Mamma li Turchi!

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BCHugoBardo
00mercoledì 14 luglio 2010 20:18
Campagna VH/VH Bellum Crucis 6.0
Ho visto questa bella sezione e mi sono detto: perché non partecipare?

Di seguito dunque il primo capitolo della mia prima AAR (cosa significa???) fatemi sapere se vi garba!

Capitolo 1: Sultani si nasce

Il 16 Rabî Al-Awwal 550 (20 Maggio 1155 d.C) è un importante data per il fiorente sultanato Turco. E’ una data importante perché i confini sono aperti a nuove conquiste, è importante perché i commerci con l’occidente stanno per sbocciare (ed è risaputo che i mercanti dell’ovest non ci sanno fare), è importante perché i raccolti hanno dato buoni ed abbondanti frutti ma soprattutto è una data importante perché l’attuale sultano, Mesud I conquistatore di Konja flagello dei Franchi e dei Germanici Crociati, Ira sulla terra di Allah è sul letto di morte appunto morente.

Sebbene infatti in gioventù Mesud fosse stato un ottima guida per il popolo Turco, gli ultimi anni del suo governare avevano lasciato poco spazio a nuove campagne militari e le rampanti nuove leve delle famiglie di sangue reale, non aspettavano altro che scagliarsi in battaglia. Così, durante la malattia di Mesud, i vari possibili eredi si davano da fare per scatenare nuove guerre per poter guadagnare il rispetto del popolo e magari scalzare il legittimo erede Kilij, il governatore di Ankara nonché figlio primogenito di Mesud.



Fu così che i nei seguenti anni i vari governatori di castelli e città, membri di importanti famiglie, iniziarono a inviare mercanti, emissari e spie oltre confine per stabilire commerci e alleanza volte a racimolare i fondi per le loro ambizioni militari. Non è possibile dunque non menzionare la riuscita alleanza con il popolo della Siria che indubbiamente inizia un periodo di mutua protezione fra i due popoli dell’Islam.



La prima mossa venne dunque compiuta qualche anno dopo dalla famiglia Tzepeles. Questa importante famiglia finanziò un armata diretta ad Adana, un piccolo castello dalla grandissima importanza strategica governata da un emirato di poco conto. Adana era la porta di ingresso della terra santa, in mano ai crociati infedeli e la sua presa avrebbe garantito un sicuro bastione contro un eventuale incursione cristiana. Arrivati in vista del castello però ci si accorge che ormai era troppo tardi! I crociati già assediavano il castello e le armate turche poterono solo assistere alla vittoria dei franchi.

La situazione ora è davvero critica. Con Adana in mano ai cristiani, non sarebbe passato molto tempo da una prima incursione, bisognava agire in fretta e così iniziò la guerra! L’assalto al castello di Adana fu immediato. I Crociati ancora stanchi della battaglia e il castello dalle difese indebolite dal precedente assedio, furono una facile conquista per il sultanato anche se la battaglia sulle mura fece contare numerosi morti da ambo le parti. Mentre la fanteria sfondava le porte, la veloce cavalleria turca decimò con letali frecce il tentativo di rinforzi inviato dal regno di Gerusalemme, assicurando così una rapida vittoria!



Il successo ad Adana fece scalpore nel sultanato che ora poteva vantare un ottimo punto di difesa nel sud dei propri domini. Gli emissari turchi affrettarono le alleanze anche con l’impero in terra d’egitto e ora l’islam era un fronte compatto contro i franchi invasori. Temendo il pericolo i Crociati accettarono la tregua pagando un tributo e la pace fu stabilita in tutta fretta. Nessuno per il momento voleva iniziare una lungo conflitto. Mesud saputa la notizia della guerra santa appena conclusa, non potè fare a meno di temere le reazioni del popolo romeo…un vicino alquanto scomodo che se avesse deciso per un attacco, ora ben poco sarebbe stato possibile.

Mentre Mesud peggiorava le proprie condizioni perdendo parzialmente l’uso della memoria (si era dimenticato di salvare per un paio di anni), un nuovo fronte viene aperto stavolta dalla famiglia Kutalmish verso Est, e questa volta i primi ad arrivare siamo noi! Gli alleati Siriani avevano posato lo sguardo sui possedimenti dell’emirato di Mardin ma il castello fu presto assediato dal popolo turco, ancora grazie alla veloce cavalleria. Per la fretta e per la lunga marcia forzata, l’esercito giunto a Mardin è davvero esiguo e appena pareggia come numero di forze schierate, con gli assediati. Il generale d’armata da’ l’ordine di non costruire torri o scale ma solo arieti per le porte. Pensa infatti che una lotta sulle mura porterebbe gravi perdite e il castello sarebbe perduto. Il giorno della battaglia arriva dunque caldissimo e la tattica predisposta sembra funzionare! Viste le poche unità di fanteria, sono gli arcieri a portare gli arieti e a morire per primi. Le porte crollate aprono la strada ai feroci guerrieri turchi armati di asce taglienti come spade e presto la via verso il centro dell’insediamento è aperta! Il resto delle forze di Mardin è finito dal tiro a cavallo e prima di mezzogiorno la fortezza era caduta. Una vittoria difficile, una vittoria fortunata ma soprattutto una vittoria sudata (50 gradi).



A Konja intanto, il felice giorno giunge. Mesud I muore nel suo letto e immediatamente sale al potere il figlio primogenito Kilij che aveva passato questi ultimi anni fra gli Harem del regno. I conquistatori di Adana e Mardin si domandavano assiduamente perché, perché e ancora perché?!?!

Questo capitolo insegna che anche nel medioevo la meritocrazia non esite.

A presto per il capitolo 2! (se vi è piaciuto lasciate un messaggio).
Romolo Augustolo
00mercoledì 14 luglio 2010 23:25
stupenda!!! specialmente la penultima frase! :)
ironman1989.
00giovedì 15 luglio 2010 00:32
Re: Campagna VH/VH Bellum Crucis 6.0
BCHugoBardo, 14/07/2010 20.18:

Questo capitolo insegna che anche nel medioevo la meritocrazia non esite.



Più che altro non puoi scegliere l'erede [SM=x1140476]

davie
00giovedì 15 luglio 2010 09:01
Re: Campagna VH/VH Bellum Crucis 6.0
BCHugoBardo, 14/07/2010 20.18:



A presto per il capitolo 2! (se vi è piaciuto lasciate un messaggio).




entusiasmante!
BCHugoBardo
00giovedì 15 luglio 2010 09:32
Bè grazie degli incoraggiamenti! Spero che fare questa storia in chiave un po' comica sia di gradimento.

P.S. x davie o moderatori: Potresti cortesemente togliere il quote a tutto il primo capitolo così il post rimane più leggibile? Grazie e scusa il disturbo!
-Dany79-
00giovedì 15 luglio 2010 10:24
finalmente una fazione islamica!!!

molto bello!!! [SM=x1140430]
davie
00giovedì 15 luglio 2010 10:49
Re:
BCHugoBardo, 15/07/2010 9.32:

Bè grazie degli incoraggiamenti! Spero che fare questa storia in chiave un po' comica sia di gradimento.

P.S. x davie o moderatori: Potresti cortesemente togliere il quote a tutto il primo capitolo così il post rimane più leggibile? Grazie e scusa il disturbo!



Scusa, ma è l'abitudine. Purtroppo devono farlo i moderatori.

Keirosophos
00giovedì 15 luglio 2010 12:51
Molto bene! Aspetto il seguito!
L.basil
00giovedì 15 luglio 2010 13:08
Molto bella!! [SM=x1140522]
ironman1989.
00venerdì 16 luglio 2010 01:03
Alla grande!! Non avevo mai letto una cronaca turca!
BCHugoBardo
00sabato 17 luglio 2010 09:30
Ecco il Secondo Capitolo. Buona lettura!

Capitolo 2: Alla conquista dell’ EST

I primi anni da Sultano di Kilij non passarono sotto le armi. I recenti successi permisero sviluppi economici notevoli mentre gli emissari all’estero riportavano lo scoppiare di guerre fratricide nel mondo cristiano. Notizie meravigliose che facevano ridere i regnanti dell’Islam che al momento formavano un unico fronte compatto. Infatti l’alleanza con la Sira si estese all’alleanza con il popolo d’Egitto di fede sciita. Molti furono i matrimoni in questi anni e le famiglie reali si diedero da fare nelle mille e una notte seguenti, garantendo la successione alle rispettive linee dinastiche.



Kilij si ritrovava sempre di più a pensare e un giorno, uscendo dal nuovo Harem di Ankara, sorprese alcuni abitanti a sparlare di lui, esaltando le gesta del vecchio Mesud quando ancora espandeva i confini del sultanato. Fu così che dopo aver fatto impiccare i pettegoli, convocò i suoi generali nel proprio castello e si iniziarono a progettare piani di guerra per la conquista dell’Est!

Ahh… quanti tesori avrebbero incontrato, quali terre meravigliose e misteriose potevano così essere dominate, gli obiettivi scelti furono così:

Castello di Ani: Piccolo e poco fortificato ma di enorme importanza sul fronte Nord orientale. Infatti in quelle zone iniziavano i territori Georgiani, una nazione dai non chiari orientamenti religiosi e di sicuro sospetto. Non sarebbe stato strano un attacco a sorpresa da parte loro ed era quindi meglio proteggersi fin da subito.

Città di Tabriz: Piccolo borgo di pastori e formaggiai in una valle incantata. Non era una città ricca ma era l’ultimo avamposto del mondo conosciuto, più a Est di così le leggende intimavano la fine del mondo e che una grande voragine avrebbe colto chiunque si fosse avventurato più in la.

Fu così che venne preparata l’armata che doveva volgere su Ani. Il comando venne affidato al generale già vittorioso nell’assedio di Mardin. La marcia fino ad Ani fu intrapresa senza pericoli e in vista del castello vennero scorte forze Georgiane! Come previsto quei cani infedeli avevano i loro progetti per quella zona… Per fortuna le loro forze erano esigue, si trattava solo di una pattuglia in esplorazione e così, sotto gli occhi dei cristiani, iniziò l’assalto di Ani.

Il castello era ben difeso e nella sua tenda il generale stava ponderando come attaccare quando all’improvviso tuoni e fulmini squarciarono la notte. Una forte tempesta iniziò il suo corso e il generale non volle perdere l’occasione. Ordinò l’immediato attacco alle mura. Arieti e scale furono preparati e gli assediati colti di sorpresa, disturbati dal vento e dalla pioggia, poterono ben poco con le loro armi a distanza. La battaglia vera si combattè sulle mura e i capaci guerrieri turchi ebbero la meglio in poco tempo. Ani era dominio Turco, missione compiuta!



L’armata doveva ora riposare qualche giorno ma non c’era tempo da perdere, lasciata una piccola guarnigione ad Ani, si doveva partire per Tabriz. La mattina della partenza le spie in avanscoperta tornavano galoppando trafelate.

“Signore! Signore! Tabriz è già stata conquistata…è già in mano altrui! I Sirani mio signore, sono loro ad averla espugnata!”

Dannazione dunque! La città era già in mano agli alleati della Siria ed era impensabile un attacco…distruggere il fronte compatto dell’islam sarebbe stato un vero e proprio autogol...ehm, suicidio! Passavano i giorni e Kilij venne informato dell’accaduto, cosa si poteva fare? Non voleva rinunciare alla conquista dell’Est, tanto più che già pregustava le ricchezze e le donne di quelle terre. Fu così che prese forma un piano tanto geniale quanto stupido.

Dando fondo alle casse del regno, venne creata una nuova armata che questa volta avrebbe attaccato i cristiani a Sud, l’obiettivo la sacra città di Antiochia! Come è possibile direte voi? Una città così importante, attirarsi le ire dei franchi crociati per un attacco disperato e senza speranze? Ebbene si. Il piano fu studiato bene, l’esercito si mosse con cautela senza essere scoperto, grazie alle numerose spie in terra straniera. L’attacco fu veloce e inatteso.

Il generale Turco dovette fronteggiare una difficile battaglia alle porte della città ma per fortuna l’esercito nemico si trovava diviso. Il loro primo contingente venne spazzato via dal tiro incrociato di arcieri a cavallo e appiedati mentre il grosso delle forze nemiche arrivò stremato allo scontro e le perdite nelle nostre file furono poche, la strada era così aperta verso la città e l’assedio ebbe inizio. I crociati non furono da meno sul fronte navale e il piccolo porto di Adana fu messo a ferro e fuoco impedendo i commerci. Bisognava fare in fretta, le spie infatti riportavano di una grossa armata crociata che da sud aveva preso la via per Antiochia.



L’assalto alle mura fu sferrato l’immediato giorno successivo. Le forze di Antiochia erano poche in quanto l’esercito cristiano era stato sorpreso fuori dalle mura, che stupidi… La battaglia fu intensa e senza freni. Una lunga cavalcata verso il centro città saccheggiando ogni edificio nella grande ed anticha città. Fu così che il generale alla testa dell’esercito Turco procurò la vittoria, un grosso bottino e un tesoro inaspettato. Lacrime di gioia e grande fervore alla vista del Sacro Mantello del santo profeta Maometto! Questo tesoro inestimabile doveva al più presto essere portato al sicuro e la partenza non doveva tardare!



Ora come ricordate, la grande armata cristiana stava volgendo il suo viaggio al termine e presto un esercito dieci volte superiore avrebbe attaccato le mura già provate di Antiochia, la sconfitta era certa. Non era però nei piani fin dall’inizio tenere quella città! Presto gli emissari del sultano si recarono nella capitale Siriana, l’intento era lo scambio tra la ricca città di Antiochia e il borgo dimenticato di Tabriz, non potevano rifiutare.

Quei dannati..ehm..cari alleati, essendo mercanti dell’Est (come ricordate quelli dell’Ovest sono molto scarsi), non si accontentarono dello scambio alla pari. Capendo la situazione come era delicata, vollero dei tributi e Kilij fu costretto ad accettare! Le famiglie reali furono comunque contente dello scambio e incoraggiarono il sultano con dei doni. I crociati, senza più un fronte aperto contro i Turchi, siglarono la pace e La Siria che era in pace con il regno di Gerusalemme, poteva godersi il nuovo centro di potere.



Kilij non perse tempo e fece spedire i primi carichi di spezie e donne da Tabriz mentre guarnigioni di soldati andavano a presidiare la zona. La conquista dell’Est era riuscita e le relazioni con la Siria erano alle stelle! In un sol colpo era anche stato eliminato il fronte nemico a Sud e ora era il caso di preoccuparsi di minacce ben più gravi, sicuramente i regnanti di Bisanzio non si erano persi lo spettacolo.

Questo capitolo insegna come farsi fregare dagli amici fidati.


Bè, spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento! Devo dire che la fazione Turca è molto forte grazie ai tiratori a cavallo ma la posizione geografica è dannatamente sfavorevole...non credo di riuscire a sopravvivere ad una invasione bizantina, sono costantemente ai miei confini con 4 armate piene. Dovrò studiare un piano... A presto per il terzo capitolo e se questo vi è piaciuto, lasciate un messaggio!
Romolo Augustolo
00sabato 17 luglio 2010 12:16
molto bello questo stile ironico!

Questo capitolo insegna come farsi fregare dagli amici fidati.

la penultima è sempre la frase migliore! :)
L.basil
00sabato 17 luglio 2010 12:47
[SM=x1140531] Questo capitolo mi è piaciuto ancora più del primo! Bravo continua così! [SM=g1598465]

Poi bellissima l'immagine dell'assedio con la tempesta; perchè non la posti nella sfida degli screenshots?
-Dany79-
00sabato 17 luglio 2010 13:02
bellissimo!!!!

astuta la mossa diplomatica su Antiochia...
aspetto il seguito!!!


ironman1989.
00sabato 17 luglio 2010 13:09
[SM=x1140476] bravo
BCHugoBardo
00lunedì 19 luglio 2010 19:17
Ed ecco il terzo capitolo...inizia il bello!

Capitolo 3: Due Eroi al prezzo di uno

I recenti successi nell’espansione ad Est hanno davvero esaltato le cariche politiche nel regno Turco. I maledetti cani franco crociati non erano più un grosso problema e anzi, giungevano voci riguardo a piccole battaglie perse contro i Siriani, probabilmente una nuova guerra sarebbe scoppiata e forse si prospettava una riconquista della terra santa da parte dell’islam unito. Per qualche anno però tutto pareva tranquillo. A Nord la Georgia sta incrociando le spade in una guerra contro barbari animalisti, a est invece l’impero d’oriente pare tranquillo della propria superiorità e anzi le spie riportano di fortezze poco difese mentre probabilmente gli eserciti sono impegnati nei balcani.

E’ così che il concilio presieduto dalle famiglie reali indice un editto per avallare un attacco verso le praterie di Ganja. Il pacifico insediamento sarebbe una facile espansione e porterebbe via territori ad un eventuale espansione Georgiana e dunque la spedizione venne confermata. Costeggiando le montagne che difendono naturalmente quei terreni, le armate del sultano giungono in inverno in vista dei prati di Ganja anche se l’erba era totalmente coperta dalla fredda neve. Gli abitanti della cittadina non erano guerrieri e furono presto sopraffatti dall’esercito turco che stabilì dunque la sua presenza in queste terre.



Immediatamente dopo la conquista, gli emissari portarono al sultano Kilij una terribile notizia.

“Signore, i nostri fratelli sono in pericolo! Quello stregone cristiano detto il papa ha indetto una spedizione militare contro Gharnata! Tutte le genti di occidente sono tenute a partecipare e presto la guerra inizierà in quelle terre!”

Kilij era dubbioso sul da farsi. Il suo sultanato non disponeva di una flotta, di certo non erano grandi navigatori. Per correre in aiuto dei suoi fratelli avrebbe dovuto attraversare le terre bizantine, cosa impensabile al momento. Passarono i mesi e i dubbi furono presto tolti, infatti Gharnata fu conquistata e i Mori iniziarono una feroce guerra contro i popoli cristiani nella penisola Iberica, per il momento dovevano contare sulle loro forze.

In questo periodo il regno Turco si diede molto da fare in ambito di sviluppo. Nuove tecniche agricole e nuovi eserciti furono reclutati su volere di Shahan il fratello di Kilij, nonché consigliere militare. Shahan era un grande condottiero è a lui che si deve la conquista di Mardin, di Ani e di Ganja e per queste vittorie divenne molto popolare fra il popolo. Kilij si fidava ciecamente del genio militare di suo fratello e l’esercito era totalmente affidato a lui, infatti era solito dirgli:

“Ti concedo di far cosa vuoi dei miei uomini ma non toccare le mie donne.”



Shahan non poteva sopportare la presenza Bizantina e passava le sue giornate coi suoi cavalli a cercare un modo per sferrare un attacco al potere romeo. L’esercito era potente ma non abbastanza, forse avrebbe potuto ottenere qualche vittoria ma quando il Basileus avrebbe ordinato un attacco, poco avrebbe potuto fare per difendere il sultano. Grande gioia nel suo cuore quando seppe la notizia che i Bizantini erano entrati in guerra contro il regno di Gerusalemme, i due regni cugini si contendevano i possedimenti di Cipro, forse perché i crociati volevano un più facile approdo verso i Turchi che li avevano privati di Antiochia!

Le armate Bizantine aprivano così un nuovo fronte in terra santa riuscendo anche a conquistare Tripoli che venne subito però riassediata dai crociati. Ma la vera notizia che fece gioire l’animo da guerriero di Sahan, fu la salita al potere di un uomo destinato a divenirgli amico e compagno d’arme. Salah al-Din, nuova guida del popolo d’Egitto salì al potere dopo grandi vittorie ottenute contro i crociati al confine. Egli ricondusse il popolo alle dottrine Sunnite e ora l’Islam era nuovamente una unica grande forza contro l’occidente. Salah al-Din, Saladino come lo chiamano gli infedeli, era alla testa di un grande esercito voglioso di incrociare le armi e così Sahan inviò degli emissari alla sua corte per stipulare un piano d’attacco. Erano ormai secoli che gli infedeli sporcavano con la loro presenza i territori che di diritto appartenevano all’islam e i nemici principali erano due, I Bizantini e i Crociati. In risposta alla crociata cristiana fu così indetta una Jihad verso Costantinopoli e presto le forze unite dei Mori ,della Siria, dell’Egitto e dei Turchi scesero in campo contro il vecchio impero romano d’Oriente. Finalmente il modo di muover guerra era stato trovato, se il sultanato da solo era troppo poco, ora quattro eserciti erano pronti alla guerra.



Salah-al Din non perse tempo e il viaggio verso Costantinopoli ebbe inzio mentre le forze Turche iniziavano a spianare la strada verso la capitale romea. Trapezous fu la prima a cadere e Sahan continuava la sua scia di vittorie. Nel frattempo il Basileus Giovanni Comneno era inorridito dall’evolversi delle cose. Radunò le forze presenti sul suolo della penisola Anatolica e volse verso la capitale turca Konja assediandola, anche se la città era stata saggiamente difesa da un grande esercito comandato dallo stesso sultano Kilij. La Jihad continuava in tutte le terre dove era possibile muover battaglia, notizie di rivolte nei territori Iberici, piccole e grandi battaglie in terra santa e addirittura Medina venne conquistata dalle forze egizie! La presa della città santa spronò ulteriormente le forze dell’ Islam e una grande vittoria venne conseguita alle porte di Adana dove un contingente Bizantino aveva iniziato un assedio.



Negli anni seguenti il Saladino giunse a Costantinopoli seguito dalle forze dei Mori giunti in nave da occidente. La strada era dunque sbarrata e altre forze non potevano giungere sul suolo turco, Sahan il conquistatore si mosse verso Attaleia rimasta ormai indifesa che si arrese senza combattere e poi, accompagnato dall’esercito Siriano, concentrò la sua carica contro l’esercito del Basileus, una battaglia campale stava per avere inizio. Il vantaggio numerico era dalla nostra parte ma i guerrieri nemici erano più esperti e meglio equipaggiati. Sahan e Atabeg, il generale Siriano, studiavano il piano di battaglia nella loro tenda:

Sahan: “Il terreno è spoglio e aperto, dovremo sfruttare questi enormi spazi, consiglio di attaccare noi frontalmente e voi da Est eliminando le vie di fuga. Il nostro tiro a cavallo finirà prima i loro pochi cavalieri, gli altri cadranno come mosche.”

Atabeg: “Uhm..saggia decisione ma la gloria dell’attacco frontale deve andare al popolo Siriano, andate voi da Est.”

Sahan: ”L’idea è mia e quindi facciamo come dico io Atabeg, devo forse ricordarti di quella volta ad Hosum?”

Atabeg: “Se la metti così allora facciamo a sorte, ecco due fili d’erba di Ganja, chi prende quello più corto attaccherà ad Est.”

Fu così che Sahan, che sempre portava con sé dell’erba di Ganja considerata da molti superstiziosi un portafortuna, seppe riconoscere il filo più lungo e l’attacco ebbe inizio. Tutto secondo i piani, la cavalleria nemica venne subito ingaggiata e in una carica guidata dall’ardore della fede, lo stesso Giovanni Comneno, Basileus dell’impero, cadde trafitto dalla spada di Sahan l’Eroe dei Secuklular conquistatori. L’esercito nemico rimasto sgomento, fu facile preda nella fuga e ben pochi lasciarono vivi il campo di battaglia.



Ora la porta verso Ovest era aperta, l’esercito Bizantino doveva riorganizzarsi e altre terre aspettavano solo di essere conquistate lungo la via verso Costantinopoli. Le spie riferivano che Amastris a Nord era senza difese e Dorylaion, il vero perno da conquistare per poter pensare una conquista dell’Anatolia, era una sfida abbordabile per l’esercito Turco. Ancora in tanti dunque dovevano morire.

Questo capitolo insegna che l’unione fa la forza e la lunghezza fa la gloria.

A presto per il prossimo capitolo! Come al solito lasciate un messaggio se vi è piaciuto. Grazie!
Keirosophos
00lunedì 19 luglio 2010 20:08
Bellissima AAR!!! Continua così!
Romolo Augustolo
00lunedì 19 luglio 2010 22:33
stupenda davvero, complimenti ancora!
Fabius Maximus Germanicus
00martedì 20 luglio 2010 00:55
complimentissimi vogliamo il seguito :)
The Housekeeper
00martedì 20 luglio 2010 08:28
Gran bella cronaca!!
-Dany79-
00martedì 20 luglio 2010 11:35
sempre meglio...

bravissimo!!!
le fazioni musulmane hanno veramente un grande fascino... ;)

Erlendr
00giovedì 22 luglio 2010 15:44
Hai il dono della parola, i miei complimenti.
BCHugoBardo
00giovedì 22 luglio 2010 19:26
Grazie ancora per i complimenti ed ecco il quarto capitolo!

P.S. x Erlender: meno male davvero che il dono della parola! Non mi piacerebbe essere un animale... [SM=g27964]

Capitolo 4: Dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno


Arrivati a questo punto è doveroso fare un po’ di chiarezza. Le recenti vittorie di Sahan avevano delineato un fronte in linea retta contro le armate bizantine. Costantinopoli era assediata da Salah al-Din e l’esercito nemico era sparso e disorganizzato. L’attacco doveva essere fulmineo per non permettere un raggruppamento delle forze romee. Le spie riferivano delle scarse difese ad Amastris mentre il grosso dell’esercito nemico si era raggruppato nei territori governati dal castello di Dorylaion.

Il popolarissimo eroe nazionale Sahan decide dunque di muoversi con un esercito più piccolo verso Amastris, lì avrebbe dovuto conquistare velocemente l’insediamento mentre il grosso delle forze turche doveva fronteggiare l’esercito bizantino a Dorylaion. Sahan doveva muoversi in fretta e raggiungere le forze amiche al più presto per assicurare la vittoria.



Si diede quindi inizio alle operazioni ma poco dopo la partenza di Sahan, una grave notizia giunse inaspettata. Kilij era morto e il popolo Turco aveva un nuovo sultano Kaykhusraw! In realtà la morte del sovrano avvenne per cause naturali, probabilmente una malattia contratta negli Harem del regno, ma Sahan sparse la voce che degli assassini cristiani avevano avvelenato il sultano. Grande fu la rabbia del popolo e questo semplice stratagemma infuriò ancora di più gli animi degli uomini impegnati nelle campagne belliche. Anche Kaykhusraw per il momento decide di rimanere lontano dal fronte ad organizzare i reclutamenti militari nei castelli di Ankara e Kayseri.

Il mese dopo Amastris era assediata e come previsto la battaglia fu rapida e la vittoria completa. Sahan accresceva la sua popolarità e oltretutto era anche il legittimo erede al trono in caso di caduta del nuovo sultano. Le armate del conquistatore, dopo aver lasciato una piccola guarnigione nel nuovo insediamento conquistato, non tardarono a convergere verso sud in aiuto del grande esercito turco nascosto per il momento nelle foreste dei monti vicini a Dorylaion. Nel frattempo giungeva la notizia della conquista di Tripoli da parte del popolo Siriano.



L’inverno del 2 Rajab 577 (18 Novembre 1181 d.C.) le armate turche comandate dal Principe Sahan l’Eroe e dai più alti generali d’armata, fronteggiavano in campo aperto le temibile forze dell’esercito Bizantino. Era la prima volta dall’inizio della Jihad che due grandi eserciti con pari forze si fronteggiavano nelle assolata ed antica terra Anatolica. Sahan poteva contare su un fronte di tiro molto potente. Arcieri turcomanni e cavalleggeri turchi per colpire il nemico da ogni lato, giavellottisti islamici per inasprire gli scontri ravvicinati e solidi reparti di guerrieri della fede pronti a morire per il profeta. I Bizantini da parte loro avevano truppe ben corazzate in ogni campo e reparti di cavalleria pesante capaci di falciare con facilità i reparti di fanteria leggera turca. Le cronache parlano di una battaglia sanguinosa per ambo le parti ma alla fine il genio militare si Sahan procurò la vittoria limitando di molto le perdite. Infatti un piccolo reparto di cavalleggeri rimasto distaccato dietro le colline circostanti, blocco la carica della cavalleria nemica prima dell’impatto mortale e il mancato impeto portò la ritirata dell’esercito nemico verso il vicino castello.



Dorylaion era una rocca difficile da prendere. Era ben difesa su un altopiano e la sua guarnigione era rinforzata dalle forze nemiche ritiratesi dallo scontro precedente. Era però chiaro che la sua caduta era un elemento chiave per future espansioni e quindi Sahan non voleva rischiare. Ancora una volta lasciò il grosso delle forze a disposizione a mantenere l’assedio mentre inviò un suo sottoposto, di nome Berke, con le forze restanti sulla strada per Smyrna per bloccare eventuali rinforzi ed eventualmente tentare l’assalto di quel castello nel caso le difese fossero sguarnite.

Egli invece attese dei giorni l’arrivo di nuovi rinforzi inviati sul campo dal nuovo sultano e con queste truppe fresche intraprese la strada per Nikaia per bloccare anch’egli le strade principali e quindi i probabili rinforzi provenienti dalla capitale romea. Era infatti giunta voce che l’assedio era stato spezzato, nemmeno Saladino potè nulla contro il numero terrificante di armate nemiche che ora stavano ancora liberando la zona dalle forze dei Mori e della Siria.



Mentre Dorylaion esauriva le risorse di kebab essendo stretta nella morsa dell’assedio, Berke raggiunse Smyrna e con grande gioia ne apprese la scarsità delle difese. Senza attendere ulteriori ordini, decise per un assalto immediato alle mura del castello. Purtroppo non si rivelò per lui una saggia decisione, ecco come andarono le cose:

Smyrna aveva un uico accesso posto su un terrapieno circondato da un largo fossato e gli arieti turchi raggiunsero senza problemi il cancello di ingresso. Nessun arciere sulle mura, nessuna truppa in difesa. Mentre i pali arroventati sbattevano con forza sul maestoso portone, le forze di Berke avanzavano presso l’ingresso pronte a scorrere nella breccia. La porta cadde e l’esercito turco corse entro le mura quando d’improvviso centinaia di soldati bizantini uscì allo scoperto bloccando l’esercito di Berke sotto la porta mentre sopra le mura cascate di olio bollente seminavano morte e panico fra le fila. Lo stesso Berke morì carbonizzato in questo modo e molte centinaia di soldati turchi morirono in questo scontro. Alla fine Smyrna venne comunque conquistata viste le poche forze rimaste ma si venne poi a sapere che l’organizzatore della strenua difesa era il più alto generale d’armata Bizantino che fortunatamente perse anch’egli la vita nella battaglia lungo le mura.



Infine anche Dorylaion si arrese all’assedio tentando una inutile sortita e ora solo Nikaia si frapponeva fra l’esercito turco e la conquista dell’Anatolia! Sahan era già giunto alle porte della città difesa strenuamente da un altro personaggio noto al popolo. Si trattava di Giovanni II Angelo-Ducas, egli era famoso per la sua ferocia nel governare le terre circostanti. Migliaia di uomini e donne dell’islam venivano infatti rinchiuse in ghetti nella città o costrette a lavorare in stato di schiavitù. Era un brillante stratega ed è lui che aveva guidato fino a qualche anno prima le campagne di espansione Bizantine a nord contro tribù di nomadi. Ora era stato richiamato a fronteggiare la Jihad dal nuovo Basileus che invece muoveva l’enorme esercito bizantino in difesa di Costantinopoli. Dopo alcuni mesi di assedio, tutte le restanti forze del sultanato, si unirono all’esercito di Sahan che sferrò il micidiale attacco alle mura cittadine. Come era stato previsto la battaglia fu più volte sul punto di essere persa, i romei combatterono meglio e uccisero un maggior numero di uomini ma anche questa volta il fattore numerico assicurò la vittoria e la conquista della città. Inoltre a questa conquista si deve anche il ritrovamento del sacro Gonfalone di Maometto e l’ormai popolarissimo, Principe Ereditario, Conquistatore ed Eroe, Semi-dio, Avv. Ing. Figl di putt. Sahan interpretò questo “segno” come ricompensa divina e decise di lasciare una forte difesa a Nikaia ma di ritornare alla capitale per mettere al sicuro l’oggetto sacro.



Era fatta! Il potente sultanato Turco dominava completamente da Ovest a Est tutte le terre della penisola dell’Anatolia! Statue di Sahan venivano erette in ogni centro cittadino e cortei di armate recanti le insegne turche marciavano di pattuglia lungo i confini del regno garantendo una forte difesa. La guerra non era finita ma ora si doveva pensare a come proseguire in futuro. Nuove armate Siriane avevano raggiunto Costantinopoli che quindi era ancora costantemente minacciata mentre Kaykhusraw, il neo Sultano, riorganizzava ogni fronte inspessendo le fila in difesa di eventuali invasori. Il Castello di Ani e di Trapezous difendevano a Nord e ivi si poteva pensare a future invasioni della Georgia passando magari dalla capitale Tiblissi oppure la costruzione di una flotta poteva far salpare l’esercito alla volta di Cherson a Nord del Mar Nero. Si poteva poi pensare di unirsi alle forze Siriane nell’assedio di Costantinopoli oppure di fiaccare ulteriormente i territori Bizantini con la conquista delle isole di Kipros o Krete per poi magari spingersi a rimuovere la presenza franco crociata a Gerusalemme liberando così la città santa dagli sporchi infedeli. Solo il futuro potrà raccontare cosa accadrà ora a questa grande potenza orientale!

Questo capitolo insegna come una grande causa comune può essere usata a scopi personali.
Keirosophos
00giovedì 22 luglio 2010 21:04
Bellissima cronaca! Tra le più belle che abbia mai letto!!!
Romolo Augustolo
00giovedì 22 luglio 2010 21:12
sempre complimenti, oltre allo stile, anche per la campagna. è veramente molto dura coi turchi, complimenti.
L.basil
00mercoledì 28 luglio 2010 10:28
Ancora complimenti! A quando il prossimo capitolo? [SM=g27964]
BCHugoBardo
00mercoledì 28 luglio 2010 19:03
Buonasera Ladies ang Gentlemens, manco a farlo apposta ecco il quinto capitolo! Ringrazio chi ancora commenta e mi sprona a continuare la cronoca.

Scusate ma da ora in poi i capitoli saranno pubblicati dopo un po' di tempo, infatti i turni iniziano ad essere lunghi... Spero che anche questo sia di vostro gradimento e allora buona lettura!

Capitolo 5: La sabbia del vicino è sempre più bianca

Con la conquista dell’Anatolia, il sultanato Turco aveva raggiungo un espansione mai prima d’ora sognata e mentre le difese di Nikaia e Smyrna venivano rafforzate nel caso in cui i Bizantini decidessero per un attacco, gran parte degli eserciti tornava verso l’interno e ogni villaggio festeggiava i valorosi guerrieri che avevano scacciato l’infedele da queste terre. C’è da dire che l’esercito turco faceva piazza pulita non solo dei guerrieri nemici ma anche delle loro famiglie e fu così che in poco tempo la cultura cristiana e bizantina sparì lasciando poche tracce in ghetti reclusi.

Mentre le armate Siriane ed Egiziane ancora lottavano per la capitale romea obiettivo della Jihad, Kaykhusraw l’attuale sultano aveva le idee chiare e così ordinò la costruzione di una flotta di Sambuchi nel porto di Adana e continuò l’amministrazione del regno sia per lo sviluppo delle città, sia per l’economia interna che per i commerci in terra straniera che portavano molte ricchezze in patria. Inoltre amministrò anche la diffusione religiosa dell’Islam sunnita. Non era un guerriero e lasciava tutta la gestione militare a Sahan il conquistatore.



L’anno successivo giunse infine la splendida notizia! La Jihad era compiuta e la vittoria era totale! Costantinopoli caddè sotto le armi dell’alleato Siriano e i difensori stremati dall’assedio fecero poche vittime nell’esercito vincitore. Così la difesa rimase forte e anche se altre forze Bizantine erano pronte a un contrattacco, riprendere Costantinopoli sarebbe stato davvero difficile. Il momento era dunque favorevole per metter fine alla guerra e i bizantini dovettero cedere alla tregua. Dopo i duri colpi subiti non potevano mantenere guerra aperta con i turchi e contemporaneamente cercare di riconquistare la loro capitale, il loro sistema economico infatti resse il duro colpo dovuto alla perdita di territori ma ora quel regno si trovava in grande difficoltà.



Siglata la pace il paese prosperava e le città si abbellivano di nuove e moderne strutture e sotto questa apparente nuova tranquillità si muovevano nell’ombra strani individui amici alla causa islamica. Infatti sebbene i soldati nemici erano oramai lontani, numerose spie, mercanti e sacerdoti, eroi di guerra e così via appartenenti alla fazione romea erano ancora liberamente in circolazione. Vennero dunque addestrati molti uomini con lo scopo di eliminare questi individui e così fecero. Gli anni a seguire erano tanto magnificenti per lo sviluppo quanto terribili per le morti sospette verso dignitari stranieri. Una di queste morti fu purtroppo quella di Sahan. Vecchio e malato si trovava da tempo in fin di vita nel suo castello di Kayseri ma la sua morte suscitò tanto scandalo da ordire fantasiose trame su un eventuale assassinio da parte degli stessi nemici cristiani sconfitti o addirittura dai fratelli Siriani gelosi delle conquiste del sultanato. C’è da dire che nulla di questo era vero.



Gli anni successivi alla morte di Sahan seguì un periodo di disgregazione nei rapporti fra le nazioni islamiche e il fomentatore di queste discordie era il popolo della Siria. I dissapori ruotavano tutti attorno a certe vittorie che alcuni attribuivano alla Siria, altri ai turchi e altri ancora all’Egitto e le voci crebbero al punto da far scoppiare le prime battaglie. In poco tempo fu chiaro che la Siria progettava da tempo questa monumentale operazione militare. Con tattiche degne dei migliori imperi, venne radunato un possente esercito. Parte di questo esercito venne scagliato con violenza contro le province egizie di Kerak e Dumyat. Un altro grande contingente mosse veloci assedi alle città turche di Mardin, Tabriz, Malatya e Adana. Una guerra senza precedenti era iniziata e con i popoli appena ripresi dallo scontro con Bisanzio, la Siria aveva diabolicamente pianificato ogni particolare. Solo il fronte di Costantinopoli rimaneva neutrale per il momento in quanto impegnato a difendere la capitale conquistata nella jihad. In Guerra contro l’alleanza Turca ed Egizia si schierarono anche i crociati di Gerusalemme oramai uno stato burattino dalla Siria.




In poco tempo perfino i più giovani nelle file della nazione turca dovettero imbracciare le armi. Il sultano nominò generale un promettente comandante di nome Tezcan che per primo scaglio una contro offensiva all’assedio di Adana. Era di vitale importanza bloccare l’accesso a quel castello infatti la difesa del fiume che attraversa la regione avrebbe di molto facilitato la respinta di eventuali successive incursioni e le spie in territorio nemico parlavano di altri grandi eserciti pronti a portare ulteriore pressione agli assedi appena iniziati. Tezcan si rivelò un grande stratega e nonostante le numerose predite, le forze rimaste erano sufficienti a stabilire un presidio lungo il fiume e la prima battaglia era vinta!

Nel frattempo ogni soldato raccolto dal confine nord, quello adiacente alla Georgia, si recò nella piana della città di Malatya. Questa mossa era rischiosa, se i Georgiani avessero voluto attaccare, avrebbero trovato le difese sguarnite ma per il momento quel popolo era impegnato in una sanguinosa guerra a nord. L’assedio alla città durava ormai da qualche mese e l’esercito arrivò in tempo per ingaggiare battaglia. Anche in questa occasione la vittoria venne raggiunte ma subito fu chiaro una cosa: le armate Siriane erano molto ma molto meglio equipaggiate. I Siriani scendevano in battaglia con sgargianti armature firmate e specialmente il corpo di guardia dell’Atabeg era famoso per la loro abilità e per la scelta dei colori delle loro armature. I turchi invece erano protetti da leggere armature simili a trapunte e sebbene molto abili a combattere, spesso la vittoria veniva decisa dal fattore numerico superiore.



L’anno seguente la nuovissima flotta di Sambuchi fece vela verso i porti di Antiochia e Tripoli, unici sbocchi sul mare della Siria e presto i commerci e rifornimenti vennero bloccati e controllati dalla agile flotta mentre gli emissari riportavano la nefasta notizia della vittoria della Siria a Kerak e a quanto pare i resti delle forze crociate stavano dando grande filo da torcere agli alleati egiziani, anche il Saladino stava accusando i segni dell’età e al momento le armate egiziane riuscivano soltanto a contenere gli eserciti invasori.

Le notizie peggiori però non erano terminate infatti il prolungato assedio a Mardin culminò con un letale attacco alle mura del castello. Una prima grande armata Siriana aveva circondato l’insediamento e al sopraggiungere di un altro grande esercito l’attacco venne scagliato. Questa era la più grande sconfitta del sultanato turco che un uomo potesse ricordare e ora la Siria possedeva un pericoloso trampolino di lancio verso i possedimenti più interni. Fortunatamente un'altra sciagura venne scongiurata con una coraggiosa sortita a Tabriz. Una coraggiosa unità di giavellottisti corse fuori le mura a bloccare l’avanzata dell’ariete nemico dando così il tempo alle frecce incendiare di distruggere la macchina d’assedio. Con solo l’ausilio di scale, la cavalleria nemica era tagliata fuori dallo scontro e i guerrieri appostati entro le mura fecero il resto scacciando il nemico.

Ho elencato dunque quelli che furono i principali momenti di questa prima parte della grande guerra fratricida nell’islam. Gli anni a seguire furono teatro di altri piccoli e grandi scontri lungo i confini e solo numerose altre morti scandivano il tempo mentre il conflitto non sembrava prendere una piega decisiva. La Siria aveva guadagnato il dominio su due nuovi territori uno selgiuchide e l'altro egiziano ma l’alleanza Turca ed Egizia non sarebbe stata a guardare.

Questo capitolo insegna come l’IA di Bellum Crucis 6 fa paura.

(non mi sarei mai aspettato un attacco contro 4 province CONTEMPORANEAMENTE lo stesso turno di gioco… comincio ad adorare questo mod.)

Come sempre, se vi è piaciuto il capitolo, lasciate un messaggio!
Romolo Augustolo
00mercoledì 28 luglio 2010 21:49
come e sempre allora ti farò i miei vivissimi complimenti! :)
-Dany79-
00giovedì 29 luglio 2010 09:57
fantastico!!!

nn vedo l'ora di leggere il resto!
l'ai molto spesso riesce a sorprenderti e a colpire dove nn te lo aspetti!!!

Keirosophos
00giovedì 29 luglio 2010 13:50
Aspetto il seguito [SM=x1140428]
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