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The Housekeeper
00martedì 20 marzo 2012 17:09
Topic per l'esposizione delle unità riminesi.
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00martedì 20 marzo 2012 17:09


SIGNORIA DI RIMINI
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Milizia cittadina:
1- NO - village (villaggio)
2- Giotoni (coltello) AOR town (borgo)
3- Targhieri (lancia corta) AOR large_town (cittadina)
4- Lanzelonghe (lancia lunga) - city (città)
5- Piquieri (picca) - large_city (grande città)
6- Maestri Bolognesi (spadone) - huge_city (metropoli)

Fanteria feudale:
1- NO - village (terrapieno)
2- Scherani (mazza) AOR town (castello)
3- Saltuari (spada) AOR large_town (fortezza)
4- Cernite Malatestiane (spiedo) - city (cittadella)
5- Provixionati (alabarda) - large_city (forte a stella)

Cavalleria:
1- NO - village (villaggio o terrapieno)
2- Squadrieri (lancia corta) AOR town (borgo o castello)
3- Balistari Equites (balestra) AOR large_town (cittadina o fortezza)
4- Armigeri (lancia) - city (cittadella)
5- Strenui (lancia) - large_city (forte a stella)

Tiratori:
1- NO - village (villaggio o terrapieno)
2- Archilunghi Sanmarinesi (arco) AOR town (borgo o castello)
3- Sagittari del Comissario (balestra) AOR large_town (cittadina o fortezza)
4- Spingardieri (pistola) - city (città)
5- Bombisti Arcangeliani (bomba) - large_city (grande città)

Professionisti:
1- NO - large_city (grande città)
2- NO - huge_city (metropoli)

Marinai:
1- NO - large_city (grande città)
2- NO - huge_city (metropoli)


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00mercoledì 21 marzo 2012 20:52

GIOTONI

{Giotoni}Giotoni
{Giotoni_descr}"Uno povero homo [...] per paura di la guerra, conducendo certe sue massaritie dal territorio mirandolese nel territorio mantuano, fu assaltato per la strada da certi giotoni et spogliato insino a la camisa, et tolta gli fu tucta la roba che lui conducea."\n
Carte sciolte, Ludovico Garardini a Ercole I d'Este, 1483\n\n
I "giotoni" sono razziatori al soldo dei signori di Emilia e Romagna dalla metà del XV secolo. Si tratta di marmaglia dei borghi locali, feccia della comunità urbana, che vive perlopiù di furti e di espedienti poco leciti; a volte si riuniscono in piccole bande e vengono ingaggiati come "mediatori" (messeti, sprochoni, iotoni) da mercanti stranieri in viaggio lungo il litorale adriatico per comprare il sale, costituendo di fatto una guardia personale dell'acquirente. In tempo di guerra, questa disordinata ma feroce accozzaglia, priva di protezioni e armata solo coltellacci, viene coscritta nell'esercito per organizzare agguati e saccheggi ai danni dei nemici invasori o dei disertori che tradiscono.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni emiliano-romagnole
{Giotoni_descr_short}Feccia della comunità urbana locale, questa disordinata ma feroce accozzaglia, priva di protezioni e armata solo coltellacci, viene coscritta nell'esercito per organizzare agguati e saccheggi.

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00mercoledì 21 marzo 2012 20:53

TARGHIERI

{Targhieri}Targhieri
{Targhieri_descr}Molti di questi lancieri, noti come "targhieri", "pavesari" o palvesai" (da "targa" e "pavese", i nomi degli scudi), rappresentano una tipica milizia emiliano-veneta. Questi combattenti, provenienti dalle classi medie della borghesia cittadina, prestano servizio armati di lancia e protetti da armature (in genere cotte di maglia) e targa o scudo pavese. Rappresentano una discreta truppa di fanteria, poco addestrata ma in grado di formare il muro di scudi: è un buon espediente contro l'irruenza della fanteria nemica, ma non reggerebbe di fronte alla carica della cavalleria pesante. I targhieri vengono solitamente schierati come fanteria, complemento necessario ai cavalieri, assieme a tiratori (generalmente balestrieri) e lanceri (provisionati) o picchieri in egual numero.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni emiliano-romagnole, venete, dalmate
{Targhieri_descr_short}Miliziani scarsamente addestrati, indossano armature e sono muniti di lance e pavese, con le quali formano il muro di scudi.

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00mercoledì 21 marzo 2012 20:53

LANZELONGHE

{Lanzelonghe}Lanzelonghe
{Lanzelonghe_descr}"Pedites cum lanceis longis, che poscia furono nominati picchieri."\n
Lodovico Antonio Muratori\n\n
Già dal XIII secolo la lancia delle milizie italiche divenne più lunga, tanto da esser definita "longa lancea" per differirla dalle precedenti in uso. La posizione del fante appariva ovviamente la più rischiosa, dovendo con scudo e corpo resistere all’urto nemico; perdipiù la fuga gli era preclusa, combattendo appiedato. Questi miliziani cittadini sono stati addestrati nell'uso della lancia lunga e, a differenza delle milizie inferiori, sanno difendersi bene da una carica di cavalleggeri, ma soccomberebbero di fronte alla cavalleria pesante. Combattono utilizzando la tecnica della difesa ad anello e sono protetti da cotte leggere.
{Lanzelonghe_descr_short}Miliziani italici dotati di lancia lunga e cotte leggere, sono ben addestrati e possono formare una difesa ad anello.

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00mercoledì 21 marzo 2012 20:54

PIQUIERI

{Piquieri}Piquieri
{Piquieri_descr}Sebbene la "lanzalonga" (lancia lunga fino a 3-4 metri) sia in uso nelle milizie italiche fin dal XIII secolo, è solo dalla fine del '400 che i picchieri diventano un punto fermo delle guerre rinascimentali. Prendendo a modello i celebri mercenari svizzeri, questi italici usano picche (lunghe fino a 5-6 metri) anzichè lanzelonghe, e si muovono in formazioni molto più dinamiche che in passato, attribuendo alle schiere di picchieri un ruolo più attivo e offensivo. Tutto ciò richiede molta più organizzazione e addestramento dei semplici lancieri; se a questo si aggiungono i costi dell'equipaggiamento (i picchieri sfoggiano leggere e moderne corazze a piastre d'acciaio) si intuisce che reclutare un'unità di questo tipo è tutt'altro che economico.
{Piquieri_descr_short}Picchieri italici, dotati di leggere e moderne corazze d'acciaio, in grado di contrastare con successo quasi ogni tipo di cavalleria.

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00mercoledì 21 marzo 2012 20:54

MAESTRI BOLOGNESI

{Maestri_Bolognesi}Maestri Bolognesi
{Maestri_Bolognesi_descr}"Il spadone al modo eh 'oggi s'usa con quattro palmi di manico e piu et con quella croce grande non e stato ritrovato affine di adoprarlo da solo a solo a ugual partito come l'altre arme delle quali habbiamo trattato, ma per poter con esso solo a guisa d'un galeone fra molte galere resistere a molte spade o altre arme"\n
Giacomo Di Grassi, Del Spadone\n\n
"La spada vole avere iusta misura - vole arivare el pomo sotto el brazio - come qui apare nella mia scriptura. Per volere schifare ancora impazio: - tondo el pomo per star nel pugno chiuso - e questo fa’ per non intrar nel laczio. E fa che questo te sia ancora in uso - che ‘l ma(n)tener sia sempre d’una spanna - chi non ha sta misura sie confuso. A ciò che la tua mente non s’inganna, - vol l’elzo longo quanto el ma(n)tenere, - el pomo inseme, che non te condana. Vol l’alzo forte e quadro nel dovere - con la ferruza larga e tracta in punta, - che per ferire e tagliare faccia el dovere. Fa’ che tu note e intendi questa giunta: - si con spada in arme tu voi provare - fa’ che la taglii quatro dita in punta - col mantener che di sopra è ditto - col pontivo elzo et nota ben lo scripto."\n
Filippo Vadi, De Arte Gladiatoria Diminicandi\n\n
Per tutto il XV secolo i migliori maestri di utilizzo della spada furono gli italiani. I maestri italiani venivano infatti richiesti in tutte le corti d'Europa, mentre studenti delle nascenti potenze europee si recavano nelle corti italiane per impararne l'arte. In particolare, i maestri della cosiddetta "scuola bolognese" o "scuola Dardi" sono considerati i migliori in tale arma. La tradizionale arte della spada risale al '300, quando iniziano a insegnare i primi celebri maestri bolognesi; nel 1415 Lippo Bartolomeo Dardi, professore di matematica e astronomia all'università, fonda la prima scuola per l'insegnamento all'uso di varie armi, specializzata nelle spade e soprattutto nella spada da lato e nello spadone a due mani. Grazie alla diffusione della scuola di spada e al successo dei molti trattati sul genere (tra i quali spicca il "Flos Duellatorum" del maestro friulano Fiore dei Liberi), questa disciplina dominerà fino al '600, scalzando la scuola germanica. Questa fanteria cittadina d'élite è armata di spadoni a due mani, porta una corazzina d'acciaio sotto le vesti e indossa i tipici ed elaborati completi a sbuffo. Il loro compito principale è quello di guidare la prima fatale carica utilizzata per infrangere le linee dei picchieri.
{Maestri_Bolognesi_descr_short}Fanteria cittadina d'élite armata di spadoni a due mani d'acciaio, guidano la prima fatale carica utilizzata per infrangere le linee dei picchieri.

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00mercoledì 21 marzo 2012 20:55

SCHERANI

{Scherani}Scherani
{Scherani_descr}Presenti in quasi tutti gli eserciti dell'Italia settentrionale fin dal XIII secolo, gli "scherani" appartengono alle classi sociali più umili, essendo in gran parte poveri contadini e allevatori, vagabondi e banditi. La loro permanenza a fianco degli eserciti è motivata dal guadagno accumulato nella razzia. Fanti rapidissimi, il loro impiego predatorio nel territorio nemico costituisce non solo metodo di approvvigionamento per l’attaccante, ma pure una valida arma psicologica nei confronti dell’attaccato: non inquadrati nei ranghi dei combattenti, essi di solito precedevano di stretta misura l’avanzare dell’esercito, tagliando le messi e devastando il territorio, infliggendo seri danni alle proprietà nemiche. Dotati di protezioni leggere e mazze o asce, la loro mancanza di disciplina e l'eccessivo impeto predatorio può causare seri problemi al loro comandante.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni lombarde, emiliano-romagnole, toscane
{Scherani_descr_short}Questi rapidissimi predatori appartengono alle classi sociali più umili, e la loro permanenza a fianco degli eserciti è motivata dal guadagno accumulato nella razzia.


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00mercoledì 21 marzo 2012 20:56

SALTUARI

{Saltuari}Saltuari
{Saltuari_descr}"Rivestivano particolare rilievo le Guardie Campestri, o Saltuari, in numero di otto, una per ogni borgo più quattro per le frazioni, che pattugliavano almeno due volte al giorno le campagne e la parte di città ad essi assegnata."\n
Documento lughese del XV secolo\n\n
I "saltuari" sono, come il nome stesso lascia intendere, guardie contadine armate e reclutate in modo non permanente dai signori locali. Sorvegliavano possedimenti e coltivi, rilevando eventuali danni arrecati da animali domestici mal custoditi o da persone; dovevano segnalare e denunciare fatti e responsabili al notaio, omettendo di denunciare colui che si fosse impegnato a riparare o risarcire in otto giorni il danno arrecato accidentalmente; dovevano inoltre denunciare ogni sorta di crimine, furto, rissa, omicidio, e segnalare ogni decesso avvenisse nei territori che pattugliavano, nei quali si impegnavano a mantenere l'ordine pubblico. I saltuari, dotati di robusti giachi di cuoio o cotte leggere, portavano una spada ed erano pagati con denaro o in natura dai proprietari delle terre stesse; addestrati quanto basta, questa fanteria campestre a costo contenuto può rivelarsi utile come guarnigione e, in caso di necessità, possono rimpinguare le fila di un'armata, ma non c'è da aspettarsi molto da loro in una mischia. Se messi alle strette, preferiranno la fuga e torneranno ai loro campi.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni emiliano-romagnole
{Saltuari_descr_short}Contadini coscritti saltuariamente, armati di spada e protetti da robusti giachi di cuoio o cotte leggere, impiegati per sorvegliare il territorio.

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00mercoledì 21 marzo 2012 20:57

CERNITE MALATESTIANE

{Cernite}Cernite Malatestiane
{Cernite_descr}"[Sigismondo Pandolfo Malatesta] compie alcune scorrerie nel forlivese con il fratello; batte nei pressi di Ronco, con 500 cavalli e molte cernite, le milizie di Antonio Ordelaffi. [...] Ospita il suocero a Gradara e lo aiuta contro pontifici ed aragonesi. Esce da Rimini con 1600 cavalli e 400 fanti; si porta ad Jesi ed invia 800 cernite alla guardia di Forlì."\n
Cronaca riminese del XV secolo\n\n
Analogamente alle celebri cernide veneziane, anche il signore di Rimini può avvalersi di una leva contadina scelta, per il controllo delle campagne e dei castelli. Trattasi tuttavia, nel caso riminese, di una coscrizione più severa e selettiva, integrata da mercenari e professionisti del mestiere delle armi, che mira alla formazione di ranghi semi-permanenti che possono essere schierati piuttosto velocemente, al contrario dell'esercito tradizionale. Il loro armamento (essenzialmente celate, morioni, corsaletti a difesa e ronconi, spiedi o picche a offesa, mentre archibugi e moschetti si diffondono solo dalla metà del XVI secolo), nonché tutte le altre spese accidentali, sono imputati ai comuni di provenienza. Questi fanti rustici si rivelano adatti alla difesa degli insediamenti (ovvero delle loro case) e se la cavano anche in battaglia, a differenza delle inaffidabili cernite veneziane (che andarono in rotta più di una volta, dimostrando scarso addestramento e ancor meno coraggio).
{Cernide_descr_short}Fanti rustici, armati di roncone e dotati di solide cotte di maglia, reclutati per assicurare la formazione di ranghi semi-permanenti.

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00venerdì 23 marzo 2012 17:43

PROVIXIONATI

{Provixionati}Provixionati
{Provixionati_descr}"Et inteso messer Hercole de la morte del duca Borso fratello suo carissimo, [...] montò a cavallo con tutta la sua illustrissima casa da Este, che era in Ferrara tunc [...] e partendose da Castel Nuovo con la maggiore parte del popolo di Ferrara dreto a pede, e [...] duemila provisionati tutti con le corazzine indosso, spade a lato e arme inastate [...] et per tutto la via degli angeli erano psarti li provisionati di sua excellentia, tutti armati e bene in ordine."\n
Ludovico Antonio Muratori, Rerum Italicarum Scriptores, Tomo 24\n\n
Nei domini ferraresi e riminesi si possono incontrare bande di uomini armati regolarmente stipendiati dal sovrano, detti "provisionati" (da "provisione", la paga che percepiscono). Si tratta di unità scelte che vengono impiegate come guardia di palazzo, per la sicurezza del marchese, e come guardia da parata nelle cerimonie solenni. Inoltre compongono la suprema guarnigione della cittadella, composte in buona parte da membri della nobiltà locale. Sarebbe quindi erroneo paragonare queste guardie agli eserciti permanenti veneziani o milanesi, anch'essi denominati "provisionati"; d'altra parte i signori di Romagna sono sempre stati diffidenti nei confronti degli eserciti permanenti di estrazione popolare. Ferocemente leali, queste truppe sono dotate di elmi, corazzine d'acciaio e lunghe alabarde.
{Provixionati_descr_short}La guardia delle cittadelle, truppa scelta di estrazione nobiliare, dotata di elmo, corazzine d'acciaio e lunghe alabarde.

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00sabato 24 marzo 2012 11:49

SQUADRIERI

{Squadrieri}Squadrieri
{Squadrieri_descr}"[Sigismondo Pandolfo Malatesta, prima di imbarcarsi sulla galea di Baldassarre Trevisan per la Morea] prese una quarantina di giovani, de' più noti famigli riminesi, quali suoi squadrieri."\n
Cronaca riminese, XV secolo\n\n
E' diventata consuetudine, per i signori delle terre romagnole e marchigiane, la coscrizione di giovani provenienti dalle più ricche famiglie borghesi e dalla piccola nobiltà in qualità di squadrieri, ovvero capitani di cavalleria leggera, in unità che comprendono molti elementi popolani, dotati di lancia leggera, spada, elmetto e armature di cuoio rinforzato. In verità il servizio di questi inesperti e presuntuosi giovanotti si limita all'accompagnamento dei veri armigeri in battaglia, alle incursioni e al massimo a qualche manovra di rintuzzo sul campo. Questo reclutamento serve soprattutto a garantire la fedeltà delle influenti (e non sempre fedeli) famiglie romagnole e marchigiane, essendo questi squadrieri, a tutti gli effetti, degli "ostaggi" del loro signore.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni romagnole e marchigiane.
{Squadrieri_descr_short}Giovani di buona famiglia, inesperti e presuntuosi, posti a capo di unità di cavalleggeri con lancia e spada.

[IMG]http://i41.tinypic.com/sw8ynk.jpg[/IMG]



BALISTARI EQUITES

{Balistari_Equites}Balistari Equites
{Balistari_Equites_descr}"A fianco alle lanze [aragonesi] possiamo notare [in Puglia e Lucania] la presenza di un contingente di balestrieri a cavallo, che coniugavano facilità di manovra con elevata cadenza di tiro [...] a conferma della natura dinamica che Alfonso [di Calabria] voleva attribuire alle operazioni militari."\n
Antonio Primaldo Coco, La guerra contro i Turchi in Otranto..., 1480-81\n\n
E' attestata, nel regno aragonese del Mezzogiorno, la presenza di "balistari equites". Costrette a neutralizzare le mobili e veloci unità da tiro ottomane, gli Aragonesi hanno sviluppato truppe più leggere e versatili come i balestrieri a cavallo. Costoro utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica, visto che il rateo di tiro non è maggiore di quello degli altri balestrieri. Indossano elmetti a bacinetto, cotte leggere e sono dotati di spada per la mischia.\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni pugliesi, lucane
{Balistari_Equites_descr_short}Utilizzano balestre più piccole rispetto a quelle della fanteria e sfruttano la propria mobilità per cavarsi d'impaccio nel momento della ricarica.


[IMG]http://i43.tinypic.com/xd5izb.jpg[/IMG]



ARMIGERI

{Armigeri}Armigeri
{Armigeri_descr}Gli armigeri o uomini d'arme ("homini d'arme") propriamente detti sono i cavalieri a capo della "lancia", ossia l'unità militare che oltre a loro comprende un certo numero di servitori. La tendenza, a partire dal XIV secolo, è il rigonfiamento del seguito, con l'approdo (nella seconda metà del '400) allo schema generale proposto a imitazione delle ordinanze francesi: la lancia è composta dal "caput lancae" (l'uomo d'arme), i suoi due scudieri, più due tiratori a cavallo (arcieri o più spesso balestrieri) con il loro valletto. L'uomo d'arme, non necessariamente di stirpe nobile (ma comunque in grado di sostenere il costo elevato del suo equipaggiamento), sfoggia lancia pesante, spada, scudo, elmo chiuso e una corazza di piastre completa, mentre il suo cavallo è scoperto, garantendo un'agilità superiore.
{Armigeri_descr_short}Cavalieri dotati di lancia pesante, spada, scudo, elmo chiuso e una corazza di piastre completa, mentre il cavallo è scoperto, garantendo un'agilità superiore.

The Housekeeper
00sabato 24 marzo 2012 11:50

STRENUI

{Strenui}Strenui
{Strenui_descr}Con il termine "strenui milites" (o "primi milites") si suole indicare quella parte della cavalleria banderese, composta dalla vera nobiltà, in contrapposizione alla cavalleria dei condottieri di stirpe borghese o popolare (milites plebei, rustici, gregarii). Gli strenui sono composti dal fiore dell'aristocrazia locale, ben addestrata e dotata delle più moderne corazze italiane: la fine del XV secolo è l'epoca d'oro delle armature rinascimentali. Questi cavalieri indossano corazze solide e funzionali, prive di fronzoli e decorazioni (tipiche delle armature tedesche), provviste di guanti di ferro, grandi cubitiere di forme diverse (per la protezione dei gomiti), grande "gardbrace" con "haut-piece" verticale che copre la spalla sinistra e il collo, spallaccio in genere asimmetrico (per proteggere il lato d'attacco). Cavalcano destrieri coperti da barde e cotte di maglia. Dopo la devastante carica, non disdegnano affatto la mischia, dove sfoderano le spade e si proteggono con grandi scudi.
{Strenui_descr_short}Temibile cavalleria pesante, composta da nobili, munita di corazza, lancia e spada d'acciaio.

The Housekeeper
00domenica 25 marzo 2012 08:44

ARCHILUNGHI SANMARINESI

{Archi_Lunghi_Sanmarinesi}Archilunghi Sanmarinesi
{Archi_Lunghi_Sanmarinesi_descr}Questa soldataglia, dotata di armatura leggera in cuoio e armata di arco lungo e daga, è in gran parte composta da tiratori originari della libera città di San Marino (e dalle campagne circostanti), i quali accettano ben volentieri di mettersi saltuariamente al servizio dei signorotti romagnoli in cambio di una buona paga. Il sistema di difesa della piccola Repubblica di San Marino si è sempre basato sulla volontaria azione del suo popolo; al bisogno, gente cernita (cioè scelta, selezionata ed addestrata) accorreva in punti prestabiliti a gruppi di 10, 12 elementi dividendosi appunto in "cerne". Questi manipoli di uomini, dalle più svariate origini, erano riuniti ed attivati a protezione della millenaria libertà in caso di bisogno ed al rintocco allarmato del "Campanone": il rintocco della campana posta nel campanile della prima torre e l'accensione di un fuoco sulla sommità del monte Titano erano il segnale di allarme. In tempi tranquilli i componenti di queste cerne vivevano pacificamente la loro libera esistenza all'interno della piccola repubblica di San Marino ed erano contadini, pastori, commercianti. L'uso dell'arco lungo è un'eredità dei mercenari inglesi della celebre Compagnia Bianca di Giovanni Acuto (John Hawkwood), che imperversò nella penisola italica nella seconda metà del '300.
{Archi_Lunghi_Sanmarinesi_descr_short}Manipoli di arcieri in gran parte composta da tiratori originari della libera città di San Marino.

The Housekeeper
00domenica 25 marzo 2012 08:46

SAGITTARI DEL COMISSARIO

{Sagittari_del_Comissario}Sagittari del Comissario
{Sagittari_del_Comissario_descr}Il governo provinciale della Romandiola era composto essenzialmente da funzionari ferraresi. Ai vertici di tale governo vi era il Commissario del Marchese (poi Commissario Ducale), comandante politico di tutta la provincia; egli risiedeva nella rocca e compariva in pubblico sempre scortato da armati, detti Sagittari del Commissario, armati probabilmente di arco o balestra. Seguiva in importanza il Massaro della Camera del Marchese (poi Ducale), amministratore economico della Provincia; egli riscuoteva i dazi camerali, le gabelle, le tasse, i ricavati di cause civili e criminali e dei passaggi di proprietà, contratti e venderi necessitano di corazzine, che indossano sotto le stravaganti vesti tipiche dei volontari della "compagnia della calza", e di buone capacità in corpo a corpo, dove sfoderano la spada corta a lama larga, detta "cinquedea".\n\nUNITA' AOR: disponibile nelle regioni romagnole
{Sagittari_del_Comissario_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, le prime armi da fuoco individuale, i pistolieri devono essere preparati al corpo a corpo.

The Housekeeper
00domenica 25 marzo 2012 08:56

SPINGARDIERI

{Spingardieri}Spingardieri
{Spingardieri_descr}Gli "spingardieri" rappresentano le truppe addestrate all'uso delle primitive armi da fuoco leggere, le spingarde. Il termine "spingarda" (detto anche "springalda" o "spingardo"), era usato in origine per indicare una specie di macchina da guerra che serviva per lanciare pietre; con l'invenzione della polvere da sparo e la costruzione di armi da fuoco, passò ad indicare una specie d'artiglieria che lanciava, al più, delle palle da cinque a sei libbre di peso, scendendo fino alle palle di sei once, e per la marina, anche di una sola oncia (sul tipo dello smeriglio). Quelle più grandi erano fissate sopra cavalletti e trattenute con ceppi di legno; quelle più piccole diventavano vere e proprie armi portatili e quasi manesche, come il fucile. Le grosse spingarde avevano un mascolo per mettervi la carica; le più piccole ne erano sprovviste, ed erano tutte di un sol pezzo come i cannoni. In ultimo furono anche chiamate "archibusoni". Queste armi consistono di un rudimentale tubo metallico montato su un pezzo di legno e dotato di un primitivo meccanismo di fuoco; il tutto in una foggia tale che praticamente non consente di mirare. Armi simili causavano più timore che danni reali alle truppe nemiche, scosse dal frastuono e dal fumo generati durante lo sparo. Data la loro scarsa gittata, gli spingardieri necessitano di armature robuste e di capacità in corpo a corpo, dove sfoderano le spade.
{Spingardieri_descr_short}Data la scarsa gittata delle armi di cui dispongono, le prime armi da fuoco individuale, gli spingardieri devono essere preparati al corpo a corpo.

The Housekeeper
00domenica 25 marzo 2012 08:59

BOMBISTI ARCANGELIANI

{Bombisti}Bombisti Arcangeliani
{Bombisti_descr}"Intelligentissimo delle cose di guerra, [Sigismondo Pandolfo Malatesta] fu l' inventore delle prime bombe a mano, da lui fatte fabbricare nel 1460 di bronzo, in due semisfere riunite."\n
Cronaca riminese\n\n
"Anche per valor militare e dignità secolaresche furono in S. Arcangelo uomini celebratissimi. E non vi avea egli sin dal 1330 maestri di artiglieria? [...] In S. Arcangelo era la fabbrica, e i maestri degli ordigni, del mangano, delle balestre, e delle bombe, delle quali l'esercito pontificio fece uso nel 1358, vale a dire più anni prima della Guerra di Chiozza [della Chioggia], in cui i Veneziani adoperarono il cannone. [...] Esistea in S. Arcangelo una compagnia di archibugieri a cavallo, ed ivi risiedeva il generale della cavalleria pontificia e di Bologna. Anche una compagnia di miliziotti, ed altra di corazzieri a cavallo, che vantava particolari onori e privilegi, esisteano in S. Arcangelo. [...] Tutto questo dimostra lo spirito marziale, che vi prevaleva, e lo confermano gli uomini espertissimi nell'arte guerresca, che quel comune produsse."\n
Memorie della città di Santo Arcangelo, Marino Marini\n\n
Costoro provengono dal borgo di Sant'Arcangelo, rinomato per la moderna artiglieria riminese ivi prodotta: indossano una corazzina d'acciaio a protezione del busto e sono muniti di spada e bombe a mano. Una bomba è un involucro cavo, riempito di esplosivi e munito di spositivo di scoppio. Adottate generalmente in artiglieria a canna corta ed a tiro curvo, le bombe sono prodotte per fusione con ferro o ghisa e funzionano a mezzo di una spoletta di legno formata da polvere nera addizionata di salnitro e zolfo. I Bombisti Arcangeliani sono i primi soldati italiani addestrati nell'uso delle pericolose bombe a mano: si pensa che l’inventore di questa arma innovativa sia stato Sigismondo Pandolfo Malatesta, nella seconda metà del XV secolo; il loro impiego su una certa scala è databile dai primi anni del 1500.
{Bombisti_descr_short}I bombisti sono i primi soldati italiani addestrati nell'uso delle pericolose bombe a mano.

Tromolone
00giovedì 26 aprile 2012 10:06
Sono un nuovo membro del sito, ma volevo fornirvi qualche informazione a proposito della fazione di Rimini (essendo uno studioso del periodo sigismondeo a Rimini).
Tenendo in conto che si sta parlando perlopiù di unità legate al XV secolo, posso dire che durante questo periodo le fanterie italiane avevano smesso l'uso della cotta di maglia come difesa. Al suo posto, vennero utilizzate sempre maggiormente le armature da busto/schiena e le brigantine. Per il resto, l'equipaggiamento di un fante normale non differiva di molto dal modo di vestire cittadino dell'epoca.
Le cavallerie erano invece equipaggiate con armature a piastre, solitamente culminanti in elmi a becco di passero sormontati da cimiero (per le unità più pesanti) o barbuta/celata per le unità di cavalleria più leggera.
A proposito di quest'ultima, la Yriarte fa riferimento a delle compagnie presenti nell'esercito malatestiano e indicate col nome di "piliardi", una sorta di giavellottieri a cavallo equipaggiati come i fanti da mischia (perciò con armatura petto/schiena, celatina e scudo a rotella).
Per gli scudi, vennero abbandonate le tipologie a mandorla tipiche del 300' e vennero invece utilizzati scudi a rotella (tondi, come indica il nome) e targoni (ovvero ovoidali).

Per altre informazioni vi consiglio di vedere i seguenti siti:
Compagnia San Martino di Rimini
Miniature Enionline

Questi sono siti creati da rievocatori e studiosi seri del periodo preso in esame.
Altra fonte sicuramente d'interesse sarà l'Hesperis di Basinio da Parma, con miniature di Giovanni Bettini da Fano e recanti notizie (fantasiose e veritiere) sulle gesta di Sigismondo Pandolfo Malatesta.
Alcuni esempi nel link qui sotto:
Hesperis
The Housekeeper
00giovedì 26 aprile 2012 10:43
Re:
Tromolone, 26/04/2012 10.06:

Sono un nuovo membro del sito, ma volevo fornirvi qualche informazione a proposito della fazione di Rimini (essendo uno studioso del periodo sigismondeo a Rimini).
Tenendo in conto che si sta parlando perlopiù di unità legate al XV secolo, posso dire che durante questo periodo le fanterie italiane avevano smesso l'uso della cotta di maglia come difesa. Al suo posto, vennero utilizzate sempre maggiormente le armature da busto/schiena e le brigantine. Per il resto, l'equipaggiamento di un fante normale non differiva di molto dal modo di vestire cittadino dell'epoca.
Le cavallerie erano invece equipaggiate con armature a piastre, solitamente culminanti in elmi a becco di passero sormontati da cimiero (per le unità più pesanti) o barbuta/celata per le unità di cavalleria più leggera.
A proposito di quest'ultima, la Yriarte fa riferimento a delle compagnie presenti nell'esercito malatestiano e indicate col nome di "piliardi", una sorta di giavellottieri a cavallo equipaggiati come i fanti da mischia (perciò con armatura petto/schiena, celatina e scudo a rotella).
Per gli scudi, vennero abbandonate le tipologie a mandorla tipiche del 300' e vennero invece utilizzati scudi a rotella (tondi, come indica il nome) e targoni (ovvero ovoidali).

Per altre informazioni vi consiglio di vedere i seguenti siti:
Compagnia San Martino di Rimini
Miniature Enionline

Questi sono siti creati da rievocatori e studiosi seri del periodo preso in esame.
Altra fonte sicuramente d'interesse sarà l'Hesperis di Basinio da Parma, con miniature di Giovanni Bettini da Fano e recanti notizie (fantasiose e veritiere) sulle gesta di Sigismondo Pandolfo Malatesta.
Alcuni esempi nel link qui sotto:
Hesperis







Benvenuto!
Ti ringrazio del materiale e delle correzioni che apporterò senz'altro, dove possibile (gran parte delle unità di cui dispongo hanno già la cotta, e non essendo in grado di creare nuove unità da zero devo arrangiarmi con quello che ho...)

molto interessante l'accenno ai piliardi che ricordano i zanetari\giannettari ferraresi, ho trovato un accenno di Luigi Cibrario nel "Della economia politica del Medioevo"

Il duca di Spoleto sborsava soli 4.000 fiorini in compenso
di censi da lui dovuti per i suoi vicariati; e sposava
nepote del pontefice, Caterina Colonna (1424). Prendeva con-
dotta regolare di armigeri e lance a cavallo, con caporalii
armati da capo a pie, e con pilliardi muniti di panziera,
petto, celata e lancia con arco o balista.
...
chiamavansi i fanti con vari nomi, secondo i tempi e i luoghi e le armi usate. Berrovieri, tavolaccini, palvesari, pilliardi, saccardi (pilliars in Francia): zaffoni, e volgarmente valdani venian chiamati i ribaldi che s' accostavano agli eserciti unicamente per bottinare.

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