La Canzone del Barone

Il Giullare del Re
00mercoledì 15 febbraio 2012 23:21
O messeri, o signore
qui vi posto la canzone!

C'era una volta un gran Barone,
di un gran castello lo padrone,
con tanti servi al suo servizio,
e tante dame per sto patrizio.
Una sera lui voleva
fare fessa la contessa,
allor chiamò uno Giullare
per lo scherzo voler fare.
Lo pagliaccio allora disse:
"Se lo sgarro dobbiam fare,
qui conviene altrui chiamare
per lo aiuto necessaro
qui conviene un omo negro,
lo vestiamo da messere
e lo mascheriamo bene"
Il Barone tutto lesto
fece tutto molto presto,
lui un negro aveva schiavo
e lo mise sul divano,
una maschera sul viso
e di sopra un bel vestito.
Quando venne il novo giorno,
tutti lieti tutt'intorno,
lo Giullare disse in tondo:
"O messeri, o dame
le più belle del reame,
voi vedete sto messere,
qui vestito da signore,
questo qui è lo Barone
del castello lo padrone”
Ed allora la contessa,
del patrizio la promessa,
non capiva la trovata
de la maschera indossata,
lo giullare allora fece
“O mia Contessa,
o bella principessa,
timore non abbiate
di ciò che voi vediate,
vi giova star contenta
de lo Barone state attenta,
lo patrizio vi vuol burlare
con lo negro vi vuol fregare”
Di rimando la Signora:
“O tu guarda quel Barone,
lui è proprio no cialtrone,
con lo negro mascarato
cosa vole lo screanzato!
Or tu, amico mio Giullare,
ciò che ordino dovrai fare,
tu lo negro vesti da pulzella
falla come na donzella,
nella stanza del Barone,
fa che dorma col Caprone”.
Tutto lieto tutto lesto,
lo Pagliaccio fa al più presto,
lui lo negro fa svestire
e poi unqua rivestire,
una parrucca lui gli mette,
un paio di bocce per le tette.
Poi lo porta nel salone,
nella stanza del Barone,
lo fa mettere nel letto
lui gli spiega il bel progetto:
“Quando arriva lo padrone,
tu toccagli el ^Nasone^,
tu sbottona lo pastrano,
e quanno lui s'irrigidisce,
tanto lui non capisce,
te prendiglielo in mano”.
Fatto questo,
spense li lumini
scese gli scalini
tosto, tosto
lui si prese la contessa
e fuggiron lesta lesta.
Quanno a sera lo Barone,
ritornò nello stanzone,
vide ch'era tutto spento
vide c'era qualcun dentro.
Lui vide belle forme,
lui non vide lo deforme,
e felice per la tromba,
s'accostò a quella bionda.
E lo negro preparato
per l'incarico addestrato,
lui lo prese a lo Barone,
lui gli prese lo ^spadone^.
Non sapendo cosa fare
lo caprone lasciò stare,
e lo negro tutto preso
se lo mise nel di dietro.
Ci furon fochi, e non pochi
fu una notte di balocchi,
fino al sorgere del sole,
-qui non servon le parole-.
Ai messeri basti questo,
perchè infierire sul molesto?
Già gli antichi avean i detti:
-“Chi la fa, l'aspetti!”-
dak28
00giovedì 16 febbraio 2012 14:56
Lol!
The Housekeeper
00giovedì 16 febbraio 2012 15:01
l'epitaffio del Giullare [SM=x1140453]
pablo de toledo-tristero
00lunedì 20 febbraio 2012 13:44
beh, è durato poco ma è stato divertente, requiescat in pace.
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