Machiavelli - Istorie fiorentine

Mylae
00domenica 3 novembre 2013 22:47
la storia del periodo del nostro mod raccontata da Niccolò Machciavelli
Per chi, come me, si è appassionato a questo mod, è quasi necessario leggere il racconto più bello e più asciutto di questo periodo: quello di Nicolò Machiavelli.

Di seguito vi posto dei pezzi tratti dall'opera.

L'opera:
Le Istorie fiorentine sono state pubblicate postume. Dopo la caduta della Repubblica Fiorentina e il ritorno al potere dei Medici nel 1513, Machiavelli fu arrestato, torturato e in ultimo confinato in una sua villa di campagna. Nel 1520 Giulio de' Medici, poi papa Clemente VII, gli fece offrire l'incarico di stendere un'opera sulla storia di Firenze: per Machiavelli significò mettersi alla prova nello scrivere la storia di Firenze fino a periodi recenti tacendo i suoi sentimenti antimedicei.

Antefatto al nostro periodo: Libro V, capitolo 2 - la pace del 1433 e l'assalto dei mercenari ai possessi papali
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Capitolo 3 - Guerra nello stato pontificio e consolidamento del potere sforzesco nelle marche
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RIASSUNTO del Quinto libro:
Testo completo integrale
In questo periodo si delineano gli schieramenti: da una parte Milano cerca di riconquistare i territori lombardi sottrattigli dai veneziani; dall'altra parte fiorentini e veneziani sono in lega insieme al papa. Alfonso di Aragona, inizialmente avversato dal duca di Milano, viene catturato da una flotta genovese (Genova era sotto il controllo visconteo); condotto prigioniero da Filippo Maria Visconti lo persuade invece ad aiutarlo, rovesciando le alleanze e provocando l'indignazione e la ribellione dei genovesi.

Francesco Sforza è promesso a Bianca Maria Visconti, unica erede del trono ducale milanese, ma il matrimonio effettivo viene costantemente rimandato. La dote, consistente in Cremona e alcuni borghi, non viene consegnata, ufficialmente, per le necessità della guerra.
Per questo, dopo vari tentennamenti, Francesco Sforza si schiera contro il futuro cognato campeggiando al soldo di fiorentini e veneziani.
I veneziani lo vogliono in Lombardia per rompere l'assedio di Verona; Sforza però non vuole campeggiare direttamente contro i milanesi per timore di veder sfumare il matrimonio; i fiorentini lo vogliono usare per conquistare Lucca, obiettivo secolare dei fiorentini. Dopo tentennamenti e tensioni tra veneziani e fiorentini, Sforza passa il Po e conduce ottimamente la guerra, riconquistando Verona e arrivando a liberare in parte il bresciano nel 1440, anno che ci interessa per il mod.

Durante l'inverno, dopo alcuni rovesci, Sforza decide di campeggiare e risparmiare le forze, ma i veneziani premono perché assalti i milanesi che assediano ormai da troppo tempo Brescia, che temono di perdere. Temono anche che Francesco Sforza possa tradirli e che i fiorentini complottino contro di loro. Nel 1440 Filippo Maria Visconti decide di inviare di nuovo Piccinino con un esercito in Toscana perché così i fiorentini possano richiamare Sforza dalla Lombardia e ottenere delle due l'una: o Sforza va in toscana, quindi alleggerendo la situazione della guerra in lombardia, oppure rimane lì e consente il saccheggio della toscana, causando in entrambi i casi maggiori frizioni tra fiorentini e veneziani.

Ovvero:
Il Duca, veduta la guerra per il tempo ferma, e troncagli la speranza che gli aveva avuta di occupare Verona e Brescia, e come di tutto ne erano cagione i danari e i consigli de’ Fiorentini, e come quelli né per ingiuria che da’ Viniziani avessero ricevuta si erano potuti dalla loro amicizia alienare, né per promesse ch’egli avesse loro fatte, se gli era potuti guadagnare, deliberò, acciò che quelli sentissero più da presso i frutti de’ semi loro, di assaltare la Toscana.

A che fu da’ fuori usciti fiorentini e da Niccolò confortato: questo lo moveva il desiderio aveva di acquistare gli stati di Braccio e cacciare il Conte della Marca, quelli erano dalla volontà di tornare nella loro patria spinti.


The Housekeeper
00lunedì 4 novembre 2013 10:10

La situazione politica in questi anni è affascinante quanto ingarbugliata!

Il voltafaccia del Visconti con gli Aragonesi è una mossa spettacolare in funzione anti-sforzesca, visto che ormai gli Aragonesi stavano prevalendo sugli Angioini nel Mezzogiorno. Ormai il nemico dei Milanesi non era più la lontana espansione Aragonese, ma l'incombente offensiva dell'asse Venezia-Firenze. Rilasciando Alfonso, il Visconti diede nuovo impulso alla conquista aragonese del Regno, cosa che poi determinerà la perdita per lo Sforza dei feudi meridionali e una situazione di pericolo per quelli nella Marca. Tutto questo comportava un danno calcolato per il Visconti, ovvero la perdita di Genova, che ormai (vista l'inconsistenza navale angioina) rappresentava l'unico vero ostacolo marittimo per gli Aragonesi, i quali tra l'altro possedevano in Liguria le fortezze di Portovenere e di Lerici... Come sappiamo Alfonso mirava ad estendere il suo Regno ben oltre il papato, pregustando la ricca Toscana in preda!
Mylae
00lunedì 4 novembre 2013 11:15
Esatto! è per questo che nel 1447 Alfonso V invia il figliastro Ferrante a cercare di conquistare Piombino; con un esercito aragonese si "allea" forzosamente con i senesi, i quali a loro volta si scusano con i fiorentini per non potere respingerli in alcun modo; mentre gli aragonesi assaltano castelli e campagne della maremma assediano Piombino, mentre Sigismondo Pandolfo Malatesta interviene per combatterli e ne esce vincitore (con le bellissime miniature dell'Hesperis) anche grazie all'epidemia malarica che colpisce gli assedianti.

Libro VI, capitoli 14, 15 e 16:
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Francesco Forel
00lunedì 4 novembre 2013 16:25
Interessante! Però non ho capito una cosa: quando il Duca Filippo Maria Visconti manda il Piccinino in Toscana, lo Sforza si trova in Lombardia per conto dei veneziani o in Umbria ad assediare Fortebraccio per conto del Papa?

comunque sia lo Sforza doveva essere proprio un demonio...mi sovviene che nel 1430 assediò (per conto del duca di Milano, alleato di Lucca) la mia città...ma se ne dovette tornare con la coda fra le gambe, perché un certo Giovanni Malevolti, che difendeva la città per conto dei Fiorentini (era infatti senese, ma di famiglia guelfa), a quanto pare sapeva il fatto suo.


PS: io sfrutterei questo lavoro di ricerca per delineare maggiormente la situazione alla data di partenza della mod.
Mylae
00lunedì 4 novembre 2013 16:32
Piccinino nel 1430 "lavorava" per i fiorentini; poi dopo il suo voltafaccia passa ai visconti. Nel 1430 tenta una prima spedizione contro la toscana dato che il suo rivale sforza è occupato nelle marche e in umbria. Nel 1440 compie una seconda spedizione per conto dei visconti nella quale arriva a pochi chilometri da Firenze ma non la assedia, consigliato dal conte di Poppi di occupare l'alto tevere per evitare che rinforzi sforzeschi arrivassero dalle marche.
Nel frattempo però i fiorentini raccozzarono un esercito con Giovanpagolo Orsini e Micheletto Attendolo Sforza insieme ai papalini che invece di scontrarsi tallonava i bracceschi di Piccinino che, al contempo aveva ricevuto dal duca l'ordine di tornare in lombardia perché i veneziani erano in marcia.
Orsini e Attendolo erano già convinti di dover vincere, semplicemente seguendo a distanza il nemico che andava via, per cui furono sorpresi da un contrattacco tentato ad Anghiari, che contro le aspettative si risolse in una loro vittoria.
Francesco Forel
00lunedì 4 novembre 2013 16:47
Ma Francesco Sforza (che è colui che nel testo di Machiavelli viene chiamato "conte", giusto?) che ruolo ha? è lui che assedia Fortebraccio, giusto? la situazione è abbastanza confusa!
Mylae
00lunedì 4 novembre 2013 21:37
1440 - Niccolò Piccinino scende in Toscana

Libro V, capp.28 e segg.

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Francesco Forel
00lunedì 4 novembre 2013 22:34
Scusa, ho fatto un po' di casino io, non avevo capito che le spedizioni in Toscana fossero state 2! Nel 1440 Niccolò Fortebraccio era già morto...
The Housekeeper
00giovedì 7 novembre 2013 16:43
ahah Alfonso il Malatesta non lo poteva proprio vedere!!
The Housekeeper
00giovedì 7 novembre 2013 16:44
ahah Alfonso il Malatesta non lo poteva proprio vedere!!
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