short}Arcieri leggeri slavi, dotati di piccolo scudo rotondo e di un coltellaccio.

{Sulicari}Sulicari
{Sulicari_descr}I "sulicari" (da "sulica", antico giavellotto in uso presso le popolazioni slave) sono popolani slavi armati di giavellotti. Si tratta di una tradizionale arma slava, caduta in disuso dal XIV secolo, con il massiccio diffondersi delle balestre e delle prime forme di artiglieria leggera. Tuttavia i costi di produzione sono assai inferiori, perciò tra le classi meno abbienti coscritte nell'esercito croato esiste ancora un buon numero di uomini esperti nel lancio di giavellotti, in grado di infilzare al primo colpo un nemico ben più corazzato di loro. Buoni schermagliatori utili anche nelle mischie, essendo equipaggiati di buone cotte e di spade.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni croate, bosniache
{Sulicari_descr_short}Giavellottisti slavi, buoni schermagliatori, equipaggiati di buone cotte e di spade.

{Musketir}Musketir
{Musketir_descr}"Volesse Iddio che un tal diabolico strumento [l'archibugio] non fosse mai stato inventato: io non ne porterei i segni, e molti coraggiosi e valorosi uomini non sarebbero stati uccisi da codardi [archibugieri] che non avrebbero il coraggio di guardarli in faccia, striscianti a terra con i loro spregievoli proiettili."\n
Blaise de Montluc, maresciallo di Francia\n\n
Questi tiratori slavi sono chiamati "musketir" (ossia moschettieri) e sono considerati tra i migliori artiglieri del mondo cristiano. Dotati di moderne corazze di piastre, essi utilizzano una nuova arma da fuoco destinata a rimpiazzare, nel corso del XVI secolo, ogni altra concorrente, dallo scopetto all'archibugio: si tratta del moschetto, introdotto dagli Ottomani verso la fine del Quattrocento, che lo assegnarono in dotazione ai giannizzeri "tufekçi" (rimpiazzando così gli archibugieri turchi regolari, detti "topçu"). Essenzialmente il moschetto è un tipo di archibugio più pesante, capace di sparare un colpo che perforava le armature, anche se a breve distanza.
{Musketir_descr_short}Tiratori balcanici, dotati di corazze, spada e dell'ottimo moschetto di fabbricazione ottomana.

{Neretvani}Neretvani
{Neretvani_descr}"Queste due isole [Curzola e Lesina] occupate dai Narentani [Neretvani] formavano il principale asilo de' pirati, e servirono di deposito al ricco bottino delle loro ruberie [...] Orseolo [ammiraglio veneziano], che avea lo scopo di liberare per sempre il mare dalle scorrerie de' pirati, non potè lasciare in balia di fieri nemici questi due importanti punti. Dopo breve tempo furono prese le due isole [...] finchè i crudeli pirati vennero da lui implorare misericordia [...] In tal guisa dopo 150 anni di turpe brigantaggio l'Adriatico per opera di Orseolo II fu liberato da que' tristissimi pirati."\n
Mattes Nicolich, Storia documentata dei Lussini\n\n
Celebri pirati slavi, i Neretvani o Narentani fondarono nel IX secolo un principato alla foce del fiume Narenta (da cui il loro nome), prosperando grazie ad arrembaggi e depredazioni. Inizialmente pagani, la regione dalmata su cui si stanziarono prese il nome di "Pagania" almeno fino alla fine del IX secolo, quando si convertirono al cristianesimo. Dopo aver sconfitto i Veneziani nel 887 uccidendo il Doge Pietro I Candiano (l'unico doge morto in battaglia), i Neretvani fecero di Venezia un tributario per più di un secolo, fino al 998, quando vennero sconfitti dall'esercito del Doge Pietro Orseolo II. La pirateria in ogni caso si protrasse, su scala ridotta, fino al XV secolo. Nel frattempo il principato aveva cessato di esistere e i Neretvani erano stati assoggettati dai Croati, i quali tuttavia non interferirono più di tanto con i loro affari. I Neretvani usavano due tipi di navi: la sagena (simile alla nave lunga vichinga) e la kondura (di stazza e capienza inferiori ma più veloce). In battaglia (sia in mare che sulla terraferma) si presentano indossando elmetto, giaco di cuoio rinforzato e scudo, usando gli archi per tempestare le vittime, prima di gettarsi nella mischia con le asce.
{Neretvani_descr_short}Celebri pirati slavi, indossano elmetto, giaco di cuoio rinforzato e scudo, usando gli archi e le asce per la mischia.

{Uskoci}Uskoci
{Uskoci_descr}"In mezzo a tante sciagure, che affliggevano Venezia, la repubblica ebbe da stare continuamente in lotta contro gli uscocchi, pirati famosi, i quali avevano il loro principal nido nell'isola di Segna, nella Dalmazia austriaca. Costoro molestavano gravemente la navigazione del golfo, impedivano il commercio nazionale, predavano indistintamente le navi in cui s'abbattevano, sì dei Turchi che dei Veneziani."\n
Giuseppe Cappelletti, Storia della Repubblica di Venezia...\n\n
Questi cristiani "fuggiaschi" (in serbo-croato: "uskok", italianizzato in "uscocchi"), in gran parte Slavi sconfitti dagli invasori Ottomani, sono divenuti pericolosi pirati al servizio della Croazia e dell'Austria, compiendo razzie su tutta la costa dalmata veneziana nel XVI secolo. Gli uscocchi sono uomini di mare ma non disdegnano lo scontro a terra, presentandosi con giachi leggeri e vestiti alla turca. Muniti di pistoletti, costituiscono unità famigerate per la ferocia e la mancanza di disciplina; vivono solo per il saccheggio e la depredazione, perciò sono molto esperti nel combattimento corpo a corpo, dove sfoderano le asce.
{Uskoci_descr_short}Dotati di pistoletti, asce e armature leggere, gli uscocchi sono pirati noti per la loro ferocia e la mancanza di disciplina.



REPUBBLICA DI RAGUSA-ANCONA
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Plebei (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Cives (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Falangiti (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Targhieri (spada) AOR town (roccaforte)
3- Cerne (spiedo) AOR large_town (castello)
4- Guardia Rectoris (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Barabanti (lancia) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Tjose (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Gospari (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Arcieri Ragusei (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Anconetani (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Sclopeteri (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- Falila (spada) PEN city (città)
2- Sifonari (sifone) PEN large_city (metropoli)
3- Corsari Anconetani (alighiero) - huge_city (megalopoli)

{Plebei}Plebei
{Plebei_descr}Le società delle repubbliche marinare adriatiche di Ragusa ed Ancona si suddividono rigidamente in tre classi: nobili, cittadini e plebei, alle quali va poi aggiunta la folta schiera di prigionieri (galeotti). La servitù venne abolita a Ragusa nel 1418. I plebei sono gente povera dei borghi, coscritti nelle milizie locali per la difesa di strade e insediamenti, o per rimpinguare i ranghi delle armate. Addestrati quanto basta e dotati di lance corte e scudo, a dispetto della scarsa armatura in cuoio risultano utili in situazioni di difesa, purché non ci si aspetti che resistano a lungo in campo aperto.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni ragusee, marchigiane
{Plebei_descr_short}Si tratta di gente povera dei borghi, coscritti nelle milizie locali, armati di lance corte.

{Cives}Cives
{Cives_descr}Le società delle repubbliche marinare adriatiche di Ragusa ed Ancona si suddividono rigidamente in tre classi: nobili, cittadini e plebei, alle quali va poi aggiunta la folta schiera di prigionieri (galeotti). La servitù venne abolita a Ragusa nel 1418. I cittadini ("cives") sono in gran parte membri della media borghesia ragusea-anconetana, mercanti in grado di permettersi buone armature qualora vengano reclutati come miliziani per la difesa degli insediamenti. Combattono come lancieri medi, dotati di cotta e lancia lunga: costituiscono un'efficace schermo contro la cavalleria, essendo in grado di disporsi ad anello difensivo. \n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni ragusee, marchigiane
{Cives_descr_short}Lanceri medi reclutati tra i liberi cittadini, dotati di cotte e lance lunghe, in grado di disporsi ad anello difensivo.

{Falangiti}Falangiti
{Falangiti_descr}Il picchiere è un punto fermo delle guerre tardomedievali. Questi picchieri, dotati di buone protezioni e ragionevole addestramento, sono in grado di tenere egregiamente una posizione difensiva. La corazza di piastre li protegge dai tiratori, rendendoli praticamente invulnerabili; la loro marcia può essere bloccata solo mediante la carica di una cavalleria d'elite, ma anche questo espediente potrebbe risultare inutile... La sola speranza per i nemici è disporre di una schiera di picche altrettanto temeraria.
{Falangiti_descr_short}Picchieri dotati di corazze, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Targhieri}Targhieri
{Targhieri_descr}Molti di questi soldati, noti come "targhieri", "pavesari" o palvesai" (da "targa" e "pavese", i nomi degli scudi), rappresentano una tipica milizia italica, destinata a proteggere i tiratori (balestrieri o archibugieri) con i loro grandi scudi. Composti da popolani e rustici, i targhieri non possono permettersi cotte o armature di piastre, dovendo accontentarsi di giachi di cuoio rinforzati. Rappresentano una truppa a basso costo armata di spada e in grado di formare il muro di scudi: è un buon espediente contro l'irruenza della fanteria nemica, ma non reggerebbe di fronte alla carica della cavalleria pesante.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni ragusee, marchigiane, emiliane-romagnole
{Targhieri_descr_short}Indossano giachi leggeri e sono muniti di spada e pavese, con le quali formano il muro di scudi.

{Cerne}Cerne
{Cerne_descr}"[Sigismondo Pandolfo Malatesta] compie alcune scorrerie nel forlivese con il fratello; batte nei pressi di Ronco, con 500 cavalli e molte cernite, le milizie di Antonio Ordelaffi. [...] Ospita il suocero a Gradara e lo aiuta contro pontifici ed aragonesi. Esce da Rimini con 1600 cavalli e 400 fanti; si porta ad Jesi ed invia 800 cernite alla guardia di Forlì."\n
Cronaca riminese del XV secolo\n\n
"Venne il conte di Urbino, e messer Federico alla guardia di Pesaro con cavalli dugento, e cerne trecento."\n
Abate Giuseppe Colucci, Antichità Picene, tomo XII\n\n
Analogamente alle celebri cernide veneziane al comando del Doge, anche altri sovrani delle signorie adriatiche possono avvalersi di una leva contadina scelta, per il controllo delle campagne e dei castelli: si tratta delle "cerne" (come vengono chiamate in terra di Romagna e Marche) o "craine" (nome in uso in Dalmazia). Queste truppe coscritte possono essere schierate piuttosto velocemente, al contrario dell'esercito tradizionale; il loro armamento (essenzialmente celate, morioni, corsaletti a difesa e ronconi, spiedi o picche a offesa), nonché tutte le altre spese accidentali, sono imputati ai contadi di provenienza. Questi fanti rustici si rivelano adatti alla difesa degli insediamenti (ovvero delle loro stesse case) ma si rivelano piuttosto inaffidabili e indisciplinati sul campo di battaglia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni romagnole, marchigiane, dalmate
{Cerne_descr_short}Fanti rustici delle regioni Adriatiche, armati di roncone e dotati di solide cotte di maglia.

{Guardia_Rectoris}Guardia Rectoris
{Guardia_Rectoris_descr}Il "rettore" è la principale figura politica nelle repubbliche marinare di Ancona e Ragusa, con poteri paragonabili a quelli del Doge di Venezia, sebbene la durata del suo mandato sia limitata nel tempo a qualche anno. Per assicurare la protezione del rettore e delle principali fortezze della Repubblica viene schierata una guardia del corpo composta da soli nobili, scelti tra i membri più fedeli delle varie casate aristocratiche. Questa "guardia rectoris" sfoggia un equipaggiamento d'èlite, anche se vagamente antiquato, ispirato alla celebre guardia variaga dell'Impero Bizantino: elmo conico, armatura a scaglie e terribile ascia a due mani, che sanno brandire con allarmante abbandono, facendo a pezzi i nemici della repubblica.
{Guardia_Rectoris_descr_short}Guardia scelta per la protezione del rettore e delle fortezze, dotata di elmo conico, armatura a scaglie e terribile ascia a due mani.

{Barabanti}Barabanti
{Barabanti_descr}"Perciò re Mathia [Corvino] mandò un ambasciatore a Skenderbegh; il quale per ordine regio passò per Ragusa [...] Questi erano venuti con una grossa mano di barabanti, alli quali fu dato albergo fuori della città."\n
\n\n
I "barabanti" (il loro nome deriva probabilmente da "trabanten", termine tedesco che designa le truppe di scorta personale) sono truppe straniere al soldo della Repubblica, in buona parte composte da soldataglia croata, tedesca e ungara; tutti debbono essere cattolici, per ordine del "consilium rogatorum". Si presentano in forma di cavalleria leggera e vengono schierati a difesa degli insediamenti o per pattugliare strade e coste; se occorre, possono essere dispiegati sul campo di battaglia a supporto della fanteria e della cavalleria pesante. Il loro equipaggiamento prevede elmetto, giaco protettivo per il busto, scudo alato; la loro arma prediletta e la spada schiavona.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni ragusee
{Barabanti_descr_short}Soldataglia composta da stranieri croati, tedeschi e ungari, in forma di cavalleria leggera, dotati di spada schiavona e scudo alato.

{Tjose}Tjose
{Tjose_descr}I "tjose" sono cavalleggeri ragusini reclutati dai popoli Balcanici dell'entroterra, paragonabili agli stradiotti veneziani, con i quali si misurano spesso in tattiche di schermaglia. In ogni caso i tjose non godono della stessa reputazione degli stradiotti, essendo meno esperti di guerra e più deboli nel corpo a corpo, perciò si sono specializzati nel tiro con l'arco dalla distanza. Oltre all'arco e al piccolo scudo, sono dotati di cotta di maglia e di spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni ragusee
{Tjose_descr_short}Arcieri a cavallo, buoni schermagliatori, dotati di cotta leggera e spada per il corpo a corpo.

{Gospari}Gospari
{Gospari_descr}I "Gospari", rappresentanti delle antiche famiglie aristocratiche ragusee, finanziano un'unità di cavalleria ben addestrata e disciplinata. Eccezionalmente corazzati tanto i cavalieri quanto i cavalli, essi ignorano le frecce degli assalitori e sul campo di battaglia combattono con lancia e mazza in modo formidabile; sono reclutati solo nelle principali fortezze della Repubblica Ragusea.
{Gospari_descr_short}Coperti da armature molto pesanti e muniti di lance e mazze, sono ancora truppe formidabili, per quanto datate.

{Arcieri_Ragusei}Arcieri ragusei
{Arcieri_Ragusei_descr}Da secoli vi è una solida alleanza tra le repubbliche marinare di Ancona e Ragusa, mirata all'indebolimento dell'incontrastato dominio veneziano nell'Adriatico. L'amicizia tra questi due popoli, che prevede accordi commerciali e di mutuo soccorso economico, è sugellata dal servizio militare scambiato dalle rispettive unità: i Ragusei in terra marchigiana si organizzano per offrire al Rettore un esperto corpo di arcieri, dotati di elmetti, giachi protettivi e spada per la mischia. I loro archi, studiati per la guerra in mare, sono molto efficaci contro avversari poco protetti.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni ragusee, marchigiane
{Arcieri_Ragusei_descr_short}Un arciere raguseo è armato di un arco, di spada ed è dotato di elmetto e giaco protettivo.

{Balistari_Anconetani}Balistari anconetani
{Balistari_Anconetanii_descr}Da secoli vi è una solida alleanza tra le repubbliche marinare di Ancona e Ragusa, mirata all'indebolimento dell'incontrastato dominio veneziano nell'Adriatico. L'amicizia tra questi due popoli, che prevede accordi commerciali e di mutuo soccorso economico, è sugellata dal servizio militare scambiato dalle rispettive unità: gli Anconetani in terra ragusea si organizzano per offrire al Rettore un esperto corpo di balestrieri, dotati di cotte leggere e spada per la mischia. Pur essendo un'arma relativamente facile da usare, la balestra lascia l'utilizzatore molto vulnerabile durante la lenta fase di ricarica. Per questo costoro portano grandi scudi (detti "pavesi") sulle spalle, con cui difendersi durante il processo. \n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni ragusee, marchigiane
{Balistari_Anconetanii_descr_short}Queste truppe anconetane portano spade e grandi scudi con cui proteggersi durante la lenta fase di ricarica delle balestre.

{Sclopeteri}Sclopeteri
{Sclopeteri_descr}Gli "sclopeteri" rappresentano le truppe addestrate all'uso delle primitive armi da fuoco leggere, gli schioppetti o scopetti (detti variamente "sclopeti", "sclopi", "manesche"). Chiamati "cannoncini a braccio" per distinguerle dai pezzi di artiglieria, gli schioppetti sono la forma più antica di arma da fuoco individuale: la loro presenza sembra sia stata segnalata nel 1284 in occasione della difesa di Forlì da parte di Guido da Montefeltro; si tratta però di una testimonianza isolata e quindi alquanto sospetta, i primi dati sicuri sono successivi di mezzo secolo dopo. Queste armi consistono di un rudimentale tubo metallico montato su un pezzo di legno e dotato di un primitivo meccanismo di fuoco (innesco di ferro roscaldato); il tutto in una foggia tale che praticamente non consente di mirare. Armi simili causavano più timore che danni reali alle truppe nemiche, scosse dal frastuono e dal fumo generati durante lo sparo. Data la loro scarsa gittata, i pistolieri necessitano di corazzine, che indossano sotto le stravaganti vesti tipiche dei volontari della "compagnia della calza", e di buone capacità in corpo a corpo, dove sfoderano la spada corta a lama larga, detta "cinquedea".
{Sclopeteri_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, le prime armi da fuoco individuale, i pistolieri devono essere preparati al corpo a corpo.

{Falila}Falila
{Falila_descr}"Con il termine "falila" si indicano, nelle Repubbliche adriatiche, i rematori delle navi: si tratta di una rude ciurma coscritta per le galere da guerra, talvolta paragonata ai "galeotti" o agli "scapoli" veneziani. [...] Questa unità è composta da uomini di basso ceto sociale."\n
Cronaca ragusea, XVI secolo\n\n
Così come i Veneziani possono avvalersi dei galeotti o degli scapoli come fanteria di marina, anche le repubbliche di Ancona e Ragusa ricorrono sovente a un corpo specializzato, quello dei "falila". Tra le loro fila si trovano uomini avvezzi alla dura vita del marinaio, esperti nell'arte nautica come in quella bellica: nell'Adriatico del XV secolo, infatti, non sono rari gli incontri con pirati narentani, uscocchi o corsari turchi. Quando la loro imbarcazione viene attaccata, o quando sono loro stessi a dare l'assalto al legno nemico, i falila lasciano i remi e impugnano la fedele spada schiavona. La loro ferocia compensa la scarsa disciplina.
{Falila_descr_short}I falila, armati di spada, sono truppe impiegati sia sulle navi che nella difesa dei porti e degli insediamenti costieri.

{Sifonari}Sifonari
{Sifonari_descr}Il lanciafiamme greco ("cheirosiphones") è una delle armi più terrificanti del mondo medievale. I primi ad utilizzarlo in battaglia furono i Romei durante le battaglie navali, ma ben presto fece la sua comparsa anche durante le battaglie sulla terraferma, durante gli assedi, in difesa delle mura (usati per distruggere le torri d'assedio nemiche). Costituito da una piccola pompa a mano connessa ad un contenitore, è capace di spruzzare fuoco liquido (chiamato dai Latini "fuoco greco") che brucia anche sott'acqua e aderisce al suo obiettivo, risultando quasi impossibile da estinguere.
{Sifonari_descr_short}Una devastante e spaventosa arma che spara fuoco liquido. È costituito da una pompa a mano connessa ad un contenitore.

{Corsari_Anconetani}Corsari Anconetani
{Corsari_Anconetani_descr}Gente di mare dalla più disparata estrazione sociale (marinai, pescatori, ma anche portolotti, disoccupati in cerca di soldo, volontari patrioti), priva dell'esperienza "bellica" e della professionalità degli arsenalotti veneziani ma comunque coraggiosa e competente di arte nautica quanto basta, questa marmaglia si rivela molto utile per la guerra di corsa. Concorrendo anche alla difesa della navigazione in ausilio le batterie costiere, non era occasionale che i corsari anconetani sbarcassero per dar man forte alle guarnigioni locali; comunque, ciò che più spingeva alla lotta questi "mercenari del mare" era la preda e la "parte" di loro spettanza, determinata da appositi decreti e regolamenti: si andava, ad esempio, dalle dodici parti spettanti al capitano fino alla mezza spettante al mozzo, mentre un terzo del ricavato andava all'erario e qualcosa restava anche per la cassa degli invalidi di marina. Indossano cappelli, camicia e pantaloni bianchi, cinturone di cuoio, stivaletti; alla cintola tengono una pistola, mentre l'arma tipica per l'arrembaggio è l'alighiero, arma-attrezzo in asta più comunemente conosciuta come mezzo marinaio.
{Corsari_Anconetani_descr_short}Corsari anconetani, dotati di protezioni leggere, pistola e alighiero per l'assalto.
14/05/2012 14:10
 
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MARCHESATO DI FERRARA
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Giotoni (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- Magistri Bolognesi (spadone) PRO huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Targhieri (spada) AOR town (roccaforte)
3- Saltuari (spada) AOR large_town (castello)
4- Famuli (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Berrovieri (lancia corta) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Zanetari (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Balestrieri Estensi (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Arcieri Modenesi (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Sagittari del Comissario (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Spingardieri (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Giotoni}Giotoni
{Giotoni_descr}"Uno povero homo [...] per paura di la guerra, conducendo certe sue massaritie dal territorio mirandolese nel territorio mantuano, fu assaltato per la strada da certi giotoni et spogliato insino a la camisa, et tolta gli fu tucta la roba che lui conducea."\n
Carte sciolte, Ludovico Garardini a Ercole I d'Este, 1483\n\n
I "giotoni" sono razziatori al soldo dei signori di Emilia e Romagna dalla metà del XV secolo. Si tratta di marmaglia dei borghi locali, feccia della comunità urbana, che vive perlopiù di furti e di espedienti poco leciti; a volte si riuniscono in piccole bande e vengono ingaggiati come "mediatori" (messeti, sprochoni, iotoni) da mercanti stranieri in viaggio lungo il litorale adriatico per comprare il sale, costituendo di fatto una guardia personale dell'acquirente. In tempo di guerra, questa disordinata ma feroce accozzaglia, priva di protezioni e armata solo di corte lance, viene coscritta nell'esercito per organizzare agguati e saccheggi ai danni dei nemici invasori o dei disertori che tradiscono.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni emiliano-romagnole
{Giotoni_descr_short}Feccia della comunità urbana locale, disordinata ma feroce accozzaglia, priva di protezioni e armata solo di corte lance.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Targhieri}Targhieri
{Targhieri_descr}Molti di questi soldati, noti come "targhieri", "pavesari" o palvesai" (da "targa" e "pavese", i nomi degli scudi), rappresentano una tipica milizia italica, destinata a proteggere i tiratori (balestrieri o archibugieri) con i loro grandi scudi. Composti da popolani e rustici, i targhieri non possono permettersi cotte o armature di piastre, dovendo accontentarsi di giachi di cuoio rinforzati. Rappresentano una truppa a basso costo armata di spada e in grado di formare il muro di scudi: è un buon espediente contro l'irruenza della fanteria nemica, ma non reggerebbe di fronte alla carica della cavalleria pesante.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni ragusee, marchigiane, emiliane-romagnole
{Targhieri_descr_short}Indossano giachi leggeri e sono muniti di spada e pavese, con le quali formano il muro di scudi.

{Saltuari}Saltuari
{Saltuari_descr}"Rivestivano particolare rilievo le Guardie Campestri, o Saltuari, in numero di otto, una per ogni borgo più quattro per le frazioni, che pattugliavano almeno due volte al giorno le campagne e la parte di città ad essi assegnata."\n
Documento lughese del XV secolo\n\n
I "saltuari" sono, come il nome stesso lascia intendere, guardie contadine armate e reclutate in modo non permanente dai signori locali. Sorvegliavano possedimenti e coltivi, rilevando eventuali danni arrecati da animali domestici mal custoditi o da persone; dovevano segnalare e denunciare fatti e responsabili al notaio, omettendo di denunciare colui che si fosse impegnato a riparare o risarcire in otto giorni il danno arrecato accidentalmente; dovevano inoltre denunciare ogni sorta di crimine, furto, rissa, omicidio, e segnalare ogni decesso avvenisse nei territori che pattugliavano, nei quali si impegnavano a mantenere l'ordine pubblico. I saltuari, dotati di robusti giachi di cuoio o cotte leggere, portavano una spada ed erano pagati con denaro o in natura dai proprietari delle terre stesse; addestrati quanto basta, questa fanteria campestre a costo contenuto può rivelarsi utile come guarnigione e, in caso di necessità, possono rimpinguare le fila di un'armata, ma non c'è da aspettarsi molto da loro in una mischia. Se messi alle strette, preferiranno la fuga e torneranno ai loro campi.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni emiliano-romagnole
{Saltuari_descr_short}Contadini coscritti saltuariamente, armati di spada e protetti da robusti giachi di cuoio o cotte leggere, impiegati per sorvegliare il territorio.

{Famuli}Famuli
{Famuli_descr}"[Ai castellani senesi] Masso di Giovanni di Credi, ser Giovanni di Niccolò di Guido e Leonardo di Meo di Niccolò, in carica per tre mesi [...], vengono inviati quattro famuli [giovani con mansione di guardie], che riceveranno in tutto 39 lire per i soliti tre mesi."\n
Documento senese del XV secolo\n
"Quattro banditori [...] rendono pubbliche sentenze e proclami del Governo ed effettuano i pignoramenti a danno di chi non pagasse le tasse [...] in quest’ultimo caso sono assistiti da famuli, servitori [...] armati."\n
Documento lughese del XV secolo\n
"La partigiana, pure volgarmente detta, è un ‘arma d’offesa che sempre fa parte delle armi in asta, e può raggiungere [un ‘altezza di] poco maggiore di un uomo con la mano sollevata..."\n
Pietro Monte, Collectanea, Libro I
Dalle pianure emiliane alle campagne toscane, i signori feudali e i funzionari locali ricorrono spesso alla coscrizione dei "famuli", giovani e vigorosi soldati, generalmente provenienti dalle famiglie dei piccoli proprietari terrieri, possessori di feudi indiretti (valvassori o valvassini). Essi sono impiegati per presidiare fortezze e castelli, come guardia del corpo dei loro signori, come assistenti armati al servizio degli ufficiali esattori. Sebbene non abbiano ancora maturato grande esperienza nel mestiere delle armi, possono comunque cavarsela egregiamente sia in difesa di un insediamento che in campo aperto, grazie alla buona dotazione di cui il loro signore li equipaggia: l'armamento prevede elmo di ferro, corazza di piastre e partigiana, ovvero il tipico spiedo "alla bolognese". Lo "status" di guardia del corpo, con i privilegi che esso comporta, è solitamente esposto con orgoglio da questi giovani soldati, che sfoggiano un costoso mantello.
{Famuli_descr_short}Dotati di elmo, corazze e partigiana, questi giovani e vigorosi soldati sono utili per guarnigioni e per rafforzare le fila di un'armata.

{Provixionati}Provixionati
{Provixionati_descr}"Et inteso messer Hercole de la morte del duca Borso fratello suo carissimo, [...] montò a cavallo con tutta la sua illustrissima casa da Este, che era in Ferrara tunc [...] e partendose da Castel Nuovo con la maggiore parte del popolo di Ferrara dreto a pede, e [...] duemila provisionati tutti con le corazzine indosso, spade a lato e arme inastate [...] et per tutto la via degli angeli erano psarti li provisionati di sua excellentia, tutti armati e bene in ordine."\n
Ludovico Antonio Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, Tomo 24\n\n
Nei domini ferraresi e riminesi si possono incontrare bande di uomini armati regolarmente stipendiati dal sovrano, detti "provisionati" (da "provisione", la paga che percepiscono). Si tratta di unità scelte che vengono impiegate come guardia di palazzo, per la sicurezza del marchese, e come guardia da parata nelle cerimonie solenni. Inoltre compongono la suprema guarnigione della cittadella, composte in buona parte da membri della nobiltà locale. Sarebbe quindi erroneo paragonare queste guardie agli eserciti permanenti veneziani o milanesi, anch'essi denominati "provisionati"; d'altra parte i signori di Romagna sono sempre stati diffidenti nei confronti degli eserciti permanenti di estrazione popolare. Ferocemente leali, queste truppe sono dotate di elmi, corazzine d'acciaio e lunghe alabarde.
{Provixionati_descr_short}La guardia delle cittadelle, truppa scelta di estrazione nobiliare, dotata di elmo, corazzine d'acciaio e lunghe alabarde.

{Berrovieri}Berrovieri
{Berrovieri_descr}"I birri (beruarii) o berrovieri sono un certo tipo di milizie che avanzano sul campo di battaglia procedendo disordinatamente ma animosi e irruenti. [...] Agiscono nelle regioni lombarde, al servizio delle autorità cittadine, mossi dal desiderio di bottino. [...] Costoro andavano a cavallo e usavano lance."\n
Rolandino da Padova\n\n
Col termine "berrovieri" sono definiti sgherri al soldo di un signore, col compito di riscuotere i balzelli, anche con metodi violenti. Questi uomini formano un'abile fronte di cavalleria leggera, armata di lancia corta e dotata di scudo e protezioni di cuoio, utile per ingaggiare i tiratori nemici e decimare le unità in rotta. Nel corpo a corpo sfoggiano terribili mazze.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, emiliano-romagnole, liguri, lucchesi
{Berrovieri_descr_short}Sgherri al soldo di un signore, col compito di riscuotere i balzelli e formare un fronte di cavalleggeri in battaglia.

{Zanetari}Zanetari
{Zanetari_descr}I "zanetari" sono rapidi cavalleggeri introdotti nelle regioni emiliane a imitazione degli stradiotti veneziani e dei jinete aragonesi. Il loro nome deriva proprio da jinete, italianizzato in "giannettari". Costoro indossano cotte leggere, portano un piccolo scudo rotondo e sono armati di lance corte e leggere dette "giannette", che possono essere scagliate dalla distanza o maneggiate nella mischia contro i fanti nemici. Per la mischia preferiscono comunque la spada. Verso la fine del XV secolo le giannette prendono il nome di "spuntoni" o "serpentine" e, similmente alla "sergentina", divengono l'arma tipica degli ufficiali di fanteria.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni emiliano-romagnole
{Zanetari_descr_short}Cavalleggeri emiliani dotati di cotta leggera, scudo, giavellotti e lancia leggera, costoro si comportano da feroci schermagliatori.

{Balestreri_Estensi}Balestreri estensi
{Balestreri_Estensi_descr}"Le guardie a cavallo La prima notizia sulla guardia a cavallo del duca è dell' anno 1476, anno in cui il duca Ercole d'Este tiene una guardia di trenta balestrieri a cavallo con una paga di ducati 2 il mese per cadauno oltra un ducato il mese per cadauno oltra un ducato."\n
Cronaca ferrarese, XVI secolo\n\n
Questi cavalieri d'èlite rappresentano la guardia personale del marchese di Ferrara. Non provengono necessariamente dalla nobiltà, ma debbono essere alti, forti e possedere la fama di eroici guerrieri dallo spirito incorrotto. Dotati di moderne balestre e spada per la mischia, sopra le corazze vestono eleganti abiti rossi e bianchi e portano cappelli francesi ornati con grandi piume. Vengono schierati nelle cerimonie ufficiali e per la protezione del marchese e della sua famiglia.
{Balestreri_Estensi_descr_short}Questi cavalieri d'èlite, dotati di balestre, spade, corazze e vestiti eleganti, rappresentano la guardia personale del marchese di Ferrara.

{Arcieri_Modenesi}Arcieri Modenesi
{Arcieri_Modenesi_descr}"L'insegna [modenese con le trivelle] che risale al 1318 [...] discende dal grido 'popolo, popolo, trivella, trivella' usato dai Modenesi durante la rivolta contro Passerino Bonacolsi."\n
Claudio Boschetti, Cronachetta di San Cesario\n\n
Da più di tre secoli a Modena esiste una grande tradizione arcieristica. Già nel 1127 un poeta comasco in un suo scritto menziona le grandi prestazioni d'arme rese a Milano, nella guerra contro Como, dagli arcieri modenesi; nel 1201 viene stipulato un patto d'alleanza tra Modena e Mantova, per cui gli arcieri dell'una o dell'altra città dovevano mobilitarsi, entro otto giorni dall'avviso, per recare aiuto all'alleato che si trovasse in stato di guerra; per tutto il XIV secolo la milizia cittadina modenese continuò ad esercitarsi nel tiro prolungando la vita dell'arco, ormai superato dalle armi da fuoco, fino alla metà del XV secolo. Selezionati tra i liberi cittadini del modenese, questi tiratori riescono a permettersi un cappello d'arme (chapel de fer), un'armatura leggera di cuoio rinforzato e una daga per il combattimento in mischia, del quale hanno molto più desiderio di altri arcieri. Costoro, in battaglia, sfoggiano sulle vesti i colori dell'insegna comunale modenese (croce azzurra su campo dorato) e sono soliti affronatre il nemico col grido: "Popolo, popolo, trivella, trivella!". Il riferimento è forse al motto usato dai modenesi durante la rivolta del 1318 contro Passerino Bonacolsi. Le trivelle comunque appariranno per la prima volta isolatamente nella pubblicazione Calmeri del Pan Frumento edita a Modena nel 1525, in cui si vedono disposte a lato dell'arma del Comune.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni emiliane
{Arcieri_Modenesi_descr_short}Dotati d'arco, armatura leggera e cappello d'arme, gli arcieri modenesi sono buoni tiratori e non disdegnano il confronto nel corpo a corpo, armati di daga.

{Sagittari_del_Comissario}Sagittari del Comissario
{Sagittari_del_Comissario_descr}Il governo provinciale della Romandiola era composto essenzialmente da funzionari ferraresi. Ai vertici di tale governo vi era il Commissario del Marchese (poi Commissario Ducale), comandante politico di tutta la provincia; egli risiedeva nella rocca e compariva in pubblico sempre scortato da armati, detti Sagittari del Commissario, armati probabilmente di arco o balestra. Seguiva in importanza il Massaro della Camera del Marchese (poi Ducale), amministratore economico della Provincia; egli riscuoteva i dazi camerali, le gabelle, le tasse, i ricavati di cause civili e criminali e dei passaggi di proprietà, contratti e venderi necessitano di corazzine, che indossano sotto le stravaganti vesti tipiche dei volontari della "compagnia della calza", e di buone capacità in corpo a corpo, dove sfoderano la spada corta a lama larga, detta "cinquedea".
{Sclopeteri_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, le prime armi da fuoco individuale, i pistolieri devono essere preparati al corpo a corpo.

{Spingardieri}Spingardieri
{Spingardieri_descr}Gli "spingardieri" rappresentano le truppe addestrate all'uso delle primitive armi da fuoco leggere, le spingarde. Il termine "spingarda" (detto anche "springalda" o "spingardo"), era usato in origine per indicare una specie di macchina da guerra che serviva per lanciare pietre; con l'invenzione della polvere da sparo e la costruzione di armi da fuoco, passò ad indicare una specie d'artiglieria che lanciava, al più, delle palle da cinque a sei libbre di peso, scendendo fino alle palle di sei once, e per la marina, anche di una sola oncia (sul tipo dello smeriglio). Quelle più grandi erano fissate sopra cavalletti e trattenute con ceppi di legno; quelle più piccole diventavano vere e proprie armi portatili e quasi manesche, come il fucile. Le grosse spingarde avevano un mascolo per mettervi la carica; le più piccole ne erano sprovviste, ed erano tutte di un sol pezzo come i cannoni. In ultimo furono anche chiamate "archibusoni". Queste armi consistono di un rudimentale tubo metallico montato su un pezzo di legno e dotato di un primitivo meccanismo di fuoco; il tutto in una foggia tale che praticamente non consente di mirare. Armi simili causavano più timore che danni reali alle truppe nemiche, scosse dal frastuono e dal fumo generati durante lo sparo. Data la loro scarsa gittata, gli spingardieri necessitano di armature robuste e di capacità in corpo a corpo, dove sfoderano le spade.
{Spingardieri_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, le prime armi da fuoco individuale, gli spingardieri devono essere preparati al corpo a corpo.



SIGNORIA DI RIMINI
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Giotoni (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- Magistri Bolognesi (spadone) PRO huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Targhieri (spada) AOR town (roccaforte)
3- Cerne (spiedo) AOR large_town (castello)
4- Bombisti (bombe) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Squadrieri (lancia corta) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Pilliardi (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Armigeri (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Archilunghi Sanmarinesi (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Sagittari del Comissario (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Spingardieri (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Giotoni}Giotoni
{Giotoni_descr}"Uno povero homo [...] per paura di la guerra, conducendo certe sue massaritie dal territorio mirandolese nel territorio mantuano, fu assaltato per la strada da certi giotoni et spogliato insino a la camisa, et tolta gli fu tucta la roba che lui conducea."\n
Carte sciolte, Ludovico Garardini a Ercole I d'Este, 1483\n\n
I "giotoni" sono razziatori al soldo dei signori di Emilia e Romagna dalla metà del XV secolo. Si tratta di marmaglia dei borghi locali, feccia della comunità urbana, che vive perlopiù di furti e di espedienti poco leciti; a volte si riuniscono in piccole bande e vengono ingaggiati come "mediatori" (messeti, sprochoni, iotoni) da mercanti stranieri in viaggio lungo il litorale adriatico per comprare il sale, costituendo di fatto una guardia personale dell'acquirente. In tempo di guerra, questa disordinata ma feroce accozzaglia, priva di protezioni e armata solo di corte lance, viene coscritta nell'esercito per organizzare agguati e saccheggi ai danni dei nemici invasori o dei disertori che tradiscono.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni emiliano-romagnole
{Giotoni_descr_short}Feccia della comunità urbana locale, disordinata ma feroce accozzaglia, priva di protezioni e armata solo di corte lance.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Targhieri}Targhieri
{Targhieri_descr}Molti di questi soldati, noti come "targhieri", "pavesari" o palvesai" (da "targa" e "pavese", i nomi degli scudi), rappresentano una tipica milizia italica, destinata a proteggere i tiratori (balestrieri o archibugieri) con i loro grandi scudi. Composti da popolani e rustici, i targhieri non possono permettersi cotte o armature di piastre, dovendo accontentarsi di giachi di cuoio rinforzati. Rappresentano una truppa a basso costo armata di spada e in grado di formare il muro di scudi: è un buon espediente contro l'irruenza della fanteria nemica, ma non reggerebbe di fronte alla carica della cavalleria pesante.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni ragusee, marchigiane, emiliane-romagnole
{Targhieri_descr_short}Indossano giachi leggeri e sono muniti di spada e pavese, con le quali formano il muro di scudi.

{Cerne}Cerne
{Cerne_descr}"[Sigismondo Pandolfo Malatesta] compie alcune scorrerie nel forlivese con il fratello; batte nei pressi di Ronco, con 500 cavalli e molte cernite, le milizie di Antonio Ordelaffi. [...] Ospita il suocero a Gradara e lo aiuta contro pontifici ed aragonesi. Esce da Rimini con 1600 cavalli e 400 fanti; si porta ad Jesi ed invia 800 cernite alla guardia di Forlì."\n
Cronaca riminese del XV secolo\n\n
"Venne il conte di Urbino, e messer Federico alla guardia di Pesaro con cavalli dugento, e cerne trecento."\n
Abate Giuseppe Colucci, Antichità Picene, tomo XII\n\n
Analogamente alle celebri cernide veneziane al comando del Doge, anche altri sovrani delle signorie adriatiche possono avvalersi di una leva contadina scelta, per il controllo delle campagne e dei castelli: si tratta delle "cerne" (come vengono chiamate in terra di Romagna e Marche) o "craine" (nome in uso in Dalmazia). Queste truppe coscritte possono essere schierate piuttosto velocemente, al contrario dell'esercito tradizionale; il loro armamento (essenzialmente celate, morioni, corsaletti a difesa e ronconi, spiedi o picche a offesa), nonché tutte le altre spese accidentali, sono imputati ai contadi di provenienza. Questi fanti rustici si rivelano adatti alla difesa degli insediamenti (ovvero delle loro stesse case) ma si rivelano piuttosto inaffidabili e indisciplinati sul campo di battaglia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni romagnole, marchigiane, dalmate
{Cerne_descr_short}Fanti rustici delle regioni Adriatiche, armati di roncone e dotati di solide cotte di maglia.

{Bombisti}Bombisti Malatestiani
{Bombisti_descr}"Intelligentissimo delle cose di guerra, [Sigismondo Pandolfo Malatesta] fu l' inventore delle prime bombe a mano, da lui fatte fabbricare nel 1460 di bronzo, in due semisfere riunite."\n
Cronaca riminese\n\n
"Anche per valor militare e dignità secolaresche furono in S. Arcangelo uomini celebratissimi. E non vi avea egli sin dal 1330 maestri di artiglieria? [...] In S. Arcangelo era la fabbrica, e i maestri degli ordigni, del mangano, delle balestre, e delle bombe, delle quali l'esercito pontificio fece uso nel 1358, vale a dire più anni prima della Guerra di Chiozza [della Chioggia], in cui i Veneziani adoperarono il cannone. [...] Esistea in S. Arcangelo una compagnia di archibugieri a cavallo, ed ivi risiedeva il generale della cavalleria pontificia e di Bologna. Anche una compagnia di miliziotti, ed altra di corazzieri a cavallo, che vantava particolari onori e privilegi, esisteano in S. Arcangelo. [...] Tutto questo dimostra lo spirito marziale, che vi prevaleva, e lo confermano gli uomini espertissimi nell'arte guerresca, che quel comune produsse."\n
Memorie della città di Santo Arcangelo, Marino Marini\n\n
I bombisti malatestiani sono i primi soldati italiani addestrati nell'uso delle pericolose bombe a mano: si pensa che l’inventore di questa arma innovativa sia stato Sigismondo Pandolfo Malatesta, nella seconda metà del XV secolo; il loro impiego su una certa scala è databile dai primi anni del 1500. Molti dei migliori bombisti provengono dal borgo di Sant'Arcangelo, rinomato per la moderna artiglieria riminese ivi prodotta: indossano evolute armature di piastre e sono muniti di spada e bombe a mano. Una bomba è un involucro cavo, riempito di esplosivi e munito di spositivo di scoppio. Adottate generalmente in artiglieria a canna corta ed a tiro curvo, le bombe sono prodotte per fusione con ferro o ghisa e funzionano a mezzo di una spoletta di legno formata da polvere nera addizionata di salnitro e zolfo.
{Bombisti_descr_short}I bombisti malatestiani sono i primi soldati italiani addestrati nell'uso delle pericolose bombe a mano.

{Squadrieri}Squadrieri
{Squadrieri_descr}"[Sigismondo Pandolfo Malatesta, prima di imbarcarsi sulla galea di Baldassarre Trevisan per la Morea] prese una quarantina di giovani, de' più noti famigli riminesi, quali suoi squadrieri."\n
Cronaca riminese, XV secolo\n\n
Diventa consuetudine, nelle terre romagnole e marchigiane del XV secolo, la coscrizione di giovani provenienti dalle più ricche famiglie borghesi e dalla piccola nobiltà in qualità di squadrieri, ovvero capitani di cavalleria leggera, in unità che comprendono anche elementi popolani, dotati di lancia leggera, spada, elmetto e giachi protettivi. In verità il servizio di questi inesperti e presuntuosi giovanotti si limita all'accompagnamento dei veri armigeri in battaglia, alle incursioni e al massimo a qualche manovra di rintuzzo sul campo. Questo reclutamento serve soprattutto a garantire la fedeltà delle influenti (e non sempre fedeli) famiglie romagnole e marchigiane, essendo questi squadrieri, a tutti gli effetti, degli "ostaggi" del loro signore.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni romagnole, marchigiane.
{Squadrieri_descr_short}Giovani di buona famiglia, posti a capo di unità di cavalleggeri, dotati di elmetto, giachi protettivi, lancia leggera e spada.

{Pilliardi}Pilliardi
{Pilliardi_descr}"Il duca di Spoleto [...] prendeva condotta regolare di armigeri e lance a cavallo, con caporalii armati da capo a pie, e con pilliardi muniti di panziera, petto, celata e lancia con arco o balista."\n
Archivio spoletino\n\n
"Chiamavansi i fanti con vari nomi, secondo i tempi e i luoghi e le armi usate. Berrovieri, tavolaccini, palvesari, pilliardi, saccardi ("pilliars" in Francia): zaffoni, e volgarmente valdani venian chiamati i ribaldi che s'accostavano agli eserciti unicamente per bottinare".\n
Luigi Cibrario, Della economia politica del Medioevo\n\n
I "pilliardi" sono soldati utilizzati per pattugliare insediamenti, strade, ponti e per effettuare rapide incursioni in territorio nemico. Si tratta generalmente di cavalleria leggera, anche se sono talora indicati come fanti (in questi casi solo per distinguerli dai veri cavalieri: ovvero si presumono come fanteria montata), dotati di qualche arma da tiro: arco, giavellotti o più spesso balestra. Per proteggersi dispongono di celata e pancera, mentre come arma da mischia usano la lancia leggera.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni romagnole, marchigiane
{Pilliardi_descr_short}Cavalleggeri dotati di cotta leggera, scudo, giavellotti e lancia leggera, costoro si comportano da feroci schermagliatori.

{Armigeri}Armigeri
{Armigeri_descr}"E' sempre nostra politica disporre di uomini di alto valore sia in pace che in guerra."\n
Senato di Venezia, 1421\n\n
Quella degli armigeri, a partire dalla fine del XV secolo, è una delle classi di militari alle quali si può far ricorso sia in occasione di una guerra, sia in tempo di pace, costituendo una sorta di cavalleria semi-permanente. Gli armigeri (detti variamente "caput lanciae", "armigeri", "veri armigeri") sono cavalieri di mestiere, generalmente di ceto nobiliare, ma tra le loro fila si annoverano anche esperti mercenari, reduci delle condotte che vengono sciolte in seguito alla morte, diserzione o ritiro del condottiero che le capeggia. Cavalieri pesanti ben corazzati, montati su destrieri protetti da una cotta pesante, costoro sfoggiano elmo chiuso, lancia, spada (stocco pesante se confrontato con gli spadini da contendente) e moderni scudi metallici in forma rotonda, progettati per resistere ai colpi di pistole e archibugi, ma probabilmente più decorativi che efficaci.
{Armigeri_descr_short}Cavalieri pesanti ben corazzati, montati su destrieri protetti da cotta pesante, costoro sfoggiano lancia, spada, scudo.

{Archi_Lunghi_Sanmarinesi}Archilunghi Sanmarinesi
{Archi_Lunghi_Sanmarinesi_descr}"A di X del detto (ottobre 1441) corsero quelli di S. Marino con le genti di Misser Federigo, e corsero a Verucchio, a S. Cristina, e a Cropalo, e diedero battaglia a Serravalle, e lì ebbero poco onore, e presero alcuni prigioni e bestiame."\n
Chronicon Ariminese\n\n
Questa soldataglia, dotata di armatura leggera in cuoio e armata di arco lungo e daga, è in gran parte composta da tiratori originari della libera città di San Marino (e dalle campagne circostanti), i quali accettano ben volentieri di mettersi saltuariamente al servizio dei signorotti romagnoli in cambio di una buona paga. Il sistema di difesa della piccola Repubblica di San Marino si è sempre basato sulla volontaria azione del suo popolo; al bisogno, gente cernita (cioè scelta, selezionata ed addestrata) accorreva in punti prestabiliti a gruppi di 10, 12 elementi dividendosi appunto in "cerne". Questi manipoli di uomini, dalle più svariate origini, erano riuniti ed attivati a protezione della millenaria libertà in caso di bisogno ed al rintocco allarmato del "Campanone": il rintocco della campana posta nel campanile della prima torre e l'accensione di un fuoco sulla sommità del monte Titano erano il segnale di allarme. In tempi tranquilli i componenti di queste cerne vivevano pacificamente la loro libera esistenza all'interno della piccola repubblica di San Marino ed erano contadini, pastori, commercianti. L'uso dell'arco lungo è un'eredità dei mercenari inglesi della celebre Compagnia Bianca di Giovanni Acuto (John Hawkwood), che imperversò nella penisola italica nella seconda metà del '300.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni romagnole
{Archi_Lunghi_Sanmarinesi_descr_short}Manipoli di arcieri in gran parte composta da tiratori originari della libera città di San Marino.

{Sagittari_del_Comissario}Sagittari del Comissario
{Sagittari_del_Comissario_descr}Il governo provinciale della Romandiola era composto essenzialmente da funzionari ferraresi. Ai vertici di tale governo vi era il Commissario del Marchese (poi Commissario Ducale), comandante politico di tutta la provincia; egli risiedeva nella rocca e compariva in pubblico sempre scortato da armati, detti Sagittari del Commissario, armati probabilmente di arco o balestra. Seguiva in importanza il Massaro della Camera del Marchese (poi Ducale), amministratore economico della Provincia; egli riscuoteva i dazi camerali, le gabelle, le tasse, i ricavati di cause civili e criminali e dei passaggi di proprietà, contratti e venderi necessitano di corazzine, che indossano sotto le stravaganti vesti tipiche dei volontari della "compagnia della calza", e di buone capacità in corpo a corpo, dove sfoderano la spada corta a lama larga, detta "cinquedea".\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni romagnole
{Sclopeteri_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, le prime armi da fuoco individuale, i pistolieri devono essere preparati al corpo a corpo.

{Spingardieri}Spingardieri
{Spingardieri_descr}Gli "spingardieri" rappresentano le truppe addestrate all'uso delle primitive armi da fuoco leggere, le spingarde. Il termine "spingarda" (detto anche "springalda" o "spingardo"), era usato in origine per indicare una specie di macchina da guerra che serviva per lanciare pietre; con l'invenzione della polvere da sparo e la costruzione di armi da fuoco, passò ad indicare una specie d'artiglieria che lanciava, al più, delle palle da cinque a sei libbre di peso, scendendo fino alle palle di sei once, e per la marina, anche di una sola oncia (sul tipo dello smeriglio). Quelle più grandi erano fissate sopra cavalletti e trattenute con ceppi di legno; quelle più piccole diventavano vere e proprie armi portatili e quasi manesche, come il fucile. Le grosse spingarde avevano un mascolo per mettervi la carica; le più piccole ne erano sprovviste, ed erano tutte di un sol pezzo come i cannoni. In ultimo furono anche chiamate "archibusoni". Queste armi consistono di un rudimentale tubo metallico montato su un pezzo di legno e dotato di un primitivo meccanismo di fuoco; il tutto in una foggia tale che praticamente non consente di mirare. Armi simili causavano più timore che danni reali alle truppe nemiche, scosse dal frastuono e dal fumo generati durante lo sparo. Data la loro scarsa gittata, gli spingardieri necessitano di armature robuste e di capacità in corpo a corpo, dove sfoderano le spade.
{Spingardieri_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, le prime armi da fuoco individuale, gli spingardieri devono essere preparati al corpo a corpo.
14/05/2012 14:10
 
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DUCATO DI URBINO
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Pedoni Pesaresi (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- Scrimatori Pisani (spadone) PRO huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Targhieri (spada) AOR town (roccaforte)
3- Fanti Feltreschi (spiedo) AOR large_town (castello)
4- Famuli (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Ribaldi (lancia corta) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Pilliardi (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Corazze Ducali (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Arcieri de Valmetauro (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Egubini (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Spingardieri (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Giotoni}Giotoni
{Giotoni_descr}"Uno povero homo [...] per paura di la guerra, conducendo certe sue massaritie dal territorio mirandolese nel territorio mantuano, fu assaltato per la strada da certi giotoni et spogliato insino a la camisa, et tolta gli fu tucta la roba che lui conducea."\n
Carte sciolte, Ludovico Garardini a Ercole I d'Este, 1483\n\n
I "giotoni" sono razziatori al soldo dei signori di Emilia e Romagna dalla metà del XV secolo. Si tratta di marmaglia dei borghi locali, feccia della comunità urbana, che vive perlopiù di furti e di espedienti poco leciti; a volte si riuniscono in piccole bande e vengono ingaggiati come "mediatori" (messeti, sprochoni, iotoni) da mercanti stranieri in viaggio lungo il litorale adriatico per comprare il sale, costituendo di fatto una guardia personale dell'acquirente. In tempo di guerra, questa disordinata ma feroce accozzaglia, priva di protezioni e armata solo di corte lance, viene coscritta nell'esercito per organizzare agguati e saccheggi ai danni dei nemici invasori o dei disertori che tradiscono.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni emiliano-romagnole
{Giotoni_descr_short}Feccia della comunità urbana locale, disordinata ma feroce accozzaglia, priva di protezioni e armata solo di corte lance.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Targhieri}Targhieri
{Targhieri_descr}Molti di questi soldati, noti come "targhieri", "pavesari" o palvesai" (da "targa" e "pavese", i nomi degli scudi), rappresentano una tipica milizia italica, destinata a proteggere i tiratori (balestrieri o archibugieri) con i loro grandi scudi. Composti da popolani e rustici, i targhieri non possono permettersi cotte o armature di piastre, dovendo accontentarsi di giachi di cuoio rinforzati. Rappresentano una truppa a basso costo armata di spada e in grado di formare il muro di scudi: è un buon espediente contro l'irruenza della fanteria nemica, ma non reggerebbe di fronte alla carica della cavalleria pesante.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni ragusee, marchigiane, emiliane-romagnole
{Targhieri_descr_short}Indossano giachi leggeri e sono muniti di spada e pavese, con le quali formano il muro di scudi.

{Fanti_Feltreschi}Fanti Feltreschi
{Fanti_Feltreschi_descr}"Nella seconda parte del secolo [XIV], tra le file dell'esercito napoletano [...] erano già presenti pedoni armati alla leggera da utilizzare nelle schermaglie [influenza aragonese]. Tesaurizzando questi elementi, Braccio [Fortebraccio da Montone] e lo Sforza [Francesco], pur conservando le vecchie tipologie di fanti [lancieri, pavesari, tiratori], introdussero un tipo nuovo di soldato a piedi, armato di scudo ovale, corta arma ad asta e spada, il cui ruolo era di operare a stretto contatto con la cavalleria. [...] La celerità aumentò anche durante le marce, in quanto invalse l'abitudine di far cavalcare i fanti durante gli spostamenti."\n
Archivio Lombardo\n\n
Sin dal declino delle vecchie milizie urbane comunali, agli stati italici settentrionali venne a mancare una tradizione di fanteria paragonabile a quella degli arcieri inglesi o dei picchieri svizzeri. Ma come reazione alla guerra del '400 nella campagna marchigiana, con la sua rete di fiumi e monti, comparve un nuovo tipo di fanteria, cioè il fante con spada (o lancia corta) e scudo ovale. Equipaggiato alla leggera e addestrato per il combattimento offensivo, rispecchiava un certo tipo di fanteria spagnola, che aveva preso a sua volta come modello i montanari musulmani di Granada. Nell'affermazione di questo nuovo tipo di fanteria fu decisiva l'esperienza bellica di Braccio da Montone, che aveva combattuto a lungo contro gli Aragonesi nel meridione.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni marchigiane
{Fanti_Feltreschi_descr_short}Queste truppe, dotate di spade e scudi ovali, sono equipaggiate alla leggera e addestrate per il combattimento offensivo.

{Famuli}Famuli
{Famuli_descr}"[Ai castellani senesi] Masso di Giovanni di Credi, ser Giovanni di Niccolò di Guido e Leonardo di Meo di Niccolò, in carica per tre mesi [...], vengono inviati quattro famuli [giovani con mansione di guardie], che riceveranno in tutto 39 lire per i soliti tre mesi."\n
Documento senese del XV secolo\n
"Quattro banditori [...] rendono pubbliche sentenze e proclami del Governo ed effettuano i pignoramenti a danno di chi non pagasse le tasse [...] in quest’ultimo caso sono assistiti da famuli, servitori [...] armati."\n
Documento lughese del XV secolo\n
"La partigiana, pure volgarmente detta, è un ‘arma d’offesa che sempre fa parte delle armi in asta, e può raggiungere [un ‘altezza di] poco maggiore di un uomo con la mano sollevata..."\n
Pietro Monte, Collectanea, Libro I
Dalle pianure emiliane alle campagne toscane, i signori feudali e i funzionari locali ricorrono spesso alla coscrizione dei "famuli", giovani e vigorosi soldati, generalmente provenienti dalle famiglie dei piccoli proprietari terrieri, possessori di feudi indiretti (valvassori o valvassini). Essi sono impiegati per presidiare fortezze e castelli, come guardia del corpo dei loro signori, come assistenti armati al servizio degli ufficiali esattori. Sebbene non abbiano ancora maturato grande esperienza nel mestiere delle armi, possono comunque cavarsela egregiamente sia in difesa di un insediamento che in campo aperto, grazie alla buona dotazione di cui il loro signore li equipaggia: l'armamento prevede elmo di ferro, corazza di piastre e partigiana, ovvero il tipico spiedo "alla bolognese". Lo "status" di guardia del corpo, con i privilegi che esso comporta, è solitamente esposto con orgoglio da questi giovani soldati, che sfoggiano un costoso mantello.
{Famuli_descr_short}Dotati di elmo, corazze e partigiana, questi giovani e vigorosi soldati sono utili per guarnigioni e per rafforzare le fila di un'armata.

{Ribaldi}Ribaldi
{Ribaldi_descr}"[I ribaldi] erano come gli Usseri de' tempi nostri, perchè qua e là scorrendo spiavano gli andamenti de' nemici, specialmente bottinavano, e intervenivano anche ai fatti d'arme. [...] Veggonsi anche nelle vecchie memorie nominati garciones [...] Né questo nome fu molto diverso da quello di ragazzi [...] Erano anche chiamati famigli.\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
I "ribaldi" costituiscono una cavalleria popolana armata alla leggera, con lance corte e mazze; privi di protezioni pesanti, indossano solo un giaco di cuoio e un elmetto. Essi accompagnano la cavalleria pesante (gli "armigeri") in battaglia, effettuano incursioni in territorio nemico, mentre in tempo di pace sono utili per sorvegliare le campagne.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni marchigiane
{Ribaldi_descr_short}Cavalleria popolana armata alla leggera, con lance corte e mazze, utile per effettuare incursioni in territorio nemico.

{Pilliardi}Pilliardi
{Pilliardi_descr}"Il duca di Spoleto [...] prendeva condotta regolare di armigeri e lance a cavallo, con caporalii armati da capo a pie, e con pilliardi muniti di panziera, petto, celata e lancia con arco o balista."\n
Archivio spoletino\n\n
"Chiamavansi i fanti con vari nomi, secondo i tempi e i luoghi e le armi usate. Berrovieri, tavolaccini, palvesari, pilliardi, saccardi ("pilliars" in Francia): zaffoni, e volgarmente valdani venian chiamati i ribaldi che s'accostavano agli eserciti unicamente per bottinare".\n
Luigi Cibrario, Della economia politica del Medioevo\n\n
I "pilliardi" sono soldati utilizzati per pattugliare insediamenti, strade, ponti e per effettuare rapide incursioni in territorio nemico. Si tratta generalmente di cavalleria leggera, anche se sono talora indicati come fanti (in questi casi solo per distinguerli dai veri cavalieri: ovvero si presumono come fanteria montata), dotati di qualche arma da tiro: arco, giavellotti o più spesso balestra. Per proteggersi dispongono di celata e pancera, mentre come arma da mischia usano la lancia leggera.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni romagnole, marchigiane
{Pilliardi_descr_short}Cavalleggeri dotati di cotta leggera, scudo, giavellotti e lancia leggera, costoro si comportano da feroci schermagliatori.

{Compagnia_Feltria}Compagnia Feltria
{Compagnia_Feltria_descr}"La Compagnia Feltria era quella che più da vicino proteggeva il Conte Federico, i suoi fidi, gli uomini che lui conosceva fin da bambino: era composta da balestrieri della Massa Trabaria, suo primo feudo."\n
Cronaca urbinate, XV secolo\n\n
La "Compagnia Feltria" costituisce la cavalleria pesante in forza alla Contea (poi Ducato) d'Urbino ed è al comando diretto della famiglia Montefeltro che ne regge la signoria. Fondata da Federico I da Montefeltro, questa compagnia è costituita dai fedelissimi del sovrano e sfoggia un equipaggiamento degno dei migliori armigeri: elmo, corazza di piastre, lancia e balestra. Questi balestrieri sono detti "corazze del duca" e provengono quasi tutti dalla Massa Trabaria, boscosa regione appenninica nel cuore del Montefeltro, patria natale di Federico I.
{Compagnia_Feltria_descr_short}Cavalieri feltreschi d'èlite, dotati di elmo, corazza di piastre, lancia e balestra.

{Arcieri_de_Valmetauro}Arcieri de Valmetauro
{Arcieri_de_Valmetauro_descr}"Il valore di questi tiratori è stato tramandato da un avvenimento nel quale, per la destrezza, il coraggio e la velocità di un giovane arciere, Marco Risi di Fossombrone, fu salva la vita del conte [di Urbino, Federico da Montefeltro].\n
Cronaca Marchigiana, XV secolo\n\n
Queste bande di arcieri sono composte in gran parte da banditi, briganti e boscaioli delle selve tra Mondavio e Fossombrone, nella media Valmetauro. Privi di protezioni pesanti, indosano un semplice giaco leggero di cuoio, un elmetto e un mantello per nascondersi nei boschi e tendere agguati; le loro armi sono un semplice arco e una daga per la mischia, che naturalmente prefericono evitare.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni marchigiane
{Arcieri_de_Valmetauro_descr_short}Bande silvestri di arcieri provenienti dalla media Valmetauro, abili a nascondersi e tendere agguati, dotati di archi semplici e daghe per la mischia.

{Balistari_Eugubini}Balistari eugubini
{Balistari_Eugubini_descr}"A Col di Battaglia [i balestrieri eugubini], adunati al suono della civica campana, diedero alla città di Gubbio la più grande vittoria [...], fugando una Lega di undici città, tra cui la temutissima Perugia."\n
Cronaca eugubina del XIV secolo\n\n
L'origine dei Balestrieri in Gubbio fu causata dalla necessità di avere uomini pronti e adatti a servire la "commune". Si formarono così le "Compagnie del popolo" o "Societas Armorum" e la "Societas Balisteriorum" che si mantennero sino all'epoca della signoria dei Montefeltro. Il libero Comune ebbe così il suo corpo di balestrieri, una compagnia dei quali era adibita a scortare e difendere i magistrati cittadini, dotata di scudo pavese, cotta di maglia e daga per la mischia. Innumerevoli furono gli episodi di valore riportati dalle cronache eugubine a testimonianza della tenacia e delle virtù militari di quei balestrieri.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni umbre
{Balistari_Eugubini_descr_short}Unità di bravi balestrieri italiani, protetti da cotta di maglia e scudo pavese, dotati di daga per la mischia.

{Spingardieri}Spingardieri
{Spingardieri_descr}Gli "spingardieri" rappresentano le truppe addestrate all'uso delle primitive armi da fuoco leggere, le spingarde. Il termine "spingarda" (detto anche "springalda" o "spingardo"), era usato in origine per indicare una specie di macchina da guerra che serviva per lanciare pietre; con l'invenzione della polvere da sparo e la costruzione di armi da fuoco, passò ad indicare una specie d'artiglieria che lanciava, al più, delle palle da cinque a sei libbre di peso, scendendo fino alle palle di sei once, e per la marina, anche di una sola oncia (sul tipo dello smeriglio). Quelle più grandi erano fissate sopra cavalletti e trattenute con ceppi di legno; quelle più piccole diventavano vere e proprie armi portatili e quasi manesche, come il fucile. Le grosse spingarde avevano un mascolo per mettervi la carica; le più piccole ne erano sprovviste, ed erano tutte di un sol pezzo come i cannoni. In ultimo furono anche chiamate "archibusoni". Queste armi consistono di un rudimentale tubo metallico montato su un pezzo di legno e dotato di un primitivo meccanismo di fuoco; il tutto in una foggia tale che praticamente non consente di mirare. Armi simili causavano più timore che danni reali alle truppe nemiche, scosse dal frastuono e dal fumo generati durante lo sparo. Data la loro scarsa gittata, gli spingardieri necessitano di armature robuste e di capacità in corpo a corpo, dove sfoderano le spade.
{Spingardieri_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, le prime armi da fuoco individuale, gli spingardieri devono essere preparati al corpo a corpo.



REPUBBLICA DI GENOVA
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Bastonatori (bastone) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- Doppisoldi (spadone) PRO huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Pavesari (spada) AOR town (roccaforte)
3- Presidiarii (spiedo) AOR large_town (castello)
4- Guardia Dogale (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Berrovieri (mazza) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Equites (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Feditori (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Arcieri di Noli (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Genovesi AOR large_town (cittadina o castello)
4- Schiopettieri (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- Galeoti (lancia corta) - city (città)
2- Ventimigliesi (balestra) - large_city (metropoli)
3- Gazari (arco) - huge_city (megalopoli)

{Bastonatori}Bastonatori
{Bastonatori_descr}"Là [vi erano a Istanbul] mercanti genovesi con guardie del corpo armate di grossi bastoni [...] che usavano con colpi simili a quelli dello spadone a due mani [...] o della sciabola saracena."\n
Cronaca Genovese del XV secolo\n\n
La pratica del bastone genovese è divenuta molto più che una semplice tradizione: è quasi un arte marziale. L'uso del bastone nacque nelle colonie orientali, a seguito del divieto, da parte delle autorità ottomane, a portare qualsiasi arma dotata di lama, e in breve tempo si diffuse anche tra i Genovesi in madrepatria. I bastonatori maneggiano un bastone corto di circa 90 cm di lunghezza e un bastone lungo di circa 120-130 cm di lunghezza. Queste ronde, prive di scudi o altre protezioni, rappresentano un'economica forza di presidio portuale, utile per il controllo dell'ordine pubblico negli insediamenti, ma del tutto inadeguata come fanteria da mischia negli scontri campali.
{Bastonatori_descr_short}Ronda esperta nell'arte marziale del bastone genovese, un'arma temibile maneggiata alla maniera degli spadoni a due mani.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Pavesari}Pavesari
{Pavesari_descr}I "pavesari" o "palvesai" sono tra le tipologie di fanti più caratteristici dell'Italia settentrionale nel XV secolo; vengono ampiamente schierati sia negli eserciti milanesi che in quelli veneziani. Si tratta di soldati dotati di grande scudo pavese, utilizzato per proteggere i balestrieri quando sono impegnati nella delicata operazione di ricarica. Sono armati alla leggera, con elmetto e giaco imbottito, per potersi muovere più agilmente con l'ingombrante pavese; possono anche organizzarsi e stringersi in formazione compatta, formando un solido muro di scudi per coprire i tiratori dietro di loro.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, venete, liguri
{Pavesari_descr_short}Queste truppe, dotate di giachi e lance, portano grandi scudi con cui proteggersi durante la lenta fase di ricarica delle balestre.

{Presidiarii}Presidiarii
{Presidiarii_descr}"Già [...] cominciava ad agitarsi la sollevazione in Piombino e per tutto lo stato, con animo di scacciare i presidiari dalle fortezze, se Stefano Neri, uno de' consiglieri, non avesse perorato di dire che 'non era dovere innovare cosa alcuna contro gli stipendiati di milizia fino a tanto che essa desse in potestà del comune le fortezze'; ed in questa guisa s'acquietò il tumulto [...]."\n
Pietro Leopoldo Galli Tassi, Istoria del Principato di Piombino...\n\n
"A queste truppe si devono aggiungere ovviamente le fanterie dei presidiali, la milizia popolare dei lancieri introdotta nell'istituzione militare aragonese in seguito alla riforma degli anni '40-'60 del secolo [XV], milizia sulla quale si poteva fare poco affidamento, essendo addestrata alla buona e non potendola spostare dai luoghi sui quali prestava servizio essendo quegli stessi luoghi la principale fonte di sostentamento dei fanti medesimi, che prima di essere soldati erano contadini, vasai, conciatori di pelli, pescatori."\n
Francesco Scarpello, Aspetti di storia militare nella Guerra d'Otranto\n\n
"[Il Re di Napoli recluta i presidiarii] in tale modo che nel Regno non serano [vi saranno] altre gente che quelle de sua maestà, che è cosa che molto assicura e ferma [consolida] lo stato suo."\n
Cronaca napoletana, XV secolo\n\n
I fanti di presidio o "presidiari" (termine diffuso ovunque, dalla Liguria al Mezzogiorno) sono uomini coscritti per assicurare la protezione dei principali castelli e l'ordine pubblico nel contado. Non sono guerrieri di professione: tra le loro fila si annoverano contadini, allevatori, pescatori. Si tratta quindi di unità non permanenti e poco addestrate, ciononostante possono rivelarsi piuttosto utili ai signori locali, i quali li equipaggiano bene: elmo metallico, cotta di maglia o brigantina, alabarda. Così armati, i presidiari compensare la poca esperienza e possono tener testa alla fanteria e alla cavalleria leggera.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni liguri, fiorentine, senesi, piombinesi, campane, abruzzesi, pugliesi, lucane, calabresi, siciliane
{Presidiarii_descr_short}Queste truppe, inesperte ma dotate di cotte e alabarde, sono reclutate come presidio per i principali castelli.

{Guardia_Dogale}Guardia Dogale
{Guardia_Dogale_descr}"Agostino Fregoso nel 1483 [...] ha l'incarico di capitano della guardia di palazzo di Genova; aiuta Paolo Fregoso a divenire doge della città a spese di Battista Fregoso."\n
Cronaca genovese, XV secolo\n\n
Per assicurare la protezione del doge di Genova, nonchè delle più importanti fortezze genovesi, la Superba Repubblica si avvale della Guardia Palatina Dogale, una superba fanteria corazzata composta da giovani nobili delle più importanti famiglie liguri. L'importanza di questo corpo armato era tale che il suo capitano acquisiva un grande prestigio e un potere così forte da poter influenzare direttamente le scelte politiche del doge medesimo, se non spodestarlo! Per questo il Doge sceglieva personalmente i membri della Guardia e il suo capitano, selezionando con accortezza solo i nobili da lui ritenuti più fedeli. Sul campo di battaglia, questi alabardieri d'èlite sfoggiano evolute corazze di piastre.
{Guardia_Dogale_descr_short}La guardia personale del Doge di Genova, sia in patria che sui campi di battaglia. Truppa scelta armata di alabarda e armatura di piastre.

{Berrovieri}Berrovieri
{Berrovieri_descr}"I birri (beruarii) o berrovieri sono un certo tipo di milizie che avanzano sul campo di battaglia procedendo disordinatamente ma animosi e irruenti. [...] Agiscono nelle regioni lombarde, al servizio delle autorità cittadine, mossi dal desiderio di bottino. [...] Costoro andavano a cavallo e usavano lance."\n
Rolandino da Padova\n\n
Col termine "berrovieri" sono definiti sgherri al soldo di un signore, col compito di riscuotere i balzelli, anche con metodi violenti. Questi uomini formano un'abile fronte di cavalleria leggera, armata di lancia corta e dotata di scudo e protezioni di cuoio, utile per ingaggiare i tiratori nemici e decimare le unità in rotta. Nel corpo a corpo sfoggiano terribili mazze.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, emiliano-romagnole, liguri, lucchesi
{Berrovieri_descr_short}Sgherri al soldo di un signore, col compito di riscuotere i balzelli e formare un fronte di cavalleggeri in battaglia.

{Balistari_Equites}Balistari Equites
{Balistari_Equites_descr}"A fianco alle lanze [aragonesi] possiamo notare [in Puglia e Lucania] la presenza di un contingente di balestrieri a cavallo, che coniugavano facilità di manovra con elevata cadenza di tiro [...] a conferma della natura dinamica che Alfonso [di Calabria] voleva attribuire alle operazioni militari."\n
Antonio Primaldo Coco, La guerra contro i Turchi in Otranto..., 1480-81\n\n
E' attestata, nel regno aragonese del Mezzogiorno, la presenza di "balistari equites". Costrette a neutralizzare le mobili e veloci unità da tiro ottomane, gli Aragonesi hanno sviluppato truppe più leggere e versatili come i balestrieri a cavallo. Costoro utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica, visto che il rateo di tiro non è maggiore di quello degli altri balestrieri. Indossano elmetti a bacinetto, cotte leggere e sono dotati di spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, liguri, laziali, campane, abruzzesi
{Balistari_Equites_descr_short}Utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica.

{Feditori}Feditori
{Feditori_descr}"Allorché si avea da menar le mani nelle giornate campali, si sceglievano i più bravi cavalieri che fossero i primi a ferire; perchè se riusciva loro di rompere la prima schiera, si accresceva il coraggio e la speranza di vincere il resto dell'armata. Guerrieri tali erano chiamati feritori o feditori. [...] presso i Toscani ferire o fedire la stessa cosa è."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
I feditori sono i cavalieri pesanti della prima linea, chiamati in tal modo proprio perchè avevano il compito di "fedire" (ossia "ferire" mortalmente) le fila nemiche, protetti ai lati da reparti di pavesari (fanti dotati dei grandi scudi pavesi), lancieri e balestrieri. Subito dietro la prima devastante ondata dei feditori giungeva la cavalleria ordinaria, difesa ai lati da una seconda schiera di fanti. Tratte dalla ricca borghesia mercantile, queste truppe sono ben equipaggiate ed esperte nell'arte della guerra, dotate di armatura di piastre e munite di lancia e spada.
{Feditori_descr_short}Protetti da armature di piastre e armati di lancia, questi guerrieri d'élite difendono l'onore della loro repubblica.

{Arcieri_Noli}Arcieri di Noli
{Arcieri_Noli_descr}Fin dal XII secolo, Noli gode di una certa autonomia politico-amministrativa dal governo genovese, tanto da potersi fregiare del titolo di repubblica indipendente. Ciononostante, per potersi garantire questa libertà d'azione, la piccola cittadina deve sottostare ad alcuni impegni vincolanti: tra questi, quello di dover assicurare alla Superba un contingente armato di arcieri, reclutabile e dislocabile in ogni provincia della Liguria, con ferma annuale. Gli arcieri di Noli sono considerati tra i migliori in una terra - quella ligure - in cui la diffusione della balestra ha ormai causato l'estinzione del tradizionale tiro con l'arco. Armati alla leggera con giachi protettivi e piccoli scudi rotondi ("rotule"), questi tiratori usano archi semplici e se la cavano anche in mischia, sfoderando le daghe.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni liguri
{Arcieri_Noli_descr_short}Protetti da armature leggere in cuoio e rotule, gli arcieri di Noli sono considerati i migliori della Liguria.

{Balistari_Genovesi}Balistari genovesi
{Balistari_Genovesi_descr}Costoro sono i balestrieri più famosi al mondo. Distintisi in molte battaglie, sia a difesa della Repubblica di Genova che come mercenari al soldo di altre nazioni, i balestrieri genovesi possono essere schierati a terra (come a Gerusalemme nella Prima Crociata, dove il generale Guglielmo Embriaco detto "Testadimaglio" li usò per eliminare gli arcieri mamelucchi) e in mare (come nella battaglia della Meloria e in quella di Curzola). I balestrieri venivano reclutati da ogni parte della Liguria e allenati a Genova; venivano assoldati in formazioni chiamate "bandiere", agli ordini di un conestabile o un comandante, in genere un nobile genovese. Il balestriere genovese utilizzava una balestra a staffa chiamata "manesca" per via della sua maneggevolezza, ed era equipaggiato inoltre con una daga, un elmo leggero in metallo, una gorgera, una cotta di maglia e un grande scudo pavese, usato come riparo durante le fasi di ricaricamento delle armi.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni liguri
{Balistari_Genovesi_descr_short}Balestrieri genovesi di guarnigione, dotati di daga e protetti da elmo leggero, cotta di maglia e scudo pavese.

{Schiopettieri}Schiopettieri
{Schiopettieri_descr}"I Veneziani erano preoccupati dal gran numero di tiratori [schiopettieri] presenti tra le fila dell'esercito milanese intorno al 1440 [...] e la loro importanza fu chiaramente dimostrata nel 1482 quando, durante la Guerra di Ferrara, i milanesi schierarono 1.250 cannoni a mano e soltanto 233 balestre, oltra a 352 archibugi [...] un'arma da fuoco molto più efficace, con uno scatto a molla che portava la miccia incendiaria sulla camera di scoppio.\n
Cronaca Veneziana\n\n
Gli "schiopettieri" rappresentano le truppe addestrate all'uso delle primitive armi da fuoco leggere, gli schioppi o schioppetti (dette variamente "sclopeti", "sclopi", "manesche"). Chiamati "cannoncini a braccio" per distinguerle dai pezzi di artiglieria, gli schioppetti sono la forma più antica di arma da fuoco individuale: la presenza di schioppetti sembra sia stata segnalata nel 1284 in occasione della difesa di Forlì da parte di Guido da Montefeltro; si tratta però di una testimonianza isolata e quindi alquanto sospetta, i primi dati sicuri sono successivi di mezzo secolo dopo. Gli schiopettieri divennero sempre più numerosi fra le guarnigioni stabili nel corso del '300, e dal '400 unità analogamente armate vennero incluse anche in molti eserciti campali, soprattutto nell'esercito milanese dello Sforza, che contava oltre un migliaio di tiratori, tra i quali molti esperti tedeschi. Queste armi consistono di un rudimentale tubo metallico montato su un pezzo di legno e dotato di un primitivo meccanismo di fuoco; il tutto in una foggia tale che praticamente non consente di mirare. Armi simili causavano più timore che danni reali alle truppe nemiche, scosse dal frastuono e dal fumo generati durante lo sparo. Data la loro scarsa gittata, gli schiopettieri necessitano di armature robuste e di capacità in corpo a corpo, dove sfoderano le spade.
{Spingardieri_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, le prime armi da fuoco individuale, gli schiopettieri devono essere preparati al corpo a corpo.

{Marinari_Savonesi}Marinari savonesi
{Marinari_Savonesi_descr}Tra i migliori marinai della Liguria vale la pena soffermarsi sui Savonesi. Costoro provengono dalla città di Savona, una delle prime a riconoscere la protezione genovese una volta liberatasi dal giogo feudale dei marchesi del Vasto e costituitasi a libero comune (metà del XII secolo). Esperti di arte marittima, costoro mostrano anche una certa inclinazione per la scaramuccia e non temono l'arrembaggio. Prestano servizio come corpo armato sulle navi e come presidio nei porti genovesi, dotati di giachi imbottiti, spade e scudi.
{Marinari_Savonesi_descr_short}Marinai provenienti da Savona, reclutati, imbarcati e dislocati come soldati di marina nei vari porti della Superba repubblica.

{Balistari_Ventimigliesi}Balistari Ventimigliesi
{Balistari_Ventimigliesi_descr}"Balestrieri e di nocchieri ventimigliesi parteciparono, sotto la bandiera della Superba, alla cacciata dei mori da Almeria e Tortosa, sulla costa spagnola mediterranea, ottenendo glorificanti successi."\n
Liber jurium\n\n
Dal secolo XI, in tutte le Riviere liguri si praticavano gare di tiro con la balestra, gestite dai Comuni per tenere in esercizio i giovani combattenti. Una citazione iscritta nel "Liber jurium" genovese del 1147, parla di balestrieri e di nocchieri ventimigliesi che parteciparono, sotto la bandiera della Superba, alla cacciata dei Mori da Almeria e Tortosa, sulla costa spagnola mediterranea, ottenendo glorificanti successi. I balestrieri di Ventimiglia sono considerati, dopo gli specialisti genovesi, i migliori dell'intera Liguria e per questo vengono assoldati dalla Superba per il controllo dei porti. Sono equipaggiati con elmetto, cotta di maglia, balestra e spada per la mischia.
{Balistari_Ventimigliesi_descr_short}Balestrieri ventimigliesi che parteciparono, sotto la bandiera della Superba, alla cacciata dei mori da Almeria e Tortosa.

{Gazari}Gazari
{Gazari_descr}In terra ligure approdano dalla Gazaria (ossia il Chersoneso) genovese un buon numero di agguerriti Gazari, assoldati per la guerra in mare o per presidiare i maggiori porti sotto il controllo della Superba, equipaggiati con moderne corazzine e alabarde. I "Goti di Gazaria" sono un popolo stanziatosi nelle regioni a nord del Mar Nero nel IV secolo; dopo aver subito per secoli le scorribande degli Unni, essi divennero vassalli dell'Impero Bizantino e si convertirono al cristianesimo trinitario, abbandonando l'arianesimo. Durante il medioevo, il regno di Gazaria (detto "Principato di Theodoro", dal nome del loro antico sovrano), dovette piegarsi a molti popoli pur di assicurarsi la sopravvivenza: dopo i Bizantini si susseguirono i Khazari, i Cumani, i Mongoli e infine i coloni Genovesi. Nel 1475 i Goti capitolarono definitivamente, e il Principato fu incorporato nel Khanato ottomano di Crimea.
{Gazari_descr_short}Soldati provenienti dalla Gazaria, questi alabardieri ben addestrati indossano buone armature.
14/05/2012 14:10
 
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Principe

REPUBBLICA LUCCHESE
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Provinciali (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Minatori Carraresi (martello) AOR town (roccaforte)
3- Boni Homines Massitani (spada) AOR large_town (castello)
4- Famuli (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Berrovieri (lancia leggera) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Gialdonieri (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Feditori (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Marinari Viareggini (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Lucchesi (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Pistolieri (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Provinciali}Provinciali
{Provinciali_descr}I "provinciali" sono miliziani coscritti all'interno delle tre province che compongono la repubblica lucchese: Provincia delle VI Miglia (Lucchesia), Provincia di Marina (Versilia) e Provincia della Montagna (Val di Serchio, Val di Lima e Garfagnana). Queste tre entità amministrative godono di una certa autonomia in ambito economico e politico, ma debbono sottostare al pagamento di tributi regolari all'erario e alla fornitura annuale di una "leva dei borghi". Armati alla leggera, costoro indossano giachi protettivi di cuoio rinforzato e impugnano lance corte.
{Provinciali_descr_short}Miliziani delle province lucchesi, indossano giachi protettivi di cuoio rinforzato e impugnano lance corte.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Minatori_Carraresi}Minatori Carraresi
{Minatori_Carraresi_descr}"Aronta è quel ch'al ventre li s'atterga,\n
che ne' monti di Luni, dove ronca\n
lo Carrarese che di sotto alberga\n
ebbe tra ' bianchi marmi la spelonca\n
per sua dimora; onde a guardar le stelle\n
e 'l mar no li era la veduta tronca\n\n
Dante Alighieri, La Divina Commedia, Inferno - Canto XX\n\n
I minatori carraresi sono impiegati stabilmente nelle cave di estrazione del pregiato marmo di Luni, richiesto da tutto il mondo conosciuto fin dall'età romana. Dal V secolo l'attività estrattiva subì un periodo di stasi a seguito delle invasioni barbariche, ma in seguito con la maggiore diffusione del Cristianesimo il marmo fu richiesto in grandi quantità per l'edificazione di edifici religiosi e per il loro arredo interno. La fervente attività delle cave nel basso medioevo e nel rinascimento si dovette soprattutto ai Maestri comacini, a Nicola e a Giovanni Pisano, e a Michelangelo. Dati i grandi profitti dell'attività mineraria è sconveniente richiamare alle armi i minatori, ma d'altro canto è pur vero che alle cave lavorano migliaia di uomini robusti che non temono la fatica. In battaglia si comportano da "tabulacciari", portando un pesante scudo (tavolaccia) per proteggere i tiratori dall'impeto dei nemici, all'occorrenza predisponendo un muro di scudi, e sfoggiano il martello di lavoro. \n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lucchesi
{Minatori_Carraresi_descr_short}Robusti minatori delle cave di marmo, in battaglia sono dotati dei martelli da lavoro e da pesanti scudi.

{Massitani}Boni Homines Massitani
{Massitani_descr}"I boni homines delle tre vicinìe principali di Massa si riunirono per scegliere il signore al quale affidarsi [...] e nel 1442 si dettero ai Malaspina di Fosdinovo."\n
Cronaca lucchese del XVI secolo\n\n
Massa governa un piccolo stato ubicato tra le repubbliche di Genova e di Lucca; le vicinìe più importanti che costituiscono Massa (Antona, Mirteto e Bagnara) si organizzano insieme per amministrare il territorio, spinte dal senso di "vita comunitaria" e dalla solidarietà tra vicini. Pur godendo attualmente di una certa autonomia, i Massitani sono stati per oltre un secolo soggetti all'autorità lucchese e ancora adesso devono inevitabilmente sottostare alle pretese dei vicini più potenti, fornendo tributi o milizie. I membri più influenti del governo cittadino, facenti parte della ricca borghesia dei "boni homines massitani", sono in grado di allestire una buona unità per rispondere alla chiamata alle armi del loro signore. Equipaggiati con spada ed armatura leggera, questi razziatori colpiscono rapidamente ed efficacemente... quando decidono di eseguire gli ordini.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lucchesi
{Massitani_descr_short}Questi guerrieri massitani, dotati di armature leggere e spade, sono esperti in saccheggi e scorribande.

{Famuli}Famuli
{Famuli_descr}"[Ai castellani senesi] Masso di Giovanni di Credi, ser Giovanni di Niccolò di Guido e Leonardo di Meo di Niccolò, in carica per tre mesi [...], vengono inviati quattro famuli [giovani con mansione di guardie], che riceveranno in tutto 39 lire per i soliti tre mesi."\n
Documento senese del XV secolo\n
"Quattro banditori [...] rendono pubbliche sentenze e proclami del Governo ed effettuano i pignoramenti a danno di chi non pagasse le tasse [...] in quest’ultimo caso sono assistiti da famuli, servitori [...] armati."\n
Documento lughese del XV secolo\n
"La partigiana, pure volgarmente detta, è un ‘arma d’offesa che sempre fa parte delle armi in asta, e può raggiungere [un ‘altezza di] poco maggiore di un uomo con la mano sollevata..."\n
Pietro Monte, Collectanea, Libro I
Dalle pianure emiliane alle campagne toscane, i signori feudali e i funzionari locali ricorrono spesso alla coscrizione dei "famuli", giovani e vigorosi soldati, generalmente provenienti dalle famiglie dei piccoli proprietari terrieri, possessori di feudi indiretti (valvassori o valvassini). Essi sono impiegati per presidiare fortezze e castelli, come guardia del corpo dei loro signori, come assistenti armati al servizio degli ufficiali esattori. Sebbene non abbiano ancora maturato grande esperienza nel mestiere delle armi, possono comunque cavarsela egregiamente sia in difesa di un insediamento che in campo aperto, grazie alla buona dotazione di cui il loro signore li equipaggia: l'armamento prevede elmo di ferro, corazza di piastre e partigiana, ovvero il tipico spiedo "alla bolognese". Lo "status" di guardia del corpo, con i privilegi che esso comporta, è solitamente esposto con orgoglio da questi giovani soldati, che sfoggiano un costoso mantello.
{Famuli_descr_short}Dotati di elmo, corazze e partigiana, questi giovani e vigorosi soldati sono utili per guarnigioni e per rafforzare le fila di un'armata.

{Berrovieri}Berrovieri
{Berrovieri_descr}"I birri (beruarii) o berrovieri sono un certo tipo di milizie che avanzano sul campo di battaglia procedendo disordinatamente ma animosi e irruenti. [...] Agiscono nelle regioni lombarde, al servizio delle autorità cittadine, mossi dal desiderio di bottino. [...] Costoro andavano a cavallo e usavano lance."\n
Rolandino da Padova\n\n
Col termine "berrovieri" sono definiti sgherri al soldo di un signore, col compito di riscuotere i balzelli, anche con metodi violenti. Questi uomini formano un'abile fronte di cavalleria leggera, armata di lancia corta e dotata di scudo e protezioni di cuoio, utile per ingaggiare i tiratori nemici e decimare le unità in rotta. Nel corpo a corpo sfoggiano terribili mazze.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, emiliano-romagnole, liguri, lucchesi
{Berrovieri_descr_short}Sgherri al soldo di un signore, col compito di riscuotere i balzelli e formare un fronte di cavalleggeri in battaglia.

{Gialdonieri}Gialdonieri
{Gialdonieri_descr}"Credo io che le gialde fossero una sorta di lance [...] Ma che razza di uomini furono i gialdonieri, rammentati anche da Tolomeo da Lucca nel 1289 e nel 1293? Forse non furono diversi da coloro che altri chiamarono berroerios, e i Veneziani zaffones. [...] Fu essa un aggregato di canaglia e gente vile, e probabilmente lo stesso che i sopr'accennati ribaldi, il cui principal mestiere era in bottinare, e che senza ordine andavano alle battaglie, percorrendo le brigate de' veri soldati."\n
Lodovico Antonio Muratori\n
"I gialdonieri lasciarono cadere [scagliarono] le loro gialde [giavellotti] sopra i nostri cavalieri."\n
Giovanni Villani\n\n
La "gualdana", ossia la cavalcata, è la tipica forma con cui si applica la razzia in tempo di guerra, nelle regioni tosco-emiliane del XV secolo. Un gruppo di cavalleggeri detti gialdonieri, in gran parte poveri allevatori, ma anche briganti e assassini in cerca di un facile bottino, si arma alla leggera con corpetti di cuoio e giavellotti, effettua improvvise incursioni in terra nemica e depreda borghi e contadi. Partecipano anche a scontri campali, con tattiche di schermaglia, a supporto della cavalleria pesante.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lucchesi
{Gialdonieri_descr_short}Cavalleggeri dotati di giavellotti, specializzati nella razzia (gualdana) e utili in tattiche di schermaglia.

{Feditori}Feditori
{Feditori_descr}"Allorché si avea da menar le mani nelle giornate campali, si sceglievano i più bravi cavalieri che fossero i primi a ferire; perchè se riusciva loro di rompere la prima schiera, si accresceva il coraggio e la speranza di vincere il resto dell'armata. Guerrieri tali erano chiamati feritori o feditori. [...] presso i Toscani ferire o fedire la stessa cosa è."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
I feditori sono i cavalieri pesanti della prima linea, chiamati in tal modo proprio perchè avevano il compito di "fedire" (ossia "ferire" mortalmente) le fila nemiche, protetti ai lati da reparti di pavesari (fanti dotati dei grandi scudi pavesi), lancieri e balestrieri. Subito dietro la prima devastante ondata dei feditori giungeva la cavalleria ordinaria, difesa ai lati da una seconda schiera di fanti. Tratte dalla ricca borghesia mercantile, queste truppe sono ben equipaggiate ed esperte nell'arte della guerra, dotate di armatura di piastre e munite di lancia e spada.
{Feditori_descr_short}Protetti da armature di piastre e armati di lancia, questi guerrieri d'élite difendono l'onore della loro repubblica.

{Marinari_Viareggini}Marinari viareggini
{Marinari_Viareggini_descr}"La navigazione e la pesca sono le principalissime occupazioni degli abitanti di Viareggio. [...] anche colle loro piccole navi, gli audacissimi e valorosi marinai di Viareggio si conducono in qualunque parte del Mediterraneo [...] ed in generale Viareggio è a considerarsi piuttosto che un vero porto di mare, un nido, un semenzaio di marinari. [...]\n
Arti dell'Accademia Lucchese di scienze, lettere ed arti\n\n
La Versilia è da sempre "nido" di marinai e pescatori, che all'occorrenza sanno usare bene le armi, oltre al remo e alle reti; quando il lavoro in mare scarseggia, costoro non si tirano indietro di fronte ad una coscrizione militare e accettano anche di ricoprire compiti sgradevoli in cambio del soldo, pur di sfamarsi. Si presentano con lance corte e vestiti di pochi stracci, come sulle navi, al più protetti da corpetti leggeri imbottiti; vengono impiegati come guarnigione dei borghi e guardia delle torri sul litorale. La prima milizia viareggina era adibita al controllo della Torre di Viareggio (Turris de Via Regia, dal nome della via che doveva essere percorsa per accedervi), storica architettura costruita nel 1172 per il controllo del litorale. Poiché il litorale viareggino è soggetto all'autorità lucchese da più di un secolo, non sorprende che questi soldati, quando necessario, prestino servizio tra le mura di Lucca.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lucchesi
{Marinari_Viareggini_descr_short}Rudi marinai viareggini, per il controllo di borghi e torri di guardia, combattono senza armatura, muniti di lance corte.

{Balistari_Lucchesi}Balistari lucchesi
{Balistari_Lucchesi_descr}A Lucca l'uso della balestra è di antichissima memoria. Se ne ha testimonianza scritta già fin dal 1169, quando la città chiese alla Repubblica di Genova l'aiuto di una compagnia dei Balestrieri per difendersi dai continui attacchi della Repubblica di Pisa. Nasce poi l'esigenza di dotare il proprio esercito di un gruppo scelto di tiratori con la balestra, equipaggiati con elmetto, usbergo o brigantina e spada, ai quali viene affidata la protezione della città. Castruccio Castracani (Signore di Lucca dal 1305 fino al 1328) istituì un premio per incentivare l’uso della balestra, così furono organizzate delle vere e proprie gare a scopo ludico per mantenere vivo l'allenamento e l'attenzione anche in periodi di relativa "calma". Il 29 giugno del 1443 il Vessillifero di Giustizia della Repubblica di Lucca volle fosse emanato un atto per disciplinare la disputa della gara con la Balestra. Detto regolamento, conservato presso l'Archivio di Stato di Lucca e tuttora in uso, è risultato essere il più antico Regolamento per gara di tiro esistente in Europa. Con il passare degli anni la balestra, soppiantata da altre armi da difesa più moderne ed efficaci, andò declinando decretando la fine della gara con le balestre sostituito in Lucca da quello degli schioppetti.
{Balistari_Lucchesi_descr_short}Balestrieri lucchesi veterani di molte gare, dotati di elmetto, usberghi o brigantine e spada.

{Pistolieri}Pistolieri
{Pistolieri_descr}La "pistola" è un'arma di probabili origini toscane, e taluni ipotizzano che il nome stesso dell'arma derivi dalla città di Pistoia, in cui apparvero i primi artiglieri. Si tratta di una rudimentale arma da fuoco simile allo scopetto ma più corta e maneggevole, ma ancora piuttosto imprecisa se paragonata ai moderni archibugi di fine XV secolo. I pistolieri, per l'appunto, utilizzano questo tipo di arma da fuoco, diffusasi a partire dal XIV secolo, ma ancora considerata da molti poco più di un arnese e indegna del campo di battaglia. Questi guerrieri dall'armatura pesante, tuttavia, la pensano in tutt'altro modo e sono sempre ben felici di dimostrare l'efficacia di un colpo ben piazzato, seguito dalla furia della loro carica con la spada.
{Pistolieri_descr_short}Artiglieri toscani con armatura pesante, esperti nell'uso della pistola e dotati di spada.



SIGNORIA FIORENTINA
---------------------

Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Famigli (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- Piquieri de l'Ordinanza (picca) PRO large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- Scrimatori Pisani (spadone) PRO huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Tabulacciari (spada) AOR town (roccaforte)
3- Presidiarii (spiedo) AOR large_town (castello)
4- Guardia del Bargello (alabarda) PEN city (fortezza)
5- Alabardieri de l'Ordinanza (alabarda) PRO large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Saccomanni (lancia leggera) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Equites (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Feditori (lancia) PEN city (fortezza)
5- Cavalli Leggieri de l'Ordinanza (lancia) PRO large_city (cittadella)
5- Pistoletti de l'Ordinanza (pistola) PRO large_city (cittadella)
5- Armigeri de l'Ordinanza (lancia) PRO large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Arcieri Aretini (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Fiorentini (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Pistolieri (pistola) PEN city (città)
5- Archibusieri de l'Ordinanza (archibugio) PRO large_city (metropoli)

Marinai:
1- Arcieri Pisani PEN city (città)
2- Balistari Pisani PEN large_city (metropoli)
3- NO - huge_city (megalopoli)

{Famigli}Famigli
{Famigli_descr}"Già nel 1353 era stata data "balia" a otto cittadini perché trovassero il modo di reprimere e punire gli episodi criminali, soprattutto quelli violenti, che avvenivano in città. Gli otto saggi stabilirono che si dovessero nominare quattro ufficiali di polizia ma forestieri, cioè che fossero originari di luoghi posti ad almeno quaranta miglia dalla città, e affidare a ciascuno di loro un notaio e cinquanta famigli, sbirri, che in uniforme avrebbero dovuto pattugliare la città e piantonare le chiese per evitare che i rei vi si rifugiassero e chiedessero diritto d'asilo.
"\n
Cronaca Fiorentina del XV secolo\n\n
Per garantire la sicurezza nei borghi e nei contadi circostanti, a partire dalla metà del XIV secolo, la Repubblica Fiorentina stabilisce che siano reclutati tra il popolo un certo numero di miliziani detti "famigli", al comando di quattro ufficiali stranieri. Questi famigli non possono certo vantare una grande esperienza nel combattimento, essendo popolani assoldati "pro tempore", nè un equipaggiamento decente, dovendo procurarsi da soli ciò che serve per svolgere la mansione di guardie (almeno un giaco protettivo e una lancia corta), e dimostrano queste lacune sul campo di battaglia. Ciononostante risultano utili per presidiare gli insediamenti e pattugliare il territorio, tenendo lontani i briganti.
{Famigli_descr_short}Ronda esperta nell'arte marziale del bastone genovese, un'arma temibile maneggiata alla maniera degli spadoni a due mani.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Tabulacciari}Tabulacciari
{Tabulacciari_descr}"[...] alle norme sulla pubblica sicurezza per gli scudari, coltellinai, balestrieri, spadari, [...] tavolacciari e pavesari, armaiuoli corazzari [...]"\n
Bullettino senese di storia patria\n\n
I "tabulacciari" o "tavolacciari" sono fanti contadini il cui unico scopo è servire nell'esercito alla stregua dei pavesari; non hanno alcuna mansione offensiva e si occupano solo di proteggere i tiratori con i loro grandi scudi, detti "tavolacce". Indossano semplici protezioni in cuoio e sono provvisti di corta daga per gli incontri ravvicinati.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lucchesi, fiorentine, senesi, piombinesi, laziali
{Tabulacciari_descr_short}Queste truppe, dotate di giachi e lance, portano grandi scudi con cui proteggersi durante la lenta fase di ricarica delle balestre.

{Presidiarii}Presidiarii
{Presidiarii_descr}"Già [...] cominciava ad agitarsi la sollevazione in Piombino e per tutto lo stato, con animo di scacciare i presidiari dalle fortezze, se Stefano Neri, uno de' consiglieri, non avesse perorato di dire che 'non era dovere innovare cosa alcuna contro gli stipendiati di milizia fino a tanto che essa desse in potestà del comune le fortezze'; ed in questa guisa s'acquietò il tumulto [...]."\n
Pietro Leopoldo Galli Tassi, Istoria del Principato di Piombino...\n\n
"A queste truppe si devono aggiungere ovviamente le fanterie dei presidiali, la milizia popolare dei lancieri introdotta nell'istituzione militare aragonese in seguito alla riforma degli anni '40-'60 del secolo [XV], milizia sulla quale si poteva fare poco affidamento, essendo addestrata alla buona e non potendola spostare dai luoghi sui quali prestava servizio essendo quegli stessi luoghi la principale fonte di sostentamento dei fanti medesimi, che prima di essere soldati erano contadini, vasai, conciatori di pelli, pescatori."\n
Francesco Scarpello, Aspetti di storia militare nella Guerra d'Otranto\n\n
"[Il Re di Napoli recluta i presidiarii] in tale modo che nel Regno non serano [vi saranno] altre gente che quelle de sua maestà, che è cosa che molto assicura e ferma [consolida] lo stato suo."\n
Cronaca napoletana, XV secolo\n\n
I fanti di presidio o "presidiari" (termine diffuso ovunque, dalla Liguria al Mezzogiorno) sono uomini coscritti per assicurare la protezione dei principali castelli e l'ordine pubblico nel contado. Non sono guerrieri di professione: tra le loro fila si annoverano contadini, allevatori, pescatori. Si tratta quindi di unità non permanenti e poco addestrate, ciononostante possono rivelarsi piuttosto utili ai signori locali, i quali li equipaggiano bene: elmo metallico, cotta di maglia o brigantina, alabarda. Così armati, i presidiari compensare la poca esperienza e possono tener testa alla fanteria e alla cavalleria leggera.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni liguri, fiorentine, senesi, piombinesi, campane, abruzzesi, pugliesi, lucane, calabresi, siciliane
{Presidiarii_descr_short}Queste truppe, inesperte ma dotate di cotte e alabarde, sono reclutate come presidio per i principali castelli.

{Guardia_del_Bargello}Guardia del Bargello
{Guardia_del_Bargello_descr}Tipica fanteria pesante di palazzo con corazze e alabarde, la guardia del Bargello è reclutata per garantire la sicurezza della fortezza: il termine bargello deriva dal tardo latino longobardo "bargillus" (per i Goti "bargi", e per i tedeschi "burg") inteso a significare "torre fortificata" o "castello". Il Bargello era anche il nome attribuito al capitano militare incaricato di mantenere l'ordine durante periodi di rivolta avendo, sovente, funzioni dittatoriali di reggente. Il Bargello, come Capitano di Giustizia o Capitano del Popolo, fu presente in molte città della penisola Italiana, particolarmente in Toscana e sotto lo Stato Pontificio; egli veniva scelto tra persone straniere, chiamandoli da un'altra città, allo stesso modo del podestà.
{Guardia_del_Bargello_descr_short}Fanteria pesante dotata di alabarda e corazze, con funzioni di guardia della fortezza e del Bargello, ossia il Capitano di Giustizia.

{Cavallata}Cavallata Fiorentina
{Cavallata_descr}"Firenze può schierare, accanto ai cavalieri mercenari, i cavalieri fiorentini forniti dalla cavallata dei cittadini. Tutti i Fiorentini possessori di almeno 500 fiorini di reddito fondiario devono fornire un cavallo da guerra del costo di almeno 35- 70 fiorini."\n
Documento fiorentino del 1325\n\n
"Nel 1260 Firenze prevede dai suoi cavalieri il seguente armamento: una pancera o un usbergo, stivaletti di ferro, un elmo d'acciaio, piastre o corazza a completamento (sul busto) della protezione offerta dall'usbergo, una lancia, uno scudo, una targa o tavolaccio"\n
C. Paoli, Il libro di Montaperti\n\n
Ancora nel XV secolo, a Firenze e nelle cittadine limitrofe non ci si limita a reclutare mercenari, ma ci si sforza di creare unità di milizia, sia appiedata che montata. Le "cavallate", nell'età comunale, costituivano per l'appunto una milizia a cavallo formata di cittadini abbienti che avevano l'obbligo di partecipare alla guerra con cavallo proprio e a proprie spese; questa consuetudine si protrasse fino al Rinascimento, sebbene questi cavalleggeri ormai partecipassero di rado alle battaglie, limitandosi ad espletare mansioni di presidio dei borghi e sorveglianza dei contadi. Armati di lancia leggera e spada, costoro indossano elmetti e giachi protettivi.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni fiorentine
{Cavallata_descr_short}Cavalleggeri della milizia fiorentina, armati di lancia leggera e spada, con elmetti e giachi protettivi.

{Balistari_Equites}Balistari Equites
{Balistari_Equites_descr}"A fianco alle lanze [aragonesi] possiamo notare [in Puglia e Lucania] la presenza di un contingente di balestrieri a cavallo, che coniugavano facilità di manovra con elevata cadenza di tiro [...] a conferma della natura dinamica che Alfonso [di Calabria] voleva attribuire alle operazioni militari."\n
Antonio Primaldo Coco, La guerra contro i Turchi in Otranto..., 1480-81\n\n
E' attestata, nel regno aragonese del Mezzogiorno, la presenza di "balistari equites". Costrette a neutralizzare le mobili e veloci unità da tiro ottomane, gli Aragonesi hanno sviluppato truppe più leggere e versatili come i balestrieri a cavallo. Costoro utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica, visto che il rateo di tiro non è maggiore di quello degli altri balestrieri. Indossano elmetti a bacinetto, cotte leggere e sono dotati di spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, liguri, laziali, campane, abruzzesi
{Balistari_Equites_descr_short}Utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica.

{Feditori}Feditori
{Feditori_descr}"Allorché si avea da menar le mani nelle giornate campali, si sceglievano i più bravi cavalieri che fossero i primi a ferire; perchè se riusciva loro di rompere la prima schiera, si accresceva il coraggio e la speranza di vincere il resto dell'armata. Guerrieri tali erano chiamati feritori o feditori. [...] presso i Toscani ferire o fedire la stessa cosa è."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
I feditori sono i cavalieri pesanti della prima linea, chiamati in tal modo proprio perchè avevano il compito di "fedire" (ossia "ferire" mortalmente) le fila nemiche, protetti ai lati da reparti di pavesari (fanti dotati dei grandi scudi pavesi), lancieri e balestrieri. Subito dietro la prima devastante ondata dei feditori giungeva la cavalleria ordinaria, difesa ai lati da una seconda schiera di fanti. Tratte dalla ricca borghesia mercantile, queste truppe sono ben equipaggiate ed esperte nell'arte della guerra, dotate di armatura di piastre e munite di lancia e spada.
{Feditori_descr_short}Protetti da armature di piastre e armati di lancia, questi guerrieri d'élite difendono l'onore della loro repubblica.

{Arcieri_Aretini}Arcieri aretini
{Arcieri_Aretini_descr}"[...] sotto quella [bandiera] del comune stessero nella piazza apparecchiati al cenno del podestà e del capitano altrettanti [cinquanta] scelti uomini d'arme; nella notte si facesse per la terra la scolta a cavallo; vegliassero alle caselle delle mura berrovieri e guardie; ciascuno di una soma di pietre il posto assegnatogli fornisse. Inoltre furono assoldati cinquanta arcieri aretini [...]"\n
Luigi Pecori, Storia della terra di San Gimignano\n\n
Dopo mezzo secolo segnato da scontri fratricidi tra le fazioni cittadine, Arezzo perde la propria autonomia a favore dei Fiorentini (1384). Da questo momento, gli Aretini sono tenuti a fornire un contingente armato di arcieri miliziani, dislocabile in ogni provincia della signoria fiorentina. Noti in tutta la Toscana per il coraggio e la destrezza, questi tiratori sono dotati di elmetti e protezioni leggere in cuoio sul busto; non disdegnano la mischia, gettandovisi spada in pugno.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni fiorentine
{Arcieri_Aretini_descr_short}Protetti da armature leggere in cuoio e elmetti, gli arcieri aretini sono considerati i migliori della Toscana.

{Balistari_Fiorentini}Balistari fiorentini
{Balistari_Fiorentini_descr}"I balestrieri devono possedere non solo una balestra, rocchetto e verrettoni, ma anche un coltello, la corazza e la cervelliera."\n
Codice militare fiorentino, 1369\n\n
Anche se sarebbe ardito paragonarli ai più celebri balestrieri pisani, questi tiratori fiorentini sanno comunque farsi valere con una balestra in mano. Dopo aver scoccato il verrettone, devono essere lesti a ricaricare; in questa delicata fase sono vulnerabili al nemico, perciò il codice fiorentino li obbliga ad equipaggiarsi con corazza (usbergo o brigantina), elmetto e cervelliera, coltellaccio per il corpo a corpo.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni fiorentine
{Balistari_Fiorentini_descr_short}Balestrieri fiorentini dotati di elmetto, cervelliera, usbergo e coltellaccio per la mischia.

{Pistolieri}Pistolieri
{Pistolieri_descr}La "pistola" è un'arma di probabili origini toscane, e taluni ipotizzano che il nome stesso dell'arma derivi dalla città di Pistoia, in cui apparvero i primi artiglieri. Si tratta di una rudimentale arma da fuoco simile allo scopetto ma più corta e maneggevole, ma ancora piuttosto imprecisa se paragonata ai moderni archibugi di fine XV secolo. I pistolieri, per l'appunto, utilizzano questo tipo di arma da fuoco, diffusasi a partire dal XIV secolo, ma ancora considerata da molti poco più di un arnese e indegna del campo di battaglia. Questi guerrieri dall'armatura pesante, tuttavia, la pensano in tutt'altro modo e sono sempre ben felici di dimostrare l'efficacia di un colpo ben piazzato, seguito dalla furia della loro carica con la spada.
{Pistolieri_descr_short}Artiglieri toscani con armatura pesante, esperti nell'uso della pistola e dotati di spada.

{Arcieri_Pisani}Arcieri pisani
{Arcieri_Pisani_descr}"Il secondo schieramento era composto dai valorosissimi cavalieri tedeschi al soldo della Repubblica Pisana [...] Il resto dell'esercito, tra cui i 4.000 micidiali e addestratissimi arcieri pisani, erano comandati dallo stesso Della Faggiola."\n
Cronaca pisana, Battaglia di Montecatini\n\n
Uno dei corpi scelti della Repubblica Pisana, fin dal XII secolo, era la guardia degli arcieri di marina. Dopo l'annessione dei domini pisani da parte dei Fiorentini, le forze navali pisane e tutte le unità di marina passano al servizio diretto dei Medici. Marinai molto ben addestrati ed esperti nel combattimento almeno quanto nella navigazione, questi tiratori pisani sfoggiano brigantine e archi ricurvi ispirati ai compositi saraceni; per il corpo a corpo sfoderano le spade.
{Arcieri_Pisani_descr_short}Marinai pisani molto ben addestrati, sfoggiano brigantine e archi ricurvi, per il corpo a corpo sfoderano le spade.

{Balistari_Pisani}Balistari pisani
{Balistari_Pisani_descr}La città di Pisa ha nella sua antica storia il primato di veder realizzato il primo nucleo di balestrieri, che nel 1162 si denominò "Compagnia del Popolo e del Contadino Pisano". Parteciparono alla Prima Crociata, combattendo valorosamente contro i Turchi. Gran condottieri, riuscirono a conquistare la città di Lucca nel 1342. Nel 1381 si costituì la prima compagnia organizzata, con un proprio e specifico statuto e usanze riconosciute dalle autorità repubblicane dell'epoca. Sebbene siano finiti gli anni d'oro della Repubblica, i balestrieri pisani rimangono tra le unità più celebri e comuni nella Toscana medicea; protetti da armatura brigantina e scudo pavese (per le fasi di ricarica), sfoderano la daga nel corpo a corpo.
{Balistari_Pisani_descr_short}Ottima unità di balestrieri di guarnigione, protetti da armatura brigantina e scudo pavese.
14/05/2012 14:11
 
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REPUBBLICA SENESE
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Milizia de' Terzi (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Tabulacciari (spada) AOR town (roccaforte)
3- Presidiarii (spiedo) AOR large_town (castello)
4- Famuli (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Butteri (lancia leggera) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Guardacoste (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Contradaioli (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Arcieri Grossetani (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Senesi (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Pistolieri (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Terzieri}Terzieri
{Terzieri_descr}"Per facilitare la chiamata alle armi, il territorio senese era diviso in numerose circoscrizioni militari, dette vicariati: nel 1310 se ne contavano 9, che raggruppavano 289 comunità; ciascun vicariato doveva prendere dal proprio territorio le truppe da inviare, senza ricorrere ai mercenari."\n
W. M. Bowsky, City and Contado...\n\n
Tutti i borghi soggetti al dominio della Repubblica di Siena, sull'esempio della capitale, sono suddivise in tre "terzi" (a Siena sono: il Terzo di Camollìa, il Terzo di Città e il Terzo di San Martino), all'interno dei quali si inseriscono le varie "contrade": ogni terzo ha la sua piazza e all'interno di queste si inquadrano i militi della Repubblica, reclutati dalle contrade. Analogamente, il contado fuori le mura viene diviso in distretti (vicariati), i cui borghi sono tenuti a fornire un certo numero di fanti. Si tratta di miliziani addestrati quanto basta, formanti un'unità di fanteria leggera armata di lancia corta, agile e veloce, adatta alla difesa negli stretti vicoli dell'insediamento.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni senesi
{Terzieri_descr_short}Questi miliziani senesi, armati di lancia corta, sono reclutati dalle contrade e inquadrati in ciascuno dei tre terzi in cui è suddiviso il borgo.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Tabulacciari}Tabulacciari
{Tabulacciari_descr}"[...] alle norme sulla pubblica sicurezza per gli scudari, coltellinai, balestrieri, spadari, [...] tavolacciari e pavesari, armaiuoli corazzari [...]"\n
Bullettino senese di storia patria\n\n
I "tabulacciari" o "tavolacciari" sono fanti contadini il cui unico scopo è servire nell'esercito alla stregua dei pavesari; non hanno alcuna mansione offensiva e si occupano solo di proteggere i tiratori con i loro grandi scudi, detti "tavolacce". Indossano semplici protezioni in cuoio e sono provvisti di corta daga per gli incontri ravvicinati.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lucchesi, fiorentine, senesi, piombinesi, laziali
{Tabulacciari_descr_short}Queste truppe, dotate di giachi e lance, portano grandi scudi con cui proteggersi durante la lenta fase di ricarica delle balestre.

{Presidiarii}Presidiarii
{Presidiarii_descr}"Già [...] cominciava ad agitarsi la sollevazione in Piombino e per tutto lo stato, con animo di scacciare i presidiari dalle fortezze, se Stefano Neri, uno de' consiglieri, non avesse perorato di dire che 'non era dovere innovare cosa alcuna contro gli stipendiati di milizia fino a tanto che essa desse in potestà del comune le fortezze'; ed in questa guisa s'acquietò il tumulto [...]."\n
Pietro Leopoldo Galli Tassi, Istoria del Principato di Piombino...\n\n
"A queste truppe si devono aggiungere ovviamente le fanterie dei presidiali, la milizia popolare dei lancieri introdotta nell'istituzione militare aragonese in seguito alla riforma degli anni '40-'60 del secolo [XV], milizia sulla quale si poteva fare poco affidamento, essendo addestrata alla buona e non potendola spostare dai luoghi sui quali prestava servizio essendo quegli stessi luoghi la principale fonte di sostentamento dei fanti medesimi, che prima di essere soldati erano contadini, vasai, conciatori di pelli, pescatori."\n
Francesco Scarpello, Aspetti di storia militare nella Guerra d'Otranto\n\n
"[Il Re di Napoli recluta i presidiarii] in tale modo che nel Regno non serano [vi saranno] altre gente che quelle de sua maestà, che è cosa che molto assicura e ferma [consolida] lo stato suo."\n
Cronaca napoletana, XV secolo\n\n
I fanti di presidio o "presidiari" (termine diffuso ovunque, dalla Liguria al Mezzogiorno) sono uomini coscritti per assicurare la protezione dei principali castelli e l'ordine pubblico nel contado. Non sono guerrieri di professione: tra le loro fila si annoverano contadini, allevatori, pescatori. Si tratta quindi di unità non permanenti e poco addestrate, ciononostante possono rivelarsi piuttosto utili ai signori locali, i quali li equipaggiano bene: elmo metallico, cotta di maglia o brigantina, alabarda. Così armati, i presidiari compensare la poca esperienza e possono tener testa alla fanteria e alla cavalleria leggera.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni liguri, fiorentine, senesi, piombinesi, campane, abruzzesi, pugliesi, lucane, calabresi, siciliane
{Presidiarii_descr_short}Queste truppe, inesperte ma dotate di cotte e alabarde, sono reclutate come presidio per i principali castelli.

{Famuli}Famuli
{Famuli_descr}"[Ai castellani senesi] Masso di Giovanni di Credi, ser Giovanni di Niccolò di Guido e Leonardo di Meo di Niccolò, in carica per tre mesi [...], vengono inviati quattro famuli [giovani con mansione di guardie], che riceveranno in tutto 39 lire per i soliti tre mesi."\n
Documento senese del XV secolo\n
"Quattro banditori [...] rendono pubbliche sentenze e proclami del Governo ed effettuano i pignoramenti a danno di chi non pagasse le tasse [...] in quest’ultimo caso sono assistiti da famuli, servitori [...] armati."\n
Documento lughese del XV secolo\n
"La partigiana, pure volgarmente detta, è un ‘arma d’offesa che sempre fa parte delle armi in asta, e può raggiungere [un ‘altezza di] poco maggiore di un uomo con la mano sollevata..."\n
Pietro Monte, Collectanea, Libro I
Dalle pianure emiliane alle campagne toscane, i signori feudali e i funzionari locali ricorrono spesso alla coscrizione dei "famuli", giovani e vigorosi soldati, generalmente provenienti dalle famiglie dei piccoli proprietari terrieri, possessori di feudi indiretti (valvassori o valvassini). Essi sono impiegati per presidiare fortezze e castelli, come guardia del corpo dei loro signori, come assistenti armati al servizio degli ufficiali esattori. Sebbene non abbiano ancora maturato grande esperienza nel mestiere delle armi, possono comunque cavarsela egregiamente sia in difesa di un insediamento che in campo aperto, grazie alla buona dotazione di cui il loro signore li equipaggia: l'armamento prevede elmo di ferro, corazza di piastre e partigiana, ovvero il tipico spiedo "alla bolognese". Lo "status" di guardia del corpo, con i privilegi che esso comporta, è solitamente esposto con orgoglio da questi giovani soldati, che sfoggiano un costoso mantello.
{Famuli_descr_short}Dotati di elmo, corazze e partigiana, questi giovani e vigorosi soldati sono utili per guarnigioni e per rafforzare le fila di un'armata.

{Butteri}Butteri
{Butteri_descr}I Butteri sono pastori a cavallo tipici della Maremma. Il nome deriva dal greco "boútoros" ("pungolatori di buoi"). Cavalcano abitualmente il Maremmano, cavallo originato dall'incrocio tra la razza italica e quella importata dai Celti. In battaglia possono essere utilizzati come cavalleggeri, dotati di scudi di legno e di protezioni leggere, armati di lancia (in genere derivata dalla "mazzarella", un lungo bastone impiegato per stimolare buoi e cavalli) e spada per la mischia. Non sono molto addestrati al mestiere delle armi, ma combattono con grande ferocia per difendere le proprie mandrie dagli stranieri.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni senesi
{Butteri_descr_short}Pastori della Maremma utilizzati come cavalleggeri, dotati di protezioni leggere in cuoio, scudi in legno, lancia e spada per la mischia.

{Guardacoste}Guardacoste
{Guardacoste_descr}I "guardacoste" rappresentano una tipica unità toscana, introdotta inizialmente nella repubblica senese e poi diffusasi su tutta la costa tirrenica, dalla Liguria al Lazio. Il loro compito è sorvegliare i territori costieri, riferendo di eventuali sbarchi da parte di corsari saraceni (sempre più frequenti dalla metà del XV secolo) o nemici di ogni genere. Questi cavalieri indossano un'armatura leggera e maneggevole, utilizzano un arco, un piccolo scudo e portano una spada per il corpo a corpo. Costituiscono una buona cavalleria da ricognizione e schermaglia, ma non si dovrebbe fare affidamento su di loro nelle mischie.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lucchesi, piombinesi
{Guardacoste_descr_short}Cavalleggeri da ricognizione, dotati di archi, piccoli scudi, spade e di un'armatura leggera, adibiti al controllo delle coste toscane.

{Feditori}Feditori
{Feditori_descr}"Allorché si avea da menar le mani nelle giornate campali, si sceglievano i più bravi cavalieri che fossero i primi a ferire; perchè se riusciva loro di rompere la prima schiera, si accresceva il coraggio e la speranza di vincere il resto dell'armata. Guerrieri tali erano chiamati feritori o feditori. [...] presso i Toscani ferire o fedire la stessa cosa è."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
I feditori sono i cavalieri pesanti della prima linea, chiamati in tal modo proprio perchè avevano il compito di "fedire" (ossia "ferire" mortalmente) le fila nemiche, protetti ai lati da reparti di pavesari (fanti dotati dei grandi scudi pavesi), lancieri e balestrieri. Subito dietro la prima devastante ondata dei feditori giungeva la cavalleria ordinaria, difesa ai lati da una seconda schiera di fanti. Tratte dalla ricca borghesia mercantile, queste truppe sono ben equipaggiate ed esperte nell'arte della guerra, dotate di armatura di piastre e munite di lancia e spada.
{Feditori_descr_short}Protetti da armature di piastre e armati di lancia, questi guerrieri d'élite difendono l'onore della loro repubblica.

{Arcieri_Grossetani}Arcieri Grossetani
{Arcieri_Grossetani_descr}"Dopo quattro giorni di infruttuosi assalti e battaglie, durante i quali i balestrieri dell'Imperatore salirono più volte sulle mura della città [Grosseto], furono dagli abitanti di essa respinti a forza [...] fu allora che l'Imperatore e l'Antipapa fecero ritirare le truppe, dopo aver lasciato sotto le mura di Grosseto più di 400 dei migliori soldati."\n
Giovanni Pecci, Monografia sulla città di Grosseto\n\n
"Uomini maledetti, nefandi, figliolanza di vipere e serpentacci tortuosi, discendenza pestifera, schiatta velenosa, cani rivomitatori e porci rivolgentisi nel brago, attossicata genia, generazione inflessibile e più dura del macigno, grossolani come il loro nome, non piegabili né per blandizie, né per minacce."\n
Cronaca tedesca sui Grossetani\n\n
Gli arcieri maremmani di Grosseto sono giustamente considerati tra i tiratori più bravi e coraggiosi della Toscana. Fin dall'assedio imperiale alla città di Grosseto, nel 1328, i cittadini grossetani sono divenuti celebri per la tenacia e la resistenza alle più terribili avversità; i miliziani più dotati formano compagnie armate che vengono sfruttate come guarnigioni alle torri. La tradizione arcieristica di questa città permette di reclutare ottimi tiratori, vestiti alla leggera per potersi muovere più agilmente nei territori collinari e paludosi della Toscana meridionale: indossano solo elmetti e giachi in cuoio rinforzato. Non sono affatto ansiosi di gettarsi della mischia, essendo privi di scudi e dotati di corte daghe; fuggirebbero, piuttosto che farsi massacrare...\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni senesi
{Arcieri_Grossetani_descr_short}Arcieri leggeri provenienti da Grosseto, considerati tra i migliori della Toscana, dotati di daga per la mischia.

{Balistari_Senesi}Balistari senesi
{Balistari_Senesi_descr}"I Senesi tornaron quindi a mandare [...] seicento balestrieri." [...] Avevano poi [i Senesi] una squadra di balestrieri [...] che affrontatasi colle genti dell'Orsini si appiccò il fatto d'arme [...] i Senesi in quella giornata restarono superiori."\n
Francesco Inghirami, Storia della Toscana\n\n
"Essendo e' conti ribellati dalla volontà del comuno di Siena, el comuno radunò trecento balestrieri." [...] E intrarono nella città e di subito nel furore della città di Fiorenza [...] e si pose l'ansegna del comuno di Siena, cioè la balzana bianca e nera, che portano e' balestrieri in su la torre del palazzo di Fiorenza. [...] Essendo fatte e cresciute le mura della città, e anco accresciuta la gente, e' signori Nove fecero trecento balestrieri provigionati, i quali fuseno [erano] della città."\n
Cronache Senesi\n\n
Come le altre città italiane, anche Siena era difesa da truppe dotate di spade e balestra. Ma è solo durante la Repubblica (1287-1555) che Siena equipaggia al meglio i suoi balestrieri: dotati di armatura brigantina, grosso scudo pavese, balestra e spada per la mischia, essi formano un corpo d'élite ed a loro è affidata la protezione del Palazzo Comunale. Essi furono assoldati in diverse occasioni dal Papa, anche per la scorta dei pellegrini che giungevano a Roma. Furono famosi durante la battaglia di Musignano dove, al comando del capitano di ventura Giacomo Sartori, insieme a 1000 fanti riuscirono a prendere l'omonimo castello. \n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni senesi
{Balistari_Senesi_descr_short}Unità scelta di balestrieri senesi, protetti da armatura brigantina e da scudo pavese, dotati di spada per la mischia.

{Pistolieri}Pistolieri
{Pistolieri_descr}La "pistola" è un'arma di probabili origini toscane, e taluni ipotizzano che il nome stesso dell'arma derivi dalla città di Pistoia, in cui apparvero i primi artiglieri. Si tratta di una rudimentale arma da fuoco simile allo scopetto ma più corta e maneggevole, ma ancora piuttosto imprecisa se paragonata ai moderni archibugi di fine XV secolo. I pistolieri, per l'appunto, utilizzano questo tipo di arma da fuoco, diffusasi a partire dal XIV secolo, ma ancora considerata da molti poco più di un arnese e indegna del campo di battaglia. Questi guerrieri dall'armatura pesante, tuttavia, la pensano in tutt'altro modo e sono sempre ben felici di dimostrare l'efficacia di un colpo ben piazzato, seguito dalla furia della loro carica con la spada.
{Pistolieri_descr_short}Artiglieri toscani con armatura pesante, esperti nell'uso della pistola e dotati di spada.



SIGNORIA DI PIOMBINO
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Ausiliari Corsi (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Tabulacciari (spada) AOR town (roccaforte)
3- Presidiarii (spiedo) AOR large_town (castello)
4- Famuli (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Butteri (lancia leggera) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Guardacoste (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Feditori (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Arcieri Elbani (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Colletta Piombinese (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Archibusieri Piombinesi (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Ausiliari_Corsi}Ausiliari Corsi
{Ausiliari_Corsi_descr}"Il parentado di Jacopo e il suo calore, mossero i Corsi, circa l'anno 1482, a richiamarlo per loro capo nell'intrapresa ribellione contro de' Genovesi. Tanto sappiamo dall'Istorie di Corsica."\n
Agostino Cesaretti, Istoria del Principato di Piombino\n\n
Questi selvaggi e turbolenti miliziani provengono dai borghi dell'isola di Corsica. Quest'isola, sebbene formalmente sottomessa alla Repubblica Genovese (che non si fa scrupoli a coscriverne gli abitanti con la forza nell'esercito repubblicano), è da sempre covo di ribellioni e rivolte contro la Superba; i conflitti armati tra repubblicani e insorti sono all'ordine del giorno, perciò i patrioti corsi sono divenuti esperti combattenti, oltre che ottimi conoscitori del territorio. La loro fama di feroci guerrieri è ben nota anche oltre il Tirreno, nel Piombinese, territorio in cui si è sviluppata una folta comunità corsa: non a caso i signori toscani da sempre stringono alleanze strategiche con i conti di Corsica in funzione anti-genovese. Armati alla leggera con giachi di cuoio e lance corte, costoro possono nascondersi e tendere agguati mortali..\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni corse, piombinesi
{Ausiliari_Corsi_descr_short}Patrioti corsi, coscritti con la forza dai genovesi o reclutati dai loro nemici, dotati di giachi leggeri in cuoio e lance corte.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Tabulacciari}Tabulacciari
{Tabulacciari_descr}"[...] alle norme sulla pubblica sicurezza per gli scudari, coltellinai, balestrieri, spadari, [...] tavolacciari e pavesari, armaiuoli corazzari [...]"\n
Bullettino senese di storia patria\n\n
I "tabulacciari" o "tavolacciari" sono fanti contadini il cui unico scopo è servire nell'esercito alla stregua dei pavesari; non hanno alcuna mansione offensiva e si occupano solo di proteggere i tiratori con i loro grandi scudi, detti "tavolacce". Indossano semplici protezioni in cuoio e sono provvisti di corta daga per gli incontri ravvicinati.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lucchesi, fiorentine, senesi, piombinesi, laziali
{Tabulacciari_descr_short}Queste truppe, dotate di giachi e lance, portano grandi scudi con cui proteggersi durante la lenta fase di ricarica delle balestre.

{Presidiarii}Presidiarii
{Presidiarii_descr}"Già [...] cominciava ad agitarsi la sollevazione in Piombino e per tutto lo stato, con animo di scacciare i presidiari dalle fortezze, se Stefano Neri, uno de' consiglieri, non avesse perorato di dire che 'non era dovere innovare cosa alcuna contro gli stipendiati di milizia fino a tanto che essa desse in potestà del comune le fortezze'; ed in questa guisa s'acquietò il tumulto [...]."\n
Pietro Leopoldo Galli Tassi, Istoria del Principato di Piombino...\n\n
"A queste truppe si devono aggiungere ovviamente le fanterie dei presidiali, la milizia popolare dei lancieri introdotta nell'istituzione militare aragonese in seguito alla riforma degli anni '40-'60 del secolo [XV], milizia sulla quale si poteva fare poco affidamento, essendo addestrata alla buona e non potendola spostare dai luoghi sui quali prestava servizio essendo quegli stessi luoghi la principale fonte di sostentamento dei fanti medesimi, che prima di essere soldati erano contadini, vasai, conciatori di pelli, pescatori."\n
Francesco Scarpello, Aspetti di storia militare nella Guerra d'Otranto\n\n
"[Il Re di Napoli recluta i presidiarii] in tale modo che nel Regno non serano [vi saranno] altre gente che quelle de sua maestà, che è cosa che molto assicura e ferma [consolida] lo stato suo."\n
Cronaca napoletana, XV secolo\n\n
I fanti di presidio o "presidiari" (termine diffuso ovunque, dalla Liguria al Mezzogiorno) sono uomini coscritti per assicurare la protezione dei principali castelli e l'ordine pubblico nel contado. Non sono guerrieri di professione: tra le loro fila si annoverano contadini, allevatori, pescatori. Si tratta quindi di unità non permanenti e poco addestrate, ciononostante possono rivelarsi piuttosto utili ai signori locali, i quali li equipaggiano bene: elmo metallico, cotta di maglia o brigantina, alabarda. Così armati, i presidiari compensare la poca esperienza e possono tener testa alla fanteria e alla cavalleria leggera.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni liguri, fiorentine, senesi, piombinesi, campane, abruzzesi, pugliesi, lucane, calabresi, siciliane
{Presidiarii_descr_short}Queste truppe, inesperte ma dotate di cotte e alabarde, sono reclutate come presidio per i principali castelli.

{Famuli}Famuli
{Famuli_descr}"[Ai castellani senesi] Masso di Giovanni di Credi, ser Giovanni di Niccolò di Guido e Leonardo di Meo di Niccolò, in carica per tre mesi [...], vengono inviati quattro famuli [giovani con mansione di guardie], che riceveranno in tutto 39 lire per i soliti tre mesi."\n
Documento senese del XV secolo\n
"Quattro banditori [...] rendono pubbliche sentenze e proclami del Governo ed effettuano i pignoramenti a danno di chi non pagasse le tasse [...] in quest’ultimo caso sono assistiti da famuli, servitori [...] armati."\n
Documento lughese del XV secolo\n
"La partigiana, pure volgarmente detta, è un ‘arma d’offesa che sempre fa parte delle armi in asta, e può raggiungere [un ‘altezza di] poco maggiore di un uomo con la mano sollevata..."\n
Pietro Monte, Collectanea, Libro I
Dalle pianure emiliane alle campagne toscane, i signori feudali e i funzionari locali ricorrono spesso alla coscrizione dei "famuli", giovani e vigorosi soldati, generalmente provenienti dalle famiglie dei piccoli proprietari terrieri, possessori di feudi indiretti (valvassori o valvassini). Essi sono impiegati per presidiare fortezze e castelli, come guardia del corpo dei loro signori, come assistenti armati al servizio degli ufficiali esattori. Sebbene non abbiano ancora maturato grande esperienza nel mestiere delle armi, possono comunque cavarsela egregiamente sia in difesa di un insediamento che in campo aperto, grazie alla buona dotazione di cui il loro signore li equipaggia: l'armamento prevede elmo di ferro, corazza di piastre e partigiana, ovvero il tipico spiedo "alla bolognese". Lo "status" di guardia del corpo, con i privilegi che esso comporta, è solitamente esposto con orgoglio da questi giovani soldati, che sfoggiano un costoso mantello.
{Famuli_descr_short}Dotati di elmo, corazze e partigiana, questi giovani e vigorosi soldati sono utili per guarnigioni e per rafforzare le fila di un'armata.

{Butteri}Butteri
{Butteri_descr}I Butteri sono pastori a cavallo tipici della Maremma. Il nome deriva dal greco "boútoros" ("pungolatori di buoi"). Cavalcano abitualmente il Maremmano, cavallo originato dall'incrocio tra la razza italica e quella importata dai Celti. In battaglia possono essere utilizzati come cavalleggeri, dotati di scudi di legno e di protezioni leggere, armati di lancia (in genere derivata dalla "mazzarella", un lungo bastone impiegato per stimolare buoi e cavalli) e spada per la mischia. Non sono molto addestrati al mestiere delle armi, ma combattono con grande ferocia per difendere le proprie mandrie dagli stranieri.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni senesi
{Butteri_descr_short}Pastori della Maremma utilizzati come cavalleggeri, dotati di protezioni leggere in cuoio, scudi in legno, lancia e spada per la mischia.

{Guardacoste}Guardacoste
{Guardacoste_descr}I "guardacoste" rappresentano una tipica unità toscana, introdotta inizialmente nella repubblica senese e poi diffusasi su tutta la costa tirrenica, dalla Liguria al Lazio. Il loro compito è sorvegliare i territori costieri, riferendo di eventuali sbarchi da parte di corsari saraceni (sempre più frequenti dalla metà del XV secolo) o nemici di ogni genere. Questi cavalieri indossano un'armatura leggera e maneggevole, utilizzano un arco, un piccolo scudo e portano una spada per il corpo a corpo. Costituiscono una buona cavalleria da ricognizione e schermaglia, ma non si dovrebbe fare affidamento su di loro nelle mischie.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lucchesi, piombinesi
{Guardacoste_descr_short}Cavalleggeri da ricognizione, dotati di archi, piccoli scudi, spade e di un'armatura leggera, adibiti al controllo delle coste toscane.

{Feditori}Feditori
{Feditori_descr}"Allorché si avea da menar le mani nelle giornate campali, si sceglievano i più bravi cavalieri che fossero i primi a ferire; perchè se riusciva loro di rompere la prima schiera, si accresceva il coraggio e la speranza di vincere il resto dell'armata. Guerrieri tali erano chiamati feritori o feditori. [...] presso i Toscani ferire o fedire la stessa cosa è."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
I feditori sono i cavalieri pesanti della prima linea, chiamati in tal modo proprio perchè avevano il compito di "fedire" (ossia "ferire" mortalmente) le fila nemiche, protetti ai lati da reparti di pavesari (fanti dotati dei grandi scudi pavesi), lancieri e balestrieri. Subito dietro la prima devastante ondata dei feditori giungeva la cavalleria ordinaria, difesa ai lati da una seconda schiera di fanti. Tratte dalla ricca borghesia mercantile, queste truppe sono ben equipaggiate ed esperte nell'arte della guerra, dotate di armatura di piastre e munite di lancia e spada.
{Feditori_descr_short}Protetti da armature di piastre e armati di lancia, questi guerrieri d'élite difendono l'onore della loro repubblica.

{Arcieri_Elbani}Arcieri Elbani
{Arcieri_Elbani_descr}Da quando l'isola d'Elba è entrata nell'orbita degli Appiano di Piombino, costoro ne hanno fatto la loro base commerciale; l'economia della piccola isola ne ha beneficiato e, dal XV secolo, è protagonista di un esteso ripopolamento. Ciononostante l'isola resta difficilmente difendibile dalle razzie dei feroci corsari saraceni, e vi si contano solo pochi forti presidiati, tra cui quello considerato inespugnabile del Volterraio. Questa situazione favorisce, nella seconda metà del XV secolo, l'insorgere di milizie popolari volontarie particolarmente tenaci: si tratta di provetti arcieri, spesso impiegati come forza di marina sulle galee ma all'occorrenza schierabili nelle battaglie campali. Indossano protezioni in cuoio rinforzato e sono armati di arco ricurvo (ispirato ai compositi saraceni) e spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni piombinesi
{Arcieri_Elbani_descr_short}Tenaci isolani d'Elba dotati di arco ricurvo, protezioni in cuoio rinforzato e spada per la mischia.

{Colletta_Piombinese}Colletta Piombinese
{Colletta_Piombinese_descr}"Rinaldo Orsini insieme con i Piombinesi, intesa che ebbero l'intenzione del Re Alfonso, si posero in ordine per ben munire la città [Piombino] con assoldare gran gente d'arme [...] con cavar fuori dell'armeria tutte le balestre grandi e piccole [...] e finalmente con fare la scelta di tutti gli abitanti della città atti a maneggiare le armi; ed a questo effetto furono eletti in Senato quattro offiziali di guerra [...] acciò sotto la loro scorta e comando militasse la detta Colletta di soldati Piombinesi."\n
Agostino Cesaretti, Istoria del Principato di Piombino...\n\n
Questi soldati piombinesi, armati di balestra, fanno parte di una "colletta" ordinata dal loro signore per assicurare la protezione degli insediamenti e dei contadi. Non eguagliano in bravura i celebri balestrieri pisani nè quelli senesi, ma possono comunque vantare un buon equipaggiamento: elmo metallico, usbergo, spada per la mischia. Non temono il corpo a corpo e possono sostenere il confronto con la fanteria leggera, ma andrebbero in difficoltà contro schieramenti corazzati.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni piombinesi
{Colletta_Piombinese_descr_short}Unità di balestrieri piombinesi, protetti da elmo, usbergo e dotati di spada per la mischia.

{Archibusieri_Piombinesi}Archibusieri Piombinesi
{Archibusieri_Piombinesi_descr}"Il Turco mandò nel Mediterraneo una formidabile armata di cui si spaventò tutta l'Italia. I Piombinesi più d'ogn'altro avendo occasione di temere fecero buona provvisione di Archibusi, che distribuirono a' particolari."\n
Agostino Cesaretti, Istoria del Principato di Piombino\n\n
Mentre le repubbliche toscane, nella seconda metà del XV secolo, sono ancora ferme all'uso di scopetti, spingarde e pistole, i signori Piombinesi possono già equipaggiare i propri tiratori con i moderni archibugi. L'adozione di queste nuove armi, di importazione francese, è stata resa indispensabile per contrastare i corsari saraceni e turchi, da sempre all'avanguardia per quanto concerne l'artiglieria leggera. Poichè il rateo di tiro è ancora piuttosto basso e la gittata non eccezionale, gli archibugieri piombinesi debbono esercitarsi anche al combattimento in mischia, dove sfoderano la spada. Per proteggersi, indossano elmetti e corazzine d'acciaio, lasciando scoperti gli arti per una maggiore mobilità.
{Archibusieri_Piombinesi_descr_short}Artiglieri piombinesi con corazzine, esperti nell'uso dell'archibugio e dotati di spada.
14/05/2012 14:11
 
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STATO PONTIFICIO
------------------

Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Briganti (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- Piquieri Provisionati (picca) PRO large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- Doppisoldi (spadone) PRO huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Tabulacciari (spada) AOR town (roccaforte)
3- Mazzieri (mazza) AOR large_town (castello)
4- Guardia Svizzera (alabarda) PEN city (fortezza)
5- Rotulari Provisionati (spada) PRO large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Pagii (lancia leggera) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Equites (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Guardia Pontificia (lancia) PEN city (fortezza)
5- Equitatores de le Lanze Spezzate (lancia) PRO large_city (cittadella)
5- Pistoletti de le Lanze Spezzate (pistola) PRO large_city (cittadella)
5- Armigeri de le Lanze Spezzate (lancia) PRO large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Sagittari (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Veliterni \ Pontifici (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Schiopettieri (pistola) PEN city (città)
5- Archibusieri Provisionati (archibugio) PRO large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Briganti}Briganti
{Briganti_descr}"Nel 1452, dopo un mezzo secolo di stato di guerra ininterrotto, di brigantaggio e di spopolamento nell'Agro Romano, il Papato riunificato nella persona di Nicola V promulgò una costituzione per la propria dogana [dei pascoli] in risposta alla rinata dogana napoletana."\n
Codice Vaticano, Libro delli statuti...\n\n
Il brigantaggio (inteso come fenomeno endemico nella penisola italica) si sviluppa dal XIV secolo in particolar modo nell'Italia centrale, dalla Romagna alla Toscana, dall'Agro Romano all'Abruzzo; in queste regioni si formavano bande composte non solo da comuni fuorilegge ma anche da "banditi" (ovvero fuoriusciti politici messi al bando) senza risorse, costretti a darsi alla macchia e ad aggredire mercanti e viaggiatori per poter sopravvivere. Dalla metà del XV secolo il brigantaggio si rafforza ulteriormente, con la proliferazione di gruppi di fuorilegge composti da "masnadieri" (ovvero mercenari sbandati), contadini ridotti alla fame e pastori datisi alla macchia e divenuti ladri di bestiame. Spesso, in tempo di guerra, i briganti catturati dalle autorità locali accettano la coscrizione forzata pur di evitare la galera, o peggio la forca; essi vanno così a formare bande armate sotto il controllo dei capitani dell'esercito, armati di lance corte e protetti da giachi di cuoio. Si rivelano piuttosto utili come guarnigioni a basso costo, per tendere imboscate (sono molto abili a nascondersi grazie alla profonda conoscenza dei loro stessi territori) e per razziare il territorio nemico.
{Briganti_descr_short}Briganti catturati e coscritti come milizia, abili nelle imboscate, armati di lance corte e protetti da giachi di cuoio.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Piquieri_Provisionati}Piquieri Provisionati
{Piquieri_Provisionati_descr}I provisionati (da "provisione", ossia la paga mensile che percepiscono) sono le prime unità di fanteria permanente italiche, mantenuti per periodi più lunghi rispetto ai comuni miliziani, e dotati di un miglior addestramento. In effetti questi soldati, introdotti nell'esercito veneto nella seconda metà del XV secolo in misura crescente, sono composti non solo da semplici miliziani ma anche da membri di compagnie di ventura: il passo da mercenari a professionisti della guerra non è poi così lungo. Dotati di lunghe picche, costoro indossano moderne corazze sotto i completi a sbuffo e risultano utili in situazioni di difesa, potendo contrastare le cariche dei cavalieri pesanti. Vengono usualmente schierati col supporto dei tiratori e della fanteria da mischia, secondo il modello ispanico di successo, detto "Tercio".
{Piquieri_Provisionati_descr_short}Picchieri italici professionali, dotati di buone corazze sotto i completi a sbuffo.

{Tabulacciari}Tabulacciari
{Tabulacciari_descr}"[...] alle norme sulla pubblica sicurezza per gli scudari, coltellinai, balestrieri, spadari, [...] tavolacciari e pavesari, armaiuoli corazzari [...]"\n
Bullettino senese di storia patria\n\n
I "tabulacciari" o "tavolacciari" sono fanti contadini il cui unico scopo è servire nell'esercito alla stregua dei pavesari; non hanno alcuna mansione offensiva e si occupano solo di proteggere i tiratori con i loro grandi scudi, detti "tavolacce". Indossano semplici protezioni in cuoio e sono provvisti di corta daga per gli incontri ravvicinati.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lucchesi, fiorentine, senesi, piombinesi, laziali
{Tabulacciari_descr_short}Queste truppe, dotate di giachi e lance, portano grandi scudi con cui proteggersi durante la lenta fase di ricarica delle balestre.

{Mazzieri}Mazzieri
{Mazzieri_descr}"Vi erano poi i sergenti d'arme o mazzieri, in numero di almeno cinquanta a partire da Benedetto XII, incaricati di scortare il corteggio pontificio, di rafforzare la sicurezza interna del palazzo, di arrestare i chierici delinquenti, di sorvegliare le prigioni, di compiere talune missioni per conto della camera apostolica; questi armigeri, nel XV secolo, furono regolarmente reclutati fra la nobiltà."\n
B. Guillemain, La cour pontificale d'Avignon\n\n
I mazzieri pontifici assolvono varie funzioni, che vanno dalla protezione dei vescovi al controllo dell'ordine pubblico. Riuniti in formazioni composte da giovani nobili appartenenti alle maggiori famiglie aristocratiche romane, i mazzieri sono molto utili per presidiare i castelli ma, all'occorrenza, possono essere schierati con successo anche nelle battaglie campali. Equipaggiati con elmo, usbergo e mazza, questa unità può rafforzare il nucleo della fanteria pesante dell'esercito.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni laziali
{Mazzieri_descr_short}Fanteria nobile romana, dotata di elmo, usbergo e mazza.

{Guardia_Svizzera}Guardia Svizzera
{Guardia_Svizzera_descr}
La formazione militare più celebre dell'esercito papalino è quella della guardia svizzera, costituitasi per iniziativa di Sisto IV che aveva concluso nel 1479 un accordo con la confederazione svizzera, che prevedeva la possibilità di reclutare mercenari elvetici. Il 22 gennaio 1506, un gruppo di 150 mercenari elvetici al comando del capitano Kaspar von Silenen, del Canton d'Uri, si stanziava permanentemente in Vaticano al servizio di papa Giulio II. Le guardie svizzere non furono solo impiegate come scorta personale del papa, ma parteciparono a numerose battaglie, la più famosa quella avvenuta il 6 maggio 1527 durante il sacco di Roma da parte dei lanzichinecchi del contestabile di Borbone, permettendo con il loro sacrificio a papa Clemente VII di avere salva la vita.
{Guardia_Svizzera_descr_short}La più celebre guardia del corpo, incaricata di difendere il Papa, armata di alabarde e protetta da corazze.

{Rotulari_Provisionati}Rotulari Provisionati
{Rotulari_Provisionati_descr}I provisionati (da "provisione", ossia la paga mensile che percepiscono) sono le prime unità di fanteria permanente italiche, mantenuti per periodi più lunghi rispetto ai comuni miliziani, e dotati di un miglior addestramento. In effetti questi soldati, introdotti nell'esercito veneto nella seconda metà del XV secolo in misura crescente, sono composti non solo da semplici miliziani ma anche da membri di compagnie di ventura: il passo da mercenari a professionisti della guerra non è poi così lungo. Dotati di spade e scudi, costoro indossano moderne corazze sotto le vesti e risultano assai utili come fanteria d'assalto. Vengono usualmente schierati a supporto dei picchieri e della fanteria da tiro, secondo il modello ispanico di successo, detto "Tercio".
{Rotulari_Provisionati_descr_short}Si tratta di fanti arruolati nelle provisioni semi-permanenti, dotati di corazze, scudi e armati di spade.

{Pagii}Pagii
{Pagii_descr}"[Ogni lancia prevede] un caporale o armigero (caput lancee o armiger), un paggio (pagius, rigazzus) e infine un platto (plactus), i due ultimi montati su ronzini o muli."\n
Regola del reclutamento delle lance pontificie, XV secolo\n\n
I paggi ("pagii" in latino), montati su ronzini e armati alla leggera con giachi protettivi e spade, sono gli scudieri che seguono i veri cavalieri delle "lance" pontificie tardomedievali: trattasi di formazioni regolate da editti emanati dai potentati locali, al fine di favorire una standardizzazione dell'esercito e renderlo più stabile, omogeneo ed efficiente. Al di fuori di qualche caso aberrante per difetto o eccesso, le lance reclutate dallo Stato Pontificio per le sue guerre alla metà del XV secolo comportano ognuna un "caput lancee" o "armiger", uno scudiero o paggio ("pagius", "rigazzus"), e infine un cavalleggero ("plattus", "plactus", "platto"), i due ultimi montati su ronzini o muli. La funzione dei paggi consiste basicamente nel supporto ai cavalieri pesanti, ma possono anche esibirsi in azioni autonome, specialmente contro la fanteria leggera e gli sbandati dalla prima carica degli armigeri.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni laziali
{Pagii_descr_short}Paggi montati su ronzini e armati alla leggera con giachi protettivi e spade, sono gli scudieri che seguono i veri cavalieri pesanti pontifici.

{Balistari_Equites}Balistari Equites
{Balistari_Equites_descr}"A fianco alle lanze [aragonesi] possiamo notare [in Puglia e Lucania] la presenza di un contingente di balestrieri a cavallo, che coniugavano facilità di manovra con elevata cadenza di tiro [...] a conferma della natura dinamica che Alfonso [di Calabria] voleva attribuire alle operazioni militari."\n
Antonio Primaldo Coco, La guerra contro i Turchi in Otranto..., 1480-81\n\n
E' attestata, nel regno aragonese del Mezzogiorno, la presenza di "balistari equites". Costrette a neutralizzare le mobili e veloci unità da tiro ottomane, gli Aragonesi hanno sviluppato truppe più leggere e versatili come i balestrieri a cavallo. Costoro utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica, visto che il rateo di tiro non è maggiore di quello degli altri balestrieri. Indossano elmetti a bacinetto, cotte leggere e sono dotati di spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, liguri, laziali, campane, abruzzesi
{Balistari_Equites_descr_short}Utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica.

{Guardia_Pontificia}Guardia Pontificia
{Guardia_Pontificia_descr}"[Antonio Maria della Mirandola nel 1492] presenzia a Roma alle cerimonie organizzate per l'elezione a pontefice di Alessandro VI. Nell'occasione comanda la guardia palatina: brandisce lo stendardo papale su cui compaiono il bue, la tiara e le chiavi di San Pietro con tre bande nere su campo vermiglio."\n
Cronaca romana\n\n
"Convocato [nel 1504 Guido Vaina] a Roma da Giulio II, ottiene l’agognato comando dei cavalli leggeri della guardia palatina."\n
Cronaca romana\n\n
"Il 3 aprile 1482 i Santacroce con lo aiuto delle guardie palatine mandate da Gerolamo Riario, assalirono e distrussero le case dei loro avversari uccidendo nella mischia Girolamo Colonna."\n
Cronaca romana\n\n
La guardia palatina pontificia rappresenta la cavalleria d'èlite dello Stato Pontificio nella seconda metà del XV secolo. Composta da soli nobili, essa viene reclutata per proteggere il Pontefice, i cardinali e i più importanti membri delle famiglie aristocratiche romane; il comando della guardia è quindi un incarico molto prestigioso ed ambito da molti giovani generali. Questi cavalieri sono equipaggiati alla leggera: indossano solo celate e corazzine sul busto, lasciano scoperti gli arti e montano cavalli con barde leggere; le loro armi sono la lancia e la spada. L'impatto della loro carica è di poco inferiore a quello della cavalleria feudale, ma in compenso sono assai più agili e veloci, ideali per le complesse tattiche messe a punto sul finire del '400, quando le schiere di picche iniziano a dominare sul campo di battaglia.
{Guardia_Pontificia_descr_short}Cavalieri d'èlite pontifici, dotati di celata, corazzina, lancia e spada.

{Equitatores_Lanze_Spezzate}Equitatores de' Lanze Spezzate
{Equitatores_Lanze_Spezzate_descr}Dalla metà del XV secolo i maggiori stati italici mantengono regolarmente forze armate alle loro dirette dipendenze: si tratta delle "lanze spezzate", ossia liberi mercenari non inquadrati nel sistema delle condotte e assoldati singolarmente dai governi. Spesso quando un condottiero moriva, disertava o si ritirava, gli uomini della sua condotta venivano ingaggiati dagli stati come lanze spezzate, per poi divenire a tutti gli effetti cavalieri professionali. Gli "equitatores" non sono veri cavalieri, bensì scudieri o sergenti inquadrati nel sistema delle lanze spezzate, i quali accompagnano gli armigeri professionali sul campo di battaglia: il loro scopo è portare le loro lance, catturare i nemici sbandati dopo la carica, effettuare azioni di disturbo ai fianchi dello schieramento avversario. Sono equipaggiati alla leggera con celata, brigantina, mezza lancia e spada; i loro destrieri sono scoperti per garantire maggiore agilità di manovra.
{Equitatores_Lanze_Spezzate_descr_short}Scudieri su destrieri scoperti, al seguito dei cavalieri professionali, equipaggiati alla leggera con celata, brigantina, mezza lancia e spada.

{Pistoletti_Lanze_Spezzate}Pistoletti de' Lanze Spezzate
{Pistoletti_Lanze_Spezzate_descr}Dalla metà del XV secolo i maggiori stati italici mantengono regolarmente forze armate alle loro dirette dipendenze: si tratta delle "lanze spezzate", ossia liberi mercenari non inquadrati nel sistema delle condotte e assoldati singolarmente dai governi. Spesso quando un condottiero moriva, disertava o si ritirava, gli uomini della sua condotta venivano ingaggiati dagli stati come lanze spezzate, per poi divenire a tutti gli effetti cavalieri professionali. A partire dal XVI secolo, nell'Italia centrale appaiono i "pistoletti", imitazioni dei tedeschi "reiter" o "raitri": privi di spada, hanno un corto archibugio detto "petrinale" con cui sparano una sola volta e poi si affidano alle pistole. Le imitazioni italiane tuttavia non rinunciano alla lancia, alla quale si affidano dopo lo sparo del petrinale, per il corpo a corpo. Cavalcano destrieri senza barda e l'impatto è di poco inferiore alla cavalleria pesante vera e propria; in compenso risultano molto più agili e veloci.
{Pistoletti_Lanze_Spezzate_descr_short}Armati di pistola, lancia leggera e dotati di corazze, questi cavalieri professionali sono mobili e letali.

{Armigeri_Lanze_Spezzate}Armigeri de' Lanze Spezzate
{Armigeri_Lanze_Spezzate_descr}Dalla metà del XV secolo i maggiori stati italici mantengono regolarmente forze armate alle loro dirette dipendenze: si tratta delle "lanze spezzate", ossia liberi mercenari non inquadrati nel sistema delle condotte e assoldati singolarmente dai governi. Spesso quando un condottiero moriva, disertava o si ritirava, gli uomini della sua condotta venivano ingaggiati dagli stati come lanze spezzate, per poi divenire a tutti gli effetti cavalieri professionali. L'armigero o uomo d'arme è il "caput lancae", ossia il capitano della "lancia" di cui fa parte, solitamente assieme a un paio di tiratori e tre scudieri. Solo lui è armato da cavaliere pesante, con elmo, armatura di piastre, lancia e stocco; anche il cavallo sfoggia una corazza metallica che lo protegge dalle lance dei fanti e rende la carica ancor più devastante.
{Armigeri_Lanze_Spezzate_descr_short}Protetti da armature di piastre e armati di lancia, questi cavalieri pontificiprofessionali difendono l'onore del Papa.

{Sagittari}Sagittarii
{Sagittari_descr}"Nella primavera del 1284 il Rettore pontificio delle Marche, Goffredo di Anagni, concentrava a Jesi un grosso esercito [...] Ma per piegare i ribelli di Urbino, le forze raccogliticce ed avventizie del legato, soldati a piedi ed arcieri forniti dalle città per la durata di una stagione, con obblighi di due o tre mesi al più, erano di scarsa o di nessuna utilità."\n
Gino Franceschini, i Montefeltro\n\n
Una volta ricostituita l'unità dello Stato della Chiesa, il cardinale Albornoz creò un'amministrazione basata sul decentramento provinciale, codificata nel 1357 nelle cosiddette Costituzioni egidiane. Lo Stato risultò suddiviso nelle seguenti province: Patrimonii Sancti Petri, Campaniae et Maritimae, Ducatus Spoleti, Marchiae Anconae, Provincia Romandiolae. Queste cinque provincie venivano governate da un rettore nominato dal Pontefice e godevano ancora di una certa autonomia, ma dovevano sottostare ai tributi papali ed erano tenute a fornire una milizia per il controllo dell'ordine pubblico locale. Borghi e castelli si organizzavano per armare unità di arcieri detti "sagittari", al comando dei podestà o castellani locali, i quali rispondevano al rettore. I sagittari sono in gran parte costituiti da popolani e contadini, dotati di semplici archi da caccia, con poca esperienza di tiro e ancor meno di guerra, inoltre sono scarsamente equipaggiati con giachi leggeri di cuoio; per la mischia, nella quale soccomberebbero o dalla quale fuggirebbero subito, usano un coltellaccio.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni umbre, laziali
{Sagittari_descr_short}Arcieri miliziani al comando del rettore locale, con poca esperienza e dotati solo di giachi di cuoio e coltellaccio.

{Balistari_Veliterni}Balistari veliterni
{Balistari_Veliterni_descr}"Adesso vale la pena soffermarci sull’esercito del comune di Velletri [...] la fanteria era divisa in arcieri, balestrieri (che risulta, siano molto bravi e famosi) e gli alabardieri."\n
Cronaca Veliterna del XVI secolo\n\n
"Dopo un mese di guerriglia (contro l'antipapa Clemente VII) avvenne la battaglia decisiva tra l’esercito Veliterno e i mercenari Bretoni presso campo morto [...] la vittoria fu di Velletri si dice perché una pioggia di ghiande voluta da San Gerardo colpi i Bretoni, in realtà sembra che questa pioggia di ghiande non erano altro che i dardi dei balestrieri Veliterni che, come detto, erano tra i migliori della zona."\n
Cronaca Veliterna del XVI secolo\n\n
"L'esercito Napoletano con l'aiuto dei Colonna e dei Savelli marciava contro Roma [nella Guerra del Sale, 1461-1483], l’esercito pontificio gli andò incontro guidato da Roberto Malatesta, i pontifici richiesero a Velletri 500 uomini tra cui 250 Balestrieri che erano considerati tra i migliori."\n
Cronaca Veliterna del XVI secolo\n\n
In tutta l'area laziale i migliori balestrieri sono senza dubbio i Veliterni. Costoro provengono dalla città di Velletri e dal suo contado (o "Podesteria Veliterna"), ma grazie alla loro bravura sono divenuti celebri anche nelle altre provincie romane ed ora vengono reclutati ovunque, in ogni cittadina o fortezza romana. Oltre ad un ottimo addetramento, essi sfoggiano un equipaggiamento di tutto rispetto che, oltre alla balestra, comprende elmetto metallico, cotta di maglia e daga per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni romane
{Balistari_Veliterni_descr_short}Unità scelta di balestrieri laziali, protetti da cotta di maglia e dotati di spada per la michia.

{Schiopettieri}Schiopettieri
{Schiopettieri_descr}"I Veneziani erano preoccupati dal gran numero di tiratori [schiopettieri] presenti tra le fila dell'esercito milanese intorno al 1440 [...] e la loro importanza fu chiaramente dimostrata nel 1482 quando, durante la Guerra di Ferrara, i milanesi schierarono 1.250 cannoni a mano e soltanto 233 balestre, oltra a 352 archibugi [...] un'arma da fuoco molto più efficace, con uno scatto a molla che portava la miccia incendiaria sulla camera di scoppio.\n
Cronaca Veneziana\n\n
Gli "schiopettieri" rappresentano le truppe addestrate all'uso delle primitive armi da fuoco leggere, gli schioppi o schioppetti (dette variamente "sclopeti", "sclopi", "manesche"). Chiamati "cannoncini a braccio" per distinguerle dai pezzi di artiglieria, gli schioppetti sono la forma più antica di arma da fuoco individuale: la presenza di schioppetti sembra sia stata segnalata nel 1284 in occasione della difesa di Forlì da parte di Guido da Montefeltro; si tratta però di una testimonianza isolata e quindi alquanto sospetta, i primi dati sicuri sono successivi di mezzo secolo dopo. Gli schiopettieri divennero sempre più numerosi fra le guarnigioni stabili nel corso del '300, e dal '400 unità analogamente armate vennero incluse anche in molti eserciti campali, soprattutto nell'esercito milanese dello Sforza, che contava oltre un migliaio di tiratori, tra i quali molti esperti tedeschi. Queste armi consistono di un rudimentale tubo metallico montato su un pezzo di legno e dotato di un primitivo meccanismo di fuoco; il tutto in una foggia tale che praticamente non consente di mirare. Armi simili causavano più timore che danni reali alle truppe nemiche, scosse dal frastuono e dal fumo generati durante lo sparo. Data la loro scarsa gittata, gli schiopettieri necessitano di armature robuste e di capacità in corpo a corpo, dove sfoderano le spade.
{Spingardieri_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, le prime armi da fuoco individuale, gli schiopettieri devono essere preparati al corpo a corpo.

{Archibusieri_Provisionati}Archibusieri (de l'Ordinanza)
{Archibusieri_Ordinanza_descr}"Volesse Iddio che un tal diabolico strumento [l'archibugio] non fosse mai stato inventato: io non ne porterei i segni, e molti coraggiosi e valorosi uomini non sarebbero stati uccisi da codardi [archibugieri] che non avrebbero il coraggio di guardarli in faccia, striscianti a terra con i loro spregievoli proiettili."\n
Blaise de Montluc, maresciallo di Francia\n\n
I provisionati (da "provisione", ossia la paga mensile che percepiscono) sono le prime unità di fanteria permanente italiche, mantenuti per periodi più lunghi rispetto ai comuni miliziani, e dotati di un miglior addestramento. In effetti questi soldati, introdotti nell'esercito veneto nella seconda metà del XV secolo in misura crescente, sono composti non solo da semplici miliziani ma anche da membri di compagnie di ventura: il passo da mercenari a professionisti della guerra non è poi così lungo. Gli archibugieri professionali, eccellenti tiratori dotati di archibugio, indossano una evoluta e costosa corazza di piastre sotto i tipici completi a sbuffo, e portano la spada per il corpo a corpo. Vengono usualmente schierati a supporto dei picchieri e della fanteria pesante (rotulari o alabardieri).
{Archibusieri_Ordinanza_descr_short}Tiratori italici professionali, dotati di evolute e costose corazze di piastre e spade per la mischia.



REGNO DI NAPOLI
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Lazzaroni (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Clipeati (spada) AOR town (roccaforte)
3- Presidiarii (spiedo) AOR large_town (castello)
4- Stipendiarii (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Scutiferi (lancia leggera) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Equites (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Conrois (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Arcieri Sanniti (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Provenzali (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Espringaliers (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Lazzaroni}Lazzaroni
{Lazzaroni_descr}"[...] nessun combattimento fu mai così ostinato, nessun quadro così orribile. I lazzaroni, questi uomini meravigliosi, quei reggimenti stranieri e napoletani scampati dall'esercito, che era fuggito innanzi a noi, chiusi in Napoli, sono degli eroi. Si combatte in tutte le strade, il terreno è disputato palmo a palmo, i lazzaroni sono comandati da capi intrepidi. Il forte di Sant'Elmo li fulmina, la terribile baionetta li atterra, essi ripiegano in ordine, tornano alla carica."\n
Jean-Etiénne Championnet\n\n
"giravano per la strada [di Napoli] pattuglie di lazzaroni, che avevano un contegno tranquillo e conveniente."
Joseph Alexander von Helfert\n\n
I "lazzari" o "lazzaroni" sono giovani della classe popolare napoletana; benché miseri, riuscivano a sopravvivere senza doversi preoccupare eccessivamente per questioni di cibo e vestiario. Soventemente sfaccendati, si adattavano a compiere qualsiasi mestiere che si presentasse loro occasionalmente, non disdegnando talvolta di compiere qualche piccolo furto o raggiro e, più spesso, mendicando. È documentato che nella loro società si era sviluppata una vera e propria gerarchia che prevedeva anche l'elezione di un capo, ufficialmente riconosciuto e accolto alla corte reale, in particolari occasioni incaricato del mantenimento dell'ordine pubblico. In tali circostanze, i lazzaroni si equipaggiavano come meglio potevano, indossando giachi di cuoio e impugnando lance corte, dimostrandosi patrioti assai coraggiosi ma per nulla disciplinati.\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni campane
{Lazzaroni_descr_short}Popolani napoletani, con giachi di cuoio e lance corte, patrioti assai coraggiosi ma per nulla disciplinati.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Clipeati}Clipeati
{Clipeati_descr}"Correva l'anno 1462 e gli Aragonesi erano in guerra contro gli Angioini. Pontano, segretario del re Aragonese, partecipa all'assedio e alla presa di Acri [...] L'impresa fu condotta a termine. Maso, allora, venuto a conoscenza di tutte le costumanze dei cittadini, dispose che quei due, commiliti scelti, parte clipeati e parte schioppettieri e balestrieri, eludendo la vigilanza delle guardie, secondo controllo, dovessero passare il fiume a calma notte [...] primi i clipeati e, dopo, gli schioppettieri e balestrieri occupano le vie ed irrompono nella piazza."\n
Raffaele Capalbo, Acri espugnata a tradimento...\n\n
Nel Mezzogiorno italico, fino al XVI secolo, si indicano come "clipeati" quei fanti (solitamente contadini coscritti secondo la leva feudale ancora in vigore) dotati di grande scudo per proteggere gli inermi tiratori dall'impeto dei nemici, al modo dei pavesari o tabulacciari settentrionali. In età antica, il termine latino "clipeo" designava uno scudo rotondo in uso presso la fanteria pesante greca degli opliti; in età medievale passa a indicare genericamente uno scudo, di forma variabile, solitamente ovale. L'arma da mischia in dotazione a questa fanteria leggera contadina era la spada corta o la daga.\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni campane, abruzzesi, pugliesi, lucane, calabresi
{Clipeati_descr_short}Fanti contadini del Mezzogiorno, dotati di grande scudo ovale e spada corta o daga.

{Presidiarii}Presidiarii
{Presidiarii_descr}"Già [...] cominciava ad agitarsi la sollevazione in Piombino e per tutto lo stato, con animo di scacciare i presidiari dalle fortezze, se Stefano Neri, uno de' consiglieri, non avesse perorato di dire che 'non era dovere innovare cosa alcuna contro gli stipendiati di milizia fino a tanto che essa desse in potestà del comune le fortezze'; ed in questa guisa s'acquietò il tumulto [...]."\n
Pietro Leopoldo Galli Tassi, Istoria del Principato di Piombino...\n\n
"A queste truppe si devono aggiungere ovviamente le fanterie dei presidiali, la milizia popolare dei lancieri introdotta nell'istituzione militare aragonese in seguito alla riforma degli anni '40-'60 del secolo [XV], milizia sulla quale si poteva fare poco affidamento, essendo addestrata alla buona e non potendola spostare dai luoghi sui quali prestava servizio essendo quegli stessi luoghi la principale fonte di sostentamento dei fanti medesimi, che prima di essere soldati erano contadini, vasai, conciatori di pelli, pescatori."\n
Francesco Scarpello, Aspetti di storia militare nella Guerra d'Otranto\n\n
"[Il Re di Napoli recluta i presidiarii] in tale modo che nel Regno non serano [vi saranno] altre gente che quelle de sua maestà, che è cosa che molto assicura e ferma [consolida] lo stato suo."\n
Cronaca napoletana, XV secolo\n\n
I fanti di presidio o "presidiari" (termine diffuso ovunque, dalla Liguria al Mezzogiorno) sono uomini coscritti per assicurare la protezione dei principali castelli e l'ordine pubblico nel contado. Non sono guerrieri di professione: tra le loro fila si annoverano contadini, allevatori, pescatori. Si tratta quindi di unità non permanenti e poco addestrate, ciononostante possono rivelarsi piuttosto utili ai signori locali, i quali li equipaggiano bene: elmo metallico, cotta di maglia o brigantina, alabarda. Così armati, i presidiari compensare la poca esperienza e possono tener testa alla fanteria e alla cavalleria leggera.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni liguri, fiorentine, senesi, piombinesi, campane, abruzzesi, pugliesi, lucane, calabresi, siciliane
{Presidiarii_descr_short}Queste truppe, inesperte ma dotate di cotte e alabarde, sono reclutate come presidio per i principali castelli.

{Stipendiarii}Stipendiarii
{Stipendiarii_descr}"I cavalieri feudali che facevano parte del regio esercito angioino, dopo aver militato a proprie spese per 90 giorni, diventavano stipendiarii. [...] Ricevevano il soldo dal re [...] erano gli esponenti cadetti delle nobili famiglie feudali del regno [...]"\n
Errico Cuozzo, Le eredità normanno-sveve in età angioina\n\n
Il massiccio ricorso ai mercenari è una pratica consolidata, nella penisola italica, almeno dal XIV secolo. Non di rado accade che compagnie mercenarie vengano periodicamente reclutate dai signori locali, per garantirsi una guardia affidabile in tempo di guerra, per poi congedarle a campagna ultimata. Il passo da mercenari saltuari a guardie permanenti è davvero breve, tanto da formare una classe di "stipendiarii" che vengono mantenuti stabilmente dalle autorità anche in tempo di pace, naturalmente a mezza paga; spesso a questi veterani della guerra si uniscono i meno abbienti tra i cavalieri feudali, una volta che essi abbiano servito il signore per il periodo previsto dal "servitium debitum". Questi soldati sono dotati di elmetti, buone corazze e alabarde; il buon equipaggiamento e la notevole esperienza marziale li rende versatili ed efficienti contro qualsiasi nemico.
{Stipendiarii_descr_short}Dotati di elmetti, buone corazze e alabarde, sono soldati versatili ed efficienti contro qualsiasi nemico.

{Scutiferi}Scutiferi
{Scutiferi_descr}"Nell'esercito angioino, oltre ai cavalieri che avevano ricevuto l'investitura cavalleresca, erano presenti altri combattenti a cavallo. I più numerosi erano gli scutiferi [...] che svolgevano il ruolo di cavalleria leggera, e che erano divisi in due categorie. Vi erano gli scutiferi nobiles, figli di cavalieri, che stavano completando il tirocinio prima dell'investitura. [...] Vi erano poi gli scutiferi equites, che non appartenevano alla stirpe dei cavalieri, che non ricevevano l'investitura cavalleresca ma che comunque costituivano un gruppo chiuso e gerarchicamente organizzato di combattenti a cavallo. [...] Essi non disponevano di possessi terrieri ma ricevevano il soldo. [...] Tutti gli scutiferi non portavano le armi dei cavalieri. Indossavano usbergo. [...] L'elmo non aveva l'appoggio per difendere il collo. [...] non potevano portare i pantaloni di ferro [...] inoltre era loro vietato l'uso della lancia. L'unica arma di offesa consentita era la spada. Gli scutiferi restavano in battaglia dietro ai conrois: dopo la carica di questi ultimi che rompeva lo schieramento avversario, essi, molto più numerosi rispetto ai cavalieri, intervenivano e sfruttavano il vantaggio acquisito."\n
Errico Cuozzo, Eredità normanno-sveve in età angioina\n\n
Questi scudieri (dal latino "scutiferi") formano unità di cavalleggeri in parte nobili ("scutiferi nobiles") e in parte popolani ("scutiferi equites"), a cui è affidato il compito di assistere i veri cavalieri: portano per loro la lancia fin sul campo di battaglia e poi seguono la loro carica, occupandosi di fare prigionieri o di finire i cavalieri nemici atterrati. Inoltre fronteggiano i cavalleggeri avversari e molestano i fianchi dello schieramento nemico tentando di isolare gli inermi tiratori. Il loro tipico equipaggiamento prevede un giaco protettivo o un usbergo, un elmetto e una spada.\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni campane, abruzzesi, pugliesi, lucane, calabresi
{Scutiferi_descr_short}Scudieri in parte nobili e in parte popolani, dotati di elmetti, giachi o usberghi, spada.

{Balistari_Equites}Balistari Equites
{Balistari_Equites_descr}"A fianco alle lanze [aragonesi] possiamo notare [in Puglia e Lucania] la presenza di un contingente di balestrieri a cavallo, che coniugavano facilità di manovra con elevata cadenza di tiro [...] a conferma della natura dinamica che Alfonso [di Calabria] voleva attribuire alle operazioni militari."\n
Antonio Primaldo Coco, La guerra contro i Turchi in Otranto..., 1480-81\n\n
E' attestata, nel regno aragonese del Mezzogiorno, la presenza di "balistari equites". Costrette a neutralizzare le mobili e veloci unità da tiro ottomane, gli Aragonesi hanno sviluppato truppe più leggere e versatili come i balestrieri a cavallo. Costoro utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica, visto che il rateo di tiro non è maggiore di quello degli altri balestrieri. Indossano elmetti a bacinetto, cotte leggere e sono dotati di spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, liguri, laziali, campane, abruzzesi
{Balistari_Equites_descr_short}Utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica.

{Conrois}Conrois
{Conrois_descr}"Il ruolo dei cavalieri nella tattica di battaglia dell'esercito angioino era fondamentale [...] Si trattava di una sorta di gioco delle armi dei cavalieri, detto conroi, e consisteva nella cavalcata simultanea di due schiere opposte, che alla fine si scontravano. [...] Una quarantina di cavalieri si ordinavano in schieramento accanto allo stendardo del loro capo. [...] più conroi cavalcavano l'uno dietro l'altro, con un fronte d'urto di circa trenta metri [...]"\n
Errico Cuozzo, Eredità normanno-sveve in età angioina\n\n
I cavalieri angioini sono giustamente considerati, oltre che i più numerosi della penisola italica, anche quelli più esperti e meglio equipaggiati. Detti "conrois", costoro sfoggiano corazze di piastre, elmi e scudi; cavalcano destrieri pesantemente bardati e portano una spada per gli incontri ravvicinati. Schierati su due o tre linee, su un fronte di almeno trenta metri, essi caricano il nemico lancia in resta, con una potenza devastante; una volta conclusa la carica, si riorganizzano velocemente per effettuarne un'altra, oppure si gettano nella mischia assieme ai loro scudieri, per finire i nemici supestiti.
{Conrois_descr_short}Cavalieri angioini su destrieri bardati dalla carica devastante, protetti da corazze, elmi e scudi, armati con lancia pesante e spada.

{Arcieri_Sanniti}Arcieri sanniti
{Arcieri_Sanniti_descr}Questi tiratori sono considerati tra i migliori del Mezzogiorno; provengono dai monti del Sannio, ma vengono dislocati estesamente in tutta la Campania e l'Abruzzo. La loro tradizione è assai antica: la civiltà romana, nelle guerre sannitiche, aveva apprezzato la facilità con cui i Sanniti riuscivano ad organizzarsi in terreno impervio, grazie alla loro capacità di far operare indipendentemente unità di dimensioni ridotte; famoso è l'episodio delle Forche Caudine, in cui i romani furono pesantemente sconfitti dai Sanniti, proprio grazie alla maggiore flessibilità delle unità di questi ultimi. Perpetuando la fama dei loro avi, gli arcieri medievali del Sannio si distinguono per abilità, versatilità e coraggio; armati alla leggera con elmetti e corpetti di cuoio, costoro impiegano un arco semplice e una daga per la mischia, che non disdegnano affatto.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni campane, abruzzesi
{Arcieri_Sanniti_descr_short}Tiratori leggeri del Sannio, perpetuano la fama dei loro avi, armati di arco semplice e daga.

{Balistari_Provenzali}Balistari provenzali
{Balistari_Provenzali_descr}"Perchè venute a Napoli di maggio le venti galee provenzali, e tolti secoloro assai cavalieri del regno e francesi, da sette legni [navi] da ottanta remi, a Nicotra si erano avviate a trovare il principe [angioino]. Il quale vedendo così rassicurati i mari da' corsari siciliani [...] per prima dimostrazione mandò l'armata provenzale a girar intorno alla Sicilia [...] Dapprima s'affrontano [Provenzali e Siculo-Aragonesi] con ugual furore, con saette e calce e fuochi; ma Loria [ammiraglio siciliano] comanda a' suoi che copransi alla meglio, e sostengan lo scontro, lasciando i soli balestrieri a ferire: e così infino a mezzogiorno si battagliò, e si sparse assai sangue, incalzando gli uni [Provenzali], difendendosi gli altri soltanto [Siculo-Aragonesi]. Ma come Loria s'accorse che già mancavano i tiri a' Provenzali, i quali invano li aveano sparnazzato, e che prendean essi a lanciare fino gli utensili delle galee, passò a ripigliar vivamente l'assalto. Leva il grido: "Aragona sovr'essi!" e robusti arrancando i nostri, feriscon di sassi e dardi e tutte lor armi i Provenzali, sprovveduti e stracchi [stanchi]; urtan di costa le navi; spezzan remi, fianchi, prore; saltan all'abbordo con le spade alla mano. Quest'impeto trionfò. [...] Ma l'ammiraglio [Loria] non posando a pascersi di lodi in corte, di plausi e festeggiamenti in città, e volendo trarre del tutto a' nemici [Angioini] la voglia di venir sopra l'isola [di Sicilia], rifornita in pochi giorni la flotta, spingeasi lungo le costiere di Calabria e Principato; presentandosi minaccioso infino allo stesso porto di Napoli, affidato forse nelle accennate pratiche. Il presidio fe' prova a rispingerlo saettando; ed ei, messi all'opera i suoi balestrieri, spazzò la riva."\n
Michele Amari, La guerra del vespro siciliano\n\n
Da quando gli Angioini della contea di Provenza, nel XIII secolo, sono riusciti a far valere i loro diritti sul regno di Napoli, in tutta la Campania (oltre che in Provenza) si possono reclutare ottimi balestrieri provenzali. Questi tiratori sono protetti da cotte ed elmetti, mentre sfoderano la spada per la mischia. Addestrati a navigare in mare come ciurma combattente, a costoro non manca di certo il coraggio; lo dimostrarono in molte battaglie contro i nemici aragonesi, durante la Guerra del Vespro per il controllo della Sicilia. Difettano invece di disciplina e resistenza, per cui possono andare in rotta se sottoposti a mischie prolungate.\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni provenzali, campane
{Balistari_Provenzali_descr_short}Ottimi tiratori provenzali di marina, armati di balestra e spada, indossano cotta ed elmetto.

{Espringaliers}Espringaliers
{Espringaliers_descr}"Et per declarare da prima in questo Reame non si conoscea che cose fossero spingarde, quando venne Re Renato [d'Angiò] indusse seco 60 spingarderi: lo Re Renato, et dui altri deli detti spingarderi solamente sapeano lo Coso dela polvere [la composizione della polvere da sparo] [...] lo Re d'Aragona [Alfonso V] fece fare molte spingarde ma la polvere non era naturale e non operavano per niente [...] foro tutti pigliati [gli spingarderi angioini di Re Renato] et costretti [a rivelare il segreto della polvere pirica] [...] e subito foro impiccati."\n
Documento napoletano del XV secolo\n\n
Gli Angioini mostrano di essere più avanzati in fatto di artiglieria leggera rispetto a gran parte delle popolazioni italiche. Essi furono tra i primi, nel XV secolo, a schierare sul campo di battaglia in buon numero delle unità da fuoco a mano, venendo in seguito imitati dai Milanesi e da altri potentati al nord. Il termine "spingarda" ("espringale" in provenzale), introdotto nel XIII secolo, era usato in origine per indicare una specie di macchina da guerra che serviva per lanciare pietre; con l'invenzione della polvere da sparo e la costruzione di armi da fuoco, passò ad indicare una specie d'artiglieria che lanciava, al più, delle palle da cinque a sei libbre di peso, scendendo fino alle palle di sei once, e per la marina, anche di una sola oncia (sul tipo dello smeriglio). Quelle più grandi erano fissate sopra cavalletti e trattenute con ceppi di legno; quelle più piccole diventavano vere e proprie armi portatili e quasi manesche, simili all'archibugio. Essendo le spingarde piuttosto imprecise, poco affidabili e con una gittata scarsa, gli spingardieri devono sapersi destreggiare in mischia: per questo sono dotati di elmetti, corazzine e spade.
{Espringaliers_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, gli spingardieri si preparano al corpo a corpo con elmetti, corazzine e spade.

14/05/2012 14:11
 
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Principe

PRINCIPATO DI TARANTO
---------------------

Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Grecanici (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Clipeati (spada) AOR town (roccaforte)
3- Presidiarii (spiedo) AOR large_town (castello)
4- Stipendiarii (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Scutiferi (lancia leggera) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Equites (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Cavalieri Tarantini (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Arbereschi (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Pugliesi (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Spingardieri (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Grecanici}Grecanici
{Grecanici_descr}La comunità greca nel Mezzogiorno, eredità dell'epoca bizantina terminata bruscamente nel XII secolo con la conquista normanna, rappresentò fino al Cinquecento una cospicua minoranza etnica. In seguito alla crisi demografica del XIV secolo (dovuta alla peste e alla "cacciata dei Saraceni" ordinata da Carlo d'Angiò) il peso dell'etnia greca sulla popolazione aumenta, soprattutto con l'immigrazione di esuli bizantini e albanesi in fuga dagli Ottomani. Costoro, sbarcati sulle coste ioniche, ottengono dai signori locali il permesso di stabilirsi nella "Grecia salentina" (regioni interne del Salento) e nella zona del Vulture (in Lucania), dove ripopolano villaggi abbandonati o ne fondano di nuovi. Costoro sono chiamati "grecanici", dal nome del dialetto misto italico-greco, detto appunto grecanico o "griko", scritto in caratteri latini con evidenti influenze dialettali leccesi. I giovani guerrieri grecanici sono spesso chiamati alle armi per svolgere mansioni di guarnigione e sorveglianza dei borghi: espletano il servizio militare armati di lance corte e protetti da giachi imbottiti.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni pugliesi, lucane, calabresi
{Grecanici_descr_short}Questi giovani guerrieri di stirpe greca indossano giachi imbottiti e combattono con lance corte.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Clipeati}Clipeati
{Clipeati_descr}"Correva l'anno 1462 e gli Aragonesi erano in guerra contro gli Angioini. Pontano, segretario del re Aragonese, partecipa all'assedio e alla presa di Acri [...] L'impresa fu condotta a termine. Maso, allora, venuto a conoscenza di tutte le costumanze dei cittadini, dispose che quei due, commiliti scelti, parte clipeati e parte schioppettieri e balestrieri, eludendo la vigilanza delle guardie, secondo controllo, dovessero passare il fiume a calma notte [...] primi i clipeati e, dopo, gli schioppettieri e balestrieri occupano le vie ed irrompono nella piazza."\n
Raffaele Capalbo, Acri espugnata a tradimento...\n\n
Nel Mezzogiorno italico, fino al XVI secolo, si indicano come "clipeati" quei fanti (solitamente contadini coscritti secondo la leva feudale ancora in vigore) dotati di grande scudo per proteggere gli inermi tiratori dall'impeto dei nemici, al modo dei pavesari o tabulacciari settentrionali. In età antica, il termine latino "clipeo" designava uno scudo rotondo in uso presso la fanteria pesante greca degli opliti; in età medievale passa a indicare genericamente uno scudo, di forma variabile, solitamente ovale. L'arma da mischia in dotazione a questa fanteria leggera contadina era la spada corta o la daga.\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni campane, abruzzesi, pugliesi, lucane, calabresi
{Clipeati_descr_short}Fanti contadini del Mezzogiorno, dotati di grande scudo ovale e spada corta o daga.

{Presidiarii}Presidiarii
{Presidiarii_descr}"Già [...] cominciava ad agitarsi la sollevazione in Piombino e per tutto lo stato, con animo di scacciare i presidiari dalle fortezze, se Stefano Neri, uno de' consiglieri, non avesse perorato di dire che 'non era dovere innovare cosa alcuna contro gli stipendiati di milizia fino a tanto che essa desse in potestà del comune le fortezze'; ed in questa guisa s'acquietò il tumulto [...]."\n
Pietro Leopoldo Galli Tassi, Istoria del Principato di Piombino...\n\n
"A queste truppe si devono aggiungere ovviamente le fanterie dei presidiali, la milizia popolare dei lancieri introdotta nell'istituzione militare aragonese in seguito alla riforma degli anni '40-'60 del secolo [XV], milizia sulla quale si poteva fare poco affidamento, essendo addestrata alla buona e non potendola spostare dai luoghi sui quali prestava servizio essendo quegli stessi luoghi la principale fonte di sostentamento dei fanti medesimi, che prima di essere soldati erano contadini, vasai, conciatori di pelli, pescatori."\n
Francesco Scarpello, Aspetti di storia militare nella Guerra d'Otranto\n\n
"[Il Re di Napoli recluta i presidiarii] in tale modo che nel Regno non serano [vi saranno] altre gente che quelle de sua maestà, che è cosa che molto assicura e ferma [consolida] lo stato suo."\n
Cronaca napoletana, XV secolo\n\n
I fanti di presidio o "presidiari" (termine diffuso ovunque, dalla Liguria al Mezzogiorno) sono uomini coscritti per assicurare la protezione dei principali castelli e l'ordine pubblico nel contado. Non sono guerrieri di professione: tra le loro fila si annoverano contadini, allevatori, pescatori. Si tratta quindi di unità non permanenti e poco addestrate, ciononostante possono rivelarsi piuttosto utili ai signori locali, i quali li equipaggiano bene: elmo metallico, cotta di maglia o brigantina, alabarda. Così armati, i presidiari compensare la poca esperienza e possono tener testa alla fanteria e alla cavalleria leggera.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni liguri, fiorentine, senesi, piombinesi, campane, abruzzesi, pugliesi, lucane, calabresi, siciliane
{Presidiarii_descr_short}Queste truppe, inesperte ma dotate di cotte e alabarde, sono reclutate come presidio per i principali castelli.

{Stipendiarii}Stipendiarii
{Stipendiarii_descr}"I cavalieri feudali che facevano parte del regio esercito angioino, dopo aver militato a proprie spese per 90 giorni, diventavano stipendiarii. [...] Ricevevano il soldo dal re [...] erano gli esponenti cadetti delle nobili famiglie feudali del regno [...]"\n
Errico Cuozzo, Le eredità normanno-sveve in età angioina\n\n
Il massiccio ricorso ai mercenari è una pratica consolidata, nella penisola italica, almeno dal XIV secolo. Non di rado accade che compagnie mercenarie vengano periodicamente reclutate dai signori locali, per garantirsi una guardia affidabile in tempo di guerra, per poi congedarle a campagna ultimata. Il passo da mercenari saltuari a guardie permanenti è davvero breve, tanto da formare una classe di "stipendiarii" che vengono mantenuti stabilmente dalle autorità anche in tempo di pace, naturalmente a mezza paga; spesso a questi veterani della guerra si uniscono i meno abbienti tra i cavalieri feudali, una volta che essi abbiano servito il signore per il periodo previsto dal "servitium debitum". Questi soldati sono dotati di elmetti, buone corazze e alabarde; il buon equipaggiamento e la notevole esperienza marziale li rende versatili ed efficienti contro qualsiasi nemico.
{Stipendiarii_descr_short}Dotati di elmetti, buone corazze e alabarde, sono soldati versatili ed efficienti contro qualsiasi nemico.

{Scutiferi}Scutiferi
{Scutiferi_descr}"Nell'esercito angioino, oltre ai cavalieri che avevano ricevuto l'investitura cavalleresca, erano presenti altri combattenti a cavallo. I più numerosi erano gli scutiferi [...] che svolgevano il ruolo di cavalleria leggera, e che erano divisi in due categorie. Vi erano gli scutiferi nobiles, figli di cavalieri, che stavano completando il tirocinio prima dell'investitura. [...] Vi erano poi gli scutiferi equites, che non appartenevano alla stirpe dei cavalieri, che non ricevevano l'investitura cavalleresca ma che comunque costituivano un gruppo chiuso e gerarchicamente organizzato di combattenti a cavallo. [...] Essi non disponevano di possessi terrieri ma ricevevano il soldo. [...] Tutti gli scutiferi non portavano le armi dei cavalieri. Indossavano usbergo. [...] L'elmo non aveva l'appoggio per difendere il collo. [...] non potevano portare i pantaloni di ferro [...] inoltre era loro vietato l'uso della lancia. L'unica arma di offesa consentita era la spada. Gli scutiferi restavano in battaglia dietro ai conrois: dopo la carica di questi ultimi che rompeva lo schieramento avversario, essi, molto più numerosi rispetto ai cavalieri, intervenivano e sfruttavano il vantaggio acquisito."\n
Errico Cuozzo, Eredità normanno-sveve in età angioina\n\n
Questi scudieri (dal latino "scutiferi") formano unità di cavalleggeri in parte nobili ("scutiferi nobiles") e in parte popolani ("scutiferi equites"), a cui è affidato il compito di assistere i veri cavalieri: portano per loro la lancia fin sul campo di battaglia e poi seguono la loro carica, occupandosi di fare prigionieri o di finire i cavalieri nemici atterrati. Inoltre fronteggiano i cavalleggeri avversari e molestano i fianchi dello schieramento nemico tentando di isolare gli inermi tiratori. Il loro tipico equipaggiamento prevede un giaco protettivo o un usbergo, un elmetto e una spada.\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni campane, abruzzesi, pugliesi, lucane, calabresi
{Scutiferi_descr_short}Scudieri in parte nobili e in parte popolani, dotati di elmetti, giachi o usberghi, spada.

{Balistari_Equites}Balistari equites
{Balistari_Equites_descr}"A fianco alle lanze [aragonesi] possiamo notare [in Puglia e Lucania] la presenza di un contingente di balestrieri a cavallo, che coniugavano facilità di manovra con elevata cadenza di tiro [...] a conferma della natura dinamica che Alfonso [di Calabria] voleva attribuire alle operazioni militari."\n
Antonio Primaldo Coco, La guerra contro i Turchi in Otranto..., 1480-81\n\n
E' attestata, nel regno aragonese del Mezzogiorno, la presenza di "balistari equites". Costrette a neutralizzare le mobili e veloci unità da tiro ottomane, gli Aragonesi hanno sviluppato truppe più leggere e versatili come i balestrieri a cavallo. Costoro utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica, visto che il rateo di tiro non è maggiore di quello degli altri balestrieri. Indossano elmetti a bacinetto, cotte leggere e sono dotati di spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, liguri, laziali, campane, abruzzesi
{Balistari_Equites_descr_short}Utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica.

{Cavalieri_Tarantini}Cavalieri tarantini
{Cavalieri_Tarantini_descr}I cavalieri di Taranto, eredi di una antica tradizione marziale equestre che risale all'età delle prime colonie greche, sono una delle forze più temibili del Principato. Essi difendono le principali città del Salento dagli invasori angioini e aragonesi, confermando estrema lealtà al Principe di Taranto e dimostrando un forte spirito di solidarietà tra gli insediamenti pugliesi che travalica le tradizionali rivalità locali. Sul campo, sfoggiano un'armatura completa e la tipica barbuta di ispirazione veneziana, montando destrieri bardati. Le piastre d'acciaio di cui sono ricoperti li rendono duri a morire e, armati di lancia e spada, si scatenano in cariche devastanti.
{Cavalieri_Tarantini_descr_short}Cavalieri d'élite protetti da un'armatura di piastre d'acciaio, dalla carica inarrestabile, armati di lancia e spada.

{Arbereshe}Arbereschi
{Arbereshe_descr}"A seguito dell'invasione turca e al disfacimento dell'Impero bizantino, molti albanesi, per la libertà, e per mantenere la fede cristiana e sottrarsi al giogo ottomano, giunsero in Italia [...] Da allora continuarono a identificarsi con il termine di Arbëreshë, al contrario da quelli d'Albania, che assunsero il nome di Shqiptarëve."\n
Cronaca del XVI secolo\n\n
Migliaia di Albanesi, in fuga dall'invasione ottomana, si sono stabiliti in vari siti nelle regioni abruzzesi, pugliesi, lucane, calabresi e siciliane, fondando in molti casi nuovi villaggi. Costoro vogliono mantenere intatte le proprie radici, ma sanno che per sopravvivere debbono sottostare alle regole delle comunità locali o alla secolare feudalità: il che si traduce non solo in tributi, ma anche in una leva militare obbligatoria. Dotati di giaco protettivo, arco e scudo, gli Arbereschi (dall'albanese "Arbëreshë") usano coltellacci nella mischia; sono privi di addestramento ma combattono con grande coraggio, per difendere gli interessi dei loro nuovi signori e soprattutto per la sopravvivenza dell'etnia albanese nella penisola italica.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni abruzzesi, pugliesi, lucane, calabresi, siciliane
{Arbereshe_descr_short}Fieri tiratori albanesi, male addestrati ma combattivi, dotati di arco, scudo e coltellaccio.

{Balistari_Pugliesi}Balistari pugliesi
{Balistari_Pugliesi_descr}"La truppa di questi [Ottone di Brunswick] era formata di picchieri calabresi, cavalli tedeschi, due corpi di lance spezzate lucani, e balestrieri pugliesi co' rispettivi baroni [...] e barbute abruzzesi, che come gente più dubbia di fede per meglio ocularla si volle tener dentro."\n
Ferdinando Petruccelli della Gattina, Malina; storia napoletana del secolo XIV.\n\n
La balestra è un arma che, fin dalla seconda metà del XII secolo, ha avuto grande diffusione nella penisola italica, ma si è affermata soprattutto nelle comunità autonome delle regioni centro-settentrionali. Nel Mezzogiorno, prima dell'arrivo degli Aragonesi, i balestrieri sono visti ancora con una certa diffidenza dal ceto dominante dei "milites", i cavalieri di nobili natali; se proprio devono circondarsi di tiratori, preferiscono arcieri o giavellottisti. In ogni caso le città della Puglia devono provvedere alla propria difesa e i balestrieri pugliesi costituiscono la migliore truppa di guarnigione disponibile: equipaggiati con elmetto e usbergo, usano balestre a tornio (che coniugano precisione di tiro, discreta gittata e notevole forza di penetrazione) mentre si affidano alle spade nella mischia.\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni pugliesi
{Balistari_Pugliesi_descr_short}Questi balestrieri della Puglia, equipaggiati con elmetto e usbergo, si affidano alle spade nella mischia.

{Spingardieri}Spingardieri
{Spingardieri_descr}"Et per declarare da prima in questo Reame non si conoscea che cose fossero spingarde, quando venne Re Renato [d'Angiò] indusse seco 60 spingarderi: lo Re Renato, et dui altri deli detti spingarderi solamente sapeano lo Coso dela polvere [la composizione della polvere da sparo] [...] lo Re d'Aragona [Alfonso V] fece fare molte spingarde ma la polvere non era naturale e non operavano per niente [...] foro tutti pigliati [gli spingarderi angioini di Re Renato] et costretti [a rivelare il segreto della polvere pirica] [...] e subito foro impiccati."\n
Documento napoletano del XV secolo\n\n
Le prime armi da fuoco a mano apparese nel Mezzogiorno italico, a partire dal XV secolo, furono importate dagli Angioini. Il termine "spingarda" ("espringale" in provenzale), introdotto nel XIII secolo, era usato in origine per indicare una specie di macchina da guerra che serviva per lanciare pietre; con l'invenzione della polvere da sparo e la costruzione di armi da fuoco, passò ad indicare una specie d'artiglieria che lanciava, al più, delle palle da cinque a sei libbre di peso, scendendo fino alle palle di sei once, e per la marina, anche di una sola oncia (sul tipo dello smeriglio). Quelle più grandi erano fissate sopra cavalletti e trattenute con ceppi di legno; quelle più piccole diventavano vere e proprie armi portatili e quasi manesche, simili all'archibugio. Essendo le spingarde piuttosto imprecise, poco affidabili e con una gittata scarsa, gli spingardieri devono sapersi destreggiare in mischia: per questo sono dotati di elmetti, corazzine e spade.
{Spingardieri_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, gli spingardieri si preparano al corpo a corpo con elmetti, corazzine e spade.



CONTEA DI TRICARICO
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Grecanici (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Clipeati (spada) AOR town (roccaforte)
3- Presidiarii (spiedo) AOR large_town (castello)
4- Stipendiarii (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Scutiferi (lancia leggera) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Equites (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Baroni (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Arbereschi (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Razziatori Lucani (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Spingardieri (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Grecanici}Grecanici
{Grecanici_descr}La comunità greca nel Mezzogiorno, eredità dell'epoca bizantina terminata bruscamente nel XII secolo con la conquista normanna, rappresentò fino al Cinquecento una cospicua minoranza etnica. In seguito alla crisi demografica del XIV secolo (dovuta alla peste e alla "cacciata dei Saraceni" ordinata da Carlo d'Angiò) il peso dell'etnia greca sulla popolazione aumenta, soprattutto con l'immigrazione di esuli bizantini e albanesi in fuga dagli Ottomani. Costoro, sbarcati sulle coste ioniche, ottengono dai signori locali il permesso di stabilirsi nella "Grecia salentina" (regioni interne del Salento) e nella zona del Vulture (in Lucania), dove ripopolano villaggi abbandonati o ne fondano di nuovi. Costoro sono chiamati "grecanici", dal nome del dialetto misto italico-greco, detto appunto grecanico o "griko", scritto in caratteri latini con evidenti influenze dialettali leccesi. I giovani guerrieri grecanici sono spesso chiamati alle armi per svolgere mansioni di guarnigione e sorveglianza dei borghi: espletano il servizio militare armati di lance corte e protetti da giachi imbottiti.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni pugliesi, lucane, calabresi
{Grecanici_descr_short}Questi giovani guerrieri di stirpe greca indossano giachi imbottiti e combattono con lance corte.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Clipeati}Clipeati
{Clipeati_descr}"Correva l'anno 1462 e gli Aragonesi erano in guerra contro gli Angioini. Pontano, segretario del re Aragonese, partecipa all'assedio e alla presa di Acri [...] L'impresa fu condotta a termine. Maso, allora, venuto a conoscenza di tutte le costumanze dei cittadini, dispose che quei due, commiliti scelti, parte clipeati e parte schioppettieri e balestrieri, eludendo la vigilanza delle guardie, secondo controllo, dovessero passare il fiume a calma notte [...] primi i clipeati e, dopo, gli schioppettieri e balestrieri occupano le vie ed irrompono nella piazza."\n
Raffaele Capalbo, Acri espugnata a tradimento...\n\n
Nel Mezzogiorno italico, fino al XVI secolo, si indicano come "clipeati" quei fanti (solitamente contadini coscritti secondo la leva feudale ancora in vigore) dotati di grande scudo per proteggere gli inermi tiratori dall'impeto dei nemici, al modo dei pavesari o tabulacciari settentrionali. In età antica, il termine latino "clipeo" designava uno scudo rotondo in uso presso la fanteria pesante greca degli opliti; in età medievale passa a indicare genericamente uno scudo, di forma variabile, solitamente ovale. L'arma da mischia in dotazione a questa fanteria leggera contadina era la spada corta o la daga.\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni campane, abruzzesi, pugliesi, lucane, calabresi
{Clipeati_descr_short}Fanti contadini del Mezzogiorno, dotati di grande scudo ovale e spada corta o daga.

{Presidiarii}Presidiarii
{Presidiarii_descr}"Già [...] cominciava ad agitarsi la sollevazione in Piombino e per tutto lo stato, con animo di scacciare i presidiari dalle fortezze, se Stefano Neri, uno de' consiglieri, non avesse perorato di dire che 'non era dovere innovare cosa alcuna contro gli stipendiati di milizia fino a tanto che essa desse in potestà del comune le fortezze'; ed in questa guisa s'acquietò il tumulto [...]."\n
Pietro Leopoldo Galli Tassi, Istoria del Principato di Piombino...\n\n
"A queste truppe si devono aggiungere ovviamente le fanterie dei presidiali, la milizia popolare dei lancieri introdotta nell'istituzione militare aragonese in seguito alla riforma degli anni '40-'60 del secolo [XV], milizia sulla quale si poteva fare poco affidamento, essendo addestrata alla buona e non potendola spostare dai luoghi sui quali prestava servizio essendo quegli stessi luoghi la principale fonte di sostentamento dei fanti medesimi, che prima di essere soldati erano contadini, vasai, conciatori di pelli, pescatori."\n
Francesco Scarpello, Aspetti di storia militare nella Guerra d'Otranto\n\n
"[Il Re di Napoli recluta i presidiarii] in tale modo che nel Regno non serano [vi saranno] altre gente che quelle de sua maestà, che è cosa che molto assicura e ferma [consolida] lo stato suo."\n
Cronaca napoletana, XV secolo\n\n
I fanti di presidio o "presidiari" (termine diffuso ovunque, dalla Liguria al Mezzogiorno) sono uomini coscritti per assicurare la protezione dei principali castelli e l'ordine pubblico nel contado. Non sono guerrieri di professione: tra le loro fila si annoverano contadini, allevatori, pescatori. Si tratta quindi di unità non permanenti e poco addestrate, ciononostante possono rivelarsi piuttosto utili ai signori locali, i quali li equipaggiano bene: elmo metallico, cotta di maglia o brigantina, alabarda. Così armati, i presidiari compensare la poca esperienza e possono tener testa alla fanteria e alla cavalleria leggera.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni liguri, fiorentine, senesi, piombinesi, campane, abruzzesi, pugliesi, lucane, calabresi, siciliane
{Presidiarii_descr_short}Queste truppe, inesperte ma dotate di cotte e alabarde, sono reclutate come presidio per i principali castelli.

{Stipendiarii}Stipendiarii
{Stipendiarii_descr}"I cavalieri feudali che facevano parte del regio esercito angioino, dopo aver militato a proprie spese per 90 giorni, diventavano stipendiarii. [...] Ricevevano il soldo dal re [...] erano gli esponenti cadetti delle nobili famiglie feudali del regno [...]"\n
Errico Cuozzo, Le eredità normanno-sveve in età angioina\n\n
Il massiccio ricorso ai mercenari è una pratica consolidata, nella penisola italica, almeno dal XIV secolo. Non di rado accade che compagnie mercenarie vengano periodicamente reclutate dai signori locali, per garantirsi una guardia affidabile in tempo di guerra, per poi congedarle a campagna ultimata. Il passo da mercenari saltuari a guardie permanenti è davvero breve, tanto da formare una classe di "stipendiarii" che vengono mantenuti stabilmente dalle autorità anche in tempo di pace, naturalmente a mezza paga; spesso a questi veterani della guerra si uniscono i meno abbienti tra i cavalieri feudali, una volta che essi abbiano servito il signore per il periodo previsto dal "servitium debitum". Questi soldati sono dotati di elmetti, buone corazze e alabarde; il buon equipaggiamento e la notevole esperienza marziale li rende versatili ed efficienti contro qualsiasi nemico.
{Stipendiarii_descr_short}Dotati di elmetti, buone corazze e alabarde, sono soldati versatili ed efficienti contro qualsiasi nemico.

{Scutiferi}Scutiferi
{Scutiferi_descr}"Nell'esercito angioino, oltre ai cavalieri che avevano ricevuto l'investitura cavalleresca, erano presenti altri combattenti a cavallo. I più numerosi erano gli scutiferi [...] che svolgevano il ruolo di cavalleria leggera, e che erano divisi in due categorie. Vi erano gli scutiferi nobiles, figli di cavalieri, che stavano completando il tirocinio prima dell'investitura. [...] Vi erano poi gli scutiferi equites, che non appartenevano alla stirpe dei cavalieri, che non ricevevano l'investitura cavalleresca ma che comunque costituivano un gruppo chiuso e gerarchicamente organizzato di combattenti a cavallo. [...] Essi non disponevano di possessi terrieri ma ricevevano il soldo. [...] Tutti gli scutiferi non portavano le armi dei cavalieri. Indossavano usbergo. [...] L'elmo non aveva l'appoggio per difendere il collo. [...] non potevano portare i pantaloni di ferro [...] inoltre era loro vietato l'uso della lancia. L'unica arma di offesa consentita era la spada. Gli scutiferi restavano in battaglia dietro ai conrois: dopo la carica di questi ultimi che rompeva lo schieramento avversario, essi, molto più numerosi rispetto ai cavalieri, intervenivano e sfruttavano il vantaggio acquisito."\n
Errico Cuozzo, Eredità normanno-sveve in età angioina\n\n
Questi scudieri (dal latino "scutiferi") formano unità di cavalleggeri in parte nobili ("scutiferi nobiles") e in parte popolani ("scutiferi equites"), a cui è affidato il compito di assistere i veri cavalieri: portano per loro la lancia fin sul campo di battaglia e poi seguono la loro carica, occupandosi di fare prigionieri o di finire i cavalieri nemici atterrati. Inoltre fronteggiano i cavalleggeri avversari e molestano i fianchi dello schieramento nemico tentando di isolare gli inermi tiratori. Il loro tipico equipaggiamento prevede un giaco protettivo o un usbergo, un elmetto e una spada.\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni campane, abruzzesi, pugliesi, lucane, calabresi
{Scutiferi_descr_short}Scudieri in parte nobili e in parte popolani, dotati di elmetti, giachi o usberghi, spada.

{Balistari_Equites}Balistari Equites
{Balistari_Equites_descr}"A fianco alle lanze [aragonesi] possiamo notare [in Puglia e Lucania] la presenza di un contingente di balestrieri a cavallo, che coniugavano facilità di manovra con elevata cadenza di tiro [...] a conferma della natura dinamica che Alfonso [di Calabria] voleva attribuire alle operazioni militari."\n
Antonio Primaldo Coco, La guerra contro i Turchi in Otranto..., 1480-81\n\n
E' attestata, nel regno aragonese del Mezzogiorno, la presenza di "balistari equites". Costrette a neutralizzare le mobili e veloci unità da tiro ottomane, gli Aragonesi hanno sviluppato truppe più leggere e versatili come i balestrieri a cavallo. Costoro utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica, visto che il rateo di tiro non è maggiore di quello degli altri balestrieri. Indossano elmetti a bacinetto, cotte leggere e sono dotati di spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, mantovane, liguri, laziali, campane, abruzzesi
{Balistari_Equites_descr_short}Utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica.

{Baroni}Baroni
{Baroni_descr}
La cavalleria dei baroni, altezzosa e turbolenta, è composta da nobili lucani possessori di feudi in Puglia, Lucania o Calabria. Combattono al comando del sovrano locale, in base ai doveri feudali del "servitium debitum", ma non c'è da fare molto affidamento su di loro: il loro desiderio di fama e di conquista spesso travalica il senso del dovere e di obbedienza verso i generali. Ciononostante, sfoggiando un'armatura completa di piastre e montando cavalli bardati, essi costituiscono unità di cavalieri pesanti dalla carica devastante. Completa l'equipaggiamento celata, lancia e spada per la mischia.
{Baroni_descr_short}Cavalleria dei baroni, sfoggiano un'armatura completa di piastre e montano cavalli bardati.

{Arbereshe}Arbereschi
{Arbereshe_descr}"A seguito dell'invasione turca e al disfacimento dell'Impero bizantino, molti albanesi, per la libertà, e per mantenere la fede cristiana e sottrarsi al giogo ottomano, giunsero in Italia [...] Da allora continuarono a identificarsi con il termine di Arbëreshë, al contrario da quelli d'Albania, che assunsero il nome di Shqiptarëve."\n
Cronaca del XVI secolo\n\n
Migliaia di Albanesi, in fuga dall'invasione ottomana, si sono stabiliti in vari siti nelle regioni abruzzesi, pugliesi, lucane, calabresi e siciliane, fondando in molti casi nuovi villaggi. Costoro vogliono mantenere intatte le proprie radici, ma sanno che per sopravvivere debbono sottostare alle regole delle comunità locali o alla secolare feudalità: il che si traduce non solo in tributi, ma anche in una leva militare obbligatoria. Dotati di giaco protettivo, arco e scudo, gli Arbereschi (dall'albanese "Arbëreshë") usano coltellacci nella mischia; sono privi di addestramento ma combattono con grande coraggio, per difendere gli interessi dei loro nuovi signori e soprattutto per la sopravvivenza dell'etnia albanese nella penisola italica.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni abruzzesi, pugliesi, lucane, calabresi, siciliane
{Arbereshe_descr_short}Fieri tiratori albanesi, male addestrati ma combattivi, dotati di arco, scudo e coltellaccio.

{Razziatori_Lucani}Razziatori Lucani
{Razziatori_Lucani_descr}La Lucania, un tempo trascurato "thema" bizantino, dopo la conquista normanna recuperò prestigio e ricchezza divenendo giustizierato col nome di Basilicata; Melfi fu capitale dei possedimenti normanni dell'Apulia, e in seguito residenza estiva di Federico II Hohenstaufen (il quale emanò qui le cosiddette Costituzioni di Melfi). Con la dominazione angioina per la Basilicata comincia un periodo di decadenza: la "cacciata dei Saraceni", folta comunità musulmana, unitamente alla peste del '300, provoca lo spopolamento delle città e un ristagno dell'economia rurale, ancora basata sull'allevamento. Nel XV secolo centinaia di pastori, ridotti sul lastrico, si vendono come servi ai signori; si assiste così a un prepotente ritorno del sistema feudale, in cui questi allevatori devono periodicamente rispondere alla chiamata alle armi. Essi vengono assoldati per il controllo dei castelli e per ingrossare i ranghi delle armate; ricevono il soldo, ma devono procurarsi da soli l'equipaggiamento, che solitamente consiste in un elmo, un usbergo, una spada e qualche giavellotto.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lucane, calabresi
{Razziatori_Lucani_descr_short}Pastori lucani coscritti come leva feudale, dotati di bacinetto, usbergo, spada e qualche giavellotto.

{Spingardieri}Spingardieri
{Spingardieri_descr}"Et per declarare da prima in questo Reame non si conoscea che cose fossero spingarde, quando venne Re Renato [d'Angiò] indusse seco 60 spingarderi: lo Re Renato, et dui altri deli detti spingarderi solamente sapeano lo Coso dela polvere [la composizione della polvere da sparo] [...] lo Re d'Aragona [Alfonso V] fece fare molte spingarde ma la polvere non era naturale e non operavano per niente [...] foro tutti pigliati [gli spingarderi angioini di Re Renato] et costretti [a rivelare il segreto della polvere pirica] [...] e subito foro impiccati."\n
Documento napoletano del XV secolo\n\n
Le prime armi da fuoco a mano apparese nel Mezzogiorno italico, a partire dal XV secolo, furono importate dagli Angioini. Il termine "spingarda" ("espringale" in provenzale), introdotto nel XIII secolo, era usato in origine per indicare una specie di macchina da guerra che serviva per lanciare pietre; con l'invenzione della polvere da sparo e la costruzione di armi da fuoco, passò ad indicare una specie d'artiglieria che lanciava, al più, delle palle da cinque a sei libbre di peso, scendendo fino alle palle di sei once, e per la marina, anche di una sola oncia (sul tipo dello smeriglio). Quelle più grandi erano fissate sopra cavalletti e trattenute con ceppi di legno; quelle più piccole diventavano vere e proprie armi portatili e quasi manesche, simili all'archibugio. Essendo le spingarde piuttosto imprecise, poco affidabili e con una gittata scarsa, gli spingardieri devono sapersi destreggiare in mischia: per questo sono dotati di elmetti, corazzine e spade.
{Spingardieri_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, gli spingardieri si preparano al corpo a corpo con elmetti, corazzine e spade.
14/05/2012 14:11
 
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VICEREGNO DI SICILIA
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Peones \ Pecheros (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Hermanadad (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Constabulares (picca) PEN city (città)
5- Piqueros de los Tercios (picca) PRO large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- Montanteros (spadone) PRO huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Escudats (spada) AOR town (roccaforte)
3- Hueste (ascia) AOR large_town (castello)
4- Infanzones (spada) PEN city (fortezza)
5- Rodeleros de los Tercios (spada) PRO large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Cavalls Alforrats (lancia) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Jinetes (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Cavalls Armats (lancia) PEN city (fortezza)
5- Genitors (lancia leggera) PRO large_city (cittadella)
5- Herreruelos (pistola) PRO large_city (cittadella)
5- Gendarmes (lancia) PRO large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Azagayeros (giavellotto) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Grifuni (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Candoleros (pistola) PEN city (città)
5- Arcabuceros de los Tercios (archibugio) PRO large_city (metropoli)

Marinai:
1- Tersols (balestra) - city (città)
2- Ballesters en taula (balestra) - large_city (metropoli)
3- NO - huge_city (megalopoli)

{Peones}Peones
{Peones_descr}Costoro sono semplici fanti coscritti nelle milizie locali per la difesa di strade e borghi, o per rimpinguare i ranghi delle armate. Gli aragonesi li chiamano in vari modi: "peones" (pedoni), "pobres" (poveri), "pecheros" (tassati). Addestrati quanto basta e dotati di lance corte, a dispetto della scarsa armatura risultano utili in situazioni di difesa, purché non ci si aspetti che resistano a lungo in campo aperto.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni siciliane
{Peones_descr_short}Fanti leggeri aragonesi coscritti nelle milizie locali per la difesa di strade e borghi, o per rimpinguare i ranghi delle armate, armati di lance corte.

{Hermanadad}Hermanadad
{Hermanadad_descr}La milizia della "hermanadad", ovvero fratellanza, fornisce al sovrano aragonese un buon contingente di lanceri per il presidio degli insediamenti e il controllo dell'ordine pubblico. Questi miliziani sono dotati di elmetto, usbergo e lancia lunga; sono sottoposti a un addestramento sommario e possono disporsi ad anello difensivo. La hermanadad venne fondata nel 1265 in Andalusia, come risposta alla milizia islamica "shurta"; oltre a difendere i borghi dagli attacchi musulmani, ad essa spettava il controllo dell'ordine pubblico, la riscossione delle tasse, la giurisdizione sul territorio. Nel giro di due secoli questa istituzione, divenuta baluardo delle istituzioni cittadine contro le ingiuste pretese dei signori feudali (e in qualche caso perfino del re), si affermò nell'intera penisola iberica, soprattutto in Castiglia e Leon, dove assunsero un ruolo importante nella protezione dei pellegrini diretti a Santiago di Compostela. Gli Aragonesi, vincitori nei Vespri Siciliani, la importarono in Sicilia dopo aver scacciato gli Angioini.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni siciliane
{Hermanadad_descr_short}Miliziani della fratellanza iberica, con usbergo e lance lunghe, ossono disporsi ad anello difensivo

{Constabulares}Constabulares
{Constabulares_descr}I "constabulares", costituiti da soldati tenuti a mezza paga anche in tempo di pace, costituiscono il primo tentativo da parte dei sovrani spagnoli di fondare un corpo permanente e professionale, con l'obiettivo di svincolare l'esercito regio dalla pericolosa dipendenza dai signori feudali e dai mercenari. Le prime unità di constabulari apparvero nella seconda metà del XV secolo in Castiglia e si diffusero rapidamente in tutta la penisola iberica; gli Aragonesi le importarono in Sicilia. Questi veterani iberici, armati di lunghe picche e dotati di ottime corazze, possono formare una selva impenetrabile per quasi tutte le unità di cavalleria.
{Constabulares_descr_short}Veterani iberici della milizia permanente dei constabulari, dotati di lunghe picche e di ottime corazze.

{Piqueros_Tercios}Piqueros de los Tercios
{Piqueros_Tercios_descr}"Tercio" è un termine utilizzato dall'esercito spagnolo per descrivere un tipo misto di fanteria. Questo tipo di formazioni militari e le loro tecniche belliche sono formalizzate e sviluppate soprattutto dal condottiero Gonzalo Fernández de Córdoba, durante le Guerre in Italia: rappresenta la trasformazione e il passaggio dalle istituzioni militari medioevali a quelle moderne. Il tercio è composto principalmente da soldati di professione, disciplinatissimi e molto combattivi, sempre molto temuti dai loro nemici, tanto che la loro apparizione in battaglia o il semplice sapere che sarebbero scesi in combattimento provocò spesso diserzioni tra i nemici. Questo esercito non è composto interamente da spagnoli, ma anzi per gran parte è formato da mercenari tedeschi, italiani, valloni e fiamminghi. I quadri sono comunque spagnoli, che si distinguono per disciplina e professionalità. Combinando la rigidità della linea dei picchieri e la potenza di fuoco a lunga gittata dei moschettieri, il tercio si rivelò ideale sia per la difesa che per l'offesa. I picchieri del tercio sono rinomati soldati di mestiere armati di picca, noti per la loro fierezza e molto ben organizzati, spesso accompagnati da unità con armi da fuoco; sono combattenti scelti dotati di buone armature sotto i completi a sbuffo, in grado di affrontare il nemico con una selva di punte tale da far cambiare avviso a qualunque unità di cavalleria.\n\n
{Piqueros_Tercios_descr_short}Picchieri professionali, dotati di armatura sotto il completo a sbuffo, noti per la disciplina e la determinazione.

{Montanteros}Montanteros
{Montanteros_descr}I "montanteros" sono soldati spagnoli dotati di montante, un tipo di spada a due mani in uso nel Regno di Spagna tra XVI e XVII secolo. Per ciò che concerne la linea e l'utilizzo, l'arma si colloca a metà strada tra la normale spada a due mani tardo medievale e lo "zweihänder" sviluppato per mercenari svizzeri e lanzichenecchi nel medesimo periodo. La lama è di ottimo acciaio, diritta ed affilata su ambo i lati, con un ricasso molto pronunciato e una punta atta ad impalare il nemico come fosse una lancia; l'impugnatura a due mani è molto lunga, con pomolo pronunciato onde garantire una presa solida alla mano più lontana dalla guardia a crociera, con bracci diritti, ornati al fondo da pomelli o cipolloni. Il montante viene usato principalmente nelle scuole di "scrima" tradizionale spagnola e per i duelli; come arma vera e propria, non trova applicazione diretta negli schieramenti campali della fanteria spagnola cinquecentesca, rigidamente inquadrata nei battaglioni di "tercios" armati di picca, archibugio e spada (la spada da lato prima e la striscia poi), ma saltuariamente può essere utilizzata per le unità frangipicche. In questo caso devono proteggersi adeguatamente con elmetti e resistenti corazzine d'acciaio.
{Montanteros_descr_short}Ispanici dotati di corazze, col compito di menar fendenti con lo spadone a due mani, per infrangere le linee dei picchieri.

{Escudats}Escudats
{Escudats_descr}Questi fanti aragonesi detti "escudats" sono equipaggiati alla leggera, con giachi imbottiti o corpetti di cuoio rinforzato, e sono armati di spada. Il loro tratto distintivo è comunque il grande scudo rotondo, la "rotula" o "rotella", generalmente in legno coperto di cuoio: la parte centrale (umbone) si presenta fortemente convessa, a volte munita di punta per offendere; nella parte interna è fornito di imbracciatura di cuoio e di una maniglia di ferro imbottita e rivestita anch'essa di cuoio. Questi fanti, impiegati nella mischia per proteggere i tiratori, all'occorrenza possono formare un muro di scudi.\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni siciliane
{Escudats_descr_short}Fanteria leggera aragonese dotata di spade e scudi rotondi, in grado di formare un muro di scudi.

{Hueste}Hueste
{Hueste_descr}Gli "Hueste" sono un'unità contadina aragonese, dotata di elmo, usbergo e di un'arma a due mani (generalmente falce o scure). Secoli di Reconquista hanno temprato i montanari aragonesi facendone temibili predatori, capaci non solo di presidiare castelli e contadi, ma anche di spingersi in territorio nemico per effettuare rapide razzie. Questa combattiva leva feudale ha attecchito anche in Sicilia, dove i signori locali non disdegnano di servirsi di rustici ben armati e agguerriti, capaci di fare la differenza anche come fanteria da mischia sul campo di battaglia: l'equipaggiamento difensivo consente loro di reggere anche in prolungati corpo a corpo, mentre la temibile scure può penetrare persino le corazze di piastre.\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni siciliane
{Hueste_descr_short}Buona leva contadina, dotata di elmi, usberghi e temibile scure a due mani.

{Infanzones}Infanzones
{Infanzones_descr}Costoro sono membri della bassa nobiltà aragonese, detti generalmente "infanzones" (ossia discendenti dei principi o dei figli bastardi del re che non ascendono al trono), ma anche "ermunios" (perchè venivano loro affidati feudi periferici in luoghi desolati del regno) o "francos de carta" (per essere esonerati dal pagamento delle tasse). In età moderna diverranno meglio noti col nome di "hijosdalgo" o "hidalgos" (figli di qualcuno) e acquisteranno fama militare per le imprese nella Reconquista, nelle Guerre d'Italia e nel Nuovo Mondo. Solitamente costoro divengono cavalieri tuttavia, non disponendo dei fondi necessari per permettersi cavallo, armatura e seguito, essi preferiscono combattere appiedati, con mezza armatura, spada e scudo. Costituiscono una fanteria pesante permanente di ottimo livello, ben pagata dal sovrano, reclutata per il controllo delle principali fortezze e per costituire un nucleo solido all'interno dello schieramento sul campo di battaglia.
{Infanzones_descr_short}Fanteria pesante composta da membri della bassa nobiltà spagnola, dotata di corazze, spade e scudi.

{Rodeleros_Tercio}Rodeleros de los Tercios
{Rodeleros_Tercio_descr}"Tercio" è un termine utilizzato dall'esercito spagnolo per descrivere un tipo misto di fanteria. Questo tipo di formazioni militari e le loro tecniche belliche sono formalizzate e sviluppate soprattutto dal condottiero Gonzalo Fernández de Córdoba, durante le Guerre in Italia: rappresenta la trasformazione e il passaggio dalle istituzioni militari medioevali a quelle moderne. Il tercio è composto principalmente da soldati di professione, disciplinatissimi e molto combattivi, sempre molto temuti dai loro nemici, tanto che la loro apparizione in battaglia o il semplice sapere che sarebbero scesi in combattimento provocò spesso diserzioni tra i nemici. Questo esercito non è composto interamente da spagnoli, ma anzi per gran parte è formato da mercenari tedeschi, italiani, valloni e fiamminghi. I quadri sono comunque spagnoli, che si distinguono per disciplina e professionalità. Combinando la rigidità della linea dei picchieri e la potenza di fuoco a lunga gittata dei moschettieri, il tercio si rivelò ideale sia per la difesa che per l'offesa. I "rodeleros" sono un'unità tipicamente iberica, introdotta nelle Guerre d'Italia e tra i conquistadores nel Nuovo Mondo, e verrà in seguito riformata per poi essere inclusa nel Tercio. Sono soldati dotati del tipico scudo d'acciaio rotondo (di diametro di circa 60 cm, detto "rodela"); completano l'equipaggiamento: elmo, una buona armatura (maglia o corazza) e la spada da lato (donde il nome alternativo spagnolo di "espadachín", in italiano "spadaccino").
{Rodeleros_Tercio_descr_short}Ben corazzati e armati di spada e scudo rotondo, questi fanti professionali risultano devastanti contro truppe di minor caratura.

{Cavalls_Alforrats}Cavalls Alforrats
{Cavalls_Alforrats_descr}Questi cavalleggeri catalani montano cavalli scoperti ("cavalls alforrats" in catalano) e sono molto rapidi nelle manovre, ideali per attaccare e aggirare i fianchi dello schieramento nemico, per inseguire i nemici in fuga e per effettuare incursioni in territorio nemico. Fino alla metà del XIV secolo agivano al modo dei "jinete", impegnando il nemico in schermaglie con giavellotti, ma in seguito vennero riformati in cavalleria leggera armata di lance, capace di caricare con successo la schiera avversaria purchè non troppo corazzata. Dovendo caricare e affrontare i nemici in mischia, il loro equipaggiamento si fece più pesante: ad elmetti, brigantine e protezioni di piastre per le gambe, si aggiungeva il solito scudo rotondo in cuoio.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni siciliane
{Cavalls_Alforrats_descr_short}Rapidi cavalleggeri catalani su destrieri scoperti, dotati di elmetti, brigantine e scudo rotondo in cuoio.

{Jinetes}Jinete
{Jinetes_descr}Influenzati dalle tradizioni iberiche e moresche, i "jinete" sono cavalleggeri che evitano le corazze pesanti e le lance in favore di armature leggere e giavellotti. Introdotti in Italia dagli Aragonesi, costituiscono unità molto versatili e longeve: vengono reclutati dal XIII al XVI secolo, non solo tra i nobili inferiori di origine iberica ma anche tra i siciliani. Questi abili guerrieri sono veloci e agili, in grado di adottare la tattica di tiro in cerchio. Esaurita questa fase, i jinete sfoderano le spade e si gettano nella mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni siciliane
{Jinetes_descr_short}Cavalleggeri veloci e agili, i jinete scagliano giavellotti prima di sfoderare la spada e impegnare in corpo a corpo.

{Cavalls_Armats}Cavalls Armats
{Cavalls_Armats_descr}Sebbene i popoli iberici siano celebri soprattutto per la loro cavalleria leggera, non bisogna trascurare l'impatto che questi cavalieri pesanti possono avere sul campo di battaglia. Composti da nobili catalani montati su destrieri bardati ("cavalls armats"), costoro rappresentano la cavalleria pesante per eccellenza dei sovrani aragonesi; dotati di elmo, corazza di piastre, lancia pesante e spada per la mischia, la loro carica può rivelarsi devastante e in grado di annichilire quasi ogni forma di schieramento nemico, eccezion fatta per i picchieri.
{Cavalls_Armats_descr_short}Cavalieri nobili catalani su destrieri bardati, dotati di elmo, corazza, lancia pesante e spada.

{Genitors}Genitòrs
{Genitors_descr}La cavalleria spagnola, sul finire del XV secolo, viene riorganizzata divenendo semi-regolare, sull'esempio delle compagnie d'ordinanza francesi e borgognone. I sovrani iberici comunque non possono permettersi di mantenere molte compagnie d'ordinanza, essendo truppe permanenti oltre che professionali, dunque molto costose. Anche per Castiglia e Aragona il sistema si basa sulla "lancia", un unità di base che comprende l'uomo d'arme, due tiratori e tre servitori a cavallo: l'equipaggiamento dell'uomo d'arme, in ogni caso, si fa meno pesante, mentre il ruolo dei cavalleggeri diventa sempre più attivo, operando e organizzandosi separatamente dai cavalieri. I "genitòrs" sono cavalleggeri spagnoli armati di lancia e dotati di morione, brigantina o leggera corazza "da munizione": rappresentano l'evoluzione dei "jinetes" medioevali. Cavalli e cavalieri provengono dal sud della penisola iberica (lo scudo di questi guerrieri è il moresco "adarga"), tuttavia questi guerrieri hanno abbandonato il tradizionale giavellotto per adottare una lancia ed una spada.
{Genitors_descr_short}Cavalleggeri professionali ispanici, dotati di lancia, spada e leggera corazza a piastre.

{Herreruelos}Herreruelos
{Herreruelos_descr}La cavalleria spagnola, sul finire del XV secolo, viene riorganizzata divenendo semi-regolare, sull'esempio delle compagnie d'ordinanza francesi e borgognone. I sovrani iberici comunque non possono permettersi di mantenere molte compagnie d'ordinanza, essendo truppe permanenti oltre che professionali, dunque molto costose. Anche per Castiglia e Aragona il sistema si basa sulla "lancia", un unità di base che comprende l'uomo d'arme, due tiratori e tre servitori a cavallo: l'equipaggiamento dell'uomo d'arme, in ogni caso, si fa meno pesante, mentre il ruolo dei cavalleggeri diventa sempre più attivo, operando e organizzandosi separatamente dai cavalieri. Gli "herreruelos" sono cavalleggeri dotati di leggere corazze, pistoletto e spada; supportano la cavalleria pesante e spesso impiegano la tattica del tiro in "carosello", creando una sequenza ininterrotta di fuoco e caricamento. Una volta che il nemico sia stato fiaccato da ciò, essi attaccano per finirlo con la spada.
{Herreruelos_descr_short}Cavalleggeri ispanici di professione, armati di pistoletto, spada e protetti da una leggera corazza.

{Gendarmes}Gendarmes
{Gendarmes_descr}La cavalleria spagnola, sul finire del XV secolo, viene riorganizzata divenendo semi-regolare, sull'esempio delle compagnie d'ordinanza francesi e borgognone. I sovrani iberici comunque non possono permettersi di mantenere molte compagnie d'ordinanza, essendo truppe permanenti oltre che professionali, dunque molto costose. Anche per Castiglia e Aragona il sistema si basa sulla "lancia", un unità di base che comprende l'uomo d'arme, due tiratori e tre servitori a cavallo: l'equipaggiamento dell'uomo d'arme, in ogni caso, si fa meno pesante, mentre il ruolo dei cavalleggeri diventa sempre più attivo, operando e organizzandosi separatamente dai cavalieri. I "gendarmes" ispanici sfoggiano elmo, corazza completa (ma non troppo pesante) e usano una "lanza d'armas" più leggera del "lanzon" medievale; per la mischia sfoderano le spade. I cavalli sono ancora pesantemente corazzati, ma all'inizio del XVI secolo inizierà a prevalere l'abitudine di scoprirli per renderli più agili nelle manovre, necessarie per aggirare le schiere di picche.
{Gendarmes_descr_short}Superba cavalleria pesante ispanica professionale, ben corazzata ma egualmente agile e veloce, armata di lancia e spada.

{Azagayeros}Azagayeros
{Azagayeros_descr}La tradizione militare spagnola annovera molte truppe mobili e leggere, appiedate o a cavallo, che utilizzano il giavellotto fin dall'epoca preromana. Queste truppe vengono reclutate tra i contadini spagnoli, dotate di armature leggere e giavellotti, il che consente loro di colpire i nemici restando sufficientemente mobili da tenersi a debita distanza, secondo uno stile tipicamente iberico. L'assegai ("azagaya" in antico spagnolo) è per l'appunto il giavellotto usato da questi uomini. Molto leggero (in legno, con solo la punta in ferro) ma resistente, costituisce un'arma letale nelle mani esperte di questi spagnoli; fu importato dai berberi nordafricani e divenne popolare tra gli spagnoli nel periodo della Reconquista, per poi essere diffuso in tutto il mediterraneo cristiano dagli stessi iberici. \n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni siciliane
{Azagayeros_descr_short}Queste truppe, reclutate tra i contadini spagnoli, sono dotate di armature leggere e giavellotti, secondo l'antico stile iberico.

{Grifuni}Grifuni
{Grifuni_descr}"Uguagliavansi i combattenti di cuore, d'orgoglio, e a un dipresso di forze; perchè [benchè] il nemico [angioino] ci vantaggiava nel numero degli uomini e de' legni [navi], cedea negli ordini del combattere, per cagion di què suoi terzi vogatori, nè pratichi nè aitanti al saettare, da meno assai de' balestrieri stanziali, freschi e spediti, ch'avea l'ammiraglio siciliano [Ruggero Loria]. [...] Montaner dà lunghe lezioni militari intorno al vantaggio de' balestrieri scritti, o vogliam dire stanziali, e l'impaccio de' terzi remiganti, che nel combattimento facessero da balestrieri. Ei li chiama "tersols" [...] I balestrieri stanziali son detti da Montaner "en taula", perchè l'ufficio dell'arruolamento si chiama taula in catalano."\n
Michele Amari, La guerra del vespro siciliano\n\n
"Ormai tutti i generali sono impegnati in prima persona nella mischia....i fanti senza guida si limitano a tenere le posizioni e quando possibile a bersagliare i nemici con dardi,palle,insulti e sputi.Cosi fanno i balestrieri aragonesi del Micheletto che con due accurate scariche di quadrelle sterminano uno degli esausti squadroni del braccio....e cosi fanno i schioppettari del Nicolò che tra botti e fumo procurano gravi danni alle compagnie di cavalieri dello Jacopo costringendoli infine alla rotta."\n
Battaglia di San Martino\n\n
Questi tiratori aragonesi della Sicilia hanno una lunga tradizione guerresca, che risale alle guerre dei Vespri Siciliani, in cui i balestrieri detti "grifuni" sconfissero ripetutamente, in terra e in mare, i rivali provenzali al servizio degli Angioini. A differenza delle altre armi da lancio, la balestra è un dispositivo potente pronto per essere usato anche con un addestramento minimo; è lenta da ricaricare e ha un raggio più corto degli archi, ma compensa con la sua grande potenza. Nonostante la relativa facilità di utilizzo, gli Aragonesi preferiscono mantenere specifiche unità di balestrieri stanziali ("en taula") piuttosto che ricorrere alla ciurma dei terzi remiganti ("tersols"), per assicurarsi tiratori ben allenati e preparati alla mischia, che affrontano con le spade. Per proteggersi indossano cotte di maglia o brigantine.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni siciliane
{Grifuni_descr_short}Balestrieri aragonesi della Sicilia in cotta di maglia o brigantina, ben allenati e preparati alla mischia, che affrontano con le spade.

{Candoleros}Candoleros
{Candoleros_descr}"Et per declarare da prima in questo Reame non si conoscea che cose fossero spingarde, quando venne Re Renato [d'Angiò] indusse seco 60 spingarderi: lo Re Renato, et dui altri deli detti spingarderi solamente sapeano lo Coso dela polvere [la composizione della polvere da sparo] [...] lo Re d'Aragona [Alfonso V] fece fare molte spingarde ma la polvere non era naturale e non operavano per niente [...] foro tutti pigliati [gli spingarderi angioini di Re Renato] et costretti [a rivelare il segreto della polvere pirica] [...] e subito foro impiccati. [...] In questa forma ciascuno imparò de fare la polvere, et moltipliaro le spingarde, in quelli tempi li Catalani la chiamavano la "Candola franciosa" (candela francese).\n
Documento napoletano del XV secolo\n\n
Chiamate "armi da fuoco a mano" per distinguerle dai pezzi di artiglieria, le spingarde (dette "candele" dagli aragonesi) sono la forma più antica di arma da fuoco individuale. La voce spingarda era usata in origine per indicare una specie di macchina da guerra che serviva per lanciare pietre; con l'invenzione della polvere da sparo e la costruzione di armi da fuoco, passò ad indicare una specie d'artiglieria che lanciava, al più, delle palle da cinque a sei libbre di peso, scendendo fino alle palle di sei once, e per la marina, anche di una sola oncia (sul tipo dello smeriglio). Quelle più piccole diventavano vere e proprie armi portatili e quasi manesche, come il fucile. Le grosse spingarde avevano un mascolo per mettervi la carica; le più piccole ne erano sprovviste, ed erano tutte di un sol pezzo come i cannoni. Armi simili causavano più timore che danni reali alle truppe nemiche, scosse dal frastuono e dal fumo generati durante lo sparo. Data la loro scarsa gittata, i pistolieri necessitano di armature robuste e di capacità in corpo a corpo.
{Candoleros_descr_short}Fanti aragonesi armati di rudimentale arma da fuoco e spada, indossano una buona armatura.

{Arcabuceros_Tercio}Arcabuceros de los Tercios
{Arcabuceros_Tercio_descr}"Tercio" è un termine utilizzato dall'esercito spagnolo per descrivere un tipo misto di fanteria. Questo tipo di formazioni militari e le loro tecniche belliche sono formalizzate e sviluppate soprattutto dal condottiero Gonzalo Fernández de Córdoba, durante le Guerre in Italia: rappresenta la trasformazione e il passaggio dalle istituzioni militari medioevali a quelle moderne. Il tercio è composto principalmente da soldati di professione, disciplinatissimi e molto combattivi, sempre molto temuti dai loro nemici, tanto che la loro apparizione in battaglia o il semplice sapere che sarebbero scesi in combattimento provocò spesso diserzioni tra i nemici. Questo esercito non è composto interamente da spagnoli, ma anzi per gran parte è formato da mercenari tedeschi, italiani, valloni e fiamminghi. I quadri sono comunque spagnoli, che si distinguono per disciplina e professionalità. Combinando la rigidità della linea dei picchieri e la potenza di fuoco a lunga gittata dei moschettieri, il tercio si rivelò ideale sia per la difesa che per l'offesa. Gli "arcabuceros" aragonesi sono dotati di archibugio, corazza e spada per la mischia. Usato a distanza ravvicinata, l'archibugio è piuttosto preciso e raramente esplode uccidendo chi lo usa. Questo primo tipo di arma da fuoco è in grado di sparare salve letali che penetrano gran parte delle armature. Il fragore e il fumo prodotti sono così spaventosi da mettere in fuga molti degli avversari. Se necessario, gli archibugieri sfoderano le spade per la mischia.
{Arcabuceros_Tercio_descr_short}Dotati di corazze e spade, questi archibugieri aragonesi professionali sparano salve mortali a distanza ravvicinata.



MARCHESATO D'ORISTANO
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Virghe Sardesche (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Lanzelonghe (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Piquieri (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Pelliti (daga) AOR town (roccaforte)
3- Teraccos (roncola) AOR large_town (castello)
4- Barrusi (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Caddigatori (spada) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Bardaneri (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Kita de Buiakesos (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Birrudu (giavellotto) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Balistari Oristanesi (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Archibuyu (pistola) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (metropoli)
2- NO - huge_city (megalopoli)

{Virghe_Sardesche}Virghe Sardesche
{Virghe_Sardesche_descr}"L'esercito sardo da un lato era forte, poteva contare sulla forza dei temibili balestrieri genovesi, ma dall'altro i fanti non avevano corazze ed erano armati di una rudimentale arma, chiamata virga sardesca."\n
Cronaca Pisana\n\n
Le "virghe sardesche" sono truppe che portano le omonime armi in asta. La virga è caratterizzata da un corpo ligneo piuttosto lungo e presenta una cuspide piramidale d'acciaio abbastanza tozza, risultando più adatta a sfondare armature resistenti come le corazze a piastre. Questi guerrieri indossano un pesante mantello e sono praticamente privi di armatura, poichè evitano lo scontro aperto e prediligono muoversi agilmente in tattiche di agguato. La virga è una antichissima arma shardana, una sorta di bastone ricurvo, nato come arma da lancio: era scagliata al modo degli antichi frombolieri shardana (sfruttando la spinta centrifuga) piuttosto che alla maniera classica dei giavellottisti. Questi strani "boomerang" nel tempo si trasformarono in giavellotti (età romana) e infine in arma da mischia (nel periodo giudicale). Usata come lancia corta, presenta una lama più lunga del giavellotto sardo classico (birrudu), ed è ricurva all'estremità.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni sarde
{Virghe_Sardesche_descr_short}Questi schermagliatori sardi sono dotati di una lancia detta "virga" e non indossano l'armatura, ma solo un pesante mantello.

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotta di maglia e dal caratteristico scudo allungato (ovale o a mandorla).\n\nUNITA' AOR: reclutabile nelle regioni italiche
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte di maglia, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Pelliti}Pelliti
{Pelliti_descr}"La Sardegna produce bestiame [...] chiamati mufloni, e con le loro pelli vengono usate dai pastori per fare le corazze. Usano anche una corazza leggera di cuoio e una daga corta."\n
Strabone\n\n
I pastori sardi, detti "pelliti" fin dall'età antica, usano scudi tondi di cuoio, corte daghe, e corazze fatte di cuoio e di pelli di muflone pressate. Guerrieri fieri e selvaggi delle montagne sarde, in gran parte seminomadi e banditi, questi combattenti sono avvezzi alle lotte intestine, alle razzie e ai rapimenti. Notoriamente indisciplinati, pur con la loro carica bellicosa non rappresentano un problema per unità corazzate capaci di rimanere in formazione; possono comunque rivelarsi utili formando un muro di scudi a protezione dei tiratori.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni sarde
{Pelliti_descr_short}Pastori sardi dotati di corazze di cuoio rinforzato, sono muniti di daga per il corpo a corpo e possono formare un muro di scudi.

{Teraccos}Teraccos
{Teraccos_descr}I "teraccos" (letteralmente: "figli" o "ragazzi"), detti anche "culibertos", "serbos" o "serbidori", costituiscono la base della servitù feudale di terra: contadini sardi legati al proprio signore come servi della gleba. Oltre al lavoro nei campi, costoro possono essere chiamati alle armi con compiti di presidio e sorveglianza. Sono quasi del tutto privi di esperienza marziale e di addestramento, ma possono contare sul buon equipaggiamento che il signore fornisce loro: elmetto, usbergo e un'arma da mischia, solitamente una accetta detta "istrada".\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni sarde
{Teraccos_descr_short}Giovani contadini sardi, servi della gleba, dotati di elmetto, usbergo e accetta detta "istrada".

{Barrusi}Barrusi
{Barrusi_descr}Un guerriero sprezzante del pericolo viene definito in sardo "barrusu" (ovvero: spavaldo). Solo i combattenti più temerari vengono ammessi a far parte della guardia personale dei nobili, con una conveniente equipaggiatura: elmo metallico, corazza di piastre, alabarda. Costoro, quando le circostanze lo richiedono, vengono schierati a difesa delle principali fortezze oppure sul campo di battaglia, in modo da formare un solido nucleo all'interno della formazione di fanteria. Le corazze consentono loro di sostenere l'impatto della fanteria avversaria, mentre le lunghe e affilate alabarde sono un'arma micidiale sia per i nemici appiedati che per i cavalieri.
{Barrusi_descr_short}Spavaldi guerrieri sardi, dotati di elmo, corazza di piastre e alabarda.

{Caddigatori}Caddigatori
{Caddigatori_descr}I "caddigatori" (letteralmente: cavalieri) rappresentano la tipica cavalleria leggera sarda, costituita dalla chiamata alle armi di tutti gli uomini liberi ("lìeros mannos") che possono permettersi un cavallo. Il loro equipaggiamento è assai modesto e prevede almeno un giaco protettivo, una spada e uno scudo. Agili e veloci, il loro ruolo consiste nell'affiancare e coadiuvare la cavalleria pesante, ma possono anche rendersi utili in manovre autonome, per falciare gli imprudenti tiratori nemici tagliati fuori dal proprio schieramento.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni sarde
{Caddigatori_descr_short}Milizia a cavallo formata da uomini sardi liberi, dotati di giachi protettivi e spade.

{Bardaneri}Bardaneri
{Bardaneri_descr}I "bardaneri" sono una tipica unità sarda dedita alla schermaglia in battaglia e, al di fuori delle battaglie, al furto del bestiame nemico. Questi assalti repentini e imprevedibili, seguiti da una ritirata altrettanto veloce, è chiamata "bardana" nel gergo locale. Costoro sono la cavalleria leggera locale che affianca i cavalieri pesanti; sebbene non ci si possa fare troppo affidamento, sono utili per dare la caccia agli arcieri e ai nemici in fuga. Dotati di usberghi o brigantine, sono armati di giavellotti e ascia per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni sarde
{Bardaneri_descr_short}Cavalleria leggera sarda con giavellotti e ascia, utile per fare schermaglie e per inseguire i nemici in fuga.

{Buiakesos}Kita de buiakesos
{Buiakesos_descr}"I buiakesos erano soldati a cavallo scelti per la guardia del corpo del Giudice; squadra (kita) di armati, di vigilanza ai confini; la vigilanza era fissata in turni di una settimana (da kita deriva cida, col significato di settimana)."\n
"La difesa personale del sovrano era affidata alla Kita de Buiakesos, (nel Logudoro e nell'Arborea) che era costituita da guardie armate di verruda, un'arma simile a una roncola tagliente, della quale al tempo si parlava con terrore."\n
"Il nome kita deriva da "kita de buiakesos" l'antico corpo di guardia dei sovrani sardi di età medievale, i cosidetti judikes. Si trattava di una scorta di cavalieri scelti, i migliori, quelli che garantivano la tutela della vita dei regnanti della nazione sarda."\n
Cronache sarde\n\n
La "kita de buiakesos" (letteralmente: "compagnia di guardiani") costituisce la fedele guardia del corpo del giudice di Arborea, carica spiritualmente ereditata dal marchese di Oristano. Si tratta di esperti cavalieri, scelti tra i migliori della nobiltà sarda, destinati principalmente alla protezione del sovrano e delle più importanti figure politiche della Sardegna, ma anche al controllo delle fortezze e alla vigilanza dei confini più a rischio di invasione. Sono dotati di elmi, corazze di piastre e "verruda", un'arma ad asta tagliente e penetrante, simile ad una roncola.
{Buiakesos_descr_short}Cavalieri sardi, guardiani del sovrano e dei nobili più importanti, equipaggiati con corazze e verruda.

{Birrudu}Birrudu
{Birrudu_descr}"Sa berruda, come era conosciuta al tempo dei Judikes è stata resa famosa dal figlio di Costantino giudice di Torres, Salthar(o), che prese parte all'assedio delle baleari, guidando un contingente di armigeri del regno di Torres assieme ad un drappello del giudicato di Calari. Con la sua Berruda fece strage di mori e veniva usata sia come giavellotto che come arma da taglio."\n
Cronache Pisane\n\n
Questi guerrieri sardi sono dotati del "birrudu", ossia del verrutto o verruda, un giavellotto di origini romane (dal latino "verutum"). Indossano un pesante mantello e sono praticamente privi di armatura, poichè evitano lo scontro aperto e prediligono muoversi agilmente in tattiche di agguato o schermaglia. Preferiscono evitare lo scontro aperto, ma se sono costretti alla mischia non si tirano certo indietro, sfoderando le daghe.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni sarde
{Birrudu_descr_short}Questi schermagliatori sardi sono dotati di giavellotti e daghe, non indossano l'armatura, ma solo un pesante mantello.

{Balistari_Oristanesi}Balistari_Oristanesi
{Balistari_Oristanesi_descr}"Alla battaglia [Aidu de Turdu] partecipò il fratello del giudice stesso, Giovanni d’Arborea, insieme ad un contingente di 250 cavalieri e trecento balestrieri oristanesi, con il compito di evitare ai regnicoli un’imboscata."\n
Cronaca sarda\n\n
L'unica vera unità di balestrieri della Sardegna degna di nota è rappresentata da questo contingente, proveniente da Oristano, ma reclutabile e dislocabile su tutta l'isola. Costoro si distinsero nelle battaglie per l'indipendenza dell'Arborea contro gli Aragonesi, combattute nel corso del XIV secolo, e una volta sconfitti accettarono di servire i nuovi signori. Coraggiosi e preparati, sono dotati di elmetti, cotte di maglia, balestre e spade per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni sarde
{Balistari_Oristanesi_descr_short}Coraggiosi e preparati, sono tiratori sardi dotati di elmetti, cotte di maglia, balestre e spade per la mischia.

{Archibuyu}Archibuyu
{Archibuyu_descr}"Tra' i ferrai di arte fina avevano luogo, anzi il primo luogo, gli armaruoli, de' quali era in Tempio gran numero prima che a lunghi schioppi sardi di canne di Spagna si andassero sostituendo i fucili a due colpi."\n
Angius, cronaca sarda\n\n
"Lassat su arquibuxiu pedrinale a baingiu fara figiu de andria fara jure legati."\n
Pancrazio Mudadu, testamento di Bartolu Cossu di Martis, 1653\n\n
Questi tiratori sardi, una milizia cittadina semi-permanente al comando dei governatori locali, sono armati di "archibuyu pedrinale" (con accensione a ruota), l'archibugio sardo di importazione, probabilmente derivato dalle più rudimentali spingarde angioine (i primi schioppi o "escopete" vennero introdotti sull'isola all'inizio del XV secolo, durante la resistenza contro l'occupazione aragonese). I Sardi impararono in fretta a fabbricare autonomamente queste nuove armi da fuoco: alcuni centri (come quello di Tempio) diverranno celebri per l'abilità degli armaioli e per la qualità degli archibugi e degli schioppi. L'abbigliamento tipico degli archibugieri sardi prevede un berretto frigio di color nero ("sa berritta"), la gabbanella nera con guarnizioni di velluto blu ("su capotinu"), i calzoni di orbace corti neri ("sas ragas"), un prestigioso giustacolore rosso ovvero un giubbetto spesso provvisto di bottoniere e con maniche squarciate all'avambraccio ("sa camiyola"), i calzoni bianchi di lino stretti alle ginocchia, i borzacchini di pelle ed un largo cinturone sempre di pelle marrone alla vita, che fungeva probabilmente anche da cartucciera ("sa garrighera"). Oltre all'archibugio, i tiratori sardi sono dotati di spada corta ("sa daga") per la mischia.
{Archibuyu_descr_short}Tiratori sardi dotati di protezioni leggere, archibugio e daga per la mischia.
14/05/2012 14:12
 
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CALIFFATO HAFSIDE
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Rammahun (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Junud (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Qanun (picca) PEN city (città)
5- NO - large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- NO - huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Fellah (spada) AOR town (roccaforte)
3- Mudéjar (spada) AOR large_town (castello)
4- Bornu 'Abid (alabarda) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Faris (lancia leggera) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Jaridah (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Musharif (lancia) PEN city (fortezza)
5- NO - large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Rumat (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Qaws-ferengi (balestra) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Midfa (pistola) \ Jezail (archibugio) PEN city (città)
5- NO PRO large_city (metropoli)

Marinai:
1- Bahhara (spada) PRO city (città)
2- Naffatun (bombe) PRO large_city (metropoli)
3- Ta'ifat Al Ru'sa (alabarda) PRO huge_city (megalopoli)

{Rammahun}Rammahun
{Rammahun_descr}I "rammahun" sono lanceri miliziani dei borghi berberi. Armate di lancia corta, ma scarsamente corazzate, queste truppe sono composte dagli stessi abitanti dei borghi chiamati a difendere le proprie case in tempo di crisi. A volte vengono costrette ad agire in campagne militari in paesi stranieri, ma benché valide nella difesa degli insediamenti, non risultano affidabili sul campo.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni africane
{Rammahun_descr_short}Dotate di lancia corta e di una modesta armatura, queste truppe sono formate dagli abitanti stessi, chiamati a difendere la propria città.

{Junud}Junud
{Junud_descr}I "junud" sono lanceri miliziani delle città berbere. Queste truppe sono composte dagli stessi abitanti delle città chiamati a difendere le proprie case in tempo di crisi. A volte vengono costrette ad agire in campagne militari in paesi stranieri, ma sebbene costituiscano una buona forza difensiva armata di lance lunghe e protetta da solide cotte di maglia, non hanno l'addestramento per sopportare lunghi scontri. Possono comunque opporre una buona resistenza alle cariche di cavalleria leggera, formando una difesa ad anello.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni africane
{Junud_descr_short}Armate di lancia lunga e protette da cotte, queste truppe miliziane possono formare una difesa ad anello.

{Qanun}Qanun
{Qanun_descr}Nelle grandi metropoli maghrebine, i governatori locali possono disporre di una milizia permanente di picchieri scelti tra i cittadini ebrei e cristiani; questa coscrizione rientra nell'ambito della riscossione del "qanun", un'imposta straordinaria sulle comunità infedeli, che si aggiunge alla regolare "jizya" (tassa islamica prevista dal "dhimmi" per consentire alle minoranze ebree e cristiane di professare la propria fede). Questi picchieri, dotati di corazzine, sono una valida barriera contro le cariche dei cavalieri nemici, sebbene non reggano il confronto con gli omologhi picchieri europei.
{Qanun_descr_short}Picchieri ebrei e cristiani, dotati di corazzine, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Fellah}Fellah
{Fellah_descr}La vita al livello più basso della società medievale non è né facile né salutare. In tempo di guerra i contadini arabi o felloni (dall'arabo "fellah") vengono strappati ai campi e arruolati a forza e, se sono fortunati, muniti di un qualche tipo di arma, in genere nulla più che una daga. Il loro compito primario è formare un "muro umano" stringendosi gli uni agli altri con i loro scudi, opponendo resistenza all'avanzata nemica e proteggendo i propri tiratori. \n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni africane
{Fellah_descr_short}Contadini arabi strappati ai campi e coscritti a forza, muniti solo di una daga e di scudi, coi quali formano dei muri a protezione dei tiratori.

{Mudejar}Mudéjar
{Mudejar_descr}Questa buona fanteria feudale islamica è impiegata in tutto il Maghreb per presidiare i castelli e per rinforzare i ranghi delle armate sul campo di battaglia. Si tratta di "Mudéjar", discendenti dei Mori di Spagna, che ancora nel XV secolo popolano l'Andalusia, ma che in gran parte sono fuggiti dalla Reconquista cristiana, stabilendosi nelle regioni costiere africane. Questi guerrieri sono dotati di una buona armatura (cotta di maglia), di scudi e combattono con le spade d'acciaio.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni africane
{Mudejar_descr_short}Guerrieri moreschi, dotati di cotta, spada e scudo, impiegati per la difesa dei castelli e per rinforzare i ranghi delle armate.

{Bornu_Abid}Bornu 'Abid
{Bornu_Abid_descr}Fin dal XIV secolo il califfato hafside intrattenne contatti commerciali e relazioni amichevoli con i grandi regni subsahariani, primo tra tutti quello di Bornu; spesso il califfo e i più importanti emiri delle fortezze hafsidi ingaggiano energumeni neri come guardie personali, sfruttando la loro enorme possanza, la grande esperienza di guerrieri e l'indiscutibile lealtà. Questi tremendi fanti africani sono provvisti di corazzine e combattono con l'alabarda.
{Bornu_Abid_descr_short}Guerrieri tribali africani del regno di Bornu, corazzati e armati di alabarda, costituiscono la guardia personale del califfo e degli emiri hafsidi.

{Faris}Faris
{Faris_descr}Impegnati nella nobile difesa del Corano contro gli infedeli, le qualità dei "faris" ("cavalieri" in arabo) devono essere abilità, lealtà, obbedienza, disciplina in battaglia. Reclutati tra gli Arabi insediatisi nel Nordafrica, questi uomini sono validi cavalieri, in grado di affrontare gli omologhi cristiani (purchè non troppo corazzati), ma sono anche dotati di una buona agilità che li rende idonei nell'inseguire gli arcieri a cavallo e aggirare le ali degli schieramenti. Sebbene siano abituati a un clima caldo, non sono da considerarsi truppe da deserto: il loro equipaggiamento prevede lancia pesante, armatura a fasce, elmo a uovo, scudo circolare e spada araba "sayf" (diritta e a doppio taglio). Per il servizio prestato, i faris ottenevano dal proprio signore l'equipaggiamento e i migliori tra loro venivano premiati con delle "iqta" (piccoli appezzamenti di terra), che potevano comunque essere confiscati in qualsiasi momento.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni africane
{Faris_descr_short}Cavalieri arabi, dotati di lancia, armatura, elmo a uovo, scudo circolare e spada araba "sayf", ma egualmente dotati di buona agilità.

{Jaridah}Jaridah
{Jaridah_descr}Paragonabili ai "jinete" iberici, questi "jaridah" sono tipiche truppe a cavallo delle coste maghrebine del tardo medioevo. Si tratta di schermagliatori berberi in armatura leggera, in grado di assumere una formazione a cerchio che tempesta costantemente il nemico. Utilizzano la velocità per tenersi fuori portata e scagliare giavellotti, per poi entrare in corpo a corpo quando il nemico è stato indebolito a sufficienza, sfoderando le spade. \n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni africane
{Jaridah_descr_short}Cavalleggeri berberi con giavellotto, in grado di assumere la formazione di cerchio di tiro, per poi buttarsi nella mischia con le spade.

{Musharif}Musharif
{Musharif_descr}Gli emiri hafsidi ricevono dal loro califfo il diritto di amministrare e controllare la propria regione, nonché difenderla dai nemici del loro sovrano. L'emiro perciò si preoccupa di armare i propri vassalli "musharif", costituendo una forza di temibili cavalieri feudali islamici, pronti a tutto per difendere l'Islam e sconfiggere gli infedeli cristiani. Costoro sono dotati di corazze, lance, scudi e spade. Sebbene non reggano il confronto con la cavalleria pesante o i picchieri cristiani, sono comunque in grado di devastare qualsiasi nemico non troppo corazzato, e mostrano una discreta agilità di manovra.
{Musharif_descr_short}Cavalieri nobili, vassalli dell'emiro locale, questi lanceri non eguagliano i propri pari d'Occidente, ma sono più agili e devastanti contro nemici poco corazzati.

{Rumat}Rumat
{Rumat_descr}Gli arcieri arabi (noti come "rumat") sono abituati a usare gli archi per la caccia. Costoro sono muniti di un piccolo arco, un coltello e, se fortunati, di un qualche genere di armatura. La vita ai livelli più bassi della società medievale non è né facile né salutare, e costoro sono stati arruolati anche con la forza, o si sono visti costretti a difendere i loro miserevoli averi. \n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni africane
{Rumat_descr_short}Abituati a usare gli archi per la caccia, questi cacciatori arabi sono armati anche con un coltello.

{Qaws_Ferengi}Qaws-Ferengi
{Qaws_Ferengi_descr}La balestra (denominata dai Saraceni "qaws-ferengi", ossia "arco franco") è un'arma molto popolare nella Spagna moresca e in tutto il Maghreb, utilizzata tanto dai nobili quanto dai contadini. Queste truppe sono formate arruolando gli stessi abitanti per la difesa della propria città, dei ponti e delle strade limitrofe. Addestrati e dotati quasi sempre d'armatura, questi ausiliari usano le balestre per combattere a distanza, dato che non resisterebbero un attimo in un corpo a corpo. \n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni africane
{Qaws_Ferengi_descr_short}Milizia locale armata di balestra e protetta da una qualche armatura, valida a distanza, ma non in un corpo a corpo.

{Midfa}Midfa
{Midfa_descr}Il "midfa" è una sorta di "cannone a mano" usato dai musulmani fino alla metà del XV secolo, quando venne soppiantato dal più evoluto "misker" (moschetto) ottomano. Probabilmente fu introdotto nel Medio Oriente dai "chongzu" Mongoli, che a loro volta lo avrebbero importato dalla Cina. La prima battaglia che vide un uso di massa del midfa avvenne nel 1260, presso Ain Jallut, dove gli Egiziani respinsero gli stessi Mongoli. Il midfa è uno strumento molto semplice e rudimentale, inutilizzabile in condizioni di pioggia o forte vento. La precisione dell'arma è inferiore ai più moderni archibugi europei, tuttavia i midfa costano poco (molto meno delle balestre) e non richiedono gli anni di addestramento necessari ad un arciere. Ben addestrati e ben corazzati, questi soldati sono una potente unità a corta distanza; in mischia sfoderano le sciabole.
{Midfa_descr_short}Pistolieri musulmani, ben corazzati e dotati di armi da fuoco potenti ma poco accurate, in mischia sfoderano le sciabole.

{Bahhara}Bahhara
{Bahhara_descr}I "bahhara" sono soldati di marina reclutati tra i villaggi delle coste africane. Si tratta perlopiù di marinai e pescatori con poca attitudine alla guerra e scarsa attitudine ad eseguire gli ordini. Imbarcati sulle navi, svolgono le normali mansioni di bordo come il resto della ciurma: manovra delle vele, lavori sul ponte, servizio ai remi. In caso di scontro col nemico, tuttavia, sono tenuti a interrompere rapidamente le proprie attività e presentarsi sul ponte per prepararsi all'arrembaggio, sguainando la sciabola. Oltre a prestare servizio sulle navi, i bahhara sono impiegati anche come guardacoste e nel presidio dei porti cittadini.
{Bahhara_descr_short}Soldati di marina di servizio su navi e porti, poco esperti e organizzati, dotati di sciabola.

{Naffatun}Naffatun
{Naffatun_descr}La nafta è un liquido incendiario, composto artigianalmente, molto difficile da spegnere. I "naffatun", dotati di protezioni ignifughe e sciabola per il corpo a corpo, lanciano letali brocche di ceramica piene di nafta che esplodono all'impatto, rilasciando una massa infiammata capace di infiltrarsi sotto qualsiasi armatura. La prospettiva di una morte simile scuote il morale anche dei guerrieri più coraggiosi.
{Naffatun_descr_short}Questi uomini lanciano letali brocche di nafta incendiata capace di infiltrarsi sotto qualsiasi armatura.

{Reise}Ta'ifat al Ru'sa
{Reise_descr}I celebri "pirati barbareschi" sono, più correttamente, corsari musulmani che operano dalle coste del Nordafrica, fin dai tempi delle Crociate; le depredazioni più frequenti affliggevano le coste spagnole e italiche, che in tre secoli subirono centinaia di attacchi e più di un milione di cristiani vennero schaivizzati e venduti nei mercati nordafricani. Una spinta notevole alla pratica della corsa saracena fu data dall'espulsione di migliaia di musulmani dal Sultanato di Granada, dopo la sua caduta (1492) ad opera delle forze castigliane e aragonesi. Molti degli esiliati si organizzarono in corporazioni di "Ta'ifat al Ru'sa" (milizie dei capitani di mare) dedite agli attacchi alle flotte mercantili spagnole e italiche. La ferocia e la disciplina di questi famigerati corsari divenne proverbiale. Organizzati e addestrati, costoro non temono nulla e combattono fino alla morte con moschetto e sciabola.
{Reise_descr_short}Queste milizie marine, agli ordini dei pirati saraceni, dediti alla depredazione e alla devastazione, combattono con moschetto e sciabola.



SULTANATO OTTOMANO
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Eshkinji (lancia corta) AOR town (borgo)
3- Laghimji (lancia lunga) AOR large_town (cittadina)
4- Harbaçi (picca) PEN city (città)
5- Solak Yeniçeri (alabarda) PRO large_city (metropoli)
richiede gilda:
6- Gaddaraçi (spadone) PRO huge_city (megalopoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (forte)
2- Yaya \ Jebeji \ Azab (spada) AOR town (roccaforte)
3- Baltaçi (ascia) PEN city (fortezza)
4- Ajemioghlan (alabarda) PRO large_city (cittadella)
5- Zhirli nefer Yeniçeri (spada) PRO large_city (cittadella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Musellems / Akinçi (spada) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Jebelu (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Timârli (lancia) PEN city (fortezza)
5- Kirmizi Bayrak (lancia) PRO large_city (cittadella)
5- Ulufeji Kapikulu (moschetto) PRO large_city (cittadella)
5- Silahdar Kapikulu (lancia) PRO large_city (cittadella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o forte)
2- Okçu (arco) AOR town (borgo o roccaforte)
3- Basibozuk (giavellotto) AOR large_town (cittadina o castello)
4- Topçu (archibugio) PEN city (città)
5- Tufekçi Yeniçeri (moschetto) PRO large_city (metropoli)

Marinai:
1- Deniz (spada) PRO city (città)
2- Naffatun (bombe) PRO large_city (metropoli)
3- Ta'ifat Al Ru'sa (alabarda) PRO huge_city (megalopoli)

{Eshkinji}Eshkinji
{Eshkinji_descr}Col termine "eshkinji" si indicano le truppe ottomane appiedate non facenti parte di corpi speciali, come le guardie "kapikulu" (nelle cui fila spicca la classe dei giannizzeri) o i feudali "sipahi". Si tratta di semplici miliziani di provincia, poco esperti nel combattimento e male equipaggiati: sono privi di armature e tutto ciò che possiedono è una spada e un piccolo scudo. Questi miliziani possono comunque rivelarsi utili nella difesa degli insediamenti o per supportare le più esperte truppe feudali o professionali.
{Eshkinji_descr_short}Miliziani dotati di spada e scudo ma privi di buone armature, se la cavano bene come presidio e sul campo, come supporto a truppe più esperte.

{Laghimji}Laghimji
{Laghimji_descr}I "laghimji" sono dei miliziani ottomani ben addestrati ed equipaggiati. Inquadrati in un corpo militare con funzioni peculiari (scavo dei tunnel in assedio, piazzamento di esplosivi, costruzione dei ponti sul percorso dell'esercito), costoro non avevano un'arma distintiva; tra le tante utilizzate, vi era la lancia "mizrak". Indossano buone protezioni e portano uno scudo; sono lanceri in grado di formare la difesa ad anello per contrastare la cavalleria nemica.
{Laghimji_descr_short}Miliziani ottomani ben addestrati ed equipaggiati, lanceri in grado di formare la difesa ad anello per contrastare la cavalleria nemica.

{Harbaci}Harbaçi
{Harbaci_descr}Il picchiere è un punto fermo delle guerre tardomedievali, ma questo non sembra interessare il mondo islamico. Ciononostante, nelle grandi metropoli ottomane, i governatori locali possono disporre di una milizia di alabardieri scelti, esperti nel maneggiare la lunga alabarda "harba". Costoro si muovono in battaglia come picchieri e possono creare la tipica selva di lance: dotati di protezioni leggere in cuoio, sono una valida barriera contro le cariche dei cavalieri nemici, sebbene non reggano il confronto con gli omologhi picchieri europei.
{Harbaci_descr_short}Guerrieri ottomani con lunghe alabarde, dotati di protezioni in cuoio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

{Yeniceri_Solak}Solak (Yeniçeri)
{Yeniceri_Solak_descr}I giannizzeri ("Yeniçeri" o "jeni tceri", che significa "nuovo soldato" in turco), vengono reclutati in seguito a coscrizione di ragazzi cristiani dell'impero, e da subito addestrati. Come corpo professionale d'élite hanno accesso al miglior equipaggiamento e alle migliori armature; integrati da molto giovani, costoro costituiscono una parte considerevole dell'esercito turco e giurano fedeltà al sultano. I "solak" (assieme alle altre guardie di palazzo "peyk" e "bostanji") sono l'élite dei giannizzeri e si occupano della protezione del sultano e dei generali in battaglia. Dotati di alabarda "gaddara", solitamente non indossavano armature o si limitavano a leggere corazze sotto le vesti per non compromettere la propria rapidità; indossavano un elmo di bronzo e un'uniforme gialla.
{Yeniceri_Solak_descr_short}Addestrati nell'uso delle lunghe alabarde, questi giannizzeri d'élite evitano le armature per non compromettere la propria agilità.

{Gaddaraci}Gaddaraçi
{Gaddaraci_descr}I Gaddaraçi sono un corpo di fanteria pesante del Sultano ottomano. Brandiscono l'omonima spada "gaddara" e sono protetti da cotta di maglia e scudo. Vengono impiegati assieme ai giannizzeri per formare un nucleo solido di fanti, supportati dalla fanteria e dalla cavalleria leggera.
{Gaddaraci_descr_short}Ben protetti da una cotta di maglia e muniti di spada e scudo, costoro rappresentano una potente unità di fanti pesanti.

{Yaya}Yaya
{Yaya_descr}Per rimpiazzare le armate turcomanne semi-nomadi da cui dipendevano ancora i sultanati selgiuchidi anatolici, gli Ottomani introdussero un sistema di reclutamento basato su truppe semi-professionali, in parte mercenari, organizzati in "ortas" (reggimenti) di cavalleggeri ("musellem") e fanti leggeri ("yaya"). Queste nuove forze, che percepivano un salario regolare nel periodo di guerra, comprendevano genti di ogni razza e provenienza: cattolici, ortodossi, turchi e turcomanni. Privi o quasi di armature, gli yaya sono agili fanti con compiti di sorveglianza di ponti e strade; in battaglia sono schierati in difesa delle retrovie, armati di coltellacci, e al massimo si limitano a una funzione di supporto per le truppe più esperte (giannizzeri, sipahi e persino azab).
{Yaya_descr_short}Truppe in armatura leggera, utile più che altro per sorvegliare strade e insediamenti, privi di armature e armati di un coltellaccio.

{Baltaci}Baltaçi
{Baltaci_descr}I "baltaçi" vengono reclutati per la difesa della fortezza. Come corpo d'élite ottomano hanno accesso al miglior equipaggiamento e alle migliori armature; armati di portentose asce da guerra a due mani dette "balta", costoro indossano pesanti cotte di maglia d'acciaio. Temerari ed esperti in battaglia, il loro compito è quello di condurre la carica della fanteria con onore e coraggio.
{Baltaci_descr_short}Addestrati nell'uso dell'ascia a due mani "balta", questi temibili guerrieri ottomani vestono una pesante cotta di maglia d'acciaio.

{Ajemioghlan}Ajemioghlan
{Ajemioghlan_descr}Il corpo ottomano degli Ajemioghlan rappresenta l'élite della fanteria pesante qapiqulu. E' composto da giovani ragazzi scelti tra i prigionieri di guerra (nel sistema noto come "penchik", in seguito rimpiazzato dal "devshirme" tipico dei giannizzeri), portati in Anatolia, severamente allevati e duramente addestrati dall'ufficiale "Ajemi Kahyasi" per diventare formidabili guerrieri. Sono comandati dal comandante ("Agha") di Istanbul, vestono divise blu e tipici "külah" (copricapi a forma di cono) gialli; la loro unica arma è la daga.
{Ajemioghlan_descr_short}Queste truppe ottomane sono l'élite della fanteria pesante, pesantemente corazzate, e sono parte della guardia del sultano ottomano.

{Yeniceri_Zhirli_Nefer}Zhirli nefer (Yeniçeri)
{Yeniceri_Zhirli_Nefer_descr}I giannizzeri ("Yeniçeri" o "jeni tceri", che significa "nuovo soldato" in turco), vengono reclutati in seguito a coscrizione di ragazzi cristiani dell'impero, e da subito addestrati. Come corpo professionale d'élite hanno accesso al miglior equipaggiamento e alle migliori armature; integrati da molto giovani, costoro costituiscono una parte considerevole dell'esercito turco e giurano fedeltà al sultano. Questa fanteria pesante d'élite, detta "zhirli nefer", è armata di sciabola e protetta da una corazza sotto le vesti. Il suo compito è quello di condurre la carica della fanteria con onore e coraggio.
{Yeniceri_Zhirli_Nefer_descr_short}Questi giannizzeri, armati di scimitarra e scudo, costituiscono il cuore della fanteria pesante ottomana.

{Akinjis}Akinçi
{Akinjis_descr}"Costoro [gli akinji] erano in grado di compiere atroci devastazioni, [...] in modo da indebolire l'economia e il morale del paese aggredito [...] dunque ammorbidirlo per l'offensiva dell'esercito regolare [ottomano]."\n
Cronaca salentina del XVI secolo\n\n
Gli "akinçi", che significa "razziatori", sono guerrieri turcomanni in servizio presso le forze ottomane solo in tempo di guerra. Appartenenti al corpo dei cavalleggeri "sheradkulu" assieme ai volontari di guarnigione "gönüllü" e alla milizia locale "besli", i più meritevoli e coraggiosi tra tutti gli akinçi vengono riuniti in'unità specifiche e sono detti "delil" (da "deli", ossia "pazzi", con riferimento al loro fanatismo). Costoro combattono senza armatura e spesso senza scudi per essere più veloci; per lo stesso motivo sono armati di lance leggere. Adottano tattiche di agguato o schermaglia e, sebbene siano adatti a scompaginare i fianchi dell'armata nemica e gli arcieri, soccomberebbero in fretta in una mischia. Se proprio vi sono costretti, affrontano il corpo a corpo sfoderando la sciabola.
{Akinjis_descr_short}Cavalleggeri rapidissimi utilizzati dalle forze ottomane, gli Akinçi, armati di lancia leggera e sciabola, combattono senza armatura per risultare più veloci.

{Jebelu}Jebelu
{Jebelu_descr}I "sipahi" costituiscono il grosso della cavalleria ottomana; è una classe di guerrieri feudali composta da lanceri pesanti ("timarli") e tiratori leggeri al seguito ("jebelu"). I jebelu, addestrati e comandati dai timarli, sono perlopiù esponenti della piccola nobiltà di campagna che hanno ricevuto la proprietà dei propri appezzamenti in cambio del servizio militare, da espletare solamente in tempo di guerra. Sono dotati di arco composito, scudo rotondo, elmo e sciabola, ma non indossano protezioni al corpo.
{Jebelu_descr_short}Arcieri feudali "siphai" a cavallo, molto mobili ma adatti anche alla mischia, dotati di arco, elmo, scudo rotondo e sciabola.

{Timarli}Timârli
{Timarli_descr}I "sipahi" costituiscono il grosso della cavalleria ottomana; è una classe di guerrieri feudali composta da lanceri pesanti ("timârli") e tiratori leggeri al seguito ("jebelu"). I timârli, comandanti e addestratori dei jebelu, sono perlopiù esponenti della grande nobiltà che hanno ricevuto la proprietà dei propri appezzamenti in cambio del servizio militare, da espletare solamente in tempo di guerra; in tempo di pace sono responsabili della protezione dei loro "timar" (feudi). Sono esperti guerrieri, dotati di lancia, scudo rotondo, elmo e sciabola; indossano pesanti cotte di maglia.
{Timarli_descr_short}Lancieri feudali "siphai" a cavallo, non molto agili ma dalla temibile carica, dotati di lancia, elmo, scudo rotondo e sciabola.

{Kirmizi_Bayrak}Kirmizi Bayrak
{Kirmizi_Bayrak_descr}L'élite dei cavalieri sipahi al servizio del sultano, costoro (detti "kirmizi bayrak", ossia "stendardo rosso", dall'emblema che li contraddistingue in battaglia) sono impiegati, in tempo di pace, alla riscossione delle tasse, mentre sul campo di battaglia si occupano del coordinamento della fanteria e della protezione del sultano. Rappresentano una formidabile cavalleria corazzata, in grado di caricare e scompaginare qualunque formazione, eccezion fatta per i picchieri; dotati di lancia e scudo, indossano armature pesanti come i propri cavalli e sfoderano la sciabola nel corpo a corpo.
{Kirmizi_Bayrak_descr_short}Cavalieri feudali ottomani d'élite, costoro sono dotati di lancia, scudo, sciabola e indossano armature pesanti come i propri cavalli.

{Ulufeji_Kapikulu}Ulufeji (Kapikulu)
{Ulufeji_Kapikulu_descr}Gli "ulufeji" sono il corpo più moderno dei "qapiqulu" (guardia di palazzo e cavalleria d'élite ottomana). Rappresentano una rapida cavalleria di supporto, appoggio ideale per i "silahdar", dotata di moderne corazze leggere, evoluti moschetti ottomani e sciabola per la mischia. Cavalcano destrieri dotati di armature leggere.
{Ulufeji_Kapikulu_descr_short}Guardia di palazzo e cavalleria leggera ottomana, costoro sono dotati di moschetto, sciabola e indossano armature leggere come i propri cavalli.

{Silahdar_Kapikulu}Silahdar (Kapikulu)
{Silahdar_Kapikulu_descr}I "silahdar" sono il corpo più antico e celebre dei "qapiqulu" (guardia di palazzo e cavalleria d'élite ottomana). Sono chiamati anche "sari bayrak", ossia "stendardo giallo", tipico emblema che li contraddistingue in battaglia, dove vengono schierati a protezione del sultano nelle retrovie. Rappresentano una formidabile cavalleria corazzata, in grado di caricare e scompaginare qualunque formazione, eccezion fatta per i picchieri; dotati di lancia e scudo, indossano armature pesanti come i propri cavalli e sfoderano la sciabola nel corpo a corpo.
{Silhadar_Kapikulu_descr_short}Guardia di palazzo e cavalleria d'élite ottomana, costoro sono dotati di lancia, scudo, sciabola e indossano armature pesanti come i propri cavalli.

{Basibozuk}Bashibozuk
{Basibozuk_descr}Avventurieri turchi, ma anche slavi, ungheresi, italiani, greci, tutti pronti a combattere contro i confratelli cristiani per la paga che il sultano dava loro e per il bottino. La maggior parte portava le proprie armi, uno strano assortimento di lance corte, archi, scimitarre, frombole e più tardi anche archibugi. Truppe di scarso affidamento, eccellenti al primo assalto ma facili allo scoraggiamento, rappresentano una feroce fanteria irregolare armata in maniera leggera che affianca di solito la vera fanteria ottomana. Questi soldati turchi non indossano o quasi l'armatura e sono truppe leggere usate per fiaccare gli arcieri nemici e i fianchi degli schieramenti.
{Basibozuk_descr_short}I Bashi-Bazouk sono truppe leggere, feroci ma inaffidabili, usate per fiaccare i fianchi degli schieramenti. Usano soprattutto archi e scimitarre.

{Okcu}Okçu
{Okcu_descr}Gli "okçu" rappresentano il corpo di arcieri appiedati ottomani per eccellenza. Sebbene questo tipo di unità stia cadendo in disuso a causa della diffusione delle balestre leggere ("chagra"), delle balestre pesanti ("zemberek", in grado di scagliare dardi del diametro superiore a un pollice) e soprattutto dell'artiglieria leggera, gli okçu rimangono ancora una risorsa preziosa. Il loro equipaggiamento prevede, oltre al potente arco composito, anche un'armatura leggera e la scimitarra per il corpo a corpo, nel quale sanno farsi valere.
{Okcu_descr_short}Gli arcieri ottomani tempestano di frecce i nemici, indebolendo e mettendo in fuga le formazioni prima dell'attacco della fanteria.

{Topcu}Topçu
{Topcu_descr}Gli ottomani "topçu", membri di un corpo fondato da Murad II verso la metà del secolo XV, sono guerrieri specializzati nella fabbricazione e nell'uso di qualsiasi forma di artiglieria, dai cannoni ai moschetti. Hanno vesti tipiche, di fattezze balcaniche, e sono coordinati da un proprio comandante, il "topchubashi". Vengono reclutati previo permesso accordato dal "Divan-i Hümayun" (Gran Consiglio Ottomano) e i più meritevoli in battaglia erano premiati con concessioni feudali. Sul campo vengono schierati nelle retrovie, protetti dalla fanteria, cercando di evitare la mischia in cui cercano di difendersi con le sciabole.
{Topcu_descr_short}Corpo di artiglieri ottomani, vestiti alla balcanica e dotati di sciabola per la mischia, che comunque cercano di evitare.

{Yeniceri_Tufekci}Tufekçi (Yeniçeri)
{Yeniceri_Tufekci_descr_short}I giannizzeri ("Yeniçeri" o "jeni tceri", che significa "nuovo soldato" in turco), vengono reclutati in seguito a coscrizione di ragazzi cristiani dell'impero, e da subito addestrati. Come corpo professionale d'élite hanno accesso al miglior equipaggiamento e alle migliori armature; integrati da molto giovani, costoro costituiscono una parte considerevole dell'esercito turco e giurano fedeltà al sultano. I "tufekçi" sono tra i primi Ottomani a utilizzare i moschetti di nuova invenzione. Quest'arma pesante ha una buona gittata, penetra qualunque armatura, e infligge una ferita quasi certamente fatale. Questi guerrieri, dotati di corazza leggera sotto le vesti, rappresentano una fanteria leggera mobile e veloce, ma all'occorrenza non disdegna il corpo a corpo sfoderando portentose asce da guerra.
{Yeniceri_Tufekci_descr}Questi giannizzeri sono addestrati all'uso del moderno e potente moschetto ottomano, inoltre portano corazza leggera e asce.

{Deniz}Deniz
{Deniz_descr}"Erano questi [deniz] un corpo male armato e male addestrato [...] corpo di mare il cui reclutamento avveniva mediante una leva volontaria. Armati alla leggera, costituivano un corpo appiedato [equipaggiato] allo stesso modo degli akinji."\n
Cronaca salentina del XVI secolo\n\n
Da popolo nomade delle steppe, i Turchi si sono trasformati in veri dominatori dei mari. La forza navale ottomana si originò con la conquista, da parte del sultano Orhan, della provincia ("beylik") di Karasi e della sua flotta. Da allora, per tutto il XIV secolo, alcune unità di giannizzeri o di azab vennero impiegate come fanteria di marina; solo dalla seconda metà del '400, tuttavia, gli Ottomani iniziarono a dotarsi di un corpo di marina specializzato: i "deniz", un reparto particolare degli azab. Questi guerrieri sono in gran parte di stirpe ellenica; armati di arco e sciabola, costituiranno il cuore della fanteria navale fino alla fine del XV secolo, quando verranno rimpiazzati dalla famigerata milizia berbera "Ta'ifat al Ru'sa".
{Deniz_descr_short}Feroci marinai ottomani, in gran parte di stirpe ellenica, armati di arco e sciabola.

{Naffatun}Naffatun
{Naffatun_descr}La nafta è un liquido incendiario, composto artigianalmente, molto difficile da spegnere. I "naffatun", dotati di protezioni ignifughe e sciabola per il corpo a corpo, lanciano letali brocche di ceramica piene di nafta che esplodono all'impatto, rilasciando una massa infiammata capace di infiltrarsi sotto qualsiasi armatura. La prospettiva di una morte simile scuote il morale anche dei guerrieri più coraggiosi.
{Naffatun_descr_short}Questi uomini lanciano letali brocche di nafta incendiata capace di infiltrarsi sotto qualsiasi armatura.

{Reise}Ta'ifat al Ru'sa
{Reise_descr}I celebri "pirati barbareschi" sono, più correttamente, corsari musulmani che operano dalle coste del Nordafrica, fin dai tempi delle Crociate; le depredazioni più frequenti affliggevano le coste spagnole e italiche, che in tre secoli subirono centinaia di attacchi e più di un milione di cristiani vennero schaivizzati e venduti nei mercati nordafricani. Una spinta notevole alla pratica della corsa saracena fu data dall'espulsione di migliaia di musulmani dal Sultanato di Granada, dopo la sua caduta (1492) ad opera delle forze castigliane e aragonesi. Molti degli esiliati si organizzarono in corporazioni di "Ta'ifat al Ru'sa" (milizie dei capitani di mare) dedite agli attacchi alle flotte mercantili spagnole e italiche. La ferocia e la disciplina di questi famigerati corsari divenne proverbiale. Organizzati e addestrati, costoro non temono nulla e combattono fino alla morte con moschetto e sciabola.
{Reise_descr_short}Queste milizie marine, agli ordini dei pirati saraceni, dediti alla depredazione e alla devastazione, combattono con moschetto e sciabola.
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