Turno 12
Gli ultimi 2 turni sono stati contraddistinti da un'apparente calma. Il nuovo Papa, ancora fresco di nomina, preferisce sondare il terreno e visionare i trattati e gli accordi contrattati dal suo predecessore al fine di poter organizzare nuovamente la segreteria pontificia. L'argomento principale sono le "ricompense" che il vecchio pontefice aveva promesso a Firenze e Napoli dopo la liberazione di Roma.
La calma, appunto, è apparente. Gli eserciti si muovono, nuove alleanze si stringono sottobanco e vecchi accordi sono rispettati.
Se il Duca di Savoia non aveva fatto alcuna pressione sulle fazioni della penisola affinchè intervenissero in favore del popolo austriaco un motivo c'era.
Tra il Duca di Savoia e il Signore di Firenze vigeva l'accordo di non interferire in nessun conflitto con le altre fazioni.
Firenze aveva scelto la sventurata Austria ed era quasi alla conclusione di una guerra passata in secondo piano, ma il Duca di Savoia doveva ancora svelare le sue carte. L'occhio puntava su Milano.
Il Duca milanese era stato un valido alleato, ma i Savoia necessitavano di un compagno d'armi per rafforzare la propria posizione nella penisola e Milano s'era sempre rifiutata di scendere in guerra. La soluzione quindi fu inevitabile, le nuove conquiste savoiarde avrebbero ricompreso i territori milanesi.
L'alleanza è infranta.
Turno 13
Asti e Novara cadono presto.
A Casale due grandi eserciti milanesi vengono vinti, non dal numero, ma dalla altissima qualità delle truppe savoiarde.
Varese è l'ultima dimora del Duca di Milano, troppo vecchio per poter guidare le truppe alla vittoria, trova la sua morte in battaglia.
Alessandria è posta sotto assedio.
Sono mesi difficili per Milano. E' lampante anche al più cieco stratega che non reggerà a lungo ad una tale morsa. Prima della fine c'è però da organizzare l'ultima orgogliosa resistenza.
Turno 14
L'assedio ad Alessandria è rotto e imponenti armate milanesi, capitanate dal nuovo Duca di Milano, circondano Varese.
Come auspicavano i Savoia, Milano si rivela essere un degno nemico, ma questo non fa altro che rendere più dolce la vittoria.
Nei boschi vicini Alessandria vengono scovati due importanti eserciti di Milano da un gruppo di cavalieri savoiardi mandati in esplorazione. Vengono prontamente annientati e la città finalmente entra a far parte dei territori del Duca di Savoia.
Fuori le mura di Varese, l'erede savoiardo ottiene la più bella vittoria dall'inizio di questa guerra: nettamente inferiore di numero, contro due eserciti guidati da validissimi generali e armati di baliste, catapulte e cannoni.
Fidandosi dell'esperienza e della resistenza dei suoi uomini, dispone le truppe fuori le mura e per tutto il tempo non cede nemmeno un metro al nemico!
Le perdite sono elevatissime, ma al nemico non rimane più molto per frenare l'avanzata dei Savoia. Lo stesso esercito vittoriosio espugna Milano. Pavia è assediata. E' un trionfo.
Turno 15
La sorpresa nel vedere un avversario ancora tanto agguerrito è grande. Il Duca di Milano si rialza in piedi e si riprende la propria capitale.
La città ormai è svuotata delle ricchezze di un tempo ed i Savoia non hanno più interesse a condurre una guerra che porterebbe a sperperare quanto fin'ora guadagnato nelle terre piemontesi. E' chiesta la tregua.
Nel sud Italia intanto qualcosa si muove. Napoli è ancora contesa.
Da Capua, avamposto fiorentino, partono infatti eserciti che assediano, conquistano e, pochi mesi dopo, perdono la città di Napoli.
Il Signore di Firenze teme che la fazione angioina possa interferire nelle proprie conquiste in Sardegna e fa bene. Gli eserciti napoletani s'ingrossano sempre più nelle città di confine e in quelle costiere.
La mossa intimidatoria ha l'effetto sperato, viene trattata la pace e la cessione di Capua in cambio della napoletana Cagliari.
La supremazia fiorentina è innegabile agli occhi di tutti ed i Savoia, udite anche le vicende napoletane, decidono di garantirsi sottobanco una pace duratura con la rossa superpotenza. Cedono Bastiglia, conquistata a fatica, sperando di ingraziarsi i pericolosi vicini.
Al quindicesimo turno la situazione italiana si presenta così: