Don Fantozzi alle crociate

Bertavianus
00domenica 26 dicembre 2010 23:22
E’ periodo di film panettone, quindi mi adeguo.



Alfonso VII di Castiglia condottiero era assai valente, che in più di un frangente d’onor si ricoprì.
Cosi era stato a Iruna, strappata al dominio di una masnada di manigoldi pria che chiunque altro pensasse a por termine alle nefandezze loro; così era stato a Belisa, ove pria di ripetere l’impresa ebbe a disfare una avanguardia dei maomettani, che carrezzavan analogo ma contrapposto proposito.

In prosieguo di tempo, malgrado qualche turbolenza cessata poscia che le armi dell’islam subirono sonora disfatta a Toledo, sul regno di Castilla y Leòn era tornata la pace. Il buon Re s’era segnalato per assoluta devozione, spesso anteponendo i voleri del Sommo Padre ai progetti suoi.

Le volontà del Soglio di Pietro e del trono di Castilla tornarono a coincidere che meglio non si puote allorché il Pontefice lanciò appello per ricondurre Granada alla cristianitate. Quel breve cozzar di spade e scimitarre di alcuni anni prima ad Alfonso era rimasto in core, e bramava il ripeterne esperienza.

Per grato che fosse l’invito, non si poteva secondarlo immantinente; occorse una stagione frenetica di marce e arruolamenti per radunare quel contingente minimo atto a vestir la croce e ad attrarre in gran copia volontari dotati di buon armamento.

Tosto che fu pronto a lasciar la Mancha, con esercito atto a devastare il mondo intero, Alfonso si avvide che l’imbocco orientale della valle di Granada precluso gli era da uno de’ Francesi, di lui più lesti ad affrontar il devoto cimento. Si fosse accodato in quel pertugio, sol risultato di sua spedizione sarebbe stato l’assistere inerte al trionfo altrui.

Divisò così di far altro giro, passante nei pressi di Cordoba; preda legittima e facile, ma non conforme al desìo del Papa né a quello di Lui Sovrano. La bella cittate poteva esser sua in prosieguo di tempo, or si dovea a cercar gloria in terra e benemerenze presso l’Altissimo.

Compiuto il periplo, senza precisa ragione scelse quel boschetto a sud di Granada qual base del suo campo d’assedio. Vero è che lì si godeva di un minimo di frescura, e più comodamente si trovava il legname per allestire scale, torri e arieti; ragion per cui, niuno ebbe a lamentarsi.

Forse agognando alle suddette commoditate, o più verosimilmente per suggerimento del maligno, anche il nobile Capeto che guidava i crociati francesi scelse il medesmo luogo per porre lo campo suo.

La verzura gli impedì di scorgere le insegne, quella moltitudine in armi celata nel fogliame gli diè idea di esser caduto in imboscata tesagli dagli infedeli. Panico generò scontro fratricida fra cristiani votati alla mesma impresa; la pugna fu di inusitata ferocia e pei francesi, che vi s’eran gettati rompendo ordine di marcia, non vi fu scampo. Guardando con occhi inumiditi dal pianto quell’assurdo carnaio, Alfonso ordinò la liberazione immediata dei tanti prigionieri.

Sulla malconcia armata castigliana si abbatterono subito dopo i rinforzi de’ Mori e la guarnigione del castello; erano stati mal consigliati dal troppo ridere, e furon massacrati tutti.

Il Re e la sua guardia furon gli unici ad entrare nelle deserte mura del maniero; ogni altro uomo aveva disertato perché il Pontefice, prestando orecchio alle lagnanze de’ franchi, lo avea scomunicazo.

Vincitore in campo, ma non per Santa Madre Chiesa, il Pio Alfonso divenne lo inimico da abbattere, e per lo regno tutto fu l’inizio della fine.




Undercasted
00domenica 26 dicembre 2010 23:55
Una bella idea davvero, complimenti.

Mi fai ricordare una campagna con il Mod Macchiavello. Iniziai a scrivere una cronaca alquanto grottesca guidando i napoletani di Ladislao I con il quale unì l'Italia.

Aspetto di leggerti ancora.
Bertavianus
00lunedì 27 dicembre 2010 22:35
I complimenti di un maestro valgono doppio!

Questa cronaca non avrà un seguito, intendevo solo ironizzare su uno sviluppo imprevisto che pensavo addirittura impossibile: una battaglia fratricida fra eserciti crociati, non forzati a combattersi da qualche alleato che crociato non è.

Un episodio più unico che raro, almeno per me, ma plausibile: ero invisibile ai francesi perchè appostato, e quando mi sono finiti addosso si è determinato un tragico equivoco. La storia ne è piena.

Fosse capitato in una fase del gioco più avanzata, la Castiglia avrebbe avuto le risorse per riprendersi. Ma si era ancora ai primi turni e, sapendola senza esercito e scomunicata, tutti gli sono balzati alla gola.

Ho proseguito per un po', ottenendo anche qualche effimero successo, ma con fondi appena sufficienti a mantenere le armate necessarie su tutti i fronti.

Il primo possedimento a cadere è stato Belisa, più tardi ho dovuto evacuare Iruna e Santiago. Gli alleati Portoghesi li ho fermati a Salamanca, in una serie di epiche battaglie in difesa ed in attacco che hanno falcidiato la nobiltà dei due regni (il che almeno apriva interessanti prospettive ereditarie).

In ogni caso, il regno si rimpiccioliva e non aveva più un soldo; la sua estinzione era solo questione di tempo.

Altro fatto peculiare di questa infausta campagna è che la vera potenza emergente nella penisola iberica erano... i Magiari; non paghi di aver vinto la crociata (contro di me) sono rimasti lì per dedicarsi con successo alla cacciata dei Mori.

Scriverò a parte di una campagna castigliana iniziata subito dopo.
Arantal Elenna
00lunedì 27 dicembre 2010 23:22
Carina la quasi parafrasi di de andré-Villaggio

Perché a questo punto non fare tutta la mini cronaca cosi?
Undercasted
00martedì 28 dicembre 2010 22:36
Una cronaca grottesca.
Bertavianus, 27/12/2010 22.35:

I complimenti di un maestro valgono doppio!

Questa cronaca non avrà un seguito, intendevo solo ironizzare su uno sviluppo imprevisto che pensavo addirittura impossibile: una battaglia fratricida fra eserciti crociati, non forzati a combattersi da qualche alleato che crociato non è.

Un episodio più unico che raro, almeno per me, ma plausibile: ero invisibile ai francesi perchè appostato, e quando mi sono finiti addosso si è determinato un tragico equivoco. La storia ne è piena.

Fosse capitato in una fase del gioco più avanzata, la Castiglia avrebbe avuto le risorse per riprendersi. Ma si era ancora ai primi turni e, sapendola senza esercito e scomunicata, tutti gli sono balzati alla gola.

Ho proseguito per un po', ottenendo anche qualche effimero successo, ma con fondi appena sufficienti a mantenere le armate necessarie su tutti i fronti.

Il primo possedimento a cadere è stato Belisa, più tardi ho dovuto evacuare Iruna e Santiago. Gli alleati Portoghesi li ho fermati a Salamanca, in una serie di epiche battaglie in difesa ed in attacco che hanno falcidiato la nobiltà dei due regni (il che almeno apriva interessanti prospettive ereditarie).

In ogni caso, il regno si rimpiccioliva e non aveva più un soldo; la sua estinzione era solo questione di tempo.

Altro fatto peculiare di questa infausta campagna è che la vera potenza emergente nella penisola iberica erano... i Magiari; non paghi di aver vinto la crociata (contro di me) sono rimasti lì per dedicarsi con successo alla cacciata dei Mori.

Scriverò a parte di una campagna castigliana iniziata subito dopo.



Maestro! Grazie comunque.

Ho pubblicato ciò che qualche tempo fà doveva essere l'inizio della cronaca condotta con il regno di Napoli.

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7745276&p=9&#idm1...

[SM=x1140429]
Jean Marc de Ponthieu
00venerdì 7 gennaio 2011 13:18
Bella
Keirosophos
00venerdì 7 gennaio 2011 23:26
[SM=x1140520] [SM=x1140520]
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