Gesta Anglorum et aliorum qui creaverunt Imperium

Edoardo di Woodstock
00domenica 11 luglio 2010 12:30
Prologo
L'Inghilterra cambia dinastia regnante. I Plantageneti, forti della corona di Enrico II, si affacciano sullo scacchiere internazionale fieri e impavidi come i leoni sul loro stemma.
Il re, sposo della bella ereditiera Eleonora d'Aquitania, controlla un regno mai visto dai suoi predecessori: dallo Yorkshire al Sussex, dalla Normandia all'Aquitania. Le sue genti, fortissimo crogiolo di civiltà (Celti, Romani, Angli, Normanni) guardano con ammirazioni il proprio sovrano, speranzosi di essere riportati a gloria arturiana.

A.D. 1155-1160
La politica di re Enrico è senza dubbio innovatrice: capisce che una terra fredda come la sua non può ospitare un agricoltura ricca e fiorente, la via migliore per mantenere il tesoro regio è una: il commercio. Le coste abitate dai Normanni diventano sedi di porti importanti, i cui mercati fioriscono di merci arrivate dal mare e dall'entroterra. I la professione del mercante aumenta i suoi adepti, mentre la concorrenza diventa spietata, il regno gioisce anni di prosperità economica.
Ma l'inesorabile mano di Marte prende tutti sotto il suo palmo, così anche re Enrico. L'unione dei popoli bretoni è sempre stato uno dei più fervidi desideri della corona. Così viene indetta una leva militare nel sud dell'Inghilterra per appoggiare la causa regia: Enrico vuole l'omaggio dei duchi della Britannia Minor, ma sa che ciò è impossibile senza un forte esercito alle spalle. Radunati gli uomini salpa da Winchester sulle coste Bretoni e marcia verso Rennes.
Le porte si chiudono all'arrivo del re. Lo resteranno per poco. Dopo pochi mesi d'assedio la città brucia: tremendo esempio per chi osera infangare i Plantageneti con gesti tanto avventati.
A Rennes inizia una lenta opera di ricostruzione per portare la regione al passo con gli altri domini regi.
"Volo draconem meum equum"(Voglio un drago come mio cavallo, con queste parole il re parla a nome dell'Inghilterra, il regno dominerà il Galles. Una battaglia difficile i leoni d'oro contro il dragone rosso. Enrico fa leva sugli Arceri dell'entroterra inglese e sui fanti del sud. Ma non sarà lui a combattere, sarà suo fratello Goffredo, ebbene il giovane erede dall'Aquitania si reca a Nottingham dove prende il comando delle truppe. Bangor è l'obbiettivo. Il Galles sarà bruciato dalle stesse fiamme del suo drago! La fortezza rimasta inespugnata fin dall'epoca romana cade sotto i ruggiti dei Plantageneti. Dalle macerie del castello sorge il generale vittorioso, sorge il nuovo principe di Galles, sorge un Plantageneto.
The Housekeeper
00domenica 11 luglio 2010 12:52
Ottimo, una bella cronaca anglosassone ci mancava
Viva il Plantageneto!
Edoardo di Woodstock
00domenica 11 luglio 2010 15:45
A.D. 1160-1170
Pace! Così suonano le campane nelle tante chiese fatte costruire da re Enrico. Chissà quanto durerà questa dolce e lieta parola?
L'economia del regno decolla, così anche lo sviluppo tecnologico: nuove tecniche agricole permettono un'intenso sviluppo dell'agricoltura, nonostante le difficoltà climatiche. Anni di gioia vive il regno: prosperità e ricchezza, per non parlare degli affetti: il re ed Eleonora hanno avuto due figli! Che questi due giovincelli possano in futuro contendere la corona al valoroso fratello del re, il principe Goffredo? Speriamo tutto vada per il meglio. Anche il giovane principe comunque vive nella felicità: nel suo castello di Bangor gli è nato un robusto figlio, degno di sua madre Alice Capeto. Eh già, anche sul piano diplomatico l'Inghilterra ha solide basi, Francia, Sacro Romano Impero e Aragona sono ottimi alleati. Solo quelli Scozzesi continuano a rifiutare proposte di fratellanza, non si vorrebbe mai ma un giorno potrebbero essere puniti per la loro arroganza. Fortunatamente per ora un guerra di grossa portata non interessa il re, egli vede come priorità le Fiandre, ricche di risorse e importantissime dal punto di vista strategico. Enrico fa leva sui veterani di Normandia e Bretagna esorprende i Frisoni arrivando dal mare in tempi brevissimi. Tempi brevissimi come quelli della presa della città. Essa senza dubbio diventerà e sta già diventando una miniera di soldi.
La vita familiare no fa per il principe Goffedo: è un soldato, che ci può fare? Dalle scogliere del suo Galles riesce spesso a scorgere una lontana terra verde, ha sangue norreno nelle vene. Fa leva lungo le coste della Manica e sul finire dell'estate del 1170 le sue galere sono davanti al porto di Corcaigh. L'arpa d'Irlanda ora intonerà altre melodie.

ironman1989.
00domenica 11 luglio 2010 16:05
Bella questa cronaca!!!
Edoardo di Woodstock
00lunedì 12 luglio 2010 13:52
A.D. 1170-1175

l'Irlanda del sud cede al principe Goffredo. Corcaigh ora è terra normanna e l'arpa irlandese comincia ad intonare "God save the King".
Ma qualcosa rischia di turbare la pace nel regno, il fido alleato Federico di Hohenstaufen è stato scomunicato..... che fare? Enrico non sa se rispondere alla fede o al vecchio amico Barbarossa.
La risposta è una: non può rischiare il prestigio nazionale e internazionale, ora il Papa ha un nuovo paladino. Enrico non esita a trovare i propri interessi: schierarsi in prima difesa negli interessi del Papa farebbe di lui il vero difensore della fede cristiana, il contrasto con l'Impero potrebbe fruttare ai suoi domini.
Ha un idea. Una geniale idea: Utrecht, la citta frigia più ricca dei domini imperiali è un'ottimo bersaglio per punire il vecchio alleato e assicurarsi il dominio sulla Manica.
Ebbene su consiglio del re inglese il Papa indice una crociata contro la suddetta città. Tutta l'Inghilterra aderisce. Enrico si trovava a Gand, ne fa uscire la folta guarnigione e a tappe forzate la conduce al suo obbiettivo. Gli altri capi crociati inglesi, francesi, spagnoli e di tutta la cristianità fanno appena a tempo ad allestire un esercito che Utrechet è già caduta. Ogni cattolico gioisce e grida alla notizia:" Dio è co Enrico, l'Inghilterra e San Giorgio!".
Londra diventa una città degna della monarchia più potente dell'Europa, nuove mura ora la cingono pronte ad ospitare edifici illusti e fastosi.
Nuova pace torna nel regno, viene stipulata una tregua con l'Impero e viene pure ritirata la scomunica. Tutto lascia presupporre a una "Pax Dei" ma nei castelli della Francia Occidentale vengono mobilitate truppe, così anche in tutta l'Inghilterra. Quali trame starà ordendo il valoroso sovrano?
Edoardo di Woodstock
00sabato 31 luglio 2010 12:08
A.D. 1175-1177

La Scozia rifiuta gentili proposte d'alleanza. Ebbene:" Chi non è con noi, è contro di noi!" Così urla Enrico arringando le sue truppe giunte da ogni suo castello. Migliaia di uomini per piegare un ferro appena forgiato: la Scozia. Il re divide l'armata in tre eserciti da più di mille uomini: a suo fratello Guglielmo, duca di York, un troncone di arcieri accompagnato da poca cavalleria e fanteria, al suo primogenito Ambrose, appena sedicenne, il comando della cavalleria; per se il re si è tenuto forze miste (arceri in abbondanza, sergenti, cavalleggeri e i temutissimi galloiach sperimentati per la prima volta). L'obbiettivo è sconfiggere il principe di Scozia, soprannominato il Leone, non sa chi sono i veri Leoni..... Ma quand'appena gli eserciti inglesi sono a poca distanza da lui si ritira verso Edimburgo dove reincontra altre quattro poderose armate pronte a difendere la capitale. Ne restano due lontane dalla città, vanno subito distrutte o torneranno a nuocere.

La battaglia di St. Boswell
Il re conduce l'armata centrale e gli altri due eserciti gungeranno di sorpresa ai fianchi dell'esercito scoto. Non ci sarà via di scampo.... Infatti i gaelici partono subito all'attacco ignari delle frecce inglesi. Un massacro. Già prima di prendere la carica sono dimezzati da nuvole di dardi che partono da ogni dove. Al loro arrivo i galloiach fanno un lavoro eccellente contro le famigerate picche nemiche, i sergenti invece impiegano la cavalleria leggera in un aspra lotta. Una brutta sorte invece tocca ai cavalleggeri del re, caduti eroicamente per evitare l'immediata fuga di quei codardi.
Suoni di corni, arriva il secondo esercito scozzese. Per dare soccorso al primo rimane anch'esso imbottigliato nello schieramento a tenagli degli Angli. Una vittoria poderosa: gli Scozzesi sterminati, pochi riescono a fuggire. Un solo rimpianto, Guglielmo di York è caduto, ma da eroe: cosa farà ora il re? Ne onorerà la memoria continuando la campagna contro un nemico rivelatosi degno in combattimento oppure rientrerà in patria affranto dalla perdita del fratello?
Edoardo di Woodstock
00sabato 31 luglio 2010 14:46
A.D. 1177-1179

Il re decide di radunare nuove truppe. Il principe Goffredo torna dall'Irlanda lasciando suo figlio alla guida di Corchaigh e prende il comando di un nuovo esercito. Quattro armate ora circondano i territori di Edimburgo e altrettante scozzesei difendono la città.
Il principe scoto Guglielmo tenta di sbloccare l'accerchiamento ma viene rovinosamente sconfitto. Il Papa, di origine inglese, è disgustato dal vedere il sangue di due fazioni così pie scorrere a fiumi e ordina così una tregua con pena la scomunica per i trasgressori. Desidera che le armate cattoliche si impegnino nella crociata contro Milano, che ha toccato l'apice dell'empietà. Moltissimi principi aderiscono, lo stesso re Enrico. Ma cosa può interessare a lui Milano? Lui che ha suggerito al Papa la corciata....
Le sottili trame della politica: la crociata ha permesso al re di reclutare nuove truppe di volonterosi milites Christi e di rinfoltire i suoi forzieri con nuove tasse. Con un ultimo ingegno è riuscito a deviare la crociata. Mentre tutti i potenti del continente si radunano sotto le mura milanesi, Enrico vede l'improvvisa imboscata scozzese alle truppe del duca di Gloucester. Nemmeno il duca è sopravvissuto. I Gaelici hanno pagato caro l'assalto: oltre ad aver perso più della metà dell'armata, sono anche scomunicati.
Null'altro serve a Enrico per proseguire la marcia in Scozia con i suoi crociati.
Keirosophos
00sabato 31 luglio 2010 22:11
bella cronaca! Aspetto aggiornamenti! ;)
Gongo80
00sabato 4 dicembre 2010 02:53
grande! gli inglesi sono troppo SCUGNIZZI!!
Edoardo di Woodstock
00sabato 4 dicembre 2010 14:57
Spiacente ma questa cronaca non continuerà.... ho perso il salvataggio :(
Jean Marc de Ponthieu
00martedì 4 gennaio 2011 17:46
Re:
Edoardo di Woodstock, 04/12/2010 14.57:

Spiacente ma questa cronaca non continuerà.... ho perso il salvataggio :(




Bella lo stesso!!!!!
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