5.1 vh/vh
Il Khan Bonyek soleva ripetere che le terre su cui erano sparse le sue tribù parevano una sciarpa srotolata dall'alba verso il tramonto, con Arges come frangia; proseguiva dicendo che ciò non gli piaceva affatto, perché sarebbe bastato un colpo di forbice per ridurre quella sciarpa a brandelli.
Due strumenti aveva per evitare quel taglio; disarmare le mani altrui con offerte d'amicizia, ovvero colpire per primo: li usò entrambe.
Una ambasceria gli procurò l'alleanza coi Magiari, per poi proseguire verso Bisanzio.
Il Principe Sharukan si preparò a varcare i confini del Trubizh, per togliere il castello di Pereyaslav ai Russi di Vladimir; i consiglieri più tradizionalisti avrebbero preferito ampliare i confini a spese della città indipendente di Cherson, evitando guerre coi vicini, ma l'eliminazione di quel saliente mirava a garantire a lungo termine la sicurezza dei borghi più prosperi del regno.
Bonyek si spense prima di veder completato il progetto; Sharukan lo portò a termine da Khan.
La presa di Pereyaslav, nel dicembre 1158, fu cosa rapida e quasi incruenta: a guardare il castello rimase una solida guarnigione – che avrebbe tenuto in rispetto i Russi, costringendoli a trincerarsi a Kiev - mentre il Khan si spostò a meridione per annettere prima Cherson e poi Timuturakan.
A partire dall'anno 1164 si sarebbe voluto far riposare le spade, concentrando ogni risorsa nelle migliorie urbane e agrarie, ma si dovette fronteggiare l'assedio russo di Sarkel. Il castello era miseramente difeso, e non avrebbe potuto reggere all'assalto, ma l'arrivo del nobile Kutan presso le mura orientali distolse i nemici; prima tentarono di ingaggiar battaglia con lui - che si ritrasse per evitare un'infausta sortita della guarnigione – poi disertarono in massa.
L'inimicizia coi russi portò un nuovo alleato, il regno di Polonia, mentre si perse quello della prima ora quando si trattò di scegliere fra i cattolici magiari e gli ortodossi bizantini.
Nell'inverno del 1165 una seconda armata di Vladimir rimise Sarkel sotto assedio. Ora il castello disponeva di una guarnigione più nutrita, guidata da Kutan, ma il rapporto di forze restava a tutto vantaggio del nemico.
Kutan comprese subito che, se avessero dovuto tenere contemporaneamente mura e cancello, i suoi pochi lancieri sarebbero stati inesorabilmente travolti; per spuntarla, bisognava obbligare il nemico a concentrare l'attacco su un unico punto. Il generale, assistito da una compagnia di arcieri a cavallo, fu lesto a lanciarsi in campo aperto per disperdere prima i portatori di scale, e poi gli addetti al primo ariete; non fu necessario ripetere la manovra per fermare l'avanzata della torre mobile, perché il tiro delle torri e degli arcieri riuscì ad appiccarle fuoco. A questo punto egli rientrò velocemente nel castello per organizzare una impenetrabile difesa del posto di guardia, lasciando ai mobilissimi tiratori il compito di interdire il recupero delle scale. La massa dei russi, fattasi avanti nella speranza di catturare il generale, fu dissanguata dal tiro difensivo prima ancora di decidersi a riprendere l'avanzata con gli arieti che, in ultimo, non gli furono neppure necessari. La grata fu sollevata per ordine di Kotan, ad evitare l'inutile sacrificio degli ultimi arcieri a cavallo; lance e scrosci d'olio bollente fecero strage delle compagnie decimate che tentarono di seguirli.
La battaglia di Sarkel, iniziata sotto presagio di sciagura, si concluse con un trionfo difensivo; per ogni Cumano morto dieci russi avevano perso la vita, ed il loro esercito si dissolse.
I russi di Novgorod si affrettarono ad offrire la propria alleanza, col che quelli di Vladimir risultarono circondati. Un esercito polacco si aggirava nella regione di Kiev.
A.D. 1167
territori controllati: 10 (+3 con la cattura di Pereyaslav, Cherson e Timuturakan)
alleati: Bisanzio, Polonia, Novgorod
nemici: Russi di Vladimir
economia sana ma non florida; i mercanti trattano solo sete e pesci delle regioni del Caspio.