De Gesta Francorum et aliorum Hierosolimitanorum

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sangiovannievangelista
00lunedì 20 aprile 2009 17:02
BC 5.1 Modalità campagna full hard / Battaglie Very _Hard
1155
Il Re Baldovino III, giovane sovrano illuminato amante della pace e ricercatore della buona qualità di vita dei suoi connazionali, amato dai suoi sudditi e rispettato dai suoi nemici, regna su quella striscia di terra che, estendendosi dalla Turchia all’Egitto , patisce il sole ardente del deserto, che ne brucia la vegetazione e gode ,allo stesso tempo, del refrigerio delle trasparenti acque del Mediterraneo orientale ricche di buon pesce.
La terra promessa! la terra prediletta dal Dio incarnato, il luogo dove l’Onnipotente compie la Sua opera di salvezza, al tempo in cui inizia questa storia ospitava una moltitudine di genti , uomini di ogni dove, di religioni, di culture di lingue, teatro di grandi mercanti , di spezie, sete preziose ,di ricchi e sofisticati ornamenti, insieme ad autentici Santi i ricercatori della Compagnia del Dio incarnato.
La pace non scaturiva spontaneamente dal cuore dell’uomo umile, in armonia col Suo Creatore, dove Dio aveva il primato su tutto (il celeberrimo e sempre verde “Gloria a Dio e Pace all’uomo” ), bensì era vincolata da un equilibrio labile e garantita ,se dir si può ,dalla qualità delle armi e dal peso delle armature, che ardevano sulla pelle degli uomini innervosendo gli stessi e confondendoli, sui beni da perseguire e da sperare.

Con grandi opere pubbliche, bonifiche, mercati nuovi, magazzini ittici e luoghi di culto, il Regno procedeva bene nel suo cammino e faceva sperare il meglio, i mercanti erano il fiore all’occhiello, le fertili terre severamente sorvegliate ,in luoghi strategici, da fortificazioni di pietra , garantivano la sicurezza delle città più belle ,ricche e più importanti del Regno.

I rapporti sempre tesi, ma cordiali ,erano floridi, tutti i sultanati erano in pace e gli alleati erano numerosi: Bizantini, Siciliani, Milanesi, Francesi, Tedeschi ,Vichinghi e sopra ogni altro il Papa guardava con ammirazione il Regno di Gerusalemme, facendo spesso doni in denaro ,che venivano spesi per le grandi opere e per quegli ordini militari, così decisivi alla grande causa della difesa del Santo Sepolcro.

I saraceni si impegnarono negli anni successivi in un Jhiad per la ripresa di Bagdad, che dopo qualche anno cadde, arrendendosi ,non senza una estrema resistenza, al Sultanato fatimide.

1168
Il Papa temendo per una coalizione saracena, decide di indire una crociata a Edessa, l’ultima grande regione mancante alla dimensione originale del Regno di Gerusalemme, una richiesta spesso fatta da Baldovino III ,ma mai accettata da Sua Santità.
La conquista di Bagdad,potrebbe dare l’impulso decisivo per spazzare via la cristianità, poiché Gerusalemme è una città sacra anche all’Islam ed ora è pressoché cristiana, però, invece di rafforzare l’Islam, il jhiad ,lo spacca con la guerra dell’invidia e della sete di potere ,la Siria va contro l’Egitto (per il predominio fatimide su Bagdad).Lla Croce intanto è già stata abbracciata da diversi capi cristiani, tra cui i re francese ,gli spagnoli e i tedeschi.
Il Sultanato fatimide, cerca l’alleanza con Baldovino III che generosamente la concede.
La Siria è sola e non è che una regione ancora piccola non ricca e non particolarmente armata.

1169
L’Atabeg supplica l’ alleanza con Baldovino III che scandalosamente la concede, placando così la guerra Islamica e permettendo ai saraceni siriani di concentrarsi sulla difesa di Edessa.
Il Papa giustamente non gradisce e la cristianità guarda con occhio sospettoso il re Baldovino, che perde anche in popolarità.

1170
Baldovino III, adotta un ragazzo promettente ,anch’esso di nome Baldovino e lo istruisce segretamente sui suoi grandi progetti,apparentemente impopolari.
La Siria, vissuta ormai da decenni in pace con i franchi, stà lentamente abbassando le difese ai confini, per fronteggiare le poderose armate crociate dell’Europa.
Solo l’Atabeg di Aleppo il glorioso Nur ad Din ,diffidente da sempre, verso i franchi ha mantenuto alta la guardia e ben armato attende gli sviluppi.

Le casse del Re sono traboccanti di fiorini, frutto di una grande politica economica e diplomatica.
Negli ultimi anni, dopo aver firmato la pace con la Siria, il re, si era preoccupato dell’ortodossia del Regno, facendo uccidere i vari imam e mercanti stranieri e cercando di far rivoltare la città di Damasco distruggendo gli edifici quali moschee e palazzi governativi.
Intanto i contingenti europei si affacciano su Edessa,il grosso dell’esercito siriano soccorre la città meta della crociata è il segno che il re attendeva.

1172 estate
Inizia l’assedio di Edessa da parte dei cugini francesi.
Il Generale Georges di Gerusalemme prende la Croce e proprio dalla città santa, muove su Damasco, florida città Siriana, famosa per i suoi lussuosi mercati e sguarnita.

E’ un giorno terribile per la Siria, quando l’esercito franco decide l’attacco


L’assalto alle mura è veloce e deciso

E la battaglia si infiamma subito

Lo stesso George è il primo tra i soldati e ne conquista subito il rispetto e la stima, diventando l’esempio

L’esultanza dei guerrieri della croce tra gli sfarzi di Damasco è l’inizio di un nuovo giorno.



Sei mesi di assedio e al primo assalto Damasco cade rovinosamente.
Nello stesso anno
Umfredo di Toron, muove su Homs, castello siriano, anch’esso sguarnito e punto strategico della Siria, dopo aver fatto arrivare le baliste necessarie per conquistare velocemente la fortificazione custodita solamente dal generale Shirkuh,
L’esercito si prepara per l’assalto

Il generale siriano tiene i nervi saldi

Ma l’esercito franco ,dopo aver sfondato le porte entra calmo, sicuro, ordinato… forte

Si attacca da due lati e i siriani vengono travolti

E il generale siriano, perde la vita circondato dai nemici


La Siria subisce ancora un attacco improvviso a nord di Kerak, il giovane Baldovino, intercetta una forte armata siriana, che cercava di soccorrere le città del nord.




L’ordine e la determinazione dei cristiani, sconquassano le file siriane, oggi decisamente preoccupate e confuse.

Dopo una pioggia di fuoco che decima i malcapitati, la cavalleria crociata travolge le fila idolatre ammirando lo stesso generale Baldovino che impavidamente contro i dardi nemici guida la carica

L’audacia del giovane condottiero crociato, genera il panico tra le fila siriane, andando rotta completano il loro disastro.


È ancora l’estate del 1172,quando da Damasco la crociata riparte con metà contingente per assediare Aleppo.
La nuova regione brulica di cristiani, che abbracciano la croce,arruolandosi nell’esercito di Georges di Gerusalemme, lo stesso grande atabeg Nur ad Din è prigioniero della sua città… impotente ,ma ancora forte e fieramente difeso da una buona guarnigione, prepara la difesa della città.
Il suo potere è stato quasi annientato nel giro di un’estate, da otto regioni l’estensione del dominio siriano è ridotto a sei insediamenti, ma di questi le due città più importanti: la sua stessa Aleppo ed Edessa, versano in condizioni disperate, la sua vita sembra ormai irrimediabilmente al termine e con essa il suo stesso regno.
Baldovino III conquista l’amore del popolo, gli alleati cristiani, i nobili del Regno e lo stesso Papa.
Per l’Atabeg era preferibile la guerra con l’Egitto che l’alleanza con i crociati.
davide283
00lunedì 20 aprile 2009 17:51
nuovo capitolo nuovo capolavoto... GENIALE!!!
The Housekeeper
00lunedì 20 aprile 2009 19:12
spettacolare!! [SM=x1140491]
Roze
00lunedì 20 aprile 2009 19:24
yeah [SM=g27964]


finalmente sei tornato [SM=x1140476]
Tancredi d'Altavilla
00lunedì 20 aprile 2009 19:44
Grande lavoro Sangiovanni, bravissimo!!! [SM=x1140481] [SM=x1140429]
sangiovannievangelista
00martedì 21 aprile 2009 08:49
[SM=x1140429] [SM=g27964] Gentilissimi! [SM=x1140543]
Grazie a tutti per l'affetto e per l'incoraggiamento.
a presto. [SM=x1140429]
sangiovannievangelista
00martedì 21 aprile 2009 17:06
Estate 1172
I 92 reduci siriani sopravvissuti all’imboscata franca, terrorizzati scappano con tale velocità e foga dal territorio nemico, che indenni arrivano da Kerak ai confini di Aleppo… una tal migrazione degna delle più stoiche mandrie di gnu del Kenia, rischia però di disturbare la manovra dei cristiani, che con un piccolo contingente di balista si trova a pochi chilometri dai fuggiaschi saraceni, inoltre arrivando ad Aleppo disturberebbe l’esercito di Georges.

E’ il fratello del Re che ,da Antiochia ,incarica un contingente ,la cui spina dorsale è composta dalla forte cavalleria templare, a sventare la tentazione dei siriani.
L’obbiettivo è lo sterminio!

E’ sera quando l’uragano templare scatena la sua furia sui fuggiaschi di Kerak



I sopravissuti alla carica, fuggono sconvolti e fanno da bersaglio per gli arceri, tra questi il loro capitano degno comandante dell’armata più traumatizzata della storia orientale.


Una simile vigliaccheria è degna solo degli zoccoli dei nostri cavalli



La missione è compiuta con una tale puntualità , determinazione e precisione, che il capitano Germain, che la guidava viene acclamato a tal punto da meritare una guardia personale e la medaglia al valore dal re in persona!



Nur ad Din e la sua morte sono ad un passo dal divenire realtà.
marcoma
00martedì 21 aprile 2009 18:03
azz bellissime cronache.Degna di un'enciclopedia :D

Lan.
00mercoledì 22 aprile 2009 01:30
Bellissime immagini! Continua così sangiovanni, vogliamo vedere i Crociati marciare da Costantinopoli a Medina (ah, se solo ci fosse ancora La Mecca poi)... [SM=g27962]
sangiovannievangelista
00mercoledì 22 aprile 2009 10:23
[SM=x1140429] e [SM=x1140430] a tutti! [SM=g27964]


sangiovannievangelista
00giovedì 23 aprile 2009 15:34
Inverno 1172

Dopo sei lunghi (e costosissimi) mesi di assedio i rinforzi pervenuti ,tra i quali un fondamentale battaglione da una unità di balista, completano l’esercito destinato ad assaltare Nur ad Din.
L’Atabeg di Mousul intanto dando fondo a tutto il suo enorme carisma è riuscito a far imbracciare le armi a un gran numero di nuove temibili reclute, questa novità equilibria lo scontro il cui esito ora è tutt’altro che certo.



Gli assedianti contano sul valore degli ordini militari e l’abilità tattica del loro giovane comandante Georges di Gerusalemme, gli assediati, fanno affidamento sui temibili e feroci arceri a cavallo, sui lanceri mercenari e sul carisma e l’esperienza del loro grande Atabeg.

C’era il sole quel giorno e l’aria della sera, aveva dato un po’ di refrigerio alla nostra armata, ben corazzata… era giunta l’ora di attaccare.



La tattica consisteva nel disperdere il nemico costringendolo a combattere su molti fronti, se avessimo attaccato solo in un punto, ci avrebbero distrutto con i loro dardi.
Le scale attaccavano su tre fronti distanti, l’ariete avanzava sulla porta e la balista cercava di abbattere il muro di cinta in un punto laterale, per aprire un altro ingresso.
Il resto dell’armata rimaneva lontano dalle frecce delle torri nemiche.



Icoraggiosi ospedalieri furono i primi ad entrare e non trovando una forte resistenza sulle mura scesero di corsa e vennero fronteggiati dai lanceri pesanti saraceni.



L’astuto Atabeg, dimostrò tutta la sua abilità aggirando i nostri ,che non si accorsero del pericolo che stavano correndo





L’esercito si portava aridosso delle mura, in maniera molto ordinata, la fanteria pesante avrebbe attaccato dalla porta principale, i lanceri dal varco delle baliste, su lato sinistro.
Intanto, l’ariete aveva fatto il suo dovere e il secondo fronte di battaglia era stato creato.



Anche la balista abbatteva la cinta muraria ,proprio nella zona dove l’Atabeg stava tramando la morte dei nostri… senza porre tempo in mezzo Georges comandò l’intervento immediato dei lanceri contro l’atabeg, erano tre forti plotoni, che sorpresero la guardia personale del nemico, costringendolo a deporre la speranza di stritolare i nostri…



L’atabeg morì così ,la sua astuzia, non aveva fatto i conti con l’intelligenza tattica del giovane Georges, che era impegnato nello scontro alla porta centrale, sostenendo con tutta la cavalleria l’ormai affaticata fanteria pesante.
Appena si seppe della morte dell’Atabeg i suoi scoraggiati iniziarono ad arretrare, sfiduciati, alcuni però incitavano alla carica.
Georges, preferì tenersi indietro ,molti della sua guardia personale erano stati uccisi e lui era uno degli ultimi sopravvissuti, dalla sua vita poteva dipendere l’esito dello scontro



Anche nei nostri alcuni sfiniti da tanta violenza si abbandonarono alla disonorevole fuga, ma l’eroismo degli ordini monastici portò la battaglia fino al centro di Aleppo



Quando cadde l’ultimo cavaliere , l’ultimo nemico



la nostra armata si abbandonò ai più commoventi ringraziamenti.



Nur ad Din era morto , la sua armata annientata, la città di Aleppo presa



La Siria cadeva nell’inverno del 1172



FINE


davide283
00giovedì 23 aprile 2009 15:46
fantastico assedio!!! veramente ottima questa strategia!!! ma quel FINE alla fine che significa? che non racconterai + capitoli di questa fantastica storia?
sangiovannievangelista
00giovedì 23 aprile 2009 15:50
[SM=x1140429]
Il nostro caro House ha emesso un minimod per la religione pagana ai mongoli e cumani.... [SM=g27975]

non posso no provarlo!
è troppo allettante e mi stuzzica parecchio, quindi mi vedo costretto a ririniziare la storia [SM=g27964]

Grazie, sono contento che ti piacciano le mie castronate [SM=g27964]

[SM=x1140429]
davide283
00giovedì 23 aprile 2009 20:37
Re:
sangiovannievangelista, 23/04/2009 15.50:

[SM=x1140429]
Il nostro caro House ha emesso un minimod per la religione pagana ai mongoli e cumani.... [SM=g27975]

non posso no provarlo!
è troppo allettante e mi stuzzica parecchio, quindi mi vedo costretto a ririniziare la storia [SM=g27964]

Grazie, sono contento che ti piacciano le mie castronate [SM=g27964]

[SM=x1140429]




allora aspettiamo con ansia le cronache del gran khan cumano!!!

ps: anche io ho ricominciato la campagna con i cumani proprio mentre ero con i crociati dopo l'emissione del pagan pack
sangiovannievangelista
00venerdì 24 aprile 2009 07:44
[SM=x1140429]
Non mi sono spiegato bene, userò sempre i crociati, ma l'idea dei mongoli e cumani ,con i loro templi è troppo stuzzicante... spero sia la versione definitiva..
[SM=g27964] [SM=x1140429]
davide283
00venerdì 24 aprile 2009 12:33
Re:
sangiovannievangelista, 24/04/2009 7.44:

[SM=x1140429]
Non mi sono spiegato bene, userò sempre i crociati, ma l'idea dei mongoli e cumani ,con i loro templi è troppo stuzzicante... spero sia la versione definitiva..
[SM=g27964] [SM=x1140429]




ah ok allora!!! cmq non e' la versione definitiva nella patch che introdurra pisa ci saranno anche delle unita' pagane esclusive... [SM=x1140523] [SM=x1140523]
Lan.
00sabato 25 aprile 2009 19:20
Peccato che sia finita così presto! [SM=x1140524]

Va beh dai, attendo la prossima epica passeggiata dei Crociati per il Medio Oriente, attento a non farli andare troppo a Nord però che oltre il Caucaso è roba di noi Rus! [SM=g27964]
sangiovannievangelista
00martedì 28 aprile 2009 09:22
Nuova campagna
“Gerusalemme
Gerusalemme

Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi.
Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte;
abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».”


La Terra Santa, il luogo testimone dell’Incarnazione del Verbo di Dio.

I luoghi delle persone a noi più care.

Sono passati 56 anni dal quel glorioso dì in cui nacque il Regno di cui vogliamo trattare.

Il nostro amato re Baldovino III ereditava una striscia di terra lambita dal caldo e trasparente mare, ricca di fascino, di storia, di mercati di culture, di ricchezze senza tempo.

La vita correva veloce e la pace era, paradossalmente, garantita dalle armi e sorvegliata dai forti che spuntavano a velocità impressionante in gole, punti strategici a ridosso di ponti e guadi ora qui ora là.

I nobili volevano la prova che il giovane re ,figlio di una madre politicamente ingombrante, fosse degno di tale carica, non solo a livello amministrativo e diplomatico di cui tutti ne riconoscevano il valore, ma anche a sul campo di battaglia e chiesero, dunque, la presa di Adana ,un castello a nord del regno in mano a dei ribelli del grande impero bizantino, nostro caro fratello e alleato.

L’economia non era particolarmente in salute in quanto lo sviluppo commerciale impiegava quasi la totalità delle casse e le forze del regno, tutto sommato, floride erano disperse però in cinque regioni per una lunghezza complessiva di circa 800 km.
Il giovane regnante, temerariamente, volle acconsentire e incaricò il giovane Baldovino di Poitiers di una simile impresa, delucidandolo circa una nuova tecnica militare appena importata dall’Europa.
La tattica consisteva nell’attirare in campo aperto la guanigione del castello, e affrontarla con una buona fanteria che aveva lo scopo di reggere l’urto e impegnare il nemico in battaglia, gli arceri sostenevano la resistenza attaccando le truppe nemiche meno impiegate nello scontro, in quanto la numerosità nemica era un terzo in pù rispetto a noi, infine la cavalleria pesante e la cavalleria leggera avevano il compito di mietere il raccolto, sorprendendo i ribelli, caricandoli con tutta la potenza possibile alle spalle… quegli ingenui avrebbero sperimentato tutta la furia della cavalleria pesante franca, che poteva esprimersi al meglio in campo aperto, ma prima dovevano cadere nell’imboscata.
Un fallimento della battaglia o i costi elevatissimi di un assedio ,avrebbe potuto esporre il Regno a incursioni nemiche o ad un ritardo inquietante rispetto alle fazioni confinanti, poiché un quarto dell’intera forza militare era a rischio di vita.
L’impresa era temeraria, quasi folle, eppure il giovane re volle tentare.

Correva l’estate dell’anno di grazia del Signore 1158 quando la guarnigione di ribelli appena assediata decise una sortita contro l’accampamento di Baldovino di Poitiers.
Subito dopo aver imartito gli ordini la truppa si schierò con gli arceri avanzati e la fanteria appena dietro, le due unità di cavalleria cavalcavano velocemente ai fianchi dello schieramento per portarsi in posizione talmente avanzata da trovarsi a metà tra i due eserciti.



La guarnigione, sicura di risolvere la pratica velocemente, usciva dalla tana con una tal foga da accalcarsi al punto che non erano più definite le figure che la componevano.




I colori vivaci dei ribelli bizantini ben si inquadravano con il disordine del loro esercito che uscendo in tal maniera, faceva apparire l’impresa, meno ardua.



Quand’ecco, la calca si arrestò e la guarnigione cominciò a schierarsi in maniera più ordinata.Il comando per nostri soldati era quello di rimanere immobili, facendo avanzare il nemico con lo scopo di non rischiare di finire sotto le mura nemiche e sperare di disperdere le fila nemiche, che trovandosi lontane dal loro castello, sarebbero state catturate o uccise.



L’astuto nemico si rivelò ben più organizzato del previsto e mandò un plotone di miliziani armati di lance acuminate contro la nostra cavalleria armata leggermente.
Sembrava un suicidio , la tattica stava fallendo al primo assalto, ma ormai i cavalli erano stati lanciati e un’indecisione a tal punto sarebbe stata fatale.



Ma il Signore era dalla nostra
il loro capitano era proprio in prima fila tra i miliziani incaricati della carneficina dei nostril cavalleggeri e rimase incredibilmente ucciso dalla nostra carica schiacciato tra i cavalli e i suoi soldati



Sul lato sinistro dello schieramento, mentre il grosso dell’esercito franco era impegnato nel corpo a corpo, Baldovino di Poitiers aveva la meglio sugli arceri nemici , che fuggirono in maniera scomposta, aprendo così il castello al giovane comandante franco



Le fila nemiche non più protette dagli arceri con la cavalleria nemica pronta a caricare alle spalle e con la perdita definitiva del loro astuto, ma imprudente capitano ,ruppe le fila , finendo proprio nella bocca del leone Baldovino di Poitiers che li trucidava all’ingresso del loro castello, divenuto la loro tomba.



La caduta rovinosa di Adana sigillò definitivamente l’autorità del re.
Era davvero il sovrano adatto.
L’eco dell’impresa arrivò al sultano selgiuchide, poiché Adana era una meta ambita, una sua mira personale.
Il sultano avrebbe dovuto rivedere i suoi piani, oppure attaccare il regno.
Il re fece, quindi, costruire un forte per scoraggiare ogni nemico, nella valle a nord di Adana.

cristiano87.
00martedì 28 aprile 2009 10:54
Complimenti per il racconto e le immagini!! [SM=x1140512]
Mi hai fatto venire una voglia matta di riprendere la mia campagna con i crociati (solo difficoltà m/h [SM=g27969]sono ancora un novellino)i tuoi racconti non annoiano mai continua così [SM=x1140494]
sangiovannievangelista
00martedì 28 aprile 2009 11:44
[SM=x1140429] [SM=g27964]

Grazie sei molto gentile...
non avendo grande tempo per giocare, mi limito a descrivere più dettagliatamente le battaglie, con le squisite unità che gli artisti hanno fatto... [SM=g27975]

[SM=x1140429]
Tancredi d'Altavilla
00martedì 28 aprile 2009 12:01
Bravissimo Sangiovanni, sono contento che hai deciso di riprendere la campagna crociata. Ottima mossa quella di usare la tattica del Tamarro "importata dall'Europa" [SM=x1140441]
Complimenti ancora per le immagini e la narrazione, continua così, aspetto il seguito [SM=x1140440] [SM=x1140429]
davide283
00martedì 28 aprile 2009 13:17
ottima cronaca complimenti!! non vediamo l'ora che ci racconti qualche battaglia in cui sei assediato nei fortini permanenti...
Lan.
00martedì 28 aprile 2009 13:21
E il turco resta a bocca asciutta! [SM=x1140531]
sangiovannievangelista
00mercoledì 29 aprile 2009 13:57
Adana caduta, il Regno reso sicuro su tutti i confini, sorvegliati e fortificati, un re saggio seppur trentenne, erano fonte di gioia tra il popolo.
I seggi neutrali ,nel consiglio dei nobili, crebbero a favore del re.

1165
Il Papa, caro padre e alleato, che aveva grande stima del figlio Baldovino III, volle indire una crociata su Edessa, un tempo contea del Regno di Gerusalemme, ora in mano del potente Nur ad Din, l’Atabeg di Aleppo e Mousul.
Da tutta Europa la crociata venne accolta a braccia aperte, poiché gli stati europei rafforzati nel tempo, vivevano in un clima di rispetto reciproco e di alleanza, una pace bizzarra regnava in quegli anni in Europa, gioia della cristianità.
Appena due anni dall’ annuncio e già i primi contingenti di crociati, si avvicinavano alla meta.
La Siria all’epoca, viveva alla buona, cercando di far prosperare i mercati, ma il vicino Regno di Baldovino III , con cui c’erano rapporti commerciali, tramava alle spalle ingenue ,complottando con agenti specializzati, addestrati a Tripoli e inviati per uccidere imam (diminuendo il rischio del Jihad), mercanti e per sabotare moschee, mercati, palazzi degli emiri e caserme di fanteria, allo scopo di indebolire l’economia della Siria e possibilmente aumentare lo scontento della popolazione locale, verso Nur ad Din.
Nessun Generale del Regno ebbe l’onore di partecipare alla crociata l’economia di sviluppo teneva banco e l’esercito all’avanguardia come potenzialità era decisamente ridotto come numero, ma soprattutto era di vitale importanza la stabilità diplomatica con i saraceni e in fondo…. i grandi sotterfugi, i complotti e la politica di sabotaggio e omicidi su commessa, non rendevano al Papa, alla cristianità e a quei buoni crociati, un servizio fondamentale?
La corrosione delle forze nemiche, una diplomazia che li rendeva partecipi dei confini del Regno di Gerusalemme, la sussistenza nel suo attraversamento, l’alleanza e in caso estremo.. la discesa in campo contro la Siria.

1168
Edessa cadde al primo assalto, circondata di trincee nemiche, di eserciti accampati in ogni dove.
I grandi alleati, i fedeli cristiani di Polonia, si impadronirono della città meta della crociata.
La Siria, non potè far altro che stare a guardare e preoccupare la città appena diventata nemica, con una forte armata, ma non ebbe mai più cuore di attaccarla, il costo di guerra, gli introiti di Edessa perduti, l’esiguità e la dispersione nel territorio delle forze armate e l’allenza tra Franchi e Polacchi erano ragioni estremamente valide per evitare ad ogni costo lo scontro.



Così un nuovo elemento cristiano, si aggiunge in terra Santa e può prosperare, ricostruendo la cittadina.
Il sultanato turco intanto è impegnato al nord con i bizantini, i fatimidi non mordono e per ora non sono un problema, ma ecco che il Papa muore e inizia il conclave, per l’elezione papale.
Il nuovo Papa è un “puledro” (venivano chiamati così, in maniera dispregiativa, i cristiani nati in terra Santa dopo la prima crociata ).
Ed ecco che i già ottimi rapporti crescono ancora.
Due giovani promettenti vengono adottati dal re privo di figli maschi
Gaspar e Raimondo, entrambi di Gerusalemme.

1176
Sal ad Din un nuovo generale, che stà sorgendo dalle ceneri fatimide, inizia ad essere una seria minaccia, il suo numeroso esercito è esperto ,agguerrito e comandato da questo formidabile generale il cui indiscusso carisma terrorizza i nemici.

Il nostro grande re, politico esperto, ormai anziano, approfittando della reputazione verso Sua Santità, domanda una crociata su il Cairo, che viene per grazia accettata.
E’ nuovamente un plebiscito Vichinghi,danesi, tutti i paesi iberici, i fedeli polacchi, l’intero nord Italia e addirittura il re del regno di Sicilia, prende la croce e marcia sul Cairo.

1177
Gaspar vuole prendere la croce e Baldovino III lo concede, ma a condizione di prendere prima Damietta ( ricco castello sulla foce del Nilo), per rendere sicura la difesa del Cairo.
La crociata di Gaspar sarebbe poi continuata alla giusta meta, e Damietta sarebbe toccata al “fratellastro” Raimondo di Gerusalemme, che si univa con un piccolo contingente all’esercito della croce di Gerusalemme.

1179
I contingenti di tutta Europa erano, intanto, giunti al Cairo, che con una forte guarnigione e con la presenza nelle sue campagne di Sal ad Din, scoraggiava i soldati di Cristo, che si succedevano negli assedi.
Con il Cairo e Sal ad Din bloccati, Raimondo e Gaspar, potevano puntare serenamente su Damietta per prenderla di sorpresa, ma la sua guarnigione era tutt’altro che debole.

Fu nell’inverno di quello stesso anno, Che i giovani rampolli della casa regnante di Gerusalemme in comune accordo tentarono l’assalto del castello di Damietta



Le nostre forze erano ben bilanciate e composte dai migliori fanti in circolazione





La custodia del castello era in mano prevalentemente ai cavalieri saraceni leggeri e pesanti…
Avversari temibili.


Sfondata facilmente la grata con le baliste i nostri entrarono velocemente, i saraceni invece avanzavano a piccoli plotoni verso la parte lesa del castello.



Li attendavamo, l’importante era la difesa delle mura, in modo da non avvantaggiarli con i dardi delle torri.



La battaglia si infiammò immediatamente.



Quand’ecco un plotone di cavalleria saracena tentò di aggirarci prendendoci alle spalle, ma finirono a cozzare proprio contro i cavalieri crociati …


I due genrali franchi appostati in disparte, caricarono alle spalle dei cavalieri saraceni e li mandarono in rotta, dopo un violento corpo a corpo, erano stati vittime del loro stesso tranello.



Ma un secondo plotone saraceno arrivava a impegnare la nostra cavalleria su quel fianco, eravamo meglio armati, ma subimmo la loro carica e anche se riuscimmo a metterli in rotta, subimmo gravi perdite.




Sul centro la nostra fanteria ebbe ragione dei nemici e il generale saraceno fu costretto a avanzare velocemente contro gli invasori.


Morì gloriosamente



Dal centro del castello i rimasugli di arceri e fanteria saracena ,volevano ritornare nella mischia, i nostri due generali li caricarono, violentemente.



Ma furono sorpresi dalla ancora vigile e forte cavalleria saracena, che non voleva arrendersi.



Entrambi inostri giovani generali, trovarono la morte ad attenderli



La notizia della loro morte fu un trauma terribile per i nostri soldati che scoraggiati di fronte alla violenza e determinazione nemica fuggirono, solo la fanteria ospedaliere non fuggì, ma venne trucidata.




L’assalto a Damietta fu un fallimento, Baldovino III pianse la morte dei due giovani e volle la conquista di Damietta, un nuovo contingente era vicino e marciava sul confine per essere approvvigionato decentemete, la cavalleria ospedaliere, assetata di giustizia era alla sua guida.
davide283
00mercoledì 29 aprile 2009 15:53
bella storia complimenti!! i saraceni stavolta ti han giocato un brutto tiro eh?
Tancredi d'Altavilla
00mercoledì 29 aprile 2009 17:29
Peccato per la sconfitta, ma riuscirai a rifarti.
Comunque bel racconto veramente, bravo [SM=x1140440] [SM=x1140429]
sangiovannievangelista
00giovedì 30 aprile 2009 05:57
[SM=x1140429]
Grazie... [SM=g27964]
Che sconfitta bruciante... [SM=x1140542]

cristiano87.
00giovedì 30 aprile 2009 10:33
Bravissimo,il solito capolavoro di racconto e immagini mi dispiace per la sconfitta(se fosse successa a me avrei distrutto il computer rosico troppo [SM=x1140526])ma alla prossima sono sicuro che ti prenderai la rivincita [SM=x1140486]
sangiovannievangelista
00giovedì 30 aprile 2009 13:41
[SM=x1140429] Grazie Cristiano.
[SM=x1140429]

Buona festa a tutto il forum
sangiovannievangelista
00lunedì 4 maggio 2009 11:00
L’estate dell’anno del Signore 1180 vide la morte del sultano siriano Nur ad Din, grande sovrano amato dal suo popolo,soprattutto per la sua devozione.

Sul fronte sud del Regno i cavalieri ospedalieri,la nuova fanteria templare, armata di pesanti spadoni a due mani (arma sconosciuta fino ad oggi dai nemici) e gli onnipresenti Guardiani del Santo Sepolcro guidavano il nuovo assalto alle mura di Damietta, tetro teatro della disfatta franca dell’anno precedente causa della morte di due cadetti generali adottati dal generoso sovrano nostro re Baldovino III.



La guarnigione di Damietta era la stessa composta dai reduci dell’anno precedente, avevano, ormai, esperienza dei franchi.



Sfondate le porte ,ricostruite, del castello, piombammo dentro con grande foga


I saraceni caricarono disperatamente i nostri



Ma anche noi avevamo dei reduci nella nostra armata e forti dell’esperienza acquisita aggirarono i nemici e li presero alle spalle con tale foga da distruggerli totalmente.



Annientata la spina dorsale nemica, rimanevano le frattaglie, che raggiungemmo velocemente attraversando un campo pieno di cadaveri.



Ma fummo ancora caricati da un piccolo sparuto gruppo di cavalieri, rintanati ,che venivano fuori improvvisamente



I nostri soldati ressero la carica e li misero in fuga.
Li caricammo noi e li stritolammo abbattendoli tutti selvaggiamente.




Damietta cadde l’estate del 1180 e anche il Cairo,cadde lo stesso anno



Dopo quattro anni dalla sua chiamata, la crociata era giunta al capolinea, i fatimidi ne uscivano malconci, ma dignitosamente, Sal ad Din, in vita e con un’armata tutto sommato potente, poteva ancora ricostruire il suo sultanato e dimostrare tutte le sue qualità
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