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www.hotel-rimini.com/rimini-cose-da-fare/malatesta-e-rimini
www.marcomalatesta.net/
e poi da wikipedia
I Malatesta assunsero la preminenza tra i guelfi riminesi nel 1248, dopo la rotta subita a Parma dall'imperatore Federico II di Svevia[31]. Malatesta il Vecchio riportò gli esiliati Gambacerri al governo della città, divenendo una figura molto popolare e di prestigio.
Nel1295 Rimini, sconfitti definitivamente i Parcitadi, fu conquistata dai Malatesta, che ne fecero la capitale della signoria. Per circa due secoli la città ebbe l'egemonia su un vasto territorio, che superò i confini geografici della Romagna, estendendosi fino a Sansepolcro (1370-1430), Sestino e Senigallia.
Alla morte di Malatestino (1317), Pandolfo Malatesta divenne signore di Rimini; dopo la sua morte la città passò nelle mani di Ferrantino, mentre ai figli Galeotto e Malatesta “guastafamiglia” spettarono i territori marchigiani. Nel 1343, dopo un lungo periodo di dissidi e lotte intestine tra i membri della famiglia, a Rimini salirono al potere gli stessi Galeotto e Malatesta[32]. Il pontefice, nel tentativo di impedire la formazione di un’unica grande signoria, inviò il cardinale Egidio Albornoz a occupare i castelli malatestiani più esterni e concesse ai due fratelli il vicariato di Rimini, Pesaro, Fano e Fossombrone, legittimando in questo modo il dominio malatestiano ma subordinandolo all’autorità della Chiesa[33].
Il dominio su Rimini passò prima nelle mani di Galeotto I (1364) e poi di Carlo (1385), che si distinse per capacità politiche e diplomatiche; alla sua morte, avvenuta nel 1429, si aprì una crisi dinastica per la mancanza di eredi maschi, ad eccezione dei tre figli naturali di Pandolfo III, signore di Fano: Galeotto Roberto, Sigismondo e Domenico[34]. Signore di Rimini divenne Galeotto Roberto, che si ritirò dopo solo tre anni a vita religiosa[35].
Sigismondo Pandolfo Malatesta, salito al potere nel 1432, fu uno spregiudicato capitano di ventura e allo stesso tempo grande mecenate[36]. Sigismondo militò prima al soldo pontificio contro i Visconti, poi a fianco di Francesco Sforza contro il Papa, con la lega tra Firenze e Venezia, con i Senesi e infine contro Pio II. Si assicurò prestigio dinastico attraverso accorte sistemazioni matrimoniali, sposando Ginevra d’Este (morta nel 1440), Polissena Sforza e, nel 1456, Isotta degli Atti, e volle dare lustro al proprio nome con la costruzione del Tempio Malatestiano e di Castel Sismondo. Nel 1463 Sigismondo fu sconfitto dalle truppe pontificie guidate da Federico da Montefeltro, duca di Urbino e suo acerrimo rivale[37].
Alla morte di Sigismondo (1468) iniziò un periodo di lotte dinastiche tra i figli Sallustio e Roberto, detto “il Magnifico”. Valente condottiero e abile diplomatico, Roberto fu escluso dal governo della città per volere dello stesso Sigismondo, ma riuscì a impadronirsi di Rimini, venendo accusato della morte dei fratelli e della matrigna Isotta[38]. Pandolfo IV, ostile alla nobiltà locale (che lo soprannominò “Pandolfaccio”), e il figlio Sigismondo II furono gli ultimi signori della casata malatestiana, ormai giunta a un definitivo declino, prima dell’annessione allo Stato della Chiesa[39].
Non è molto, ma se si riunisce tutto ci si tira fuori qualcosa