Ed ecco il terzo capitolo...inizia il bello!
Capitolo 3: Due Eroi al prezzo di uno
I recenti successi nell’espansione ad Est hanno davvero esaltato le cariche politiche nel regno Turco. I maledetti cani franco crociati non erano più un grosso problema e anzi, giungevano voci riguardo a piccole battaglie perse contro i
Siriani, probabilmente una nuova guerra sarebbe scoppiata e forse si prospettava una riconquista della terra santa da parte dell’islam unito. Per qualche anno però tutto pareva tranquillo. A Nord la
Georgia sta incrociando le spade in una guerra contro barbari animalisti, a est invece l’impero d’oriente pare tranquillo della propria superiorità e anzi le spie riportano di fortezze poco difese mentre probabilmente gli eserciti sono impegnati nei balcani.
E’ così che il concilio presieduto dalle famiglie reali indice un editto per avallare un attacco verso le praterie di
Ganja. Il pacifico insediamento sarebbe una facile espansione e porterebbe via territori ad un eventuale espansione Georgiana e dunque la spedizione venne confermata. Costeggiando le montagne che difendono naturalmente quei terreni, le armate del sultano giungono in inverno in vista dei prati di Ganja anche se l’erba era totalmente coperta dalla fredda neve. Gli abitanti della cittadina non erano guerrieri e furono presto sopraffatti dall’esercito turco che stabilì dunque la sua presenza in queste terre.
Immediatamente dopo la conquista, gli emissari portarono al sultano Kilij una terribile notizia.
“Signore, i nostri fratelli sono in pericolo! Quello stregone cristiano detto il papa ha indetto una spedizione militare contro Gharnata! Tutte le genti di occidente sono tenute a partecipare e presto la guerra inizierà in quelle terre!”
Kilij era dubbioso sul da farsi. Il suo sultanato non disponeva di una flotta, di certo non erano grandi navigatori. Per correre in aiuto dei suoi fratelli avrebbe dovuto attraversare le terre bizantine, cosa impensabile al momento. Passarono i mesi e i dubbi furono presto tolti, infatti Gharnata fu conquistata e i Mori iniziarono una feroce guerra contro i popoli cristiani nella penisola Iberica, per il momento dovevano contare sulle loro forze.
In questo periodo il regno Turco si diede molto da fare in ambito di sviluppo. Nuove tecniche agricole e nuovi eserciti furono reclutati su volere di
Shahan il fratello di Kilij, nonché consigliere militare. Shahan era un grande condottiero è a lui che si deve la conquista di Mardin, di Ani e di Ganja e per queste vittorie divenne molto popolare fra il popolo. Kilij si fidava ciecamente del genio militare di suo fratello e l’esercito era totalmente affidato a lui, infatti era solito dirgli:
“Ti concedo di far cosa vuoi dei miei uomini ma non toccare le mie donne.”
Shahan non poteva sopportare la presenza Bizantina e passava le sue giornate coi suoi cavalli a cercare un modo per sferrare un attacco al potere romeo. L’esercito era potente ma non abbastanza, forse avrebbe potuto ottenere qualche vittoria ma quando il Basileus avrebbe ordinato un attacco, poco avrebbe potuto fare per difendere il sultano. Grande gioia nel suo cuore quando seppe la notizia che i Bizantini erano entrati in guerra contro il regno di Gerusalemme, i due regni cugini si contendevano i possedimenti di Cipro, forse perché i crociati volevano un più facile approdo verso i Turchi che li avevano privati di Antiochia!
Le armate Bizantine aprivano così un nuovo fronte in terra santa riuscendo anche a conquistare
Tripoli che venne subito però riassediata dai crociati. Ma la vera notizia che fece gioire l’animo da guerriero di Sahan, fu la salita al potere di un uomo destinato a divenirgli amico e compagno d’arme.
Salah al-Din, nuova guida del popolo d’Egitto salì al potere dopo grandi vittorie ottenute contro i crociati al confine. Egli ricondusse il popolo alle dottrine Sunnite e ora l’Islam era nuovamente una unica grande forza contro l’occidente. Salah al-Din, Saladino come lo chiamano gli infedeli, era alla testa di un grande esercito voglioso di incrociare le armi e così Sahan inviò degli emissari alla sua corte per stipulare un piano d’attacco. Erano ormai secoli che gli infedeli sporcavano con la loro presenza i territori che di diritto appartenevano all’islam e i nemici principali erano due, I Bizantini e i Crociati. In risposta alla crociata cristiana fu così indetta una
Jihad verso Costantinopoli e presto le forze unite dei Mori ,della Siria, dell’Egitto e dei Turchi scesero in campo contro il vecchio impero romano d’Oriente. Finalmente il modo di muover guerra era stato trovato, se il sultanato da solo era troppo poco, ora quattro eserciti erano pronti alla guerra.
Salah-al Din non perse tempo e il viaggio verso Costantinopoli ebbe inzio mentre le forze Turche iniziavano a spianare la strada verso la capitale romea. Trapezous fu la prima a cadere e Sahan continuava la sua scia di vittorie. Nel frattempo il Basileus
Giovanni Comneno era inorridito dall’evolversi delle cose. Radunò le forze presenti sul suolo della penisola Anatolica e volse verso la capitale turca Konja assediandola, anche se la città era stata saggiamente difesa da un grande esercito comandato dallo stesso sultano Kilij. La Jihad continuava in tutte le terre dove era possibile muover battaglia, notizie di rivolte nei territori Iberici, piccole e grandi battaglie in terra santa e addirittura
Medina venne conquistata dalle forze egizie! La presa della città santa spronò ulteriormente le forze dell’ Islam e una grande vittoria venne conseguita alle porte di Adana dove un contingente Bizantino aveva iniziato un assedio.
Negli anni seguenti il Saladino giunse a Costantinopoli seguito dalle forze dei Mori giunti in nave da occidente. La strada era dunque sbarrata e altre forze non potevano giungere sul suolo turco, Sahan il conquistatore si mosse verso
Attaleia rimasta ormai indifesa che si arrese senza combattere e poi, accompagnato dall’esercito Siriano, concentrò la sua carica contro l’esercito del Basileus, una battaglia campale stava per avere inizio. Il vantaggio numerico era dalla nostra parte ma i guerrieri nemici erano più esperti e meglio equipaggiati. Sahan e Atabeg, il generale Siriano, studiavano il piano di battaglia nella loro tenda:
Sahan:
“Il terreno è spoglio e aperto, dovremo sfruttare questi enormi spazi, consiglio di attaccare noi frontalmente e voi da Est eliminando le vie di fuga. Il nostro tiro a cavallo finirà prima i loro pochi cavalieri, gli altri cadranno come mosche.”
Atabeg:
“Uhm..saggia decisione ma la gloria dell’attacco frontale deve andare al popolo Siriano, andate voi da Est.”
Sahan:
”L’idea è mia e quindi facciamo come dico io Atabeg, devo forse ricordarti di quella volta ad Hosum?”
Atabeg:
“Se la metti così allora facciamo a sorte, ecco due fili d’erba di Ganja, chi prende quello più corto attaccherà ad Est.”
Fu così che Sahan, che sempre portava con sé dell’erba di Ganja considerata da molti superstiziosi un portafortuna, seppe riconoscere il filo più lungo e l’attacco ebbe inizio. Tutto secondo i piani, la cavalleria nemica venne subito ingaggiata e in una carica guidata dall’ardore della fede, lo stesso Giovanni Comneno, Basileus dell’impero, cadde trafitto dalla spada di Sahan l’Eroe dei Secuklular conquistatori. L’esercito nemico rimasto sgomento, fu facile preda nella fuga e ben pochi lasciarono vivi il campo di battaglia.
Ora la porta verso Ovest era aperta, l’esercito Bizantino doveva riorganizzarsi e altre terre aspettavano solo di essere conquistate lungo la via verso Costantinopoli. Le spie riferivano che
Amastris a Nord era senza difese e
Dorylaion, il vero perno da conquistare per poter pensare una conquista dell’Anatolia, era una sfida abbordabile per l’esercito Turco. Ancora in tanti dunque dovevano morire.
Questo capitolo insegna che l’unione fa la forza e la lunghezza fa la gloria.
A presto per il prossimo capitolo! Come al solito lasciate un messaggio se vi è piaciuto. Grazie!